Open your eyes
[you've always been here in my heart, but I only realized it now]
[Marc]
Sono uscito dalla stanza di Angel verso le sei e trenta del mattino.
L'ho guardata, mentre dormiva, per minuti che mi sono parsi infiniti.
Non avevamo mai dormito insieme, prima.
Non l'avevo mai vista così indifesa come l'ho vista questa notte.
Perché dormire accanto a qualcuno non è così semplice come si potrebbe pensare.
Quando dormiamo siamo realmente, totalmente indifesi e esposti al pericolo, e per quanto so che Angel si fidi di me, questa notte me ne ha dato l'ennesima dimostrazione.
Per non parlare di quanto mi è parsa piccola e fragile quando si è svegliata in seguito all'incubo che ha fatto.
Voglio proteggerla e starle accanto per l'eternità, o almeno, fino a quando lei vorrà.
Come ogni migliore amico che si rispetti, ovviamente.
Controllo che non ci sia nessuno in corridoio, ed entro velocemente nel bagno.
Mi chiudo la porta alle spalle, tirando un profondo respiro.
Ero stato così maledettamente bene con Angel.
Averla così vicina, come stanotte, essere completamente avvolto dal suo tipico profumo di cocco e papaya era stato meraviglioso, e nonostante mi sia appena allontanato da lei, sento già un intenso quanto doloroso bisogno di lei.
Quando ieri sera sono andato da lei, avevo già in mente l'obiettivo di chiarire, perchè non sopportavo l'idea di starle lontano, ma in fondo, ero ancora ferito e arrabbiato.
Eppure, non appena ha aperto la porta, ogni cosa, ogni sentimento di dolore, è svanito come neve al sole.
Lì, con quella maglietta lunga fino a metà cosce, scalza, i lunghi capelli ad incornirciarle quello splendido viso d'angelo, il mio cuore ha mancato un battito.
Un profondo senso di tenerezza e dolcezza mi ha invaso completamente, da capo a piedi.
Ed è stato difficile, più che difficile, nascondere ciò che stavo provando dietro un viso imperscrutabile.
Ho usato la scusa della pizza per andare da lei, avevo bisogno di un motivo, dopo quello che era successo.
In realtà, ancora non riesco a capire che cosa abbia fatto infuriare Angel a tal punto da dirmi quelle cose, ma so bene che lei non me lo dirà mai.
Ma avevo bisogno di vederla, di parlarle, e quando siamo passati davanti a quella pizzeria al taglio, ho capito che era la scusa perfetta, soprattutto perchè Angel non aveva cenato e sapevo che non avrebbe mai resistito ad una pizza.
E poi quando l'ho sentita sfiorarmi appena la schiena con la punta delle dita, per poi posarsi contro di me, e chiedermi scusa, non mi pareva vero.
Era la prima volta che accadeva, perchè non avevamo mai discusso in quel modo prima, anche se in realtà, io non avevo fatto assolutamente niente, aveva fatto tutto lei, io mi ero limitato ad ascoltarla.
Angel faceva sempre fatica a chiedere scusa a qualcuno, non tanto per il suo orgoglio, ma perchè temeva il confronto, di essere rifiutata.
Ho passato una serata bellissima con lei, anche se mi ha battuto a carte non so quante volte, e devo ancora darle i soldi che ha vinto.
Parlare, ridere, ballare, scherzare con lei, poche cose possono essere paragonate ai momenti che trascorriamo insieme.
Solamente l'andare in moto.
Scuoto la testa, mentre mi spoglio per entrare nella doccia.
Dio, ho quasi paura delle travolgenti emozioni che Angel mi fa provare.
Chiudo gli occhi, mentre il getto dell'acqua mi investe.
Come vorrei che riuscisse a lavare via anche i pensieri, i tormenti.
Il sorriso, la risata, l'immagine di Angel non accennano ad abbandonare la mia mente, me la ritrovo sempre davanti, come le immagini di un film.
Ormai sono finito in questo grande casino, e temo che non riuscirò più ad uscirne.
~·~
<<Ragazzi, che ne dite se ci cimentiamo in un'attività divertente e salutare?>>
<<Ossia?>> domanda Javier, voltandosi a guardare Rafi.
