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Capitolo 12

[Stitches ]

Michela aveva perso il controllo, era durato giusto un instante, quell'unico, breve istante che era bastato per rendere le sue iridi, normalmente castane, di un nero purissimo.

Ma si era calmata subito, aveva tenuto ferma la voglia matta di tirare uno schiaffo al ragazzo e si era limitata a fargli pesare il suo comportamento per poi dirigersi nella sua stanza.

Ricordare quel brutto periodo della sua vita era stato come riaprire un'enorme ferita che si era richiusa ma che non sarebbe mai guarita totalmente, sentiva gli occhi pizzicare e le divenne difficile respirare.

Si buttò a peso morto sul letto, sprofondò con il conto nel cuscino morbido mentre prendeva dei grossi respiri e lasciava uscire dei grossi sospiri per cercare di ricacciare tutto dentro, di fare, ancora una volta, finta che non ci fosse nulla a turbarla.

Namjoon e Taehyung si sederono sul materasso e le appoggiarono le mani sulle spalle cercando di farla calmare un po', avevano notato quella lieve patina lucida che le aveva ricoperto lo sguardo «Hey, va tutto bene?  » chiese apprensiva il ragazzo dalla chioma viola con tono pacato e gentile.

Un sospiro ancora maggiore fuorisucì dalle sue labbra e si mise a sedere in modo composto abbozzando un sorriso «Non preoccuparti, sono solo arrabbiata, lasciatemi un po' sola e mi passerà » disse con tono calmo, nascondendo con maestria quella tempesta che le tormentava il cuore.

Il suo povero piccolo cuore era stato preso fra le mani di tante persone che non avevano fatto altro che romperlo in mille pezzi e farla soffrire per gran parte della sua vita, lei si era chiusa al mondo dopo aver rimesso insieme tutti i pezzi che era riuscita a recuperare.

Poi le mani delle sue amiche lo avevano stretto e le avevano ridato un po' di calore e di fiducia nel mondo, l'avevano fatta tornare a vivere con la tacita promessa di proteggere quel muscolo che se ne stava precario a battere nel petto.

Ma quella ferita, quella del giorno nel quale provò a togliersi la vita, quella ferita non si sarebbe mai ti marginata e il suo povero cuore martoriato non poteva superare così facilmente la cosa, ma doveva quindi bastava dimenticare.

Eppure dimenticare non significa mai risolvere.

Quando i due l'avevano lasciata sola a pensare a quell'abisso di disperazione dal quale era faticosamente risalita si portò una mano, un po' tremante, al petto cercando di soffocare i pensieri e i ricordi di quel periodo orribile.

Sentiva la vista farsi sfocata, si conosceva e sapeva che non ci sarebbe voluto molto perché scoppiasse a piangere disperata, ma si trattenne con tutte le sue forze, si chiuse a uovo sul letto sperando di dimenticare ancora.

Al piano di sotto, quando i due erano scesi, avevano fatto una bella lavata di capo al ragazzo che era rimasto molto colpito dalla schiettezza della ragazza e la franchezza delle sue parole taglienti ma efficaci e corrette.

«Dovremmo aspettare finché si calma, ha detto che è arrabbiata, ma non possiamo restare, ma tu, Jimin,  devi e le chiederai anche scusa!  » disse autoritario il leader cercando una scusa perché la ragazza aiutasse il suo amico con i suoi problemi ad accettare se stessi e a fargli avere più confidenza nelle sue qualità.

I sei lasciarono la casa che sembrava disabitata a causa del silenzio, il ragazzo attese per un breve periodo di tempo e poi salì al piano superiore, effettivamente, si sentiva davvero in colpa per averle fatto ricordare una parte orribile del suo passato e per ringraziarla, dopotutto non poteva comportarsi sempre così quando qualcuno diceva cose brutte su di lui, no?

Stava per bussare alla porta in legno ma sentì dei lievi singhiozzi,  probabilmente trattenuti, venir fuori da quella stanza e senza fare troppo rumore entrò, sapeva che non era buona educazione, che avrebbe dovuto bussare, ma la curiosità batté ogni altro pensiero e traccia di raziocinio.

