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*13. The hearse song

N.d.A.: mi trovo costretta a fare questo piccolo avviso perché il seguente capitolo potrebbe essere pesante per i lettori sensibili. Qui tratterò la canzone The hearse song, un canto popolare del ventesimo secolo che parla di decomposizione e di immagini molto grafiche. Secondariamente, il testo sarà scritto in inglese (poiché in italiano non rende) ma troverete la traduzione a fine capitolo. La canzone nei media è solo indicativa, poiché il testo è differente e si rifà al canto popolare.

Canzone nei media:
"The hearse song" - Rusty Cage

In una caverna buia e fredda, un ragazzo danza sulle note che vivono nella sua testa. Si muove a ritmo, sollevando le braccia sui passi di un valzer, canticchiando una melodia dai tratti maniacali.

Nella vasta grotta sotterranea non v'è traccia di altre creature, se non per i teschi e le ossa sparse sul terreno. Alcune di queste vengono schiacciate o calciate via dai suoi piedi nudi, quando si sposta svolazzando nei suoi vestiti larghi e bucati.

E nel frattempo canta, con voce bassa e vibrante.

«Don't ever laugh as a Hearse goes by
for you may be the next to die.
They wrap you up in a nice white sheet
and drop you down, down underneath!»

Da qualche parte giunge un bagliore rosso, che pare quasi espandersi a ondate: svanisce d'improvviso solo per ricomparire poco dopo, un po' più in alto o un po' più a destra rispetto a prima. L'oscurità regna negli angoli che non sono rischiarati da questa luce spettrale e l'ombra del ragazzo è viva, ondeggia e si sposta leggermente in ritardo, come lo stesse imitando invece che essere parte di lui.

Le sue corna sembrano quasi una corona, nere e piene di riflessi color ruggine.

«They put you up in a nice black box
and cover you up with dirt and rocks.
It all goes well for about a week
and then your coffin begins to leak...
And the worms crawl in, the worms crawl out,
the worms play pinochle on your snout.
They eat your eyes and eat your nose
'till you begin to decompose.»

Il ragazzo balla, gira su se stesso e mormora fra sé e sé con una fervenza sempre più intensa, ma in qualche modo il suo viso resta sempre nascosto. Dai capelli, dalle ombre, dalle braccia. Sembra quasi che, oltre alle ciocche rosso sangue o alla larga manica nera piena di strappi, ci sia solo il vuoto.

«A big worm crawls inside your eyes,
chews through your stomach and out your side.
Your stomach turns into rancid grease
and pours out like melted cheese.
Your spread it on a slice of bread
and that's what you eat when you're dead!»

Da qualche parte, in lontananza, si può sentire un gracchiare di corvi, stridulo e acuto. Accompagna la canzone, rendendola ancora più aspra e cupa, come un coro sgraziato.

«And the worms crawl out, the worms crawl in,
the worms that crawl in are lean and thin,
the worms that crawl out are fat and stout,
the eyes fall in and your hair falls out.
Your brain turns into maggot pie,
your liver starts to liquefy
and this is what it is to die!
And for the living all goes well
as you are burning down into Hell.»

La voce del ragazzo è melodiosa, seppure le parole siano terrificanti. Dimenticarla pare impossibile, come fosse stata creata e calcolata solo per essere ricordata. Un fascino inquietante si sprigiona dalla sua figura, reso quasi ossessivo dal modo in cui lo sguardo, una volta posatosi su di lui, aderisce e dimentica tutto il resto. Lui brilla, in mezzo a quelle tenebre.

Quando le ondate di luce lo colpiscono e lui muove le braccia, la maglia si solleva e mostra porzioni di pelle: disegni neri come pece la coprono come tatuaggi, ma sono tanto complessi e strani da sembrare qualcosa di molto più oscuro. Osservarli troppo a lungo finisce solo per provocare dolore.

«And the worms crawl in, the worms crawl out.
They will live, but you will not.»

Pronunciate queste ultime parole, il ragazzo smette d'un tratto di ballare, fermandosi in mezzo alla caverna, il piede sinistro vicino a un teschio spolpato, su cui si scorgono ancora dei brandelli di carne marcia pendere dai lati della calotta. Di sottofondo, il suo mormorio flebile continua a tenere il ritmo della canzone.

