"Facciamo che li avrà rossi e ricci." 💎
A MARRIED LIFE
Anne with an 'E'
spin off
Four Winds
Qualche settimana dopo.
"Cara Marilla,
ti scrivo per renderti partecipe della gioia più immensa che sto vivendo.
Stavo quasi per perdere le speranze, ero convinta che fosse soltanto una mia sciocca convinzione. Ma mi sbagliavo.
Adesso è così reale questa nuova e preziosa vita che tra pochi stringerò tra le braccia che non riesco a crederci.
Fino a qualche anno fa, non avrei sperato di diventare una moglie figuriamoci una madre.
Proprio io, Anne Shirley-Cuthbert, l'orfanella arrivata da Hopetown, adottata per errore. Umiliata, disprezzata e derisa, con una felicità traboccante fra le mani.
Quel dolore di prima non esiste più. Ha abbandonato totalmente i miei pensieri. Ho accanto un uomo meraviglioso e avremo un bambino fra qualche mese. Non potrei desiderare nessun altro finale per la mia cara principessa Cordelia.
Sto immaginando quel momento, e spero che succeda quando il sole sta per sorgere sul mare, che dalla finestra della nostra camera da letto si vede benissimo, così sarà la prima cosa che vedrà appena nato. Non pensi che sarebbe meraviglioso?
Come un miracolo.
Un bambino è come un dono del cielo. In passato, mi sono occupata di molti bambini, ma non avrei pensato che in futuro ne' avrei avuto uno io. Finalmente la mia vita non sarà più un cimitero di speranze, ma una landa colorata di nuove avventure.
Questo dono che riceverò dalla vita tra pochi mesi sarà la cosa più perfetta, e il solo pensiero che possa accadere qualcosa mi spaventa.
Forse sono gli ormoni, in questo periodo non faccio che tenere occupata la mente pulendo, e Gil continua a dire che dovrei riposare in vista del parto.
Tu gli daresti ragione? Probabilmente. Gilbert è veramente adorabile a preoccuparsi e a prendersi cura di me, soprattutto adesso. Prima di arrivare ad Avonlea, nessuno si sarebbe mai preso la briga di farlo. Anzi, non si curavano affatto di quella ragazzina in loro affido.
Ancora mi chiedo come abbia fatto a conquistare Gilbert Blythe. A volte, penso di averlo stregato come una maga, altre penso di avergli dato una botta troppo forte da avergli confuso le idee.
Ma se dovessi tornare indietro, all'indecisione, non lo farei.
Io lo amo e lui ama me. La nostra vita è perfetta in questa piccola casetta sulla baia.
Ho tutto ciò che potevo desiderare.
Spero che anche tu e la signora Lynde stiate bene a Green Gables.
Avrei voluto venire ad Avonlea in vista delle vacanze estive, ma credo che Gilbert non mi permetterebbe di affrontare il tragitto su un calesse traballante.
Pensavo che tu potessi mandarmi nuovamente le conserve di fragola e i biscotti alla cannella come le scorse settimane. Ricordo che da giovane ne' andavo ghiotta e le voglie non mi mancano.
Oh, Marilla... quanto mi piacerebbe potervi visitare, ho tanta nostalgia della fattoria, di tutti voi, ma Gilbert ha ragione: non posso mettere a repentaglio la nascita del nostro primo figlio solo per un mio stupido desiderio. Credo di non essere più quella bambina, l'eterna sposa dell'avventura, ma una futura madre coscienziosa il cui unico desiderio è che il bambino che sta portando in grembo nasca sano. E' l'unica cosa che voglio.
Non mi sento più quella ragazzina, adesso le responsabilità mi tengono attaccata costantemente al mondo reale, e sarai felice di sapere che non ho mandato a fuoco la cucina distraendomi come mio solito.
Stavo pensando che per quest'occasione potresti venire tu a Four Winds, prima del lieto evento. Il bambino nascerà per giugno, e mi sentirei più sicura se potessi stringere la tua mano in quel momento.
