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Capitolo 1

[Concorso]

Aveva taciuto per tutto il tempo del concorso, aveva partecipato facendolo sapere solo ai suoi genitori e quando le era arrivata la risposta aveva quasi urlato fra le sue amiche, lasciandole senza parole.

Un piccolo ghigno si dipinse sul suo volto chiaro, strizzò leggermente gli occhi castani a causa dei raggi solari troppo intensi nonostante fosse pieno inverno e con una piccola rista invitò le sue amiche a sedersi su una panchina.

«Devo dirvi una cosa... » disse con il tono più serio e cupo di cui fosse capace, non le piaceva nascondere le cose alle sue migliori amiche, sopratutto se le riguardava, ma sapeva che alla fine l'avrebbero amata.

«Sei incinta? » chiese Jennifer con la sua solita voce di qualche tono troppo alta suscitando qualche insulto dalla ragazza che le era affianco «Ma sicuro Jenny, ti sei fidanzata e non me lo hai detto? » l'interessata scosse la testa ridacchiando nuovamente «No, nulla del genere, se mi fate parlare... »

Tutte e quattro annuirono con un cenno del capo e fissarono i loro sguardi sulla figura radiosa della loro amica incitandola a parlare «Beh, ho partecipato ad un con corso di scrittura per un libro e a quanto pare ho vinto ma non è tutto... » fece una pausa tentennando, l'avrebbero davvero presa bene come credeva?

«É un viaggio in Corea completamente pagato e organizzato per sei mesi con lo scopo di scrivere un libro per ragazzi incentrato su delle particolarità del luogo e avevo bisogno si un team così, ho proposto voi! » disse tutto d'unfiato l'ultima frase socchiudendo gli occhi quasi spaventata dalle reazioni che avrebbero potuto avere, non aveva proprio idea di cosa aspettarsi.

Non ricevendo risposta aprì gli occhi spaventata e in quell'esatto momento si ritrovò accerchiata dalle quattro e stritolata in un grande abbraccio di gruppo, la strinsero fra le loro braccia talmente forte che ella ebbe paura di soffocare.

Volendo approfondire i dettagli riguardo al viaggio, tutte, di comune accordo, si diresse in una pizzeria dal clima tranquilla dove ordinarono il loro spuntino pomeridiano discutendo dei dettagli e venne presto fuori che s'era già sentita con i genitori delle sue amiche per avere il loro permesso e avevano tutti accettato di buon grado.

«Anche mia madre? » «Si, sapendo come è fatta l'ho lasciata per ultima e quando ha saputo che tutte le altre andavano non ha potuto dire di no » «Ma quanto ti voglio bene? » chiese retoricamente con tono sarcastico «Troppo Vale » rispose ridendo  mentre veniva ancora stretta fra le braccia delle sue amiche.

Una di loro diede uno sguardo alle notifiche che le erano arrivate e urlò, nonostante fosse chiaro quanto avesse provato a trattenersi dato il luogo, poi mostrò alle sue amiche una fotografia presa dal profilo del suo amato Shawn Mendes.

«Raga, avere visto, io lo sapevo, Shawn sta registrando un album con i BTS e Cameron Dallas! » «Non è vero che lo sapevi, Valentina, lo sappiamo tutti che sono io quella che lo aveva ipotizzato e tu eri "ma nooo" » disse la bionda vantandosi della sua capacità di giudizio e di previsione.

Poco dopo tutte e quattro corsero verso le loro rispettive abitazioni tutte eccitate al pensiero di quel viaggio, tutte pronte per decidere cosa sarebbe stato bene portare e cosa no e soprattutto il problema più grande per alcune fu come far entrare tutta la loro camera in una semplice valigia.

La partenza sarebbe stata a distanza di quche giorno ma già non stavano più nella pelle, c'era chi aveva pianificato ogni istante di quel viaggio, chi avrebbe lasciato tutto a caso, chi aveva una tappa fissa da visitare e non voleva sentire ragioni, poi c'era Michela che sapeva già sarebbero finite a vagare per la metropoli coreana senza avere la più pallida idea di dove andare.

