47. Home sweet home
GRACE'S P.O.V
La tranquillità è sopravvalutata.
Lo capisci quando sei nella tua stanza, circondata soltanto dal silenzio.
Il periodo degli esami ha sempre reso il nostro appartamento, diverso dal solito; niente pazzie di Erika, niente rimproveri da parte di Ilary, soltanto silenzio e musica, musica e silenzio.
È un bene che sia tornata proprio adesso, le mie amiche sono troppo occupate con gli esami per accorgersi che, sono tornata da Londra prima del previsto.
La tranquillità mi sta soffocando.
Non ho più nulla da studiare o ripassare, la mia tesi è finita da secoli ormai, quindi non mi resta che sperare. Sperare che domani sia la volta buona, che questi tre giorni lontani da Londra, mi siano serviti e che il mio futuro finalmente, sia vicino.
È qui, ad un passo da me, dovrei esserne felice, soddisfatta, entusiasta, eppure qualcosa non va.
So perfettamente qual è il problema; il problema è quella stessa tranquillà che lui finalmente, aveva reso impossibile.
Vivevo di tranquillità, ambivo alla tranquillità, ma la tranquillità è vuota; silenzi, sospiri, assenza di suoni.
Lui è rumore, entusiasmo, vita e amore.
Lui che non ha dato cenni di vita, che Mad non menziona nemmeno per sbaglio, lui che ha letto la mia lettera, i miei sentimenti e ciò che di più sincero potevo dire, ed è rimasto indifferente.
Non credo sia semplicemente arrabbiato con me, immagino che avrei sperimentato la sua furia se così fosse; è un istintivo e mi sarei aspettata di ricevere più di una sua chiamata, ma tutto quello che ho ottenuto è il silenzio.
Tutto questo rende valida la mia tesi; volersi bene non basta, fingere che vada tutto bene nemmeno. Siamo diversi, incompatibili e lontani.
Domani la mia vita cambierà per sempre ed è da li che voglio iniziare; Grace è tornata, basta mosse azzardate, basta sogni ad occhi aperti, solo realtà, pura e semplice.
"La cena è quasi pronta"
Mi volto incrociando quegli occhi così verdi da farmi male. Assomigliano ai suoi, mi ricordano i suoi e la sua assenza non fa altro che amplificare i dettagli, quelli che mi circondano e mi portano ancora a Lui.
Lucy mi sta osservando, so che Lei sa, anche se io non le ho detto nulla, ho schivato il discorso con cura e maestria, un'arte nella quale potrei benissimo specializzarmi.
"Del è già arrivata?" domando mettendomi seduta.
Se così non fosse potrei prendermi ancora qualche minuto per me, a guardare le stelle e a concentrarmi sul futuro.
"Si" risponde semplicemente la mia amica.
Il suo sguardo cade sul nuovo quadro che fa capolinea nella mia stanza. La mia stella, Peter, l'attestato che ne certifica l'appartenenza a me, è appeso sulla parete dietro al letto, in modo che io per vederla, debba voltarmi intenzionalmente.
Mi alzo e raggiungo Lucy prima che Lei possa chiedermi qualcosa, so che muore dalla voglia di farlo.
La musica proveniente dal salotto e le risate di Del e Erika riempiono la stanza.
Sono a casa, la mia casa; loro lo sono più di chiunque altro.
Non importa se il salotto è piccolo, se siamo costrette a spostare i divani contro le pareti per poter sistemare il tavolo. Sono a casa, e vorrei che potesse essere sempre arredata così; con le persone speciali alle quali sono incredibilmente affezionata.
"Cosa si mangia?" domando sforzando un sorriso.
"Birra, birra, birra e birra" risponde Del facendomi l'occhiolino
Ilary alza gli occhi al cielo dalla sua postazione. Indossa la maglietta che Zayn le ha fatto avere; quella di Amsterdam, come da accordo.
Erika non ha smesso un secondo di punzecchiarla, sostenendo che doveva ammettere di essere esaltata del suo regalo, ma Ilary non cede, si nasconde dietro al suo sguardo serio, anche se io so per certa, che ha apprezzato davvero il gesto del moro.
"Del, non ho intenzione di portarti a casa in braccio, alla birra ci penseremo dopo, adesso mangiamo"
Lucy si dirige in cucina, dopo aver ripristinato l'ordine come solo lei sa fare. Prendo posto al tavolo, vicino a Erika e di fronte a Ilary. Lucy ci raggiunge velocemente, con una teglia di lasagne che hanno la sua firma.
