Capitolo 24
[ Stars ]
*Da questo capitolo in poi le parti R18 verranno scritte con questo tipo di formato.
La sera era arrivata relativamente presto e tutte le coppiette si erano organizzate per uscire, tutte tranne Jimin e Michela, lei semplicemente detestava uscire.
I ragazzi avevano provato a proporre una divertente serata fra amici ma nulla, lo sguardo omicida del più basso li aveva fatti desistere dal loro intento, era piuttosto ovvio come il rosso volesse passare del tempo da solo con la sua ragazza.
I due, una volta salutati i loro amici, si diressero nella camera della bionda e si stessero sul letto con il portatile, si misero a bisticciare per scegliere cosa guardare e alla fine avevano optato per guardare il primo anime a caso che usciva su youtube.
L'interesse per il portatile venne meno dopo un paio di episodi, dopotutto lei lo aveva già visto e certamente le mani calde del suo ragazzo che le accarezzavano il volto erano molto più di interesse per lei, insomma, non c'era paragone.
Presto le dita del ragazzo scivolarono lungo il collo che la ragazza aveva teso di lato per lasciargli campo libero e un piccolo mugugnó era uscito dalle sue labbra carnose, più quel punto veniva sfiorato più dei lievi sussulti tradivano la calma che ostentata.
Ancora poteva trattenersi se veniva sfiorata sotto il collo, ma quando sentì il palmo del ragazzo tastare la sua schiena fino al suo sedere per poi ripercorrere con velocità la stessa traiettoria ma al contrario con le dita non riuscì a trattenere un lieve gemito, tutto perché assomigliava dannatamente ad un gatto.
Una piccola risata da parte del ragazzo invase la stanza facendola diventare un po' rossa, quella sua strana caratteristica la faceva sentire a disagio, eppure a causa del suo carattere orgoglioso non avrebbe mai permesso a nessuno di farla sentire in quel modo ancora.
E un pensiero piccante le invase la mente, un ghigno malevolo le si impose sul volto arrossato ricevendo dal ragazzo un'occhiata interrogativa, interrogativo che presto trovò una risposta nella mente del ragazzo.
Infatti non ci volle molto perché l'apparecchio elettronico venisse spento dalla ragazza e perché lo appoggiasse sul comodino al lato del suo letto senza togliere, neppure per breve tempo, quel ghigno divertito dal volto, chissà cosa tramava...
Presto fu a cavalcioni sulla vita del ragazzo, le sue mani si erano posate sul busto di lui con fare felino mentre lo osservava con quel ghigno dipinto in volto e gli occhi cioccolato che brillavano illuminati dalla foca luce provocata dalla lampada sul piccolo mobile dal lato di lui.
«Hai ancora voglia di ridere, ne Jimin~ ?» chiese con voce divertita ma con timbro basso e sensale, il rosso ebbe paura che il suo cuore si fosse fermato in quell'istante, mentre la osservava come a comunicarle tacitamente quello che provava, tutti quelle parole che le avrebbe rivolto ogni secondo.
Lei mutò d'espressione, le sue labbra si piegarono in un sorriso contento dovuto al bel momento che stavano condividendo, le piaceva stare a contatto con Jimin senza dover temere interruzioni da parte degli altri e le piaceva anche sorprenderlo, a lui invece piaceva da morire vedere quel sorriso genuino sulle labbra delle propria fidanzata e amava da morire quando poteva accarezzarle la pelle.
Jimin sorrise a sua volta accompagnando il busto di lei verso il suo volto in modo da poter congiungersi a quelle labbra saporite e speciali, prima le sfiorò con religiosa gentilezza ma presto quel contatto degenerò.
Infatti il rosso spinse la ragazza più verso di se mentre con una mano scivolata lungo i suoi fianchi e si fermò solo quando ebbe raggiunto un suo gluteo stringendolo nella sua presa, lei gemette sorpresa da tutta quell'intraprendenza, non che le dispiacesse.
La bionda lasciò via libera alla lingua energica e famelica di Jimin che sembrava cercare la sua come un drogato cerca la sua dose dopo giorni di astinenza e forse un po' per lui era così, se fosse dipeso da lei l'avrebbe baciata ogni instante.
Quando si staccarono si guardarono per dei minuti che sembrarono ere, gli occhi lucidi e bagnati di eccitazione si scontrarono quasi a volersi buttare giù l'uno con l'altro, i loro petto si alzavano e abbassavano velocemente e avevano il respiro irregolare a causa del bacio da cui erano reduci.
