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Ho corso per un'ora e mezza, ho fatto tre giri dell'isolato e due del parco ma il tizio super pompato è sempre davanti a me.
Ora basta però, ho bisogno di fermarmi, di riprendere fiato.
Mi siedo sulla prima panchina che vedo, sono sfinita.
"Hai bisogno di un medico?"
Sorrido anche se questo piccolo gesto mi provoca dolore... questa è per caso una cospirazione contro di me?
Alzo lo sguardo... alto, capelli biondi, occhi azzurri oceano e il sorriso più bello che io abbia mai visto, cazzo!
"No grazie, sto bene"
"Sicura?"
Annuisco e mi alzo lentamente.
"sto bene... veramente"

"sei tosta sai?"

"me lo dicono spesso... e poi, mi sembrava che fosse cominciata una gara a chi correva più veloce... una gara, tra l'altro, all'ultimo sangue oserei dire"

Ride, la sua risata è limpida come l'acqua.

"scusami, è solo che è difficile correre lentamente quando sei..."

"un esperimento della seconda guerra mondiale, sì lo so"

Dico ,in maniera ovvia, prima che riesca a terminare la frase.

Sorride prima di mettere una mano nella tasca nei pantaloni e porgermi l'altra.
"quindi sai chi sono"

"è facile sapere chi sei, parlano tutti di te e di altri tuoi colleghi da un bel po' di anni"
"beh, allora piacere di conoscerti..."

"Hope... Hope Clark"

"Speranza, bel nome"

"Considerando in che condizioni viviamo io e mia madre, e considerando che sono l'unica persona che lavora in famiglia direi che sì, posso considerarmi l'unica speranza per la mia famiglia... Nome più giusto non poteva esistere"

"mi dispiace"

"Non ti dispiacere, non è di certo colpa tua"... sembro una gatta morta... sapete, come quelle ragazzine che nei film fanno gli occhi dolci ad un ragazzo solo per portarselo a letto, solo che io non sono così.

"allora, ci vediamo"

"ci vediamo Rogers"
Lo saluto con un cenno della mano prima di voltarmi e ricominciare a correre con un sorriso da pesce lesso stampato sul volto. Vorrei tornare da mia madre, ma a pensarci bene non ho ancora voglia di tornare a casa nonostante siano le 20.00 . Riesco a correre ancora per un bel pezzo di strada, un altro giro dell'isolato e del parco, ma alla fine mi fermo poiché le mie gambe implorano pietà... non volendo però lasciare la città, decido di fare un giro per New York. Molti non amano questa città, dicono che è troppo rumorosa e affollata ma secondo me è questione di gusti... è così bello girare per queste strade, luci accese, sembra natale tutto l'anno quando è sera; e poi a quest'ora , strano ma vero, non c'è quasi nessuno in giro quindi mi piace curiosare, scoprire tesori sulla città che non dorme mai.

La mia passeggiata di salute dura per un'ora intera e credo che sia il caso di tornare a casa, ok, mia mamma non si preoccupa mai quando non torno a casa presto... e a dirla tutta non so se sia una cosa propriamente buona, ma ha i suoi lati positivi. Nonostante ciò, stasera ha fatto buio presto e non voglio rientrare troppo tardi quindi è meglio che io prenda per delle vie secondarie. Opto così per una stradina mai presa, ma che so mi porterà dritta a casa... solo che, anche se in un primo momento questa mia idea mi sembrava eccezionale (e sottolineo ECCEZIONALE), sono costretta a ripensarci. Per i primi metri la stradina sembrava tranquilla, ma verso la fine riesco a vedere da lontano degli uomini che mi guardano... ok, niente panico, so come difendermi ( in pratica un calcio che per gli uomini potrebbe essere un tantino fatale).
Continuo a camminare e cerco di ignorarli per ogni centimetro che percorro della strada, ma comincio a vedere dei piccoli movimenti da parte loro ogni passo in più che faccio... ok, è vero, sarò anche agile, veloce e magari so anche come stenderli ma loro sono grossi, alti e sei (esatto, sei!). Cerco di non farmi prendere dall'agitazione, quindi continuo a camminare molto lentamente ma quelli che prima erano movimenti ora si sono trasformati in uomini grandi e grossi che si alzano e cominciano a venire verso di me ... non ce la faccio, ci sto provando a non farmi prendere dal panico, ma mi dispiace, non ci riesco, potrei esplodere da un momento all'altro.
"Ciao tesoro, dove ti eri cacciata? Mi sono voltato un attimo e poi non ti ho più vista"

Gli uomini che prima, con molta probabilità volevano fare con me cose non molto carine, si fermano di colpo ed un braccio mi avvolge le spalle.
"Ridi e non guardarli... occhi su di me"

Mi sussurra Steve nell'orecchio. Io faccio come dice e mi perdo completamente in quello sguardo blu fino a quando non sono sana e salva.

