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Capitolo 30

[ Awake ]

I due reduci da una notte di fuoco si erano svegliati grazie al timido calore del sole che già alto nel cielo si era fatto spazio fra il tessuto pesante delle tende della camera da letto.

Jimin fu il primo a svegliarsi, aveva aperto gli occhi assonnato ma appena si era reso conto di quello che era successo la sera prima un dolce sorriso gli si era stampato sul volto e si era fermato ad osservare la sua ragazza che dormiva beata sul suo petto, almeno fino a che questa non si svegliò e lui le augurò un dolce buon giorno.

Si alzarono e lei dovette faticare un po' dato che aveva spinto troppo il suo corpo, ma certamente non lo avrebbe mai ammesso o fatto vedere e nonostante il lieve bruciore la sua postura era più che perfetta mentre frugava nelle ante dell'armadio.

Prese dei vestiti per se e per il proprio ragazzo, dopotutto lui aveva vissuto lì per una settimana intera e non era strano che le sue cose avessero trovato posto fra quelle della bionda che non si curò di essere nuda davanti al suo fidanzato, in realtà, conoscendola, lo stava facendo di proposito.

Si girò e si mise ad osservare il rosso che si stiracchiava tendendo i muscoli perfetti del suo busto, era così incredibilmente allenato che si potevano chiaramente distinguere i vari muscoli dell'addome che solitamente erano invisibili come il gran dentato.

La sua figura mascolina era messa in risalto da un gioco di chiaroscuri creato dal lieve filtrare della luce mattutina attraverso le tende che scontrandosi con la sua figura, di spalle alla finestra, metteva in risalto il suo profilo e aumentava le ombre sul suo torace portando lo sguardo ai muscoli scolpiti.

«So che sono bello ma così mi sciupi » disse lui con una leggera risata che però venne interrotta dalla voce calda e suadente della ragazza «Semplicemente mi piace ciò che vedo, sarebbe stato preoccupante il contrario, no? » chiese prechiudendo al ragazzo ogni possibilità di difendersi sul piano verbale.

Alla fine, facendo attenzione a non farsi beccare, si intrufolarono in uno dei due bagni e si intimarono assieme sotto al getto freddo della doccia, eppure quell'acqua per quanto gelida non riusciva a calmare i bollenti spiriti dei due innamorati che avevano i loro corpi nudi a stretto contatto mentre si baciavano con foga.

Le labbra di entrambi sembravano voler catturare quelle dell'altro, le mani di Jimin scivolarono lungo il busto della ragazza avvicinando i loro bacini facendo genere entrambi, le dita di lei si erano intrufolate fra la chioma rossa di lui tirandone provocante qualche ciocca.

Le labbra fameliche del ragazzo scivolarono sul collo della ragazza ripassando quel grande numero di suchiotti che le ricopriva la pelle sensibile, poi scese ancora lungo la spalla di lei con una scia di dolci baci che dedicò anche alle cicatrici sul polso fine di lei.

Un sospiro lasciò quelle labbra piene e succose leggermente graffianti quando le loro intimità si scontrarono ancora una volta e quando un succhiotto le fu lasciato su uno dei suoi seni voluminosi, chiuse gli occhi benadosi di quel tocco eccitante ma rispettoso di lei che le sfiorava la pelle.

Poi lei lo obbligò a guardarla negli occhi lucidi di piacere e in quella sua espressione seria prima di divorarlo come lui aveva iniziato a divorarla, non era chiaro chi dei due sentisse maggiormente bisogno della presenza dall'altra ma era chiaro.

Nessuno di loro due avrebbe potuto muovere un passo e vivere un solo secondo della propria vita senza l'altro perché erano due persone imperfette e fragile che si aggrappavano l'uno all'altra per non cadere ancora più giù, ancora una volta verso quel buio gelido.

Si baciarono violentemente mentre la schiena di lei aderiva alle pareti trasparenti del box doccia sotto il getto gelido che mano a mano si scaldava, o forse erano i loro corpi a diventare ancora una volta bollenti.