<<Il karaoke!>> esclama mia cugina, scandendo per bene lettera per lettera.
Mi volto a guardarla anch'io, con aria ironica, mentre un venticello fresco e piacevole mi accarezza.
Siamo andati in barca anche oggi, stando comunque non troppo lontani dalla riva.
Gli altri sanno della paura che ho per il mare aperto, quello spazio sconfinato, il non poter vedere cosa ci sia sotto, probabilmente questa è una delle poche paure che ho.
Invece, solo io ed Alex sappiamo della paura di Angel per l'acqua in generale.
<<Sei seria, cugina? Il karaoke qui, su una barca, al largo di Mojacar?>> la schernisco, e lei mi guarda male.
<<Sì, perchè, cosa c'è che non va? L'ho fatto anche con i miei amici, qualche settimana fa!>>
Angel seduta di fronte a me non apre bocca, pare sempre lontana e persa nel suo mondo, ma noto un suo sopracciglio inarcarsi, sotto gli occhiali da sole.
<<Non è male come idea, avanti ragazzi!>>
Miguel dà corda a mia cugina, e alla fine accettiamo la proposta di Rafi. Mentre lei, Miguel e Juan scendono sottocoperta per organizzare il tutto, io mi avvicino ad Angel, che mi ha ignorato sin da quando siamo usciti di casa.
<<Ehi!>> esordisco, sedendomi accanto a lei, mentre ho il cuore che batte come impazzito nel petto.
<<Ehi.>> mi imita Angel, distendendo le gambe davanti a sé e incrociando le braccia al petto.
<<Tutto bene?>>
<<Potrei forse lamentarmi a bordo di una barca, circondata da un mare cristallino al largo della costa andalusa?>> mi domanda, inarcando un sopracciglio.
<<Beh...>>
<<Marquez, mi devi ancora dei soldi, ti ricordi, vero?>> mi interrompe, togliendosi gli occhiali da sole e portandoseli sulla testa.
Un lampo di ironia attraversa i suoi occhi, e mi rendo conto che si è totalmente ripresa dal brutto sogno di stanotte.
Almeno penso.
Fingo di guardarla male.
<<Certo che mi ricordo, che cosa vorresti insinuare?>>
Angel mi rivolge uno sguardo innocente.
<<Ma niente, campione, te lo stavo semplicemente ricordando, ben sapendo quanto odi perdere...e...>>
<<Non starai ancora insinuando che io sia tirchio?>> la interrompo, guardandola male.
Lei sogghigna.
<<Io non insinuo. Io affermo, perché è così.>>
Spalanco gli occhi, mentre sento le guance prendere colore.
Sto per risponderle, quando lei mi interrompe.
<<Stavo scherzando Marc, non prendertela.
Figurati, se sono qui è solo perchè tu mi stai pagando la vacanza...>> conclude, sussurrando e stringendosi nelle spalle.
Così facendo sembra ancora più piccola.
Mi avvicino a lei, e sento nuovamente la mia pelle rispondere a quella vicinanza.
<<Ancora con questa storia? Pensavo che fosse un discorso chiuso. Te l'ho detto, è un mio regalo per te. Non pensarci più, Angel.>> concludo, scostandole una ciocca di capelli dal viso.
<<Ti voglio bene, Marc.>> dice, la sua voce così dolce, da farmi venire i brividi.
Non è un qualcosa che Angel dice spesso, e proprio per questo è ancora più importante.
<<Anch'io, piccolina.>> mi fulmina all'istante con lo sguardo e capisco subito il motivo.
<<Ultimamente mi stai chiamando in questo modo troppo spesso, vedi di correggere questo difetto.>> mi ammonisce, puntandomi contro l'indice.
Mi porto una mano al petto.
<<Ci proverò, ma non posso prometterti niente.>> concludo, rivolgendole un enorme sorriso.
Angel mi guarda per qualche istante, poi la voce di Rafi ci richiama.
<<Avanti gente, è tutto pronto per il karaoke! Siete pregati di scendere sottocoperta!>>
Angel accanto a me sbuffa, e si alza controvoglia.
Seguiamo gli altri sottocoperta, ed Angel va subito a sedersi al tavolo, accanto alla cucina.
La raggiungo, così come gli altri, mentre Rafi accende lo schermo del televisore.