"Come mi hai trovata?"
Lo so, è poco cortese non dirgli subito grazie ma non è la prima parola che mi è venuta in mente di far uscire dalla mia bocca.
"Beh..."

Troppo titubante.
"Aspetta... mi hai seguita?!"

"Forse"
Sgrano gli occhi per questa sua affermazione.
"Cosa sei? Uno Stalker?"

"In realtà amo anche io fare il giro della città quando ho tempo, non ho ancora scoperto tutto riguardo New York... solo che poi ho visto una damigella in difficoltà e mi sono sentito in dovere di salvarla"

"Ah-ah-ah... molto divertente, comunque grazie"
 Visto? Ce l'ho fatta a dirgli grazie alla fine, persone di poca fede.

"Non c'è di che"

Gli sorrido e lo saluto con un cenno della mano, di nuovo. (speriamo che questa sia la volta buona)

"Ci rivediamo Rogers."

"Lo spero, Hope"

Sorrido, mi volto e comincio a correre verso casa. Ha risposto "lo spero"? Veramente? Il sorriso non se ne vuole proprio andare dalla mia faccia, tanto che quando arrivo a casa è ancora lì... solo che non posso entrare in casa e sembrare il Joker quindi decido di riprendermi dallo "choc" e di salire le scale. Apro la porta molto lentamente, mia madre è sul divano che dorme, prendo una coperta e gliela poggio lentamente addosso. In realtà, anche se si è fatta una certa ora, ho un languorino che non ha intenzione di abbandonarmi tanto presto così vado in cucina sperando di trovare qualcosa da mangiare... pasticcio di carne, sapete una cosa? Mi è già passata la fame.

Ora, cercate di capirmi, non sono una tipa schizzinosa riguardo al cibo ok? Ma questa cosa che mia madre si ostina a chiamare "pasticcio di carne" in realtà non lo è! Credo che sia tossico in qualche modo. Mi ostino sempre a dirle di non farlo ma lei non mi ascolta, insomma, cosa devo fare? Svenire o addirittura morire per farle capire che questa roba non deve entrare in casa nostra mai più? Sottolineiamo il MAI, non si può mai sapere nella vita. Alla fine opto per una mela, almeno so che non corro il rischio di morire; butto il torsolo nel cestino di camera mia e corro in bagno.

Mi faccio una doccia con dell'acqua fredda per levare il tanfo di sudore dal mio corpo, butto i vestiti sporchi nella lavatrice e dopo essermi asciugata i capelli metto il pigiama. Quando mi distendo nel letto i miei occhi si stanno chiudendo da soli, tiro la coperta fin sopra il naso e mi addormento.

***

Mi sveglio di colpo verso le due del mattino credo, un attacco di caldo si sia impossessato di me e non voglia lasciarmi dormire, mi alzo e vado in bagno per sciacquarmi il viso ed i polsi con dell'acqua fredda ma non cambia nulla, una cosa così strana non mi è mai successa fino ad ora, ma non credo di dovermi preoccupare, potrebbe essere lo stress.
Torno in camera e un'idea comincia a balenare nella mia testa... il pavimento. Dopo essermi distesa su di esso con il cuscino sotto la testa mi sento molto meglio, un senso di sollievo mi avvolge, tanto che cado inevitabilmente tra le braccia del sonno.

***

La mattina seguente...

Mi sveglio al solito orario, sto stranamente bene rispetto a ieri sera, quindi svolgo la mia routine mattutina e vado in cucina.

"Ciao mamma"

"Ciao tesoro, oggi niente turno anticipato?"
"No, oggi ho i miei soliti orari"

"Che si mangia di buono?"

"Oggi? La tua colazione preferita, pancake e miele"

Sembra felice, più del solito oserei dire... e poi i pancake non me li fa quasi mai.

"Grazie mamma, ho veramente fame."

E ci credo, ieri sera non ci ho pensato due volte, il pasticcio è finito nel bidone nel giro di tre secondi. Poco dopo poggia davanti a me un piatto con quattro pancake e del miele sopra... sta saltellando per la cucina e non penso che il motivo sia la colazione ben riuscita.

"Mamma, perché sei così felice?"

Fatto, ho sganciato la bomba.

"Oggi ho un colloquio"

Bomba esplosa in tre secondi e un pezzo di pancake mi va di traverso... cosa!?

Spazio autrice

Spero vivamente che il capitolo vi sia piaciuto, scusate l'assenza ma non uccidetemi, vi prego. Spero vi godiate questo capitolo. Prometto di pubblicare al più presto.

Laura, baci

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