22. Something great
HARRY’S P.O.V:
Niall è in ottima forma, forse quello che meglio di tutti noi, riesce a contrastare la stanchezza e lo stress del tour. Normalmente ogni volta che abbiamo una pausa, passo il mio tempo a dormire; torno a casa e semplicemente dormo, nella mia vecchia stanza, con le mie vecchie cose, per ricordare la mia vecchia vita.
Mi manca da morire, mi manca poter stare con la mia famiglia quando voglio, mi manca semplicemente uscire in giardino a parlare con mia madre o con mia sorella. Mi mancano tutte quelle cose normali che adesso come adesso, stanno diventato rare e preziose. E’ questo il motivo per cui, sono pochi i momenti che trascorro in questo appartamento, ma stavolta è diverso, stavolta c’è Grace.
Domani passerò la giornata a casa, come un tempo e sono certo che dovrò rispondere all’interrogatorio che le donne più importanti della mia vita mi faranno; è difficile che io rimanga a Londra, loro lo sanno, a meno di un evento a cui dobbiamo per forza partecipare. In questo caso tutto è dipeso da Grace; avrei potuto tornare a casa dopo l’ultimo concerto a Wembley, ma ho preferito rimanere qui e conoscere Lei.
Ne è valsa la pena. Ne è valsa davvero la pena, perché mi sento come a casa, l’unico posto che indipendentemente da come andranno le cose, mi accoglierà sempre.
“Domani torni quindi?” mi domanda Niall.
E’ appena uscito dalla doccia e si aggira indisturbato in mutande nella mia camera, in cerca di qualcosa nell' armadio.
“Si, ma tu cosa stai cercando nel mio armadio?”
“La maglia che ti avevo prestato il mese scorso” risponde.
Non mi ricordo nemmeno di avergli chiesto una maglia in tutta onestà, ma non mi disturba il fatto che stia cercando nei miei armadi, basta che quando ritornerà in salotto, sia vestito.
“Tu resti qui?” domando.
Si può dire che questo appartamento sia più suo che mio, è Lui quello che ci passa più tempo e non mi dispiace. Mi piace questo posto, è accogliente e rilassante, mi dispiacerebbe se restasse inutilizzato totalmente e mi fido abbastanza di Niall, da lasciare che lui stia qui senza la mia presenza.
“Si, i miei sono ancora in vacanza quindi non avrebbe senso tornare a casa. Porto a casa Emily ok?” mi chiede facendo per uscire dalla stanza.
Annuisco seguendolo. La sua relazione con Emily è strana, davvero strana e a tratti incomprensibile anche per me. Sono l’unico ad esserne a conoscenza per ovvi motivi, visto che sono quasi sempre qui quando si vedono. Sono certo che anche Louis abbia capito qualcosa, lui capisce sempre tutto e non mi stupirei se avesse le risposte alle mie domande, pur non essendo stato messo al corrente. Ho provato a capirci qualcosa, Niall sembra più rilassato quando Lei è qui, ma allo stesso tempo non sembra mancarle quando siamo in tour. Si sentono di rado, però per qualche strano motivo, portano avanti questa specie di relazione che hanno da 4 mesi ormai.
Raggiungiamo il salotto e come avevo immaginato Emily ha provveduto a fare gli onori di casa al posto mio. Mi sta simpatica, è intelligente e non invadente, non sono infastidito quando gira per casa e più di una volta ho avuto delle conversazioni interessanti con Lei. E’ molto generosa e soprattutto paziente, visto che ha a che fare tutti i giorni, con l’uragano Mad. Non oso immaginare cosa subirebbe se Mad dovesse scoprire del rapporto che hanno Lei e Niall; credo che impazzerebbe o qualcosa del genere.
“Sei sempre un pessimo padrone di casa, Haz” osserva Emily raggiungendo Niall all’ingresso.