Il giorno della partenza la bionda si svegliò verso le quattro della mattina dato che il volo sarebbe stato alle sette e mezza, aveva calcolato i minuti fino all'ultimo per poter dormire un po' di più, ma alla fine non aveva potuto fare molto dato che, solo per raggiungere l'aeroporto ci sarebbero volute ben due ore e sapeva ci sarebbe stato traffico.

Spense la sua sveglia appena partì una singola nota della canzone che aveva scelto, si alzò goffamente dal letto abbandonando il suo giaciglio comodo e le coperte calde pronta per quel suo viaggio tanto peculiare.

Si trascinò fino in bagnò e una volta che la gelida acqua mattutina incontrò il suo volto sembrò essersi improvvisamente svegliata, d'altronde era sempre così, anche quando si svegliava presto per andare a scuola.

Indossò degli abiti comodi, non era sciocca, sapeva che il volo non sarebbe stato breve e che sicuramente si sarebbe pentita di aver preferito l'estetica alla comodità, non che solitamente le importasse chissà quanto...

Di fatto alle quattro era già in macchina con suo padre davanti casa della sua amica, sarebbero andate assieme dato che almeno loro vivevano nella stessa piccola e sconosciuta città.

Appena la castana entrò nella vettura iniziò a parlare dei suoi programmi anche se la bionda non le prestò la minima attenzione mentre nella sua testa si ripeteva "credici che andrà come hai previsto, tanto io già lo so che ci perderemo malissimo per qualche ragione e vagheremo per un tempo indefinito"  e a quel pensiero un lieve sorriso s'abbozzò sul suo volto assonnato.

Le quattro amiche si incontrarono nell'aeroporto e questo per la bionda significava un distacco traumatico per più di sei mesi dai suoi genitori, già si sentiva male.

Abbracciò il padre una volta completato il check-in e quando la voce metallica diffusa dagli auto parlanti si diffuse annunciando il loro volo salutò definitivamente per un lungo periodo di tempo la figura paterna e si precipitò, assieme alle altre verso l'enorme mezzo di trasporto.

Erano felici come non lo erano mai state, sarebbero potute stare fra di loro in un suggestivo continente, apprendere una cultura diversa e in più, come se non bastasse, avevano la remota probabilità di incontrare i loro idoli anche se la metropoli era tutto fuorché piccola.

«Michela, con i posti come si fa? » chiese la riccia dagli occhi cerulei osservando il sul biglietto alla ricerca del numero del suo sedile «Rosalba, sono scritti qui! » indicò un numero talmente piccoli da essere stato quasi impossibile da leggere.

Una volta salite a bordo tutte si accomodarono sui loro posti che scoprirono essere in seconda classe e la disposizione dettata dal fato fu la seguente: Michela, Rosalba e Veronica sul sedile da tre mentre Jennifer e Valentina sul sedile posteriore a coppia.

Per circa metà del viaggio fu possibile sentire la riccia di origine  salvadoregna lamentarsi a causa della sua compagna che continuava a blaterare senza sosta cose di cui lei non vedeva l'utilità su Shawn Mendes.

Le tre davanti, invece, erano crollate beatamente nel mondo dei sogni avendo un sacrosanto bisogno di chiudere gli occhi e dormire, recuperare tutto quel tempo privato al loro amatissimo e necessario sonno.

La bionda si destò quando mancava ancora qualche ora alla fine del volo, notò come un pacifico silenzio la circondasse e anche i volti rilassati, quasi ridicoli, delle sue compagne addormentate ai quali non mancò di fare delle foto.

Le avrebbe tenute quando ne avrebbe avuto la necessità, non si sa mai cosa può accedere e avere una merce di scambio, un asso nella manica poteva sempre aiutare.

Sfilò il suo cellulare dalla tasca dei pantaloni e una volta infilati gli auricolari si perse fra le note dei due gruppi che combattevano nel suo cuore per avere il primo posto, il podio ed il titolo di gruppo preferito.

Nelle sue orecchie si alternavano in una battaglia complicata le note della rauca e maschile voce di Jhon Cooper seguita dallo sfondo musicale degli altri componenti e le voci dei sette ragazzi coreani che si alternavano fra loro con un gioco di profondità diverse e rap improvvisi.

