Shiver
"Ogni volta che di notte
leggo il mio corpo
indosso il suo corpo,
mi stupisco leggendo il suo amore:
la notte non può che essere
i suoi tratti,
i suoi segreti, non può che
essere il suo nome."
[Adonis]
[Marc]
<<È bella l'Indonesia?>> sogghigna Angel, dall'altra parte del telefono.
<<Sì, fantastica, ma vorrei già essere lì in Australia...>> porto la mano a coprire la bocca, per evitare che José, seduto dalla parte opposta dell'auto, mi senta.
Ma perso com'è nello scambiarsi messaggi con Nuria, che probabilmente si è svegliata solo per potergli parlare per qualche minuto, penso che non farebbe minimamente caso alle mie parole.
<<...Con te. Ho dormito malissimo stanotte, senza di te.>> concludo, in un sorriso.
<<Oh, Marc, avanti, hai dormito per anni senza di me. Però...anche io vorrei tanto che tu fossi qui. Mi manchi tantissimo, ti rendi conto? Non riesco ancora ad abituarmi a questa cosa. Perché mi manchi così tanto?>>
Non riesco a trattenere un sorriso, nonostante lei non possa vederlo.
Questa sua genuinità, questa sua purezza, questo suo essere senza filtri, mi smuove qualcosa alla bocca dello stomaco.
La mia Angel, solo che ora in un modo diverso rispetto a prima.
Così diversa rispetto a tutte quelle con cui ho avuto a che fare.
Stare con lei è qualcosa di magico, di fottutamente bello.
Stare con lei è come essere perennemente su di giri, un brivido continuo lungo la spina dorsale, una droga di cui più faccio uso, più mi rende dipendente.
<<Non lo so, dimmelo tu. Io un'idea ce l'avrei.>>
Non ho bisogno che Angel mi dica quelle esatte parole.
Me le ha già dette decine di volte, me le ha dette quando è scoppiata in lacrime mentre facevamo l'amore, me le dice ogni volta che mi guarda come se fossi un capolavoro, una creatura magica e mitologica. Ogni volta che mi guarda come se il mondo fosse un posto migliore solo perché esisto. Ogni volta che i suoi occhi si posano su di me, ogni volta che mi guarda in quel modo, mi sento toccare dentro in un modo talmente profondo e totalizzante che mi si azzera il respiro. Me le dice ogni volta che intreccia le sue dita con le mie, ogni volta che mi lascia entrare dentro le sue paure, ogni volta che posa la sua fronte contro la mia, ogni volta che si mostra fragile. Lo ha sempre fatto con me, ma ora è diverso. Ora siamo qualcosa di diverso.
Non ho bisogno che me le dica, anche se non posso non ammettere che una parte di me muore dalla voglia di sentirgliele dire.
I suoi occhi immersi nei miei, le sue mani sul mio viso, le sue labbra a un soffio dalle mie, e la sua voce che mi sussurra un "Marc, ti amo".
Solo il pensiero mi fa tremare il cuore.
So che Angel dà peso ad ogni parola che dice, così come analizza ogni parola di chi gli sta di fronte, e so che prima di dire delle parole così importanti, ci penserà un numero infinitesimale di volte.
Non mi importa quando arriverà quel momento. Spero solo che arrivi, presto o tardi.
<<Ah sì? Sentiamola, allora.>> replica Angel, svegliandomi dai miei pensieri.
<<Che non puoi più fare a meno di me.>> sussurro, e sento Angel sogghignare dall'altra parte del telefono.
Non voglio tirargliele fuori io, quelle parole. Non voglio costringerla a dirle, se non se la sente. Deve essere spontaneo. E così non lo sarebbe.
<<Ti odio.>> mormora Angel.
<<Sì, lo so. È palese.>> concordo io, cercando di non scoppiare a ridere, <<tu invece hai dormito bene?>>
<<Come un sasso. Io e Alex siamo arrivati a notte inoltrata, tra il volo, quasi due ore passate in macchina per raggiungere Phillip Island, alla fine ero distrutta e mi sono addormentata in macchina. In realtà ho ancora un po' di sonno, ma recupererò stanotte. Alex mi porterà a vedere i koala, lo sai?>> mi sistemo meglio sul sedile dell'auto che sta portando me e Dani Pedrosa ad un incontro con i fan.
<<I...koala?>>
Volevo portarcela io!
<<Sì! Puoi immaginare quanto io sia felice? Ho in mente di adottarne qualcuno, ho scoperto che c'è la possibilità di farlo, e sai che sarei disposta a tutto per gli animali! Chi se ne frega del mio stipendio, tra koala, pangolini e altro l'ho quasi speso tutto, ma loro sono più importanti dei soldi.>> sottolinea Angel, e per l'ennesima volta mi ritrovo a pensare a quanto sia bella e speciale, così...troppo, per me.
<<Cibo, libri e animali: ecco le uniche cose in grado di farti perdere il senno.>>
<<Hai dimenticato un'altra cosa.>> la sento dire, la voce più carezzevole.
<<Ossia?>> domando, confuso.
Oh, certo, la musica.
Dimenticavo.
<<Te.>> soffia, e resto per qualche secondo con la bocca semi aperta, completamente estraniato dalla realtà.
Mi rimangio tutto. Non mi interessa se Angel mi dirà che mi ama o meno, presto o tardi. Questo suo aprirmi il cuore, in un modo così totale e spontaneo, mi tocca l'anima nel profondo. Perché so quanto sia difficile per lei lasciarsi andare, e se lo sta facendo, è perché ha davvero perso la testa, proprio come me.
<<Dio, non hai idea di cosa ti farei in questo preciso istante se fossi lì.>> mormoro, a voce bassa, il sangue che mi scorre più velocemente nelle vene.