<<Se non vi dispiace, inizierò io!>> annuncia, elettrizzata.
<<Oh no, ho dimenticato i tappi per le orecchie in camera, potevi avvertirmi, Rafi!>> piagnucola Alex, con tono ironico, rimediandosi un'occhiataccia dalla cugina.
<<Invece mi dovrai sopportare per quattro minuti, simpaticone!>> ribatte, per poi iniziare a cantare.
Ha scelto una canzone di Katy Perry, che se fosse qui la pregherebbe di smettere di torturare la sua opera.
Rafi è più stonata di una campana, probabilmente neanche io raggiungo i suoi livelli.
Il testimone passa poi a Juan, che si cimenta in una canzone di Nicky Jam, poi tocca a me, purtroppo.
<<Ah, non vale cantare We Are The Champions, mio caro!>> mi avverte Rafi, mentre mi dirigo davanti allo schermo del televisore.
La guardo malissimo.
<<Quale canzone dovrei cantare, allora?>>
<<Qualunque altra, ma non quella! Troppo facile!>> esclama Miguel, ridacchiando.
Lo sto odiando.
Canto raramente al karaoke, e quando succede, è dopo aver vinto il mondiale, in quell'occasione mi cimento nella canzone dei Queen, per cui, la conosco abbastanza bene per evitare di stonare troppo e fare quindi delle figuracce.
Opto per l'ultima canzone di Enrique Iglesias, Duele el corazon.
Il mio sguardo si posa spesso su Angel, che mi incita, ride, e fa il tifo per me.
<<Finalmente abbiamo trovato qualcosa che non sai fare, cugino.>> esclama Javier, ridendo.
Gli rivolgo un sorrisino divertito.
<<Niente in confronto alla lunga lista che hai tu, Javier.>> lui smette all'istante di ridacchiare, e torno al mio posto.
<<Direi che ora tocca a qualcuno che sa cosa significa cantare davvero, vai Angel.>> lei si volta di scatto verso di me, con gli occhi quasi fuori dalle orbite.
<<Cosa? Starai scherzando, Marc, io non ho intenzione di farlo, scusatemi.>> ribatte lei, nervosa, incrociando le braccia al petto e scuotendo la testa.
So quanto sia timida, odia avere degli sguardi fissi su di sé, ma ha una voce troppo bella per tenerla tutta per sé.
Tutti devono conoscere lo splendido tesoro che ha in gola, tutti devono sentirla.
<<Oh, avanti Angel, non devi vergognarti, non potrai mai essere peggio di Rafi!>> esclama Miguel, mentre mia cugina lo fulmina con lo sguardo.
<<Grazie tante Miguel, mi farò poi quattro risate con te.>>
<<Avanti Angel, su, sii te stessa. Fai come se ci fossimo solo io e Marc.>> aggiunge Alex, mentre sul viso di Angel si dipinge l'ansia allo stato puro.
Si volta a guardarmi.
<<Ti detesto.>> sibila, a voce così bassa che solo io riesco a sentirla.
Si passa una mano tra i capelli, mentre si alza.
<<E va bene, se proprio insistete...>> so bene che sta cercando di controllare il tono della sua voce per non far trapelare l'agitazione, lo capisco dai suoi gesti, dall'espressione dipinta sul suo viso.
Afferra il microfono con un sospiro.
<<Allora, che canzone vuoi cantare, Angel?>> lei ci pensa per qualche istante, mordendosi il labbro.
<<I'm with you, di Avril Lavigne.>>
Miguel annuisce e dopo qualche secondo la musica inizia.
Ed Angel chiude gli occhi, iniziando a cantare.
Quando Angel sceglie di cantare o di ascoltare una canzone, non è mai una scelta casuale.
Ciò che sceglie, rispecchia sempre ciò che sta provando, perchè riesce a descrivere in musica e parole, ciò che lei non riesce a dire.
E questa canzone, penso che sia una di quelle che riesce a descrivere maggiormente ciò che Angel si porta dentro da sempre.
Sono rimasto immobile, a fissarla, ad ascoltarla, perchè l'immensa emozione che scaturiva dalla sua voce era più che ipnotizzante, metteva i brividi.
E come me, anche gli altri sono rimasti letteralmente senza parole.
