꧁10꧂
"Ma si può sapere che hai combinato???"
Mia madre urlò spaventata vedendomi in volto... in effetti avevo un gran bel livido in faccia... e qualcuno anche sul corpo, ma, quelli non glieli feci vedere hehe.
"Ma te l'ho detto; mi sono beccato una pallonata a pallavolo! Sono saltato male a muro e ho preso una schiacciata in viso, non è niente!"
Dissi io cercando di rassicurarla. La donna, sospirò profondamente, passandomi nuovamente una pomata per placare il gonfiore e far attenuare il livido. Imprecai qualche volta per quanto mi facesse effettivamente male.
"Bocca di rosa, non so quanto tirare giù un calendario intero possa aiutarti, lo sai?"
Il sarcasmo fuori luogo di mio padre, a volte, mi sembra fin troppo esasperante. Sorvolai sulla sua battuta, iniziando poi a scappare dall'ennesima medicazione di mia madre... sono fin troppo apprensivi quando vogliono.
"Posso gentilmente scappare via? Puzzo di roba strana addosso"
Mi lamentai non appena l'ennesima sostanza stramba di mia madre, mi sfiorò il viso. I miei risero lievemente, dandomi finalmente il via libera... Madonna che tortura ogni volta... se torno a casa con mezza ferita o altro, mi fanno un'esorcismo praticamente
...
"Dada? Sei messo malissimo con il farm... Non hai preso nemmeno un minion di questa wave"
La voce di Alex mi suonò nelle orecchie. Stavamo giocando a League of legends da pc, e, come ogni duo, eravamo nella corsia inferiore, lei come supporto, con Yuumi, ed il come carry del team (ADC) con Varus. Non stavamo perdendo la lane, anzi, ero abbastanza in vantaggio rispetto al carry nemico, con più di 90 minion di scarto e 4 uccisioni in più, però, non riuscivo a performare come al solito. Ero... incazzato, si. Stavo ripensando a quanto successo con Leonardo e alle botte che ha dato a Dani e... non riesco a stare tranquillo... E la cosa mi fa imbestialire e non poco.
"Enemy missing, care"
Il nostro midlaner e Toplaner, lanciarono un ping di avvertenza per dirci che i loro corrispettivi non erano effettivamente al loro posto. Infatti, un bagliore rosso da uno dei cespugli, ed una lancia provenire dal cielo, attirarono subito la mia attenzione. Subito utilizzai la mia summoner spell difensiva per scattare via da quella posizione ma in meno di 2 secondi, sia la botlane nemica, che gli altri due nuovi arrivati, mi erano dietro
"Ci fanno un dive sotto torre, Al, preparati con la ultimate"
Il mio tono non era carico come sempre, era... spento. La mia amica però, non sembrò notarlo troppo e lanciò subito la sua abilità, bloccando tutti e 4 i nemici. Usai anche le mie catene della corruzione, bloccando i nemici ulteriormente.
"Scacco macco, polli di merda"
Mi leccai goliardicamente il labbro con fare ingordo e poi premetti rapidamente W Q e il lavoro era ben che finito. Irelia, la loro toplaner, Phanteon, il loro mid laner e Soraka, la loro support, vennero trafitti dalla mia freccia potenziata e fu subito una tripla kill. Forse preso un po' dalla foga, decisi di proseguire quella serie, arrivando difronte al carry nemico, una Vayne molto, moooolto out con gli oggetti, ma che non sottovalutai. Uno scambio di autoattacchi e spell, bastò per buttarla giù data la mia build da assassino magico e, subito la scritta della mia quadrupla uccisione, si fece largo a schermo. Pienamente soddisfatto, feci per tornare indietro, ma sulla mia testa si attivò il marchio dell'ultimo nemico. Rengar, il loro jungler, era l'unica minaccia effettiva del loro team, in quanto mooooolto più avanti rispetto alla nostra jungler, Rek'sai. Lo vidi appena in tempo lanciarsi da l'ultimo bush prima del fiume, volandomi addosso, ma il cd della mia W si era refreshato, e con una singola WQ, chiusi la battaglia.