«Ti amo, ti amo così tanto... » soffiò lui sulle sue labbra facendola rabbrividire a causa della voce roca e bassa che aveva utilizzato nel dirlo, lui soffiò quelle parole sentendo forte nel suo cuore la necessità che ella sapesse quanto significasse per lui e nonostante sapeva di averglielo già detto sentiva che sarebbe esploso se non lo avesse fatto.

Lei si aggrappò con le gambe al suo bacino lasciando che fossero le braccia del ragazzo a sostenerla mentre ricambiava quella scarica vorace di baci profondi nei quali le loro lingue guerriere si dedicavano alla più piacevole e sensuale delle battaglie che le avrebbe mai attese in quelle loro bocche roventi.

«Jimin, Jimin, Jimin... » ripeteva lei fra quei baci caldi e magnifici lasciandogli intendere che se fossero andati avanti di quel passo avrebbero finito con lo svegliare tutti coloro che erano in quel momento presenti nella casa a causa della foga con la quale quel povero letto avrebbe dovuto sopportarli.

«Ti amo, davvero...» sussurrò lei con gli occhi lucidi mentre i loro respiri mozzati e roventi si attorcigliavano formandone uno solamente e mentre i loro sguardi bagnati di lussuria comunicavano al posto loro, troppo presi dal momento per trovare parole adatte a quel momento tanto intimo quanto bello, loro si che riuscivano a capirsi.

Nonostante non ne avessero l'intenzione si costrinsero a staccarsi l'uno dal corpo dell'altra sentendo come la muta protesta della loro pelli mentre si strofina vano con l'intento di eliminare dai loro corpi gli odori del sesso.

Quando ebbero finito uscirono dal box doccia e si vestirono, Jimin si sedette sul sanitario facendo accomodare la propria ragazza fra le sue mani e si dilettò nel asciugare quella chioma dorata che odorava di menta piperita, con le dita scorreva lungo le ciocche mentre il getto d'aria calda rilasciata dal fono eliminava gradualmente il bagnato.

Lei se ne stava pacificamente immobile sentendo il respiro di lui sfiorare la cute mentre le pettinata la chioma umida con quanta più gentilezza possibile per evitare di farle, se pur involontariamente, del male.

Quando furono pronti uscirono dalla stanza e si diresse al piano inferiore con i corpi rilassati e degli ampi sorrisi che non c'era verso di nascondere stampato in viso, appena finita la rampa di scale lui non si trattenne e la strinse a se riempendo la di baci.

«Dai che preparo la colazione » disse lei ridacchiando e avanzando con difficoltà verso la cucina sentendo la propria vita ancora imprigionata fra quelle braccia muscolose e forti senza poter nascondere un lieto sorriso.

Alla fine riuscì a convincere il rosso a sedersi su uno degli sgabelli sull'angolo cucina mentre lei si occupava della preparazione del pasto e lui accettò, si sedette silenzioso dove ella gli aveva detto e si soffermò nell'osservare ogni dettaglio della sua figura con il gomito appoggiato sul bancone e la mano a sostenere il mento.

Lei sorrideva felice, felice come non era mai stata nella sua vita prima di allora e si muoveva euforica nella cucina ancheggiando al ritmo della melodia che andava fischiettando, il rosso non riconobbe la canzone dato che era una del gruppo rock che la ragazza adorava.

Infatti da quelle sue labbra perfette aveva iniziato a fuoriuscire il dolce ritmo di "watching for conets" degli skillet ed era una delle sue canzoni preferite di quella band se non la sua preferita in assoluto, ma genericamente amava la voce di John Cooper.

Conoscendo quei pozzi senza fondo che le sue amiche non erano altro decise di arrangiare una colazione all'americana con uova strapazzate, pancetta, pane e marmellata e succo d'arancia, nulla di troppo elaborato k raffinato.

Lei invece aveva deciso di lasciar scegliere al suo bellissimo fidanzato quello che avrebbe voluto mangiare e lui scelse un piatto giapponese anche esso semplice gli "onighiri" anche se non si aspettava che lei sapesse come andavano preparati, insomma era italiana, ok che le piaceva il Giappone ma non poteva sapere come preparare certi cibi, non lo aveva mai fatto prima, giusto?