“Hai ragione Em, ma so che tu sai essere più ospitale di me, quindi sono certo di aver lasciato Grace in ottime mani”
Sono un genio in queste cose, ma so per certo che Emily non ci casca. Se non ci fosse Grace probabilmente mi avrebbe già mandato a quel tal paese, ma si è limitata a scuotere la testa con disapprovazione.
“Noi andiamo, ciao Grace, ci vediamo dopo se sarai ancora qui, altrimenti alla prossima!” afferma Niall.
Niall è davvero una frana in queste cose, ma credo che anche Grace l’abbia capito ormai visto che si limita a ricambiare il saluto e a salutare Emily.
“Trattala bene Haz” mi avverte Emily prima di chiudere la porta alle sue spalle.
Non mi da il tempo di ribattere, sa per certo che lo farei. Credo che sia la decima persona che mi avverte, hanno tutti questa cattiva opinione di me? Non sono un santo, ma nemmeno quello che troppi media fanno figurare, e Emily dovrebbe saperlo ormai.
“Ha ragione Emily, sei un pessimo padrone di casa” osserva Grace avvicinandosi a me.
Eccola qui la ragazza con cui mi sento a casa. Questo appartamento non mi è mai stato tanto famigliare come adesso e so per certo che è tutto merito suo e della sua straordinaria semplicità. Sembra essersi totalmente ripresa dall’imbarazzo e nonostante sia davvero carina quando le sue guance si tingono di rosso, il suo lato divertente è sempre ben accetto.
“Mi scusi signorina, spero che possa perdonarmi. Se vuole può accomodarsi sul divano, desidera qualcosa da bere o mangiare?”
Dico tutto ciò portando una mano dietro alla schiena; sono ridicolo, me ne rendo conto, ma la risata che ho in tutta risposta, unita al movimento grazioso di Grace che si dirige verso il divano, appagano qualsiasi stranezza.
Mi affretto a raggiungerla sedendomi al suo fianco.
E’ strano, davvero insolito avere qualcuno qui. Nonché non abbia mai portato ragazze nel mio appartamento, su questo divano o nella mia camera da letto. Non credo che Grace raggiungerà la mia camera da letto oggi, non che io non lo voglia, lo vorrei eccome, ma probabilmente non è il caso. Potrei spaventarla, anche se non sembra restia alle mie attenzioni.
Dannazione questa ragazza mi fa pensare troppo e quando penso, per la maggior parte dei casi, faccio la cosa sbagliata.
“Harry”
Grace mi riporta qui, sul divano vicino a Lei, ha lo sguardo rivolto alla vetrata, e sembra persa nei suoi pensieri. Fino a due secondi fa stava ridendo con me, e adesso è totalmente nel suo mondo, ancora una volta. Spero di riuscire ad entrarci un giorno, so che non abbiamo molto tempo a disposizione, ma vorrei poter capire cosa la porta via da me in così poco tempo.
“Che tipo di relazione hanno Emily e Niall?” mi domanda prima che io possa parlare.
Non mi sta guardando e so per certo che non è un buon segno. Solitamente mi guarda dritta negli occhi ed è una delle cose che mi piacciono di più in Lei. Sono poche e rare le persone che mi guardano negli occhi mentre parlo, e oltre ad essere un sinonimo di sicurezza, è anche uno dei mezzi che mi permettono di aumentare la confidenza con quella persona.
“In tutta onestà non lo so. Non so nemmeno se è una relazione la loro, so che si frequentano, di rado, ma che si divertono quando sono insieme. Insomma, quella che se vogliamo dare un etichetta, ha le caratteristiche di una relazione aperta. Emily ti ha detto qualcosa?”.
Grace riporta lo sguardo nella mia direzione e gliene sono profondamente grato.
“No, sono che non è una relazione e che preferirebbe se non lo dicessi a Mad visto che non è nulla di serio” risponde.
E’ vero, non lo è, ma sembra che questa risposta a Grace non convinca pienamente.