So che ti chiedo tanto per abbandonare la fattoria e lasciarla nelle mani di Jerry, ma sarebbe molto importante per me avere al mio fianco la donna, che in tutti questi anni mi ha curato. Tu e Matthew siete le prime persone che mi abbiano mai amato, la mia prima vera famiglia.
Ti aspetto con impazienza, allora.
- Tua Anne.
PS: Anche Gilbert vorrebbe assaggiare i tuoi biscotti.
Era un pomeriggio assolato, come ogni giornata primaverile che si rispettasse. Ci si poteva permettere una passeggiata in spiaggia, ma Anne Blythe era impegnata a scrivere la lettera da spedire a Green Gables, decisa a comunicare a Marilla la bella notizia. Ormai l'impazienza che scorreva a fiumi le faceva contare i giorni, mentre il suo corpo pian piano si adeguava a forme sempre più morbide e levigate.
La sua figura snella però resisteva, e il cambiamento era palese solamente attraverso il rigonfiamento dell'addome. I giorni scorrevano con troppa placidità, portando nuovi e sconvolgenti cambiamenti, rendendola sempre più su di giri.
Il mattino seguente, una felice Anne scese a Glen, nonostante i rimproveri di Gilbert che non voleva che si sforzasse più di quanto non stesse già facendo. Ma Anne ci andò lo stesso. Tutte quelle emozioni concentrate ai massimi livelli fecero emergere il suo carattere impetuoso e giovanile. Ogni dettaglio fuori posto poteva scatenare la sua ira, costringendo il povero marito ad assecondarla. Purtroppo oltre ad essere suo marito, era innanzitutto il medico e queste due parti si sfidavano senza sosta nella sua mente.
Quando Anne rientrò dall'ufficio postale, Gilbert avrebbe voluto rimproverarla ma decise di rispettare la promessa che si erano fatti. E ovviamente sapeva che Anne in questo periodo era ancora più suscettibile, che alle rovine da ubriaca.
Durante la cena gli aveva raccontato alcuni aneddoti, ascoltati dalle solite pettegole del posto, che avevano chiesto notizie della sua gravidanza. Poi, dopo aver riordinato il tutto, la vide sedersi sulla poltrona un po' goffamente e nascose il solito sorrisetto.
Di tutti gli aspetti sperimentati negli anni, quello sembrava il più bello. La sua Anne con la E, dolce e premurosa nei confronti di quella creatura che ancora non era nata. La giusta conclusione per la loro storia.
Prese il libro appartenuto a sua madre e lo sfogliò. Di fronte alle dediche di Walter Shirley, Anne non restava mai indifferente. Quel libro era ciò che in tutta la vita aveva cercato disperatamente.
La sua mano scivolò piano sul grembo per cogliere un lieve movimento. Ogni volta che si riferiva al loro bambino dolcemente, per come lo amava, lo accarezzava nonostante ci fosse ancora la sua pelle a dividerli.
Anne alzò il viso sul volto del ricciolo.
"Ormai possiamo dire che conosca anche le sue origini, oltre a Jane Austen."
"Vorrei insegnargli la bellezza della letteratura. Non c'è cosa più bella di ciò che può insegnare, e ho un letto in un libro..." la sua voce si incrinò improvvisamente. "All'orfanotrofio."
"Anne-girl. Non c'è bisogno di aver paura."
Anne sospirò, ma non per l'ennesimo nomignolo che le aveva affibbiato suo marito, ma piuttosto per la questione sul suo passato. Parlare di quello non le faceva piacere e, ad essere sincera, preferiva che quei ricordi restassero seppelliti.
Sentiva una stretta al cuore nel pensare al posto orribile, dove per quattro lunghi mesi era vissuta prima della sua vera famiglia. Il bambino che cresceva in lei non avrebbe mai passato la stessa sofferenza, ne' era certa, perché l'avrebbe protetto.
