03; Una domenica istruttiva
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Mentre Chani stava narrando a Heejin le proprie vicissitudini, la ragazza lo ascoltava rapita, riuscendo ad avere una incredibile capacità di immedesimazione in lui, quasi come se avesse veramente vissuto la sua stessa situazione. Poi, quando l'Aetherius ebbe finito con il suo racconto, dopo circa un'ora, nonostante fosse ormai notte fonda, lei era fomentatissima, sebbene ancora esterrefatta come non mai.
Col cavolo che ora avrebbe preso sonno! Come minimo le ci sarebbe voluto un sonnifero super potente per farla addormentare.
«Wow... Quindi sei stato bandito da Meteora senza poter nemmeno dimostrare la tua innocenza?» fu la sua prima domanda, carica di incredulità.
«Proprio così. E tutto per colpa di quel dannato ciondolo, aish!» annuì con una lieve imprecazione Chani, che, per dimostrare quanto fosse disperato, si stava ora tenendo la testa tra le mani.
«Ma quindi...» si azzardò a continuare la ragazza, pronta a sparare un'altra domanda, che sperava sarebbe stata soltanto la seconda di una lunga serie. «Ora dovrai esaudire qualunque mio desiderio?»
Perché, se davvero così fosse stato, Heejin non avrebbe potuto non approfittare di una tale occasione d'oro. La sua vita sarebbe potuta migliorare da così a così, il suo principe azzurro avrebbe potuto amarla come una vera principessa, i due avrebbero organizzato un matrimonio in perfetto stile regale, e poi...
«Non esattamente» Chani interruppe le sue fantasie da ragazza innamorata, riportandola in men che non si dica alla realtà.
«Come sarebbe a dire?!» reagì lei, quasi indignata.
Chani allora prese un profondo respiro, e si accinse a spiegarle più approfonditamente la questione. «Prima, durante il mio racconto, ho omesso qualche particolare, come quello riguardante appunto i desideri: posso esaudirteli, questo è vero, ma non c'è possibilità di esaudire alcun desiderio riguardante gli ambiti sociali e umani, e con questo per esempio mi riferisco a... far innamorare un ragazzo di te»
Alle parole di Chani, sebbene fossero state pronunciate a scanso di equivoci con le migliori intenzioni, i castelli in aria di Heejin si infransero in meno di un secondo.
«Non ci credo! Ma perché?»
«Prova a pensarci un attimo: un conto è desiderare una nuova e costosa automobile all'ultima moda, e un conto è bramare ardentemente l'amore di un ragazzo che però, se costretto ad amarti sotto un incantesimo, lo farà senza che i suoi sentimenti siano veramente spontanei o autentici. A chi piacerebbe una cosa del genere? Per questo è contro il regolamento instillare nelle persone dei sentimenti forzati, capisci?» provò a farla ragionare Chani, lasciandola più che stupita dopo quel ragionamento che la ragazza, sebbene alle volte si arrovellasse il cervello più del dovuto, a quell'ora non sarebbe stata minimamente capace di fare.
«Già... hai proprio ragione» annuì quindi Heejin, anche se veder sfumare tutti i suoi sogni in un battibaleno faceva comunque male.
«Prima stavi pensando proprio di esprimere quel desiderio, vero?» le chiese poi Chani, con un tono e uno sguardo particolarmente provocatori, come se sapesse più del dovuto.
«Come lo hai capito?» si stupì Heejin, trasalendo, per poi squadrarlo con gli occhi ridotti a due fessure. «Non avrete mica il potere di leggere nella mente, voi Aethcosi? Oltre a quello di fluttuare, si intende...»
«Più che poteri, a noi piace chiamarle capacità aumentate, ma... sì, fondamentalmente dal punto di vista di voi umani possono essere considerati poteri, dal momento che si tratta comunque di un qualcosa che voi non possedete» riflettè Chani ad alta voce, esprimendosi con un lessico che lasciò Heejin a bocca aperta, dato che la ragazza solitamente era abituata a registri ben più bassi e scurrili quando si trattava di parlare con i suoi coetanei, mentre adesso, a dialogare con lui, si stava sentendo quasi in imbarazzo.
