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The heart wants what it wants


[The future that we hold is so unclear
But I'm not alive until you call
There's a million reasons why I should give you up
But the heart wants what it wants]

[Angel]

<<Marc...Marc, svegliati! Avanti!>> inizio a scuoterlo leggermente, ma sembra non avere la minima intenzione di svegliarsi.
Sbuffo rumorosamente, perché tra esattamente dieci minuti la sveglia di mia madre suonerà, e lui dovrà già essere uscito di qui.
Eppure, vorrei così tanto restare qui a guardarlo per tutta la giornata, per il resto dei miei giorni.
Prendo l'ennesimo sorso di aranciata, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, e mi chino su di lui.

<<Amore mio...svegliati, avanti...>> sussurro al suo orecchio, per poi iniziare a posarvi dei baci leggeri. Mordo appena il lobo, e lo sento emettere una specie di mugolio, mentre mi stringe più forte a lui. Con uno scatto, scosta il viso dal mio, e preme le labbra contro le mie.

Se avessi saputo che bastava così poco per svegliarlo lo avrei fatto da subito. Mi scosto da lui e dalla sua gola sfugge un lamento.

<<Perché mi illudi così...>>

<<Muoviti, tra cinque minuti devi essere fuori di qui.>> sussurro, indicandogli la porta chiusa della mia stanza.

<<Buongiorno anche a te, amore.>> borbotta, prendendo il bicchiere dalle mie mani e bevendo quel poco di aranciata che è rimasta. Si sfrega poi gli occhi, sbuffando.

<<Scusami Marc, buongiorno.>> mi metto in ginocchio sul letto e lo raggiungo in quanto ad altezza, dato che si è alzato per indossare i jeans. Gli circondo il collo con le braccia e gli poso un bacio sulle labbra, stringendolo forte a me.

<<Ma che ore sono?>> mi domanda, iniziando a darsi dei leggeri schiaffi sulle guance.

<<Manca poco alle sei e mezza. E fai piano, ti prego.>> gli ripeto, mentre usciamo dalla mia stanza. Marc si porta un dito alle labbra e mi prende per mano mentre attraversiamo il corridoio. Non posso fare a meno di sorridere quando vedo la sua mano stretta alla mia, le sue dita lunghe e affusolate che la avvolgono tutta, come il bozzolo di una farfalla.

<<Però. Ho fatto davvero un capolavoro.>> mormora ad un certo punto, fermandosi davanti all'entrata del salotto, stracolmo di rose e gigli.

<<Da un pazzo cosa vuoi aspettarti?>> replico, guardando la sua nuca. Marc si volta verso di me, un sopracciglio inarcato.

<<Ma tu ami questo pazzo, quindi il problema non si pone.>> si china a posarmi un bacio leggero prima che io possa anche solo pensare a cosa rispondere.

Perché al momento non saprei che fare, se confermare le sue parole o restare semplicemente in silenzio, e il suo bacio mi toglie dall'imbarazzo.

<<Vai, avanti!>>

<<Va bene, ma ci vediamo più tardi? Oggi pomeriggio vado in circuito a fare un po' di motocross, mi raggiungi lì?>>

<<Certo! Ma ora ->>

<<Vado, vado! Buongiorno ancora, tesoro mio. Ti amo tantissimo.>> non mi dà neppure il tempo di dire qualcosa, che esce dal mio appartamento.

Sento la sveglia dalla stanza di mia madre iniziare a suonare e mi scuoto, tornando a passi svelti, ma leggeri, in camera mia.

Mi infilo nuovamente sotto le coperte e affondo il viso nella parte del cuscino su cui Marc ha dormito, ispirando il suo profumo, posando una mano sulla parte di letto su cui lui ha passato la notte, ancora pregna del suo calore, e il cuore mi balza in gola.

Mi sento così ridicola e patetica, ma oramai sono irrimediabilmente invischiata in tutto questo e non posso farne a meno.
Non posso fare a meno di pensarlo tutto il tempo, di inspirare il suo profumo, di accarezzare la sua pelle calda, di baciare le sue labbra, di infilare le dita tra i suoi capelli, di perdermi nei suoi occhi.
Solo il pensiero di ciò mi da i brividi, ed è una sensazione talmente forte e intensa che mi toglie il respiro.