"Ho letto che può sentire le nostri voci e potrà riconoscerle. Credi che sia vero?"
"Certo che può."
"Non voglio che nostro figlio conosca questa realtà terribile Gil, quindi eviterò di parlare anche quando sarà nato. Conoscerà solo la bellezza che lo circonda."
Nonostante la forza e il coraggio che aveva dimostrato di fronte agli altri, quel periodo portava a galla delle insicurezze che Gilbert credeva di aver sconfitto. Ma eccole tornare, oscurando la felicità che brillava nei suoi occhi azzurri come il mare.
"Anne..." prese la sua mano e la strinse con dolcezza. "So che vorresti che il passato si cancellasse. Tutto ciò che abbiamo vissuto è parte di noi e ci ha reso come siamo. La mia Anne con la E mi piace così, esattamente come sei, e non ci sarà bambino più fortunato del nostro in tutta l'isola."
Gilbert la guardava profondamente negli occhi, poi le baciò le nocche.
"Lo credi davvero o vuoi soltanto consolarmi, Gil?"
"Non posso mentirti, carotina. Sarai una madre meravigliosa, la migliore del mondo."
Lo conosceva da molti anni e non c'era uomo più onesto e leale di Gilbert Blythe in tutta Avonlea. Ed era suo marito.
Scosse la testa in un tacito sì, e un sorriso affiorò sulle labbra desiderose di sfiorare le sue.
"Non pensavo che saremmo arrivati qui, quando ti ho conosciuta in quel bosco." puntò lo sguardo dannatamente consapevole sul suo addome e vi appoggiò la mano. Quel bambino che finalmente era tangibile. "Nonostante le nostre vite diverse, mi hai scelto come tuo compagno di vita e stiamo per formare una famiglia. Sai cosa pensavo di Bash, quando parlava a Delphine?"
Anne continuò ad ascoltarlo.
"Che fosse un po' ridicolo nel suo modo di parlare e mi dispiace di averlo fatto. Mary aveva ragione: avrei capito quando sarei diventato padre." I suoi occhi erano colmi di emozioni. Aveva quasi paura di chiudere gli occhi e scoprire che lei e quella baita fossero solo un sogno. "Sarà meraviglioso avere questa creatura nelle nostre braccia. Niente ci impedirà di essere felici."
Anne immaginava già una bambina riempire quel posto con i suoi schiamazzi infantili, le sue risate, o che dei piedini scorrazzassero su quel pavimento rallegrando le loro giornate.
Era bastato il suo sguardo magnetico per riportare la calma nella sua anima, ma al tempo stesso il suo cuore sarebbe potuto esploderle.
Raggiunse la mano del marito, accarezzando il suo dorso.
"E' esattamente ciò che ho scritto nella mia lettera. Come facevi a saperlo?"
Gilbert inarcò le sopracciglia.
"Ormai ti conosco e so cosa ti passa per la testa, anche quando non parli." Si avvicinò, lasciandole un piccolo bacio sulle labbra. "La mia Anne con la E."
La ragazza sollevò il mento, sostenendo gli occhi cioccolato del marito, mentre gli lasciava una carezza sul mento.
"Se vorrai un altro bacio, dovrai prima vincere questa sfida. Vediamo chi di noi è più bravo a leggere nella mente dell'altro."
"Vuoi davvero propormi questa sfida? Tu sai a cosa andresti incontro, carotina?"
"Se credi di non poterlo fare potresti arrenderti." gli ricordò Anne, che aveva intenzione di vincere ad ogni costo.
Gilbert sorrise. "Non sarà necessario. Ero il migliore a Toronto."
Effettivamente non aveva tutti i torti, dato che era il migliore della classe e del suo corso. Non aveva nessuna lacuna e si era laureato con una media invidiabile pari a nessun'altra.
Anna gli fece un sorriso un po' tirato. Non si sarebbe lasciata travolgere dal suo solito magnetismo. "Ti ricordo, caro Gil, che sono stata preside e ho conseguito dei riconoscimenti. Ero la pupilla dei professori alla Queens."
