9. Extraterrestre
GRACE’S P.O.V:
Non ho mai realizzato fino in fondo quello che mi stava succedendo. Non l'ho fatto perché milioni di sensazioni e situazioni nuove mi hanno colpito in meno di 72 ore, senza farmi rendere conto davvero, di quello che stava accadendo.
Sono davanti allo specchio un'altra volta e quello che vedo mi piace. Non mi piace soltanto come, questo vestito nero mi avvolge, mi piace la brillantezza dei miei occhi, i tratti rilassati del mio viso e il mio sorriso. É raro vederlo, é raro che io sorrida davvero a qualcuno, ma da quando sono atterrata a Londra non riesco a fare diversamente. Tutto quello che vedo mi piace, tutto quello che sento mi piace, ma soprattutto mi piace, la reazione che ho io, osservando quello che mi circonda.
Mi sento leggera, serena, senza pensieri ed é bello, talmente bello che vorrei fermare il tempo e tuffarmi in queste emozioni forti.
Londra mi é sempre piaciuta, amo lo spirito dei londinesi, quelli che corrono sulle strade di una città giovane, viva, seppur strana e bipolare come il clima, un attimo soleggiato e quello dopo nel pieno di un acquazzone.
La Francia non é così accogliente, i francesi non lo sono, o forse sono solo io, che in 3 anni di studi non sono riuscita ad adattarmi al nuovo paese, a carpire davvero quello che aveva da offrirmi.
Giornate intere a passeggiare negli eleganti Champs-Élysées nella speranza di riuscire a percepire la bellezza che tanti decantato, ma tutto ciò che sono riuscita a vedere é il troppo. Tanti merletti, edifici straordinari, oro ovunque, ma nulla che riuscisse a trasmettermi qualcosa.
Londra invece mi ha accolto a braccia aperte come ogni volta, con il suo buonumore e i suoi mille colori diversi, Londra é la mia casa e la porterò sempre con me.
"I sogni son desideriii di felicitààà"
Sorrido senza riuscire a smettere. Non é da abitudine vedere Mad ballare con una scopa sulle note di Cenerentola.
"Cosa stai combinando amica?" le chiedo.
"Stavo cercando di riportarti alla realtà Cenerentola, stai fissando lo specchio da 5 minuti e per quanto fosse divertente vedere il tuo monologo interiore da lontano, la carrozza fra 10 minuti sarà qui"
Harry. La serata. Il patto. Ansia.
"Grace chiudi quegli occhioni ti prego, e voltati verso di me, l'incantesimo non finirà a mezzanotte, andrà tutto bene e io sarò con te"
Seguo le istruzioni che la mia amica mi sta dando volandomi lentamente.
"Come sto?"
Mad mi sta rivolgendo un sorriso enorme. Quando lo fa gli occhi diventano più piccoli e le sue labbra di aprono in modo esponenziale sulle guance; ha un sorriso strano, bello e decisamente confortante.
"Stai benissimo e fai in modo che il riccio tenga le mani al suo posto stasera, sono sicura che proverà ad allungarle e noi non vogliamo questo giusto?"
Le mani di Harry sono belle, sono grandi e affusolate. Non posso fare a meno di pensare alla sensazione che ho provato quando le sua mano stringeva la mia, per non parlare dei brividi del suo tocco sulla mia schiena. Le mani di Harry mi piacciono, e ad essere sincera mi piace anche l'idea delle stesse mani su di me.
Ferma la tua mente Grace, Harry é solo un conoscente dai bellissimi occhi e dalla personalità coinvolgente e interessante. Cavolo.
"No non vogliamo ... Cioè tu non vuoi, e nemmeno io ... Credo"
"Grace cerca di essere più convincente per favore!"
Ok, ci posso provare, Mad mi sta guardando male, evidentemente ciò che sto pensando non é opportuno. Ma lo sto comunque pensando.
"Assolutamente no amica"
"Farò finta di ignorare i tuoi occhi che dicono tutt'altro. E adesso vai, esci dalla porta sul retro, ti aspetterà li, noi ci vediamo al Soho più tardi ok?"
L'idea che la mia amica mi raggiungerà mi conforta, le avevo promesso che avremmo passato 3 settimane insieme e non lo sto facendo, ho preferito accettare un patto con uno sconosciuto che porterà via del tempo a noi. So che possiamo stare comunque insieme, ma non posso fare a meno di sentirmi un po' in colpa, lo stesso senso di colpa che una volta incontrati gli occhi di Harry si annulla all' istante, ma quelli sono solo dettagli.
