The truth of your heart
[I will call you later
when the alcohol has mixed with my blood
to tell you what I never had the courage to tell you
Because you don't even realize
That you're my heart's desire]
[Angel]
Poso la sveglia sul comodino con un sospiro.
Mi toccherà svegliarmi alle cinque per le gare dei ragazzi, e purtroppo dovrò rinunciare alla gara della Moto3, ma la recupererò domani mattina.
Mi tolgo l'asciugamano che avevo avvolto intorno al corpo dopo aver fatto la doccia, e mi fermo, proprio al centro della stanza.
Fisso il mio riflesso a figura intera nello specchio, e sento una fitta allo stomaco.
Perché Marc deve mentirmi in quel modo?
Perché deve dirmi che mi trova bella, addirittura 'la più bella del mondo' secondo lui, quando è ovvio che non può essere così, perché non è possibile?
E per averne la prova, basta guardarmi allo specchio.
Come può qualcuno trovare bella o attraente una come me, così piccola, esile e minuta?
Sono poco più alta di un metro e mezzo, le mie forme sono appena accennate, senza scarpe e con un leggins e una maglietta rischio di essere scambiata per una ragazzina di tredici anni, io oserei dire addirittura per una bambina.
Chi potrebbe mai trovarmi attraente?
Nessuno, tanto meno uno come Marc, abituato ad essere circondato da ragazze bellissime e piene di femminilità sin da quando corre nel motomondiale.
Abituato a quegli standard come potrebbe essere attratto da me, come potrebbe anche solamente degnarmi di uno sguardo?
Bisogna essere logici e obiettivi: non è matematicamente possibile.
Loro hanno tutto, ognuna di loro è pura perfezione.
Sorrisi bellissimi e bianchissimi, visi senza il minimo difetto, corpi da sballo, voluttuosi e sexy, dalle forme giuste, e gambe chilometriche.
Non c'è assolutamente paragone.
Loro sono delle ragazze vere, io una bambina senza il minimo accenno di femminilità.
E questa cosa, per quanto io provi ad accettarmi, non potendo fare altro, mi distrugge.
Odio il mio aspetto, odio il mio corpo, odio il mio viso.
Giro le spalle al mio riflesso, e indosso la maglia celebrativa dell'ultimo mondiale conquistato da Marc nel 2014.
Porterà fortuna per il primo match point che Marc ha a disposizione nella gara che si disputerà tra diverse ore.
Mi infilo sotto le lenzuola e inizio a fare zapping in tv.
Lascio un documentario sui felini, da sempre una delle mie passioni.
In quel momento sento bussare alla porta e la figura di mia madre appare alla mia vista.
<<Posso?>> mi domanda, titubante.
<<Certo, vieni.>>
Non abbiamo più affrontato l'argomento su mio padre, e se da una parte ne sono sollevata, dall'altra sento che abbiamo bisogno di chiarire, perché da quel giorno il nostro rapporto è cambiato, fatto solo di silenzi imbarazzanti pieni di parole non dette.
Io rivoglio indietro la nostra complicità, la nostra sincerità, la spontaneità, perché mia madre è il mio tutto, c'è sempre stata per me ed è l'unica che sa tutto di me.
<<Vedo che sei già pronta per la gara di domattina!>> esordisce, venendo verso di me, riferendosi alla maglietta che indosso.
<<Giusto per portare un po' di fortuna a quel rompiscatole.
Ma non penso proprio che conquisterà il mondiale domani, per far sì che avvenga sia Lorenzo che Rossi dovranno fare 0 punti e come cosa la vedo un po' impossibile, però mi sembra giusto indossare qualcosa che lo riguardi.>>
Mia madre si limita ad annuire, poi abbassa lo sguardo.
<<Senti Angel, vorrei parlarti di quello che è successo qualche settimana fa. Tu...hai ragione.
Avrei dovuto dirti la verità.