"Ma la geometria non è mai stato il tuo forte." Alzò il volto, come per pensare a qualcosa di molto lontano. "Come le città marittime."
Anne gli schiaffeggiò piano il braccio.
"Gilbert Blythe!" esclamò. "Come osi prendere in giro la tua povera e delicata moglie? Inoltre, avevi promesso che non avremmo più litigato per questioni stupide."
Gilbert tentò di non scoppiare a ridere di fronte alla sua espressione oltraggiata.
Anne Shirley-Cuthbert non era esattamente delicata, anzi in quel periodo il termine non le si addiceva affatto. Una mantide sarebbe stata meno pericolosa.
Gilbert si concentrò distintamente su quei leggeri colpetti e, da qualche settimana, riusciva a percepirli intensamente e con chiarezza attraverso la stoffa del vestito. Sembrava impaziente di conoscerli, ma avrebbe dovuto avere un po' di pazienza. Non era quello il momento di venire al mondo, era appena giunta la primavera a Four Winds.
"Non dire più che sei fragile, perchè non lo sei mai stata." Non avrebbe mai dimenticato la violenza con cui gli aveva fracassato la lavagna sulla guancia per il suo innocente commento.
Quella ragazzina orgogliosa, così unica rispetto alle altre in quella classe, che presto sarebbe stata la madre del loro primo bambino, e che lui amava profondamente come il primo giorno.
I mesi stavano passando e maggiore era la preoccupazione di trovarsi impreparati. Anne, inoltre, stava diventando un ciclone ingestibile con la gravidanza e Gilbert stava accarezzando l'idea di assumere una governante, ma non aveva ancora esposto la questione a sua moglie.
Conoscendola la sua testardaggine le avrebbe impedito di accettare qualsiasi aiuto, ma era pur vero che con l'avanzare della gravidanza il suo ritmo si sarebbe presto bloccato.
Sembrava che il bambino fosse in salute e stesse crescendo ogni settimana, fin quasi ad occupare il poco spazio rimasto. La sua attività era attiva, dopotutto avrebbe sicuramente ereditato qualche tratto di Anne, anche se il ricciolo sperava nei suoi capelli rossi.
"Gilbert? A cosa pensi?"
Si risvegliò dai suoi pensieri futuri. "A un bambino dai capelli rossi."
"Stai scherzando, vero?" Lo pregò Anne, con gli occhi sbarrati. "Adesso ci manca che metta al mondo un bambino con al posto dei capelli... una zucca. Sarebbe una disgrazia!"
Gilbert ridacchiò. "Vorrei che nostro figlio li abbia rossi, così mi ricorderebbe te. La donna che amo."
"Io invece vorrei che li avesse ricci. Sarebbe un bambino decisamente più carino." obiettò Anne, trattenendo uno sbuffo.
"Facciamo che lì avrà rossi e ricci. Saremmo contenti entrambi."
"Neanche così mi piace."
Anne alzò gli occhi al cielo. Suo marito, a momenti, stava diventando più testardo di lei.
Lei pensava ancora che sarebbe stata una catastrofe.
Green Gables
La lettera da Four Winds giunse alla fattoria a pomeriggio inoltrato.
Jerry Baynard, ormai diventato uomo, si stava occupando degli animali quando sentì distintamente gli zoccoli di un cavallo farsi vicino, mentre si asciugava la fronte dal sudore.
Dal giorno in cui la sua amica Anne era partita, il francese aveva deciso di non abbandonare la fattoria nonostante i suoi obblighi matrimoniali verso Diana. Ormai Green Gables non era più soltanto un lavoro e nonostante Marilla l',avrebbe voluto ad occuparsi della sua famiglia, lui aveva rifiutato ogni genere di richiesta.
Il signor Cuthbert aveva avuto fiducia in lui, e Anne altrettanto.