E poi riprende, stavolta però senza muoversi.

«So don't ever laugh as a Hearse goes by,
for you may be the next to die.
And when you'll got only raw despair...»

In modo lento comincia a girarsi, così piano da far sentire ogni sua vertebra scricchiolare.

«... ask yourself if anyone care.»

Ancora sibilando l'ultima parola si volta e inclina la testa, mostrando il volto pallido. Un sorriso maligno gli tira le labbra, rosse come sangue, quando d'un tratto spalanca gli occhi e, ridendo istericamente, fa un balzo in avanti.

Mi svegliai di soprassalto, scattando a sedere sul letto con un grido incastrato in gola.

Respirai a fondo, tentando di calmare i battiti del cuore.

Dalla finestra entrava una brezza gentile e profumata che riscaldava la stanza e la luna splendeva ancora alta, in quel cielo scuro ma adesso meno nero. Nel giardino regnava il silenzio.

Con un sospiro e la gola secca tornai a stendermi, portandomi una mano appena sotto le costole. Tremavo, seppure stessi sudando e avessi già calciato via la maggior parte delle lenzuola.

Cos'era appena successo? Cos'avevo visto?

Deglutii a vuoto, le labbra mezze aperte, e spostai la mano dall'addome al petto, premendola sul cuore. Poi mi girai verso la finestra, dando la schiena alla porta chiusa a chiave.

Avevo sognato il ragazzo con le corna, non rendendomi conto di vederlo con i miei occhi, come fossi stata con lui in quella grotta, fino a quando non aveva cercato di attaccarmi ed ero stata risucchiata via. Se mi sforzavo potevo ancora sentire la sua voce cantilenante urlare il mio nome.

Con l'altra mano mi scostai i capelli dal viso e feci vagare lo sguardo sulle ombre vicino al comodino. Doveva essersi trattato di un incubo, non c'era altra spiegazione – non poteva esserci – per quello che avevo visto e udito, se non questa. Non importava quanto fosse sembrato reale, doveva trattarsi di un parto della mia mente.

Perché la sua pelle era ricoperta di tatuaggi che avevo già visto e perché il suo volto non poteva essere quello. Quello che avevo visto su di lui era il viso di un altro uomo.

Non poteva essere.

Era impossibile.

Perché il ragazzo con le corna aveva l'aspetto di Vicious.

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Betaggio a cura di Octavia_Stokercrow

Divisore commerciale creato da me, vietato rubare o riprodurre.

Traduzione:

Non ridere mai quando vedi un carro passare
perché potresti essere il prossimo a morire.
Ti avvolgono in un bel lenzuolo bianco
e ti calano giù, giù nel terreno!

Ti mettono in una bella cassa nera
e ti coprono di terra e pietre.
Va tutto bene per circa una settimana
e poi la tua bara comincia a rompersi...

E i vermi strisciano dentro, i vermi strisciano fuori,
giocano a pinnacolo sopra al tuo muso.
Mangiano i tuoi occhi e mangiano il tuo naso
fino a che non inizi a decomporti.

Un grosso verme entra dentro ai tuoi occhi,
mastica attraverso lo stomaco fino al tuo fianco.
Il tuo stomaco diventa grasso rancido
e fuoriesce come formaggio fuso.
Spalmalo su una fetta di pane
e questo è ciò che mangi quando sei morto!

E i vermi strisciano fuori, i vermi strisciano dentro,
i vermi che strisciano dentro sono fini e snelli,
i vermi che strisciano fuori sono grassi e robusti,
gli occhi cadono dentro e i capelli cadono fuori.
Il tuo cervello diventa un pasticcio di vermi,
il tuo fegato comincia a liquefarsi
ed è questo che si prova a essere morti!
E per i vivi tutto va bene
mentre tu bruci giù all'Inferno.

E i vermi strisciano dentro, i vermi strisciano fuori.
Loro vivranno, ma tu no.

Quindi non ridere mai quando vedi un carro passare,
perché potresti essere il prossimo a morire.
E quando non ti resterà che cruda disperazione...
... chiedi a te stesso se a qualcuno importerà.

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