"Ok amica, ti aspetto la allora. Se hai bisogno chiamami e niente pazze idee autolesioniste mentre sono via ok? Credi di essere in grado di star lontano da quel cd?"
L'ho nascosto per bene nella mia stanza, ma Mad sarebbe capace di trovarlo comunque, è un asso nella caccia al tesoro. Spero solo che stavolta non provi nemmeno a giocarci, perché non voglio più sentirla piangere attraverso un telefono, non voglio più sentire la sua debolezza trasparire così forte, talmente forte da farla singhiozzare.
Quel cretino le ha fatto davvero male, e nonostante lei stia provando ad uscirne ci é ancora dentro fino al collo. Abbiamo due modi diversi di affrontare le situazioni, lei sorride, tenta di essere il più solare possibile, nella speranza che il sole che porta dentro, asciughi tutto il dolore e le lacrime prima che vengano versate. Io invece mi chiudo, mi isolo e lascio che il dolore mi avvolga, mi consumi, circondandomi di quei muri così solidi, che troppe volte mi hanno protetto, da quello che non sono riuscita ad affrontare.
"Ci starò lontana amica, promesso. Mi sento stupida tanto stupida"
Sta abbassando lo sguardo e non lo fa mai, non dovrebbe mai farlo perché ha tutte le carte in regola per camminare a testa alta.
Faccio un passo verso di lei e le alzo il mento con la mano. Niente e nessuno deve portarla ad essere così insicura perché lei non lo é mai stata, e non permetterò che lo diventi proprio adesso.
"Mad un giorno mi dirai perché quella canzone ti fa così effetto?"
Non me ne vuole parlare, ci ho provato per tutta la notte ma non vuole spiegarmi cosa la lega a quelle parole.
"Un giorno Grace"
É inutile che io continui ad insistere, so che non me lo direbbe e ho bisogno che lei non ci pensi. Posso solo abbracciarla forte ed é quello che sto facendo. Io ci sono e ci sarò sempre per Lei.
"Vai dal tuo principe capellone forza!! Ci vediamo più tardi!" mi sussurra.
Mi allontano da Lei guardandola negli occhi, sorridono come se nulla fosse successo, posso andare nella speranza che altre nuvole non passino a farle visita.
"Grazie amica, ci vediamo dopo!"
Scendo le scale lentamente, quando sarò in grado di camminare su un paio di tacchi in modo sciolto, immagino che sarà già ora di tornare a casa.
Non ho voglia di tornare a casa, Londra e Mad sono la mia casa, non la Sorbonne e non l'America.
Mamma non apprezzerebbe questo mio pensiero; quale ragazza americana sana di mente preferisce l'Inghilterra all'America? E soprattutto quale ragazza americana che studia alla Sorbonne, preferisce l’Inghilterra a qualsiasi altro paese?
Nessuna immagino, eccetto io e Mad.
Noi siamo sempre state l'eccezione che conferma la regola e mamma non ci ha ancora fatto l'abitudine. Continuo a chiedermi come abbia fatto ad accettare la mia partenza, forse perché ha letto nei miei occhi questo bisogno. Dovevo sembrarle davvero disperata, e forse lo ero davvero.
I miei occhi hanno incrociato qualcosa di più interessante e più verde dell'America, della Sorbonne e anche di mamma. Anche di questo non sarebbe felice, ma ovviamente non lo saprà mai. Non le ho mai dato troppo accesso ai miei pensieri, e di certo non é questo il momento per iniziare a farlo.
Quello che vedo mi piace, forse anche più di Londra, no ok non esageriamo, Londra non si tocca, diciamo che Harry e Londra sono a pari merito, con la loro vivacità, l'entusiasmo e il bipolarismo che in questo caso si può definire perfetto.
Ha le mani nelle tasche dei suoi pantaloni neri e mi guarda stringendosi il labbro inferiore fra i denti. Non credo abbia capito fino in fondo che effetto mi fa, sicuramente non è quello che dovrei avere; ogni particella del mio corpo è attratta da lui, io sono un pezzo di ferro solitario e lui è la mia magnetite. Il mio amico magnetite, certo Grace, l'autoconvincimento funziona sempre!