Resta in silenzio e mi sento in dovere di dire qualcosa; credo si aspettasse una risposta diversa, qualcosa di più e non voglio che lei abbia una cattiva opinione di Niall o di Emily, sono entrambi due belle persone ma con due vite totalmente diverse. Forse non riesce a capirlo, immagino che non riesca a farlo, ma nonostante tutto, credo loro facciano bene. Io farei lo stesso, l’ho fatto più volte in passato.
“So che suona strano ma quando sei in queste circostanze è difficile mantenere una relazione o instaurarne una nuova. Siamo sempre in tour, a mille chilometri da qui e per quando la tecnologia adesso aiuti, non è lo stesso. Zayn, Louis e Liam sono un’eccezione, ma glielo vedo scritto in volto quanto è difficile. Quando è terribile contrastare la lontananza quando sei circondato da milioni di distrazioni. Sono sincero Grace, farei lo stesso anche io. Niall è molto simile a me e siamo giovani, siamo circondati da ragazze 365 giorni all’anno che ci si buttano addosso come api sul miele e preferisco qualcosa del genere, piuttosto che una relazione stabile fatta di continui litigi o difficoltà. Adoro Emily e sarei felicissimo che loro stessero insieme davvero, ma se non è successo dopo 4 mesi, vuol dire che non doveva succedere. Sono scelte che si fanno in base a come si è, e questo è quello che penso.”
"Oh"
Questo é tutto quello che dice mentre guarda in basso. Non so cosa le stia succedendo ma non mi piace la sua reazione. Sembra nervosa ma soprattutto é lontana anni luce da me, nonostante la distanza fra di noi sia ravvicinata.
"Tutto bene Grace?" domando cercando la sua mano con la mia.
La trovo, ma prontamente Grace la allontana e si alza in piedi.
"Quindi anche tu lo fai, quello che fanno Niall e Emily intendo"
Merda. Merda. Merda.
Quando penso sbaglio sempre, ma é evidente che anche quando agisco d' istinto, combino casini e lei ovviamente ha inteso sbagliato. Diavolo ha inteso sbagliato perché ho parlato in modo sbagliato.
"Si, l'ho fatto in passato ma non lo sto facendo adesso, non con te" rispondo guardandola negli occhi.
É totalmente, incondizionatamente, lontana da me e sono davvero infastidito. Non mi piace che stia pensando quello che sta pensando e so anche che, tutto quello che ho detto, é carne al fuoco per alimentare la distanza che sta tenendo da me, dai nostri occhi, dalle nostre mani, da noi.
La suoneria del suo telefono attira la sua attenzione. In realtà credo che sia tutto quello che stava aspettando, un'ulteriore distrazione per allontanarsi da me e stavolta non sono mentalmente, ma anche fisicamente.
"Vado a controllare" dice prima di scomparire e raggiungere l'ingresso.
Dovrei trovare una soluzione prima di parlare, perché é evidente che ogni volta che lo faccio, dico le cose che non dovrei dire. Non so nemmeno cosa dirle adesso, perché non so spiegare o darle una motivazione valida per cui, con lei, non mi sognarei mai di avere una relazione aperta o qualsiasi altra cosa simile.
Torna in salotto con in mano il suo telefono ed é visibilmente nervosa.
"Ehm, devo tornare a casa, é urgente"
"Grace, per favore..."
Mi alzo e mi avvicino a Lei, non voglio che se ne vada, non con quello scudo che riesco ad intravedere dietro ai suoi occhi.
"É davvero urgente Harry"
Ha uno sguardo che riesce a pietrificarmi, proprio come quella sera, quando mi stavo avvicinando a loro alla festa, e lei pensava che io fossi Liam.
"Va bene. Ti accompagno"
Non servirebbe a nulla dirle qualcosa per trattenerla qui, e quella che fino a poco fa era diventata una casa accogliente adesso non é altro che un freddo e triste appartamento, dal quale non vedo l'ora di uscire.
