25: Violet Wollenstonecraft non è Hermione Granger
I sogni spesso racchiudono i semi della realtà, Denis. Non puoi mai sapere quando metteranno radici e cominceranno a fiorire. I sogni rendono la vita degna di essere vissuta, ragazzo mio, rappresentano il tuo futuro ed è giusto che tu lotti per loro. Ricorda: sono il tuo bene più prezioso.
Mago Merlino
A/N: Lo so, lo so, sono passati mesi dall'ultimo aggiornamento - e io non so manco che giustificazione inventarmi per questo ritardo, quindi mi limiterò ad augurarvi una buona lettura!
(Purtroppo anche questo capitolo è corto. In compenso sono abbastanza soddisfatto di come sia uscito fuori, considerando che gestire tutti quei personaggi assieme per me è sempre una spina nel fianco).
«E se ci beccano qui prepareranno anche i nostri roghi, quindi muoviamoci», intervenne Florian, quasi per mettere a tacere quella strana conversazione.
Sentii Violet e i suoi sgherri spostarsi verso la zona centrale del cimitero, foglie secche sbriciolarsi sotto i loro passi, e intanto la ragnatela si appiccicava alla mia mano madida di sudore freddo.
Strana Conversazione era un eufemismo per Deliri Incomprensibili da Schizzati, ma in quei deliri, tra corvi e magia, erano coinvolte Blythe e Ophelia. Dovevo saperne di più.
Seguii il loro percorso con passi felpati per evitare di tradire la mia presenza sotto lo scricchiolino delle foglie, e presto mi trovai in una zona inesplorata durante la visita con Ophelia, dalle lapidi ancora più malridotte: le parti superiori, dove venivano intagliati gli epitaffi e i nomi dei defunti, erano totalmente sgretolate, ridotte a frammenti di pietra riversati sul terreno incolto, nascoste parzialmente da erbacce e radici sporgenti, tasselli di un puzzle funebre dimenticato da Dio… e dall’amministrazione comunale, che non si curava di conferire una degna sepoltura agli abitanti che vivevano a Nessdoom da generazioni.
Dal 1692, l’anno del Processo delle Streghe di Salem. Stando alle leggende locali, era anche l’anno in cui e Senzanome e Primrose fondarono Nessdoom e diedero inizio alle loro discendenze, che si concludevano rispettivamente con Violet e Ophelia. E se i romanzi fantasy mi avevano insegnato qualcosa, oltre che il bene prevaleva sempre sul male e bla bla bla, era che la magia veniva tramandata da generazione a generazione.
Il piccolo dettaglio che Violet non aveva tenuto in considerazione era che non ci trovavamo in Harry Potter, e fingere di essere una strega non era la soluzione migliore per superare il trauma di non aver ricevuto la lettera di iscrizione a Hogwarts nei giorni che avevano preceduto il suo undicesimo compleanno. Se desiderava così tanto essere una Hermione Granger decisamente meno intelligente dell’originale per un giorno o due poteva andare al Comic-Con di San Diego, senza trascinare altre persone nella sua follia.
Però… però Florian, Cynthia e Clover stavano assecondando quella specie di gioco di ruolo che si spingeva ben oltre la finzione. Ophelia, questi Anziani, Blythe e gli altri Winter… erano coinvolte troppe persone per trattarsi di una recita che andava avanti ventiquattro ore su ventiquattro. Inoltre Bartholomew non mi sembrava un tipo disposto prestarsi a una messinscena del genere, e Clover era troppo spaventato per stare recitando.
Ma cosa stava succedendo, allora?
Mi tornò in mente quando avevo chiesto a Blythe se credeva nel sovrannaturale. In quel momento per me era stato così facile credervi, lei era lì, un angelo niveo che accorreva sempre in mio aiuto, che mi riportava a galla ogni volta che stavo per annegare nel mio abisso personale e che rendeva la vita a Nessdoom vagamente interessante. Lei, come al solito, aveva eluso la domanda, ma la maschera d’impassibilità che portava per nascondere la verità era crollata e la paura aveva preso il sopravvento sul suo esagerato autocontrollo.