Magari non subito, ma avrei potuto farlo quando tu saresti diventata abbastanza grande da non risentire tanto di una simile verità che avrebbe potuto farti soffrire tantissimo. Però...tu avevi rimosso tutto quello che avevi visto, probabilmente la tua mente lo aveva fatto per proteggerti.
E io...avevo paura di sconvolgere quell'equilibrio che la tua mente aveva creato, quell'equilibrio che per quanto instabile, eri riuscita a crearti. Ho scelto il male minore.
Farti continuare a credere che lui ci avesse abbandonato.
Pensavo di stare facendo la cosa giusta, e che ormai i tuoi ricordi fossero spariti per sempre ma a quanto pare mi sbagliavo.
La tua mente ha deciso di riportare tutto a galla, all'improvviso, e non potevo continuare a mentirti, meritavi di sapere la verità.
Ora posso anche dirti qual è il vero motivo per cui ci siamo trasferite qui a Cervera.>>
<<Che intendi?>> la interrompo, tirandomi su a sedere con un colpo di reni.
<<Avevo saputo da alcune mie amiche che era tornato in paese, lo avevano visto in giro.
Temevo che ci stesse cercando, e ho deciso di accettare la proposta di tua zia, dopo che l'avevo rifiutata una prima volta, di venire in Spagna per il progetto del bar.
Ho preso la palla al balzo, mi sembrava un segno del destino. Avevamo un'opportunità e non potevo perderla.>>
La guardo, in silenzio.
Mi ha aperto il cuore, raccontandomi il motivo per cui ha preso determinate decisioni.
Al suo posto avrei fatto lo stesso.
Qualunque cosa abbia fatto, l'ha fatto per proteggermi, per proteggerci.
E in fondo, devo ringraziarla.
È solo grazie a lei se Marc è entrato nella mia vita.
Chiudo gli occhi, e l'abbraccio.
<<Oh mamma, mi dispiace di aver reagito così, la scorsa volta!
Avrei dovuto essere più comprensiva e ascoltare le tue ragioni e le tue motivazioni, che non potevano essere altro che buone.
Ti chiedo scusa, ti voglio bene.>>
La stringo forte, e lei mi accarezza dolcemente i capelli.
<<Tesoro, anch'io te ne voglio.
Non ti devi preoccupare, è tutto apposto.>> sciogliamo l'abbraccio e ci guardiamo per diversi istanti.
<<Ora dormi avanti, ti aspetta una bella levataccia!>> esclama, spezzando il silenzio.
<<Ah, cosa non si fa per gli amici!
E per la passione di uno sport.>> sospiro, stendendomi sul letto e spegnendo la tv.
<<Buonanotte, tesoro!>> mi augura mia madre, prima di uscire dalla mia stanza.
<<Buonanotte, ma'.>> accendo la luce dell'abat-jour posta sul mio comodino, che rischiara la mia stanza di una luce pallida e delicata.
Accidenti, quasi dimenticavo.
Afferro il telefono e scrivo un messaggio a Marc.
'Andiamo a vincere, Marquez. Sempre al tuo fianco.'
Osservo la sua immagine del profilo whatsapp, poi mi infilo nuovamente sotto le coperte.
Non ho tempo per l'ansia pre-gara.
Devo dormire.
~·~
La gara non è andata benissimo per Alex, dato che è caduto e si è dovuto ritirare a metà gara.
Spero che Marc mi regali qualche gioia, magari il mondiale.
Sbadiglio sonoramente, mentre torno in camera con una tazza di latte freddo.
È stata dura guardare la gara di Alex senza fare il minimo rumore per non svegliare mia madre, per la gara di Marc non dovrò trattenermi più di tanto, dato che tra poco mamma si sveglierà per andare ad aprire il bar.
Mi siedo sul letto a gambe incrociate, guardando con fare annoiato i due giornalisti che parlano in diretta dalla pitlane.
Le telecamere si concentrano su Marc, che partirà dalla prima fila.
