November Rain
[Cause nothin' lasts forever
And we both know hearts can change
And it's hard to hold a candle
In the cold November rain
We've been through this such a long long time
Just tryin' to kill the pain
But lovers always come and lovers always go
An no one's really sure who's lettin' go today
Walking away
If we could take the time
to lay it on the line
I could rest my head
Just knowin' that you were mine
All mine
So if you want to love me then darlin' don't refrain
Or I'll just end up walkin'
In the cold November rain]
[Angel]
[Marzo 2015]
<<Angel, io pretendo una spiegazione.>>
<<Come siamo seri. Che succede? Alex ti ha battuto di nuovo alla Playstation?>>
<<Angel.>>
Sbuffo rumorosamente e distolgo l'attenzione dal libro che fino a qualche minuto fa stavo leggendo.
<<Cosa vuoi? Sei peggio di una mosca quando ti ci metti.>>
<<Grazie per il paragone.>> replica, inarcando un sopracciglio.
<<Non devi ringraziarmi, ti onoro con la mia amicizia, questo fa capire che so anche essere una persona magnanima. >>
<<Angel, ti prego, voglio parlarti seriamente.>>
Lo guardo, e noto che è serio, molto serio.
Inizio a preoccuparmi, ma cerco di non farglielo notare.
Poso il libro accanto a me, e mi volto a guardarlo.
Sarebbe molto più comodo stare seduta sulla poltrona, ma ci sono momenti in cui preferisco sedermi direttamente sul tappeto, con la schiena posata contro il muro. Da questa posizione si gode una visuale completamente diversa della mia stanza.
<<Spara.>> gli dico, in italiano.
<<Davvero non mi credi quando dico che mi piacerebbe sposarmi, un giorno?>>
Ah.
Era solo questo il problema?
Non posso fare a meno di mostrargli tutta la mia perplessità con uno sguardo.
<<E questo è quello che avevi urgente bisogno di chiedermi?>>
<<Angel, avanti, per me è una cosa seria. Tu sei la mia migliore amica, quello che pensi di me è importantissimo. Tu sei fondamentale per me, lo sai.>> inclino il capo, e mi sento improvvisamente a disagio.
Anche per me è importante ciò che pensa, è l'unica persona, oltre a mia madre, a cui io chiedo consiglio.
Mi porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<<Beh, ecco, forse questa volta è meglio che non me lo chiedi, Marc, non me lo far dire, per favore.>>
<<Perché?>> mi chiede, raddrizzando la schiena e sgranando gli occhi.
<<Perché ti voglio bene e non voglio ferirti, e dirti la verità significherebbe farlo, se per te è così importante ciò che penso.>>
<<Quindi mi stai dicendo che davvero non mi credi, stavi usando l'ironia per dirmi ciò che pensi.>>
<<Come al mio solito, no? Non è una novità. Devo dire sempre ciò che penso, lo sai, nel bene e nel male.>>
<<Okay, e posso chiederti perché? Perché ti risulta difficile crederlo?>> replica, mentre porta la punta della lingua tra le labbra.
Lo fa sempre quando è nervoso o arrabbiato.
Non riesco a trattenere una risatina.
<<Stupido da parte tua chiederlo, Marc.>>
<<Cioè, è solo perché non ho una relazione con nessuna e mi diverto, come ogni single del pianeta?>>
<<Non tutti i single ->>
<<Sì, va bene, siamo in otto miliardi su questo pianeta e non tutti i single sono uguali, okay.>> taglia corto, interrompendomi.
Conoscendomi, ora dovrei innervosirmi esattamente come lui, anzi, più di lui, perché odio che mi si interrompa, e lui lo sa.
Ma stranamente, oggi ho voglia di reagire in un modo totalmente diverso, almeno per ora.
<<Siamo in meno di otto miliardi, ma okay.>> puntualizzo, e lui sgrana nuovamente gli occhi.
<<Puoi smetterla di fare la precisina almeno per un istante?>>
<<Oh, avanti Marc, non stiamo davvero discutendo per una stronzata simile! Cosa ti importa di quello che penso su una cosa che non mi riguarda minimamente? Riguarderà quella povera sfigata che si innamorerà di te e che tu ricambierai quel minimo in più rispetto a quelle che ti scopi, non me.>>
<<È il principio, non la questione che mi interessa. Il fatto che la mia migliore amica dice di non credermi!>> alza la voce, e per fortuna mia madre non è in casa, altrimenti avremmo dato spettacolo davanti a lei.
<<Marc, posso alzare la voce molto più di te se hai intenzione di continuare su questa strada. No, non ti credo, non ti credo, non ti credo!>> replico, alzando la voce ogni volta di più, <<tu non sei in grado di stare con nessuno, non ne sei capace, non siamo tutti uguali, non tutti siamo nati per vivere la stessa identica vita! Ti ho visto con Laia, e non tirare fuori il fatto che avevi diciannove anni, perché quando una persona ama davvero, l'età non conta!>>
<<Può essere, come può essere anche che molti maturino con l'età, un cretino diciannovenne può diventare un uomo adulto serio e affidabile, e non dimenticare che bisogna provarlo un sentimento, io non ero innamorato di Laia!>>
Cerco di trattenere un sorrisino compiaciuto, ma fallisco miseramente. Divento una grande stronza quando litigo con qualcuno. Incrocio le braccia sotto il seno, e inarco le sopracciglia.
<<Ma davvero, Márquez? E allora dimmi, perché ci stavi insieme, se non ne eri innamorato?>>
<<Perché mi piaceva, e ho pensato: "perché no?". Io le piacevo, per cui, perché non buttarsi?>>
<<Incredibile come tutti qui mi considerino insensibile e incapace di provare sentimenti romantici eppure, sono l'unica che sa veramente cosa vuol dire amare qualcuno.
Siete semplicemente una banda di ipocriti e incoerenti, perché siete voi quelli che non sanno cosa significa amare veramente una persona!