"Pensavamo di adottati o di assumerti come domestica Lu, che ne pensi?"domanda Erika recuperato la sua porzione.
Sorrido servendomi a mia volta; sarebbe davvero bello averla qui sempre, ma sono anche consapevole che la convivenza fra tutte noi, sarebbe particolarmente difficile.
"E io cosa ci guadagno?" domanda Lucy prendendo posto alla mia sinistra.
"Affetto e venerazione per il resto della tua vita" risponde Erika.
Lucy scuote la testa divertita. "Nulla di nuovo quindi, mi dispiace ma non posso accettare".
La cena trascorre silenziosa, qualche battuta ogni tanto e sguardi complici fra le ragazze ma che non riesco ad interpretare. Forse sono solo paranoica; vedo cose che non esistono anche qui.
Sembra che illudermi sia diventata la cosa che so fare meglio.
"Ok io non ce la faccio più. Sono paziente, ci sto provando, ma adesso basta." esclama Del fulminandomi con lo sguardo.
I suoi occhi blu sono sempre belli, ma per la prima volta mi fanno paura.
"Del, non adesso..." la rimprovera Lucy.
Non capisco cosa sta succedendo, so solo che non mi stanno dicendo qualcosa e ho tutta l'intenzione di capire cosa.
"Cosa sta succedendo?" domando rivolgendomi a Del. So che se voglio la verità, da lei posso sempre ottenerla, anche se fa male, anche se mi farà del male, perché lei ci sarà per me, come io ci sarò sempre per lei.
"È la domanda che faccio a te Grace" risponde.
No. Non sarò mai brava a fingere, non con loro.
Sono stata talmente stupida da pensare che fossero troppo occupate a pensare a loro stesse per considerare me. Ma questo non accade mai; è così che funziona l'amicizia, è così che loro rimostrano quanto sia forte il legame che ci lega, nonostante le distanze caratteriali, ideologiche e non.
"Grace non ti preoccupare ok? Quando te la senti, noi siamo qui"
La mano di Lucy è sulla mia spalla, so che lei mi proteggerà sempre, ma devo loro una spiegazione; quella che hanno davanti è una Grace alla quale non sono abituate.
"No, devi smettere di difenderla! È tornata da tre giorni e passa il suo tempo nella sua stanza! Dice due parole,fa finta di star bene e poi ritorna la dentro. Siamo preoccupate, quindi parla Grace" ricomincia Del.
Lei e Lucy sono gli opposti, non riusciranno mai a trovare un punto di incontro e non voglio che litighino a causa mia, per un problema che ho io, ma che sto diffondendo anche a loro.
Erika e Ilary guardano silenziose, sanno che nel confronto a cui stiamo assistendo, per loro non c'è spazio.
"Pensi che questo sia il modo di dimostrare la tua preoccupazione? Non puoi obbligarla a parlare se non se la sente"
Lucy si alza in piedi e questo non è un buon segno.
"Sono innamorata di Harry" dico prima che Del possa rispondere.
È strano, incredibilmente strano, dirlo ad alta voce, dirlo a loro, e quindi rendere più reale tutto quello che mi sta succedendo.
Lucy torna a sedersi al suo posto e lo sguardo di Del ritorna ad essere blu; non più burrascoso, non determinato, soltanto blu.
"È una cosa bella" osserva Erika.
Del annuisce incerta, manca un pezzo e loro lo sanno.
"Ci siamo lasciati" continuo.
Il silenzio che cade nella stanza è rumoroso, fastidioso, stupido e stretto. Ho bisogno delle loro parole, delle loro risate, ora più che mai, adesso e per sempre.
Del si alza in piedi velocemente accennando un sorriso.
"Vado a prendere la vodka alla menta" mi informa sparendo nel corridoio.
Non credo che la vodka mi aiuterà, non credo che in qualche modo loro possano aiutarmi o cambiare la situazione, perché non c'è soluzione.
"L'hai lasciato tu vero?"domanda Ilary.
Un giorno riuscirò a capire come fa, a capire tutto solo con uno sguardo, a guardare oltre le apparenze sempre e comunque, quando lei è la prima a nascondersi dietro ad un' apparenza strana che si è creata su misura, con le sue mani.
Annuisco appoggiandomi distrattamente allo schienale della sedia.
"Perché Grace? Sei innamorata di lui ed è evidente, quindi perché lasciarsi scappare Harry Styles?" domanda Erika accendendosi una sigaretta.
