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Capitolo 25

[ for You ]

Jin aveva insistito per trascinare in giro la sua ragazza, nonostante questa avesse per la mente l'ardente desiderio di vendicarsi della sua migliore amica, non poteva mica fargliele passare tutte lisce.

Eppure il ragazzo si era imputato in modo infantile e lei non poteva certamente dire di non quando lui faceva sporgere il labbro inferiore come un bambino che non ha ottenuto quello che voleva da tanto tempo.

E così la riccia finì con il farsi trascinare per quasi tutta la metropoli, ebbe paura che il giorno seguente non avrebbe più avuto dei piedi funzionanti ma non le importava più di tanto, in fondo era con il ragazzo che le faceva venire il batticuore.

Lui l'aveva portata in un luogo isolato eppure in quel luogo era possibile ammirare un panorama che mozzava il fiato e, per quanto non fosse abitata a mostrare apertamente le sue emozioni, era ben evidente la sorpresa sul suo volto.

Gli occhi riflettevano la luce calda del sole che timido vedeva il passo a quella fredda che preparava il percorso ad una luna appena visibile, gli occhi le brillavano di stupore e di felicità, la felicità che poteva provare solo quando era con il suo ragazzo.

Il biondo aveva il più dolce dei sorrisi affacciato sul volto, il solo osservarla immersa in quella bolla di felicità che lui stesso aveva creato gli basava per sentirsi bene, per essere felice ed essere soddisfatto, gli bastava lei.

In un certo senso però un' ombra aveva oscurato quel bel sorriso che il ragazzo aveva mostrato e Rosalba era riuscita a cogliere quel piccolo dettaglio che forse sarebbe potuto sfuggire a chiunque altro eccetto poche persone.

«Jin, che succede? » chiese senza preoccuparsi di nascondere l'apprensione che provava ma il ragazzo non disse una parola, scosse la testa abbassando lo sguardo e le dedicò un sorriso un po' amareggiato che non le sfuggì.

Lei non era brava con le parole ne riusciva tanto facilmente a far confidare le persone se queste erano così ostinate a non voler rivelare i loro problemi, eppure qualcosa doveva aver pure imparato dopo tutte quelle volte che Michela le aveva fatto confessare cose che non aveva confessato nemmeno a se stessa, qualche trucco doveva pur rammentarlo!

Un sorriso un po' timido si dipinse sul volto della ragazza, non sapeva se quella stramba idea che le era balzata nella mente avrebbe mai potuto funzionare, eppure se non ci provava non lo avrebbe mai saputo e lei voleva davvero aiutarlo, come non aveva mia voluto aiutare nessuno altro, forse perché quello che le faceva battere il cuore era amore.

In qualche modo riuscì a vincere la differenza d'altezza che li separava e riuscì a sfiorare in modo gentile le labbra morbide e piene del ragazzo coreano che, sorpreso, non ricambiò il bacio, eppure non lasciò passare molto tempo prima di approfondire quel contatto tanto speciale e intimo.

Gli occhi chiari di lei si erano riversati come un mare in quelli cioccolata di lui che quasi temette di aver perso il respiro e la voce, era infatti rimasto incantato nell'osservare quelle Prodi tanto particolari e belle che appartenevano alla ragazza migliore che avesse mai conosciuto, eppure anche quei suoi pensieri davvero tristi.

«Vuoi parlarne? » riprovò lei piegando la testa di lato, mostrandogli che non si sarebbe arresa per così poco e che era seriamente preoccupata per lui, alla fine sconfitto le fece cenno con il capo e si sederono sull'erba verde brillante.

«Mi da fastidio che non posso rivelare la mia relazione con te e che non posso comportarmi come vorrei o vederti appena ne ho la possibilità... » disse a denti stretti, omise però che avrebbe tanto voluto far sapere a tutti quanti che lei era la sua ragazza perché ne era fiero e sopratutto non voleva che qualche ragazzo le si avvicinasse e ci provasse con lei, non voleva che nessuno provasse a prendere il suo posto perché non potevano.