Mia madre bussa contro la porta e io le rispondo con un semplice "arrivo".
Odio svegliarmi presto al mattino, è una cosa che detesto con tutte le mie forze, mi provoca proprio dolore fisico. Sbuffo per l'ennesima volta, piagnucolando, e continuo a farlo anche mentre mi vesto, come ogni volta.

La mattinata scorre veloce e con tranquillità. Mi rendo conto di avere davvero un atteggiamento diverso rispetto a prima, rispetto anche solo ad un mese fa. Mi sento spensierata, felice, canticchio continuamente, e questo non può collegarsi solo e unicamente a Marc.
Non può essere dovuto solo a lui.

Non può essere così.

Quando arriva la fine del mio turno, mi precipito nel retro, e mi sciolgo i capelli. Mi do una pettinata veloce ai capelli e recupero la borsa.
Non vedo l'ora di vedere Marc, e mi sento elettrizzata come una bambina di fronte al suo dolce preferito.

In realtà mi sento così da quando mi ha chiesto di andare in Asia con lui. Stento ancora a crederci, e mi pare impossibile il fatto che me lo abbia chiesto, e cosa ancora più incredibile, che io abbia accettato.

Il problema ora è dirlo a mia madre. Come le dirò che praticamente me ne andrò per quasi un mese?

Come se l'avessi chiamata, mia madre mi raggiunge nel retro. Evidentemente mia zia deve essere arrivata.

<<Angel, posso parlarti?>> mi chiede, appoggiandosi contro lo stipite della porta, e puntando lo sguardo sul mio viso.

<<Oh...va bene. Si tratta di quello che dovevi dirmi ieri sera?>> lei annuisce.

Ogni fibra del mio corpo mi implora di raggiungere Marc, ma non posso ascoltarlo. Ci sono anche altre cose nella mia vita, importanti esattamente quanto lui.

<<Allora dimmi, mi hai detto che ->>

<<È Marc, vero?>>

Le parole mi muoiono in gola. Resto letteralmente impietrita, gli occhi spalancati fissi su di lei, devo essere anche sbiancata nel giro di un istante. Sento il cuore battermi come un tamburo impazzito nel petto e nelle orecchie. E adesso come la affronto? Provare a negare?

<<Cosa? In che senso?>> sogghigno nervosamente, scrollando le spalle, e inclinando la testa di lato.

È inutile, tanto mia madre mi conosce meglio di chiunque altro.

<<Angel, per favore, hai capito benissimo quello che voglio dire. È stato Marc a riempirci la casa di fiori, non è così? Ed è da Marc che hai trascorso le notti passate, non da Rafi. E sono quasi sicura che sia venuto a casa nostra stanotte, o sbaglio?>>

<<Come ->> mi mordo la lingua. Tanto sarebbe stato inutile anche solo provare a negare, <<come fai a sapere che è venuto a casa, stanotte?>>

<<Vi ho sentiti parlare, doveva essere mezzanotte. Ho riconosciuto la sua voce.>>

<<E...il resto? Come lo sai?>>

<<Non ci ho fatto caso subito, ma lunedì sera ho capito tutto. Quando Marc è venuto al bar quel pomeriggio, dopo aver saputo dei fiori, non ha battuto ciglio. Non si è insospettito, non era il solito Marc protettivo che è sempre stato con te. Non si domandava chi fosse questo ammiratore così appassionato che ti aveva riempito la casa di fiori. Ovvio, perché era lui. Perché è lui. Ecco perché era addirittura così felice.>>

Una sciocchezza. Una cosa così banale. Avrei dovuto capirlo subito.
Annuisco, e mi siedo proprio di fronte a lei.

<<Okay. Bene. Sì, è vero. È Marc.>> ammetto, passandomi una mano tra i capelli, <<cosa posso dire? Le cose stanno così.>> aggiungo, accennando un sorriso sghembo.

<<Angel! Ma ti rendi conto?>> sollevo le palpebre, e punto gli occhi nei suoi, il cuore che brucia nel mio petto.

<<No mamma, non mi rendo conto. Illuminami, ti prego.>> replico, incrociando le braccia al petto.

