38. I'm a mess
Canzone per il capitolo: I'm a mess - Ed Sheeran
HARRY'S P.O.V
Il concerto è appena finito e io non posso più aspettare; devo vederla.
Per tutto il giorno non ho fatto altro che pensare a Lei, a guardarmi intorno nella speranza di intravederla fra la folla, negli studi televisivi, fra lo staff. Ho avuto la brillante idea di farle questa sorpresa, mettendo davvero a dura prova la mia resistenza.
L'attesa aumenta il desiderio, su questo non ci sono dubbi, ma nel mio caso aumenta tutto: la mia voglia di guardarla, di perdermi nei suoi occhi, di vederla sorridere e di stringerla semplicemente fra le braccia.
Non fa altro che sorprendermi, con le cose che dice e che pensa. Mi sta travolgendo con le emozioni che riesce a farmi provare e se il per sempre mi ha sempre spaventato, sentirlo uscire dalle sue labbra non è stato poi così male. Mi ha colto impreparato e non sapendo come comportarmi, l'ho semplicemente baciata.
Sembra aver funzionato, non ha aggiunto altro e io non ho avuto la necessità di esprimere quello che pensavo. Non so cosa penso, so solo che ho bisogno di vederla.
Scendo velocemente dall'auto ringraziando Steve, il mio nuovo autista. Salgo le scale del palazzo e stavolta la stanchezza o la difficoltà passano in secondo piano, al primo c'è sicuramente Lei.
Dovrei preoccuparmi delle sensazioni che mi provoca, dell'importanza che sta assumendo nella mia vita. Vorrei poterla avere sempre al mio fianco, poterla guardare da lontano e ritrovare la tranquillità che solo Lei riesce a darmi.
Rido di me stesso riflettendo sui miei pensieri, letteralmente diversi da quelli che avevo soltanto qualche settimana fa, ma ormai ci sono dentro, non posso e non voglio rimediare.
Grace è il patto più bello che io abbia mai stipulato.
Busso alla porta del suo appartamento e dei passi lenti si avvicinano alla porta.
"Ciao Harry!" esclama Erika con un sorriso invitandomi ad entrare.
Mi guardo intorno alla ricerca della mia ragazza, ma non la trovo. Forse è uscita e io ho fallito miseramente nel mio intento. Avrei dovuto chiamarla prima di piombare qui, ma in quel caso non sarebbe stata una sorpresa.
"Grace non mi aveva informata del tuo arrivo" continua Erika.
Mi sto comportando da maleducato e ne sono consapevole, non vorrei trovarmi nella spiacevole situazione di essere antipatico alle sue migliori amiche.
"Non sapeva del mio arrivo, è una sorpresa. E’ in casa?" domando.
Erika mi rivolge uno dei sorrisi più grandi che io abbia mai visto, forse batte quello di Niall, il che è tutto dire.
"Certo che è in casa! Sei sempre sicuro di non avere parenti stretti o lontani con caratteristiche o sembianze simili alle tue, vero?" mi chiede Erika guardandomi attentamente.
Niall stamattina mi ha parlato del suo entusiasmo travolgente e dalla sua espressione soddisfatta, immagino che abbia avuto modo di conoscere questa ragazza determinata, anche sotto altri aspetti.
"Sicuro" confermo sorridendo.
Credo che abbia capito la mia necessità impellente di vedere la mia ragazza. Mi fermerei volentieri a parlare con Lei, ma non adesso, non riuscirei comunque a prestarle attenzione.
Erika si incammina nel corridoio facendo cenno di seguirla. Obbedisco volentieri e mi fermo quando senza bussare apre la porta della camera di Grace.
A Londra si usa bussare, ma forse Erika, vuole solo rendere più credibile l'effetto sorpresa.
"Mérde!" esclama spalancando gli occhi.
La mia curiosità mi spinge a fare un passo avanti, a contemplare una scena che mi fa rabbrividire nell'immediato.
Un ragazzo muscoloso è sdraiato accanto a Grace sul suo letto e le tiene la mano. Tutto l'entusiasmo che mi ha accompagnato per tutta la durata della giornata, scompare, lasciando spazio a una sensazione strana, ma sicuramente non piacevole.