Prima che salisse sulla carrozza, le aveva giurato che si sarebbe preso cura di Marilla, il cui dolore e nostalgia per la figlia adottiva si poteva notare a chilometri di distanza. L'anziana sapeva che prima o poi ogni piccolo uccellino doveva abbandonare il nido, ma non pensava sarebbe stato così difficile.
Negli ultimi tempi, Anne non aveva più mostrato la sua parte chiacchierona e combina guai, e questo doveva ammetterlo che le mancava.
Il postino gli consegnò la missiva. Jerry se la girò fra le mani. Era proprio la lettera che ogni settimana Anne spediva alla signorina Cuthbert, con scritte le ultime vicissitudini. Marilla l'attendeva con trepidazione.
"Brutte notizie?" domandò Jerry.
"Non credo."
"E' proprio la lettera che stavamo aspettando. Quella di Anne!" Non era ancora abituato al fatto che fosse sposata, ma si affrettò a correggersi. "Pardon... la signora Blythe."
Scese dalla staccionata e gli riservò un veloce gesto con la mano, prima di correre in direzione del portico. Era così euforico che non badò alle buone maniere e si precipitò dalla donna, che nel vederlo quasi rischiò di una sincope.
La donna era impegnata nel cucito.
"Oh, per l'amor del cielo! Jerry, è accaduto qualcosa?" si portò la mano al petto per calmarsi.
Il giovane, nel frattempo, aveva ripreso fiato e riprese. "Four Winds, è di Anne." arrossì vistosamente. "Dimenticavo, la signora Blythe."
Marilla afferrò la preziosa corrispondenza, spingendosi gli occhiali sulla punta del naso.
Come le aveva promesso, Anne non aveva smesso di scriverle della sua vita nella piccola baita e anche piccoli aneddoti su alcuni abitanti, che frequentavano assiduamente la loro casa. Nella sua lettera, Anne non faceva trasparire un barlume di nostalgia ma conoscendola anche quei posti estranei stavano diventando magici e familiari.
Sotto lo sguardo curioso del francese, la donna aprì la lettera e le sue mani iniziarono a tremare leggermente. Si lasciò scivolare sullo sgabello, troppo scossa per reggersi in piedi, e appoggiò la lettera sul tavolo.
Il pensiero che fosse capitato qualcosa sfiorò la mente di Jerry Baynard.
"Signorina Cuthbert! Chiamo un dottore?"
Marilla non rispondeva all'insistenza delle domande. Riprese in mano la carta e le lacrime cominciarono a scivolare sul viso, ma non era strazio come durante il funerale del suo caro fratelllo.
Jerry non sapeva cosa fare. Era insicuro se chiamare la signora Lynde oppure direttamente il dottore.
"Signora Lynde!" urlò forte. "La prego venga subito!"
Passò qualche istante prima di vedere la diretta interessata comparire sulla soglia.
"Oh, ragazzo. Che hai da urlare tanto? E' accaduta una disgrazia in paese di cui non sono a conoscenza?" fu la domanda dell'altra, senza neppure mettere piede nella stanza.
Spostò il suo sguardo sulla sua amica d'infanzia, ancora persa nei suoi pensieri. Si avvicinò e appoggiò la mano sulla spalla per scuoterla dolcemente.
Per fortuna, con grande sollievo dei presenti, la donna rinvenì.
"Marilla, cosa ti succede?"
I suoi occhi erano lucidi, mentre si portava le mani alla bocca. Le passò sotto il naso la missiva, invitandola a leggere il contenuto. Rachel fece ciò che le aveva detto, e quando arrivò fino alla fine, tutto le fu chiaro.
"E' una lettera di Anne."
"Oh, santo cielo!" esclamò. "Quando l'hai ricevuta?"
"Questo pomeriggio." intervení Jerry, il garzone.
"Ti prendo dell'acqua." disse Rachel. Marilla, però, rifiuto categoricamente il bicchiere con un veloce gesto della mano.