Ciò non toglie che fosse comunque intenzionata a continuare la conversazione sino a che non avrebbe esaurito tutti i suoi dubbi, anche se non andò tutto esattamente come previsto...
«Sono a casaaaa!» si sentì infatti una voce maschile gridare dall'ingresso di casa Jeon, qualche attimo dopo aver udito un forte rumore di chiavi, perché come al solito quello scemo di Inseong quando tornava a casa era sempre talmente ubriaco da non riuscire a beccare il buco giusto della serratura per aprire la porta, se non dopo venti tentativi.
«Accidenti, è tornato mio fratello!» si allarmò Heejin, prendendosi la libertà di afferrare Chani per un polso e di condurlo velocemente in camera sua, di modo da nasconderlo alla vista di un Inseong ubriachissimo - che sicuramente in ogni caso non si sarebbe nemmeno accorto della loro presenza. Meglio comunque non rischiare ed essere prudenti.
Dunque, dopo aver spento la luce del salotto ed essere corsa in camera con l'Aetherius, Heejin chiuse la propria porta a chiave dietro alle sue spalle e vi si piazzò contro con la schiena, di modo da potersi sentire più al sicuro.
«Ora dobbiamo pensare a dove farti dormire per questa notte, e... anche per le prossime» farfugliò poi a Chani, il quale pareva non essersi nemmeno posto il problema.
«Tranquilla! Posso benissimo tenermi sollevato levitando, senza occupare troppo spazio.»
Heejin non fece nemmeno in tempo ad esprimere il proprio risentimento nei riguardi di questa bizzarra proposta, che Chani, compresa la situazione, la battè sul tempo.
«Ah, giusto, probabilmente ti sentiresti a disagio a dormire sapendo di avere qualcuno che fluttua a pochi metri da te...» disse, picchiettando un dito sul proprio mento in stile filosofo, mentre Heejin non sapeva se fare la ragazzina insofferente approvando l'ipotesi di Chani o assecondare la sua proposta per gentilezza, quando ad un tratto le venne in mente la soluzione.
«Ho una branda per gli ospiti ripiegata da qualche parte nell'armadio, può andarti bene?»
Chani annuì, per poi seguire attentamente i movimenti della ragazza che, rovistando nel proprio armadio, trovò quasi subito la branda, la aprì e la piazzò a circa mezzo metro dal proprio letto, una distanza di sicurezza necessaria e non eccessiva, viste anche le dimensioni non troppo grandi della sua camera.
«Perfetto, grazie! Allora buonanotte~» le sorrise Chani, per poi coricarsi delicatamente a pancia in su e chiudere le palpebre con un sorriso, stando a braccia aperte. Aveva un'espressione così angelica che gli mancava soltanto l'aureola...
«Aspetta, non ti ho dato neanche una copert-...» realizzò d'un tratto Heejin a scoppio ritardatissimo, rendendosi infatti conto di non essere arrivata in tempo.
«Ehi, ma dormi già?» provò a domandargli, poggiandogli una mano sulla spalla e avvicinandosi al suo viso tanto quanto bastasse per sentire il suo respiro già pesante e una completa passività agli stimoli esterni. «Certo che questi Aethcosi sono proprio strani... Ora che ci penso, non gli ho nemmeno detto come mi chiamo, anche se forse non ce ne sarà nemmeno bisogno» commentò quindi, scuotendo la testa, mettendosi a letto a sua volta e spegnendo la luce, sempre più confusa.
Dopo tutti gli avvenimenti e lo sconvolgimento dell'ultimo momento, ora addormentarsi sarebbe stata un'utopia.
Per questo Heejin cominciò a rigirarsi ripetutamente tra le coperte, con in testa un unico pensiero prima di prendere sonno: "Mah... devo dormirci su anche io, è la cosa migliore. È tardi e non so più quel che sto facendo."
Aveva proprio bisogno di riposare, la giornata era stata stancante e l'indomani avrebbe dovuto svegliarsi carica per un nuovo giorno.
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La mattina dopo erano da poco passate le undici, quando una Heejin ben riposata aprì gli occhi, inondata dalla luce solare della splendida giornata che quella domenica pareva offrire.