Grace incrocia il mio sguardo e scorgo sorpresa nei suoi occhi.
Peccato che non fossero queste le dinamiche della mia sorpresa, Lei non doveva essere nel suo letto con un ragazzo che non conosco nemmeno.
Diavolo, mi sento dannatamente stupido.
"Harry" sussurra mettendosi seduta.
E' visibilmente imbarazzata mentre lo scimmione fa lo stesso, senza perdere di vista il mio sguardo. Dovrebbe davvero smetterla di guardarmi in quel modo, quello infastidito qui sono io.
"Sorpresa" ironizzo.
Sorpresa un cavolo. Quello sorpreso sono dannatamente io mentre il fastidio che provo continua ad aumentare.
Mi da fastidio che Grace sia ancora seduta su quel dannato letto, troppo vicino al dannato scimmione.
Mi da fastidio che Lui stia guardando il dannato soffitto, ricoperto dalle dannate stelle a cui lei tiene tanto.
Mi da fastidio sentirmi così dannatamente geloso della mia dannata fidanzata.
"Je suis désolé!" esclama Erika attirando l'attenzione di Grace.
Lei scuote la testa alzandosi dal letto. Lo scimmione non da cenni di vita, sembra solamente imbambolato a guardare le gambe scoperte della mia ragazza.
Odio il fatto che lo stia facendo, odio il fatto che Lui non sia già sparito dalla mia vista, ma soprattutto odio non sapere, chi diavolo è.
"Calme, vous ne pouviez pas savoir. Tout va bien!"
Grace sta parlando in francese ancora una volta e nonostante il fastidio, la sua voce è musica per le mie orecchie.
"Harry Lui è Jace, Jace Lui è Harry" continua Grace facendo un passo verso di me.
Non mi sono mosso, i miei piedi sembrano essersi incollati al pavimento e a maggior ragione ora che so, che Lui è Jace, posso solo retrocedere, tornare sui miei passi e uscire da questa casa.
Per qualche strano motivo però non lo faccio, forse è l'espressione smarrita di Grace che mi tiene incollato qui, forse è il totale disinteresse che adesso sta rivolgendo nei confronti del suo ex ragazzo che fino a cinque secondi fa la teneva per mano nel suo letto.
Dannazione.
"Credo si giunto il momento di andare" afferma Jace.
Grace persiste nel guardarmi preoccupata, credo non abbia nemmeno sentito le parole di Jace e questo almeno un po' mi rincuora. Forse c'è una spiegazione per la sua presenza qui. Sapevo che avrebbero dovuto incontrarsi e chiarire, ma pensavo che Lei mi avesse informato, è così che funziona fra due fidanzati. Credo.
"Ti accompagno alla porta" afferma Erika sparendo nel corridoio seguita dallo scimmione.
Io e Grace non ci siamo mossi; entrambi ci guardiamo senza dire nulla e ho una dannata paura di sbagliare nel dare luce ai miei pensieri a voce alta.
"Mi dispiace" afferma Grace facendo un passo verso di me.
Le dispiace per non avermi messo al corrente? Per essere stata sorpresa qui con Lui o perché non si aspettava che io lo scoprissi?.
Non so cosa pensare, sono incredibilmente confuso e deluso. Tutta la voglia e la necessità di vederla sono svaniti quando ho visto le loro mani unite e non credo si tratti solo di gelosia, ma di capacitarsi del fatto che forse, non c'è abbastanza fiducia fra noi o abbastanza sincerità, in questo caso.
"Ok" rispondo semplicemente.
Grace fa un altro passo verso di me, non sembra convinta della mia risposta e sono consapevole del fatto che adesso sono io a scappare a non voler sentire nemmeno la motivazione della presenza di Jace qui.
Rivolgo lo sguardo al suo letto, alle coperte sfatte e una sensazione di gelo si impossessa di me. Devo sapere perché Lui era qui, devo sapere quello che è successo o la mia mente correrà dove non deve e da dove io, non avrò via di scampo.
"Mi dispiace" ripete Grace ancora una volta.
Non mi importa se le dispiace, voglio solo allontanarmi da questa stanza troppo piccola e bella, voglio allontanarmi da Lei e dalla delusione che provo nei suoi confronti.