Lei era diventata come i caldi raggi solari che ti sfiorano la pelle dopo un gelo perenne e spaventoso che ti ha persino lacerato la pelle, era quel bagliore luminoso che lo aveva guidato nelle tenebre della solitudine e dello stress delle pretese che era stato costretto a portare sulle proprie spalle e non voleva certo perderla.

Non lo dava così tanto a vedere ma per le persone a cui teneva poteva diventare terribilmente geloso, tanto geloso che poteva comprendere Jimin e che forse avrebbe potuto disputare una sfida con lui su quel piano.

Fino a quel momento non aveva avuto gradi tormenti a torturargli l'animo da quando aveva conosciuto la ragazza, ma quella sera ebbe la conferma a quello che credeva e a quello che aveva sentito dire spesso dalle persone in una relazione:  basta il semplice sorriso della persona che si ama per far svanire ogni preoccupazione e turbamento.

Lui ricambiò quel caldo sorriso che gli aveva alleggerito il cuore e liberato la mente, nonostante fosse una persona estremamente timida e non avesse la più pallida idea di come comportarsi provò a fare quello che sentiva giusto e non quello che la tradizione gli imponeva, per una volta voleva smettere di essere il ragazzo perfetto che era sempre stato abitato ad essere.

Le prese le mani con delicatezza, la fissò in quelle sue pozze color cielo e vi ci si perse dentro, come un sognatore che svanisce nella mole dei pensieri dai quali viene trascinato via con dolcezza, allo stesso modo il caldo sentimento che ribolliva nelle sue vene lo aveva fatto incantare a guardare quella figura un po' confusa davanti a se.

Ed era bellissima.

Nella sua mente non c'era nessun altro pensiero, per qualche oscuro motivo poteva portare i suoi pensieri solo su di lei, poteva concentrarsi solo su di lei e la sua bellezza che non avrebbe e non aveva mai riscontrato in nessun'altra donna prima nella sua vita e ne aveva avute occasioni di vedere ragazze piuttosto belle.

Eppure il fascino di Rosalba era diverso, un fascino unico e raro che non rapisce chi non è in grado di osservare l'integrezza, perché senza la sua personalità dai tratti assolutamente positivi e quella sua tendenza alla bontà, non sarebbe apparsa luminosa come invece succedeva ai suoi occhi.

Le diede un bacio gentile e delicato osservato solo dalla luna che pareva promettergli di mantenere il segreto e di vegliare su di loro, quel baciò fu rassicurante.

Dopo quel contatto dolce seppur delicato come dei morbidi petali di rosa aveva donato armonia e pace alle menti e agli animi dei due fidanzati che si ritrovavano abbracciati sotto le stelle con la gola dipinta in viso.

Jin fece scivolare la sua mano sotto quella della ragazza e poi, dopo aver timidamente giocherellato un po' con le sue dite, aveva fatto intrecciare le loro falangi con lentezza ma allo stesso tempo decisione.

Lei era appoggiata con la guancia sulla spalla del ragazzo che di rimando aveva appoggiato la propria testa su quella massa morbida e roccia che sovrastava quella della ragazza stampandole un dolce bacio fra i capelli.

«Sei sicura che per te vada bene, intendo sarà davvero stressante non poter fare quello che vogliamo e... » le parole gli morirono in gola ma diede tutto se stessi per non mostrare la tristezza e la paura che avevano scosso la sua anima da quella dolcezza che aveva privato abbracciato a lei.

Eppure, ancora una volta, lei lo tranquillizzò con uno dei suoi semplici sorrisi sinceri che sarebbero stati in grado di far convertire la notte in giorno secondo lui «Se questo per me fosse un vero problema allora non avrei nemmeno pensato di iniziate una relazione con te e poi se basta solo questo a sperarci vuol dire che non dovremmo stare insieme... » disse seria mentre lo guardava.

Il suo sorriso spensierato e gentile si era trasformato, ora il volto di Rosalba era caratterizzato da una serietà totale ma anche da una calma in credibile che lo stupì, ma in fondo aveva ragione, si disse, non poteva preoccuparsi di cose del genere perché se la amava doveva semplicemente farlo.