Paura che scoprissi la verità, o che l’avessi già scoperta.
Perché un’altra cosa che avevo imparato dai romanzi fantasy è che la regola numero uno di chi appartiene al mondo paranormale consiste nel mantenere segreta la propria natura: i vampiri cercano le loro vittime in vicoli bui e desolati, i licantropi si trasformano in canidi nel cuore dei boschi, il più distante possibile dalla civiltà.
Tuttavia, se le leggende di Nessdoom si fossero rivelate veritiere, non era di vampiri e licantropi di cui avrei dovuto preoccuparmi, ma di altri tipi di mostri.
Blythe era un mostro?
Sussultai. Perso nelle mie riflessioni, avevo accelerato il passo avvicinandomi al gruppetto più di quanto fosse mia intenzione.
Se io potevo vedere loro, loro potevano vedere me, quindi era una fortuna che mi dessero tutti e quattro le spalle. Mi addossai dietro il tronco di un albero al mio fianco, il cui diametro era abbastanza largo da celare il mio corpo. Io potevo vedere loro, ma loro non potevano vedere me.
Violet e i suoi adepti si erano fermati dinanzi a un piccolo edificio di pietra. Due minacciosi gargoyle di marmo facevano da guardia all’entrata, una porta dalle decorazioni in ferro battuto che lasciavano intravedere l’oscurità che riempiva l’interno di quel lugubre parallelepipedo dal tetto a farfalla.
Ophelia non aveva esagerato dicendo che la cripta degli delle famiglie fondatrici era terrificante, e in circostanze differenti l’avrei visitata volentieri.
«Allora, chi vuole avere l’onore di essere il primo a entrare?», sghignazzò Florian. Vestiva una tuta sportiva multicolorata che stonava con l’atmosfera del cimitero e portava una borsa beige a tracolla.
«Intendi “il primo a sconsacrare la cripta”?», disse Clover, grattandosi il capo dai capelli tinti di rosa fluorescente mentre reggeva una scatola di cartone, una di quelle si usano per i traslochi, in equilibrio contro un fianco. «Sento già gli Antenati sussurrare, e non sono per nulla contenti di quello che stiamo per fare».
«Dì pure che sono incazzati a morte», disse Cynthia. Indipendentemente se fosse per davvero dotata di poteri magici, il tradizionale cappello da strega che stava indossando suggeriva che stava prendendo quella faccenda sul serio.
«Sono degli spiriti, è ovvio che si incazzano a morte», rise Florian; ma nessuno si unì alla sua risata e, anzi, calò un silenzio da tomba, per rimanere in tema. «Che c’è? Stavo solo cercando di sciogliere la tensione».
«E hai fallito miseramente», sospirò Violet. «Gli Antenati smetteranno di tormentarvi se non li ascoltate, come faccio io. Prima o poi si stancano di parlare a vuoto».
«Se lo dici tu… Aspetta, ma li senti parlare?», disse Clover. «Capisci cosa dicono?».
Violet scrollò le spalle. «È uno dei fardelli dell’essere discendente di Primrose, immagino».
«Fate silenzio un attimo, ho capito qualcosa anch’io!», esclamò Cynthia, reclinando la testa e posando una un dito sulla tempia. Sobbalzai, e ritrassi la schiena contro il tronco. Era fatta, mi avevano scoperto e Violet avrebbe usato il pugnale per sventrarmi e avrebbero esposto le mie interiora al chiaro di luna per danzarvi attorno in una parodia del Sabbath. «Adesso sento anch’io gli Antenati parlare chiaro e forte, e… cosa? Violet discende dalla figlia illegittima di Senzanome? E Ophelia Blake è la vera discendente di Primrose?», disse in tono incredulo. «Scusa, Malefica, ma sembra proprio che Ophelia sia destinata a spodestarti dal trono».