"Torno in hotel" affermo voltandomi.
Spero che Jace se ne sia già andato, spero di non incontrarlo per le scale o meglio spero che Lui non sia qui fuori, in attesa che io mi allontani, per avere la possibilità di tornare da Lei.
"Harry aspetta"
Le parole di Grace alle mie spalle non sono sufficienti a fermarmi. Sembra uno di quegli stupidi film drammatici e io e Grace ne siamo stati i protagonisti per troppe volte da quando ci conosciamo. Mi sto comportando da immaturo forse, ma ho bisogno di metabolizzare quello che ho visto, prima di poterla affrontare senza dire cavolate o esagerare.
"Harry" ripete Grace con fermezza quando ormai sono sulla porta dell'appartamento.
Mi fermo e mi volto, ritrovando il suo sguardo convinto pronto ad accogliermi. E' incredibilmente bella con i capelli disordinati e anche se questa è l'ultima cosa a cui dovrei pensare adesso, il mio cervello riesce ad assimilare anche questa fantastica informazione.
"Usciamo" afferma sorprendendomi ancora una volta.
Ho appena assistito a una scena che non avrei mai voluto e Lei invece di darmi delle motivazioni o delle spiegazioni valide, vuole uscire. Vorrei che lei definisse cosa intende per uscire, ma nonostante tutto mi ritrovo curioso nel volerla seguire.
La osservo mentre indossa la felpa appesa all'appendino vicino alla porta e fa un altro passo verso di me.
È bella anche così, anche se sono preoccupato, anche se sono deluso e spaventato da quello che potrei sentire e dall'enorme fastidio che provo.
"Hai una felpa?" mi domanda cautamente.
La mia mente viaggia a ritroso nel tempo, alla sera della nostra prima uscita in pubblico, alle sue confessioni, al castello che inesorabilmente è cresciuto fino a diventare stabile e concreto. Lo stesso che proprio pochi minuti fa, ha rischiato di andare in frantumi.
Mi aggrappo a quei ricordi nel tentativo di trovare le certezze di cui ho bisogno in questo momento.
"Sì, ne ho una in macchina." rispondo.
Recupero il telefono e mando un messaggio a Steve, non dovrebbe essere lontano, sono passati solo pochi minuti da quando sono arrivato.
Grace mi guarda, osservando attentamente tutti i movimenti che compio. Mi sento a disagio, e vorrei poter allontanare l’immagine di Lei e Jace insieme almeno per un secondo.
Sono tentato di andarmene, lasciarla qui e terminare la serata in totale solitudine, ma ancora una volta, i suoi occhi mi rendono incapace di muovermi, come quella sera, quando avvolta nel suo vestito rosso, è entrata in punta di piedi nella mia vita.
Il mio telefono vibra, informandomi del fatto che Steve è qui sotto che ci aspetta.
“Andiamo” dico incamminandomi verso la porta.
Grace mi segue silenziosa; il fatto che Lei non mi abbia ancora detto nulla, mi preoccupa ancora di più. Che motivazione avrebbe di stare in silenzio se quello che ho visto è solo un malinteso? Basterebbe dirlo e io probabilmente le crederei.
No, non è vero, il fatto che Lei mi abbia tenuto all’oscuro del loro incontro non fa altro che insospettirmi sempre di più. In qualsiasi caso mi ha mentito.
Steve ci aspetta fuori dalla macchina; è molto diverso da Greg, sorride più spesso e parla con più frequenza.
“Dove vi porto?” ci domanda una volta saliti nell’auto.
Non so dove stiamo andando, stiamo semplicemente uscendo. Dovremmo discutere, parlare, chiarire, ma Lei non parla, si stringe solamente nella sua felpa nera senza dire nulla. La sento lontana e più i secondi passano più mi pento di averle fatto questa dannata sorpresa.
Sarei nel mio letto adesso, a scambiarmi sms con Lei, probabilmente; ma in quel caso forse, non avrei mai scoperto la verità.
“Alla Quai Branly per favore” risponde Grace.
Si sposta nel sedile vicino al mio ma non riesco a guardarla. Più Lei si avvicina, più l’idea che sia successo qualcosa in quella stanza diventa viva in me. Non sopporto i tradimenti, non li ho mai sopportati e io adesso potrei esserne il protagonista.