Recupero le chiavi e mi dirigo alla porta. Grace mi segue in silenzio, vorrei tanto che lei dicesse qualcosa, che mi facesse delle domande per capire cosa sta succedendo ma non lo fa. Semplicemente mi segue, avvolta nei suoi muri che avevo tanto faticato ad abbattere.
Siamo di nuovo sull'ascensore ma tutto quel calore che avevo provato stando vicino a Lei, non c'é più; ci siamo io e Lei ai due lati opposti della cabina, io che la guardo senza riuscire a smettere, e Lei che inesorabilmente ignora il contatto di cui ho bisogno.
Raggiungiamo in macchina e saliamo in assoluto silenzio. Non trovo niente da dirle, niente di concreto che possa cambiare le cose perchè davvero è quello che penso.
Si allaccia la cintura e immediatamente il suo sguardo raggiunge il finestrino. Non c'è nulla da vedere fuori, siamo in un garage sotterraneo compotso per gran parte di cemento, ma immagino che per Lei sia più interessante in nulla, rispetto a me.
Metto in moto e parto; non sono nervoso, solamente agitato. Vorrei tanto poterle dire che sogno una relazione stabile, che è quello che sto cercando, ma non è quello che voglio. Non voglio nemmeno il nulla, credo che lei non possa mai darmi il nulla, perchè inevitabilmente lei, con uno sguardo, riesce a darmi tanto.
Doveva essere solo un patto questo, non avevo programmato le conseguenze e nemmeno il mio futuro. Non l'ho mai fatto e non ho intenzione di farlo adesso; l'unica cosa certa nella mia vita è la mia famiglia e per ora questo tour che durerà fino ad Ottobre, per il resto non so nulla.
Le strade sono poco affollate e in poco tempo raggiungiamo l'appartamento di Mad. Non c'è nessuno nella via sul retro ed è meglio così, non ho intenzione di terminare così la giornata perchè non ha senso e non mi piace.
Non doveva andare così.
"Allora ciao, buon viaggio e buon tour"
Interrompe così il silenzio fastidioso che si era creato e preferivo di gran lunga quello, a questa risposta fredda. Ha già una mano sulla portiera pronta ad uscire e odio il fatto che lo stia facendo.
"Non farlo Grace"
Suona più come una supplica, ma sembra funzionare perché le sue attenzioni sono tornate nuovamente su di me.
"Cosa Harry?" domanda spostando nuovamente lo sguardo da me.
"Non allontanarti così, non dopo che siamo riusciti ad essere così vicini. So che suona male quello che ho detto, ma sono abituato ad essere sincero e quella é la realtà. Ma non voglio questo per me e te, non avere dubbi e non allontanarmi così tanto"
Il suo sguardo ritorna su di me e sembra essersi addolcito. Qualcosa non va però, e vorrei tanto tornare a 27 minuti fa e cancellare tutto quello che ho detto.
"So che sono stupida e so anche che la mia mente corre troppo velocemente Harry, ma per me non esiste ok? Non esistono le mezze misure, non esistono le mezze amicizie e nemmeno le mezze relazioni. Non sono in grado di gestirlo e non posso provare a farlo stavolta, nonostante io abbia deciso di buttarmi tuffarmi, o quello che avevo pensato di fare, perché non si tratta più di vivere, ma inesorabilmente di soffrire. Non voglio e non pretendo nulla da te, non voglio obbligarti a niente e so che é tutto fuori luogo ma non ce la faccio. Mi stai dando tanto e io semplicemente l'ho preso, senza contare le conseguenze o pensarci troppo. Ho preso tutto e l'ho messo nel castello senza provare a capire o affrontare la realtà. Forse non sono fatta per i patti e forse, ho davvero preteso troppo da me stessa. Non sono in grado di vivere alla giornata e con te pensavo di esserci riuscita ma é evidente che mi sbagliavo. Abbiamo fatto un patto e lo rispetterò, ho solo bisogno di assimilare la cosa e capire come comportarmi. Sono pessima in queste cose, scusami"
Lei non é lontanamente pessima, ne adesso ne mai e io sarei davvero un pazzo a farla scendere da questa macchina così, con questi pensieri per la testa.
"Grace non sei l'unica ad essere confusa, non so cosa ci sta succedendo ma questo da parte mia non é più un patto. Penso davvero tutto quello che ti ho detto in questi giorni, non ho finto e non sono solito comportarmi così. Con te però mi viene naturale e giuro che il castello nella mia testa é praticamente ultimato, nonostante io stesso penso sia assurdo. Non so davvero dare un nome a questo, ma non diventerà mai una mezza misura o un mezzo qualcosa. Non lo é stato dall'inizio e non lo sarà, non voglio che lo diventi. Solo non allontanarti da me, perché é evidente che qualcosa stia succedendo qui e mi piace Grace, mi piaci tu e mi piace stare con te. Non so dove stiamo andando o dove arriveremo ma non voglio che pensi a questo, perché non é così, nonostante io faccia davvero schifo a dare delle spiegazioni o ad essere convincente."
Sono senza fiato quando smetto di parlare e probabilmente é dovuto al fatto che ho parlato dannatamente veloce, cosa che non sono abituato a fare. Grace però mi sta sorridendo e finalmente i suoi occhi sono ancora nei miei, senza paura di esserci.
"Ok, ci proverò. É difficile per me, sentirmi così diversa da prima, o forse così bene rispetto a prima Harry. Probabilmente sono esagerata e ti spaventerò, ma essere così mi piace, nella consapevolezza che questo ha molti più rischi; buttarsi é più rischioso di trattenersi o proteggersi e io sono sempre stata abituata a farlo."
Non riesco ad immaginarmela diversa da com'è adesso, non riesco a vederla senza il suo sguardo spensierato che conosco a memoria e il suo sorriso dolce. Non voglio che si limiti, non voglio farla soffrire, non lo farò perché non sono nessuno per farlo e perché mi sento fortunato ad essere qui con lei.
"Proviamoci Grace e vediamo come va. Non posso farti promesse che non so, se potrò mantenere ma una cosa é certa, questo non é un patto e non ti farò soffrire"
Lo penso davvero e ne sono fermamente convinto, fosse l'ultima cosa che faccio.
Grace mi guarda e finalmente sta sorridendo; è uno sorriso timido ma totalmente dolce. Più sto con Lei e più mi rendo conto che dietro a quella corazza da dura, si nasconde molto altro.
Ora più che mai ho bisogno di sapere che é tutto a posto, che non ho combinato un altro casino e che lei sarà ancora qui con me, al mio ritorno.
Allungo una mano verso la sua e stavolta non la rifiuta, sorride ancora di più guardando le nostre mani unite e lo trovo fantastico, Lei é fantastica.
"Grazie Harry. É stata una bellissima giornata, mi sono divertita e sono stata bene, davvero" dice accarezzando dolcemente la mia mano.
"Anche per me piccola ... Quindi ci vediamo al concerto?"
Grace si avvicina a me lasciandomi un bacio su una guancia.
"Si, ci vediamo al concerto. Buona serata Harry" dice prima di aprire lo sportello e scendere.
In tutta questa confusione mi sono totalmente dimenticato di darle la busta. Anche in questo caso mi sento ridicolo, ma spero che apprezzerà.
"Ho una cosa per te" dico prima che lei possa chiudere la portiera.
I suoi occhi curiosi seguono i miei movimenti mentre recupero la busta che avevo lasciato in macchina. Scendo a mia volta e raggiungendola, le consegno la busta che lei prontamente afferra, sempre più curiosa.
Se Louis sapesse cosa ho fatto credo che mi prenderebbe in giro fino alla fine dei tempi, ma quando ho visto questa possibilità, non ho avuto dubbi, Grace doveva averne una.
Apre lentamente la busta e inizia a leggere il foglio all'interno. Segue le parole con attenzione stringendosi il labbro fra i denti. Credo lo faccia nel tentativo di nascondere quel sorriso enorme che le sta nascendo sul viso e vorrei non lo facesse perché é bello vedere quei sorrisi, che sono io a donarle.
"Harry ... É la cosa più carina che qualcuno abbia mai fatto per me ed é stupendo lo giuro. Grazie, grazie infinite"
É emozionata, lo vedo dai suoi occhi che sono diventati lucidi e dal modo in cui si sta torturando le mani.
É bellissima, davvero bellissima.
Usciti dal planetario ero davvero indeciso sul da farsi. Sapevo che esistesse la possibilità di regalare una stella, lo hanno fatto in milioni di film e quando mi sono trovato davanti al bancone per fare la richiesta, non ho avuto dubbi. Credo che per Lei non significhi solo avere una stella a cui dare un nome, ma molto di più, qualcosa che la lega inesorabilmente a suo nonno e alle sensazioni che un cielo stellato riesce a darle.
"Io ... Io ... Tu sei stupendo e io ..."
Sta cercando di dirmi qualcosa ma non ci riesce. Quello che é appena successo l'ha sta condizionando ancora, ma ho bisogno che lei ci provi, perché so di non essere perfetto, nonostante tutti me lo ripetano ogni giorno, ma non lo sono.
Lei mi fa stare bene, mi fa sentire semplicemente me stesso e riesce a tirar fuori il meglio di me. Non ha bisogno di parole, basta quello che é, e quello che fa, perché nella sua semplicità, per me é tanto.
Mi avvicino a Lei senza pensarci, ho bisogno di un contatto con Lei e so per certo che nel nostro rapporto o qualsiasi cosa esso sia, le parole sono superflue.
I suoi occhi ritrovano i miei e smette di parlare. Sono vicino a Lei e non posso fare a meno di sorridere; questa ragazza é in grado di essere tante cose insieme e per qualche strano motivo, a me piacciono tutte.
Le poso entrambe le mani sui fianchi portandola vicino a me. Mi guarda dal basso, alzando la testa per incontrare il mio viso e senza che io debba fare altro, semplicemente mi bacia.
É un bacio dolce, estremamente dolce nel quale mi perdo totalmente. Ci sta provando, vuole provarci e io non voglio deluderla. Sento che posso essere migliore con Lei, posso essere quello che sono sempre stato, senza finzioni, senza espedienti mediatici, solo io con una voglia matta di stare vicino a Lei.
Le sue mani sono presto nei miei capelli mentre approfondisce questo bacio che vorrei non finisse mai.
Si allontana da me lasciando un ultimo bacio sulle mie labbra.
"Ora devo andare, le mie coinquiline hanno bisogno di parlarmi e sembra essere davvero urgente" dice tenendo stretta la busta fra le mani.
Annuisco semplicemente accarezzandole ancora la mano. Non ho voglia di salutarla, per 3 giorni non la vedrò e sembra strano, quasi insolito, come se Grace facesse già parte della mia quotidianeità.
"Come chiamerai la stella?" domando curioso.
Grace sorride stringendomi la mano e guardando il cielo.
"Peter, come mio nonno"
La guardo per qualche istante prima di attirarla nuovamente a me. Non mi importa cosa abbiano da dire le sue coinquiline, l'urgenza di averla fra le mie braccia, é sicuramente maggiore di qualsiasi cosa abbiano da dire loro.
Sono egoista ma non mi importa esserlo, non adesso quando vicino a me, ho un concentrato di emozioni e dolcezza che ho sempre più voglia di esplorare.
SPAZIO AUTRICE:
Mi sto dando agli aggiornamenti matti e improvvisati, ormai è ufficiale :D
Un bacio! Greta <3
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