La vide, vide la vulnerabilità di quella ragazza che si poneva come un Leone ma che era più simile ad un oggetto in cristallo, era rannicchiata in un angolo del letto con le mani al petto, la schiena tremante e il volto sommerso dai cuscini per non dare rumore.

Jimin si sentì così stupido, inizialmente, infatti, quando l'aveva vista aveva pensato che fosse una persona strana, credeva che fidarsi di lei avrebbe portato solo guai nella sua vita ma a guardarla in quel momento, mentre lottava per non piangere, capì di essere stato solo superficiale.

Si sedette sul materasso creando uno spostamento che lei notò, emerse appena dal cuscino per puntare le sue iridi lucide e tremanti sulla figura del ragazzo che le aveva causato quella mole inarrestabile di ricordi dolorosi.

«Volevo chiederti scusa per prima, hai pienamente ragione con quello che hai detto ma sono così debole che anche per delle stupide parole di ignoti mi butto giù e ti invidiavo, anche dopo quello che avevo detto sembravi così forte ma ora so che non è così » fece una breve pausa portandosi una mano nei capelli come era solito fare, sopratutto quando era nervoso.

«Ti hai cercato di andare avanti e per colpa mia immagino che delle brutte memorie siano riaffiorare, mi dispiace e tutto quello che posso fare ora e dirti che sfogarsi fa bene e se ne hai bisogno puoi farlo con me, non parlerò » disse facendole intendere che sarebbe rimasto un loro intimo segreto e che per nessuna ragione lo avrebbe rivelato.

Quella parole cariche di preoccupazione e rammarico fecero provare un piacevole tepore alla ragazza che non capì, eppure nonostante odiare piangere e sopratutto farlo davanti a qualcuno si buttò sul petto del ragazzo sfociando in un pianto a dir poco disperato.

Tutto quello che si era tenuta dentro per interi anni stava venendo sfogato sulla maglia candida del fulvo che, mano a mano, si inzuppato di quelle piccole gocce salate che le ricavano copiosamente il volto mentre dei singhiozzi fuoriuscivano dalle labbra tremanti di lei.

Michela avrebbe tanto voluto smettere, ma il calore che percepì quando le braccia muscolose del ragazzo la strinsero in un abbraccio lasciando che continuasse quel suo sfogo le impedirono di farlo, era come se per la prima volta si stesse finalmente liberando da tutto quello che l'aveva sempre tormentata e ferita e pianse.

Pianse finché ebbe lacrime e finché non finì con l'addormentarsi sfinita sul petto di Jimin che l'aveva consolata per quelle che ormai erano ore.

Quando notò che ella riposava pacificamente sul suo petto un tenero sorriso che non riuscì a te attente si formò suo suo volto,  vederla così in pace dopo tutte quelle ore di pianto lo aveva fatto sentire insolitamente bene e l'aveva lasciata riposare sopra di lui che si era sdraiato per rendere la posizione più comoda.

Le accarezzava i capelli chiari con le dita, iniziò a sfiorare le punte curioso notando un'inaspettata morbidezza, poi spinto dall'istinto le aveva passato le dita con delicatezza sulla parte superiore del capo, come una carezza e lei, nel sonno, si era aggrappata ancora di più al suo petto facendo aumentare il suo sorriso già evidente.

Era così bella quando dormiva, non che di norma non fosse affascinante, ma ebbe l'impressione che quella volta fu la prima in cui fosse davvero serena e priva di angosce a tormentare l'animo e sapere che le aveva tolto un peso tanto grande gli faceva battere il cuore, senza che ne comprendesse il motivo.

Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso o a smettere di passare le sue mani calde sulla sua pelle quasi perfetta del volto e fra i capelli, non voleva svegliarla e per questo aveva davvero privato a fermarsi ma era stato tutto inutile.

Si era incantato ad osservarla per un tempo indefinito, aveva lasciato che i suoi occhi nocciola passassero più e più volte sui tratti della ragazza dormiente senza riuscire ad osservare o a pensare ad altro.

Si rese conto solo dell'enorme quantità di tempo che avevano passato in quella posizione tanto rilassante e serena quando vide Rosalba, seguita da Jin, varcare la soglia della camera da letto in punta di piedi per controllarla.