Mi considerate una stronza di ghiaccio semplicemente perché tengo a distanza le persone perché non mi fido di loro né dei loro sentimenti, perché preferisco la solitudine invece di sbaciucchiarmi il primo coglione che mi piace!>> sbotto, come un fiume in piena, e non so neppure il perché.
So solo che sono arrabbiata, molto arrabbiata, <<te la sei data da solo la risposta del perché non ti credo, Marc, perché sei stato con lei pur non provando un vero sentimento, perché sai, i sentimenti richiedono dedizione ed impegno.
E non lo puoi forzare, né decidere, è qualcosa che nasce dentro di te.
Se ti avessi visto dolce, delicato, innamorato in quella specie di "relazione", allora sì, allora ti crederei eccome, indipendentemente dall'essere un ragazzo single che se ne scopa tre a sera.
Perché avrei visto che sei capace ad amare e dedicarti con tutto il cuore alla persona con cui scegli di stare.
Ma io non ho visto questo, Marc.
Io credo che tu sia sincero quando lo dici, come se ti fossi convinto che è una cosa che devi fare, perché è la prassi, è la regola, quella che segue il 90% della popolazione.
Ma non è un qualcosa che devi fare, è un qualcosa che devi sentire di voler fare.
Deve essere naturale.
Io so bene che il percorso che fanno tutti è un qualcosa che non voglio per me, e so bene che gli altri metteranno sempre bocca nonostante siano cose che non li riguarda minimamente, già lo fanno.
Perché non sono mai stata con nessuno, perché dovrei trovarmi qualcuno, come se stare da per sé fosse una condanna, una cosa che nessuno mai sceglierebbe volontariamente, quando non è così, perché io mi sento bene così.
Non voglio nessuno al mio fianco e oltre a non volerlo, non provo neppure un sentimento romantico per qualcuno e no, non ho paura della solitudine, anzi.
Quello che pensano gli altri di come vivo la mia vita, non mi riguarda.
È un problema loro.
Io vivo con me stessa, ventiquattro ore su ventiquattro, sono io a vivere con Angel, sempre.
Conta quello che voglio io, conta la mia felicità, se io sono felice con me stessa.
Io non penso che tu sia fatto per quello che dici, Marc.
Io non ti vedo in grado di amare una ragazza, ed una soltanto.
Sembri più il tipo che si conforma a quello che vorrebbe la società, quello che si costruisce una famiglia e poi inventa la scusa del lavoro per raggiungere l'altra con cui divertirsi. Io ti vedo troppo innamorato di questa tua vita da single conosciuto e pieno di soldi che ha la possibilità di scoparsi più ragazze possibili.
E non mi sembri il tipo in grado di rinunciarvi, nel caso.
Non c'entra il fatto che tu non abbia trovato nessuna in grado di conquistarti; conta anche la predisposizione, e non lo sei.
Se incontrassi una ragazza in grado di smuoverti qualcosa, ti allontaneresti in mezzo secondo, troppo spaventato all'idea di perdere quello che hai, e al pensiero di impegnarti in qualcosa, legarti a qualcuno, perdere tutto il divertimento.>>
Il silenzio scende nella mia stanza, e Marc continua a fissarmi come se avesse visto un fantasma.
O come se gli avessi raccontato una scomoda verità.
Spero che sia soddisfatto, almeno.
<<Anche tu scapperesti via, lo sai. Anche tu sfuggi ai sentimenti, lo hai sempre fatto.>>
<<È vero, perché i sentimenti non portano a nulla di buono. Ma non mettere me e te sullo stesso piano. Io e te siamo completamente diversi, abbiamo motivi totalmente diversi per scacciare via i sentimenti. Tu perché non vuoi perdere la tua libertà di scoparti tutto quello che respira, io perché non voglio problemi, non voglio abbattere i miei muri, né diventare debole; e perché in fondo, sono troppo per chiunque.>> concludo, inarcando un sopracciglio.
<<Angel, io capisco il motivo per cui non mi credi. Hai ragione, ma..davvero, io vorrei un giorno trovare qualcuno con cui condividere tutto, io...non so cosa significa, è vero, e capisco le tue impressioni su di me. Io...spero solo di trovare, un giorno, qualcuno che mi ami perché sono semplicemente Marc e non un pilota, un campione. Che voglia Marc, e basta. Anche se per me è difficile ora immaginare di costruire un rapporto complice come quello che abbiamo io e te, con qualcun'altra. Però, davvero, spero di trovare qualcuno che mi ami veramente. Ma ovviamente questo sarà un giorno molto, molto lontano. E vedrai, ti farò ricredere. Te la farò conoscere, e cambierai idea, su di me!>> conclude, ironico, inarcando un sopracciglio. Decido di usare il suo stesso tono.
<<Certo, pretendo di essere invitata al matrimonio. Anzi, voglio farti da testimone insieme ad Alex. Me lo devi.>>
<<Ma certo. Tu dovrai essere al mio fianco in quel momento. Voglio vederti lì, così capirai che io avevo ragione e tu torto.>> mi punta un dito contro, un sorriso compiaciuto a dipingergli le labbra. Scuoto la testa, sogghignando.
<<Marc, te l'ho detto prima. Non dimostrerai niente né a me né agli altri se ti sposerai ma continuerai a farti i comodi tuoi in giro ogni volta che ne avrai l'occasione. Non conta il pezzo di carta o la cerimonia, né la durata della relazione, conta quello che hai qui e qui.>> gli poso una mano sul cuore e un dito sulla fronte, <<la durata non conta, conta la qualità. Ci si può amare in sei mesi, in un anno, molto di più di quanto ci si possa amare in vent'anni o in una vita intera. Niente dura per sempre, l'importante però è che il sentimento sia stato più vero e forte che mai.>>
<<Pensi davvero che niente duri per sempre?>> mi chiede, aggrottando la fronte.
