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41. Canvey Island

HARRY'S P.O.V

La puntualità non è mai stata il mio forte; non so per quale motivo ogni volta tendo ad accumulare ritardi brevi o lunghi che siano, forse perché con troppa facilità vengo distratto da quello che mi circonda.

Se prima era una questione di curiosità verso le cose che mi attorniavano, adesso, il tutto viene incrementato dalla presenza di Grace.

Volevo tenere il nostro rapporto per me, aspettare che la situazione si definisse davvero, prima di parlarne sinceramente con le persone che mi stanno a cuore, ma non ce l'ho fatta.

Siamo su tutti i giornali ormai, ma la mia famiglia sa che la maggior parte delle cose che scrivono, non corrispondono alla realtà. Gem però se n'è accorta subito; come sono entrato in casa questa mattina, mi ha fatto capire che non avevo scampo al loro interrogatorio.

Sono abituato a questo tipo di approccio da parte di quelle due fantastiche donne che sono tutto per me, ma ogni volta con destrezza ho saputo evitarlo, forse perché non c'era nulla da dire, forse perché mi avrebbero rimproverato o forse perché nessuna ragazza prima d'ora, era riuscita a confondermi così tanto.

L'unico termine di paragone che forse potrei azzardare, è quello con Taylor, ma seppur i miei sentimenti nei suoi confronti fossero discretamente forti, non hanno nulla a che fare con quello che sento in questo momento.

Ho chiesto a Grace di trascorrere la giornata con me. Volevo che lei fosse al mio fianco, oggi in casa mia, davanti a quelle donne con la quale di certo, sarebbe andata d'accordo, ma Grace non ha accettato.

Non sono rammaricato, credo che ci saranno altre occasioni e forse l'istinto ultimamente mi sta portando nella direzione sbagliata, ma non è colpa mia, se tutto quello che mi circonda, mi riporta a Lei.

Lo sto facendo ancora una volta, l'ho fatto un milione di volte oggi ed ora, ormai pronto per andare a prenderla, sta succedendo di nuovo; sono in ritardo.

Recupero la mia giacca e esco velocemente dalla mia stanza. Sarebbe stato tutto più semplice se io le avessi chiesto di trascorrere la serata qui, ma volevo fare qualcosa di speciale, qualcosa di diverso, qualcosa per Lei ed eccomi mentre corro per il corridoio alla ricerca disperata delle chiavi della macchina.

"Niall hai visto le chiavi?"domando guardandomi intorno.

È attaccato a quel videogioco da quando sono tornato a casa; a quanto pare i suoi piani sono cambiati e ieri sera, invece di tornare dai genitori, è rimasto qui. Non mi sorprende la sua presenza, spesso cambia idea sui suoi spostamenti all'ultimo minuto, l'unica cosa che stona, è l'assenza di Emily.

"Sul mobile all'ingresso" risponde meccanicamente.

Qualcosa non va in Lui. Sono tornato a casa da qualche ora e il suo cattivo umore che solitamente cambia velocemente come i suoi programmi, è rimasto lo stesso. Spero solo che questo non sia legato all'assenza di Emily.

Recupero le chiavi velocemente, tornando a grandi passi in salotto per verificare che Niall non stia veramente mutando in Liam.

"Tutto bene?" domando.

Niall non si volta, rimane con lo sguardo fisso sul televisore e spero che il suo malumore passi; l'assenza dei suoi sorrisi continui mi mette a disagio.

"Alla grande, più tardi esco con Deo" risponde.

Ok, forse sono solo paranoico. Tutto sembra essere nella norma. Nel caso in cui ci fossero problemi, me ne occuperò domani, adesso devo andare a prendere Grace, la nostra cena ci aspetta.

"Va bene, io vado. Probabilmente poi tornerò qui con Grace" affermo.

Non che io abbia qualcosa di particolare in mente, solo nel caso in cui lei accettasse di venire qui, sarebbe carino che il mio appartamento fosse vuoto.

"Tranquillo, credo che farò tardi" risponde Niall che finalmente mi guarda.

Due occhiaie profonde contornano i suoi occhi e il mutamento in Liam è sempre più evidente. Cosa diavolo mi sono perso?

"Sei sicuro di star bene?" domando nuovamente.

Niall annuisce bevendo un sorso della birra posizionata sul tavolino.

"Sì, sono solo stanco"

Niall e l'aggettivo stanco non sono proprio compatibili, lui è una specie di accumulatore di energia infinita. Lui non è mai stanco.

Qualcosa è successo ora più che mai ne sono certo, ma è anche evidente che non ha voglia di parlarne, quindi non ha senso stare qui ad osservarlo mentre si rimbambisce davanti a quello stupido videogioco.

"Ok ciao, se hai bisogno sai dove trovarmi, a domani!"

Ritorno all'ingresso accompagnato dal saluto appena udibile del mio amico. Chiudo la porta alle mie spalle, controllando per l'ennesima volta l'orologio. Se tutto va bene sarò in ritardo di soli 5 minuti, posso ancora farcela.

Prendo l'ascensore fortunatamente vuoto e approfitto della discesa per avvertire Greg e Steve dei miei spostamenti. Ancora una volta mi hanno lasciato campo libero alla condizione di avvisarli.

Raggiungo il parcheggio sotterraneo e tempestivamente salgo in macchina. Spero non ci sia traffico, e spero che Grace sia tollerante nei miei confronti. Molte ragazze odiano i ritardatari, ma se lei fosse una di quelle allora, dovrebbe prendersela solo con sé stessa; è Lei la principale causa delle mie distrazioni.