"Non serve." poi si rivolse a Jerry, in piedi vicino al tavolo. "Jerry, prendi il cordiale in dispensa."
L'uomo stava allontanarsi, ma si bloccò. "No. Il vino è più adatto a queste occasioni. Occasioni speciali."
Rachel fissò Marilla stranita. "Alle tre del pomeriggio? Non ti sembra troppo Marilla Cuthbert per la tua età? Alle cinque verranno le nostre vicine per l'ora del tea."
"Potranno aspettare."
Jerry si sentiva incapace mentre le due donne si fissavano negli occhi, senza però comunicare a un ignaro Jerry quello che Anne aveva scritto. Si trovava di fronte a due scelte: prendere vino o cordiale oppure tornare agli obblighi lavorativi, prima di sera, trovandosi sua moglie Diana ad attenderlo.
"Marilla, cosa vuoi festeggiare di così importante?"
"Il disegno divino." Rispose, senza indugio. Dal suo canto, l'amica continuò a non capire nonostante avesse sotto il naso quelle parole, nero su bianco.
"Ricordi cos'è successo con John, il padre di Gilbert?"
"Certamente."
"Ho sbagliato a rinunciare a un futuro con lui. Avrei dovuto partire e lasciarmi alle spalle le responsabilità. Ma ora so che ho fatto una scelta giusta, necessaria... Se l'avessi sposato, probabilmente io e Matthew non avremmo adottato Anne. Lei e Gilbert non si sarebbero mai incontrati e poi sposati."
"Probabilmente." ipotizzò Rachel Lynde. "Anche se loro due erano destinati, era scritto che dovesse andare così fra di voi e loro."
"E io sono contenta. Non cambierei la mia Anne con nessun'altra persona."
"E' vero. Anne è veramente insostituibile, e spero che sia felice con Gilbert."
"Beh..." Marilla aveva un sorriso che le andava praticamente da un orecchio all'altro.
"Vuoi dire che..." si bloccò e posò gli occhi sulla lettera. "Ma è sicuro?"
Jerry inarcò un sopracciglio dubbioso. "Sicuro... cosa?!"
Rachel congiunse le mani. "Oh.. La nostra Anne! Non posso crederlo."
"Non solo non è più la bambina che giunse a Green Gables parecchi anni fa..." cominciò a dire, con l'emozione che le stringeva la gola, unita a un pizzico di tristezza. "Ma ora sarà anche madre."
Madre? Anne... si chiese il francese, che aveva conosciuto quella ragazzina e l'aveva subito ammirata dal primo incontro nella stalla.
"Non posso credere che tu e John avrete un nipotino in comune."
Marilla alzò gli occhi al cielo, come per rivolgersi a una persona che non era più con loro. "Sarebbe stato orgoglioso di essere nonno. Il destino ci ha riunito un'altra volta."
Ed era vero, le loro vie si sarebbero incrociate proprio grazie a quel legame, che nessuno avrebbe spezzato. Marilla Cuthbert ne' era certa.
*** Angolino autrice***
Ed eccomi qui, a pubblicare il nuovo capitolo, e stavolta volevo concentrarmi anche su John e Marilla che si ritrovano a condividere il piccolino di Anne e Gil. Nel frattempo, i nostri ragazzi vivono nell'impazienza la nascita del loro primogenito, e come al solito si sfidano come ai vecchi tempi, pur di mantenere il primato sull'altro.
Non si può dire che questo bambino non sarà un mix esplosivo, visto i caratteri dei nostri amati "shirbert". Secondo voi, come reagirà Anne sapendo che Gilbert vuole assumere una domestica per aiutarla durante tutto il periodo della gravidanza?
Solo per il suo atteggiamento dolce, io accetterei senza alcuno sforzo...
ma la testardaggine di Anne è dura da sconfiggere.
Per sapere come procederà questo faticoso "periodo" non vi resta che attendere i prossimi piccoli capitoli, e continuate a sostenere la storia con una stellina e un commento.
- Love
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