Thrill in Austria
"Primo o ultimo non conta, l’importante è aver dato il meglio di sé in ogni singolo giro."
[Marco Simoncelli]
[Angel]
<<Salve signorina, ha bisogno di un passaggio?>>
<<Migno!>> lo abbraccio, proprio nel bel mezzo del paddock.
<<Non pensavo di vederti qui in Austria.>>
<<È stata una decisione presa all'ultimo. Avevo bisogno di pensare...e poi dopo tutto quel mare, un po' di aria di montagna è necessaria per me.>> scrollo le spalle, <<puoi portarmi a bordo pista?>>
<<Certo! Salta su!>>
La voce delle MotoGP riempie il paddock e sento qualcosa pizzicare al centro del petto.
Questo suono è diventata la mia melodia preferita.
Andrea si ferma alla curva cinque, proprio nel momento in cui la Ducati rosso fiammante di Dovizioso, ci passa davanti.
<<Resti con me?>> gli domando, non appena scendo dal suo motorino.
<<Mi piacerebbe, ma sono già in ritardo. Ho delle cose da sistemare in vista delle prove di questo pomeriggio.>>
<<Allora vai, cosa fai ancora qui con me?>> lo spingo verso il motorino.
<<Ci vediamo più tardi?>>
<<Vedremo. Ora vai, Mig, e grazie per il passaggio.>>
<<È stato un piacere. A dopo!>> strilla, per poi sparire.
Chiudo gli occhi, mentre la brezza austriaca mi accarezza.
È un incanto essere qui, con le moto ad un passo, da sola.
In quel momento Marc appare alla mia vista, una freccia arancione che rallenta impercettibilmente per poi adagiarsi quasi al limite dell'asfalto e sparire, in un suono assordante.
Non ho mai visto Marc sulla sua moto da così vicino. Ed è un esperienza che mi toglie il fiato.
Lui è un qualcosa che toglie il fiato.
Vederlo in sella alla sua moto, osservarlo mentre cerca di dominarla, quando si muove sotto di lui, è un qualcosa di mistico. Osservarlo mentre guida è un piacere che non ha eguali.
Ogni volta che osservo le sue mani guantate stringersi intorno alle leve della moto, o le sue gambe stringersi intorno al serbatoio, un brivido mi scuote talmente tanto da togliermi il respiro.
Il sangue mi ribolle nelle vene, la testa mi gira e la pelle si riempie di brividi.
Sono passati mesi da quell'unica notte che abbiamo passato insieme, eppure non riesco a smettere di pensarci.
Io e Alex stiamo insieme da cinque mesi, relativamente pochi, ma io continuo a pensare alla notte che ho passato con suo fratello.
Non ho idea di come uscirne.
Tengo lo sguardo fisso sulla pista, impaziente di vedere Marc ancora e ancora.
Al termine del turno di prove, lo vedo passarmi davanti ad una velocità molto più bassa e lo scruto con tutta l'attenzione di questo mondo, come se fosse l'ultima volta.
<<Scricciolo!>>
Mi porto una mano al petto, spaventata, e mi volto di scatto.
<<Santo cielo, Joan, mi hai quasi fatto prendere un colpo!>>
Joan ignora le mie parole, e mi raggiunge in due falcate, per poi gettarmi le braccia al collo.
Resto per qualche secondo rigida come uno stoccafisso, poi stringo le braccia intorno alla sua schiena.
<<Come sono felice di vederti! Ti aspettavo a Misano!>> scioglie l'abbraccio e il largo sorriso che gli illumina il viso infantile mi colpisce.
<<Invece hai visto? Ti ho fatto una sorpresa!>> ribatto, ironica.
<<Una bellissima sorpresa.>> sottolinea lui, mordendosi il labbro inferiore, senza staccare gli occhi da me.
<<Mi sei mancata tanto.>> dice, dopo qualche secondo, senza smettere di guardarmi.
<<È per questo che mi hai riempito di messaggi e post su gattini e cagnolini?>>
<<Ovviamente. Sono o non sono adorabile?>> continua, con tono ironico.
<<Sei un idiota. Soprattutto perchè balzi alle spalle delle persone senza avvertire.>>
<<La prossima volta ti mando un messaggio, va bene? In realtà ero già qui da una decina di minuti, ma eri così...bella e assorta che non volevo disturbarti e...ho preferito stare a guardarti.>>
<<Assorta?>> lui annuisce.