<<Per favore, non fraintendermi, voglio molto bene a Marc, lo sai, l'ho sempre considerato un bravo ragazzo, adorabile con te. Ho sempre pensato che sareste stati un incanto insieme, ma ora...è diverso! Lui non è più semplicemente Marc, il tuo migliore amico, è anche il fratello del tuo ex. Ti rendi conto? Avete rotto da tre settimane! Dov'è finita l'Angel che pensa sempre mille volte prima di fare una cosa?>>

<<Forse si è rotta le palle, mamma?>> ribatto, alzandomi,
<<credi davvero che io non abbia pensato a tutto ciò?
Ma come si fa a combattere, a negare al proprio cuore ciò che desidera?
Perché io e Marc dobbiamo annullarci in questo modo, sempre? Perché dobbiamo sempre rinunciare per gli altri?
Dio, io...io voglio Marc, e lo voglio con tutta la mia anima, e l'ho realizzato solo adesso.
So che...che è un qualcosa di sbagliato, perché lo è, no?
Ho pensato che Alex fosse la scelta giusta, la scelta più giusta per me e la mia mente lo pensa ancora, ma il mio cuore vuole Marc.
Lo voleva a inizio anno, lo voleva la notte del mio compleanno, lo voleva la scorsa estate, quando mi sono accorta di ciò che stavo iniziando a sentire, perché davvero...da un giorno all'altro mi sono accorta che le cose erano cambiate.
Io ora mi sento così...così potente, mamma, e al tempo stesso fragile come il cristallo.
Ma voglio vivere tutto questo, me lo voglio vivere.
Non ho mai provato niente di tutto ciò in vita mia, mai, lo sai bene.
Mi sono sempre chiusa, nascosta, dietro la mia freddezza, e ora...ora mi sento viva come non mai.
Non mi interessa se sei d'accordo o meno, mamma, io non voglio privarmi di tutto questo.
Finirà male? Probabile, ma ora non mi interessa.
Voglio continuare a sentire questa...vita, che mi scorre nelle vene.
Anzi, già che ci sono, te lo dico. Io vado in Asia con lui.>>

<<Cosa?>> esclama, la sorpresa dipinta sul suo volto.
So che in questo momento non mi riconosce neppure, ma non mi importa.

Marc mi sta facendo molto male, non posso non ammetterlo almeno a me stessa.

<<Puoi anche tenerti la parte mensile che mi spetta, se vuoi. Anche se io non sono una semplice dipendente, questo locale è anche mio. Però, lo capirò, se lo farai.>>

<<Angel, non mi interessa del tuo stipendio. Per favore, cosa vuoi che me ne importi? Andare con lui, in Asia? Come pensi di ->>

<<Non lo so. Ma non posso separarmi da lui in questo momento, non posso proprio, mamma. Io...so bene che non mi puoi capire, ti chiedo solo...di lasciare che io ci sbatta la testa, da sola. Non pensare che sia impazzita all'improvviso, so tutto quello che comporta la nostra storia. E lo diremo ad Alex, non appena il mondiale sarà finito. Ma ora...ti prego, lasciami vivere questa cosa, che è così bella. Lo hai detto anche tu, non mi hai mai visto così felice.>>

<<Io...voglio solo evitarti un dolore, perché hai sofferto abbastanza. E non parlo di Marc, non dico che sarà lui a farti soffrire, ma...tutto il resto.>>

<<Ora non voglio pensarci. Ma se avrò Marc accanto a me...sarò pronta ad affrontare tutto.>>

Mia madre mi osserva come se mi vedesse per la prima volta.

<<Lo ami a tal punto?>>

<<Non so che cos'è. Ma mi spaventa e mi da vita allo stesso tempo. Ed è bellissimo.>> accenno un sorriso e mia madre mi osserva ancora per qualche istante, per poi abbracciarmi.

<<Io sarò sempre dalla tua parte, tesoro. Spero che tutto si concluda per il meglio.>>

<<Grazie, mamma. Ti voglio bene.>>

<<Anche io, piccolo angelo.>>

Sciolgo l'abbraccio ed esco dal bar. La conversazione appena avuta con mia madre mi ha fatto pensare. Avevo promesso a Marc che sarei passata in circuito, ma al momento, ho bisogno di stare un po' da sola.

Mi do una leggera rinfrescata e indosso una maglietta nera a maniche lunghe e un paio di skinny dello stesso colore.