Potevano chiaramente percepire i loro stomaco contorcersi piacevolmente e milioni di piccole scariche elettriche percorrere le loro pelli quasi ad urlare per avere un contatto più profondo ed intimo.
Eppure terminarono quel bacio con una breve risata, lei si stese nuovamente sul morbido, il suo volto infuocato lo appoggiò sul petto del ragazzo mentre incrociò le sue gambe con le sue.
Il fulvo le accarezzava la testa in un estremo atto di dolcezza mentre lei con le dita allungate disegnava delle piccole forme invisibili sul suo petto che aveva ripreso a muoversi ad un ritmo regolare, eppure poteva percepire il cuore di lui battere come se avesse voluto scappare.
Jimin chiuse gli occhi lasciando che il tocco delicato e un po' provocante della ragazza lo rilassassero mentre si godeva quel profumo particolare che era caratteristico proprio quella bionda, quell'odore mistico che si dice percepiscano solo le persone innamorate.
Lei lo osservò, puntò il suo sguardo curioso ed innamorato sul volto chiaro di lui, sulle sue labbra appena aperta che lasciavano uscire piccoli sospiri, suo suoi occhi chiusi e le ciocche rosse che ricadevano morbide lungo i suoi lineamenti marcati e accentuavano la sua sensualità.
Jimin sembrava in pace, eppure nella sua mente non era così, quella sua posizione infatti era una sorta di meditazione per calmare se stesso, per imporsi di non precipitare le cose e di non rovinare quella relazione bellissima che stavano creando con fatica.
Lui non voleva esagerare, non voleva rischiare che tutto quello che avevano, quel dolce sentimento che sembrava scoppiare nei loro petti come bombe e che li aveva salvati da quella strada buia e solitaria che avevano intrapreso terminasse, si ritrovò a pensare che probabilmente, senza quella ragazza non sarebbe più stato capace di vivere.
Lei gli aveva rubato un bacio, uno delicato e gentile che quasi gli sembrò il tocco di una creatura celeste dalle ali candide che cercava di calmare il suo animo in fermento, quando aprì gli occhi si ritrovò la bionda che sorrideva con estrema dolcezza e lo sguardo brillante di gioia, una visione paradisiaca per lui che l'amava così immensamente.
«Tutto bene? » chiese lei senza nascondere la preoccupazione, inizialmente questo lo stupì, si era meravigliato che si fosse accorta che qualcosa gli occupava la mente, ma poi sorrise, questo significava semplice che lei era davvero quella giusta, forse.
Fece un cenno del capo infilando le dita nella chioma bionda di lei per poi separarne una ciocca di medie dimensioni, con un movimento fluido della mano aveva condotto le punte fino alle sue labbra e vi aveva lasciato un bacio dolce mentre ne ispirava il profumo di menta, colpa del bagnoschiuma che utilizzava.
«Ti amo » disse in coreano, non era certo che lei lo avesse capito e in un certo senso la possibilità che non lo avesse fatto lo aveva spinto a farlo, era un po' complicato ma sentiva un certo imbarazzo nel pronunciare con tanta disinvoltura quelle parole, eppure lei lo aveva capito.
Michela gli rivelò un sorriso ancora più dolce posando le sue labbra sulle guance del ragazzo ricambiano a bassa voce quelle due brevi ma significative parole.
Passarono così il loro tempo mentre le altre coppie avevano passato in modo similare e dolce la serata.
Jennifer era finita in un parco con Cameron e si erano messi a giocare come due bambini, avevano fatto le giostre e persino l'altalena lasciando uscire delle risate genuine e contente che scadarono il cuore di chi li vedeva.
Quando si erano stancati si erano seduti su una panchina e la riccia aveva appoggiato spensierata il capo sulla spalla muscolosa del suo ragazzo mentre nascondeva un piccolo sorriso nel sentire un suo braccio circondarle la vita quasi volesse proteggerla da tutto e tutti.
Si misero a guardare le stelle che brillavano allegre nel cielo notturno che sovrastava la città e fu una vera sfida, a causa della luce artificiale di lampioni ed edifici era complicato riuscire a scorgere quei piccoli brillanti in quel nero assoluto.