<<Stavi letteralmente mangiando Márquez con gli occhi. Lo stavi scrutando con una tale intensità che mi sono sentito toccare io, nonostante stessi guardando lui.>>
Sento le guance in fiamme.
Lo stavo guardando in quel modo?
Che imbarazzo!
<<È solo che...vederlo in pista mi incanta letteralmente.>>
<<Comprensibile. È quasi ipnotizzante.>> poi scuote la testa, e mi rivolge un largo sorriso.
<<Ho preso un pensierino per te, a Formentera, ma l'ho lasciato a casa perché ero convinto che ci saremmo visti a Misano. Se sapevo che saresti venuta lo avrei portato!>>
Lo guardo, sorpresa.
<<Oh Joan, non dovevi! Di cosa si tratta?>>
Lui sogghigna.
<<Non penserai che io te lo dica! Dovrai aspettare Misano!>>
<<Ma manca quasi un mese!>> piagnucolo, prendendolo per un braccio, <<che ti costa dirmelo?>>
<<Perché non si dice, dai. Reprimi la curiosità.>> mormora, avvicinandosi a me e sfiorandomi la punta del naso con l'indice, <<piuttosto, spero ti piaccia. Non è niente di che, te lo dico.>>
<<Sarà bellissimo comunque. Grazie Joan, non dovevi, davvero.>> mi alzo sulle punte dei piedi e gli poso un bacio sulla guancia. Lo sento sorridere mentre mi posa una mano sulla schiena e mi avvicina a sé.
<<Comunque, mi sei mancato anche tu. È impossibile non volerti bene.>>
Un lampo passa negli occhi di Joan, mentre spalanca la bocca.
<<È un'ammissione, dunque?>> lo guardo, confusa.
<<Mi vuoi bene!>> gongola, e io sospiro, scuotendo la testa.
<<Se la metti su questo piano, ritiro tutto.>>
<<No, ormai lo hai detto!>> continua, prendendomi le mani.
<<Ora mi vuoi bene, e sai come si dice...>>
<<Come si dice? Sentiamo.>>
<<Da cosa nasce cosa. Magari tra sei mesi mi amerai.>>
Gli do una leggera spinta.
<<Sognare non costa niente, Joan. Ma la realtà e un'altra cosa!>>
<<Uffa!>> soffia, mettendo il broncio, <<ma cosa avrà di così speciale Alex?>>
<<Faccio finta di non aver sentito.>>
<<Chi la dura la vince.>> sussurra al mio orecchio e io cerco di non scoppiare a ridere.
<<Senti campione, me lo dai un passaggio fino al motorhome?>>
<<Ti porto ovunque tu voglia, scricciolo, anche su una stella.>> recita, con fare teatrale, mentre sale sul suo motorino.
<<Basta che mi porti al motorhome.>> replico, sedendomi dietro di lui.
Joan mi prende subito una mano per portarsela sullo stomaco.
<<Non ce n'era bisogno, Joan, stavo per farlo da sola.>> lo informo, mentre porto anche l'altro braccio intorno ai suoi fianchi.
Lo sento sogghignare, mentre parte.
<<Magari già mi ami scricciolo, e ancora non lo sai.>>
<<Come la giraffa?>>
<<Cosa? Che c'entrano le giraffe adesso?>>
<<"La giraffa ha il cuore lontano dai pensieri. Si è innamorata ieri, e ancora non lo sa.">> recito, mentre entriamo nel paddock, <<anche se io ho il cuore molto più vicino ai pensieri rispetto ad una giraffa.>>
<<Non penso, sai? Secondo me il tuo cuore è molto, molto lontano dai tuoi pensieri. E forse sei già innamorata di qualcun altro, e ancora non lo sai.>>
Mi avvicino di più a lui, per parlargli all'orecchio.
<<E quel qualcun altro saresti tu?>>
<<Perché no?>> continua, mostrandomi un largo sorriso.
<<Oh, Joan caro, in che casino vuoi metterti! E non è solo perché io ho già un ragazzo; sono molto, molto difficile da gestire.>>
<<Sai qual è il mio motto preferito? Quando il gioco si fa duro ->>
<<- Io inizio a piangere.>> lo interrompo, e lui scoppia a ridere, mentre entriamo nell'area privata.
<<Se potessi vederti con gli occhi degli altri, Angel.>> sospira, mentre si ferma proprio davanti al motorhome dei fratelli Marquez.
<<Come mi vedrei?>> gli domando, scendendo dal motorino.
<<Come ti vedrei io, probabilmente. Assolutamente irresistibile.>> mormora, per poi sporgersi e lasciarmi un bacio sulla guancia.