Tirai un sospiro di sollievo: la mia ora non era ancora giunta.
«Violet, per favore, non è troppo tardi per cambiare idea», intervenne Clover. «Possiamo tornare indietro e far finta che non sia mai successo nulla. Io e Cynthia non diremo nulla agli Anziani – non diremo nulla ad anima viva – e ci risparmiamo tutti il rogo!»
«Stai davvero cercando di ragionare con quella testa vuota? Se ci rifiutiamo di collaborare, appena le daremo le spalle ci ridurrà in cenere: sappiamo troppo per non essere complici delle sue stronzate. Se andiamo avanti con questa storia, gli Anziani verranno a sapere in un modo o nell’altro quello che stiamo per fare e ci metteranno al rogo, forse saranno proprio gli Antenati a riferirglielo. In pratica abbiamo firmato la nostra condanna a morte nel momento in cui siamo entrati in questo fottuto cimitero, dico bene, Violet?».
«Come sei melodrammatica», replicò in tono annoiato. «Guarda il lato positivo: se finiremo sul rogo, almeno moriremo sapendo la verità».
Quando sporsi nuovamente la testa dal mio nascondiglio improvvisato per avere un quadro più chiaro della situazione – metaforicamente, visto che a Nessdoom non c’era nulla che fosse chiaro – Violet tendeva un braccio dal palmo aperto verso la porta della cripta.
Poi si aprì, come per magia.
La porta si spalancò come se fosse spinta da mano invisibile, lasciando intravedere un alone tenebroso che aleggiava dentro la cripta, mentre i gargoyle assistevano a quel miracolo imprigionati in un’eterna espressione minacciosa.
«È proprio necessario? Qualcuno potrebbe vederci», disse Clover guardandosi attorno.
«E io dovrei aprire la porta col rischio di sporcarmi le mani di ruggine? No, grazie, ne faccio volentieri a meno se ho la telecinesi dalla mia», disse Violet; il braccio le cadde a penzoloni lungo un fianco e la porta smise di muoversi.
«Gli Anziani ci hanno insegnato a usare la magia con parsimonia proprio per salvaguardare le nostre anime», disse Clover, come se stesse pronunciando una frase imparata a memoria. «È un dono che va preservato con saggezza, non un giochino con cui soddisfare capricci personali».
«Ah, davvero?». Violet schioccò le dita e il fuoco prese vita dal nulla; delle fiaccole appese alle pareti si accesero, rischiarando l’atrio. La nebbia si tinse di arancione, colorata dalle fiamme che danzavano sulle corde delle torce.
Se Lavoisier avesse fatto un salto a Nessdoom, avrebbe dovuto rivedere la legge sulla conservazione della massa: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma, a meno che Violet Wollenstonecraft non sia nei paraggi.
«Cynthia?».
«Sì, Malefica?».
«Vai prima tu».
«Perché, la Regina delle Tenebre ha forse paura del buio?», chiese Cynthia, con il tono di chi si rivolge a un bambino spaventato.
«Oh, no, non temo il buio e ciò che vi si nasconde», disse Violet, «è solo che non ti darei le spalle manco morta. So bene cosa sai fare con la nebbia, e al momento diventare un pupazzo di neve non rientra tra le mie priorità».
«Sicura? Di certo faresti meglio come personaggio di Frozen piuttosto che come leader della congrega». Cynthia si diresse verso l’entrata della cripta, ma appena prima di varcare la soglia fermò un piede a mezz’aria e aggiunse: «Pardon, intendevo leader temporanea della congrega».
«Chi vivrà vedrà».
Infine Cynthia entrò in quell’antro illuminato da quella che sembrava a tutti gli effetti essere una magia, seguita da Violet, Clover e Florian. Quest’ultimo si dimenticò di chiudere la porta, oppure l’ha lasciò aperta perché nemmeno lui voleva rischiare di sporcarsi le mani.
Lo presi come un segno del destino.
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