Si stiracchiò un po', sbadigliando un paio di volte, e solo dopo qualche secondo realizzò che Chani, il ragazzo che la notte precedente era stato la causa scatenante dei suoi innumerevoli dubbi, ora non c'era più: la branda era vuota.
Per un attimo Heejin, ancora nel mondo dei sogni, pensò che fosse stato tutto soltanto frutto della sua immaginazione, ma il fatto che la branda fosse stata messa lì di certo non era accaduto per caso, ragion per cui qualcosa doveva essere successo per forza.
«Chani...? Kang Chanhee?» tentò quindi di chiamarlo, guardandosi intorno senza riuscire a scorgere il benché minimo indizio.
In camera a quanto pare non c'era... Che fosse uscito dalla finestra durante la notte? Ma no, non poteva essere, dopo che le aveva detto che avrebbe dovuto restare sempre affianco a lei!
Insomma, tra questi pensieri turbati e domande irrisolte, Heejin si diresse presso il bagno, rituale che la accompagnava ogni mattina, e per poco non si prese un colpo.
Difatti, proprio mentre stava per aprire la porta da fuori (stranamente chiusa), quest'ultima si mosse da sola, spalancandosi all'improvviso da dentro e rivelando una eterea figura maschile a torso nudo e avvolta in un asciugamano dalla vita in giù, rendendo tutto questo un quadretto che sapeva tanto da tipico film romantico.
«Jeon Heejin, ti sei svegliata finalmente» constatò, frizionandosi distrattamente i capelli bagnati con un asciugamano più piccolo.
«AAAAAAH!» gridò Heejin, prendendosi un gran spavento. «T-tu... prima di tutto, c-copriti!» gli ordinò poi, scandalizzata, indicando il suo corpo, che stranamente emetteva un'aura tutta particolare che lo rendeva in qualche modo lucente. «E poi, come diamine fai a sapere il mio nome? Ma soprattutto... chi caspita ti ha dato il permesso di girare liberamente per casa quando ho altri tre familiari che potrebbero piombare qui da un momento all'altro?!» concluse infine, quasi senza fiato dopo averlo sottoposto ad un vero terzo grado coi fiocchi.
«Ehi, ehi, calma con l'interrogatorio, è mattina anche per me! Anche se sono sveglio già da due ore, ma dettagli...» la bloccò lui, strizzando gli occhi divertito e nostrandole un irresistibile sorrisone a trentadue denti.
Heejin, strano ma vero, riuscì comunque a non distrarsi.
«Allora?!»
«Allora, dicevamo! Primo, mi pare di essere coperto a sufficienza, dato che, a differenza si voi ragazze, io non ho proprio niente da occultare qui sopra.» rispose Chani alla prima provocazione, indicandosi il petto divertito, per poi proseguire. «Secondo, so che ti chiami Heejin perché hai sul comodino una foto con un certo Hwiyoung in cui c'è scritta una dedica a te con il tuo nome, e terzo... beh, mi sono lasciato attirare dall'idea di provare per la prima volta nella vita questa cosa in bagno... com'è che si chiama?»
«Ew... mi stai dicendo che non ti sei mai fatto una doccia prima d'ora?!» esclamò Heejin, che era a modo suo rimasta colpita da tutte e tre le sue risposte, ma soprattutto dall'ultima.
«No, noi Aethereii non abbiamo mica bisogno di queste cose! Il nostro corpo è sempre pulitissimo, e non si sporca mai, indipendentemente da quello che facciamo» le rivelò Chani, con tutta la naturalezza di questo mondo. «Però stamattina ho potuto appurare che farsi la... doccia... ecco, è davvero un'esperienza interessante!» aggiunse, pronunciando la parola con fierezza mentre scuoteva velocemente i capelli ancora bagnati con un sorriso, mossa che face arrivare qualche goccia d'acqua addosso alla povera Heejin, la quale non sapeva più che pesci pigliare.
Uno sconosciuto che sosteneva di essere un Aetherius e di appartenere ad un Regno dei Cieli - di cui lei non aveva mai sentito parlare prima d'allora - piombava all'improvviso a casa sua e ora si metteva pure a usufruire a suo piacimento dei suoi servizi senza nemmeno chiedere il permesso, come se vivesse lì da anni e non fosse invece un semplice ospite.
