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Capitolo 7

[Love ]

La mattina seguente quando si svegliarono tutti capirono che la ragazza era tornata a causa della calda coperta che era stata posta sui loro corpi addormentati.

«Adesso mi sento una merda » disse Jennifer con una finezza unica e rara riferendosi al fatto che nonostante fosse quasi finita schiacciata per colpa loro si fosse preoccupata per la loro salute, poi, quando andarono in cucina lei e Valentina si sentirono ancora peggio.

Michela aveva preparato la colazione per tutti e aveva lasciato una nota in inglese e giapponese che diceva Non dovreste dormire sul pavimento, fa male alla salute ed è importante fare una buona colazione.

Le due volevano andare a scusarsi ma i loro piani cambiarono velocemente, molto più velocemente di quanto potessero immaginare e soprattutto sperare nelle loro misere e tristi vite depresse.

Shawn si passò una mano nella chioma castana inumidendosi le labbra, guardò Cameron che gli fece un cenno con il capo come se si fossero letti istantaneamente nella mente, poi posero un bellissimo sorriso sulle loro labbra che non mancò di attirare gli sguardi adoranti delle due.

«Io stavo pensando che non ho nulla da fare questa mattina, ti va di fare un giro? » chiese in modo impacciato il canadese, non sapeva perché era tanto nervoso, quella non era certamente la prima ragazza a cui chiedeva un appuntamento, ma in qualche modo era diverso.

«Beh, pensavo di chiederti la stessa cosa, Jenny » ammise Cameron più sicuro con quel suo sorriso luminoso che da solo sarebbe bastato a illuminare l'intera galassia secondo la ragazza che si era letteralmente sciolta.

Le due accettarono senza nemmeno riflettere, come biasimarle, erano state invitate ad un appuntamento da dei ragazzi bellissimi, famosi, simpatici, gentili e che per di più erano stati le loro cotte per anni, tutto il resto poteva aspettare.

Veronica voleva che la situazione cambiasse fra lei e il moro, in fondo non era proprio l'ideale aver paura persino di stare a qualche centimetro di distanza, nonostante conoscesse la perplessità del ragazzo coreano nello stare vicino a forme di vita femminili.

Lei si sedette a canto a lui, sul morbido divano, lo guardò timidamente con le gote rosse iniziando a fargli qualche domanda a cui inizialmente lui rispose forzatamente, decisamente teso, ma poi con qualche battuta si lasciò andate.

Stavano riuscendo ad intrattenere una conversazione decente e sembrava già un passo enormi ai loro occhi, dopo quella pessima situazione e la loro imbranataggine stavano facendo qualche progresso, magari sarebbero diventi amici.

Rosalba si fece una voto con il "Gucci boy" per poi mandarle alla madre e rinfacciarle il fatto che lei lo aveva incontrato, ci parlava e lo vedeva spesso mentre lei no, si sentiva molto soddisfatta in quel momento.

Si era finalmente vendicata di un episodio successo qualche anno prima: lei sarebbe dovuta andare, assieme e alla madre, ad un loro concerto all'estero, ma si era ritrovata allettata con un febbrone da cavallo e la madre era andata comunque facendosi la foto con Jin, quanto l'aveva invidiata in quel momento.

J-hope avvolse un braccio attorno alle spalle di Jimin con aria depressa «Ma non è giusto, siamo gli unici a non civettare con nessuno » sbuffó il ragazzo dai capelli arancioni facendo l'occhiolino al fulvo «Che ne dici se lo facciamo fra di noi, come protesta! » urlò battendosi il pugno al cuore come un militare facendo scoppiare tutti a ridere.

Sfruttando la confusione generale Jin sgattaiolò al piano superiore e bussò alla porta della bionda annunciando la sua identità, si sentì un sospiro e poi gli venne concesso il permesso di varcare quella porta sacra pericolosa come se fosse un passaggio diretto per l'inferno.

«Dimmi tutto » disse lei con voce rauca mentre stringeva a se il suo amato cuscino facendo spazio sul letto al ragazzo «Ecco io non ho mai avuto una ragazza, sono troppo in inbrazzo anche a pensarci... » fece una breve pausa osservando la reazione, pressoché assente, da parte di Michela così continuò «Credo che mi piaccia qualcuno ma non so cosa fare, come dovrei comportarmi, se provo a parlarle mi incarto » si lamentò diventando rosso, era strano parlare di queste cose con qualcuno all'esterno del gruppo ma sentiva che nessuno avrebbe saputo consigliarlo.