<<Cosa? Potresti sempre provare a dirmelo.>> soffia Angel, suadente, e serro con una mano il bracciolo dell'auto accanto a me.
<<Angel, non farmi questo.>> la sento ridere dall'altra parte.
<<Ma io non sto facendo assolutamente nulla, Márquez.>> replica, candidamente.
Cerco di darmi un contegno, iniziando a prendere dei profondi respiri, anche se in realtà mi servirebbe una doccia fredda.
<<Hai bisogno di una mano, Marc?>> cinguetta Angel, e io mi mordo a sangue il labbro inferiore.
<<È tutta colpa tua.>> sibilo, e lei ride nuovamente.
<<Scusa, amore.>>
Amore.
Penso che non mi abituerò mai.
<<Comunque, devo iniziare a prepararmi, io e Alex dobbiamo andare, tra poco.>>
Il ricordo del progetto di Alex torna ad occupare la mia mente.
Perché deve sempre esserci lui nei momenti più importanti di Angel?
Prima a Firenze e a Roma, ora questo. Volevo essere io a portarla a vedere i koala, ammirare i suoi occhi riempirsi di gioia e felicità. Avevo fatto un programmino perfetto. Portarla a vedere i koala, e poi a cena in un ristorantino sulla costa, bellissimo. Non vedevo l'ora di arrivare in Australia anche per questo.
Diavolo.
<<Va bene. Allora...divertiti, angelo. E scatta qualche foto, voglio vedere i tuoi occhi sorridenti.>>
<<Chiederò ad Alex di farle, va bene? Sai che non mi piace stare sempre con il telefono in mano. Me le voglio godere per bene, le cose. Ci sentiamo più tardi, okay?>>
<<Okay...a dopo.>>
<<Marc?>> mi chiama Angel, prima di chiudere la chiamata.
<<Sì?>>
<<Raggiungimi presto. Mi manchi tanto.>>
Mi porto una mano alla fronte, mentre sento il mio cuore esplodere a causa delle troppe emozioni.
<<Il più presto possibile. Ci sentiamo dopo.>>
Chiudo la chiamata, e le scrivo in un messaggio, quello che avrei voluto aggiungere a voce.
"Ti amo", le scrivo semplicemente.
Getto un'occhiata al tragitto, e quando noto che manca ancora molto alla nostra destinazione, sopratutto a causa del traffico, decido di chiamare Alex.
Dopo qualche squillo, risponde.
<<Marc! Come stai? Tutto bene in Indonesia?>>
<<Siamo imbottigliati nel traffico, ma tutto bene. Tu?>>
<<Mi sono svegliato un'oretta fa, il viaggio ieri è stato lungo, lo sai. È stato bellissimo passare così tanto tempo con Angel, non lo facevamo da un po', e...oggi ho organizzato delle cose, per lei.>>
Il mio cuore inizia ad aumentare i battiti, come impazzito.
Io conosco mio fratello, più di chiunque altro. Conosco quel tono di voce.
<<Ah sì? Ossia? Cosa hai in mente, Alex?>>
<<Per cominciare, la porterò a vedere i koala. Sai quanto Angel ami gli animali, la rendono estremamente tenera. Poi, la porterò a cena in quel ristorantino sulla costa da cui si gode una delle viste più belle dell'isola, quello sui toni del bianco e dell'azzurro, sai che Angel ama da impazzire quell'accostamento di colori...>>
<<Sì, lo so...>> ringhio, non riuscendo a controllarmi.
Ha intenzione di portarla dove volevo portarla io!
E tutto perché io sono bloccato in Indonesia.
Vorrei urlare.
Non è fottutamente possibile.
<<Marc, tutto bene?>>
<<Sì, certo. È...il traffico...mi sta facendo spazientire>> invento la prima scusa che mi passa per la testa, <<ma...Alex, ripeto: cosa hai in mente di fare?>> scandisco per bene le parole, cercando di non far trapelare la mia rabbia.
<<Marc, io vorrei riprovarci, con lei! Mi pento ogni giorno della stronzata che ho fatto, e quando l'ho vista con Joan, domenica sera, quando ho visto come lui la guardava, come le sorrideva...è stato come ricevere uno schiaffo in pieno viso. Ci stava provando con la mia ex! Tutto in regola, ovvio, non stiamo più insieme...ma ho capito che...che mi manca tantissimo stare con lei. Forse sarò un idiota, ma chi se ne frega se non mi amerà mai come la amo io! Non mi interessa, vorrei tornare comunque con lei. Lo so, mi ha fottuto completamente il cervello, ma...non posso farci nulla.>>
Vorrei poter dire qualcosa, ma non ho idea di che cosa.
Forse basterebbe urlare, per far capire a tutti come mi sento.
Perché le cose stanno andando così?
E non posso dire neanche una parola.
Devo stare zitto, muto, e fare il fratello maggiore.
Eppure, dio, come vorrei poterglielo dire.
Come vorrei poterglielo urlare, che Angel non tornerà mai più con lui, che sta con me, con me, e che siamo dannatamente belli insieme.
Belli come nessun altro.
Ma non posso. Perché alla fine Alex viene sempre prima di tutto.
<<Alex, puoi ragionare per favore? C'è un motivo, se l'hai lasciata. Per una volta non sei stato egoista. L'hai lasciata perché hai detto che lei meritava di provare le stesse cose che tu provavi per lei, solo che non eri tu quella persona. E ora ti rimangi tutto? Avete ricostruito il vostro rapporto, no? E allora perché mandarlo in malora di nuovo? Perché vuoi stare con una persona che...sai che non ti amerà mai quanto la ami tu?>>
<<Perché ci stavo dannatamente bene comunque, con lei! Mi basta avere anche quel poco da lei, se vorrà tornare con me. Non mi interessa. Tutto, pur di stare con lei.>>
<<Alex, ti prego, fai girare il cervello. Angel non ci tornerà con te. Lo sai benissimo anche tu. Io non vorrei mai dover essere così duro con te, ma meglio che lo faccia io, che sono tuo fratello. Non tornerà indietro. Tu lo sai. Tu sei sempre stato uno che pensa prima di fare le cose. Tu sai di aver fatto la cosa giusta, quando hai lasciato Angel.>> Alex ci mette un po' a rispondere.