<<Certo, e lo sai benissimo anche tu. Ogni cosa ha un inizio e una fine, niente resta uguale e immutato per sempre.
"'Cause nothin' lasts forever
Even cold November rain".>> canticchio un verso della mia canzone preferita dei Guns N' Roses. Lui inarca un sopracciglio.
<<Mi ricordo bene che tu mi hai detto che questa canzone, al contrario di come potrebbe sembrare, e nonostante sia una canzone sull'amore non ricambiato, non ha un tono pessimista, anzi. Proprio il verso che hai cantato, si riferisce al non essere ricambiati.>> mi corregge e mi sorprende.
Dona sempre una sensazione strana il rendersi conto che qualcuno si ricorda ciò che gli dici, anche se per lui o lei magari non si tratta di qualcosa di importante.
<<Te lo sei ricordato, sono molto sorpresa, Márquez. Sì, è così, si riferisce a quello, ma il fatto è che niente dura per sempre, in generale. Non importa se si riferisce o meno all'essere ricambiati.>>
<<Beh, hai ragione, sai che in fondo anche io la penso così su questo. Però...sono dell'idea che esistono cose che possono durare per sempre. Ad esempio, io so bene che la mia carriera ha una durata limitata, non potrò correre in moto per sempre, seppur lo vorrei con tutta l'anima, però il mio amore per le moto durerà per sempre.>>
<<Sì...probabilmente hai ragione, Márquez. Questa te la concedo.>> replico, sorridendo. Marc viene verso di me e mi abbraccia. Affondo il viso nella sua spalla, mentre un brivido mi scorre lungo la schiena.
<<C'è un'altra cosa che non finirà mai.>> sussurra, e io apro un occhio.
<<Ossia?>>
<<La nostra amicizia.>> mormora e io lo stringo forte.
<<Vero. Di questo ne sono sicura.>>
~•~
Mancano pochi giorni al galà e io non ho ancora idea di che cosa indossare. O meglio, un'idea ce l'avrei, ma non so se a Marc piacerebbe, e dato che vuole che io sfili accanto a lui sul tappeto rosso, devo per forza tener conto del suo parere.
Nonostante solo l'idea di essere sotto gli occhi di tutti, di avere telecamere e macchine fotografiche puntate addosso mi faccia venire l'ansia, il fatto di avere Marc accanto a me mi tranquillizza moltissimo.
Vorrei che tutti vedendoci, pensassero a quanto stiamo bene insieme, anche se so bene che per tutti io sono la sua migliore amica, e così deve essere. Non voglio attirare ulteriormente l'attenzione, so già che molte fanpage di Marc hanno pubblicato molte foto di me e lui in griglia di partenza e al parco chiuso durante il tour asiatico. Ho trovato i post tra i taggati di Marc e la cosa non mi piace, ma purtroppo, questo significa stare accanto a lui.
Continuo a scorrere le foto che mi sono scattata ad agosto, con indosso lo smoking di Yves Saint Laurent.
È questo che vorrei indossare domenica sera, infatti l'ho portato con me, assieme ad altri vestiti, dato che non ne ho ancora parlato con Marc. Non so se l'idea di avermi accanto vestita più o meno simile a lui gli faccia piacere. Però mi ricordo il modo in cui mi ero sentita quel giorno, con quel completo addosso.
Mi ero sentita forte, potente, incredibilmente sicura di me stessa.
Sbuffo, e Josè seduto accanto a me lo nota. Ci stiamo dirigendo verso Valencia e il viaggio durerà ancora per circa un'ora.
<<Angel non ne può più della vostra musica, ragazzi.>> sogghigna e io sollevo gli occhi dallo schermo del telefono. Non sbuffavo per quello, ma se questo può servire per far cambiare loro playlist, ben venga.
<<È da più di due ore che ascolto reggaeton, pensa al limite a cui sono arrivata.>> replico e sento Marc dire qualcosa. Mi sporgo verso di lui, <<Márquez, è inutile che borbotti, hai messo per due volte consecutive Despacito, e per quanto mi piaccia, basta. Voglio sentire i Guns N' Roses.>> piagnucolo e lui sogghigna.
<<Allora metti la tua playlist personale.>> mi dice, tendendomi una mano.
<<Non posso, sto controllando delle cose.>> replico, mostrandogli le foto che sto guardando. Marc inarca le sopracciglia, mentre nasconde un sorriso mordendosi il labbro inferiore.
<<Molto interessante.>> si limita a dire, e vedo con la coda dell'occhio Alex lanciarci un'occhiata, <<comunque, ora abbasso un po' il volume perché devo registrare un video da pubblicare sui social.>>
<<Allora mi nascondo direttamente.>> replico, spalmandomi contro il sedile posteriore e lasciandomi scivolare giù. Josè sogghigna, mentre Marc abbassa il volume della musica e inizia a registrare il video. Dopo qualche minuto mi arriva una notifica che mi avverte che ha pubblicato un nuovo post.
Sì, ho attivato le notifiche per i suoi post e le sue storie dopo che mi ha detto di averlo fatto per il mio profilo.
Osservo il suo viso mentre parla, e mi sento una stupida, dato che ce l'ho a due metri di distanza.
Proprio mentre sto osservando il suo viso, il cellulare mi vibra tra le mani.
Marc >> "Dio, quanto sei irresistibile con quel completo addosso. Non hai idea di quanto volevo togliertelo di dosso quel giorno, ad agosto."
Sento il cuore iniziare a battere come un pazzo mentre mi porto una mano al viso, a nascondere un sorriso imbarazzato.
"Cretino." penso, e sollevo il viso dal telefono. Lo vedo farmi l'occhiolino attraverso lo specchietto retrovisore, mentre tira fuori la lingua per infilarla tra i denti.
Angel >> "Potresti togliermelo domenica sera, che ne pensi?"
Lo osservo e noto il modo in cui si morde il labbro inferiore, il modo in cui inarca un sopracciglio per poi assottigliare lo sguardo.