Inoltre quella ragazza gli ispirava fiducia, non la conosceva molto bene dato che non avevano parlato molto, a dire la verità la temeva un po' ma si era fidato del suo istinto e fece ciò che riteneva giusto, quello che gli parve migliore.

Lei lo osservò nascondendo parzialmente il volto col cuscino morbido, inarcò il sopracciglio facendogli capire che si era accorta ci fosse dell'altro che lo turbava, il suo sguardo parlava per lei.

«Si tratta della tua amica... » bisbigliò sottovoce diventando di un tenero color fragola che fece uscire una risata genuina ma gentile dalle sue labbra a contatto con la stoffa, si mise a sedere in modo decente e gli posò una mano sulla spalla come a dargli sostegno.

«Me ne ero già accorta, ho buon occhio per quello che la riguarda e per come comportarti posso solo consigliati di essere te stesso, fare ciò che ti senti di fare e non cercare di forzare le cose » si schiarì la voce che le era uscita un po' rauca e poi riprese il discorso dato che il biondo sembrava pendere dalle sue labbra.

«Lei è una persona che altezza molto gli sforzi degli altri, è gentile e simpatica, tu comportati come se non ci fosse nulla di diverso, intendo, non provare a colpirla, non subito e sopratutto fai solo ciò che ti viene dal cuore, lo capirà e in caso non lo facesse ci sono sempre io a mettere una buona parola per te ma... » fece una pausa che lo fece sbiancare ma si tranquillizzò non appena la sentì ridere divertita dalla sua reazione.

«Posso farti buona pubblicità se cucini ancora Corano per me e ricordati che se la fai soffrire non esiterò a diventare una creatura demoniaca assassina » disse seriamente ricevendo un sospiro sollevato dal ragazzo e una stretta di mano per stipulare il patto sul cibo.

Poco dopo il biondo scese e ricevette delle strane occhiate dagli altri membri del gruppo «Ci stavi provando con Michela ammettilo! » urlò Taehyung con aria afflitta tenendosi il petto facendolo ridacchiare «Nah, le ho solo chiesto un consiglio, sembra molto ferrata sull'argomento » disse il ragazzo mantenendosi vago iniziando poi a parlare con la riccia di cose a caso.

Taehyung salì le scale dirigendosi in camera della ragazza trovandola avvolta in un morbido pigiama a forma di panda che si rotolava nel letto stritolandolo quel povero cuscino e ridacchiò sedendosi vicino a lei.

«Tutto bene? » chiese e lei fece una faccia buffa aprendo le braccia per farsi abbracciare «Su » lo esortò con voce infante facendosi consolare.

«Come mai la mia amica è avvolta da un panda e è depressa ? » chiese il ragazzo continuando a confortarla, sembrava davvero giù «Jin mi ha chiesto un consiglio e io non capisco come posso dare degli aiuti cosi fantastici quando la mia situazione fa schifo » sbuffó staccandosi falla presa del ragazzo per poi sedersi al suo fianco.

«Non ti deprimere sennò con chi faccio doppi sensi io? » disse scherzosamente ricevendo uno schiaffetto sul braccio e riuscendo nell'intento di farla ridere.

Lui le raccontò la situazione generale che si stava svolgendo in salotto e la ragazza scoppiò a ridere immaginando j-hope che ci provava scherzosamente con Jimin che a causa delle risate non riusciva a mantenersi stabile sulle proprie gambe.

Alla fine il ragazzo dalla chioma argentata la convinse a scendere e a fare qualche stupido gioco da tavolo, aveva promesso che sarebbe stato una mattinata tranquilla ma non ci credeva nessuno dei due.

Infatti finirono a giocare a obbligo o verità, Michela non sapeva se fare o meno quello che le frullava per la mente così scrisse un messaggio al biondo che le fece cenno di si con la testa, si vergognava ma sarebbe stato un inizio, giusto?

La bionda girò la bottiglia e capitò proprio contro Rosalba che non sapeva cosa scegliere, entrambe le opzioni con lei risultavano pericolose così alla fine optò per l'obbligo, tanto lei era una coraggiosa e non avrebbe potuto farle fare nulla di strano, fu quello che pensò prima di notare un ghigno malevolo sul volto della migliore amica.