"PENTAKILL!"
"DADA! MAMMA MIA CHE ROBA ASSURDA!"
Alex urlò fortissimo, era abituata alle mie giocate abbastanza aggressive, ma fare una pentakill così facilmente, non era semplice, soprattutto con Varus Ap.
Il mio team iniziò a spam-pingarmi per dare luce allo stupore, e nel giro del minuto successivo, chiudemmo il match.
"21/2/8 con 331 di Farm... direi che è andata molto bene!"
Dissi godendomi il mio voto, una S+, stessa cosa per Alexhandra, come supporto era messa molto bene. 4/3/38 con 119 di punteggio visione, una partita a dir poco da manuale. Era anche il mio lascia passare alla masteria 6 con l'arciere dell'agonia, ero a dir poco al settimo cielo.
Finita la partita, staccai da LoL e salutai Alex, chiudendo la chiamata. Quella giornata era stata distruttiva, ma, per lo meno, con Daniel era andata molto, moooolto bene. Guardai il telefono alla ricerca di un qualche tipo di distrazione da quell'inferno di pensieri che mi frullavano in testa, e notai un messaggio non letto da Alice.
"Hey Mir, in palestra non te l'ho chiesto per privacy ma... Tu e Daniel state assieme/ vi state frequentando? Insomma... sapevo fosse fidanzato con una ragazza, ma a giudicare dal bacio che ti ha dato forse le mie voci non erano poi così tanto attendibili..."~ Alice
Sorrisi, leggermente... io e quel ragazzo assieme... Ma magari... Purtroppo però, non credo abbia interesse nei miei confronti o almeno, non concreti o simili a quelli di una notte di fuoco in un mese glaciale...
"Hey tesoro, scusa se rispondo solo ora!
Comunque, no assolutamente, io e il drogato non stiamo assieme hahahaha, credo sia stato un gesto più che altro... avventato? Non lo so, sta di fatto che non credo di interessargli quindi, il problema non si pone, lmao" ~Io
Un senso di amarezza mi si formò in viso... già... stare assieme a quel regazzo, contando anche che è fidanzato, è pressoché impossibile...
"No ma figurati, ti ho scritto da pochissimo, comunque, smettila di non darti speranze da solo... da come stavate messi, secondo me, gli interessi scemo!" ~ Alice
Pff, ma guarda te cosa mi tocca leggere...
Le risposi con un semplicissimo "Idk". Guardai l'orario del telefono; cazzo sono le 19:30... aaaaa, fanculo la cena, faccio una doccia e dormo, non voglio saperne nulla di nessuno.
E infatti, dopo aver imprecato varie volte contro il getto d'acqua bollente, che bruciava sui lividi, riuscii a distendermi sul letto e addormentarmi... finalmente, dopo ieri mi sembrava quasi un sogno riuscire a riposare...
La mattina seguente, mi svegliai abbastanza bene, i lividi erano ancora belli gonfi, perciò decisi di mascherarli con del trucco... Non feci un miracolo, ma quasi. Sebbene fossero un po' pronunciati, a primo sguardo, non si notavano troppo. Soddisfatto del risultato, iniziai a vestirmi e a preparare lo zaino per la scuola. Saltai la colazione; il mio appetito era sotto lo zero e la mia unica preoccupazione era sistemare le cose con Leo.
Arrivai in fermata, stando ben guardingo nei confronti di Daniel e Giulia che erano saliti poco prima di me, baciandosi.... uhg... Fortuna vuole che non mi abbiano visto e, direi che è un bene, sto iniziando a sviluppare una sorta di gelosia compulsiva nei confronti del riccio e ritrovarmeli di mattino a cacciarsi la lingua in bocca, non è assolutamente una cosa che mi aggrada... anzi.