<<Sì, lo so. Ma voglio che sia lei a dirmelo. Ci sentiamo, Marc, devo andare.>> Alex chiude la chiamata e io resto lì, con il telefono attaccato all'orecchio ancora per qualche istante.
Devo andare in Australia il più presto possibile.
<<José, possiamo anticipare la partenza per l'Australia?>>
José si volta a guardarmi con aria confusa.
<<Eravamo d'accordo col partire tutti insieme stasera.>> esordisce José, indicando Dani poco distante con un cenno del capo.
<<Sì, ma io vorrei anticipare la partenza ad oggi pomeriggio. Possiamo fare qualcosa?>>
<<Come mai tutta questa fretta?>> mi chiede, guardandomi.
<<Voglio prepararmi al meglio per la gara. E poi...Alex ha bisogno di me. Ho paura che possa fare una cazzata.>>
<<Angel?>> mi domanda José, e io mi limito ad annuire.
<<Quando si tratta di lei, il cervello gli si azzera completamente.>> sospira lui.
"Sapessi il mio", non posso fare a meno di pensare.
<<Va bene, vedrò che posso fare.>>
<<Grazie José, sei il migliore.>>
Mi sembra di essere ad un tiro incrociato. Joan, Alex, e sicuramente starò dimenticando qualcuno.
Perché non posso godermi lo stare con Angel senza dover pensare ad Alex che vuole riconquistarla, Joan che è cotto di lei e ci sta provando in tutti i modi?
E sicuramente salterà fuori qualcos'altro.
Vorrei così tanto essere lì con lei, tenerla stretta a me, o entrarle dentro, nel profondo, nel punto più profondo del suo essere, per essere sempre con lei. Perché sento così tanto il bisogno di fondermi con lei, per diventare un'unica entità?
Da quando sto con lei mi sembra di avere il cervello letteralmente in tilt.
Non sono mai stato così perso di qualcuno, non sono mai stato così dipendente dai gesti, dalle parole, dai sorrisi di una ragazza.
Sto scoprendo un lato di me che non pensavo esistesse, non pensavo che sarei mai diventato uno di quelli in grado di perdere letteralmente la testa per qualcuno.
Invece, se prima sapevo benissimo di essere innamorato di Angel, ora, da quando sto con lei, da quando dormo con lei stretta a me, da quando mi sono abituato ad avere le sue dita tra i miei capelli e i suoi graffi sulla mia schiena, da quando mi sono abituato a perdermi nei suoi occhi mentre facciamo l'amore, mi sono reso conto che non ne sono semplicemente innamorato, ma che la amo perdutamente e incondizionatamente.
E mi rendo conto di comportarmi come un idiota, come domenica sera, quando ho visto Joan pronto a baciarla. So che lei mi vuole tanto quanto la voglio io, ho solo il terrore di perderla per sempre. Ho solo il terrore che apra gli occhi e si renda conto che non sono tutto questo granché per lei, che c'è di meglio, molto di meglio. Qualcuno di molto più adatto a lei di quanto lo sia io.
<<Marc? Andiamo?>> José mi scuote per un braccio, richiamandomi all'attenzione, e solo in quel momento noto che ci siamo fermati, e che siamo arrivati a destinazione.
<<Sì, certo. Andiamo.>> ripeto, prendendo un profondo respiro.
Non vedo l'ora di essere in Australia.
[Angel]
<<Alex, guarda quello, guarda come dorme! Oddio, hai mai visto qualcosa di più dolce?>> afferro Alex per un braccio e lo tiro verso di me. Lo sento ridere, mentre si abbassa alla mia altezza, per poter vedere il koala in questione che sta dormendo abbracciato al ramo di un albero di eucalipto.
<<Sì, è dolce quasi quanto te. Pigro come te sicuro.>>
<<Essere pigri è una qualità, ricordatelo, ragazzo.>> lo rimprovero, senza staccare gli occhi dal piccolo koala che continua a dormire. Sento poi Alex prendermi per mano.
<<Angel, dobbiamo seguire la guida.>>
<<Uffa.>> piagnucolo, ma ascolto Alex.
<<Diamo da mangiare ai canguri?>> propone Alex, non appena nota che altra gente lo sta facendo.
Io continuo a fissare quelle creature con il cuore che scoppia di felicità per diversi istanti.
<<E me lo chiedi?>>
Tiro fuori il cibo dal sacchetto che ci hanno dato all'entrata, e allungo la mano verso un canguro, per nulla intimorita.
Amo gli animali. Se potessi, mi circonderei solo di quelli. Alex mi imita, e non riusciamo a trattenere una risata quando i canguri ci accarezzano le mani con la lingua.
<<Mi fa il solletico!>> esclamo, e vedo Alex che tira fuori il cellulare dalla tasca dei jeans con l'altra mano.
<<Che fai?>>
<<Riprendo l'evento.>> sogghigna lui, e per tutta risposta io mi copro il volto con i capelli, per poi correre via, ridendo.
<<Alex, basta!>> lo rimprovero, continuando a ridere per poi strappargli il telefono di mano.
<<Guastafeste.>> si limita a dire lui, allungando un braccio alle mie spalle, e riprendendosi il telefono. Mi appoggio contro un parapetto in legno da cui si gode una vista pazzesca. La costa e l'infinito dell'oceano sotto i colori del tramonto. Il suono delle onde che si infrangono sugli scogli arriva fin quassù.
<<Che meraviglia. Questo luogo è un paradiso.>> commento, in un sospiro.