Angel riapre lentamente gli occhi, mentre si porta una mano al petto.
Il cuore le starà scoppiando nel petto, lo so.
Non appena si accorge dei nostri sguardi su di sé fa un passo indietro, come se fosse spaventata.
<<Cosa...perchè mi state guardando così?>> balbetta, confusa.
Miguel prende la parola.
<<Beh, Angel scusami ma...hai una voce meravigliosa.
Non me l'aspettavo, davvero.
Sei una vera bomba, un incanto, una creatura magica.
Non mi sono mai emozionato così tanto prima, con una canzone.>>
<<Sì tesoro, con una voce così tu...tu dovresti essere una star!
Il mondo si sta perdendo un simile talento, si sta perdendo una come te!>> continua Anna, sgranando gli occhi.
Angel abbassa lo sguardo, portandosi una mano dietro la nuca.
<<Oddio, grazie ragazzi, siete...troppo gentili. Ma non penso che sia un qualcosa di possibile, ecco. Tra l'altro, non credo neanche di esserci portata. Insomma, l'esibirmi davanti agli altri, io...non penso che sia nelle mie corde.>>
<<Ma come?!>> ribatte subito Rafi, ma Juan la interrompe.
<<Ci puoi cantare qualcos'altro, Angel?
Per favore!>> la prega e lei fa un passo indietro, un lampo di stupore attraversa i suoi occhi scuri.
<<Ma...io...non saprei neanche cosa cantare!>>
<<Canta qualcosa in italiano! Vorrei tanto sentirti cantare nella tua lingua!>> continua Javier e Angel sbuffa appena.
<<Non lo so, io...>>
Un coro di bis si alza nella sala, a cui mi unisco anch'io.
Angel sbuffa sonoramente.
<<E va bene!>>
Si dirige verso il televisore, cerca la base della canzone prescelta, per poi tornare al suo posto.
Si schiarisce la voce, mentre la musica inizia, e chiude nuovamente gli occhi.
Mentre Angel cantava, i suoi occhi si sono staccati dai miei solamente per una frazione di secondo.
È stata un'emozione unica ed immensa perchè qui dentro, oltre ad Alex, solo io capivo ciò che stava dicendo.
Angel mi accenna un sorriso, prima che Anna inizi a piagnucolare.
<<Che meraviglia, ho sempre amato questa canzone, ma l'ho sempre sentita in spagnolo! Come si intitola in italiano?>>
<<Il cielo in una stanza.>> risponde Angel a bassa voce.
<<Sei magnifica, Angel, paradisiaca. Mi sento fortunata ad averti potuto sentire.>> continua Rafi.
Angel continua a portarsi le mani sul viso, in pieno imbarazzo e sento il cuore riempirsi di tenerezza. Continua a sorridere, non sapendo cosa dire, e inizia a scuotere la testa.
<<Oh, per favore ragazzi, non so cosa dire, non ci sono abituata...grazie, davvero.>>
<<A Cervera ci sono un sacco di scuole di canto, potresti iscriverti, Angel!>> propone Alex, sorridendo.
Lei lo guarda storto.
<<Non so io...vedrò. Piuttosto, ora tocca a te, Alex!>> esclama Angel, porgendo ad Alex il microfono.
Lui fa una smorfia.
<<Certo che venire dopo di te è come venire dopo Frank Sinatra!>> piagnucola, facendo scoppiare a ridere Angel.
<<Esagerato, il mio Frank è irraggiungibile!>> e viene a sedersi nuovamente accanto a me.
<<Sei stata fantastica.>> le sussurro, mentre Alex inizia a cantare.
Angel si volta di poco verso di me, accennando un sorriso.
<<Grazie, anche se continuo a detestarti.>> mi mordo il labbro inferiore per nascondere il sorriso che vorrebbe disegnarsi sulle mie labbra.
<<Bisogna mostrare il talento, quando lo si ha.>> concludo, inarcando un sopracciglio.
Angel non risponde, ma si limita a scuotere la testa, con il sorriso sulle labbra.
In quel momento colgo lo sguardo di Miguel su di noi, che distoglie prontamente non appena lo noto.
Che strano, mi pareva quasi ci stesse scrutando.
Probabilmente era solo una mia sensazione.