«Però non sei stato prudente proprio per niente, sapendo che c'è mio fratello di là e che mia sorella minore potrebbe ritornare da un momento all'altro!» lo rimproverò dunque Heejin, avendo tutte le ragioni di questo mondo per poterlo fare.
Già, perché se avessero scoperto che Heejin aveva portato un ragazzo a casa - cosa che non era affatto vera, ma che sicuramente sarebbe potuta essere il suo unico alibi possibile - la ragazza sarebbe stata in grossi guai.
«Nah... passando per il corridoio mentre esploravo la casa prima di andare in bagno, ho appurato che fosse vuota, e poi ho sentito tuo fratello russare come un ghiro in camera sua! Scommetto che starà ancora dormendo» disse Chani, in tutta tranquillità.
«Mh, avrà avuto sicuramente un'altra delle sue nottate bollentose, quel pagliaccio! Ora però mentre vado in bagno fammi il favore di rivestirti, così usciamo a farci un giro e una colazione per pensare ad un piano di battaglia!» fece Heejin, agitando le braccia con atteggiamento frettoloso.
Chani sgranò gli occhi perplesso, ma la ragazza aveva già messo piede dentro al bagno, cacciandolo fuori con una lieve spinta.
«Quale piano di battaglia?»
«Su, ora vestiti, non c'è tempo, ti spiego tutto dopo!» lo liquidò Heejin, chiudendosi la porta alle spalle.
Una decina di minuti dopo, tornò in camera tutta vestita bene, pulita e profumata, e Chani la accolse con un sorriso, che però la ragazza neanche guardò, presa com'era dall'analizzare il suo bianchissimo outfit.
«Vuoi uscire così? Sembri un imbianchino!» rise Heejin divertita, indicandolo dalla testa ai piedi.
«Yah, che c'è di strano?» sbraitò Chani, confuso, pensando di essere vestito abbastanza a modo. «A Meteora ci vestiamo tutti così, di un semplice e candido bianco, è prassi»
«Già, a Meteora! Qui sei sulla Terra, e ora dovrai adattarti ai nostri modi di fare. E poi, se esci tutto in bianco così, darò nell'occhio anche io, ed è una cosa che odio!» specificò Heejin, rabbrividendo al solo pensiero di sentirsi giudicata dalle persone, cosa che ancora non era riuscita a superare, nonostante Hwiyoung l'avesse più volte tranquillizzata - inutilmente - a riguardo, lui che in mezzo alla gente era ormai abituatissimo a starci.
«Resta qui, mi intrufolo nella camera di Inseong per prendergli in prestito qualche vestito» continuò la ragazza, senza dare all'Aetherius nemmeno il tempo di ribattere.
In un batter d'occhio si fiondò quindi nella camera del fratello - ancora avvolto tra le coperte, ignaro di questa violazione della privacy - e in meno di un minuto era già ritornata da Chani con il cambio tutto ben ripiegato.
«Mah... voi umani avete proprio dei gusti strani» commentò il giovane, spiegando con le mani la camicia gialla a fiori che Heejin gli aveva portato, e un paio di jeans strappati.
«Che ci vuoi fare, è la moda!» scrollò le spalle Heejin, senza dare a Chani alcuna alternativa se non quella di cambiarsi con quell'outfit a parer suo terrificante.
Quando furono entrambi pronti, Heejin, con lo stomaco che le brontolava a mille, si sbrigò poi a recuperare la propria borsetta sulla scrivania, prese le chiavi di casa e fece un cenno a Chani di seguirla fino all'uscita.
Sarebbe stata una mattinata alquanto memorabile.
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«Qui sulla Terra ci sono davvero tante persone con i capelli colorati, daebak!» fu la prima cosa che Chani notò non appena ebbe messo piede fuori casa, rischiando di farsi venire il torcicollo per quanto stava girando la testa qua e là in continuazione.
Era tutto così nuovo, per lui, che trovò ben presto altri oggetti fuori dal normale, non esitando ad esprimere il proprio stupore.