Percorro le strade di Londra in velocità, senza mai superare i limiti stradali, so per esperienza che se dovessi prendere una multa, sarei lo zimbello del web per almeno due settimane e al momento non è fra le mie priorità.

Parcheggio velocemente, senza badare troppo alla correttezza e alla precisione delle manovre che ho eseguito. Scendo dall'auto e mi incammino all'ingresso sul retro; ormai è mia abitudine entrare da questo lato, credo che il portiere non si stupisca più della mia presenza qui.

Non faccio in tempo a fare un passo, che la risata di Grace riecheggia nelle mie orecchie e in tutto l'atrio del palazzo. Mi guardo intorno cercandola e quando la trovo il mio cuore perde un battito; è bellissima.

Sta ridendo, le sue labbra sono dipinte di rosso e i suoi capelli lasciati sciolti. Non devo osservare altro per percepire la sua bellezza e per far si che la mia voglia di raggiungerla il più velocemente possibile, si faccia spazio dentro di me.

Le mie gambe si muovono da sole e ben presto la raggiungo. Sta parlando con il portiere e a quanto pare, anche lui è rimasto coinvolto dalla sua travolgente personalità.

Non credo che travolgente sia l'aggettivo adatto; Grace non travolge, semplicemente ammalia completamente, servendosi della sua eleganza e della sua dolcezza.

È entrata nella mia vita in silenzio, agendo e facendosi spazio nella mia testa e nel mio cuore con una spontaneità tale, da stordirmi completamente.

Grace è questo, ed è mia.

"Ciao piccola" saluto soffermandomi vicino a Lei.

I suoi occhi si illuminano quando incontra il mio viso e le sue braccia automaticamente sono intorno al mio collo.

È una sensazione fantastica alla quale probabilmente non mi abituerò mai. Ricambio la sua stretta alzandola leggermente dal pavimento.

Il portiere ci guarda sorridendo e probabilmente lo farei anche io, se mi trovassi ad assistere a uno spettacolo come questo.

"Scusa per il ritardo" mi affretto a dirle, riportandola con i piedi sul pavimento.

Grace scuote la testa prendendomi per mano.

"Tranquillo, Rup ha saputo intrattenermi nell'attesa. Grazie Rup, buona serata"

Il portiere ha un nome e ha saputo intrattenerla.

Ora, io avrei mille modi in mente per intrattenere Grace e questi, affiancati alla persona di Rup, non mi piacciono. Non ho nemmeno il tempo di pensarci però, perchè Grace si sta già dirigendo fuori dal palazzo.

Non ho mai sperimentato la gelosia prima di incontrarla. Con Taylor era troppo facile, il suo obiettivo era proprio quello di farmi ingelosire, peccato che con questa consapevolezza, io non abbia mai preso sul serio i suoi tentativi. Adesso quindi mi trovo impreparato, mi sono trovato impreparato con Ashton, poi con Niall e anche con Jace.

Ok, con Jace avevo le mie buone ragioni, ma con Niall e Ashton? Assolutamente no! Eppure ci sono cascato in pieno, anche se probabilmente a Lei non lo ammetterò mai.

Perchè? Non lo so, non mi va e basta, dovrei essere io quello determinato e sicuro di me, lo sono sempre stato, quindi perchè cambiare proprio adesso?

Forse perchè sono già cambiato senza nemmeno rendermene conto, forse perchè la ragazza che mi sta sorridendo in questo momento, ne vale la pena.

Forse.

"Dove siamo diretti?" mi domanda salendo in macchina.

Faccio lo stesso, chiudendo le portiere con la sicura e mettendo in moto. Grace mi guarda divertita mettendosi comoda, pronta a ricevere quella risposta che non ho intenzione di darle.

Mi piace farle le sorprese, amo vedere l'espressione che si fa spazio sul suo viso quando apprezza quello che faccio per Lei e so per certo che nessuno mai, l'ha fatta sentire così. L'ultima sorpresa è stata un fiasco ed io ho intenzione di rimediare.

"Lo scoprirai quando arriveremo" rispondo immettendomi nella strada principale.

La nostra meta non è vicina, se tutto va bene dovremmo arrivare a destinazione fra un'ora, quindi dovrò trovare un modo per tenerla occupata, altrimenti mi riempirà di domande, ne sono certo.

"Perchè fai sempre il misterioso con me?" mi domanda guardandosi intorno.

Sorrido, cercando di non farmi distrarre troppo dalle sue gambe scoperte.

Diavolo sto veramente impazzendo, la voglia di Lei è alle stelle e ogni volta che la vedo rischio di impazzire. Sembra che faccia apposta a vestirsi così poco; in realtà è normale che si vesta in questo modo, è una ragazza ed è estate , c'è chi fa di peggio, lo riconosco. Kendall era ed è, una maestra in questo, ma l'effetto che mi fa Grace, è ben diverso.

Lei non è solo una bella ragazza, lei è la mia bella ragazza, quella in grado di annientarmi anche solo con uno sguardo.

Dannazione.

"Rettifico, perchè fai sempre il misterioso e il silenzioso?" chiede nuovamente.

Faccio un lungo respiro prima di risponderle.

"Perchè mi piace essere misterioso, se non lo fossi, tu non avresti la curiosità di conoscermi."

Grace mi guarda attentamente.