Torniamo sulla terraferma nel primo pomeriggio, mentre Rafi continua a ripetere che non vede l'ora di andare a ballare, stasera.
So che Angel, molto silenziosa come al suo solito, starà pensando a quale scusa trovare per non venire con noi, ma l'ho già avvertita, stasera dovrà essere dei nostri.
~·~
<<Andiamo a prendere qualcosa da bere?>> mi domanda Juan, alzando un po' la voce per sovrastare il suono della musica che pompa a gran volume all'interno del locale.
<<Okay, sì, andiamo!>> ci allontaniamo dagli altri, e ci dirigiamo verso il bar.
Lui prende un mojito, mentre io una birra.
Torniamo sui nostri passi, e noto che Angel è concentrata sul suo telefono, mentre Alex, tenuto in ostaggio da Anna, continua a guardarla.
Decido di approfittarne e vado a sedermi accanto a lei, dopo aver preso un sorso di birra.
<<Ehi, tutto bene?>> lei alza la testa di scatto, colta di sorpresa, poi accenna un sorriso.
<<Certo, stavo rispondendo ad un messaggio di mia madre, non voglio che si preoccupi.>> annuisco, mentre prendo un altro sorso di birra.
La vedo inarcare un sopracciglio.
<<Hai preso la birra eh?
Dai qua, un assaggio me lo devi sempre e comunque!>> accenno una risata, e le porgo la bottiglia, per poi guardarla, mentre prende un sorso di birra.
Osservo le sue labbra e come si vanno a posare contro l'apertura della bottiglia, desiderando di essere io quella bottiglia.
Mi sento un completo idiota nell'esatto istante in cui realizzo di aver pensato una cosa del genere, e stacco lo sguardo da Angel che mi porge la bottiglia, schioccando la lingua.
<<Questa birra è particolarmente buona!>>
<<Già. Tu sei sicura di non volere niente da bere?>>
<<Sì, sto a posto così, grazie.>> mi avvicino un po' di più a lei.
<<Ti va di andare a ballare? La pista non è troppo affollata in questo momento.>> propongo, non appena sento Charlie Brown dei Coldplay, una delle sue canzoni preferite, iniziare.
Angel pare pensarci su per qualche istante.
<<Ma sì, perchè no, andiamo!>> esclama, e quando si alza, non posso fare a meno di notare il suo gesto di prendermi la mano, che però ritrae subito, per passarsela tra i capelli.
Le poso una mano alla base della schiena mentre ci dirigiamo sulla pista da ballo.
<<Quanto amo questa canzone, mi fa salire la pressione a mille!>> dice, mentre iniziamo a ballare.
Al contrario di me, lei è bravissima a ballare.
Ha ritmo, i suoi movimenti sono sempre eleganti e sensuali, va sempre a tempo, mentre io, la maggior parte delle volte, faccio solamente ridere gli altri.
E poi, è bellissima.
Le gambe sono fasciate nei suoi skinny chiari preferiti, ai piedi le scarpe dalla zeppa alta che le ho regalato lo scorso anno a Natale, e una maglietta a righine bianche e azzurre con uno scollo dal tondo perfetto, sia sul davanti che sulla schiena.
I suoi occhi non si staccano dai miei mentre continua a ballare, un largo sorriso a illuminarle il volto.
Poi ad un tratto mi si avvicina, posandomi le mani sulle spalle e si sporge verso il mio orecchio.
<<Marc, questa musica è pazzesca, mi pare di essere sul punto di esplodere! Con Charlie Brown in sottofondo mi viene totalmente voglia di lasciarmi andare! Di fare...qualunque cosa, senza pensare...>> mi volto a guardarla, ed è così vicina, che i nostri respiri paiono quasi mescolarsi.
La parziale oscurità interrotta solo dalle luci stroboscopiche, non mi permettono di incrociare il suo sguardo, fino a quando un lampo di luce viola non illumina la sala e noto che i suoi occhi sono posati sulle mie labbra.
<<Qualunque cosa?>> ripeto io, posando la mia fronte contro la sua.
Abbiamo smesso di ballare, e ora siamo semplicemente fermi in mezzo alla pista a girare lentamente su noi stessi.
Sento le mie emozioni ormai completamente incontrollabili, irrompere dentro di me come un fiume in piena.