“Ciao piccola”
Il modo in cui lo dice è qualcosa di meraviglioso, qualcosa che va oltre gli acuti di Freddy e gli assoli di chitarra di Jimi, forse mi odieranno da lassù, ma non posso fare a meno di trattenere i miei pensieri che inesorabilmente vanno verso di Lui.
Mi sento stupida per essere già a questo punto, mi sento stupida per sentirmi così coinvolta da lui e dalla sua personalità. Non so cosa mi spinge a voler approfondire davvero questa conoscenza, forse perché si sta rivelando l’opposto di come lo descrivono. I misteri mi sono sempre piaciuti, e questo mistero mi sta dando un bacio sulla guancia che si sta prolungando più del dovuto.
Se continuiamo così, la serata verrà interrotta da un mio gesto impulsivo e non adatto alla situazione. Non voglio rovinare tutto, non prima che qualcosa possa iniziare davvero. Sempre se inizierà, visto che non dovrebbe iniziare.
Sto pensando troppo.
“Ciao Harry”
Quello che ricevo in cambio è un sorriso annesso a una radiografia senza scrupoli. Normalmente odierei anche questo, ma sembra che questo ragazzo abbia intenzione di sconvolgere ogni mia certezza.
“Sei bellissima. Sono sempre più felice di averti al mio fianco, nessuno smetterà di guardarti stasera, io compreso immagino. Ti autorizzo a fermarmi quando sto esagerando, farò in modo di sbirciare senza che tu te ne accorga”
Tutto questo è davvero esilarante. Harry non sa che sta parlando con la donna invisibile e anche in questo caso non stiamo parlando dei fantastici 4. Nessuno mi guarderà davvero e sono sempre più sorpresa dal fatto che Lui lo stia facendo, con così poca discrezione. Stranamente non sono imbarazzata, mi piace vedere che anche io ho un certo effetto su di Lui, non è sicuramente paragonabile a quello che Lui a su di me, ma è comunque confortante.
“Dove mi porti stasera ragazzo poco discreto?”
Mi ha preso per mano e sta uscendo dalle porte a vetri. Una macchina nera ci sta aspettando appena fuori. Al voltante c’è un gigante con la barba; i giganti mi intimoriscono e la barba non mi piace e non mi è mai piaciuta. Non capisco perché sono circondati da giganti, tutto ciò non fa altro che aumentare i miei complessi sull’altezza o per meglio dire bassezza.
“Greg ci accompagnerà in un posto particolare, ceneremo e più tardi andiamo al Soho dove ci raggiungeranno gli altri e dove, faremo la nostra entrata in scena”.
Mi sta aprendo la portiera e io sto tentando di entrare in macchina con tutta la grazia che mamma mi ha donato alla nascita. Credo di essere abbastanza aggraziata, nonostante la gonna stretta che mi impedisce movimenti più che elastici. In qualsiasi caso non credo che stasera dovrò esibire le mie scarse doti di ginnasta professionista, quindi per il momento va bene così.
Harry sta facendo il giro della macchina. Non so come comportanti con Greg il gigante. Devo salutarlo? Buonasera? Ciao? Salve? Ehi? Vada per il formale.
“Buonasera”
Greg alza gli occhi dal volante e incrocia il mio sguardo dallo specchietto retrovisore. Credo non abbia compreso che mi sto riferendo a Lui. Non ci sono altri umanoidi nella stanza, a meno che lui voglia considerare umanoide quella massa informe che si porta in viso.
“Buonasera” mi risponde.
Credo che abbia capito e sembra non essere di molte parole, probabilmente gli è stato ordinato così; in molti film l’autista si avvale della facoltà di non rispondere, ma questo non è un film e Harry mi sta sventolando una mano davanti al viso.
“Tutto bene?”
Greg è partito per la meta sconosciuta, e Lui è già seduto vicino a me; le nostre gambe si toccano e non posso fare a meno di arrossire.
“Tutto alla grande!”
Harry sta ufficialmente ridendo di me, credo che abbia capito il mio imbarazzo e la cosa lo diverte.
“Dovresti rilassarti” mi dice.
Sono in macchina con colui il quale mi fa un effetto che non mi sarei mai aspettata, stiamo per entrare in scena, come dice Lui, quando io non ho mai sognato di fare l’attrice in tutta la mia vita. Non so cosa aspettarmi e il suo calore corporeo si sta trasferendo per conduzione dalla sua gamba alla mia. Certo, è facile rilassarsi in una situazione del genere.