"Quindi è questo che fai a tutte le donne Styles"

Scuoto la testa allungando una mano fino a posarla sulla sua gamba. Grace rabbrividisce, stupita forse dall'iniziativa che ho appena preso e la cosa non fa altro che aumentare il mio compiacimento.

"Quindi Rup ha saputo intrattenerti" affermo.

Grace annuisce posando la sua mano sopra la mia. "Si, è un bravo ragazzo. Sai che fa questo lavoro da sempre? Suo padre era il portiere di quel palazzo prima di Lui, e suo nonno anche. E' incredibile"

L'ingenuità di questa ragazza è paragonabile a quella di Niall. Il mio pensiero corre immediatamente al mio amico; spero che stia bene, non gli ho mai visto quello sguardo prima d'ora e probabilmente ho sbagliato ad andarmene senza avere la sicurezza che fosse tutto ok.

Grace continua a parlare di Rup, per poi passare a Mad, al suo ritorno e anche a Jamie. Ancora una volta si è persa nel fiume di parole che è in grado di elaborare ed è bello vederla così, semplicemente spensierata e felice.

Credevo di aver fatto un casino a Parigi, io non avrei perdonato facilmente una mancanza di fiducia come quella che ho avuto io, nei suoi confronti. Grace ha saputo sorprendermi e capirmi ancora una volta e forse è per questo che mi trovo così bene con Lei, perchè è la parte di me che io non sono mai riuscito a trovare. Tendo sempre ad agire d'impulso, senza pensare troppo o a riuscire a trovare il controllo che invece Lei ha. E' una ragazza matura, e sono dannatamente fortunato ad averla al mio fianco.

Le parole che mi disse Mad all'inizio di questa conoscenza mi ritornano alla mente: "Lei è la cosa migliore che che ti potesse capitare nella vita Styles". Dalla mia vita ho tantissime cose positive; una famiglia nonostante tutto perfetta, degli amici straordinari e una carriera fantastica, ma forse anche Grace può essere aggiunta a questa lista.

Qualcosa è sempre mancato, qualcosa a cui non sapevo dare un nome e che forse a tratti scompariva; quando ero troppo occupato oppure quando stavo con le persone in grado di farmi dimenticare tutto il resto.

Spesso però al termine di un concerto, quando ho del tempo da dedicare a me stesso e mi trovo solo in una stanza, sento la mancanza di qualcosa, qualcosa che nemmeno la mia famiglia, i miei amici e nemmeno la mia carriera possono colmare. Non è una mancanza fisica, ma piuttosto una sensazione, alla quale per tanto tempo, non ho saputo dare un nome, ma che forse, adesso, sta prendendo le bellissime forme della ragazza che sta sorridendo al mio fianco.

"...Poi è arrivata Emily, non so se è il caso che ti racconti, probabilmente lo sai già e non sarebbe carino da parte mia insultare il tuo amico, ma onestamente e indiscutibilmente si è comportato da stronzo"

Ok, Emily, amico, stronzo. Grace che dice le parolacce, Emily che non si presenta a casa, facendo due calcoli lo stronzo dovrebbe essere Niall e forse ora è chiaro il suo mutamento troppo precoce in Liam.

"Cosa è successo?" domando tempestivamente.

Fortunatamente siamo vicini al ristorante in cui ho prenotato, credo che ci sia molto di cui parlare e non posso farlo mentre sono al volante.

Grace si guarda intorno affascinata e mi trovo a sorridere quando rivolge completamente il suo sguardo alla sua destra, dove il Tamigi sfocia nel mare del Nord. Amo questo posto, credo di esserne rimasto completamente affascinato la prima volta che mio padre mi ci ha portato; era un giorno qualunque e Gem voleva andare al mare, così Lui ci ha fatti salire in macchina e chi ha portati qui.

Le luci e i riflessi dell'acqua, il sole che tramonta all'orizzonte, rendono tutto più magico e sapevo per certo che lo sarebbe stato ancora di più, in compagnia di Grace.

"Harry è stupendo"

Tu sei stupenda Grace, tu e tutto quello che ti riguarda. Il mio cuore batte forte e la mia mente sta cercando le parole giuste per esprimere quello che sento. Non le trovo, le sto cercando da tanto tempo, forse inconsapevolmente o forse nella totale consapevolezza. La verità è che ho una dannata paura a dar luce a quello che penso; ho paura di non essere all'altezza, di essere soltanto in preda ad una magia momentanea che poi svanirà insieme a Lei, con la sua partenza e il suo ritorno a Parigi.

Non ho chiare le sue intenzioni e non ho nemmeno voglia di venirne a conoscenza dal momento che forse, potrei rimanerne deluso o con più probabilità, completamente impreparato.

Siamo arrivati a destinazione, il ristorante dalle grandi vetrate si erge luminoso vicino a noi, ma ancora una volta è Lei ad attirare tutte le mie attenzioni. E' scesa dalla macchina non appena mi sono fermato per poi avvicinarsi al muretto che divide il posteggio, dal fiume.

E' quasi buio ormai, e il sole tramonterà a breve.

Scendo a mia volta, chiudendo la macchina ed appoggiandomi al cofano. Non voglio disturbarla, non voglio interrompere lo spettacolo che sta osservando e nemmeno privarmi dello spettacolo che Lei sta donando a me.

Grace si volta lentamente nella mia direzione, pensavo sarebbe rimasta a contemplare il tramonto completamente, ma evidentemente mi sbagliavo. Sta camminando verso di me, e non ha perso di vista il mio sguardo nemmeno per un secondo; ancora una volta sono completamente pietrificato dai suoi occhi.