Il suo sguardo intenso e pieno di determinazione fa scorrere un brivido lungo la mia schiena e mi accorgo a malapena della porta di casa che si apre e si chiude.
Se penso che quasi un mese fa ero accanto a lui, in pista...scuoto la testa, e torno alla realtà.
Ora sì che potrò scatenarmi in pace.
La gara inizia, e dopo pochi giri Marc è già in testa, è intenzionato a prendere il largo e vincere questa gara di fronte ai capi della Honda arrivati al circuito di Motegi per l'occasione.
Dopo cinque giri dall'inizio della gara, vedo Rossi scivolare nella ghiaia, e dopo aver appurato che sta bene, continuo a seguire la gara di Marc con apprensione.
A tre giri dalla fine, succede l'impensabile.
Lorenzo scivola lungo la via di fuga esattamente come il suo compagno di squadra, e salto in piedi sul letto, sconvolta ed eccitata.
Se Marc resterà in piedi, sarà campione del mondo.
<<Non fare cazzate, non fare cazzate...>> inizio a sussurrare, riservandogli il mio sguardo minaccioso, anche se lui non può vederlo.
Ultimo tornante, poi il lungo rettilineo che porta sul traguardo.
Marc si volta indietro, nessuno dietro di lui.
Si solleva sulla moto e supera la bandiera a scacchi.
È campione del mondo.
Marc è campione del mondo per la quinta volta.
Lo vedo iniziare a festeggiare con Alex, José e i ragazzi del fanclub, e mi inginocchio davanti al televisore, piena di felicità.
Ho il cuore che scoppia nel petto, ma al tempo stesso mi invade l'amarezza di non essere lì con lui.
Vedo il suo viso stravolto per la felicità, le lacrime agli occhi per la commozione dopo tutto quello che ha passato nell'ultimo anno.
Vorrei essere lì per poterlo stringere a me, poterlo baciare...cioè, baciarlo sulle guance ovviamente.
Non stacco gli occhi dallo schermo mentre continua a festeggiare con il suo team, mentre saltella sul podio già mezzo andato a causa dello champagne.
Recupero il telefono ed entro su whatsapp.
'Non finisci mai di stupirmi, né di incantarmi. Sei una meraviglia Marc, una gioia per gli occhi. Sono così fiera di te, così fiera di poterti chiamare 'il mio pilota'. È un privilegio averti nella mia vita. Ora, sbronzati ma non esagerare, mi raccomando. Ti aspetto, non vedo l'ora di poter festeggiare con te. Un bacio.'
Rileggo il messaggio diverse volte, poi lo invio.
Torno a guardarlo, con avidità, come se lo vedessi per la prima volta, durante la conferenza stampa.
Ammiro i suoi occhi luminosi, il suo sorriso splendente, ed è così bello, così assolutamente adorabile, mentre rivedo quel bimbo che sognava di diventare campione del mondo.
Alla fine, la mattinata corre veloce, e mi ritrovo a fare colazione alle dieci passate.
Avrei voluto recuperare qualche ora di sonno, ma ormai la siesta è rimandata a dopo pranzo.
Il bar resterà chiuso nel pomeriggio, per cui io e mamma pranzeremo insieme.
Ne approfitto per pulire la casa, il buonumore causato dalla vittoria di Marc ancora presente.
Verso le due del pomeriggio mamma mi raggiunge, e pranziamo con una semplice pasta al sugo.
Mi riempie di domande sulla gara nonostante l'abbia vista al bar, mi racconta di come molti tifosi abbiano festeggiato facendo casino e sventolando bandiere.
<<Mamma, io vado a dormire, voglio recuperare qualche ora di sonno.>> le dico, subito dopo pranzo.
<<D'accordo, io e tua zia andremo a fare una passeggiata!>>
Torno in camera e chiudo le serrande, lasciando la mia stanza nella penombra.
Mi infilo la maglia che ho indossato stanotte, e recupero il telefono.
Quando leggo che c'è un messaggio di Marc, sento il cuore aumentare i battiti.