Angel porta un braccio intorno al mio collo, ma poi non appena la canzone volge al termine, per lasciare il posto a Wake me Up di Avicii, si stacca da me, scuotendo la testa e accennando una risata, mentre si porta una mano alla fronte.
Angel è così, il suo rapporto con la musica è quasi viscerale.
Si lascia totalmente influenzare dalle note, da ciò che le trasmettono, abbattendo così, seppur temporaneamente, i suoi muri e le sue barriere.
La musica fa venir fuori ciò che veramente è, ciò che vive dentro di lei, le sue emozioni.
In quei momenti, Angel è senza paure, senza pensieri, senza filtri.
Wake me up è pura vita e Angel inizia a ridere, mentre continua a ballare.
Poi, ad un certo punto, punta il dito contro di me.
<<Oddio, ti prego, non ce la faccio!>> dice, tra le risate, piegandosi in due.
<<Ogni volta con questa storia!>> mi lamento, e smetto di ballare,
<<d'accordo, se la metti così non ballerò più.>>
<<No, ti prego, non smettere!>> dice, subito, smettendo pian piano di ridere e avvicinandosi a me, posandomi le mani sulle spalle.
<<Non smettere mai, come farei senza...questo?>> dice, indicandomi, riferendosi al mio modo di ballare,
<<avanti Marquez, fammi l'onore di ballare con me.>> mi passa una mano tra i capelli, e sento un gran calore invadermi in ogni più piccola parte di me.
La prendo per i fianchi, e lei scoppia nuovamente a ridere, mentre ricominciamo a ballare sulle note di If I lose myself dei One Republic, una canzone che in questo momento pare adattarsi al sottoscritto più di qualunque altra.
Faccio girare Angel su se stessa, che poi, prontamente, mi circonda il collo con le braccia, sorridendomi e guardandomi negli occhi.
La stringo a me, e mi pare quasi di volare.
<<Sto così bene con te, Marc.>> dice, il suo viso che si fa improvvisamente serio.
Sento il cuore battere talmente veloce che ho quasi paura possa uscirmi dal petto, e soprattutto, che lei possa sentirlo.
I miei occhi si posano all'istante sulle sue labbra, attratti come una calamita, e in quel momento Angel inizia a canticchiare, in un sussurro, le parole della canzone.
<<If I lose myself tonight
It'll be you and I.>>
Si stacca da me, ricominciando a ballare, ed io inizio a sentire la mia testa girare su se stessa.
Sto rischiando seriamente di impazzire, me ne sto rendendo conto ogni giorno di più.
<<Ho bisogno di sedermi un attimo, non riesco a ballare per più di tre canzoni di fila!>> ride Angel, e la seguo, mentre si dirige nuovamente verso i divanetti.
Miguel e Alex sono ancora seduti lì, e io inizio a cercare la mia birra. Alex, pare quasi leggermi nel pensiero.
<<L'ho finita io, fratello!>> mi informa, mostrandomela.
Fantastico, avevo bisogno di bere qualcosa di forte.
<<Se vuoi andiamo a prenderne un'altra, Marc. Avanti, muoviamoci.>>
Miguel non attende neanche una mia risposta, mi posa un braccio sulle spalle e mi trascina al bar. Ordina per entrambi, poi torna a guardarmi.
Ha ancora dipinto in viso lo sguardo che ha rivolto a me e ad Angel oggi in barca, mentre parlavamo, durante l'esibizione di Alex.
<<Come va, Marc?>> mi domanda, ad un certo punto.
<<Tutto bene, tu?>> rispondo, un po' confuso da quella domanda.
<<Sei sicuro?>> inarco un sopracciglio, non capendo cosa voglia dire.
<<Perchè me lo chiedi?>> lui alza le spalle.
<<Così, per sapere. Siamo amici in fondo, è normale che te lo chieda, che voglia sapere come stai.>> poi il suo sguardo si posa su Angel, seduta in lontananza, accanto ad Alex.
<<E come va con Angel?>> non riesco a capire il senso di questo discorso, ma decido di continuare a rispondere.
<<Come sempre, benissimo.>>
<<Si vede lontano un miglio che sei innamorato di lei, Marc.>>
Resto per un istante immobile, come se cercassi di realizzare le parole di Miguel.