Marc >> "Indosserai quello domenica sera?"
Angel >> "Mi piacerebbe sì, ma sono ancora un po' indecisa, per questo ho portato diversi vestiti. Ma non so se per te potrebbe essere un problema, magari a vederci staremmo male, insomma, tu con lo smoking, io con un completo più o meno simile..."
Marc >> "Non potremmo mai stare male insieme, amore. Anzi. Immagina la potenza che emaneremo io e te insieme, su quel tappeto rosso, tu con quel completo...mi piace da impazzire l'idea, voglio far morire d'invidia tutti, voglio che tutti mi invidino tanto da scoppiare. Ma, voglio che tu comunque ti senta libera di indossare quello che vuoi, che sia il completo o uno degli altri abiti che hai portato con te."
Sorrido, mentre leggo quel messaggio.
Oddio, sono completamente pazza di lui.
Angel >> "Non avrai voglia di far morire d'invidia qualcuno in particolare, vero?"
Marc >> "Io? Figurati."
Sto per ribattere, quando il telefono inizia a suonare.
Odio che mi si chiami quando sono in compagnia di altre persone, senza avere la possibilità di allontanarmi per parlare senza che altri ascoltino. Però queste persone fanno parte della mia famiglia, quindi, non devo crearmi problemi.
<<Pronto?>>
<<Ehi, angelo! È uno dei tuoi mostri, a rapporto.>>
<<Andrew! Come stai? Tutto bene?>>
<<Io sto bene, ragazza, ma più che tutto bene direi che va tutto di merda.>> replica, con la sua voce calda.
<<Davvero? Perché? Che succede?>>
<<Izan è in crisi esistenziale e ha mollato la batteria per tornare a lavorare nella società dei genitori, Jordi è dovuto tornare a Siviglia per dei problemi familiari...mi sento un po' perso, perché la band che avevo costruito è andata in pezzi in pochissimo tempo. Dopo che Adrian ci ha mollato dall'oggi al domani, e sei arrivata tu per quell'evento, ero convinto che, avremmo potuto decollare, insomma, spaccare, perché tu spacchi ragazza, e dubito che tu te ne renda conto.>> mi porto una mano al viso, in pieno imbarazzo, <<poi però è successo di tutto, tu sei tornata a Cerv...Cerd ->>
<<Cervera.>> lo aiuto.
<<Ah sì, Cervera, e gli altri, beh, te l'ho già detto. Io non voglio abbandonare il mio sogno musicale, ma ormai penso di non dover fare altro. Nel frattempo impartisco lezioni di chitarra elettrica e pianoforte così da racimolare qualche soldo.>>
<<E non hai intenzione di insegnarlo anche a me, Andrew? Tu sai che vado pazza per il pianoforte, avanti! Potresti venire a Cervera una volta a settimana, oppure io potrei venire a Barcellona, così potresti insegnarmi a suonare lo strumento più bello del mondo!>>
Vedo Marc girarsi verso di me e inarcare un sopracciglio. Io per tutta risposta gli chiedo con un gesto della mano cosa voglia. Josè si gode la scena sogghignando e Alex ci lancia un'occhiata confusa.
<<Non sarebbe male, angelo, sai? Con la voce che hai, ti vedo benissimo al piano per accompagnarla.>>
<<Solo che non so se sono portata, ecco...dubito che mi venga naturale come il canto, ti ricordi, no? Pur non avendo mai fatto certe cose, la postura, il modo di respirazione giusto, mi veniva tutto naturale all'istante. Non penso sia uguale con uno strumento, soprattutto il piano. Ho paura di non esserne proprio capace.>>
<<Non è così, Angel, perché per prima cosa: tu ami incondizionatamente la musica. L'ho visto in quella settimana che hai passato con noi a Barcellona. Non ti importava passare dodici ore al giorno a provare e riprovare le note, le canzoni, ad esercitarti con noi. Anzi, a fine giornata avevi gli occhi che brillavano esattamente come al mattino. Dopo pochi giorni, era come se tu fossi stata parte della nostra band da sempre. Abbiamo cambiato anche il nome della band, per te! Quello di prima onestamente faceva schifo, lo ammetto. Comunque, basta che hai voglia di imparare, la pazienza, fiducia in te stessa e la passione.>>
Sento le lacrime pungermi agli angoli degli occhi, perché è stato proprio così. Non ero mai stanca, anzi, avrei voluto continuare ad esercitarmi per ore e ore. In quei giorni mi sono sentita nel mio posto giusto, nel posto dove avrei dovuto sempre stare.
<<Grazie Andrew, davvero. Sei come al solito fantastico, in questo. Mi dai quella spinta in più, quella voglia in più di buttarmi. Allora dai, ci aggiorniamo e ti voglio dire di non mollare il sogno della musica; se Izan e Jordi hanno dovuto o voluto rinunciare non devi rinunciarci anche tu. Cerca un batterista e un tastierista magari, anche e soprattutto nelle scuole di musica. Vedrai che troverai tanti che non vedranno l'ora di far parte della band. E mi raccomando, tienimi aggiornata. Voglio rivivere quello che ho vissuto al galà ad agosto.>>
<<Sarà fatto, Dark Angel. Tu intanto continui a girare per i circuiti con quel tuo amico che fa il pilota? Io non so niente di sport, lo sai, ho guardato le gare solo per quei pochi secondi in cui ti inquadravano all'inizio delle gare o durante, seduta in quel...posto. >> sogghigno, scuotendo la testa.
<<Sono i box, quel posto. Sì, stiamo andando a Valencia per l'ultima gara della stagione, Marc si gioca il mondiale, vedi di fare il tifo per noi!>>
<<Tutto se lo chiedi tu, angelo. Adesso vado, ci sentiamo. Divertiti.>>
<<Grazie Andrew. Ci sentiamo.>> chiudo la chiamata e solo in quel momento mi accorgo di Chantaje di Shakira e Maluma in sottofondo. Noto che Marc mi sta guardando attraverso lo specchietto retrovisore e noto che Alex sta facendo lo stesso, dividendo lo sguardo dalla strada alla sottoscritta. Mi lascio scivolare lungo il sedile, e Josè mi da un colpetto sul braccio.