Sa che non voglio che fumi nell'appartamento, ma è evidente che ne abbia bisogno e forse ne avrei bisogno anch'io; di una dipendenza che non sia lui, che io sia in grado di controllare e gestire con le mie mani.
"Perché siamo diversi, incompatibili e lontani. Lui ha il suo lavoro, io il mio futuro che mi aspetta e non si può vivere di sogni per sempre, quello era soltanto un sogno. È stato bello, meraviglioso, ma è ora di tornare alla realtà" spiego.
Del ritorna nella stanza con la bottiglia di vodka e i bicchierini. Lucy non si è ancora allontanata da me e la sua presenza al mio fianco, anche se silenziosa, mi ricorda quando sia importante per me, la consapevolezza che lei ci sarà sempre.
"Quello non era un sogno. Era una solida realtà" afferma Ilary.
Ci voltiamo tutte nella sua direzione. Non pensavo spettasse a lei questo ruolo, a lei che riesce in ogni situazione, a riportarmi con i piedi per terra.
"Questa devo segnarla, potresti ripeterla per favore?" domanda Erika sconvolta quanto me.
Sorrido vedendo lo sguardo di fuoco che Ilary le sta rivolgendo.
"È la mia opinione. Non ti ho mai vista così felice Grace e per quanto io odi la tua modalità esaltata, carina e coccolosa, è giusto che tu lo sia. È Harry a renderti così, quindi non importa se le vostre vite sono così diverse, funzionerà. Noi siamo l'esempio lampante, di persone diverse che possono funzionare insieme"
"Hai detto davvero qualcosa di così dolce?" domanda Erika posandole una mano sulla fronte.
Ilary le allontana la mano e io non posso fare a meno di sorridere ancora. Noi siamo davvero un bell'esempio, ma a differenza di Harry, a noi l'affetto reciproco non manca.
Del mi consegna un bicchierino riempito quasi per intero, del liquido verde.
"Domani ho l'esame, non dovrei bere" sottolineo.
"Dovresti bere a maggior ragione amica"
Le mie amiche mi guardano in attesa; osservo il bicchierino verde e chiudendo gli occhi, lo bevo tutto d'un sorso.
Loro mi seguono e prima che me ne possa accorgere, il mio bicchiere viene nuovamente riempito.
Perdo il conto delle volte che accade, persa fra le risate, fra gli aneddoti strani e fra i brindisi invocati da Erika che ho perso le facoltà e le capacità, di interpretare.
Non c'è più silenzio, non c'è tranquillità; c'è rumore confuso, distorto ma felice.
Siamo un bell'esempio, lo saremo sempre e questo per stasera, è sufficiente.
HARRY'S P.O.V
Tre giorni, settantadue noiosissime ore senza di Lei.
Il concerto è andato bene anche stasera; credo sia stato l'unico momento della giornata nel quale, la confusione che ho in testa, ha lasciato spazio alla normalità.
Normalità che Lei non riesce a capire, accettare, tanto da sembrarle totalmente estranea.
Ecco perché la maggior parte di noi, non riesce a trovare una ragazza, che non appartiene a questo contesto. È impossibile conciliare gli impegni, evitare di osservare le notizie false e non, che ogni giorno, in ogni istante, compaiono sul web e odio ammettere che Grace, sotto questo aspetto, avesse ragione.
Eppure nessuna delle ragazze con le quali sono stato, è riuscita a darmi qualcosa di più, di un semplice divertimento. Quindi perché deve essere tutto così sbagliato e difficile?
Vorrei avere queste risposte da Lei, ma so che non posso, non finché nella mia testa questa confusione rimarrà.
Se fino a ieri ero sicuro di volere Lei, oggi sono soltanto incredibilmente spaventato, tanto da non sapere più nulla.
La sua assenza si sente; nei messaggi che non ricevo, nelle chiamate che non riesco più a fare e nella sua presenza costante che mi manca incredibilmente. Non mi sono mai sentito così debole, non ho mai provato una sensazione strana come questa e sono spaventato.
Non posso permettermi di sbagliare con Lei, non adesso che i suoi sentimenti sono scritti nero su bianco.
Forse l'ha fatto di proposito, il modo che io potessi in ogni istante, recuperare quella lettera e leggere le sue parole. Non posso fare a meno di odiarla un po' per questo, ma immagino che mi servirà da lezione: con Grace non sono permessi dubbi.