Per una frazione di secondo penso di non aver capito bene, poi mi rendo conto che ha detto proprio quelle parole.
<<C-cosa?>> farfuglio, posando la birra sul bancone.
<<Hai capito benissimo, Marc.>>
<<No, secondo me sei tu che non hai capito un bel niente.
Non sono innamorato di Angel, le voglio un bene dell'anima, perchè è una mia amica.
Hai preso un granchio, Miguel.>> ribatto, mettendomi sulla difensiva. Ho i nervi a fior di pelle, e non ho idea del perchè.
<<Marc, ti conosco da dieci anni, per cui credimi, so quello che sto dicendo.>>
<<Beh , questa volta hai toppato alla grande.>> Miguel si volta completamente verso di me.
<<Ne sei davvero sicuro? È inutile che provi a convincermi del contrario, ripeto, ti conosco da quando eri poco più che un bambino e ho imparato a conoscerti.
Vi ho osservato spesso in questi giorni, come ad esempio stamattina, ma ho avuto la conferma solo poco fa, quando eravate in pista a ballare.>> mi sento come se stessi andando a fuoco.
Il cuore che batte impazzito nel petto, il respiro rapido e veloce, la testa che mi scoppia.
Non è possibile, non può essere, non può essere vero, Miguel sta sbagliando.
Provo a ribattere, a contraddirlo ancora, ma le mie difese diventano sempre più deboli.
<<Io...io...Miguel, ti giuro...>> mi interrompo, portandomi una mano sul viso,
<<e lei?>> domando, all'improvviso, voltandomi di scatto verso di lui.
Non ho idea del perchè ho spostato il discorso su di lei, invece di continuare a provare a respingere le affermazioni di Miguel.
Nei suoi occhi passa un lampo.
<<In che senso?>>
<<Lei cosa...pensi che lei provi qualcosa per me?>>
Miguel apre lentamente la bocca, come se fosse sorpreso, come se non si aspettasse questa domanda.
Mi maledico in un istante.
<<Allora è così...ho ragione dunque, lo hai ammesso!>> sto per ribattere, ma lui riprende a parlare, <<ne ero già sicuro, ma con questa tua domanda hai confermato le mie sensazioni. Non conosco abbastanza bene Angel da poter dire se...prova o meno qualcosa per te, indubbiamente...è molto legata a te, ma non so dirti se->>
<<Sì, okay, va bene, ho capito.>> taglio corto, interrompendolo e prendendo un lungo sorso di birra.
<<Marc, lo sai che è un grande casino, vero?>> deglutisco a fatica, capendo subito ciò a cui si riferisce.
Getto un'occhiata ad Alex, in lontananza, poi alzo le spalle.
<<Non...c'è da preoccuparsi, è...tutto sotto controllo. È...una situazione momentanea, passerà presto, vedrai.>> Miguel scuote appena la testa.
<<Tu dici? Marc, stavi per baciarla, pochi minuti fa!>> dice, abbassando la voce.
Ha ragione, ha fottutamente ragione, e vorrei spaccare tutto dalla rabbia.
<<E come fai ad essere sicuro che passerà? In realtà, tu hai sempre provato qualcosa di molto forte per lei, Marc, non negarlo, lo sai benissimo anche tu.>> sbatto una mano sul bancone, stizzito.
<<Cosa vuoi che faccia, eh, Miguel? Cosa vuoi che dica?
Ho continuato a negare di...insomma, ho continuato a negarlo persino a me stesso fino a poco fa, fino a quando tu non mi hai sbattuto in faccia la verità.
E io adesso...adesso non ho idea di cosa fare, né di come reagire.>> concludo, con un sussurro, mentre i miei occhi vanno a posarsi su Angel e Alex, lui che le dice qualcosa all'orecchio e lei che scoppia a ridere.
Sono finito in un fottutissimo casino e non ho idea di come uscirne.
Spazio Autrice
Buonsalve ragazze! Non mi esprimo sul capitolo, lascio giudicare voi, l'unica cosa che voglio sapere è: cosa succedere ora? Dopo che Marc ha ammesso, almeno a se stesso, di provare dei sentimenti per Angel? 🙊
Fatemi sapere il vostro parere con un commento o un voto, un bacio 💋
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro