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Pov Justin

"Dobbiamo dirglielo John, ora"

Il silenzio in quella stanza si era fatto insostenibile. E poi, quella frase, quell'improvvisa confidenza tra i nostri genitori, da dove era venuta fuori?
Stanco di aspettare che uno dei due proferisse parola, poso nel piatto la forchetta che ancora tenevo a mezz'aria, con l'intenzione di saperne di più.

<<Dirci cosa? Voi due vi conoscete?>> domando, volgendo poi lo sguardo verso Nora. Lei lo aveva sospettato fin da subito, che avesse davvero ragione?
A quel punto, mio padre, preso anche lui alla sprovvista da quella frase così incisiva e spiazzante, abbassa gli occhi sospirando, passandosi una mano sulla fronte accaldata.
<<Sì, noi ci conosciamo... da molto tempo>> risponde con voce bassa e misurata, rivolgendo successivamente uno sguardo d'intesa alla donna seduta accanto a lui.
Quindi i sospetti della rossa erano fondati. Ma perché io non me ne sono accorto?
<<Come vi...>>
Sto per chiedere in che modo si siano conosciuti, ma Sabrina mi blocca le parole sul nascere.
<<È una storia molto lunga, e non vi farà piacere sentirla>> dice, <<ma dovete prometterci che ascolterete ciò che abbiamo da dirvi fino in fondo>>

"Non vi farà piacere sentirla"

Quella frase mi lascia anch'essa di stucco. Insomma, che diavolo sta succedendo? Perché non dovrebbe farci piacere sentire la storia di come i nostri genitori si sono conosciuti? Magari frequentavano lo stesso college, oppure erano vicini di casa prima che Sabrina si trasferisse a Palm Beach..

<<Okay, ora mi stai spaventando mamma>>
La voce di Nora è un flebile e tremante sussurro. La guardo, e noto che si è spostata tutti i capelli da una parte, gesto che fa sempre quando è agitata o scossa. Da sotto il tavolo le afferro la mano, intrecciando le dita alle sue come per rassicurarla, ma non so se ci sto riuscendo.

Pov Nora.

Tutta questa situazione mi sta mettendo un'ansia assurda ed io già vivo con l'ansia, se poi ci si mettono anche i nostri genitori e i loro stupidi segreti adolescenziali...
Prendo un bel respiro e cerco di calmarmi stringendo di più la mano che il biondo ha intrecciato alla mia.
<<Parlate!>>
Il mio è un vero e proprio ordine. Quest'attesa fatta di silenzi imbarazzanti mi sta dando sui nervi. Stava andando tutto così bene, ed ora mia madre se ne esce con una frase del tutto estranea alla situazione e per di più fuori luogo.
Che cazzo hanno da dirci di così importante da interrompere la cena del giorno più bello dell'anno? E poi, perché diavolo non dovrebbe piacerci ciò che sentiremo da lì a poco?
Io lo sapevo che mia madre nascondeva qualcosa, l'ho capito dal giorno in cui, nel cortile della facoltà, abbiamo incrociato Justin e suo padre.
I loro sguardi persi l'uno nell'altra, il rossore sul viso di mia madre...

<<Io e Sabrina ci siamo conosciuti al college<< dice John, iniziando così a toglierci ogni dubbio.
<<Frequentavamo le stesse lezioni e man mano che i giorni passavano siamo diventati amici>> aggiunge guardando mia madre con un sorriso amorevole. <<Ricordo ancora quando le ho chiesto se poteva prestarmi gli appunti di storia perché io non trovavo più il mio quaderno>> rise appena dicendo quella frase, <<era solo una scusa per parlarle e incontrarla dopo le lezioni>>
Quindi era così, i nostri genitori erano stati fidanzati. Accenno un sorriso, contenta che la mia iniziale supposizione si fosse appena rivelata fondata.
<<Vi siete innamorati?>>
Justin mi lasciò la mano e si sporse verso il tavolo, appoggiando i gomiti sulla superfice ricoperta dalla rossa tovaglia natalizia.
<<Sì, ci siamo messi insieme circa un mese dopo quell'incontro>> rispose questa volta mia madre. <<Ma poi..>>

Oh no, conosco quell'espressione. Lei che abbassa lo sguardo e si tortura le mani. È lo stesso atteggiamento che assumo io quando sono turbata o in colpa per qualcosa.
<<Poi è successo tutto molto in fretta>> interviene John, correndo in aiuto a mia madre. <<Dopo qualche mese è venuta da me, le lacrime le arrivavano fin sotto i piedi>> aggiunge. <<Era incinta>>

Incinta?
Perché non me lo aveva mai detto? Credeva che mi sarei scandalizzata nel sentire che tempo prima, quando non era altro che una ragazzina, avesse abortito?
<<Oh mamma, mi dispiace tanto.. Potevi dirmelo..>>
Faccio per alzarmi in piedi e correre ad abbracciarla, ma subito la sua voce mi costringe a fermarmi e a rimettermi seduta.
<<No, Nora, non è come pensi>> sussurra mentre ormai una lacrima le inizia a rigare il volto. Deglutisce, visibilmente in difficoltà nel proseguire la storia. <<Non ho abortito. Quel bambino, il bambino che...>>
<<Il bambino che Sabrina aveva nella pancia... eri tu Justin>>

Pov Justin.