Mi sono fidato di Lei, ho lasciato che entrasse nella mia vita, che scoprisse una parte di me che in pochi hanno avuto modo di vedere e queste sono le conseguenze. Forse per Lei è sempre stato questo, un semplice patto per comparire sulle pagine dei giornali.
Ci aveva scherzato quella sera al ristorante, dicendo che nessuno mi assicurava che Lei non stesse semplicemente recitando una parte, e io non ho voluto crederle; non ho messo in dubbio nemmeno per un istante la verità che leggevo nei suoi occhi e ho dannatamente sbagliato.
Steve si ferma qualche minuto dopo, interrompendo il mio flusso di pensieri.
“Non credo sia il caso, questo è un posto molto frequentato” interviene Steve.
Mi guardo intorno e alla nostra destra la Tour Eiffel si innalza luminosa, donandomi un po’ di quella serenità che Grace ha fatto si che io perdessi.
“Va bene, abbiamo le felpe. Grazie del passaggio, ti scrivo quando avremo finito” rispondo aprendo la portiera e scendendo dalla macchina.
Se devo affrontare questa situazione ho bisogno di un posto del genere, ho bisogno di qualcosa che mi ricordi quanto ho sbagliato a fidarmi di Lei, a buttarmi a capofitto in una relazione. Non sono mai stato bravo in queste cose, le ho evitate con tanta accuratezza per vari motivi, e la possibile delusione che potevo trarne, è una di queste.
Grace si affianca a me e osserva attentamente la fantastica struttura che si innalza imponente davanti a noi. E’ ormai buio e le sue luci sono bellissime; avrei voluto venire qui in un altro contesto, magari mano nella mano con Lei, ma non è possibile.
“Vieni” afferma Grace incamminandosi a destra.
La guardo mentre alza il cappuccio della sua felpa, faccio lo stesso seguendola a distanza. Devo capire come gestire la situazione, come comportarmi con Lei e soprattutto devo cercare di non essere eccessivo.
Ci fermiamo poco dopo; abbiamo raggiunto una piccolo muretto sul quale Grace si siede. Alle nostre spalle c’è una piccola siepe e davanti a noi un giardino scarsamente illuminato. La Tour Eiffel è più lontana, ma la sua luce ci raggiunge comunque.
“Mi dispiace che tu sia arrivato proprio in quel momento”
La voce di Grace è diversa dal solito, sembra che stia dosando accuratamente le parole e il tono che sta utilizzando e questo non fa altro che innervosirmi ancora di più.
“Da quanto tempo va avanti?” domando evitando il suo sguardo.
Sento i suoi occhi su di me, ma non mi volto; so che riuscirebbe benissimo ad incantarmi ancora una volta, ma non glielo permetterò, non dopo che mi ha deluso così tanto.
“Harry non…”
La interrompo prima che la sua fastidiosa voce ricca di tristezza raggiunga la mia testa e mi faccia vacillare più, di quanto sta già facendo.
“Avete iniziato a sentirvi quando ti ha chiamato, oppure non vi siete mai lasciati Grace?” domando freddamente.
Non ho il coraggio di voltarmi, di incrociare quegli occhi nei quali avrei potuto perdermi per sempre.
“Harry guardami” esclama Grace.
Non ho intenzione di farlo, non le darò questa opportunità perché sono troppo arrabbiato con me stesso per essere caduto nella sua trappola. Ho rinunciato alla possibilità di incontrare altre ragazze, di divertirmi come ho sempre fatto solo per Lei e questo è quello che ho ottenuto.
No Grace, non ti guarderò.
“Se non fossi arrivato non l’avrei mai scoperto, vero Grace?” domando.
Grace si alza dal muretto velocemente, mettendosi in piedi davanti a me.
“Come puoi lontanamente pensare a una cosa del genere Harry?”
I suoi occhi sono lucidi, ma non mi importa. Per quanto ne so potrebbe essere davvero un’attrice. E’ riuscita a farmi credere di essere importante per Lei, di volermi al suo fianco sul serio e invece eccoci qui.
“Vi ho visto Grace, non ho nulla a cui pensare” rispondo.