Un piccolo sorriso le si stampò sul volto rilassato mentre veniva trasportata nel florido mondo della sua fantasia, già vagava fra le miriadi di idee che la sua mente concepiva in cerca di quella giusta per la scrittura di quel romanzo che sarebbe stato speciale.

Aveva da anni iniziato a sognare di poter, un giorno, pubblicare un suo lavoro e magari diventare una scrittrice famosa, perché scrivere e leggere facevano parte di lei e la rendevano ciò che era e l'avevano fatta crescere facendole provare miriadi di emozioni e le avevano fatto vistare luoghi incredibile senza farle muovere un passo.

Lei sognava di riuscire a catturare nelle sue parole quelle sensazioni che la sua mente immaginava così vividamente e sperava di riuscire anche lei, nel suo piccolo, a diffondere questa sua passione per scrittura e lettura.

Quando l'aereo atterrò sulla pista di Seoul la bionda sentiva il cuore marterlargli forte in gola, aveva sempre desiderato di visitare la Corea del sud o il Giappone e finalmente questo suo sogno si stava realizzando, anche se poté realizzarlo solo una volta messo piede sull'asfalto.

Fu un' impresa svegliare le sue amiche, soprattutto Rosalba che quando dormiva e veniva svegliata poteva dare il peggio di sé, infatti fu un miracolo che al suo risveglio non avesse assunto le sembianze di qualche creatura demoniaca e non avesse ucciso qualsiasi forma di vita.

A dire la verità il fatto che fosse stata la bionda a svegliarla aveva aiutato parecchio, conosceva il suo pessimo umore e cosa poteva provocarlo e di conseguenza l'aveva svegliata sussurrando e appena la riccia aveva sentiti il nome del suo bias era scattata in piedi.

Una volta recuperate le valigie le ragazze seguirono le indicazioni che erano state inviate alle bionda e senza perdersi riuscirono a trovare l'ubicazione della casa che avrebbero condiviso per sei mesi.

Si trattava di una casa a due piani dall'aspetto piuttosto anonimo, una facciata pulita e semplice che non spezzava dal resto degli edifici di quella via in pendenza leggermente dissestata.

Appena entrate si tolsero tutte le scarpe sotto minacce di Michela, la bionda infatti le aveva obbligate ad imparare a rispettare le tradizioni del luogo in modo da non risultare opportune e probabilmente aveva fatto più che bene.

Il pavimento era composto da listelle di legno perfettamente lavorato di tono caldo che rendeva l'ambiente più familiare, c'era un grande soggiorno dove era posizionato un grande televisore al plasma e un divano a otto posti, proseguendo si trovava un open space che comprendeva una sala da pranzo con un grande tavolo ovale, dei mobili in semplice acciaio e un modesto angolo cucina.

Al piano superiore, invece, si trovavano si trovavano quattro camere da letto, ma una di queste era completamente spoglia perciò le cinque amiche già sapevano che non l'avrebbero utilizzata, poi c'erano due bagni, uno che era costituito dolo da un lavabo e da un water e l'altro che invece era formato da una doccia in stile europeo e una piccola vasca bianca.

«Chi dorme da sola? » chiese la bionda con un piccolo sorriso che già esprimeva vittoria «Senti Michela, io non voglio sentirti cantare in giapponese alle due di notte mentre dormi, poi ci manca solo che ti metti a fare il ponte sul letto con la testa girata e gli occhi bianchi! » urlò Jennifer gesticolando in modo esagerato scaturendo una risata generale con la conseguente divisione delle camere: Jennifer e Valentina, Rosalba e Veronica e poi Michela che beatamente si ritrovava da sola per i fatti suoi.

Si sbrigarono a disfare le valigie per poi discutere sui turni che si sarebbero susseguiti, persino l'ordine per farsi il bagno in quella sera stessa poi si lasciarono cadere sui loro morbidi letti a causa dell'effetto del jet lag e anche a causa sella loro emozione.

Tutte infatti erano al settimo cielo, era la prima volta che facevano un viaggio da sole con le loro amiche, così lontano da casa e dai loro parenti per un tempo così lungo e, oltretutto, avevano la possibilità di farlo e realizzare il sogno della loro amica e qualcuno dei loro, senza escludere la possibilità, anche se remota, che avevano di incontrare i loro idoli.

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