<<E allora, chi è questo Andrew?>> mi chiede, lanciando un'occhiata a Marc.
<<È il chitarrista della band con cui ho suonato ad agosto, a quel galà, ti ricordi?>>
<<Ah sì, ho visto i tuoi post su Instagram. Deve essere un tipo forte.>>
<<Sì, lo è. Anche se gli altri hanno mollato la band, ma spero che riesca a trovare dei sostituti.>> replico, mentre mi allungo e tolgo il telefono di Alex per collegare il mio e far partire la mia playlist.
November Rain inizia a riempire l'abitacolo dell'auto e mi godo una delle mie canzoni preferite.
~•~
Arriviamo a Valencia nel primo pomeriggio e quando raggiungiamo il circuito, recupero il mio trolley e cammino accanto a Marc. Non ci diciamo nulla, lui continua a tenere lo sguardo fisso davanti a sé. Scruto il suo viso, ma non mi pare né infastidito né altro.
Saliamo gli scalini del motorhome e lascio il mio trolley nella sua stanza, dato che terrò i miei vestiti nella sua parte d'armadio. Mi chiudo la porta alle spalle, e lo raggiungo.
<<Ehi, va tutto bene?>> gli chiedo, posandogli una mano sulla schiena. Lui si volta e mi circonda i fianchi con le braccia. Mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<<Sì, certo, amore mio. Tutto bene.>>
<<Sicuro?>>
<<Sicuro. Davvero. Anzi, sono felice di sapere che vuoi concretizzare il tuo sogno di imparare a suonare il piano. Non vedo l'ora di vederti e di sentirti suonare.>>
Il suo sorriso tenero mi scalda il cuore.
<<Oh amore, grazie! Sei davvero un tesoro!>> gli circondo il collo con le braccia e lo bacio. Sento una scarica elettrica nel momento in cui le sue labbra toccano le mie. Non appena la punta della sua lingua accarezza il mio labbro inferiore, mi allontano. Non riuscirei a fermarmi se andassimo avanti.
<<Posso iniziare a disfare la mia valigia?>> chiedo, portandomi i capelli di lato e aprendo le ante dell'armadio. Lo sento raggiungermi, il suo respiro mi accarezza la curva del collo scoperto.
<<Devi, amore.>> sussurra, poi sento le sue labbra accarezzarmi, con squisita lentezza, le spalle. Mi porto una mano alla bocca per evitare di urlare, e mi sento quasi svenire nel momento in cui mi morde appena la pelle.
<<Forse è meglio che io lo faccia più tardi, ora devo andare in bagno.>> esclamo, la voce più alta di un'ottava, avviandomi verso la porta.
<<Amore mio dove scappi, vieni qui.>> mi afferra per un polso e mi attira a sé. Se non me ne vado subito, finirò per cedere.
<<Marc, ti prego, smettila, lo sai che non possiamo fare niente fino a quando resteremo qui a Valencia, e sai bene che non potremo dormire insieme, Alex è a pochi metri da noi.>>
<<Ma ci vorrà più di una settimana, ti rendi conto? Io non posso stare una settimana intera senza dormire con te.>> piagnucola, stringendomi più forte.
<<Marc, ma non possiamo fare altro! Non posso dormire con te e togliti dalla testa anche l'altra cosa.>> lo ammonisco con lo sguardo e lui spalanca gli occhi.
<<Cosa che in realtà non facciamo già da 180 ore, 47 minuti e 36 secondi.>> afferma, controllando l'orologio. Spalanco la bocca, scioccata.
<<Stai contando anche i minuti e i secondi?>>
<<Lo ammetto, sì. Prima il ciclo, ora questo, per più di una settimana. Angel, me muero por hacer el amor contigo.>> mormora, baciandomi sotto l'orecchio. Chiudo gli occhi e sento le ginocchia cedermi.
<<Oh tesoro, è lo stesso per me, davvero, mi sento quasi male, ma ->> mi allontano, ma lui mi viene dietro e mi blocca contro la porta, <<Marc, smettila, o ti ->> Marc mi rivolge un sorrisino compiaciuto e mi morde il labbro inferiore. Sta facendo di tutto per farmi cedere, ma devo resistere, devo resistere, devo resistere...
In quel momento sento bussare alla porta e ne approfitto per allontanarlo.
Lo sento borbottare qualcosa mentre apro la porta.
<<Alex, che succede?>>
<<Volevo chiedervi se vi andava di fare il giro del circuito tutti insieme!>>
<<Va bene, faccio pipì e sono da voi.>> replico, rivolgendo un sorriso ad entrambi. Marc mi guarda male, ed io sogghigno.
Dopo aver fatto il giro della pista torno al motorhome e mi faccio una doccia e mi lavo i capelli, poi, dopo averli asciugati, indosso una maglia lunga e un paio di culottes e raggiungo gli altri.
Ceniamo tutti insieme, poi ci guardiamo un film. Non appena finisce, mi alzo dal divano.
<<Ragazzi, mi aiutate a fare il letto?>>
<<Subito!>> esclama Alex, alzandosi. Marc borbotta qualcosa, e io lo ignoro, ma ci aiuta a fare il letto. Mi porge un cuscino, in silenzio, guardandomi negli occhi come se fosse un cucciolo abbandonato al freddo e al gelo.
<<Amore.>> gli mimo, inclinando la testa di lato, per poi posargli un bacio sulla guancia. Raggiungo Alex e mi sollevo sulla punta dei piedi mentre lui si china verso di me, e do un bacio anche a lui.
<<Buonanotte ad entrambi, ragazzi. Vi voglio bene.>>
<<Anche io, Angel. Sogni d'oro.>> replica Alex, posandomi un bacio sulla guancia.