Il mio cuore perde improvvisamente un battito, o forse due. Non riesco a respirare e per un attimo vado in apnea.
È ridicolo tutto ciò, anche se a dire la verità ha un senso. Non ho alcun ricordo della mia vera madre, e so anche che mio padre mi ha cresciuto quando era molto giovane.
Mi passo una mano nei capelli e osservo il viso della donna che ho di fronte, colei che mi ha abbandonato. Poi mi volto e vedo la ragazza che amo, e, istintivamente, mi rendo conto di una realtà ancora peggiore.
<<Nora..>> sussurro con la bocca impastata. La guardo, osservo il suo volto perfetto, e lei mi sorride.
Perché sorride? Non c'è nulla di cui essere felici.
<<Justin noi...>>
Non fa in tempo a proseguire, che per la seconda volta sua madre, o meglio, nostra madre, prende la parola prima che lei possa continuare.
<<Io e John avevamo preso una casa in affitto dove poterti crescere>> spiega guardandomi con gli occhi lucidi. <<Lui aveva trovato anche un piccolo lavoretto in un negozio di alimentari per poterci mantenere>>

<<E allora perché te ne sei andata? Perché mi hai abbandonato?>> quasi urlo, ma non riusco a contenermi. Per anni mi ero chiesto chi fosse mia madre, quale fosse il suo volto, ma mio padre mi aveva sempre tenuto all'oscuro di tutto.
<<Calmati, Juss>> tuona mio padre.
Calmarmi? Sta scherzando spero..
<<È stata colpa mia>> spiega <<Era passato un anno e mezzo ed io avevo trovato un nuovo lavoro in un ufficio di assicurazioni. Non ricordo nemmeno come successe, ma la tradii con una collega, e a quel punto lei se ne andò il giorno seguente.. lasciandomi solo te>>

Soffoco una risata. Nella stessa serata avevo scoperto chi era la mia madre biologica e allo stesso tempo che mio padre era un puttaniere di prima categoria. Ah, e non dimentichiamoci che così facendo, ora avevo anche una sorellastra di cui ero innamorato perso.
Mi passo le mani sul viso e di scatto mi alzo, rosso di collera, dirigendomi a passo spedito in quella che era la mia camera.
Sento Nora fare lo stesso ma le ordino di lasciarmi in pace, non voglio vedere nessuno.

Pov Nora.

Sì, quella serata poteva proprio definirsi rovinata.
Ero ancora sconvolta per ciò che ci avevano appena detto, ma ciò che venne dopo mi fece morire.

<<Tesoro, mi dispiace per tutto questo, ma purtroppo c'è dell'altro>>
Ancora? No, non avrei sopportato un'altra tragedia.
Deglutisco e annuisco, facendo capire in questo modo alla donna che poteva proseguire il suo racconto.
<<Poco dopo essermi trasferita nella nuova casa...>> fa una pausa, non so se per prendere fiato o coraggio, ma forse più la seconda <<mi accorsi di essere incinta nuovamente>>

Guardo sia lei che l'uomo accanto a me. Poi ripenso a Justin e al fatto di sentirmi così legata a lui, quasi fossimo...
No! No, no, no! È impossibile!
Mi alzo dalla sedia, facendola cadere all'indietro.
Era solo un incubo, uno stupido, fottutissimo incubo.
<<Nora..>>
<<No, mamma, sta zitta!>> urlo in preda alla disperazione. Mi appoggio alla colonna portante che sta nell'ingresso e inizio a piangere, col cuore rotto in mille piccoli pezzettini.
Nello stesso istante, la figura del biondo mi si para davanti, col viso sconvolto quanto il mio.
Aveva sentito tutto.
I nostri occhi si osservano, si scrutano a lungo. Si dicono tutto e niente.
<<Ragazzi non è colpa di nessuno..>>
John, mio padre, cerca di smorzare tutta quell'ira, ma Justin lo ammonisce subito.
<<Invece è colpa tua, solo tua! Se tu non avessi scopato con quella puttana forse ora saremmo una famiglia, un fratello e una sorella normali, come tanti altri. Invece no! Ci hai rovinato la vita papà. Io la amo..>>
Quell'ultima frase mi distrugge del tutto. Mi accascio a terra col viso tra le mani, mentre sento il ragazzo ripetere ancora 'io la amo' come fosse un disco rotto.

Non posso resistere ancora. Devo andarmene di lì. Non voglio vedere più nessuno di loro tre.
Così, mi rialzo, afferro giacca e borsa ed esco da quella villa, correndo via da lì, il più lontano possibile da tutta quella merda.

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