Mi siedo per terra, ad osservare il mio riflesso, e Duchessa mi raggiunge, iniziando a strofinarsi contro di me. Le accarezzo la testa, mentre sento il telefono iniziare a suonare. Allungo una mano e rispondo alla chiamata.

<<Pronto?>>

<<Pronto? Parlo con la ragazza che tra qualche giorno prenderà il volo per l'Asia?>>

<<Rafi, ciao. Te l'ha detto Marc?>>

<<Affermativo. Io e Anna siamo sotto casa tua. Scendi e non fare domande.>> sogghigna prima di chiudere la chiamata.

Osservo il mio riflesso con aria confusa. Rafi è già ubriaca alle tre del pomeriggio?

Decido di fare come dice, e le raggiungo.

<<Ah, eccola!>> urla Anna, con aria eccitata, e io le faccio cenno di stare zitta, dopo essermi guardata intorno.

<<Ma che diavolo vi prende?!>> chiedo, salendo in macchina.

<<Hai bisogno di qualche vestito nuovo, ragazza. Sei in partenza per l'Asia e non hai praticamente più nulla da mettere.>> esclama Rafi, voltandosi verso di me.

<<E tu che ne sai?>>

<<Conosco il tuo guardaroba meglio di te. Per questo, andremo a Lleida per fare acquisti.>> replica lei, mettendo in moto.

<<A Lleida? Ma Rafi, chi ha voglia di andare a Lleida a quest'ora??>>

<<Noi.>> esclamano all'unisono lei e Anna, <<pronte a fare sessanta chilometri all'andata e sessanta chilometri al ritorno pur di vederti con dei vestiti nuovi addosso. Non vai per negozi da quando siamo andate io e te a Valencia a novembre dello scorso anno, scommetto.>>

<<Ehm...solo perché a me non piace fare acquisti.>>

<<Oggi pomeriggio ti costringeremo noi a farli.>>

<<Ma dovevo andare da Marc...>> piagnucolo, mentre Rafi entra in superstrada.

<<Lo vedrai stasera, il tuo fidanzato!>> sogghigna Anna, per poi voltarsi verso di me, <<ma quindi è vero? Ce l'avete fatta? Marc si è dato una svegliata? Non ci credo!>>

<<Quando ha visto che quel tesorino di Joan si stava facendo sotto ha ingranato la settima!>> ribatte Rafi, per poi scoppiare a ridere.

<<Tesorino?>> le chiedo, inarcando un sopracciglio.

<<Perché non lo è? È adorabile quel ragazzo. Se non fosse per Marc, ti ci butterei io, tra le sue braccia, Angel.>>

<<Rafi!>>

<<Io sono la bocca della verità, mia cara.>>

Dopo tre quarti d'ora raggiungiamo Lleida. Rafi e Anna mi trascinano in tutti i negozi del centro e lo ammetto, ho trovato diversi vestiti carini, maglioncini, skinny e pantaloncini che non vedo l'ora di indossare.

<<Ora...servirà anche qualche nuovo completino intimo.>> esclama Rafi ad un tratto, fermandosi di fronte alla vetrina di un negozio di lingerie.

<<Che cosa?>> domando, alzando la voce di un'ottava.

<<Completi intimi, tesoro, sei diventata sorda, per caso?>>

<<A me non servono.>> taglio corto, incrociando le braccia sotto il seno.

<<A te servono, smettila. O vuoi indossare sempre quel completo rosso e quello nero? Certo, non che a Marc interessino, per lui potresti anche avere uno straccio a coprirti e gli andrebbe bene. Ma devi farlo per te. Per sentirti bella quando ti guardi allo specchio. E cosa c'è di meglio di qualcosa di nuovo? Avanti Anna, aiutami a portarla dentro.>> per tutta risposta Anna fa un cenno con il capo e mi trascinano dentro il negozio.

Ovviamente, il mio essere minuta e leggera quanto una piuma non va a mio vantaggio.

<<Guarda che bello questo! Candido e puro come la neve, quindi perfetto per te, di pizzo e sexy da morire. Provalo, avanti.>> mi dice Rafi, piazzandomi il reggiseno di pizzo bianco sotto il naso.

<<No. Io non provo niente. Mi oppongo.>>

<<Se non te lo provi da sola te lo facciamo provare noi con le cattive.>> interviene Anna alle mie spalle.