Poi, lo apro.
Marc >> "Sono io ad essere fortunato ad averti nella mia vita. Avrei tanto voluto averti qui con me, avrei voluto vederti al parc ferme e in pista accanto a me. Mi manchi tanto Angel, non vedo l'ora di rivederti."
Scuoto la testa mentre sento gli occhi pungermi per le lacrime.
Mi manca così tanto quel piccolo bastardo che adoro tantissimo.
Mi infilo sotto le lenzuola, e scivolo lentamente nel mondo dei sogni.
Dopo non so quanto tempo vengo svegliata dal trillo del telefono.
Lo afferro, mentre mi sfugge uno sbadiglio, e controllo l'ora: sono le quattro del pomeriggio.
Rispondo senza controllare chi sia.
<<Pronto?>> biascico, la voce resa più roca e profonda dal sonno.
<<Angel...hai risposto...>>
Mi tiro su, non appena sento la sua voce.
<<Marc? Sei ubriaco.>> noto, sedendomi sul letto e passandomi una mano tra i capelli.
<<No!>> sghignazza, mentre sento delle risate e degli urli in sottofondo, e la musica che pompa ad alto volume, <<o forse sì...non mi ricordo quanto ho bevuto, però davanti a me ho due bottiglie di birra vuote, saranno tutte mie?>> continua, come se potessi saperlo.
<<Idiota.>> mi limito a dire, scuotendo la testa.
<<Avresti dovuto essere qui!>> lo sento piagnucolare.
<<Perchè sai che nessuno ti terrà la testa quando dovrai vomitare?>>
<<Non vomiterò, tranquilla!>> ribatte, indispettito.
<<Va bene. Torna a divertirti avanti, ma non bere altro, mi raccomando.>>
<<Angel!>> mi richiama, con quel tono sofferente.
<<Sono qui, ti ascolto!>>
<<Mi manchi...tanto, tanto...immensamente...tanto?>> non riesco a trattenere una risata.
<<Anche tu mi manchi, Marc. Davvero. Ma ora torna a divertirti, avanti.>>
<<Angel...>> mi richiama, per l'ennesima volta.
<<Sì, Marc.>>
<<Ho tanta voglia...di fare l'amore con te.>>
Il mio cuore si ferma per un istante.
Il telefono mi scivola dalle mani mentre rimango immobile, completamente fulminata dalle parole di Marc.
Questa volta non posso aver capito male.
Le ho sentite, forti e chiare, nonostante la musica, nonostante le risate e gli urli in sottofondo.
Mi porto una mano al petto, mentre riprendo a respirare.
Il mio migliore amico ha appena detto che vuole fare l'amore con me.
Lo ha detto davvero.
Deve assolutamente essere colpa dell'alcol.
Marc non potrebbe mai dire una cosa del genere se fosse sobrio, è il mio migliore amico.
Non sa che cosa sta dicendo.
Mi scuoto e riafferro il telefono.
Lo sento ancora parlare.
<<Angel, ci sei? Sei...sei ancora lì?>>
Mi schiarisco la voce.
<<Sì...sì Marc, sono...sono qui. Io...>>
<<Dì qualcosa, ti prego...>> riprende a piagnucolare, e io scuoto la testa, il cuore e il cervello completamente in tilt.
È ubriaco.
Posso dirgli tutto quello che voglio, perché non lo ricorderà.
<<Anch'io, Marc. Tantissimo.>>
E senza dargli il tempo di replicare, chiudo la chiamata.
Mi getto sul letto, ancora frastornata e sconvolta.
Non ho idea di cosa sia successo, né di cosa io abbia detto, ma l'ho fatto.
L'ho fatto davvero.
[Spazio Autrice]
Hola chicas 😌
Devo aggiungere necessariamente qualcosa? Io non penso, per cui lascio a voi le parole.
Vi dico solo che da qui in avanti cambierà TUTTO e succederà di TUTTO
Alla prossima settimana, bacini e bacetti 💋
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