Si volta a guardare la Tour Eiffel incrociando le braccia al petto. La troverei bellissima se non fosse che tutto ciò che mi trasmette in questo momento, è tristezza.
Ritorna nuovamente a guardarmi, visibilmente nervosa e infastidita.
“Da quando sei così superficiale? Da quando scappi come un codardo, invece di ascoltare quello che ho da dirti?”
Le sue parole echeggiano nell’aria, rompendo con forza tutto il controllo che mi ero imposto di avere.
“Io non sto scappando Grace, sto solo evitando di farmi del male. Quella che è sempre scappata sei tu e forse adesso mi è chiaro il motivo!”
Sto alzando il tono di voce, ma non mi importa, sono troppo infastidito dal suo comportamento, dalla forza che sta tirando fuori proprio adesso.
Cerco nuovamente il suo sguardo, la forza che Lei sta sprigionando nel tentativo di contrastare la mia, ma tutto quello che trovo sono due occhi ricolmi di lacrime.
Questo non l’avevo messo in conto, non avevo previsto una reazione simile da parte sua e nonostante io non voglia, non posso che percepire una stretta dentro il petto che mi spinge ad avvicinarmi a Lei.
“Perché piangi Grace?” domando controllando il mio tono di voce.
Non voglio ferirla; se le cose dovevano andare così, avrei voluto scoprirlo in un altro modo, ma non voglio che Lei soffra. E’ stupido, è davvero incoerente da parte mia, ma ho visto del buono in lei, che forse non è mai riuscita a riservare a me, ma che di certo a riservato alle sue amiche e soprattutto a Mad.
“Perché non è successo nulla con Jace. Ho cercato di dirti che ci saremmo incontrati, ma ogni volta che ci provavo, qualcosa mi impediva di farlo. Avevo paura che tu ti allontanassi da me o che non apprezzassi, nonostante io fossi consapevole del fatto, che non avevi nulla di cui temere, ma non ci sono riuscita. Pensavo di dirtelo dopo il concerto, quando ormai l’incontro c’era già stato, ma tu sei arrivato e dannazione mi dispiace”
Le lacrime continuano a scendere dai suoi occhi e per un momento mi sento incredibilmente stupido. Ho subito pensato alla spiegazione peggiore, dimenticandomi per un momento con chi ho a che fare da due settimane a questa parte.
Grace non è una semplice ragazza, lei è quella che si imbarazza quando la guardo, quella che arrossisce in continuazione, quella che parla senza riuscire a fermarsi e quella che senza che io me ne accorgessi, mi ha rubato il cuore.
“Perché era nel tuo letto Grace?”
Ho bisogno di sapere ogni dettaglio, per potermi liberare totalmente dal peso che sento dentro di me.
“Non lo so perché, sapevo che quella sarebbe stata l’ultima volta che ci saremmo visti e volevo che Lui capisse chi sono diventata senza di Lui. Volevo che Lui capisse quanto in realtà non mi conoscesse, e chi potrebbe essere se solo mettesse da parte il parere degli altri e le apparenze. Era solo un unico momento da condividere insieme e Lui mi ha preso la mano, ma non c’è stato nulla Harry. Odio il fatto che tu abbia potuto pensare una cosa del genere”
E’ delusa da me, lo vedo indistintamente, ma non ho potuto controllare la mia reazione. Non la conosco abbastanza, non abbiamo una relazione comune, basata sulla conoscenza reciproca nel tempo. Siamo semplicemente arrivati qui correndo, stravolgendo le nostre vite ed io non ero pronto.
“Mi dispiace, ma quando l’ho visto così vicino a te … Io non ho capito più niente. Mi hai stravolto la vita Grace, quella vera, quella di un ragazzo di vent’anni che non ha mai provato emozioni così forti in poco tempo e dopo le tue parole sul per sempre, trovarmi davanti agli occhi voi due, è stato davvero brutto”
Grace si avvicina a me guardandomi negli occhi. Sta ancora piangendo, ma tutta la tristezza che intravedevo prima, sta lentamente svanendo.
“Sei davvero uno stupido Harry Styles” dice prendendomi la mano.