<<Buonanotte.>> si limita a dire Marc, per poi entrare nella sua stanza e chiudersi la porta alle spalle.
<<Ma che gli prende?>> mi chiede Alex, guardandomi con aria confusa.
<<È lunatico, lo sai.>> mi limito a dire, sollevando le spalle. Spengo la luce e mi infilo sotto le lenzuola. Osservo lo spicchio di luna che si intravede dalla finestra, poi chiudo gli occhi. Proprio nel momento in cui sto per scivolare nel mondo dei sogni, sento due mani scorrermi sotto la schiena e tirarmi su, contro un petto tonico e scolpito. Mi lamento, poi sento qualcosa sfiorarmi la guancia.
<<Sssh, amore.>> dopo qualche secondo vengo adagiata su qualcosa di caldo e morbido e due braccia mi circondano alla vita.
<<Marc, sei terribile.>> borbotto, e lo sento sogghignare.
<<Cinque minuti, tesoro, avanti...>> sussurra, per poi baciarmi l'orecchio. Sospiro, sconfitta, ma non riesco a trattenere un sorriso.
È un pazzo, e il problema è che io sono pazza almeno quanto lui.
~•~
Il giorno dopo Marc e il Dovi si ritrovano lungo il rettilineo davanti ai box, accanto alle loro moto, per scattare delle foto in vista del gran finale. Mi godo il tutto dalla pitlane, li osservo mentre parlano, mentre ridono e penso a quanto io sia agitata in vista della gara. Adoro il Dovi e vorrei tanto vederlo vincere un mondiale, ma ovviamente, voglio che sia Marc a vincere.
Nonostante siano i primi di novembre, qui a Valencia fa ancora abbastanza caldo. Indosso una felpa nera e un paio di pantaloncini di jeans chiari. Osservo Marc, il suo sorriso, il suo viso, e sento le farfalle bucarmi lo stomaco.
Oddio, sono proprio andata.
Dopo un'oretta mi raggiunge.
Dio, quanto gli dona la tuta, probabilmente deve essere il cosiddetto "fascino della divisa". Mentre viene verso di me, si tira giù la zip e seguo il movimento della sua mano mentre scorre verso il basso.
Non solo Marc sta impazzendo.
Anche io sento il cervello andarmi in fumo. Mi manca da morire sentirlo.
Se penso a come mi ha fatto diventare, al modo in cui ha acceso dentro di me un fuoco inestinguibile.
Mi posa un braccio sulle spalle e si avvicina al mio orecchio.
<<Tieniti libera, stasera. Niente Joan, Migno, niente karaoke, giochi alla Playstation, niente. Va bene?>> mi dice, con tono serio.
<<Va bene, papà.>> replico, sogghignando.
<<Ecco, magari non chiamarmi così, ti prego.>> scoppio a ridere, e gli prendo una mano, mentre lo guardo.
Dio, quanto è bello.
Lui si volta per incrociare il mio sguardo.
<<Perché mi guardi così?>>
<<Niente, stavo pensando.>> mi limito a dire. Non posso dirgli per l'ennesima volta che lo trovo bello. Non ha bisogno che io ingigantisca ulteriormente il suo ego.
<<A me?>> gongola e io per tutta risposta lo fulmino con lo sguardo.
<<A quanto sei cretino, sì. Ma perché devo tenermi libera per stasera? Che hai in mente?>> Marc mi rivolge uno sfavillante sorriso.
<<Sorpresa.>> sussurra e io scuoto la testa.
<<Sempre con queste sorprese, smettila di fare il misterioso, uffa.>>
<<Scommetto che sarai molto felice, stasera.>> replica, gongolando.
<<Marc?>> gli chiedo, sorpresa. Lui mi lascia un bacio sulla guancia.
<<Devo andare a cambiarmi, c'è una conferenza stampa che mi aspetta. Te amo, mi amor.>> lo osservo, mentre si allontana, il sorriso che mi rivolge mi fa scoppiare il cuore.
Lo amo perdutamente, e devo dirglielo, assolutamente.
Le ore seguenti paiono durare in eterno. Alex mi ha già detto che cenerà con la squadra, e io continuo a girare per il circuito fino all'ora di cena.
<<Belle, hai bisogno di un passaggio?>> mi volto di scatto e mi ritrovo davanti Joan, sul suo motorino.
<<Joan!>> esclamo, e lo abbraccio.
<<Finalmente ci incontriamo, scricciolo. Mi sei mancata.>>
<<Anche tu mi sei mancato, Joan.>>
<<Senti, hai programmi per stasera? Perché io e i ragazzi abbiamo in mente di guardarci un film tutti insieme.>>
<<Mi dispiace Joan, ma io, Alex e Marc abbiamo in mente di trascorrere la serata tutti insieme. Ti chiedo scusa, davvero.>> vedo un lampo di delusione attraversargli lo sguardo.
<<Ehi, scricciolo, non devi chiedermi scusa, figurati. Anzi. Capisco benissimo, sono io, che ->>
<<Angel?>> mi volto di scatto quando sento la voce di Marc chiamarmi. È sul motorino, poco distante da noi, e mi fa un cenno col capo, <<andiamo? Ci stanno aspettando.>>
Ma chi ci sta aspettando?
Lo vedo lanciare uno sguardo a Joan.
<<Ciao, Joan.>> li vedo osservarsi per diversi secondi.
<<Ciao, Marc.>>
<<Beh, allora...io vado. Ci vediamo, Joan, va bene? Ti chiedo ancora scusa.>>
<<Ma figurati!>> replica lui, con un sorriso. Raggiungo Marc, e lui scorre in avanti, per permettermi di salire dietro di lui. Marc mi prende una mano e se la porta in vita, e la stringe. Lo guardo di traverso, anche se lui non può vedermi. Faccio un ultimo cenno di saluto, verso Joan, poi Marc parte.