Beh, lasciate che vi dica che Jimin si sbagliava alla grande, Michela sapeva come preparare una moltitudine di piatti nipponici e non parlo solo della zuppa di miso ma anche di piatti più iconici come " l'omurice".

Le ci volle meno di venti minuti per cuocere perfettamente e dare la forma triangolare alle palline di riso ripiene, ci mise anche l'alga nori in modo da creare una striscia di color verde scuro che era una delizia per gli occhi.

Una volta finita la preparazione si sedette accanto al suo ragazzo e iniziarono a mangiare, sembravano una di quelle classiche coppie che condivide i bocconi che si vedono nei bar, una di quelle infinitamente dolci che provoca l'invidia di tutte le ragazze senza ragazzo.

Una volta terminato il loro pasto si sedettero sul divano, lui era seduto in modo composto mentre lei si era accomodati sulle sue gambe muscolose lasciando che le labbra calde e morbide di lui la baciassero ovunque avessero voluto e proprio mentre lui stava lasciando l'ennesimo succhiotto su quella sua pelle chiara si fecero vedere le quattro ragazze assonnate.

Veronica che cercava vendetta per la pessima figura che l'amica le aveva fatto fare e avendo sentito chiaramente come i due ragazzi avevano passato la notte provò a fate una battuta piccante come aveva fatto con lei la bionda, inutile dire che a vincere fu comunque Michela.

«Non vi è bastato  tutto il casino che avete fatto questa notte?  » chiese soddisfatta aggrottando un sooracciglio ricevendo una risata divertita da lei che fece di no con la testa «Ad essere sincera questa mattina stavamo considerando di riprendere in doccia ma ci siamo trattenuti... » disse vittoriosa facendo rimanere di sasso la ragazza.

In fondo Veronica sapeva bene che su quel tipo di piano quella ragazza era una specie di mostro che non poteva essere sconfitto e che quando voleva sapeva essere davvero pessima quindi evitò di riprovarci.

Jimin chiese un riassunto di quello che era successo e la ragazza in breve tradusse quello che si erano dette dall'italiano al giapponese e lui scoppiò a ridere cercando di coprire il rossore sulle sue guance a causa dell'imbarazzo.

Certamente non si aspettava che la sua ragazza fosse così aperta con le sue amiche ma effettivamente lui non era così differente da lei quando stava con i suoi amici, lo aveva fatto persino davanti alle telecamere alludendo alle misure del suo amico Taehyung che, ora, avrebbe tanto voluto uccidere.

Chiaramente Jimin non odiava l'amico dalla chioma argentea ma proprio non riusciva a mangiare giù il fatto che lui e la sua ragazza andassi incredibilmente d'accordo, era troppo geloso per accettare che lui e lei avessero un rapporto così stretto.

Rosalba non aveva detto nulla per salvare la mora perché quando uno se le cerca se le cerca, ma quando Michela aveva parlato la chioma bionda le aveva lasciato scoperto il collo e la ragazza si era scioccata e non poco a causa di quello che aveva visto.

«Ma ti hanno picchiata?  » disse scandalizzata dalla grande quantità di macchie violacee che aveva sulla pelle nuda del collo e una breve risata le lasciò le labbra contratte in un sorriso che non riusciva a trattenere «Nha, ho solo un ragazzo un po' possessivo e geloso » disse facendo l'occhiolino cercando di soffocare le risa a causa della faccia della ragazza.

«Questo è perché non hai visto lui e la sua schiena tesoro » ghignò mentre il ragazzo sotto di lei si lamentava del fatto che stessero parlando in una lingua che lui non riusciva a capire ma smise di farlo quando lei lo baciò soffiando sulle sue labbra e facendogli sapere che si stava andando su argomenti poco casti, fu sufficiente come spiegazione per lui.

«Lo sai che ti amo? » chiese improvvisamente lei per poi farsi baciare dal ragazzo senza preoccuparsi degli sguardi delle sue amiche fissi su di loro, sembravano seriamente delle stalker maniche che non avevano di meglio da fare se non fissare la loro amica e il suo ragazzo che pomicivano senza pudore, come se loro non avessero fatto la medesima cosa.

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