Capitplo 16
[ Perfect man ]
A dire la verità erano tutte un po' preoccupate di mangiare quello che lei aveva preparato quel giorno, gli occhi castani brillavano di luce propria e di solito non succedeva, non così tanto, a meno che non stesse per uccidere qualcuno che le aveva fatto qualcosa, insomma quello sguardo solitamente presagiva vendetta.
Eppure sembrava essere solamente felice, un sorriso dolce le si era dipinto sul volto e aveva cercato in tutti di trattenerlo almeno finché il ragazzo era rimasto nella stanza, poi non ce l'aveva più fatta ed era spuntato fuori stupendo tutte.
Lei che sorrideva in quel modo era davvero un evento e sembrava anche leggermente inquietante, quando qualcuno non sorride apertamente se non quando ha in mente di pianificate un omicidio ne mostra uno così enorme e spirizzante d'allegria era normale preoccuparsi, giusto?
Eppure lei sorrideva, sorrideva in modo gentile e caldo, era come una carezza che sfiorava lo sguardo di chiunque avesse visto quel sorriso così inaspettato da parte sua e se ne andò al piano di sopra, a scrivere.
Rosalba, rassegnata al fatto che il suo telefono non avrebbe squillanti, aveva raggiunto la bionda nella sua stanza e aveva deciso di aiutarla, così entrambe cercarono di sollevare le loro menti dal pensiero che aveva non ancora due settimane prima che i ragazzi tornassero, per una era un bene, per l'altra quasi un male.
Valentina e Jennifer si stavano per arrabbiare moltissimo, infatti non si spiegavano perché Veronica fosse sempre incollata al cellulare a parlare con il moro mentre loro non ricevevano neppure mezzo messaggio, se avessero saputo dove diavolo erano andati a fare quelle maledette foto li avrebbero raggiunti per dare loro delle morti terribili.
Jimin voleva parlare un po' con Michela, non che avesse qualcosa in particolare da dire, confidarle o chiederle, ma adorava passare il suo tempo con lei e avrebbe cercato qualsiasi scusa per farlo, rendendosi conto dei suoi pensieri si iniziò a insultare mentale, diavolo, stava completamente perdendo la testa per quella ragazza, sempre se già non lo aveva fatto.
Ma non disturbò le denotando che erano impegnate a lavorare a quel maledetto libro, si annoiata ed era da solo dato che le due al piano inferiore erano misteriosamente sparire, così decise di dare un salto in sala prove e, nonostante fosse praticamente solo, si allenò anche se non in modo pesante come il solito.
Fece gli addominali, i pesi, le prove di ballo, quelle di canto e tutto il resto e per l'ora di cena era rientrato, aveva indosso una felpa giallo fluo indecente, ma aveva deciso di usarla solo per quando tornava dato che era sempre sudato come un maiale.
Quando fece qualche passo nel salotto Valentina rotolò giù dal divano parlando in inglese, il ragazzo non la capiva ma quando gli indicò scandalizzata l'indumento poté immaginare cosa stesse dicendo e ridacchiò, poi si diresse al piano superiore indicando il bagno, fece insomma capire che si sarebbe andato a fare una doccia e avrebbe abbandonato quella cosa.
Intanto Rosalba, certamente non abituata come la sua amica a lavorare sulla scrittura e la forma delle lettere per tutte quelle ore consecutive si era addormentata sui libri mentre cercava informazioni e si annotava tutto quello che secondo lei sarebbe dovuto essere utile, così l'amica, facendo una gigantesca eccezion alla sua regola la spostò sul suo letto e la coprì lasciandola dormire nella sua stanza.
Uscì proprio in quel momento e proprio nel momento sbagliato Jimin andava in giro a petto nudo con i capelli bagnati in cerca di una maglia decente, aveva infatti preso un cambio d'abiti dal borsone che si portava dietro ma non c'era una maglia.
Per quanto fosse imbarazzata e deliziato allo stesso tempo dalla vista di quei muscoli scolpiti, quei capelli tirati indietro e quella mascella squadrata di profilo, con quell'aria posata e dannatamente sexy del ragazzo che non l'aveva ancora notato si sentiva tutto un fuoco.
Rientrò di soppiatto nella sua stanza prendendo una maglia del ragazzo dalla valigia mentre ancora quello cercava nella grande borsa nera, era certo di avercela messa una maglia a maniche corte, una bianca, lo sapeva che lo aveva fatto perché l'aveva preparata poco prima di uscire.
Poco dopo si voltò attirato dalla voce della ragazza che avrebbe riconosciuto fra mille, lo guardava con un sopracciglio alzato e la stessa maglia che lui era certo di aver infilato in quel maledetto borsone, su quelle belle labbra la ragazza aveva inciso un ghigno un po' malefico.
«La prossima volta porta la magia, non ci sarà sempre questa fantastica creatura a degnarsi di portartene una, sai? » disse lei retorica lanciandogli delicatamente l' oggetto per poi prendere il posto del ragazzo in bagno e lavarsi i capelli, li odiava, di ungevano subito.
Jimin scese al piano inferiore con la maglia indosso e l'asciugamano sulle spalle, aveva le guance pallide leggermente rosse e cercava di nascondere il viso con le mani mentre si era appoggiato con la fronte al tavolo della cucina, ma perché non ne faceva una giusta?
Magari però ora potevano considerarsi pari, si disse rammentando la visone sensuale della ragazza in intimo nero, piegata in avanti che si infilava i calzini lasciando ben esposto il suo provocante "lato B" e lasciando ben vedere, grazie al riflesso dello specchio, il suo seno abbondante.
Certamente quella ragazza non corrispondeva nemmeno un po' con l'ideale di ragazza perfetta che aveva, non per quello che ne riguardava il fisico, nonostante praticamente odiare le ragazze con un seno prosperoso a lei stava bene, secondo lui era perfetta.
Senza che potesse farci nulla un piccolo sorriso gli si formò sulle labbra, quanto spesso gli veniva da sorridere quando pensava e tutto perché pensava sempre a lei, per un motivo oppure per l'altro riusciva sempre a trovare un collegamento con qualsiasi argomento che gli facesse pensare a quel sorriso gentile che gli aveva mostrato, a questo voce e alle sue intonazioni o a quegli abissi nocciola che erano stati capaci di catturarlo, quasi fossero delle trappole.
Già, non importava quanto il ragazzo avesse cercato di ignorare quei suoi sentimenti sempre crescenti, non importavava quanto si fosse ripetuto che innamorarsi per uno come lui era pericoloso, che non doveva, ma non era servito a nulla, si ritrovava in quelle condizioni proprio a causa del batticuore procuratogli da ella.
Cercò di tornare in se e dopo poco ci riuscì, giusto in tempo perché la bionda si presentasse al piano inferiore con una montatura rosso fuoco a contornarle lo sguardo, questo lo sorprese, non si aspettava che la ragazza portasse gli occhiali.
Mentre lei era distratta a chiacchierare con le due distese sul divano le aveva osservato attentamente il volto, aveva notato come i suoi occhi perfetti fossero in quel momento rossi, forse irritati dalla presenza delle lenti.
«Non sapevo portassi gli occhiali... » osservò il ragazzo mentre la aiutava ad apparecchiare la tavola per loro sei, lei mostrò un sorriso che il ragazzo giurò di non averle visto mai fare prima, un sorriso timido e quasi ebbe paura che il suo cuore smettesse di battere.
Michela si coprì parzialmente il volto con le maniche fin troppo lunga della sua felpa rosa, era così dannatamente carina che l'avrebbe divorata di baci, eppure se passava tanto tempo a chattare con il suo amico, Tae, voleva dire che stava nascondendo un lato malizioso, oh, non ne aveva idea.
Jimin pensò che fosse una sua impressione, ma la ragazza camminava sempre cercando di evitare di dargli la schiena, non ne capiva il motivo ma si disse che non poteva essere una cosa del genere.
Ma era proprio così, il Rossore sulle guance della ragazza non era dovuto al commento del ragazzo sul fatto che portasse gli occhiali ma bensì che, proprio sulla schiena era stampato il nome del suo bias e il suo numero, insomma quella felpa rosa non aveva solo il simbolo della band.
Quando le due amiche capirono la situazione scoppiarono a ridere come delle idiote catturando l'attenzione del ragazzo, questo gli fece pensare che sotto sotto aveva ragione ma non riuscì a sbirciare, almeno non finché la ragazza inciampò a terra a causa di una delle due amiche che le aveva fatto lo sgambetto.
