Capitolo 3
[Sconosciuti ]
Una volta varcata l'entrata dell'edificio iniziò un piccola discussione su chi sarebbe dovuta andare dalla bibliotecaria a chiederle quel benedetto quaderno.
Tutte si inventarono delle motivazioni idiote, delle più disparate e fantasiose fino a che Michela esasperata interruppe quel bisticcio prendendo l'iniziativa, nonostante non si trovasse a suo agio a parlare con chi non conosceva.
«Mi scusi, per caso ha un quaderno, le mie amiche lo hanno dimenticato qui ieri » chiese gentilmente facendo del suo meglio per sorridere, la donna annuì consegnarglielo e le sorrise gentilmente per poi tornare al lavoro.
Le altre ricevettero uno sguardo assassino dalla bionda che si accomodò in una delle sedie sfogliando le pagine ordinate fino a ché notò qualcosa che non sarebbe dovuta esserci, un intrusione da parte di nove persone sconosciute.
C'erano delle iniziali accanto a delle frasi scritte in inglese, quasi fosse sfata una conversazione scritta.
ML: Sembrano delle buone idee, se vi serve una mano fatecelo sapere.
AD: Concordo, buna scrittura.
WE: Se avete bisogno di una creatura fantastica
PJ: Ignoratelo, sono io la vera creatura fantastica
Sunshine Hope: Hamburger and Sprite
MY: Solo ignorateli
T: OMG, che cavolo hanno scritto...
KK: Uhmm, ciao...
Nrm: Se avete bisogno di qualcosa potete chiedere dato che siamo del posto e le ho scritte io quelle di alcuni dato che non conoscono l'inglese...
«Ma come cazzo si permettono sti scemi di scrivere, ma chi li conosce » si lamentò Jennifer gesticolando come se ne andasse della sua vita «Veramente, poi la scrittura orribile di ML, la vai a scuola » si lamentò Valentina con tono basso.
Poi c'erano Rosalba, Veronica e Michela che si erano guardate, quell'amburger and sprite le aveva spiazzata e anche il nickname di chi lo aveva scritto ma no, non poteva essere, giusto?
Mentre si fissavano come se avessero posseduto il dono della telepatia scossero la testa ed in coro dissero "Nhaa" e poi scoppiarono a ridere per la scena bizzarra che era appena capitata e cominciarono nuovamente a lavorare sulle loro idee e si scambiarono vari consigli fino a che fu quasi il momento di andarsene e di liberarsi della sensazione di essere osservate.
«Jenny lo prendi tu il quaderno, ti ricordi? » chiese la bionda alla riccia che rispose con un cenno del capo «Sei sicura? » chiese di nuovo fissandola nei suoi occhi castani «Si, mamma mia, non sono mica scema, mi ricordo » sbuffó la salvadoregna tornando a sistemare dei piccoli dettagli prima dello scadere del tempo.
Una volta arrivato lo scadere del tempo tutte si alzarono e si diressero fuori dalla biblioteca fermandosi a mangiare in uno dei tanti ristoranti presenti in quella lunga via per poi tornare finalmente a casa.
Le ragazze si cambiarono e lavarono velocemente dato che non era ancora tardi si sistemarono in salotto e decisero di guardare un film a caso, il primo titolo che uscì fu un horror pieno di jump scare, cadaveri, spiriti e morte ovunque.
Il risultato si quelle immagini cruente e di pura violenta fu che, Jennifer e Valentina che si erano sedute ai lati della bionda le stritolarono le braccia e a volte lasciavano uscire degli urli acuti proprio in prossimità delle sue orecchie mentre lei, a loro contrario, rideva della stupidità dei personaggi.
Rosalba commentava animatamente le scelte idote dei protagonisti «Certo, perché se un cazzo di demone ti attacca tu gli un cuscino, giuro che funziona » urlò quasi esperta da tutta quella stupidità mentre al suo fianco Veronica era concentrata nella visione del film e anche se non urlava era chiaramente spaventata.
Quando il film fu finalmente terminato, tutte si diressero nelle loro stanze, chi più spaventate di altre e poi si concessero un riposo per alcune tutt'altro che tranquillo, per altre pacifico come di consuetudine.
La mattina seguente le quattro notarono che la bionda non era già più nella propria stanza e scesero al piano inferiore trovandola ai fornelli che armeggiava preparando quello che sarebbe stato il loro pranzo, insomma, si erano svegliate presto.