<<Perché devi fare sempre lo stronzo?>> gli domando, avvicinandomi al suo orecchio. Lui solleva le spalle.
<<Io? Stronzo? A me non pare.>> mi rivolge un largo sorriso e gli do un colpetto sul fianco.
<<Sì, invece.>> lo sento sogghignare e mi limito a scuotere la testa.
<<Piuttosto, dove stiamo andando? Chi è che ci sta aspettando?>>
<<Io e Josè ceneremo con la squadra, stasera. E se non vuoi restare da sola...>>
<<È questa la famosa sorpresa?>> Marc sogghigna di nuovo e scuote la testa.
<<Quella arriverà più tardi.>>
Raggiungiamo l'hospitality e ceniamo tutti insieme. Li ascolto mentre parlano in vista del weekend, mentre raccontano aneddoti e mi piace. Mi piace sentirli parlare, starei ad ascoltarli per ore.
Ad un certo punto Marc mi fa un cenno col capo.
<<Andiamo?>>
Annuisco e lo vedo dire qualcosa a Santi, seduto accanto a lui.
Dopo dieci minuti siamo davanti al suo box.
<<Che ci facciamo qui?>>
Marc tira fuori le chiavi mostrandomi un largo sorriso.
<<Sorpresa!>> gongola, e mi prende per mano.
Entriamo, e sembra tutto così diverso, senza la luce del sole, senza il resto della squadra, solo io e lui. Accende le luci, e le moto sono lì coperte da un telo blu scuro. Mi avvicino per accarezzare il sellino, e Marc mi raggiunge dopo qualche istante. Ha una birra in mano, e la apre davanti a me.
Ma da dove l'ha tirata fuori?
<<Volevo questo.>> sussurra, subito dopo aver preso un sorso di birra.
<<Questo cosa?>> gli chiedo, prendendogli la birra tra le mani.
Marc mi prende per mano e mi porta giù, accanto alle sue due moto, poi toglie il telo da quella più vicina a me e posa una mano sulla carena, per poi intrecciare l'altra con la mia.
<<Trascorrere la serata con le due creature che più amo al mondo.>> sussurra, per poi appoggiare il viso contro la carena. Sento una fitta al cuore e poso la birra accanto a me. Poggio la mano accanto alla sua, sul numero 9, e sento una lacrima scorrermi lungo la guancia.
<<Dio, Marc...mi fai tremare il cuore, davvero. Spero che questa domenica tu e la tua principessa, andiate a vincere.>> sussurro, e lui sorride.
<<Io e la mia principessa insieme siamo un tutt'uno. Un'unica anima e un unico corpo. E così è anche con te. Io e te siamo un'unica cosa. Ti ricordi, vero? Io sono stato fatto per te.>>
Gli accarezzo il ciuffo, perdendomi nei suoi occhi.
<<E io sono stata fatta per te.>> replico, in un sussurro, e lui scruta il mio viso con serietà.
<<Te quiero, Angel.>> mormora, per poi chinarsi verso di me e posare le labbra sulle mie. Prendo il suo viso tra le mani e lo stringo forte a me, e lui mi prende per i fianchi, e mi porta su di sé. Infila le mani sotto la mia felpa e mi accarezza la pelle nuda della schiena, con la punta delle dita. Mi sfugge un sospiro, e lo sento respirare forte contro di me. Allontana le labbra dalle mie solo per andare a posare una serie di baci lungo il mio collo.
<Marc, dai...qui non possiamo...siamo nel tuo box!>> provo a non cedere, solo che è difficile.
Anzi, a dir poco impossibile.
<<Appunto, è il mio box.>> sottolinea, sogghignando, mordendomi il lobo dell'orecchio.
<<Non eri tu quello che diceva che nei weekend di gara ci sono solo le moto?>> continuo, allontanando il viso dal suo.
<<Lo ammetto, è vero, e fino ad ora ho sempre rispettato questa regola. Ma ho sempre sostenuto che se non fai sesso, il mondiale non lo vinci. E ora voglio fare qualcosa di meglio, molto, molto meglio. Sono più che sicuro che se non faccio l'amore con la mia ragazza adesso, domenica non vinco il mondiale.>> dice, più serio che mai.
<<Che stronzo.>> soffio, mentre trattengo una risata, per poi posare le labbra sulle sue. Marc sorride sulle mie labbra, e ci allontaniamo l'uno dall'altro giusto per sfilarci le felpe di dosso.
<<Aspetta>> lo blocco, posandogli una mano sul petto, <<non possiamo, non...non abbiamo...>>
Marc inarca un sopracciglio, e tira fuori dalla tasca dei jeans una confezione argentata.
<<Dicevi, amore?>> sussurra, schioccandomi un sonoro bacio sulle labbra.
<<Che stronzo!>> ripeto, e lui scoppia a ridere, per poi stringermi nuovamente a sé.
Mi sfila i pantaloncini, poi si sfila i suoi, infine mi attira di nuovo su di sé. La mia pelle si riempie di brividi ogni volta che ci guardiamo negli occhi. Non allontana gli occhi dai miei per più di un istante e mi sento in un'altra dimensione. Sento che lo amo senza riserve, con ogni briciolo della mia anima. Ogni volta che mi bacia con lentezza e dolcezza, il mio cuore manca un battito, ogni volta che mi accarezza e mi dice che mi ama, mi sciolgo come neve al sole tra le sue braccia.
Quando entra in me mi sfugge un gemito, e lui sospira rumorosamente. Mi avvinghio a lui e poso la fronte contro la sua, per poi puntare gli occhi nei suoi.
Fare l'amore con lui è davvero come entrare in paradiso.
È davvero l'esperienza più bella che io abbia mai vissuto.
E voglio continuare a farlo, per sempre.
<<Dimmi che resteremo sempre insieme, qualunque cosa accada. Che non mi lascerai mai, Angel.>> mi chiede, tra un sospiro e l'altro, mentre io inizio a muovermi sopra di lui.