«E tutti questi mostri di metallo che si muovono sono davvero incredibili! Li avete inventati voi umani? Non ho mai visto niente del genere in vita mia!» esclamò infatti, riferendosi alle innumerevoli automobili per strada, mentre Heejin, pur non standolo granchè a sentire, aveva però sempre l'accortezza di farlo camminare affianco a sé dalla parte interna del marciapiede, per evitare che venisse travolto dal flusso del traffico o delle persone che percorrevano le vie della metropoli con grande fretta.
Le reazioni di perplessità mista ad eccitazione di Chani per questo nuovo mondo andarono avanti per un altro po', anche se in realtà Heejin aveva intenzione di passeggiare ben poco, e di andare dritta al luogo più vicino a casa che conosceva e dove avrebbe potuto mangiare e parlare tranquillamente con il nuovo arrivato, ossia il bar dove lavorava. Almeno si sarebbero potuti sedere, lontani da sguardi indiscreti o eventuali conoscenti, senza dare nemmeno troppo nell'occhio.
«Ora ci facciamo una bella mangiata, e poi, vedrai, a pancia piena ragioneremo molto meglio» affermò Heejin, una volta arrivati sulla soglia, ricevendo in risposta uno sguardo interrogativo da parte di Chani, che comunque non esitò a seguirla all'interno del bar.
«Jeon Heejin! Sei già arrivata? Il tuo turno incomincia tra due ore» la accolse subito Rowoon da dietro il bancone, facendo finta di non aver notato un Chani in mood 'pesce fuor d'acqua' dietro di lei.
«Rowoon-ssi, stamattina vengo in veste di cliente. Non vedi che ho anche un'altra persona con me?» gli fece quindi presente Heejin, indicandogli il suo accompagnatore.
«Oh... capisco» si limitò a biascicare Rowoon. Ficcanaso com'era, in quel momento aveva proprio la faccia di uno che avrebbe sicuramente voluto chiedere di chi si trattasse, se di un semplice amico, di un parente, o magari del suo ragazzo, ma per non inficiare i rapporti professionali che aveva con la sua dipendente decise di trattenersi e di spostare il discorso su un altro fronte. «Come sta Inseong? Ancora vivo dopo la festa di ieri sera?» chiese quindi, riferendosi al fratello di Heejin, nonché suo migliore amico.
La ragazza dovette trattenere una lieve risatina, pensando che effettivamente era stato grazie ad Inseong se aveva potuto essere assunta nel bar di Rowoon con tanta facilità... proprio grazie a quel suo fratello maggiore che non aveva proprio niente in comune con Rowoon.
Avevano delle mentalità completamente opposte: Inseong, studente festaiolo e fancazzista con una media scolastica piuttosto bassa e - a detta di Heejin - pigro da fare schifo, aveva comunque deciso di continuare gli studi anche dopo il liceo, mentre Rowoon, molto più calmo e pacato, e soprattutto conscio dei propri limiti, senza farsi troppi sogni di gloria aveva deciso di aprire un modesto bar ormai un anno addietro, che però stava sorprendentemente già dando i suoi frutti... al contrario di Inseong che continuava a stare all'università senza combinare un accidente. Eppure i due, per qualche mistero, erano sempre stati grandi amici.
«Direi che Inseong è mezzo in coma, ma tutto sommato se la dovrebbe cavare con un bell'hangover di qualche ora» rispose Heejin, lasciando sfuggire una risatina a Rowoon, il quale li invitò poi a prendere posto in uno dei tavolini del bar all'esterno, lasciando loro un menu e tornandosene a svolgere le proprie mansioni.
«Tienilo tu, io lavorando qui lo conosco ormai a memoria... e credo proprio che mi ordinerò una bella fetta di cheesecake ai mirtilli!» disse Heejin a Chani, passandogli il menu e sorridendo raggiante al solo pensiero che di lì a poco avrebbe deliziato il proprio palato con una tale prelibatezza.
Chani, che fino a quel momento non aveva proprio parlato, lo aprì, aggrottò le sopracciglia, lo sfogliò, e, sempre più convinto di stare vivendo in un sogno, se ne uscì con una domanda che lasciò Heejin più spiazzata di lui.
«Scusami un secondo, ma... che cosa sarebbero esattamente tutte queste immagini?»
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