<<Forse dovrei ricordarti più spesso che ho già un ragazzo.>>
<<Ma tutto ha un inizio e una fine, o sbaglio?>> lo guardo sbalordita.
<<Anche il nostro rapporto, se è per questo!>> faccio per andarmene ma lui mi prende per un polso, per fermarmi.
<<Aspetta, non scappare. Prometto che metterò un freno alla mia lingua.>>
<<Altrimenti ce lo metterò io, un freno.>>
<<Ah sì? E come? Sono molto curioso di saperlo. Io, intanto, una mezza idea ce l'avrei.>> sussurra, a bassa voce, sporgendosi verso di me.
<<Cretino.>> gli do una leggera spinta e lui si allontana sogghignando.
<<Comunque, mi correggo: la stragrande maggioranza delle cose ha un inizio e una fine. Ma i rapporti speciali no.>> mi scosta una ciocca di capelli dal viso, guardandomi negli occhi. Poi si scuote e quel sorriso sfacciato torna a disegnarsi sulle sue labbra.
<<Quasi dimenticavo di dirti la novità! Il prossimo anno mi vedrai molto più spesso di adesso.>>
<<Ancora? Verrai a vivere da me?>>
<<Se questa è una richiesta ufficiale i miei bagagli sono già pronti.>>
Sogghigno, scuotendo la testa.
<<Avanti, spiegati.>>
<<Il prossimo anno sarò il compagno di squadra di Alex in Moto2. Sarà una bella sfida. In tutti i sensi.>> il suo sorriso si allarga, ma io non ci bado.
<<Davvero? Sono felicissima per te, Joan!>>
<<Visto? Avrai un motivo in più per andare nel box di Alex.>>
Gli lancio un'occhiataccia e lui scoppia a ridere.
<<Tra poco non ci sarà il secondo turno di prove? Vedi di andare a prepararti, che è meglio.>>
<<Corro, mia signora e padrona. A più tardi.>> mi manda un bacio volante, per poi sparire dalla mia vista.
Sospiro, scuotendo la testa, ed entro nel motorhome, quando il mio cellulare inizia a suonare insistentemente. Lo tiro fuori dalla borsa.
<<Pronto?>>
<<Ciao, Angel!>>
<<Rafi! Come stai? Tutto bene?>>
<<Benissimo. Tu? Dove sei?>>
<<Sono appena tornata al motorhome.>> la informo, mentre mi siedo al tavolo accanto alla cucina.
<<Hai avuto modo di pensare...>>
<<No, non ci ho pensato minimamente. Ma penso che non ci andrò, Rafi. Andiamo, mi ha invitata solo per umiliarmi.>>
Tiro fuori dalla borsa una lettera al cui interno è contenuto un biglietto, scritto in caratteri dorati ed estremamente regali.
È l'invito ad una festa che si terrà il prossimo fine settimana, a Barcellona, un evento a cui parteciperanno molti dei vertici della moda di tutta la Spagna.
So che Linda mi ha invitata solo perché sa che contro di lei non potrò fare altro che sfigurare, e non solo contro di lei, ma contro ogni ragazza presente alla festa. Vuole umiliarmi sul suo campo, sapendo bene che io non ho niente da spartire con il suo ambiente.
Alex mi ha già detto che la scelta se andare o meno spetta totalmente a me, dato che a lui non interessa minimamente.
<<Oh Angel, andiamo! Le potresti dare una bella lezione! Farla pentire di averti invitato ad un evento così importante!>>
<<Rafi, sai bene che si è legata al dito quello che è successo a Mojacar. Mi considera una pazza animalista nonostante io abbia pienamente ragione.>>
<<Eccome. Anzi, onestamente penso che lei quella sera abbia cercato in tutti i modi di stuzzicarti. Anche le risposte che ti ha dato. Forse voleva morire per mano tua.>>
<<Detto ciò, penso che voglia vendicarsi. Mi avrà dipinto come una tappa nevrotica alle sue amiche, e io non ho intenzione di diventare un'altra o di fingere di essere diversa solo perché a lei non piaccio. Ci sono abituata. Per cui, non ho intenzione di andare. In quell'ambiente, con cui tra l'altro non ho nulla da spartire, sfigurerei solamente.>>
<<Ma tu non devi metterti al loro stesso piano. Tu non fai parte del mondo della moda, per cui la questione non si pone. Anche se scommetto che quelle ragazze ucciderebbero per avere il tuo vitino e per poter mangiare di tutto senza ingrassare. Io lo farei.>>
<<Sì, certo, anche per essere alte un metro e un tappo.>>
<<Dove non arriva l'altezza arriva il tacco 12, amore.>>
<<Il discorso è già chiuso, Rafi. Io non ci andrò.>>
<<Eppure...>> la sento accennare dall'altra parte.