Sospiro scorrendo nuovamente la rubrica del mio telefono. La mia è forse la mossa più stupida di sempre, ma se voglio capire qualcosa in più, c'è solo una persona che mi può aiutare.
Clicco sul suo nome e la chiamata parte. Mi odierà per questo, lo so, sono le undici di sera e probabilmente io, sono il suo ultimo pensiero.
"Harry?"
Niente pronto, niente ciao. La preoccupazione nella sua voce è evidente.
"Ciao Emily, ti disturbo?" domando.
Dei rumori in sottofondo mi fanno capire che si sta spostando. Credo proprio di averla disturbata.
"No, non mi disturbi, è successo qualcosa a Niall?"
Sorrido consapevole del fatto che, se io sono il suo ultimo pensiero, Niall è di certo il primo.
"Oh no, nulla di particolare, per lo meno non oggi. È da quando te ne sei andata che non è al pieno della forma, ma non è per questo che ti ho chiamata" spiego.
Il mio amico ha incredibilmente bisogno di Lei, ma è evidente che una delle cose che abbiamo in comune, è la paura di impegnarci.
"Capisco. Quindi di cosa avevi bisogno?"
Breve, concisa, diretta come al solito.
"Grace è ritornata a Parigi due giorni fa"
Dirlo ad alta voce rende tutto ancora più vero; letto in quella lettera sembrava soltanto un sogno, uno di quelli che finiscono quando apri gli occhi, ma i miei sono ben aperti e Grace non è al mio fianco.
"Lo so, mi ha chiamata ieri" mi informa.
"Sì? E come sta?" domando.
Ho cercato di avere informazioni indirette da Mad o da Liam, ma sembra che l'argomento Grace sia un tabù e io soltanto un mostro dal quale lei, deve essere protetta.
"Non farò questo gioco con te Harry" mi avvisa Emily.
"Non volevo avere informazioni giuro, non sapevo nemmeno che tu l'avessi sentita, volevo solo cercare di capire" spiego.
"Capire?"
"Capire cosa passa per la testa di Grace, quello di cui ha bisogno, perché non voglio rovinare tutto. Mi trattano come se fossi la causa della sua sofferenza, quando io ho solo cercato di darle tutto quello che potevo, ma è evidente che mi sono sempre sbagliato. Mad mi ha detto che finché non so, quali sono i miei sentimenti, non posso tornare da Lei, ma mi manca e non so davvero cosa provo. Me lo sono chiesto milioni di volte, ma non ho una risposta Em. Tu sai come si sente adesso, quindi puoi solo dirmi, cosa pensi tu?"
Emily non risponde, devo sembrarle davvero disperato e probabilmente lo sono. Sto chiamando forse l'ultima persona che dovrei interpellare dal momento che ricordarle di Niall non le farà bene, ma ho tutte le intenzioni di fare la cosa giusta stavolta, Grace se lo merita.
"Vuoi sapere onestamente quello che penso Harry?"
Credo di si, cosa ho da perdere?
"Si"
"Penso che tu e Niall abbiate vissuto fino ad ora, fingendovi le persone più sicure e consapevoli del mondo, quando in realtà siete soltanto insicuri e forse un po' immaturi. La tua non è confusione, sai benissimo cosa provi per Lei, a tal punto da esserne spaventato a morte. Quella che hai davanti agli occhi è la consapevolezza di provare un sentimento che non sai gestire ne controllare, che scoppia dentro e che Lei ha saputo confessarti senza problemi. Non ha mai finto con te, non ti ha mai nascosto quello che provava, e tu eri talmente spaventato, da non volertene accorgere. L'amore è per le persone coraggiose, per quelle che se ne fregano delle distanze, delle differenze e delle problematiche. L'amore vince sempre, ma solo se c'è qualcuno di abbastanza coraggioso in grado di lottare per lui. Grace non può lottare da sola Harry, quindi è tutto nelle tue mani; cosa è più forte? La paura di ammettere quello che provi o la paura di perderla per sempre?. Niall ha già scelto, ma tu hai ancora la possibilità di rimediare. Sei abbastanza coraggioso Harry?"
Sono senza parole, senza fiato e il cuore mi batte troppo forte. La realtà improvvisamente mi colpisce tutta in una volta.
È tutto nelle mie mani e la consapevolezza mi sta pesando sulle spalle, come mai prima d'ora.
Ho sempre pensato di essere una persona forte, una persona coraggiosa e determinata, ma forse, sono solo Harry.
E ad Harry il coraggio è sempre mancato.
SPAZIO AUTRICE
-1 ♡
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