E poi c'era la luna che mostrava solo una parte della sua forma sferica, sembrava irradiare il cielo di una luce particolare tanto che le poche nuvole che la circondavano sembravano illuminate e più chiare delle altre sparse raramente su quel manto nero pece.
I due si guardarono dolcemente, gli occhi profondi brillavano riflettendo le luci che li circondavano, quasi fossero stati i protagonisti di un palco e lo erano, erano i protagonisti delle loro vite e si stavano godendo quel momento come se fosse stato l'ultimo, perché, per quanto odiassero ammetterlo, sapevano che sarebbe potuto accadere che sarebbero rimasti lontano tanto, tanto tempo.
Presto si erano posizionati l' uno accanto all'altro con le stelle che facevano da sfondo a quella loro atmosfera piena di scintille che brillavano forse più di quel meraviglioso spettacolo sopra le loro teste.
Si guardavano dritto negli occhi quasi ci fosse stato un incantesimo ad obbligarli ad incatenarli, quasi qualcuno avesse fatto in modo che non potessero sviare lo sguardo o distrarsi, quasi tutto quello fosse frutto di una magia misteriosa e lo era, era il frutto della magia più potente fra tutte, l'amore.
Si osservarono mentre con lentezza disarmante i loro corpi, quasi attratti da una carica magnetica, si avvicinavano l'uno a quello dell'altro circondati da quelle luci soffuse e quei rumori frenetici che piano a piano sfumavano nello sfondo perdendo d'importanza.
Perché in quell'esatto momento contavano solamente loro due, non gli sguardi emozionati di qualche passante, non lo schiamazzo di qualche fan isterica, non il suono delle auto che sfrecciavano veloci lungo la strada, solo loro due e i loro corpi sempre più vicini.
Le mani del castano si mossero quasi fossero dotate di una loro propria volontà mentre lui osservava come incantato la ragazza che aveva dinanzi, il respiro caldo di lei si intrecciò con quello di lui a causa della vicinanza.
Le loro labbra già parzialmente aperte sembravano prevedere quello che da lì a breve sarebbe accaduto ed era come se si fossero messe in posizione per fronteggiare quello che sarebbe presto arrivato, quella guerra che avrebbe avuto presto origine fra loro.
Ci fu un solo e breve attimo di esitazione, le loro labbra tremavano appena le une contro le altre mentre i loro occhi presi in quella lotta piena di scintille avevano ignorato tutto il resto e in breve avvenne.
Si baciarono dapprima in modo gentile e delicato, un bacio dolce che avrebbe sciolto il cuore del più crudele essere sul pianeta se lo avesse visto, ma poi, quando la lingua di lui attaccò famelica quella di lei la castità scomparse.
Le loro labbra si separavano e scontravano a ripetizione come due pugili sul ring che si colpiscono senza sosta, le loro lingue si erano concesse ad una danza sfrenata e avvolgente nelle loro bocche calde.
Le grandi mani del ragazzo avevano afferrato con decisa dolcezza le guance della sua fidanzata così da poterla avvicinare ancora di più a se, in quel bacio travolgente e gremito di sentimenti scoppiettanti e vivi.
Quando ebbero terminato le loro riserve d'ossigeno furono costretti a separarsi l'uno dall'altra nonostante non volessero; Jennifer si sfiorò le labbra con l'indice incredula mente Cameron si portò una mano all'altezza del cuore, sorpreso almeno quanto lo era lei.
Si erano baciati prima di quel momento, lo avevano fatto tante volte che contarle tutte sarebbe stato impossibile e quella non era la prima relazione, per nessuno dei due, eppure quello che provarono in quel bacio li aveva travolti come mai prima era successo e questo era potuto accedere perché i loro cuori erano finalmente pronti.
Lui lo sapeva, la sorella gliene aveva parlato quando gli aveva raccontato che si sarebbe sposata, lui non l'aveva capita sinceramente, tutta quella felicità non riusciva a comprenderla eppure ora poteva farlo.
E questo lo spinse, a qualche centimetro dalle labbra di lei, a sussurrare quelle due magiche parole di una forza profonda che non aveva mai sentito il bisogno di pronunciare «Ti amo »
Lei però non disse nulla, gli sorrise felice senza nascondere il rossore portato dall'imbarazzo sulle sue gote, eppure non aveva ricambiato quelle due parole, lui non ci aveva dato peso, aveva pensato che quella fosse una tacita risposta positiva, che non avesse parlato solo a causa delle persone che li osservavano.
Ma era davvero così?
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