Lascio che mi raggiunga, in attesa della sua reazione o di qualsiasi altra cosa; sono nelle sue mani e tutta la mia determinazione nell'avere il controllo della situazione da ora in poi, va a scomparire nel momento esatto in cui le sue labbra sono sulle mie.

E' un bacio dolce, un bacio appena accennato, ma in grado di scatenare dentro di me milioni di sensazioni che ancora una volta, mi portano alla ricerca di parole. Parole per descrivere, parole per capire o per spiegare, ma cosa servono le parole quando quello che provo è abbastanza, da travolgermi completamente?

La fronte di Grace è appoggiata alla mia, amo guardarla da questa distanza, amo perdermi nei suoi occhi così profondi, totalmente privi di quei muri, che si è sempre costruita intorno. Avvicino il suo corpo al mio posandole le mani suoi fianchi.

"Cosa mi stai facendo Harry?" mi domanda quasi in un sussurro.

Forse non sono l'unico che è alla ricerca di spiegazioni, descrizioni o parole, forse siamo talmente simili, in questo momento, da non aver bisogno di nulla ad eccezione di noi.

Avvicino nuovamente le labbra alle sue, prendendole il viso fra le mani e baciandola con quanta più dolcezza riesco ad esprimere. Grace asseconda i miei gesti, approfondendo il contatto stupendo e allacciandomi le braccia intorno al collo. Sto bene, sto incredibilmente bene, talmente bene da non essere più in grado di gestire niente.

I miei ritardi sono stati tanti, forse troppi in questi anni, ma forse sono serviti per arrivare a questo, per arrivare a Lei e riuscire a godere a pieno, queste sensazioni magiche, che provo per la prima volta.

"Penso la stessa cosa che tu stai facendo a me" ammetto guardandola.

E' l'unica spiegazione che ho, l'unica soluzione logica che trovo. Sembra bastarle perchè mi sta sorridendo e vorrei scattarle una foto, per immortalare questo momento.

La prendo per mano, dirigendomi all'interno del ristorante. Il cameriere ci conduce al nostro tavolo e mi affretto a sedermi senza dare troppo nell'occhio. Non voglio che qualcuno ci riconosca, ho intenzione di passare questa serata tranquillamente.


GRACE'S P.O.V

Non riesco a smettere di guardarlo e nemmeno di sorridere; il flusso di parole e di pensieri che possedevo fino a qualche minuto fa, è completamente scomparso.

Ha fatto tutto questo per me, continua a fare cose per me, come se sapesse quello di cui ho bisogno, in ogni situazione. Ho pensato a Lui per tutto il giorno, forse sono arrivata anche a pentirmi di non averlo seguito a casa sua, ma questo mi fa capire che ne è valsa la pena; l'attesa di vederlo, di ringraziarlo per quello che è diventato e tutto quello che riesce a darmi per farmi sentire importante, stanno diventando la quotidianità, la stessa alla quale, non sono certa di riuscire a rinunciare.

Stasera è particolarmente bello. Mi piace incredibilmente con la bandana e se possibile i suoi occhi sembrano ancora più verdi.

Trascorriamo la cena chiacchierando tranquillamente, il cibo e ottimo e l'atmosfera rende tutto, ancora più bello.

Avrei mille cose da dirgli ma ogni volta che lo guardo riesco solo a perdermi e tutto quello che succede intorno a me, dall'esame a Niall, dalla mia preoccupazione, alla fine di questa storia, passa in secondo piano.

Forse è per questo motivo che le persone preferiscono buttarsi, agire senza pensare con il rischio di sbagliare, perché fermandosi a riflettere troppo, si rischia di perdere tanto; principalmente tempo e entusiasmo, affogando nei dispiaceri, preferendo lo stallo, al movimento.

Harry sa vivere, me lo ha insegnato e sono certa che da ora in poi sarò in grado di farlo anche io.

Usciamo dal ristorante e la luna è ormai alta nel cielo. Non ho idea di che ora possa essere, quando sono in sua compagnia tutto cambia in modo talmente veloce, da non riuscire più a percepire nulla, al di fuori di noi.

"Facciamo una passeggiata?" mi domanda prendendomi per mano.

Annuisco, lasciandomi guidare da Lui e dall'atmosfera leggera e accogliente che si è creata.

Passeggiamo sul molo silenziosi, scambiandoci degli sguardi e dei sorrisi di tanto intanto. Le parole non sembrano dar cenno di voler tornare, e per una volta non mi sento in imbarazzo o in difetto; va bene così.

"Sei sicura di star bene?" mi domanda Harry avvicinandosi ad una panchina.

Mi siedo al suo fianco, prendendomi qualche minuto per osservare il Tamigi che scorre lento e scuro vicino a noi.

"Credo di non essere mai stata meglio" ammetto guardandolo.

"Vieni qui" dice indicando le sue gambe.

Mi alzo volentieri, incurante del fatto che potrei essere pesante, agendo solo egoisticamente e spinta dalla voglia di stargli il più vicino possibile.

Mi stringe stretta a se e io mi lascio cullare dal suo abbraccio, rifugiandomi nell'incavo del suo collo e inspirando il suo profumo.

"Sei sempre convinta di non voler venire con me ad Amsterdam?"

Rimango nella mia posizione, godendo del calore che il suo corpo sprigiona. Se dovessi seguire il mio cuore partirei ora, credo che sarei in grado di seguirlo in capo al mondo, e la cosa è tanto allettante quanto spaventosa.