«Fate qualcosa di utile invece di fissarmi, apparecchiate » impose con tono autoritario anche se leggermente divertito dal saluto militare che qualcuna e le rivolse ma non poté fare altro che scoppiare a ridere quando la casata dai capelli lisci inciampò sopra alla salvadoregna finendo entrambe sul pavimento.
Il pranzo che venne servito a tavola era un classico pranzo asiatico con caratteristiche propria della cucina nipponica che Michela aveva imparato a conoscere alla perfezione, poi so sedé finalmente a tavola per assaporare quel gusto asiatico che tanto amava.
«Itadakimasu » disse prendendo le sue bacchette per poi iniziare a mangiare, seguita dalla riccia appassionata quasi quanto lei del paese del sol levante e in seguito le altre consumarono gli alimenti per poi tonare nelle proprie stanze a prepararsi, esclusa Michela che era già pronta.
Nel pomeriggio chiamarono i propri genitori e stettero a parlare per intere ore di come si erano ambientate, di come si erano rovinosamente perse e di come nove sconosciuti avessero scritto sul loro quaderno non facendo proprio un'ottima impressione.
Quando terminarono Rosalba disse che voleva proporre una nuova idea da annotare ma, quando lo fece e Jennifer andò a guardare nel proprio zaino tornò indetto a mani vuote «Vero che mi vuoi bene Miky? » chiese con fare innocente mentre la bionda si preparava a saltarle addosso, in senso figurato.
«Jenny io ti faccio del male fisico se mi dici che te lo sai dimenticata dopo che te l'ho ripetuto » disse con tono di voce minaccioso mentre la fissava con fare inquietante di cui solo lei era capace, sembrava una di quelle serial killer pazze che fanno da antagoniste negli horror.
Alla fine non andò in cucina a prendere un coltello ma si limitò a sospirare irritata e sconsolata mentre si abbandonava sul divano pizzicandosi il ponto del naso dopo essersi sfilata gli occhiali.
Quando varcarono la soglia della biblioteca Michela lanciò alla riccia salvadoregna uno sguardo assassino che le fece capire cosa voleva, di conseguenza la ragazzi si diresse titubante dalla bibliotecaria mentre cercava di spiegarle la sua richiesta ma non riuscendosi imprecò in spagnolo.
Quando lo fece, anche se sotto voce, anche lei sentì come se qualcuna la osservasse perciò si ricompose quanto più poté e usò il suo inglese come avrebbe dovuto chiedendo perdono alla donna che con un sorriso le consegnò l'oggetto.
Si avvicinò alla bionda e le sussurrò «Solo io mi sento osservata? » «Eh, anche tu? » le rispose sorprese la bionda con tono di voce appena udibile mentre le due si guardavano a torno non facendosi notare, o meglio, la bionda non si fece notare mentre lo fece.
Cercarono di non dare peso a quella sensazione e di concentrarsi su quel maledetto libro nonostante tutto e, tutte immerse nel loro lavoro, non notarono degli sguardi curiosi a loro rivolti come non notarono che il loro tempo era già terminato, ma dato che dopo la loro prenotazione non ce n'erano altre nessuno le avvertì.
«Michela... » «Me ne sono accorta » bisbigliò in risposta guardando le altre, poco dopo portarono i loro sguardi interrogativi alla porta e videro dei ragazzi che le osservavano, ma appena si voltarono nel tentativo di non farsi vedere alcuni scivolarono ai lati della porta.
«Ragazzi è inutile che fate così, siamo stati beccati » disse una voce profonda in inglese che risultò conosciuta «Già e se non se ne erano accorte lo hanno fatto ora » rispose qualcun'altro in lingua e fu solo allora che nove ragazzi si lasciarono vedere.
Indossavano tutti delle mascherine nere, occhiali da sole e capelli ma per le ragazze non fu difficile riconoscersi ma lo fu davvero molto trattenersi, anche se ci riuscirono, più o meno.
«O mio dio, Shawn » disse Valentina avvicinandosi con una penna e un foglio con sguardo implorante facendo ridacchiare il cantante che firmò divertito.
Jenny invece non si trattene così tanto, anzi, iniziò a ripetere velocemente frasi sconnesse in italiano e in spagnolo fissando Cameron come se fosse stato un alieno mentre la scena peggiore fu alle spalle delle due.