<<Già.>> chiudo gli occhi, e inspiro a pieni polmoni il profumo dell'oceano, e questa brezza che mi sfiora il viso. Quando riapro gli occhi noto lo sguardo di Alex fisso su di me.
<<Perché mi guardi così? Guarda questo spettacolo, piuttosto. A me puoi vedermi sempre.>>
<<Ah, Angel, non capirai mai.>> sospira lui, e io scuoto appena la testa.
<<No, non capirò mai e va benissimo così.>>
<<Hai fame?>> mi domanda ad un tratto Alex.
<<Sì.>> ammetto, in una risata.
<<Perfetto, perché c'è un ristorantino qui vicino che scommetto che amerai.>>
<<Allora che stiamo aspettando? Andiamo!>> lo incalzo, prendendolo per un braccio.
Dopo mezz'ora siamo seduti ad un tavolino accanto alle vetrate da cui si può ammirare la spiaggia. È così bello questo posto. Avrei tanto voluto venirci con Marc. Quel pensiero lascia la mia mente in un modo così spontaneo, che mi sorprendo di me stessa. È così ingiusto nei confronti di Alex seduto di fronte a me, che quasi mi vergogno.
<<Allora, ti piace?>> mi domanda, guardandosi intorno.
Annuisco, sorridendo.
<<Sai che amo questi localini così marinari sui toni del bianco e dell'azzurro. Questi due colori condizionano proprio il mio umore.>>
<<Spero che anche il menù ti piaccia. Fanno un salmone delizioso.>>
<<Perfetto, prenderò quello.>>
Ordiniamo al cameriere, poi vedo Alex, grattarsi la nuca.
<<Da quanto tempo non ceniamo insieme, solo io e te?>>
<<Quasi due mesi.>> rispondo subito, portando una mano a sorreggermi il viso.
<<Mi è mancato. Mi è mancato passare del tempo solo con te.>>
<<Vedi? Ieri e oggi abbiamo recuperato. Siamo stati praticamente sempre insieme. È questo quello che fanno due persone che si vogliono bene e che sanno che la loro amicizia durerà per sempre. Ricostruiscono il loro rapporto.>> sorrido, accarezzandogli una mano. Noto il suo sguardo saettare sulla mia mano, osservare il mio gesto, per poi tornare a guardarmi.
<<Angel ->> si schiarisce la voce, ma viene interrotto dal cameriere che ci serve i piatti che abbiamo ordinato.
<<Oddio, ma è delizioso!>> esclamo, subito dopo aver assaggiato il mio salmone, <<questo me lo godo in religioso silenzio, Alexito.>> non mi piace parlare mentre mangio. Preferisco concentrare tutti i miei sensi sul cibo. Peccato che quando invece sto con Marc, avvenga l'esatto contrario.
Ad un tratto una folata di vento mi fa tremare dalla testa ai piedi. La temperatura si è abbassata molto dopo che il sole è tramontato, e la mia maglietta a maniche corte non basta più per tenermi al caldo.
<<Hai freddo?>> mi domanda ad un tratto Alex, dopo aver finito il suo piatto.
<<Un tantino. Avrei dovuto portarmi una felpa o qualcosa di simil->>
Alex si sfila di dosso la felpa che stava indossando, restando con una maglietta a maniche corte.
<<Indossala, avanti.>> mi dice, porgendomi la felpa.
<<Oh, ma Alex, non posso ->>
<<Avanti, non ce la faccio a vedere questa splendida creaturina tremare.>> ride lui, e io per tutta risposta lo tiro su, dopo aver indossato la sua felpa, che mi arriva quasi alle ginocchia.
<<Allora andiamo via, presto. Torniamo ai nostri appartamenti. Non voglio che prendi freddo.>>
Dopo aver pagato, saliamo in macchina e raggiungiamo il complesso di mini appartamenti dove alloggeremo nei prossimi giorni. Sono forniti di tutto, anche di una cucina che per la sottoscritta è piuttosto inutile.
Attraversiamo il corridoio che conduce ai nostri appartamenti, l'uno accanto all'altro.
<<Sei stato davvero un tesoro ad adottare un koala. Davvero, è un gesto bellissimo.>>
<<Figurati. Tu ne hai adottati addirittura due.>> sogghigna lui.
<<Io sono sempre capace di strafare quando si tratta di animali.>> rido, poi ci osserviamo per diversi istanti.
<<Ti va...ti va se ci vediamo un film insieme?>> propone Alex, non appena ci fermiamo davanti alla mia porta.
<<Oh, certo! Andiamo da te o da me?>>
<<Da te? Va bene?>>
<<Perfetto.>> apro la porta e mi sfilo subito la felpa.
<<Avanti, rimettitela.>> gli dico, mentre mi tolgo le scarpe, per indossare delle adorabili pantofole color lilla chiaro.
<<Va bene, capo.>> andiamo a sederci ai piedi del letto e recupero il computer.
<<Cosa guardiamo?>> gli chiedo, mentre lui strofina la sua spalla contro la mia.
<<Lascio la scelta a te.>>
<<Allora, dato che sento la mancanza di uno degli uomini che più amo al mondo...>> faccio partire l'episodio, e l'intro di Sherlock riempie la stanza.
<<Avrei dovuto immaginarlo.>> piagnucola Alex, gettando indietro la testa.
<<O questo o te ne puoi tornare nel tuo appartamento.>>
<<Va bene sto zitto.>> fa il gesto di cucirsi la bocca, e per quasi due ore restiamo in completo silenzio.
<<Angel...io ti manco?>> mi volto a guardarlo, confusa da quella domanda improvvisa, mentre i titoli di coda di Sherlock scorrono sullo schermo del PC.
<<È una domanda trabocchetto? Sei qui, Alex. Ecco...perchè dovresti mancarmi? Tra l'altro, ora...mi manca molto...Marc.>> sospiro.