<<"Eppure", cosa?>>
<<Io un'idea in mente ce l'avrei.>>
<<Ossia?>>
<<Ossia...io ho diverse conoscenze qui a Barcellona. So che per la festa sono ancora in alto mare per certe questioni. Però, Angel...tu dovrai seguirmi qui a Barcellona e darci dentro.>>
<<Rafi, non ho capito nulla di quello che hai detto. Che diavolo hai in mente?>>
<<Vedrai. Joder, farò di tutto per riuscire nel mio intento. Se tu distruggi Linda, lo fai anche per me. Sono stufa di trovarmi il suo sorrisino falso dal vivo ad ogni festa.>>
<<Così mi spaventi.>>
<<Ci sentiamo, Angel. Ti aggiornerò. Tu intanto divertiti.>> mette giù, e continuo a fissare il telefono per diversi secondi, ancora confusa.
Qualunque cosa Rafi abbia in mente, io non ho intenzione di assecondarla.
~·~
La domenica arriva con un carico di piena adrenalina. Apro gli occhi poco prima che il warm up della MotoGP si concluda. Dopo aver fatto colazione, mi preparo, e decido di indossare una semplice t-shirt nera dei Guns N' Roses, che io lego subito ai fianchi e un paio di pantaloncini di jeans dello stesso colore. Ai piedi delle sneakers bianche, con la zeppa interna. Un filo leggero di trucco, e raggiungo il box della Marc VDS.
Alex è lì, in attesa, di scendere in pista. Gli faccio un piccolo cenno di saluto, non appena i suoi occhi si posano su di me, e lui mi raggiunge, portandomi sul retro.
<<Buongiorno, corazón. Mi piaci tantissimo con questo stile, sai?>> sussurra, sulle mie labbra, per poi baciarmi.
<<Ci sono delle volte in cui non ti piaccio?>> gli domando, staccandomi da lui.
<<Onesto? Mai.>> gli accarezzo le guance morbide e calde, e poso un bacio leggero sulle sue labbra.
<<Regalami una bella gara.>>
<<Tutto, per te.>> sussurra, per poi tornare alla sua postazione.
Quando arriva il momento di scendere in pista, mi accorgo che i miei movimenti ormai sono diventati automatici. Mi piace tenere l'ombrello al mio pilota prima che la tempesta si scateni, mi piace toccare l'asfalto che non attende altro che la battaglia inizi.
Mi piace ogni cosa di questo mondo.
Dopo aver posato il mio solito bacio sul casco di Alex, torno al box, e Marc è già lì, seduto in mezzo al team del fratello. Vado a sedermi alla postazione di Alex, dopo essermi calcata bene il suo cappellino sulla testa.
Evito lo sguardo di Marc e lo punto contro lo schermo. Alla fine Alex taglia il traguardo in seconda posizione, e quando ci alziamo per esultare e festeggiare, sento qualcuno tirarmi per la mano, e abbracciarmi. Riconosco il profumo di Marc, il suo calore, il suo modo di stringermi a sé.
Mi allontano e gli prendo il viso tra le mani.
<<Mi regali anche tu un podio?>>
<<Io spero di regalarti una vittoria.>> mormora, per poi prendermi per mano e farmi un cenno col capo, <<andiamo.>> mi dice, uscendo dal box.
Allontano la mano dalla sua, in un gesto veloce. Non dovrei tenerlo per mano, non dovrei stargli così vicina. Dovrei smetterla di pensare a lui, a quello che abbiamo vissuto insieme, perché è sbagliato, perché lui è la persona più sbagliata che ci possa essere per una come me e perché ho un ragazzo adorabile che mi ama e con cui ho un rapporto fantastico.
Che mi ama, nonostante tutto.
Raggiungiamo il parco chiuso e Marc e Alex si abbracciano subito. Dopo l'abbraccio con Julià, Alex si dedica a me, e mi posa un lungo bacio sulla guancia.
<<Non vedo l'ora di festeggiare questo podio con te.>>
<<Pensa a festeggiare adesso, Alexito.>>
<<Ma lo sai che il momento migliore per me è quando siamo soli io e te...>> mormora, al mio orecchio, la voce più calda.