<<Si può sapere che diavolo volete da me?! Siete un'associazione a delinquere!>> piagnucolo, afferrando il reggiseno e dirigendomi a passi spediti verso il camerino.

Mi sfilo la maglietta, poi il reggiseno e indosso quello che Rafi e Anna mi hanno costretto a provare.

<<Ho fatto, creature crudeli.>> borbotto, e Rafi e Anna mi raggiungono all'interno del camerino.

<<Mai crudeli quanto te.>> replica Rafi, per poi sorridere, <<Anna, guarda quanto le dona! Ti sta da dio, Angel, lo vedi?>>

No.

Io non vedo niente.

Io mi vedo orrenda.

Come faccio a stare con uno come Marc, come faccio a stare con lui, quando so benissimo il tipo di ragazza che apprezza, ossia, il tipo di ragazza che gira per il paddock. Ragazze bellissime, alte, femminili e dalle forme al punto giusto.

Io non ho niente in comune con loro, nulla.

Sento il cuore farsi a pezzi nel mio petto per il fatto di non essere come le altre, come tutte quelle ragazze bellissime dal fisico perfetto.
Io cosa dovrei trovarci di bello in me? Il fatto di essere piccola, esile e minuta? Il fatto di avere appena l'accenno di fianchi e seno? Il fatto di non piacermi neppure in viso, di avere un naso che odio?

Dio, come diavolo fa Marc a stare con me, a volere me?
Mi sembra impossibile.
È impossibile.

<<Angel, che ti prende, perché non dici neppure una parola?>> Rafi mi scuote per le spalle e mi sveglio dal mio torpore.

<<Perché? Perché sono orrenda, ecco perché! Questo reggiseno non fa che sottolineare la pianura padana che ho al posto del petto!>> scoppio in lacrime, mentre le ragazze si scambiato uno sguardo di sorpresa e paura.

<<Pianura...padana?>> mormora Anna, e Rafi la zittisce, portandole una mano sulla bocca.

<<Angel, ma che dici! Non è così! Te lo diremmo se non ti donerebbe, davvero! È vero, hai un seno piccolo, ma è così elegante e ti dona! È adatto a te, e al tuo fisico.>>

<<Un fisico orribile, che odio e che mi fa schifo. Marc deve essere completamente impazzito per volere me, o mi sta prendendo solamente in giro.>>

<<Ehi, non dire così.>> Anna mi posa un braccio intorno alle spalle, mentre Rafi mi prende il viso tra le sue mani.

<<Angel, e va bene. Non hai l'altezza di una modella, né quella di un'ombrellina e non hai una terza di seno, ma chi se ne frega? Dio, sei splendida così come sei! Sei diversa da loro, sei diversa dalla massa, ma dio, hai un vitino da vespa che vorrei avere io, un personale elegante e da bambolina che incanta e intenerisce chi ti guarda. Ti ricordi? Non mi ricordo chi era stato, ma mi avevi detto che uno dei pilotini aveva detto che gli sembravi una bambolina. Sei diversa e proprio per questo speciale. Amati e valorizzati, perché sei tu la prima a doverlo fare. E Marc vuole te perché ti ama. Ti ama, lo vuoi capire? Sta tutta qui la differenza. Non dirò bugie, ne ha avute tante, si sarà fatto tutto il parterre ombrelline? Sì, ma è te che vuole, non loro. Questo succede quando si ama. Questo succede quando si è innamorati. Lo vuoi capire o no?>>

Rafi mi asciuga le lacrime, e mi tira su. Vorrei essere sempre quella Angel che è salita su quel palco ad agosto, o quella che era così sicura di sé e del proprio valore la sera stessa in cui Alex l'aveva mollata.
Invece mi esaurisco e mi spengo come un fiammifero.

<<Ora>> Anna mi toglie i capelli dal viso e mi costringe ad aprire gli occhi, <<guardati, e dicci se non ti dona questo reggiseno. Sexy ma puro, come te.>>

Lo osservo, ma non riesco a notare quello che dicono le ragazze. Forse sono troppo di parte nel mio non piacermi per notarlo.

<<Oh, non importa Anna, glielo compriamo noi.>> replica Rafi, aprendo il gancetto e sfilandomelo di dosso. Prima di uscire dal camerino però mi lasciano un bacio sulla guancia.