<<Sembra quasi che tu ora pronunci il suo nome in modo...diverso.>> mi irrigidisco tutt'a un tratto.
<<In che senso? Non si può pronunciare in modo diverso un nome, oltretutto un nome così...facile.>> sogghigno io, nervosamente.
<<No, non intendevo in senso fonetico, intendevo...il suono della tua voce. Il modo in cui il suo nome ha lasciato le tue labbra.>>
Non posso farcela.
Marc mi sta coinvolgendo a tal punto?
<<Oh, Alex, sarà solo che...sono stanca, tutto qui. Ma...ripeto, perché dovrei sentire la tua mancanza, ora?>>
<<Non...non intendevo in questo preciso istante. Ti manca...stare con me?>> mi ammutolisco letteralmente. Resto lì, immobile, a fissarlo.
<<Alex, io...non voglio ferirti, per cui...non chiedermelo.>>
<<Perché?>>
<<Perché amo infinitamente il nostro rapporto. Dopo quello che abbiamo vissuto insieme siamo riusciti a costruire un equilibrio e...sarebbe da pazzi mandarlo in frantumi. Sono stata benissimo con te, ma hai messo la parola fine, e...è giusto così. Non intendo tornare indietro, Alex. Ora sto bene così.>>
Alex mi osserva per diversi istanti, per poi annuire.
<<Sì , certo. Hai ragione. Perdonami, sono stato un cretino a riaprire il discorso. Puoi...dimenticarlo, per favore?>> gli prendo una mano.
<<Non preoccuparti, Alexito.>> lo vedo sporgersi, e mi posa un bacio sulla guancia.
<<Ora...sarà meglio che vada. È stata una lunga giornata.>>
<<Molto lunga.>> confermo, e ci alziamo.
<<Buonanotte, Angel. Ti voglio bene.>>
<<Anche io, Alex. Buonanotte.>> lo osservo, mentre si dirige verso il suo appartamento, due porte più avanti rispetto alla mia.
Sospiro, e mi chiudo la porta alle spalle.
Odio dover ferire Alex. Ma non posso fare altrimenti. Mi spoglio, e prima di infilarmi nella doccia, mando un messaggio a Marc.
"Mi manchi. Arriva presto."
Mi faccio una doccia veloce, poi indosso la mia solita maglia lunga, e un paio di calze dello stesso colore che mi arrivano fin sopra al ginocchio, per poi infilarmi sotto le lenzuola.
D'improvviso però, l'angoscia mi assale. Sono dall'altra parte del mondo, con Alex, certo, che però è due porte lontano da me, e mi sento tremendamente sola. Sola in questa stanza, rischiarata solo dalla luce tenue e calda della lampada posata sul comodino, e ho paura. Mi sento vulnerabile ed esposta al pericolo. Infilo la testa sotto le lenzuola, come se quelle fossero sufficienti per proteggermi. Non so quanto tempo trascorro in quella posizione, so solo che ad un certo punto sento il telefono vibrare, e riemergo dalle lenzuola. Lo afferro, e noto che è un messaggio di Marc.
Marc >> "Qual è il tuo appartamento?"
Angel >> "Il numero 27, perché?"
Quando mi accorgo che Marc non ha più intenzione di rispondere, poso il telefono sul comodino, e ritorno sotto le lenzuola.
Dopo non so quanto altro tempo, sento bussare alla porta.
Chi diavolo sarà a quest'ora?
Può essere solo Alex, ma cosa vorrà alle tre del mattino?
Mi accosto alla porta, con il cuore in gola, e in quel momento il telefono mi vibra nuovamente tra le mani.
Marc >> 'Angel, sono davanti alla tua porta, aprimi!"
Trattengo un urlo, e poso il cellulare sul comodino, per poi aprire la porta.
Marc appare alla mia vista, ed entra nella mia stanza alla velocità della luce, portandosi dietro il suo trolley e il suo zaino, per poi prendermi tra le braccia.
<<Dio, quanto mi sei mancata, Angel.>> sussurra, tra i miei capelli, stringendomi forte a sé.
<<Sei qui, sei qui!>> ripeto, aggrappandomi al suo collo, e riempiendogli le guance di baci.
<<Ho preso il primissimo volo per Melbourne. Dovevo correre da te a tutti i costi.>> mormora, per poi posare le sue labbra sulle mie. Non riesco a trattenere un sorriso, e gli prendo il viso tra le mani, cercando di tenerlo il più vicino possibile a me. Marc infila le mani sotto la mia maglia e mi accarezza la schiena con ardore. Il tocco caldo delle sue dita mi fa tremare contro il suo corpo e so che se ne è accorto. Sa benissimo l'effetto che mi fa. Mi morde il labbro inferiore, e mi spinge verso il letto, per poi sfilarsi la maglietta e i jeans nel giro di un istante. Mi sovrasta nuovamente, e cattura le mie labbra con le proprie con un gesto delicato. Gli sfioro il petto scolpito con la punta delle dita, e lo sento sospirare.
È come se stessi sognando da più di due settimane a questa parte.
Marc porta allo stremo ogni mia più piccola emozione, ogni mia più piccola sensazione.
È come entrare in contatto con la parte più selvaggia e arcana di me.
E prego, prego con ogni fibra della mia anima e del mio cuore, che tutto questo non abbia mai fine.
[Marc]
Non riesco a staccarle gli occhi di dosso.
Dio, è un capolavoro, per me.
Si è addormentata da più di mezz'ora, e probabilmente anche io dovrei dormire, dopo la giornata a dir poco infinita che ho passato, eppure, non riesco a chiudere gli occhi.
Come faccio, quando ho questa splendida creatura tra le braccia, che dorme con la testa sul mio petto, un braccio intorno ai miei fianchi, le gambe intrecciate alle mie?