Un sorriso sollevato misto ad un sospiro chissà da quanto trattenuto uscirono dalle labbra del ragazzo che dopo tanto era tornato a respirare rilassato e approfittò della distrazione della ragazza per strapparle un bacio, quasi come un ladro che si appresta a rubare fulmineo i girello della corona.

Allacciò le sue braccia muscolose attorno alla vita della ragazza poi si buttò sull'erba leggermente umida facendo appoggiare la ragazza a se, sorrideva contento come un bambino davanti ad una montagna di caramelle mentre osservava il cielo fiducioso nel domani.

«Sai che ti amo? » chiese canticchiando contento, lei rise, aveva buttato la tensione ma anche la romanticità che si era venuta a creare in quell'attimo magico con una facilità disarmante, eppure quelle dolce parole restavano tali anche se egli aveva provato a cancellare l'imbarazzo evidente nel pronunciarle.

In questo la riccia si mostrò più sicura e coraggiosa di lui, infatti si sostenne con gli avambracci in modo da poter fissare il suo penetrante sguardo in quello del suo ragazzo, voleva guardarlo e fargli capire che lei era seria, forse più di quanto lo era mai stata in tutta la sua vita.

«Jin, io ti amo, sul serio » ammise con calma mentre dentro di se impazziva, non sapeva nemmeno lei come aveva fatto a sembrare così naturale e sicura di se quando stava mentalmente imprecando per la decisione presa, lei era il classico esempio di ragazza che non ama i 'per sempre' o quella che non ama il romanticismo troppo pronunciato.

Rosalba era esattamente il tipo di ragazza che sembra un po' fredda, quella ragazza che non ti direbbe mai così apertamente i suoi sentimenti spesso e sopratutto non con quella calma, si vergognava troppo per potersi permettere un'apparenza tanto sicura, eppure ci era riuscita.

Lui la baciò ancora una volta, le loro labbra si erano sfiorate in un timido bacio a stampo, poi si erano unite mentre spingevano le une contro le altre con violenza quasi, lei lasciò libero l'accesso alla lingua del ragazzo prima ancora che questo le chiedesse l'accesso, lo aveva fatto di riflessi, guidata dall'istinto in quel bacio.

Lentamente quella contatto si stava evolvendo da casto e gentile in un contatto bollente fra loro, una connessione energica e voluta da entrambe le parti.

Le loro lingue si erano incontrate velocemente e si erano scontrate come dei lottatori che però si dedicano ad una danza nella quale l'uno si aggrappa all'avversario per non lasciargli via di fuga.

Jin si sentiva come quando era sulle montagne russe, lo stomaco sottosopra, il cuore che batteva tanto forte da sentirlo rimbombare nelle orecchie ma, a differenza della giostra,  il bacio non faceva paura, anzi.

Il suo corpo muscoloso e ben allenato venne attraversato da milioni di scariche elettriche in ogni suo punto, sembrava quasi che il suo cervello fisse impazzito combinando un macello con i suoi percettori sensoriali.

Ma non era solo il suo il cervello che era andato per la sua strada.

Le loro menti si erano quasi completamente scollegate, avevano praticamente smesso di funzionare e di opporsi a quella tenere dolcezza, che era diventata mano a mano più passionale, che era generata dal muscolo vitale che lasciva ben sentire la propria presenza ai due innamorati.

Terminato quel contatto tanto desiderato si staccarono lentamente, quasi avessero avuto il timore che un movimento troppo veloce avrebbe dissolto quel loro bellissimo sogno in cui si erano ritrovati, eppure era tutto vero, nonostante sembrasse tutto troppo bello.

Le loro fronti combaciarono lasciando la possibilità ai loro sguardi di agganciarsi meglio, l'uno all'altro, lasciando alle loro pelli la possibilità di sentire il respiro dell'altro e lasciando alle loro labbra la possibilità di sfiorarsi precludendogli però quella di baciarsi.

«Ti amo anche io, sono serio » disse lui con voce grave e anche un po' rauca a causa di quel momento tanto importante, la tensione e le emozioni che avevano impattato nel suo cuore lo avevano fatto sentire come qualcuno che si è appena svegliato da una trance, non sapeva come spiegarlo ma sentiva che finché lei sarebbe stata al suo fianco non avrebbe mai perso il suo sorriso.

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