“La fai facile pop star” rispondo forse troppo freddamente ma non mi importa. Sto tentando in tutti i modi di sbollire il calore che sento.
“Grace, andrà tutto bene, devi solo comportarti normalmente. Non si tratta di una recita, per lo meno io non lo sto facendo. Voglio passare una serata con te, credo che l’avrei fatto comunque, a prescindere dal patto. Dovresti farlo anche tu”
Boom. Boom. Boom. Boom.
Il mio cuore sarebbe in grado di comporre una melodia straordinaria.
“Potresti essere meno diretto?” chiedo spostandomi leggermente da Lui.
“Abbiamo deciso di esserlo circa 11 ore fa”
Vero, ha ragione. Tutto ciò rimane comunque strano.
“Non sono abituata a sentirmi dire cose del genere, tutto qui”
Mi sta studiando ancora una volta, sembra sorpreso dalla mia confessione.
“A maggior ragione mi sento in dovere di rimediare, non scherzo quando dico che ho voglia di conoscerti davvero”.
Parla davvero lentamente, il modo in cui le sue labbra si muovono ad accarezzare ogni parola che dice, mi manda completamente in estasi. Non ho mai provato l’effetto di quel genere di droghe, ma suppongo che possa essere simile a questo. Quando ho accettato questo patto non ho messo in conto il fascino del contraente.
“E’ strano Harry”
So che non capirà pienamente cosa voglio dire, ma non so cosa rispondere. Starò risultando immensamente stupida e noiosa, ma ho bisogno di riprendermi, e Lui in camicia e giacca che mi guarda con quello sguardo non aiuta per niente.
“E’ strano che qualcuno ti dica quello che pensa?” mi chiede.
“In un certo senso si, non so in che galassia vivi tu, ma nella mia la maggior parte delle persone tende a tenere quello che pensa per se e condividere con gli altri quello che vorrebbero sentirsi dire”.
Non so perché stiamo facendo un discorso del genere proprio adesso. Sta succedendo e basta e sembra che lui sappia esattamente dove vuole arrivare, come se volesse scavare dentro di me e io glielo sto permettendo.
“Quindi mi stai dicendo che sono una specie di extraterrestre?” ironizza.
Adoro chi ironizza, Mad è la maestra in questo ma Lui non sembra essere da meno.
“Non hai le antenne, ne gli occhi più che sporgenti, ma possiamo dire di si”.
Sta sorridendo e si è avvicinato ancora a me. Sembra che in tutti i modi voglia recuperare quel contatto che a me, sta solo facendo impazzire.
“Non mi hai ancora detto nulla sui miei occhi” dice.
Ci sarebbe molto da dire, davvero tanto, potrei benissimo fare un baffo a Dante e scrivere una nuova divina commedia, più lunga e articolata della sua.
“Ci sarebbe molto da dire sui tuoi occhi, ma immagino che l’abbiano già fatto in tante”.
“L’hanno fatto, ma voglio sapere cosa pensi tu Grace” dice.
Il suo sguardo è serio, mi sta quasi preoccupando e non sono certa di volermi esporre così tanto.
E’ giusto che lui sappia che effetto mi fanno quei fari verdi?
E’ giusto che lui abbia accesso così tanto alle mie emozioni, da poterle gestire a suo piacimento?. Non so se è giusto ma se Lui è davvero un extraterrestre, so che posso provarci. Con molte probabilità fra 3 settimane uscirà dalla mia vita tanto velocemente, come ci è entrato. Rimarrà solo un bel ricordo e si dimenticherà di me e dei miei muri, ritornerà nella sua galassia e io nella mia, nessuno ci perderà e abbiamo solo da guadagnarci.
Due esseri diversi che si incontrano per la prima volta e condividono i loro mondi, è questo quello che siamo.
“Avrei voglia di tuffarmici Harry” ammetto.
“Tuffati Grace”
SPAZIO AUTRICE:
All right!
Ci ho messo parecchio tempo a scrivere questo capitolo, volevo fare qualcosa di totalmente diverso, ma mi sono ritrovata questo. Mi capita spesso ultimamente :S
Io personalmente non riesco a capire se mi piace o meno, mi sembra un po' noiso, ma lascio giudicare a voi :D
Un bacio! Greta <3
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