Jimin fece loro segno di restare in silenzio portandosi un indice sulle labbra carnose e con un piccolo sorriso sotto vice spiegò ai ragazzi che si era addormentata su di lui e che non voleva svegliarla, disse che se lo avesse ritenuto opportuno gli avrebbe spiegato quel che era successo.

Rosalba non fece domande la il biondo lo guardò dubbioso, si era reso conto che il suo amico non vedeva propriamente di buon occhio la ragazza, mentre in quel momento era sembrato così dolce e premuroso che la cosa lo destabilizzò.

Non fece domande e si sedette in salotto, sul divano lasciando che la sua ragazza appoggiasse il suo capo riccio sul suo petto muscoloso e tonico con un enorme sorriso, era imbarazzante, ma era così bello.

«Secondo me è successo qualcosa quando gli altri se ne sono andati » bisbigliò lui a causa dell'ora tarda sentendo un lieve movimento da parte di Rosalba «É ovvio che sia successo qualcosa, lei non si addormenterebbe mai addosso a qualcuno in circostanze normali » disse anche lei curiosa mentre si alzava e finalmente poteva entrare in bagno.

Veronica era infatti appena uscita e si era andata a cambiare, mentre il moro affiancava il biondo sul divano con un sorriso a trentadue denti «Io non capisco perché sorridi così!  » lo punzecchiò Jin malevolo.

«Stai zitto Mr. Miele » disse a bassa voce il più piccolo ignorandolo, dopotutto come faceva a non essere felice quando era riuscito, nonostante tutto, a parlare con la ragazza che gli piaceva per tutta la sera ed erano anche diventati amici!?!

Jin gli diede uno schiaffo sulla spalla, non era così dolce da essere fastidioso, semplicemente amava passare il suo tempo con la sua ragazza e quando lo faceva la coccolava e le strappava qualche bacio veloce mentre parlavano del più e del meno, insomma, erano una coppia normale.

Non che lui sapesse come fosse esattamente una coppia normale dato che non era mai stato fidanzato prima di quel momento e non si era mai neppure davvero innamorato, aveva avuto qualche cotta in passato ma nulla che non fosse svanito dopo pochissimo tempo.

Mentre i due ragazzi se ne stavamo nel loro magico mondo dei sogni Valentina e Jennifer erano ancora fuori con i loro fidanzati, tutto per recuperare il tempo perso a causa dei loro impegni che lo avevano tenuti lontani per un paio di giorni.

Alla fine la mattina seguente in quella casa regnava il silenzio, tutti coloro che vi erano all'interno erano nel mondo dei sogni stanchi morti, chi per un motivo, chi per un altro.

Jennifer aveva dormito con Cameron nella stanza vuota, c'era un materasso che aveva velocemente ricoperto con lenzuola e cuscini e ci si era truffata non vedendoci più dal sonno.

Valentina si era addormentata in modo composto, come Shawn del reato, ma la mattina si ritrovavano l'uno fra le braccia dell'altro con le gambe incastrate fra loro.

Rosalba e Veronica avevano dormito insieme, nonostante alla roccia non sarebbe dispiaciuto dormire con il sul ragazzo, i due corvini erano troppo nervosi e timidi per riuscire a dormire assieme e quindi era andata così.

Jin era steso sul divano con Jungkook che gli faceva praticamente da coperta, avrebbe preferito essere in quella situazione con la sua ragazza, vederla dormire e sicuramente non si sarebbe sentito schiacciato dal peso di un ragazzo muscoloso.

Poi c'era Jimin che alla fine era ceduto al sonno e dormiva con espressione pacifica sul materasso assieme alla bionda.

Durante la notte, non si sa come e non si sa perché, si erano ritrovati con lui che stringeva a se la vita della ragazza con le sue braccia muscolose e lei che si era rannicchiata, come una bambina, nel petto di lui e si era aggrappata alla sua maglia.

Quella scena era così tenera che se qualcuno dei presenti si fosse svegliato e fosse capitato, per caso, nella stanza di Michela non avrebbe esitato un solo istante a scattare una fotografia.

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