La lascio fare, portando lo sguardo sulle nostre mani unite. Avevo bisogno di questo contatto per vedere le cose sotto la prospettiva giusta. Le loro mani unite non erano così belle, le nostre lo sono di più e credo lo saranno sempre.
“Sei tu che mi rendi stupido” ammetto poggiando la fronte sulla sua.
Per la prima volta da quando sono entrato nel suo appartamento, mi sta sorridendo, e se potessi fermerei il tempo adesso, raccoglierei la gioia che provo nell’averla ancora vicino a me, e la terrei in una boccetta, in modo da poter rivivere questo momento ancora e ancora.
“Stasera ho detto a Jace come stanno le cose, l’ho affrontato con una forza che non avrei mai creduto di avere e gli ho spiegato quanto sono felice a Londra, con Mad e con te. Lui non capisce, crede che io stia sbagliando, ma io non riesco a vedere questo sbaglio Harry. Vedo soltanto te, la mia voglia di correre, di tuffarmi, di viverti più che posso e sono felice”
Il mio cuore batte forte e sono certo che anche il suo sta facendo lo stesso in questo momento. Sono stato davvero stupido, mi sono isolato, ho preferito guardare all’apparenza piuttosto che provare a chiedere spiegazioni a Lei, forse perché fra le mie paure adesso, c’è anche quella di perderla.
“Quindi ho rovinato tutto” ammetto.
Grace sorride stringendosi il labbro fra i denti. La mia voglia di baciarla, di tenerla stretta a me, è ritornata in questo istante e nonostante io voglia sentire cos’altro ha da dirmi, non so per quanto ancora riuscirò a trattenermi.
“Credo che io abbia contribuito a rovinare tutto, tutta quella storia sul per sempre non mi ha aiutata, lo sai come funziona con me, i parto, viaggio corro e poi…”
Non le permetto di continuare, le prendo il viso fra le mani e la bacio. Voglio trasmetterle tutto quello che sento, tutte le emozioni che posso perché si merita tutte le cose belle che sono in grado di darle. Non pensavo di averne, ma da quando lei è entrata nella mia vita, so che posso davvero fare di più.
Posso correre da Lei dopo un concerto, posso stringerla fra le mie braccia e sentirmi dannatamente bene, posso pensare di volerla al mio fianco per tanto tempo, forse non ancora per sempre ma ci sono incredibilmente vicino e sono felice come non lo sono mai stato.
Grace ricambia il bacio con passione, stringendosi a me e approfondendo il contatto che ci lega.
La sollevo voltandomi e facendola sedere sul muretto. Grace stringe le gambe intorno ai miei fianchi e io mi faccio ancora più vicino, portando il suo corpo a contatto con il mio.
Milioni di brividi si diffondono in tutto il corpo e vorrei tanto essere in una stanza adesso, non davanti al simbolo architettonico della Francia, perché per quanto luminoso e bello possa essere, Grace lo è di più.
Lacrime salate scendono ancora dai suoi occhi e io mi trovo costretto ad allontanarmi per assicurarmi che vada tutto bene.
“Cosa ho fatto stavolta?” le domando con il respiro affannato.
Grace sorride ancora, asciugandosi velocemente le lacrime.
“Quello che fai sempre Harry”
Sono sempre più confuso, ma va bene così. Va bene esserlo se è Lei a confondermi, va bene se posso tenerla al mio fianco senza avere paura, che qualcuno possa portarmela via, va bene se riesce a farmi sentire così vivo e entusiasta, dopo una giornata dura e stancante come questa.
“Mi rendi felice” sussurra sulle mie labbra.
E tutto quello che vedo è Lei, i suoi occhi lucidi e il suo sorriso fantastico; basta questo per rendermi conto che il per sempre è molto più vicino di quanto pensassi.
SPAZIO AUTRICE
Capitolo scritto di getto e totalmente diverso da come l’avevo immaginato. Non so se ha senso, ma ho paura di rileggerlo, credo che altri mille dubbi si farebbero spazio dentro di me, quindi preferisco lasciarlo così com’è e lasciare a voi la possibilità di giudicarlo.
Le visualizzazioni continuano ad aumentare e io non vi ringrazierò mai abbastanza.
#sietespeciali
A presto! Greta <3
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