È letteralmente impossibile.
Continuo ad accarezzarle i capelli e un braccio con un gesto delicato, sfiorando la sua pelle morbida e profumata come se potessi farle male.
Avevo fatto di tutto per arrivare in Australia il più presto possibile solo per quello. Per dormire con lei, per poterla tenere stretta a me, per poterla guardare, per poterla baciare.
Sapevo benissimo che Alex aveva realizzato il suo progetto, avevo visto le storie di Angel su instagram, il modo in cui Alex aveva giocato con lei, la risata di Angel mentre dava da mangiare ai canguri. Avevo messo like al suo post, quegli occhi così vivi e felici mentre ammirava quelle creature che lei amava tanto non potevano lasciare indifferenti nessuno. Per un istante era stato come tornare a giugno, quando avevo visto le storie e le foto di loro due insieme prima a Firenze e poi a Roma.
Ma poi, quando sono arrivato da lei, il modo in cui mi ha stretto a sé, i suoi baci, hanno fatto sparire ogni mia paura.
Angel si muove appena, e sposta la mano dal mio fianco, per andare a posarla vicino al suo viso. Accarezza appena il mio petto con la punta delle dita e il mio corpo risponde in un istante.
Il potere che ha su di me questa creatura divina, così piccola e minuta, è immenso.
La stringo più forte a me e poso la testa sulla sua, per poi scivolare nel mondo dei sogni.
Quando riapro gli occhi il sole è già alto nel cielo.
Angel non è più al mio fianco. Mi stropiccio gli occhi, e mi passo una mano tra i capelli. Solo in quel momento noto un biglietto posato sul cuscino. Angel mi avverte che lei e Alex sono andati a fare colazione, e sottolinea che ero bellissimo mentre dormivo.
Vedo la maglia che indossa come pigiama ancora sul pavimento, e la afferro, ricordandomi di come gliel'ho sfilata stanotte.
Avevo così tanto bisogno di lei che è stato tutto troppo veloce.
Decido di alzarmi, per farmi una bella doccia. So che dovrei correre nella mia stanza, ma prima, ho bisogno di darmi una bella svegliata.
Uso il docciaschiuma al cocco di Angel, e prendo il primo asciugamano che trovo, annodandomelo intorno ai fianchi.
<<Cosa ho fatto di così buono da meritarmi una simile fortuna?>> alzo la testa, e Angel è lì, in piedi, accanto al letto, <<sei un'opera d'arte.>> aggiunge, venendo verso di me.
<<Potrei chiederti lo stesso, sai?>> Angel mi raggiunge, posando le mani all'altezza dei miei pettorali, e un bacio proprio al centro del mio petto.
Un brivido mi attraversa la spina dorsale, e il cuore inizia a battermi come impazzito.
Angel accarezza proprio quella parte, come se potesse toccarmi il cuore. In realtà lo ha già fatto, sin dal primo giorno in cui l'ho incontrata.
<<Sentilo come corre questo cuore indomito.>> sussurra, alzando poi il viso verso di me.
<<Batte al ritmo del tuo.>> mormoro, per poi accarezzarle le labbra con la punta della lingua. La sento tremare contro di me, mentre affonda le unghie nel mio petto.
<<Márquez, perché mi fai tutto questo?>>
<<Strano, ti ho chiesto più o meno lo stesso ieri mattina.>> sogghigno io, mentre lei si sporge per baciarmi, ma io mi allontano.
<<Hai voglia di giocare, campione?>> mi domanda, rivolgendomi un sorrisetto impertinente, gli occhi infuocati.
<<In realtà sì. Ho una cosa in mente, ma dovrai aspettare fino a stasera.>>
Le dico, sfilandomi l'asciugamano e indossando un paio di boxer puliti.
<<Fino a stasera?>> mi chiede, sbattendo le palpebre. Annuisco.
<<Ci isoliamo da tutti, da José, che probabilmente dormirà fino a domattina e da Alex che stasera cenerà con il team. Solo io e te.>> mormoro, suadente, per poi posarle un bacio delicato sulle labbra.
Mi vesto, e dopo aver recuperato il mio trolley, raggiungo il mio appartamento.
Faccio colazione, mentre riguardo la gara dello scorso anno.
Un disastro.
Ma quest'anno sarà diverso.
Quest'anno la vittoria non me la toglie nessuno.
Raggiungo poi il team in circuito, e pranziamo insieme.
Torno in hotel poco prima di cena, e mi faccio un'altra doccia. Oggi ci saranno stati cinquanta gradi all'ombra. Ho già tutto pronto per il dopo cena che ho in mente di passare con Angel.
Ad un tratto il cellulare, posato sul ripiano del lavandino, inizia a vibrare. È un messaggio di José.
José >> "Pollo fritto da me? Angel ha già detto di sì, tu che fai, vieni? Altrimenti saremmo solo io e lei."
Marc >> "Vengo subito."
Raggiungo l'appartamento di José, che si trova tra quello di Angel e quello di Alex, e busso contro la porta.
<<Che velocità!>> commenta José, quando varco la soglia della stanza.
<<Corre sempre quando si tratta del pollo fritto!>> esordisce Angel, già seduta in terrazza.
La raggiungiamo.
<<Come se a te facesse schifo.>> replico.
<<Io amo il pollo fritto, e José lo sa.>> torna poi a guardare il panorama oltre gli alberi.
<<Potrei stare qui ad ammirare questa vista per il resto dei miei giorni. Stasera c'è anche una luna piena mozzafiato.>> sospira, abbandonandosi contro lo schienale della sedia.
<<È un paradiso, è vero.>> concorda José, <<ma comunque, ho visto che hai adottato due koala!>>
Lo sguardo di Angel si illumina.