Rosalba e Veronica non ebbero il tempo di lasciare uscire qualche urletto data la presenza dei loro bias perché dovettero precipitarsi verso la bionda e tapparle la bocca prima che lasciasse uscire qualche ultrasuono.
Qualcosa si sentì anche se non era un suono così facilmente udibile a causa dell'alta frequenza, ma una delle due che la stavano tenendo giurò di aver visto i vetri delle finestre tremare prima che la ragazza svenisse.
«É viva? » chiese Rap Monster avvicinandosi spaventato mentre le due annuivano «Potreste darci una mano a portarla a casa dato che è sera e che abitiamo poco distanti da qui? » chiese la ragazza dagli occhi cerulei in coreano poi in inglese in modo che anche gli altri due capissero e di comune accordo trasportarono la ragazza.
Nel tragitto molti li guardarono sorpresi ma nessuno fece domande, poteva trattarsi di qualcuno di ubriaco per quanto ne sapevano ed era piuttosto comune in quel paese.
Una volta entrati nell'accogliente dimora s'era fatta ora di cena e adagiarono la ragazza nella propria camera per poi spostarsi nel salone.
«Vi va di rimanere a cena da noi, così ci sdebitiamo » chiese Valentina con un enorme sorriso che non riusciva a reprimere mentre Namjoon traduceva ai suoi compagni quello che la ragazza diceva.
Quella sera il turno in cucina spettava a Rosalba così chiese a tutti cosa avessero voluto mangiare e tutti i BTS urtarono all'unisono "carbonara" facendola ridere mentre si metteva a ai fornelli seguita da Jin che la osservava cucinare.
Ad un certo punto iniziarono a parlare del più e del meno, in salotto, invece, Valentina aveva offerto dei muffin a tutti e si era messa a parlare con il suo idolo e ne era contenta, Jenny si era messa a parlare con Cameron di cibo messicano mentre Veronica si era seduta a terra parlando con i membri del suo gruppo preferito senza notare di essersi posizionata vicino al suo bias, Jeonkook.
Ma, Rosalba, essendosi concentrata a parlare con Jin s'era persa nel discorso e ad osservare quelle labbra piene e luminose e così la pentola aveva preso fuoco facendola urlare di paura e facendole buttare la pentola nel lavandino alla svelta.
Ma ogni rumore cessò quando si sentì lo scricchiolio sinistro della porta che separava la zona in cui si trovavano le camere da letto nella zona dove c'erano gli spazi comuni, si aprì lentamente rivelando la figura della bionda che, appena posò lo sguardo sulla cucina annerita, chiamò sottovoce la riccia con uno strano sorriso.
Lasciarono la stanza e nonostante questo si sentì la voce più alta di un tono comune e poi uscirono con Rosalba che fu costretta a ripulire tutto il casino e fu bandita dalla cucina.
Di conseguenza fu Michela ad occuparsi della carbonare e quando fu vicino alla cottura, avendo notato l'aria tesa fra un imbarazzato Jeonkook e una ansiosa Veronica, li obbligò ad apparecchiare la tavola dopo aver chiesto ad ognuno il proprio colore preferito.
Fu la bionda però a mettere i piatti in modo da poter fare le porzioni e i posti furono decisi casualmente dai veri colori dei piatti.
I posti erano disposti in questo modo: Namjoon era fra J-hope e Suga che era seduto accanto a Tae, affianco a lui c'era Veronica che era affianco a Jeonkook che era seduto vicino a Jin che era seduto accanto a Rosalba che era seduta accanto alla bionda che era seduta accanto a Jimin che era seduto vicino a Valentina che era seduta vicino a Shawn e Cameron che era seduto vicino a Jennifer.
Mangiarono tranquillamente parlando come se si conoscessero già da tempo ma venne commesso un errore, un enorme errore, infatti a tavola erano stati messi degli alcolici.
J-hope scambiando il suo bicchiere con quello di Namjoon mandò giù il liquido alcolico iniziando a perdere la testa e fu il delirio, giocarono a dei giochi da tavolo o almeno privarono ma fu impossibile e presto il ragazzo svenne.
«Credo sia meglio che dormite qua, rischiate di essere visti con lui ubriaco » disse saggiamente la bionda appoggiata dal leader del gruppo che contattatò il capo dell'agenzia, il quale fu pienamente d'accordo e così la ragazza si fece aiutare delle sue coinquiline a preparare la quarta stanza con dei futon che erano nell'armadio per qualche ragione.
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