Ritorniamo a Cervera con le luci del tramonto. Marc mi ha mandato un messaggio chiedendomi se ho voglia di raggiungerlo al nostro solito posto, e se avevo voglia di cenare a casa con del pollo fritto e patatine. Dopo aver risposto affermativamente a tutto, chiedo alle ragazze di accompagnarmi al suo pied-à-terre, e quando varchiamo il cancello, prima di scendere, le abbraccio.

<<Vi voglio bene, ragazze. Siete meravigliose.>>

<<Anche noi te ne vogliamo. E non dimenticare che anche tu sei meravigliosa. E ricorda. Sfoggia in Asia il completino, mi raccomando.>> scoppio a ridere mentre scendo dall'auto.

Raggiungo la porta, e noto che è socchiusa.

<<Marc?>> lo chiamo, chiudendomi poi la porta alle spalle.

<<Sono in camera!>> lo sento dire, e poso le buste con i vestiti all'entrata, per poi raggiungere a passo svelto la sua stanza.

Il mio cuore manca un colpo quando lo vedo. È di spalle, di fronte allo specchio, un asciugamano a circondargli i fianchi. La vista della sua schiena ampia e scolpita mi riempie gli occhi. Sento il mio corpo bruciare nel giro di un istante, e lo raggiungo, dopo essermi sfilata le scarpe.
Gli circondo i fianchi con le braccia e poso la fronte contro la sua schiena.

<<Finalmente ti rivedo, mi amor. Questa giornata è stata infinita senza di te.>> lo sento dire, e la sua voce vibra contro la mia fronte. Poso la guancia contro la sua pelle calda e che profuma di doccia, e sento, che per l'ennesima volta, i miei occhi si stanno riempiendo di lacrime.

Vorrei così tanto sapere perché Marc mi fa questo effetto, perché porta allo stremo ogni mia emozione, perché mi riempie il cuore in modo così totalizzante da devastarmi. Poso un bacio sulla sua pelle, poi un secondo e un terzo e sento i muscoli tendersi sotto il mio tocco.
Vorrei passare la vita a baciare questo corpo meraviglioso che io amo con ogni fibra del mio essere, anche se non gliel'ho ancora detto, e forse, non troverò mai il coraggio di farlo.

Scosto di poco il viso e noto i graffi, ora molto più leggeri, che gli ho lasciati ieri notte. Sento le mie guance arrossire, e proprio in quel momento Marc si volta, prendendomi tra le braccia con estrema facilità, come se fossi fatta di aria.

<<Vuoi tentarmi prima di cena?>> mi domanda, sfiorandomi le labbra con il pollice. Mi limito a scuotere la testa, guardandolo negli occhi.

<<Se mi guardi con quegli occhioni in realtà mi spingi quasi a posticiparla, la cena...>>

<<E invece no, perché io necessito di farmi una doccia e di cambiarmi! Rafi e Anna mi hanno portato in giro per negozi a Lleida.>>

<<Ecco perché non sei venuta in circuito. Pensavo avessi cambiato idea.>> scuoto nuovamente la testa.

<<Volevo venire. Mi sei mancato.>> ammetto, abbassando lo sguardo.

<<Anche tu, angelo. Immensamente tanto.>>

Marc mi posa due dita sotto il mento, e mi bacia con una dolcezza disarmante. Mi aggrappo al suo viso perché non vorrei mai, mai che si staccasse da me.

<<Hai fame?>> mi domanda, mettendomi giù, e mi sento così piccola in confronto a lui, solo che questa volta non è una brutta sensazione. È calda e intensa, e mi fa sentire al sicuro.

<<Molta. Dici che riesco a farmi una doccia?>>

<<Certo. Io intanto riscaldo il pollo.>>

<<Sai usare il forno?>> gli chiedo, ironica, mentre inizio a spogliarmi.
Marc mi fa il verso mentre si dirige verso la cucina e io scoppio a ridere.

Lascio i vestiti sul pavimento accanto all'entrata del bagno e mi infilo sotto il getto dell'acqua calda. Uso il suo docciaschiuma, ed è come averlo addosso. Un qualcosa di talmente bello e intimo che mi fa sentire ancora più legata a lui.

Solo quando chiudo il getto dell'acqua mi rendo conto che ho dimenticato di portarmi un asciugamano e dei vestiti di ricambio. Apro appena la doccia e faccio per chiamare Marc, quando noto un asciugamano posato accanto alla doccia e poco distante, la maglia lunga che ho indossanto ieri mattina. Non riesco a trattenere un sorriso, mentre mi avvolgo l'asciugamano intorno al corpo.