Mi sedetti parecchio lontano dai due,con la musica alle orecchie...
《 _I'm bulletproof, nothing to lose_
_Fire away, fire away_
_Ricochet, you take your aim_
_Fire away, fire away_
_You shoot me down, but I won't fall_
_I am titanium_
_You shoot me down, but I won't fall_
_I am titanium_
_Cut me down_
_But it's you who'll have further to fall_
_Ghost town and haunted love_
_Raise your voice, sticks and stones may break my bones_
_Talking loud, not saying much_
_I'm bulletproof, nothing to lose_
_Fire away, fire away_
_Ricochet, you take your aim_
_Fire away, fire away_
_You shoot me down, but I won't fall_
_I am titanium_
_You shoot me down, but I won't fall_
_I am titanium_
_I am titanium_
_I am titanium》_
I due si accorsero della mia presenza, solo una volta scesi alla fermata della scuola. Quello che successe però, mi fece ben sperare; Daniel appena scesi, salutò la ragazza e venne subito verso di me, senza nemmeno darle un bacio, un abbraccio o qualsiasi altro segno d'affetto, se non i loro classici nomignoli voltastomaco.
"Ma tu guarda, drogato, mi aspettavo un po' più di enfasi nel salutare la tua ragazza"
Lo punzecchiai io. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, sorridendo subito dopo, mollandomi un pugno amichevole sulla spalla
"Coglione, ero solo felice di vederti e mi mancavi tanto"
Ribatté lui superandomi e voltandosi nella mia direzione. Quanto deve fare il cazzone???? È sempre il solito scemo.
Risi di gusto a quanto effettivamente si stesse comportando da bambino. Continuammo a scherzare tra noi, arrivando in classe poco dopo. Entrati nell'aula però, la mia gioia si trasformò in sconforto; Leonardo era assente. Uff... avrei voluto cercare di risolvere oggi...
Si, inizio a sentire la mancanza di quel cretino nella mia vita. Di solito sono abituato ad averlo attorno, fino a farmi arrivare all'esasperazione. Dopo quanto successo con la nostra amica, questa era la prima vera lite che avevamo da allora, e affrontarla sapendo che è quasi esclusivamente colpa mia, mi sta divorando dentro. Leonardo, almeno per me, è un pilastro, mi ha sostenuto in così tanti momenti di merda, che passarne ora uno per lui, è penso tra le cose più difficili che mi siano capitate. Odio l'essere disprezzato da lui, e forse sono anche fin troppo dipendente dal suo giudizio, ma, cazzo, sapere che non mi vuole più tra i piedi, mi sta massacrando. Non.. non voglio perderlo...
In quella giornata, nemmeno la presenza di Daniel accanto a me riuscì a risollevarmi il morale e, nonostante i suoi tentativi di approccio, non riuscii proprio ad avere una reazione se non quella di repulsione. Dani aveva anche rinunciato alla sua sigaretta della ricreazione per starmi vicino, ma oltre ad un abbraccio ed un tentativo di bacio da parte sua, che respinsi immediatamente, non vi fu altro.
Arrivò la campanella dell'ultima ora e, salutato il riccio, mi diressi all'uscita ignorando chiunque cercasse di attirare la mia attenzione. Presi l'autobus, sedendomi lontano da Daniel. Stavo letteralmente impazzendo...
"Senza di lui, non è la stessa cosa..."
Nella mia testa, rimbombavano queste parole e non me le scollai di dossi fino al rientro in casa. Mangiai in solitaria, fiondandomi a fare i compiti per l'indomani, dopodiché, mi sdraiai sul letto e non mi mossi fino al mattino seguente. Questa, almeno per quella settiamana, fu la mia routine quotidiana. Del moro a scuola non vi era traccia da 7 strazianti giorni... Devo indagare assolutamente...