<<Sì! Saprete che i koala sono a rischio estinzione, così come i pangolini. Costa pochissimo adottarli, e garantirgli cure e cibo. Anche Alex ne ha adottato uno.>>
<<Ah sì?>> domando, per nulla sorpreso. Sa bene che Angel sarebbe rimasta molto colpita da quel gesto.
<<Sì. E Joan mi ha telefonato poco fa e mi ha detto che lo ha fatto anche lui! In più, ha donato una bella cifra all'associazione che ho mostrato in un post su instagram, a sostegno dei pangolini.>> per poco il bicchiere che stringevo in una mano non raggiunge il pavimento.
Il caro Joan.
Tutto, pur di conquistare Angel, a quanto vedo.
<<È un bel gesto. Ed è palese che lo fa perché è pazzo di te, Angel. Probabilmente, se tu gli chiedessi di adottare una mandria di locuste, acceterebbe senza battere ciglio!>> sogghigna José.
Mi volto a guardarlo, sorpreso.
Se ne è accorto anche lui!
<<Lo hai notato anche tu?>> gli domando.
<<Impossibile non notarlo.>>
<<Oh José, sei esagerato!>>
<<Per nulla. È cotto, Angel.>>
Lo sguardo di Angel saetta verso di me, e dopo qualche istante sento la sua mano prendere la mia. Mi rivolge un sorriso timido, e io, per tutta risposta, stringo più forte la sua mano.
<<Beh, immagino che avrai voglia di ributtarti a letto.>> dico ad José, non appena finiamo di mangiare.
<<Come hai fatto a capirlo?>> sogghigna, per poi sbadigliare.
<<Va bene, ce ne andiamo.>> ride Angel, e ci avviamo verso l'uscita.
<<Buonanotte, José.>> gli auguriamo, aprendo la porta.
<<Buonanotte, ragazzi.>> dopo esserci chiusi la porta alle spalle, io e Angel ci guardiamo negli occhi per diversi istanti, per poi sorridere.
Le faccio un cenno col capo, e ci dirigiamo verso il mio appartamento. Ci guardiamo intorno per un istante, poi entriamo. Chiudo a chiave la porta, per poi voltarmi verso Angel.
<<Allora, cos'è questa cosa che avevi in mente?>> mi chiede, suadente.
<<Aspetti qui dieci minuti?>> le domando, posandole un bacio sull'orecchio.
La sento sospirare.
<<E va bene.>>
Raggiungo il bagno e mi dirigo verso la vasca idromassaggio. Inizio a riempirla d'acqua, per poi recuperare i sali profumati e gli oli essenziali.
Torno poi in sala.
<<Hai finito?>>
<<No, devo prendere una cosa dalla cucina. Chiudi gli occhi.>> le ordino, e lei mi da direttamente le spalle.
Recupero una bottiglia di vino e due calici, poi torno in bagno, e poggio tutto sul ripiano.
<<Amore, puoi venire.>> la chiamo, e sento i suoi passi farsi sempre più vicini.
<<Oh mio dio.>> commenta, portandosi una mano alla bocca, <<una vasca idromassaggio!>>
<<Che ne pensi?>> le chiedo, abbracciandola da dietro.
<<Ho il cervello completamente andato, Marquez. È già tanto se riesco a stare in piedi.>> mi scappa da ridere, e poso le labbra sul suo collo.
Angel posa le mani sulle mie braccia intorno ai suoi fianchi e piega la testa all'indietro, come a invogliarmi a continuare. Le slaccio il bottone dei pantaloncini, poi tiro giù la zip e li lascio cadere sul pavimento.
Angel li scalcia via con un gesto secco, poi le sfilo la maglietta di dosso. Si volta poi a guardarmi, gli occhi che bruciano.
<<Lascia che faccia anche io lo stesso con te, Marc.>> sussurra, sporgendosi per lasciarmi un bacio sotto l'orecchio.
Mi slaccia i jeans, poi mi sfila la maglietta. Si ferma poi, sfiorando con l'indice il bordo dei miei boxer, puntando gli occhi nei miei. Inizia ad abbassarli con un gesto delicato, e mi sento andare letteralmente a fuoco. Faccio lo stesso con le sue culottes, poi le slaccio il reggiseno, e mentre lo lancio insieme agli altri indumenti, noto che va a coprirsi il seno.
È proprio più forte di lei.
Vorrei solo che smettesse di vergognarsi del suo corpo perché è bellissima così com'è, per me è la creatura più bella che esista su questa terra.
Le prendo i polsi, con dolcezza, e le sciolgo le braccia, che andavano a coprirle il seno, per poi posarle dei baci su quella zona che la rende così insicura.
<<Quando capirai, amore, che di me non ti dovrai mai vergognare?>> le ripeto, per la millesima volta, scostandole una ciocca di capelli dal viso.
<<Probabilmente mai.>> sussurra lei.
<<Vorrà dire che te lo ricorderò io ogni giorno.>> mi immergo nella vasca e tendo le braccia verso di lei, che ora pare titubante.
<<Sembra profonda...>> commenta.
<<No, non lo è, angelo. Non ti devi preoccupare, ti tengo io.>>
Angel ci pensa su per un istante, poi si allontana, e poco dopo, sento della musica provenire dalla sala.
<<Musica?>>
<<Musica. The Weeknd è perfetto per fare da sottofondo a certe situazioni. Non ti pare che la sua musica urli "sesso" da ogni nota?>> la osservo, sorpreso.
Questa ragazza è una scoperta continua, nonostante ci conosciamo da più di sei anni.
<<Va bene tutto, ma ora vieni.>>
Tendo nuovamente le braccia verso di lei.
Angel fa un passo in più verso di me, la afferro per i fianchi, e con estrema facilità, la porto su di me.
Angel allaccia subito le braccia intorno al mio collo, affondando il viso nella mia spalla.
<<È una sensazione bellissima!>> esclama, dopo qualche secondo.