"Venire a Amsterdam e privarti di tutte le cose che una città come quella, può offrirti? Sarebbe egoista da parte mia Harry".

Sto cercando di ironizzare, nonostante il pensiero di Harry circondato da donne mezze nude nei tipici locali Olandesi, mi è balenato alla mente più volte. Nessuno può assicurarmi che, quando è lontano da me, non cada in tutte le tentazioni a cui è sottoposto continuamente; ma sarebbe stupido da parte mia basarmi solo su questa non fiducia o paura che sta iniziando a farsi spazio dentro di me.

Se voglio stare con Lui questi sono i compromessi ai quali devo scendere, e per un motivo a me conosciuto, sento di potermi fidare di Lui.

"Sarebbe egoista da parte tua, privarmi delle cose che tu, in una città come quella potresti darmi" sussurra al mio orecchio.

Boom. Boom. Boom.

Perchè lo fa sempre? Si avvicina, parla al mio orecchio con la sua voce roca e dice frasi ad effetto come questa. Mi farà morire un giorno di questi e io in tutta onestà avrei ancora delle cose da fare prima di morire, finire l'università ad esempio.

"Ti diverti a provocarmi non è vero?" domando. Non mi sposto, anche se so per certo che se incontrassi i suoi occhi, troverei soltanto malizia.

Harry ride accarezzandomi dolcemente la schiena.

"Si, lo ammetto. Ma davvero vorrei averti li, se non avessi un motivo valido come lo studio, potrei pensare di rapirti e portarti con me"

Sorrido lasciandogli un bacio sul collo. Harry stringe la presa su di me, e credo di non essermi mai sentita meglio prima.

"E' un motivo più che valido credimi. Molte cose dipendono da quell'esame; la fine dell'università, la soddisfazione personale e la possibilità di iniziare una carriera lavorativa. E' un passo importante, davvero" spiego.

So che probabilmente non riesce a capire questa mia necessità, ma se avesse vissuto con me quei momenti che mi hanno segnata così tanto, in passato, probabilmente capirebbe. Potrei rifarlo altre mille volte quell'esame, è solo uno, ed è l'ultimo passo che devo compiere prima della tesi e della fine del capitolo: Sorbonne. Ma non posso permettermi di cadere ancora una volta, di fallire e ricominciare da capo.

Da ora in poi voglio solo guardare avanti, continuare a percorrere la strada che ho deciso di intraprendere solo in salita, con l'unica concessione di fermarmi e guardarmi intorno.

Niente sguardi al passato o retromarce.

"A volte mi chiedo come sarebbe stata la mia vita se anche io mi fossi iscritto all'università" afferma dopo una pausa di silenzio.

Alzo la testa incrociando il suo sguardo; è la prima volta che mi parla della sua vita personale e sono incredibilmente curiosa.

"Cosa avresti fatto?" domando.

"Giurisprudenza. Ho sempre sognato di riuscire a difendere le persone, di riportare la ragione al posto giusto, quindi senza dubbio avrei voluto essere un avvocato."spiega. "Penso di averlo capito quando i miei genitori hanno divorziato; avevo più o meno sette anni e per me è stato un trauma. Non ho mai dovuto assistere a scenate o litigi fra loro, sembrava che andasse tutto bene e da un giorno con l'altro mi hanno comunicato la decisione che avevano preso. Ho pianto tantissimo, non era concepibile per me, una separazione del genere, ma con il passare degli anni mi sono reso conto quanto fosse necessario per loro. L'avvocato veniva spesso a casa e io mi perdevo ad ascoltare tutte le leggi che enunciava e tutte le spiegazioni che dava a mia madre. Lo vedevo come una persona in grado di sistemare le cose, anche se in realtà non ha fatto altro che definire il netto distacco fra i miei genitori."

Ha lo sguardo perso nel vuoto mentre parla e mai come adesso, Harry è davvero Harry.

Adoro il fatto che mi stia parlando di queste cose, che si stia aprendo con me come io ho fatto più volte con Lui. Dev'essere davvero difficile accettare una scelta come il divorzio dei propri genitori. Nonostante la maturità che penso di avere, ancora adesso sarebbe complicato per me, immaginare i miei genitori divisi, non insieme come gli ho sempre visti da quando sono nata. Sono pieni di difetti e probabilmente, per certi versi incompatibili, ma si amano e stanno bene insieme.

"Gem mi ha aiutato tanto. Eravamo io e Lei contro il mondo, forse è per questo motivo che ancora adesso siamo così legati. I nostri genitori non ci hanno mai fatto mancare nulla, sono sempre stati presenti e solo ora, mi rendo conto che la loro decisione è stata la più giusta, anche per noi due" continua.

Avrei molte cose da dire, molte domande da fargli, ma non voglio interrompere questa confessione. Mi limito a giocare con una ciocca dei suoi capelli, assecondandolo in silenzio e capendo ancora una volta, quanto può essere straordinariamente dolce il ragazzo che è qui con me, stasera.

"Il ventotto giugno saremo in Italia con il tour. So che devi studiare, che l'esame è importante e tutto il resto, ma vorrei che tu ci fossi." dice dopo una pausa di silenzio.

Mad mi aveva parlato della possibilità di partire con Lei. Ha una sfilata lo stesso giorno e io stavo valutando l'opzione di seguirla.

"Come mai proprio in Italia?" domando guardandolo.

Harry sorride prima di riportare lo sguardo su di me.