Nonostante avesse tanto voluto scoppiare a ridere assieme alle due ai trattenne, non voleva fare altre brutte figure, ma nel mentre il suo sguardo vide il suo stesso nome stampato sulla felpa, lei era stata scoperta.
Lui la aiutò ad alzarsi e si aspettava si vederla correre dietro alle due, ma non lo fece, forse aveva pietà di tutti quei sospiri che avevano lasciato sfuggire durante la giornata, comunque si mise a guardare il ragazzo che la osservava con un sopracciglio alzato.
«Quindi sono io il tuo bias? » chiese, lei fece un cenno con il capo, quanto era in imbarazzo in quel momento lo sapeva solo lei e non ne capiva il motivo come non capì il motivo del sorriso del ragazzo, sembrava davvero troppo felice del fatto appena scoperto, dopotutto era solo una fan come un'altra, che differenza faceva se lui era il suo bias o no?
Si torturò la mente per trovare le risposte alle sue domande sulla questione, eppure non ci sarebbe mai arrivata, non avrebbe mai nemmeno minimamente considerato che il cuore del ragazzo gli battere veloce nel petto dalla felicità, se avesse scoperto che il suo preferito era qualcun'altro sarebbe probabilmente diventato geloso e lui era una persona estremamente gelosa e possessiva.
Aiutò la ragazza come se nulla fosse, senza però riuscire a mandare via quel piccolo sorrisetto che gli si era stampato in volto, era davvero felice, non sapeva bene il perché, non che le sue possibilità di fare colpo fossero aumentate ma si sentiva più sicuro, insomma, il fatto che fosse il suo bias gli aveva fatto pensare, che almeno una volta, doveva aver pensato ad un loro bacio, tutte le fan lo facevano.
Il solo pensiero della ragazza che fantasticava sulomento nel quale lo avrebbe incontrato e che magari leggeva delle storie proprio su di lui e un personaggio femminile immedesimandovicisi per sognare ad occhi aperti lo rendeva felice, chissà come avrebbe reagito se questo pensieri avessero avuto come protagonista uno degli altri membri, uno qualsiasi.
Jimin se lo chiedeva, si chiedeva se sarebbe riuscito a trattenere la gelosia, almeno davanti alla ragazza o se sarebbe esploso nella sua lingua madre in modo che la ragazza non potesse comprenderlo, si chiedeva davvero se le cose sarebbero andate così pacificamente come stavano andando in quel momento.
Avevano mangiato e si erano seduti sul divano a guardare un film, o meglio, lui si era buttato sul divano e dato che non voleva farle spazio la ragazza gli si era appoggiata delicatamente sopra, era evidente che avesse provato a non sembrare una foca spiaggiata ma i ragazzi certe cose non le notano.
A Jennifer e Valentina era toccato il pavimento, mentre in Italiano iniziavano a fare delle ipotesi su quanto quei due alle loro spalle vi avrebbero messo a mettersi insieme, cose perfettamente udite dalla bionda che però vennero bellamente ignorate.
Infatti, senza che le due notassero nulla, lei si stava bando del tocco delicato delle dita del ragazzo sulla sua cute, gli sfiorava il capo per poi far scorrere la mano fra la morbida chioma profumata della ragazza e se lei, normalmente, odiava farsi toccare i capelli quando era lui a farlo si rilassava.
Certamente se le due si fossero rese conto che della situazione avrebbero fatto uscire qualche verso strano e preoccupante, ma non lo fecero, come Jimin stesso non si accorse subito di quello che stava facendo, ma quando lo fece e notò che lei non si era mossa, ma che si era posizionata lasciandogli più facile l'azione aveva sorriso un'altra volta, facendo finta di nulla.
Era inutile, non riusciva a concentrarsi sul film come la stessa ragazza appoggiata su di lui non ci riusciva, se lo avessero fatto avrebbero sicuramente chiesto per un cambio di genere, si trattava di un film dove c'era solo gente che limonava, non c'era una vera storia, solo molte scene di pelle nuda esposta.
Ma che ci potevano fare le due fidanzatine abbandonate se gli attori di quel film erano belli e i loro ragazzi non avevano mandato loro nemmeno un misero messaggio, dovevano pensare a qualcos'altro e decisero quindi di pensare a qualcun altro, almeno per un po'.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro