Capitolo 8
Katsuki era riuscito a trovare l'ospedale in cui Izuku era stato ricoverato senza chiedere alla madre, che di sicuro non glielo avrebbe mai rivelato e non gliene faceva una colpa, aveva tutte le ragioni del mondo per tenerlo lontano dal verdino.
L'aveva seguita a distanza mentre accompagnava zia Inko nell'ospedale più vicino a casa loro.
E lì fuori aspettò fino a quando le due donne non uscirono di nuovo, solo allora prendendo tutto il coraggio di cui disponeva, entrò e chiese informazioni su dove fosse sistemato Izuku.
Aveva paura e non poteva negarlo, ma il bisogno spasmodico di vederlo, di accertarsi che stesse bene, gli stava dando la forza di mettere un piede avanti all'altro.
Era arrivato davanti alla porta e dalla finestra posta su di essa vide il corpo del verdino adagiato su delle lenzuola dall'aria ruvida, un collare ortopedico era posto intorno al suo collo e gliene impediva la vista.
Avrebbe voluto vedere di nuovo i suoi occhi, magari con la stessa luce che avevano quando si erano incontrati la prima volta, quando la magia aveva sancito il loro legame.
Sapeva di essere stato lui a spezzare quello che li legava, sapeva che era solo colpa sua per tutto quello che era successo alla loro amicizia, ma proprio non voleva accettare quel sentimento che si era formato negli anni.
Credeva che fosse sbagliato sottomettersi a quello che provava, non era normale, ma nulla nel loro rapporta era mai stato normale, neppure la nascita della loro amicizia lo era stata.
E allora come poteva anche solo pensare che l'affetto che lo legava al verdino lo fosse?
Lo amava, ma era stato il non riuscire ad accettare quell'amore che lo aveva portato a distruggerlo.
Prese un bel respiro e aprì la porta che lo separava da Izuku.
In un primo momento il verdino non riuscì a vedere chi avesse varcato la porta, il collare ortopedico che gli avevano infilato al collo gli impediva ogni movimento che avesse potuto peggiorare le sue giù gravi condizioni, quindi con l'aiuto del telecomando collegato al letto, fece sollevare la parte superiore del materasso in modo che potesse vedere il nuovo arrivato.
E Katsuki quando il letto si fu messo in posizione, poté vedere quello che gli aveva fatto.
Izuku ai suoi occhi era irriconoscibile, il volto era deformato dal gonfiore che si stendeva sulla maggior parte del viso, le efelidi erano interamente nascoste dai lividi e la fasciatura che gli avevano posto sul naso.
Ma la cosa che turbò di più il biondo fu l'odio che vide in quegli occhi che erano sempre stati così tanto gentili e pieni di vita.
Nel suo sguardo non vedeva più il bambino che aveva conosciuto, ma quello in cui lo aveva trasformato, vomitandogli addosso tutto l'odio di cui era capace, tutto quello che era necessario per nascondere i suoi veri sentimenti.
Intanto il verdino era rimasto paralizzato alla vista di Katsuki e in quelle condizioni non poteva fare nulla per difendersi, a stento riusciva a parla, figurarsi muoversi con tutte quelle flebo che lo legavano al letto.
«Vuoi finire quello che hai iniziato?» chiese dopo un lungo momento di silenzio Izuku che tremava come una foglia dalla paura.
«Io...Izuku...Io...» iniziò il biondo, ma venne fermato dal verdino.
«Ti ho detto di non chiamarmi per nome, non ne sei degno.» provò a gridare, ma tutto quello che uscì dalla sua voce fu un sussurro rauco che a mala pena arrivò alle orecchie del maggiore che fece un passo avanti prima di inginocchiarsi ai piedi del ragazzo.
«Ti prego, ascoltami...» disse con nello sguardo un dolore tale che per un attimo Izuku tentennò, facendo si che il biondo proseguisse, «Sono venuto a chiederti scusa...so che non mi merito il tuo perdono, però voglio provarci, perché tu ti meriti il meglio da questo mondo e io invece ti ho rovinato la vita.»
«Tu vuoi il mio perdono?» chiese il minore con un sorriso sarcastico che gli deturpava il volto, «Tu non ti meriti neppure di stare nella mia stessa stanza. Adesso vattene e non tornare mai più.» il suo tono era fermo e duro, con un'inflessione tale che fece fremere il maggiore che sollevò il capo per fargli vedere tutto il suo pentimento.
Le lacrime avevano preso di nuovo a scorrere sul volto di Katsuki.
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