"Registreremo li, il dvd del tour e ci saranno tutti; i nostri genitori, i nostri amici e le persone importanti per noi, quindi vorrei che anche tu fossi li" ammette.

Non è normale che il mio cuore batta così forte, non è assolutamente normale che Lui sia così perfetto e incredibilmente sorprendente. Sono importante per Lui, me lo sta facendo capire in mille modi e io non trovo le parole per descrivere come mi sento.

Lo guardo semplicemente, mentre lui aspetta una diavolo di risposta da me. E' bellissimo, è stupendo, è incredibile, e io ...

"Grace, non sei obbligata, era solo un'idea, davvero..." interviene.

Gli poggio una mano sulle labbra sorridendo. Se pensa che io sia così folle da rinunciare a questa possibilità, si sbaglia di grosso.

"Ci sarò" rispondo.

Harry sorride, avvicinandomi ancor di più a se, facendo incontrare le nostre labbra. Mi stringo a Lui, approfondendo il bacio e infilando le mani nei suoi capelli.

Questo ragazzo è in grado di distruggermi, ha il completo controllo delle mie emozioni e io avevo deciso di smetterla, di impedire a qualsiasi persona al di fuori di Mad, di conoscermi così bene, ma ho fallito miseramente.

Io non sono in grado di essere diversa, di vivere di muri, di attenzioni e di tutelarmi. Sono destinata a questo, ad essere travolta dalle sensazioni e dalle emozioni in grado di farmi stare incredibilmente bene, ma allo stesso tempo, di distruggermi.

Harry avvicina ancor di più i nostri corpi, accarezzandomi la coscia e risalendo senza indugi sotto il mio vestito.

Milioni di brividi si sprigionano dentro di me e tutti i miei propositi, i miei principi vanno a farsi benedire in questo esatto istante. Non so se è amore, non so se sono innamorata di Lui, ma di certo quello che mi lega a Lui è forte, forse talmente forte da annebbiarmi completamente la vista.

Non voglio più aspettare, non ho ragione di aspettare e so per certo che i suoi occhi verdi che mi guardano in questo momento, mi stanno chiedendo il permesso ancora una volta.

Mi stringo maggiormente a Lui, baciandolo con passione. Non posso continuare a reprimere quello che sento, lui mi piace, moltissimo, e sarei un autolesionista ad aspettare ancora.

"Andiamo a casa" afferma guardandomi intensamente.

Casa? Scuola? Luna? Oceano? Dove vuoi Harry, basta che tu ci sia.

Annuisco semplicemente, alzandomi dalle sue gambe e incamminandomi con Lui verso la macchina. Sono incredibilmente agitata e non in grado di intrattenere una conversazione.

Arriviamo rapidamente al veicolo e Harry mi stringe a se ancora una volta, prima che io salga. Mi sta baciando e stringendo come non mai, siamo in un luogo pubblico e Lui è un personaggio pubblico. Sorrido nel bacio avvicinandolo a me ancora di più; mi sento una quindicenne che sta trasgredendo le regole e se avessi saputo che sarebbe stato così incredibilmente elettrizzante, avrei trasgredito le mie regole morali, molto tempo fa.

"Non arriveremo a casa se continuiamo così, lo sai vero?" mi domanda senza smettere di baciarmi.

Sorrido mordendogli il labbro inferiore. I suoi occhi sono immediatamente nei miei e quello che trovo è soltanto incredibile e assoluta, passione.

"Portami a casa Harry" sussurro sulle sue labbra.

Non perde tempo e tempestivamente sale in macchina mettendo in moto. Non so da dove deriva tutta questa mia intraprendenza; con Jace non ci sono mai riuscita, con nessuno in realtà, ma con molte probabilità nessuno mi è mai piaciuto come mi piace Lui.

Siamo per strada da mezz'ora ormai e nessuno parla. Harry ha posato la mano sulla mia gamba quando siamo partiti e non l'ha mai tolta; adoro il fatto che questa macchina abbia il cambio automatico.

Vorrei dire qualcosa, sono alla disperata ricerca di qualcosa nella mia mente, ma non ci trovo nulla se non Lui, ancora Lui, sempre Lui.

Sto impazzendo e la follia non mi è mai piaciuta così tanto.

Arriviamo al suo appartamento rapidamente; non so se Lui sia andato più veloce, oppure come spesso capita nel viaggio di ritorno, sia solo, una sensazione.

Dopo aver parcheggiato nel posteggio sotterraneo scendiamo entrambi dalla macchina. Lo raggiungo immediatamente e insieme ci dirigiamo all'ascensore.

E' libero e velocemente saliamo. Non faccio in tempo a guardarmi intorno che Harry mi attira immediatamente a se. E' questa la norma? E' questo che accade normalmente stando al suo fianco? E' questo che vuol dire sentirsi desiderate?

Credo di si, ed è incredibilmente bello. La salita verso il suo appartamento è fatta di baci, di sorrisi e di carezze. Sono al settimo cielo e vorrei tanto che Lui sentisse quanto il mio cuore batte in questo momento.

Raggiungiamo la porta quasi correndo e mi sento tanto stupida quanto piena di adrenalina. Sarei in grado di correre per mille miglia senza mai sentirmi affaticata.

Lui è la mia forza, la mia adrenalina, la sostanza che mi crea dipendenza e che non avrei mai pensato di voler assumere.

Siamo dentro il suo appartamento scarsamente illuminato e i miei occhi sono nei suoi. Il mio cuore batte forte e lui è vicinissimo a me.