«Allora voglio un bacio alla francese tra te e Jin che duri almeno venti secondi, cronometro io » sentenziò vittoriosa facendo l'occhiolino ai due che si avvicinarono timidamente.

Rosalba si portò una ciocca di capelli ricci dietro alle orecchie con un dolce rossore sulle gote, i suoi occhi chiari tremavano un po' per l'emozione ed erano fissi sulle bellissime labbra del suo bias che, con il medesimo imbarazzo e la stessa sua indecisione fece combaciare le loro labbra.

Sembrava la combinazione perfetta, i loro respiri si erano mischiati in uno soltanto che sfiorava la pelle di entrambi, le loro lingue nelle loro bocche si scontravano in una timida danza dolce ma allo stesso tempo profonda con intenti nascosti da ambe due le parti.

Entrambi potevano percepire chiaramente i loro volti paonazzo bruciare d'imbarazzo ma fu vinto dalle piacevoli scariche elettriche che percorrevano le loro spine dorsali facendolo rabbrividire e trasalire in quel contato così bello e profondo.

Quando so staccarono a causa dello scadere del tempo ansimavano a causa della mancanza d'ossigeno, avevano le labbra pulsanti e il volto rosso ma uno strano calore si era propagato nei loro petti, come un piacevole senso di pace e appartenenza che aveva loro scaldato il cuore.

Toccò a Rosalba girare la bottiglia e questa finì su Taehyung che scelse verità, la ragazza non sapeva cosa poter chiedere allora chiese qualcosa di stupido che però interessò particolarmente Jimin «Tae, ti piace Michela? » «Certo che si, con chi altro potrei parlare a doppi sensi, perché non siamo fratelli » piagnucolò lui abbracciandola da dietro quasi fosse un koala facendola ridere.

Quando il ragazzo tornò al suo posto girò la bottiglia che finì su Suga, come suo solito sembrava disinteressato ma non lo era affatto, quel pomeriggio stava prendendo una piega strana e inaspettato «Verità » scelse sbaragliando usando la spalla si Namjoon come cuscino.

«Che faresti se uno di noi si mettesse con una di queste tre ragazze ? » chiese osservandolo non sapendo bene cosa dire «Per me andrebbe bene, sembrano brave ragazze ma non se facessero soffrire qualcuno di voi mi arrabbierei » disse ricevendo una abbraccio commosso da Jimin.

Quando toccò a lui la bottiglia colpi il leader al suo fianco che fu costretto a tuercare davanti a tutti ottenendo fischi d'approvazione ed applausi.

Il momento cruciale fu quando toccò a Jimin e gli fu chiesto se era innamorato di qualcuno, egli negò senza esitazione e il cuore di qualcuno crollò anche se nessuno lo notò, quando non voleva farlo vedere era così capace nel fingere...

Sempre grazie a quella bottiglia anche i due mori finirono con lo scambiarsi un bacio, ma a loro fu conoscesso un semplice bacio a stampo avendo già notato il panico sui loro volti.

Poco dopo i ragazzi se ne andarono, giusto il tempo di far tornare Valentina e Jennifer che quasi volavano a causa della felicità che scorreva nei loro corpi.

Quando entrarono in salotto videro Michela sdraiata a terra con le gambe sul divano che fissava la televisione nonostante la sua visone delle immagini fosse al contrario, quando le notò le salutò debolmente per poi alzarsi e andare verso di loro.

«C'é qualcosa di dolce in casa? » chiese schioccando tutti i presenti, fu una cosa inaspettata e sconcertante, soprattutto per lei che rifiutava ogni tipo di dolce e che li odiava con tutto il suo cuore, l'unica a rispondere fu Jennifer che negò con il capo ancora in fase di shock.

«Allora puoi farmi un ciambellone con il cacao e scaglie di cioccolato? » chiese guardandola con occhi da cucciolo spaventandola «Tu chi sei, cosa ne hai fatto della vera Michela, parla! » dissero in coro Valentina e la salvadoregna mentre Rosalba controllava che la ragazza non avesse la febbre.

Sembrava che fosse tutto nella norma, sembrava perché non era affatto così e finì con il divorare da sola il dolce che le era stato preparato, era davvero depressa per affogare i suoi dispiaceri nei dolci che tanto odiava.

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