Quel lunedì, ancora una volta, di Leonardo non c'era nemmeno l'ombra. Aspettai impazzientemente la fine di tre le lezioni, ignorando qualsiasi fonte di vita mi si parasse difronte. Ero incazzato e preoccupato.
"Mir? dove cazzo stai correndo?"
Dan mi era dietro, al suono della campanella della terza ora, ero letteralmente corso via dalla classe, chiedendo un permesso d'uscita anticipato ai miei che accettarono. Dovevo raggiungere il moro, dovunque si trovasse. Avevo bisogno di vederlo, mi mancava come l'aria. Il riccio d'altro canto penso sia preoccupato. È tutta la settimana che non mi sto minimamente comportando al solito modo. C'è del distacco e tanta, tanta freddezza. Ma non solo con lui; nessuno dei miei compagni era riuscito a rivolgermi parola per tutta la settimana. Ero diventato lo spettro di me stesso quei giorni, perfino i prof si sono messi a chiedermi se ci fosse qualcosa che non andasse e, dio, sono arrivato al punto da ignorare del tutto anche loro.
Una mano mi raggiunse sulla spalla e mi bloccai quasi istantaneamente, voltandomi.
Il ragazzo, con il respiro affannato, riprese fiato prima di parlare nel cortile dell'istituto.
"Si può sapere perché stai correndo via così? Okay, vuoi andare da Leonardo, ma... Dio, non lasciarmi indietro... Sono preoccupato per te e non mi fido assolutamente a mandarti da quel coso da solo"
Daniel era visibilmente turbato dal mandarmi andare dal moro. Per la prima volta da quando ci conosciamo, lo guardai in cagnesco, rendendomi conto del gesto poco dopo e scusandomi.
"Non devi farmi da babysitter, conosco Leo da anni ormai, ha bisogno di qualcuno, specialmente in questo momento. Non so cos'abbia e né tantomeno cosa possa essergli successo, ma sento di dover andare".
"Ti sei mai chiesto se abbia bisogno di *te* in questo momento?"
Quelle parole arrivarono peggio di una coltellata. Aveva ragione... e se Leonardo non avesse bisogno di me, ma di qualcun'altro? No, no, no, no, no. Mi rifiuto di dare spazio a questi pensieri. Leo è il mio migliore amico, mio fratello. Non posso lasciarlo da solo, indipendentemente da quanto successo. Forse è mero egoismo personale, ma necessito di stargli vicino. Mi voltai verso Daniel con lo sguardo più freddo possibile
"In ogni caso, non sono cose che ti riguardano... stanne fuori, per favore... Ho bisogno di andare da lui e non puoi impedirmi di farlo quindi, ti prego Dan, di lasciarmi andare"
"Mir... Uff, sei veramente ostinato. Non ti impedirò di andare da lui, ma sono lo stesso preoccupato per te... Almeno, non lo so, mandami un messaggio se servisse una qualsiasi cosa o chiamami, vorrei almeno assicurarmi che tu stia bene..."
Mi sorpresi della premura del ragazzo, ma dovevo continuare a recitare la mia parte, infatti mi limitai ad annuire, riprendendo la mia corsa sfrenata verso l'autobus che mi avrebbe portato a destinazione.
Dopo quei fantastici 25 minuti di viaggio, in cui la mia ansia e la mia incazzatura, non erano MINIMAMENTE aumentati, iniziai a cercare il palazzo in cui il ragazzo abitava.
Appena trovato, indugiai un po' davanti al citofono. Avevo il diritto di farlo? Ho davvero il dovere di scoprire cosa stia succedendo, nonostante tutto quello che è capitato nei giorni scorsi?
Presi un bel respiro e...
"Chi è?"
La voce della madre del ragazzo riecceggiò abbastanza squillante..
"Hey Katy, sono Mirko, Leonardo è in casa?"
Katia era assolutamente una donna fantastica. La madre di Leo è in assoluto una delle mie migliori amiche, parliamo di tutto, è una patita di gossip di ogni tipo, una videogiocatrice d'avanguardia ed è di una mentalità così aperta che spesso mi sorprendo io stesso.
"Ma ciao tesoro! No guarda, Lele è uscito giusto cinque minuti fa, è andato al campetto di basket ad allenarsi, potresti raggiungerlo lì, magari giocando in due riesce ad imparare davvero qualcosa... almeno sfrutta un po' quell'altezza fuori scala! Comunque tesoro, capiti proprio a fagiolo, sicuro vada tutto bene tra voi? Mi è sembrato molto giù ed è una settimana che non si presenta nemmeno a cena... sono sicura che una tua visita gli farà bene"
Sorrisi alla battuta della donna, dicendole che sarei andato di corsa al campo a cercare il figlio. Iniziai il percorso che avrebbe dovuto portarmi a destinazione e, una volta arrivato, vidi il ragazzo intento a tirare a canestro. Rimasi lì a guardare per qualche minuto. Era così concentrato...
Ad ogni suo salto, i ricci neri gli ricadevano sul viso, tenuti in piedi da una fascetta da sport rossa per evitare gli finissero davanti agli occhi. È così dannatamente carino in quello stato.
Fece un lancio a canestro, e sfortunatamente lo sbagliò. La palla, lanciata quasi parallela, lateralmente al canestro, iniziò a rimbalzare nella mia direzione. A quel punto, uscii da dove ero nascosto, raccogliendo l'oggetto lo porsi al ragazzo che raggelò vedendomi.
"Se pieghi di più le ginocchia quando fai un tiro libero, è più facile prendere la mira, sai?"
Dissi io sarcasticamente al ragazzo
"Che ci fai quì?"
Il suo tono, sebbene fosse calmo, era visibilmente carico d'astio. Afferrò la palla senza pensarci due volte e tornò a tirare a canestro ignorandomi.
"Leo, per favore, dobbiamo parlare"
Dissi io poggiando una mano sul suo braccio. Il moro mi guardò dall'alto in basso, tirando un sonoro sbuffo e lanciando la palla al lato del campo, tornando a guardarmi in faccia.
"Non abbiamo nulla da dirci. Non ti basta avermi messo tutti contro? Devi arrivare a non farmi nemmeno uscire più di casa?! cazzo!!"
Disse alzando la voce lui e mollando un destro al canestro. Lo guardai meglio, stava tremando... perché?
Senza proferire parola mi avvicinai al suo corpo, sotto il suo sguardo vigile, abbracciandolo. Non so cos'abbia, non so a cosa sia dovuto il suo odio, ma di una cosa sono certo, sta soffrendo molto.
"Leo, non hai nessuno contro... per favore, dobbiamo parlare davvero, non riesco a vederti... anzi, a vederci così..."
Il ragazzo non disse nulla. Aveva la testa china e non reagiva in alcun modo.
Lo presi per mano, scortandolo lentamente verso il bordo campo. Ci sedemmo in terra, uno di fronte all'altro senza parlare.
Dopo qualche secondo, portai una mano sulla sua guancia, carezzandolo, facendogli alzare il volto. Mi osservò a metà tra lo sconfortato e l'infastidito, prendendo un respiro profondo.
"Scusa"
La sua voce bassa e profonda, mi fece rabbrividire. Era la prima volta in così tanti anni di conoscenza che sentii quel tono.
"Leo, non sono arrabbiato, davvero, voglio solo capire cos'hai... È una settimana che non vieni a scuola, i prof chiedono di te, anche molti compagni lo fanno. Perfino Daniel si è preoccupato, nonostante la brutta lite che avete avuto... Siamo tutti in pensiero nel non vederti più e poi... Vorrei capire come mai hai reagito così quando stavamo in casa mia. Non è da te..."
Il ragazzo, dopo una pausa abbastanza lunga, iniziò a parlare. Era terrorizzato, e da come le sue mani tremavano, si poteva capire quanto fosse spaventato.
"Non volevo reagire così... è che, lo sai, sei la persona più importante che mi sia mai capitata, e, da quando quel drogato di merda è entrato nella tua vita, non fai che parlare di lui, anche quando dovevamo avere il nostro momento di intimità, lo hai tirato fuori... Quando... Quando ho detto quelle cose su Bea quel giorno, ero incazzato, perché anche quella volta, Daniel aveva preso letteralmente tutta l'importanza della serata. Mir, io vorrei solo che avessimo del tempo per noi due, come è sempre stato... Mi manca fare come al solito, serate intere a parlare, guardare film, giocare ai videogiochi, uscire a divertirci... Insomma, mi manca tutto quello che prima facevamo, come fossimo due fratelli... Siamo usciti da una lite molto pesante quest'estate e quando a settembre ci siamo riavvicinati, non mi sembrava vero... Volevo ricostruire il nostro rapporto in ogni sua sfumatura e volendo, perché no, anche la nostra relazione... Abbiamo sempre raccolto da terra i cocci e li abbiamo messi assieme pian piano... ora però... non lo so, è cosi dannatamente diverso... Non passiamo più tempo assieme, ci siamo separati e... si, la vicinanza di quel drogato, mista ai miei sentimenti, mi hanno fatto provare odio, prima nei suoi e dopo nei tuoi confronti. Ho provato a reprimerlo per giorni, fin quando non è esploso a casa tua quella volta... Se mi odi dopo questo, non ti biasimo, ho agito da immaturo e mi son fatto trascinare dalle emozioni, ma è solo perché a te tengo moltissimo... Davvero, scusami... sia per quelle botte l'altro giorno che per lo sputo in faccia... e soprattutto, scusami per quella catenina... so di averla infangata e di aver distrutto la nostra promessa..."
Senza dir nulla, afferrai le mani del ragazzo stringendole nelle mie, lui alzando lo sguardo e vedendomi, si pietrificò. Una scia così flebile di lacrime, mi solcava il viso, ed un sorriso amaro contornava il tutto
"Non ti odio, non potrei mai farlo... Si, è vero, mi hai fatto male, molto male, hai messo i tuoi sentimenti prima di qualsiasi cosa, ignorando la nostra amicizia e hai letteralmente distrutto la nostra promessa, ma nonostante questo, come potrei odiarti? Sei il mio migliore amico, una delle persone più importanti che abbia al mio fianco. Non posso lasciarti andare per una cazzata simile... Mi manchi da morire cretino, è una settimana che non riesco più a vivere come prima, mi manca averti accanto e sentirti fare battutine ogni tre per due... quindi si, ti perdono. Qualsiasi cosa tu abbia fatto, ti perdono, Leo"
E qui, è la prima volta, in 10 anni, che vidi il moro sul punto di piangere. Aveva gli occhi lucidi e stava tremando come una foglia. Lo abbracciai, stringendolo a me il più possibile e subito ricambiò la stretta.
"Grazie Mir... ora sono davvero a casa.."
Sorrisi dandogli il "ben tornato", rimanendo stretto a lui... Che bella la normalità, mi era mancata tantissimo. Sentii però una strana sensazione. Un brivido gelido lungo la schiena, cone avessi appena mandato in frantumi qualcosa, ma non m'importava. Ora ho di nuovo Leonardo. Ho di nuovo il mio pilastro portante e posso affrontare anche il mondo intero.
Ci separammo da quell'abbraccio, poggiando la fronte l'uno contro l'altro.
"Qualsiasi cosa accada, non ci separeremo più. Come ai vecchi tempi?"
Per quanto possa sembrare infantile, alzai il mignolo come un bambino ed il moro, non tardò a fare altrettanto.
Quella, era la nostra nuova promessa. Non ci saremmo più separati o nascosti le cose, anche dovessero farci soffrire.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro