Emma siede al tavolino  di un bar nel centro della sua città. È sola ma ordina due caffè schiumati al vetro. La cameriera fa un cenno con la testa senza fare domande, esegue e resta indifferente alla sua solitudine. Emma si guarda intorno e sente una maledetta malinconia addentrarsi nel cuore, un dolore fortissimo stringerle l'anima. È in questo posto che ha passato i momenti migliori della sua vita, è qui dentro che ha trovato l'amore.

"Spero tu abbia un buon motivo per avermi fatto venire qui."

Parole al veleno che spezzano il silenzio e fanno gelare il sangue nelle vene di Emma. È Valery, la sua ex ragazza, l'amore della sua vita che non ha potuto viversi mai.
Emma ingoia un bolo di saliva pesante come il mondo e parla.

"Ehm... ti ho preso il caffè, schiumato, come ti piace.".

Non sa che dire Emma, non sa come gestire amore e odio nello stesso momento.
Valery si siede, accavalla le gambe e poi guarda Emma dritta negli occhi.

"Non ho bisogno delle tue carinerie, non è più il momento questo. Dimmi cosa vuoi e finiamola qui."

Emma stringe la gonna di flanella che indossa tra le mani con rabbia che quasi la vorrebbe strappare. Fa un grande respiro, poi chiude gli occhi. Vorrebbe solo dirle che la ama da morire,  che le è mancata come aria nei polmoni. Ma sa che non può farlo.

"Ti ho lasciata due anni fa, ti ho fatto del male, lo so. Ma credo sia arrivato il momento di dirti la verità, te lo meriti tu e me lo merito io."

Valery sta immobile, un lacrima scende lungo la sua guancia ma lei non dice neanche una parola. Il dolore che prova è così forte che qualsiasi cosa da dire sarebbe praticamente inutile. Allora Emma fa per asciugare il suo dolore ma poi si ferma, perché l'amore può tutto ma a volte non può proprio niente.

Poi Emma parla, le parole escono dalla sua bocca come un fiume in piena.

"Quando eravamo a scuola non andava tutto bene come ti ho sempre fatto credere. È che ti amavo, Valery, ti amavo tanto e allora volevo proteggerti."

"Lasciandomi?"

Parole al veleno sputa Valery mentre fa con il viso una smorfia di dolore.

"Non ero out e non lo eri neanche te. I tuoi genitori mi odiavano e se fossero venuti a scoprire qualcosa, avrebbero odiato anche te."

Valery scoppia in una dolorosa risata, poi si fa seria come se fosse diventato improvvisamente sera.

"Come avrebbero potuto scoprirlo? Ci vedevamo sempre di nascosto da tutto e tutti, come fossimo delle ladre o delle assassine, come se avessimo qualcosa di cui vergognarci. Non abbiamo mai fatto una passeggiata insieme, mai un gelato, mai niente."

Emma ha la faccia rigata da lacrime amare e di tanti anni fa che solo ora trovano il coraggio di scendere.

"I miei compagni di classe, Valery, i miei compagni di classe ci hanno viste scambiarci un bagno nel sottoscala della scuola."

"E non potevamo mentire? E non potevi dirmelo?"

Emma allora sente una rabbia crescere dentro di lei e non saperla controllare.

"Ci hanno fatto una foto. Mi hanno chiusa nel bagno della scuola e mi hanno riempita di calci e pugni. Poi, mi hanno detto che se non ti avessi lasciata avrebbero fatto lo stesso con te e avrebbero messo la foto ovunque. Io volevo solo proteggerti."

Valery sembra non capire niente, forse la testa le gira forte, forse il dolore passato che non è passato mai davvero torna a bussare alla sua porta e allora lei lo sente, che le scava dentro e le fa ancora un male cane.

"Tu... tu dovevi dirmelo... io ti amavo così tanto... io..."

"Ti amo anch'io, ti amo ancora, Valery."

Emma fa per prendere la mano della donna che ama, ma Valery si sposta, scansa l'amore e tutto quello che c'è

"Non posso, non posso più sopportare questo dolore. Non è più tempo per amare."