Non mi sta abbracciando, nemmeno sfiorando e io mi chiedo cosa stia aspettando, perchè io non desidero altro se non questo.

Faccio un passo verso di Lui alzandomi sulle punte e avvolgendogli le braccia intorno al collo. Mi sta guardando con un'intensità che forse non gli ho mai visto, la stessa intensità che mi tiene legata a Lui, che mi impedisce di allontanarmi, di compiere un gesto, di pensare, di fare qualsiasi cosa.

"Sei importante per me Grace"

Non mi sta sfiorando ed è incredibilmente frustrante. La sua voce è troppo bella, le sue parole lo sono di più, e apprezzo il fatto che lui stia sottolineando ancora una volta che, quello che c'è fra noi, ha un senso e un valore.

Il mio discorso quella sera in discoteca deve averlo influenzato incredibilmente. Sta aspettando ancora una volta una mia conferma, quella che Jace non ha mai chiesto, e non ha mai dovuto chiedere.

Pensandoci adesso è assurdo, è totalmente assurdo, ma lo apprezzo.

Mi avvicino a Lui baciandolo ancora, con dolcezza, con estremo amore e desiderio, perchè lo desidero tantissimo e non c'è più motivo di aspettare. Harry asseconda i miei gesti, rimanendo però fermo.

Non può abbandonarmi proprio adesso, io non sono fatta per queste cose, per prendere l'iniziativa o altro.

Non smetto di baciarlo, passando dalle labbra alle guance, al collo e poi ricominciando da capo. Il suo petto si alza e si abbassa velocemente e le sue mani sono finalmente su di me. Mi stringo a lui, facendogli capire che sto bene, che ho incredibilmente bisogno del suo tocco, e di Lui.

Il mio cuore batte e i brividi corrono veloce dentro di me, sono elettrizzata, interamente persa nel turbinio di baci, carezze e ansimi che riusciamo a creare insieme.

Afferro il bordo della sua maglietta tirandola verso l'alto, Harry asseconda il mio gesto togliendosela completamente e lasciandola cadere a terra.

Mi prendo qualche momento per guardarlo in tutta la sua bellezza; non mi sono mai piaciuti i troppi tatuaggi, ma a Lui stanno benissimo; anche se non hanno un apparente senso, anche se coprono parzialmente la sua pelle, sorprendentemente liscia.

Le sue labbra sono sul mio collo, a lasciarmi baci umidi; delicati e profondi allo stesso tempo. Chiudo gli occhi aggrappandomi alle sue spalle, aggrappandomi a Lui che è senza dubbio l'imprevisto migliore che potesse capitarmi.

Mi solleva dal pavimento e immediatamente allaccio le gambe intorno al suo bacino. Il calore che il suo corpo sprigiona è incredibile, lui è incredibile e io sono incredibilmente persa di Lui.

Lo bacio ancora, ancora e ancora, non mi fermerei mai, sarei in grado di trascorrere così tutte le mie giornate, forse per sempre, senza indugiare sui pensieri inopportuni, sui se o sui ma, semplicemente vivendo ogni singolo istante come se potesse essere l'ultimo.

Mi fa sdraiare delicatamente sul suo letto; il suo profumo è ovunque, lui è ovunque. Nella mia mente, nel mio cuore, sulle mie labbra, sul mio collo, su di me.

Sono persa nei suoi occhi, nei suoi baci, nei suoi gesti così attenti ma allo stesso tempo, possessivi. Sono sua, senza possibilità di scampo, senza via d'uscita, intrappolata in questa fantastica storia e nel nostro castello luminoso.

Le sue mani corrono veloci al mio vestito, sollevandolo e scoprendomi completamente le gambe e la pancia. Mi sta guardando con attenzione, sta studiando ogni singolo particolare della mia pelle e amo che lo stia facendo.

Ho sempre odiato questo tipo di sguardi, quelli che non si curano del fatto che potrebbero essere troppo espliciti o alle volte fuori luogo, ma stavolta non importa; non importa se non sono perfetta come le ragazze alle quali è abituato, perchè lui, anche solo con uno sguardo, riesce a farmi sentire perfetta.

"Sei bellissima Grace" afferma sdraiandosi sul mio corpo.

Il contatto con la sua pelle è rovente e incredibilmente elettrizzante e ho bisogno di un contatto maggiore, di provare a me stessa che Lui è mio, tanto quanto io sento di essere sua.

I nostri baci si fanno più intensi, i nostri corpi vicini, sempre più desiderosi e caldi, ma qualcosa, o forse qualcuno, interrompe la magia del momento, suonando il campanello.

Harry si immobilizza, con il fiato corto, portando i suoi occhi nei miei in cerca di spiegazioni. Speravo che fosse un'illusione, il frutto della mia immaginazione e non della realtà, ma è evidente che mi sbagliavo, perchè il campanello suona ancora.

"Dimmi che non è vero" afferma Harry scuotendo la testa.

Vorrei poterglielo dire, ma il suono continua e Lui è costretto ad alzarsi. Si sistema i jeans che ancora indossa, prima di voltarsi nella mia direzione.

"Arrivo subito, vado ad eliminare chiunque ci sia dietro a quella porta, e torno" afferma prima di scomparire dalla mia vista.

Mi porto istintivamente le mani sul viso. Il destino sembra portarci nella direzione opposta a quella che io finalmente avevo deciso di intraprendere.

Sarà un avvertimento o un'incredibile beffa?!

Mi metto seduta, sistemandomi il vestito e cercando di riordinare i capelli per quanto sia possibile.