Scuoto la testa sorridendo, e gli do una leggera spinta.
Quando allontano lo sguardo da Alex, Marc è già sparito.
~·~
Raggiungo il box della Honda quando Marc è già sceso in pista. Lo osservo, mentre noto Victoria splendente al suo fianco, per tenergli l'ombrello.
Sento il cuore stringersi in una morsa.
Avrei voluto essere lì al suo fianco anche oggi.
Ma Marc non me lo ha chiesto, e io ovviamente non l'ho fatto. Sono troppo orgogliosa per farlo.
Quando la gara inizia, le mie mani si serrano intorno ai braccioli della poltrona di Marc. Lorenzo fa una delle sue solite partenze a razzo, mentre il Dovi tallona Marc. Intorno al settimo giro, il Dovi riesce a superarlo. Questa pista pare adattarsi perfettamente alle caratteristiche della Ducati.
Al diciassettesimo giro Lorenzo esce dalla curva tre ad una velocità eccessiva, che lo porta leggermente largo. Lui e Marc si affiancano e non riesco a trattenere un verso di spavento. Il Dovi si affianca a Marc, ma è quest'ultimo a guadagnare la prima posizione.
<<Non fare cazzate, ti prego, non fare cazzate...>> inizio a ripetere le solite parole che rivolgo a Marc quando guardo le gare da casa, rigorosamente in italiano.
Ho dimenticato però che nel team di Marc ci sono diversi italiani. Incrocio lo sguardo di Carlo, il suo telemetrista, che annuisce, accennando un sorriso. Julià è più lontano, in piedi, assieme ad altri componenti del team, le dita della mano intrecciate come da tradizione.
A dieci giri dalla fine, inizia la lotta tra Marc e il Dovi. Si scambiano le posizioni un'infinità di volte, tra lunghi di Marc e miei relativi gridolini dovuti all'ansia, e paura che si stendano entrambi.
All'ultima curva dell'ultimo giro Marc si butta dentro ad una velocità supersonica, e questo lo porta ovviamente ad andare lungo e dà la possibilità al Dovi, che lo manda a quel paese, di incrociare le traiettorie.
<<Incredibile come non abbia ancora capito che se entra in curva a quella velocità va largo.>> commento io, tra me e me, dopo essere balzata in piedi per la sua manovra del tutto azzardata.
Mi porto una mano al petto, per cercare di calmarmi, poi, con il resto del team, lo raggiungo al parco chiuso.
Si toglie subito il casco e va a congratularsi con Dovizioso. Li osservo mentre si scambiano le varie opinioni sulla gara appena conclusa, mentre ridono e scherzano, e penso a quanto sia bello il loro rapporto, a quanto sia una grande fortuna avere la possibilità di ammirarli e godere delle loro battaglie in pista.
E poi il Dovi mi piace. Se proprio Marc deve perdere da qualcuno, mi va bene che sia il Dovi.
Quando Marc torna da noi, mi vede, e io tendo le braccia per abbracciarlo. È caldo e sudato, ma è una meraviglia poterlo stringere a me.
<<Pazzo di un ragazzo! Un giorno mi farai venire un colpo!>> dico, al suo orecchio.
<<L'importante sarebbe che nel caso, tu cadessi tra le mie braccia.>> replica, per poi posarmi un bacio sulla guancia.
Lo osservo, confusa, mentre si allontana per essere intervistato.
Non capisco la sua risposta.
Cosa diavolo voleva dire?
Faccio i complimenti anche al Dovi, per la sua gara strepitosa, e mi godo l'inno di Mameli, che risuona per tutto il Red Bull Ring.
Mentre mi allontano dalla pitlane, le parole di Marc continuano a risuonarmi nella testa. Sono fatta così. Continuo a pensare e a ripensare alle cose fino a quando non trovo una risposta.
Ma alle parole di Marc non riesco a trovare una risposta.
[Spazio Autrice]
Salve ragazze! Prima di tutto, fatemi dire che sono immensamente felice di sapere che Marc è tornato a casa. E fatemi anche dire che Stich e Shira hanno una grande, grande fortuna.
Detto ciò, mi rendo conto che il capitolo non è niente di che, ed è anche piuttosto corto, ma serviva da ponte per il prossimo 😏
E poi volevo scrivere della gara in Austria 😂
Comunque, spero che nonostante sia un capitolo piuttosto noioso, vi sia piaciuto, se vi va lasciate un commento o un voto, un bacione 💋
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