<<Sapevo che ti sarebbe piaciuto. In più non rischiamo di annegare.>> Angel mi guarda male, mentre io recupero un calice pieno di vino rosso.
<<Brindiamo?>>
<<A cosa?>>
<<A noi due.>> facciamo scontrare i nostri bicchieri e prendiamo un sorso di vino.
<<Ma senti...se sborso un milione di euro per i pangolini, riacquisto punti?>>
<<Non devi riacquistare punti. Ma mi farebbe piacere se facessi una piccola donazione. Non serve che tu doni un milione di euro, cretino.>> mi riprende, stringendosi a me, per poi posare la fronte contro la mia guancia.
<<Alex ti ha portato a cena in quel ristorante sulla costa, vero?>> Angel annuisce.
<<Avrei voluto portartici io.>> ammetto, e lei accenna un sorriso.
<<Amore mio, tutto questo è un milione di volte meglio.>> replica, posando il calice di vino e accarezzandomi i capelli, per poi tracciare con un dito i contorni del mio viso. Le mordo l'indice e lei serra la presa sui miei capelli, per poi spostarsi, e facendomi posizionare tra le sue gambe, per trovarsi faccia a faccia con me.
Accarezza la cicatrice che ho sulla guancia sinistra, poi quella sul mento, poi il contorno delle mie labbra, come se fossi davvero un'opera d'arte.
Inizia poi a dondolarsi, contro i miei fianchi e spalanco gli occhi. Il cervello mi va letteralmente in tilt e mi sporgo verso di lei, baciandola voracemente. La sento sorridere, e con una mano scende ad accarezzarmi il petto, poi il mio punto più sensibile. Gemo tra le sue labbra e Angel mi accarezza nuovamente, con più sicurezza, questa volta.
Si stacca da me solo per iniziare a baciarmi il collo.
<<Angel...cosa...cosa stai facendo?>> gemo, e la sento sogghignare.
<<Io? Assolutamente nulla, amore mio...>> mormora suadente, mordendomi il labbro inferiore e facendosi sempre più sicura di sé.
La vista mi si annebbia, e la tiro su, prendendola tra le braccia e uscendo dalla vasca.
Angel scoppia a ridere, mentre afferra un asciugamano per avvolgere entrambi.
La poso sul letto e mi perdo in quello splendore di ragazza dagli occhi in fiamme, le guance rosse, le labbra gonfie.
Le prendo una caviglia, e inizio a posare dei baci leggeri prima sulle dita, poi sulla caviglia, accarezzandole i punti più sensibili con la lingua.
La sento trattenere un gemito, mentre ricopro ogni più piccolo lembo di pelle di baci.
Quando raggiungo il punto più sensibile del suo corpo, l'accarezzo piano, con la punta della lingua e Angel inarca subito la schiena, le mani che corrono ad arpionarmi i capelli.
<<Marc...>> mormora il mio nome, quasi singhiozzando, e non ho mai sentito un suono più eccitante di questo, <<ti prego...>> continua, e io rallento il ritmo.
Si lascia andare in un gemito fortissimo e inizio poi a risalire, ricoprendole di umidi baci il ventre, il seno, il collo, infine il viso.
<<Ti odio.>> mormora, in un sospiro.
<<Quasi quanto ti odio io.>> replico, e Angel mi bacia, in un modo talmente intenso da togliermi il respiro.
Le sue mani continuano a scorrere il mio corpo, come se non ne avesse mai abbastanza di me, e quando torna ad accarezzarmi proprio in quel punto, capisco che ha voglia di portarmi alla pazzia.
Allungo una mano verso il comodino e recupero un preservativo, per poi indossarlo.
Entro lentamente in lei e sento che potrei esplodere all'istante. Angel si aggrappa alle mie spalle, e si tira su. Ci ritroviamo di nuovo faccia a faccia, e mi perdo in quegli occhi in grado di farmi perdere tutte le parole.
<<Mi piace questa posizione. Così siamo molto, molto più vicini, non pensi?>> mormora, iniziando poi a muoversi sopra di me.
<<Vorrei stare sempre in questa posizione, con te. Non vorrei fare altro.>> dico, mentre Angel mi infila le unghie nella schiena, mentre aumenta il ritmo.
<<Perché...perchè è così bello?>> mi chiede Angel, in un gemito, posando la fronte contro la mia e capisco, che è sul punto di piangere nuovamente.
<<Perché quando ami è così.>> ammetto, e Angel si stringe ancor più a me, per poi gettare la testa all'indietro.
<<Marc!>> quasi urla, e si accascia su di me, e basta quello per capire che è mia e lo sarà per sempre. Raggiungo il culmine qualche istante dopo di lei e mi stendo sul letto, portandola con me.
<<Vorrei farlo ancora e ancora...con te, per sempre.>> la sento dire, e le sue labbra mi accarezzano i pettorali.
Sento il cuore scoppiarmi nel petto al sentire quelle parole.
<<Per sempre?>> le chiedo, cercando il suo sguardo, mentre le note di The Weeknd continuano a riempire la stanza.
<<Per sempre.>>
[Spazio Autrice]
Passata mezzanotte anche questa volta ma diciamo che questo è l'orario giusto per questi capitoli 👀
Io ormai sono pazza di questi due, che dire, lo devo ammettere.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, perché beh, ci aspettano ancora delle belle avventure...
Vi ricordo della playlist su Spotify, dedicata ad A fior di pelle.
Detto questo, spero che abbiate passato una buona Pasqua e che vi siate godute queste prime due gare. Io sono ancora in attesa di Marc, vediamo quando si deciderà di tornare a farmi impazzire.
Vi mando un bacio, vi ringrazio per il vostro continuo sostegno e niente, tra un po' vado a letto che sono cinque ore che scrivo ininterrottamente 💘
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