Delle voci provengono dall'ingresso, ma nonostante mi stia sforzando, non riesco a capire a chi appartengono.

Passi veloci e decisi si avvicinano alla stanza, la porta si apre e la voce di Harry fa eco nella stanza.

"Niall!"

È più un avvertimento che un suggerimento il suo, ma prima che io possa capire cosa diavolo sta succedendo, un Niall particolarmente euforico si lancia senza indugi sul letto di Harry facendolo sobbalzare.

Mi volto immediatamente verso Harry che indossa nuovamente la sua maglietta.

"Ciiiaooo Grace!" biascica Niall.

Bene, Niall è qui davanti a me, con gli occhi rossi, i capelli spettinati e visibilmente ubriaco. Avrei diversi motivi per essere arrabbiata con Lui, Emily in primis, ma come posso se Lui si presenta qui come un cucciolo disperato?

"Niall alza il sedere dal mio letto, ora. Che diavolo è successo Deo?" domanda un Harry piuttosto nervoso rivolgendosi al ragazzo moro dietro di lui.

Non so chi sia e non so nemmeno quando si sia smaterializzato qui.

Niall si allunga nella mia direzione fino a posare la testa sulle mie gambe. Mi sta sorridendo, è uno dei sorrisi ubriachi che Del mi ha rivolto milioni di volte e non posso fare a meno di ricambiare e lasciarlo fare.

"Niall" lo riprende Harry facendo un passo verso di noi.

"Tranquillo va tutto bene" lo rassicuro guardandolo.

Harry sospira passandosi una mano fra i capelli e tornando a rivolgere l'attenzione a Deo.

"Eravamo in un locale, andava tutto bene. Ha solo iniziato a bere un po' troppo, ho cercato di fermarlo ma è stato inutile. Voleva mettersi al volante da solo quindi ho dovuto riaccompagnarlo a casa, l'avrei portato da me se avessi saputo che eri qui Harry, mi dispiace" spiega il moro.

Harry annuisce tornando a rivolgere lo sguardo al biondo.

"Avevi ragione Grace, Emily se n'è andata, mi ha lasciato e fa male lo sai? Fa male qui dentro" afferma Niall indicandosi il petto.

Dovrei pensare che è quello che si merita, ma non ci riesco perché Niall mi fa tenerezza; so quanto fa male, è un dolore che nessuno dovrebbe provare.

"Vai pure Deo, ci penso io a Lui, grazie di averlo portato qui" dice Harry.

Il ragazzo annuisce e rivolgendo un ultimo sguardo a Niall, lascia la stanza. Harry lo segue in silenzio e io torno a guardare il ragazzo dagli occhi blu che mi sta sorridendo come un bambino.

"Sono stupido Grace, uno stupido, stupido"

Automaticamente gli sposto i capelli biondi dalla fronte; si, è uno stupido, ha lasciato scappare Emily facendola soffrire, non ha avuto il coraggio di dire a Erika che a casa qualcuno lo aspettava, disseminando disastri dietro di se, ma non posso non stare in pena per Lui.

Non so se domani si ricorderà qualcosa, ma spero che si svegli con le stesse consapevolezze che ha adesso.

Emily è un osso duro, ma sono certa che quello che prova per Niall sia forte, e forse abbastanza grande per riprovarci.

"Hai bisogno di dormire Niall" affermo.

Lui sorride ancora, annuendo e chiudendo gli occhi. Gli faccio un ultima carezza prima di poggiargli la testa sul materasso e lasciarlo solo.

Harry è sulla porta ad aspettarmi; guarda Niall con uno sguardo serio e preoccupato allo stesso tempo.

"Cosa è successo con Emily?" mi domanda quando lo raggiungo.

Gli faccio segno di seguirmi in salotto, non voglio disturbare Niall, ha bisogno di riposare, domani hanno un aereo da prendere e un concerto da affrontare.

Harry prende posto sul divano vicino a me, e io gli racconto tutto; di Parigi, di Erika, del mio ritorno a casa e dell'arrivo di Emily. Non sembra stupito dal mio racconto, come se già sapesse che quello che legava Emily e Niall non fosse soltanto un gioco, come entrambi volevano far sembrare.

"Ecco perchè non è tornato a casa ieri, ed è rimasto incollato a quel televisore per tutto il giorno. Chi l'avrebbe mai detto?" domanda Harry più a se stesso che a me.

Probabilmente non l'avrei detto nemmeno io, ma sono l'ultima persona a cui chiedere e la prima ad essere catapultata all'interno di qualcosa di totalmente inaspettato.

"Preferisco non farmi domande e dare la colpa o il merito al destino" rispondo.

Harry sorride avvicinandosi a me.

"Lo stesso destino infame che ci interrompe ogni volta?" domanda.

Ricambio il suo sorriso avvicinando le sue labbra alle mie.

"No, lo stesso fantastico destino che ci ha fatti incontrare" rispondo.

Harry sorride nel bacio stringendomi forte a se.

Sembra proprio che il destino stia facendo il suo corso, abbia improvvisamente deciso di cambiare le carte in tavola e di gestire completamente la mia vita.

Non so dove mi porterà, non so se tutto questo abbia un senso reale o sia soltanto un mezzo che mi porterà altrove, ma mai come adesso, amo indistintamente il destino che mi ha portato fra le braccia di Harry.


SPAZIO AUTRICE

Addio.

Vado ad infilare la testa sotto la sabbia come gli struzzi.


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