Le piccole attenzioni di Marc mi scaldano il cuore e mi fanno sentire così tanto amata che non lo credevo possibile. Indosso poi la maglia e lo raggiungo.

<<Ecco la ragazza più bella del mondo. È pronto. Che dici se ceniamo sul divano?>>

<<Dico che è perfetto.>> mi limito a dire, girando su me stessa, e abbracciandolo da dietro.

Gli poso un bacio sulla nuca, alzandomi sulla punta dei piedi e sento il suo sguardo su di me, mentre porto i bicchieri in salone. Ci sediamo l'uno accanto all'altro, poggiando le gambe sul poggiapiedi.

<<Marc, devo dirti una cosa.>>

Penso che debba sapere del fatto che mia madre sa di noi.

<<Non vuoi più venire in Asia?>> mi domanda, preoccupato.

<<Come? No, certo che vengo!>>

Marc tira un sospiro di sollievo e accenna un sorriso.

<<Allora cosa c'è?>>

<<Mia madre sa tutto.>> mormoro, guardando ciò che rimane del mio pollo fritto.

<<Cosa? E...come...?>>

<<Il tuo atteggiamento al bar il giorno in cui mi hai regalato tutti quei fiori. Le è bastato quello.>>

<<Oh. E quindi...ora...>>

<<Ora niente. Per lei, beh...siamo due pazzi. Ma io non posso non seguire il mio cuore, per la prima volta, non ci riesco.>>

Marc fissa gli occhi scuri nei miei, quegli occhi che mi hanno sempre donato calore. Quegli occhi che per me sono come casa.

<<Il tuo cuore.>>

<<Il mio cuore.>> ripeto, e Marc mi prende il viso tra le mani, guardandomi con un'intensità tale che mi toglie il respiro.

<<Dio, quanto ti amo, angelo.>> poso le mani sui suoi polsi e sento gli occhi pungermi per le lacrime.

Mi strazia il cuore ogni volta che me lo dice, per poi ricucirlo con i suoi baci.
Marc accosta il viso al mio e posa le labbra sulle mie. Accarezzo la sua lingua lentamente e con dolcezza, perdendomi in questo bacio che pare quasi succhiarmi via l'anima.

<<Ho una cosa per te.>> mi dice, non appena si allontana da me.
Si alza e va a prendere una scatolina posata accanto al televisore, <<aprila.>>

Faccio come dice, e noto che al suo interno vi è un biglietto, con il mio nome, con Tokyo come destinazione. Scuoto la testa, piena di felicità.

<<Tra quattro giorni si parte, amore mio.>>

Alzo lo sguardo su di lui.

<<Vuoi davvero me? Sono un mondo a parte rispetto a tutte quelle a cui tu sei abituato ->>

Marc mi posa una mano sulla bocca, avvicinando il viso talmente tanto al mio da poter notare le sue pupille dilatate.

<<Proprio per questo. Perché sei un mondo a parte. Un mondo di cui io sono perdutamente innamorato. Voglio queste labbra, queste mani, questi occhi, questo corpo, su di me, fino alla fine del tempo.>>

Lo osservo, con il cuore che scoppia nel petto, e lo stringo a me.

<<Oh, Marc. Non lasciarmi mai.>>

<<Mai.>>

Poso gli occhi sul biglietto che stringo tra le mani.

Giappone, stiamo arrivando.

[Spazio Autrice]

Ormai sono una creatura della notte! pubblico sempre più tardi, me ne rendo conto, e vi chiedo scusa 🙈
Ma veniamo a noi: cosa pensate succederà in Asia?
Fatemelo sapere nei commenti!
Un piccolo appunto: ho pubblicato su Spotify la playlist di A fior di pelle, e sapete quanto questa storia sia strettamente legata alla musica, quindi, penso che leggerla senza ascoltare la musica che l'ha ispirata e che di conseguenza ha ispirato ogni capitolo, non trasmette abbastanza la potenza di ogni sensazione. Vi lascio il link in bacheca, spero che le darete un'occhiata! ❤
Detto ciò, vi mando un bacio 💋
Vi voglio bene ❤

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