Il modo in cui siamo perfettamente intrecciati, incastrati, è un capolavoro unico nel suo genere.
<<Non ti lascerò mai, amore mio, mai, mai...>> mormoro, per poi catturare le sue labbra con le mie.
Sento all'improvviso, qualcosa di bagnato accarezzarmi le labbra, ma io non sto piangendo. Sollevo le palpebre e noto una lacrima scorrere lungo la guancia di Marc.
Sento una fitta colpirmi allo stomaco.
<<Amore, che succede?>> mi fermo e gli prendo il viso tra le mani. Marc scuote la testa, e mi posa un bacio sulle labbra.
<<Miedo de perderte, mi amor.>> sussurra, per poi sfiorare il naso con il mio, <<ma tu credi che questo possa durare per sempre, vero? Faremo di tutto per non perderci, per stare insieme per sempre, vero?>> vedo la paura nei suoi occhi, e mi chiedo il perché sia così spaventato, all'improvviso.
Stringo le gambe intorno ai suoi fianchi, e lo bacio sulla fronte. Questo Marc, il Marc fragile e che non ha paura di mostrarsi a me, abbatte ogni mio muro e ogni mia difesa.
<<Sì, amore, sì. Due che si amano come noi possono fare tutto, tutto. Tu sei come la musica, per me. Non mi stancherò mai, di te, mai, mai e nessuno potrà mai prendere il tuo posto. Hai il mio cuore, Marc, non fargli del male.>>
Marc mi osserva come mai prima e i suoi occhi lucidi mi fanno bruciare il cuore. Affondo le dita tra i suoi capelli, proprio mentre lo sento posare una mano sulla mia schiena, e mi solleva, per poi farmi stendere sulla mia felpa, che ha posato a terra.
L' Angel lucida urlerebbe come una pazza solo al pensiero di un indumento sul pavimento, ma in questo momento non me ne frega nulla. Marc mi sovrasta e riprende a baciarmi, per poi riprendere a muoversi dentro di me. Lo stringo a me, come se volessi fondermi ancora di più con lui, per divenire un'unica entità, come se il fatto di essere ora un unico corpo, di essere fisicamente un'unica cosa, non mi bastasse.
E in fondo è così, non mi basta.
Raggiungiamo il culmine nello stesso istante, come ogni volta e perdo il contatto con la realtà.
Marc rotola sulla schiena, prima ancora di aver ripreso fiato, e mi porta con sé. Poggio l'orecchio sul suo petto, e ascolto quella che è ora la mia melodia preferita, il battito del suo cuore. Sorrido, come una stupida, mentre accarezzo la sua pelle calda e sudata.
Siamo due pazzi, ma è così bello essere pazzi allo stesso modo e l'uno dell'altro.
È la cosa più bella del mondo, impazzire per qualcuno e sapere di essere ricambiato allo stesso identico modo.
Scosto l'orecchio e inizio a posare una serie di baci leggeri sul suo petto. Marc infila le dita tra i miei capelli e mi tira verso di sé, per baciarmi in un modo da togliermi il fiato.
<<Non dirmi che vuoi già rifarlo.>> lo sento sogghignare e intreccio le dita con le sue.
<<In realtà sì, ma vorrei rifarlo con te altre cento, mille volte, amore mio.>> sussurro, per poi posargli un bacio a fior di labbra, <<sei pazzo, Marc. Qui nel tuo box. Quindi questo significa che domenica vincerai il mondiale?>> Marc mi rivolge uno sfavillante sorriso.
<<Non lo dico per scaramanzia.>> mormora, per poi baciarmi l'orecchio, <<però negli ultimi giorni non pensavo ad altro che a far l'amore con te.>> si tira su e appoggia la schiena contro il muro e mi attira a sé, facendomi poggiare la schiena contro il suo petto. Mi avvolge le braccia intorno ai fianchi, e poggia il mento sulla mia spalla.
Voglio restare così per sempre.
<<Solo negli ultimi giorni?>> gli domando, poco convinta.
<<Ecco...no, in realtà quando non penso alla moto, penso sempre a far l'amore con te.>> mi bacia la spalla e tremo contro di lui, <<solo che negli ultimi giorni ci ho pensato un po' di più. Immagino tante, tantissime altre cose con te, Angel.>>
<<Ossia?>> gli domando, mentre lui poggia il viso nell'incavo del mio collo, un sorriso a colorargli le labbra.
<<Cenare con te, guardare un film, andare al mare con te, guardarti mentre ammiri ciò che ti piace, tipo un documentario sui ghepardi o sull'antico Egitto. Voglio fare tutto con te, Angel. E poi la notte fare l'amore e dormire con te fra le braccia.>> sento il cuore scoppiarmi nel petto, e gli occhi pungermi per le lacrime, <<c'è un quesito poi, che mi gira per la testa...>>
<<Che quesito?>>
<<Tu...tu davvero non hai pensato mai, neppure per un istante all'eventualità di sposarti?>>
Mi scosto di poco, per poterlo guardare in viso.
<<Perché me lo chiedi?>>
<<Così, per curiosità. Mi interessa sapere ciò che pensi.>> sollevo le spalle.
<<No, mai. Non è una cosa che mi interessa. Mi piacciono solo i vestiti da sposa, lo sai>> sogghigno, <<ma no, non ci ho mai pensato. Voglio solo essere felice e in pace con me stessa. Non ho obiettivi da quel punto di vista, non mi interessano.>> sollevo le spalle, e sento le dita di Marc sfiorarmi i fianchi. Dopo diversi secondi di silenzio, mi volto a guardarlo e noto che sembra perso in chissà quale pensiero, i denti che mordono il labbro inferiore.
<<Amore, cosa c'è?>> gli domando, posandogli un bacio sulla punta del naso.
<<Nulla, stavo pensando.>> mi lascia un bacio leggero sulle labbra, per poi stringermi ancora di più a sé.
Non so per quanto restiamo lì, stretti l'uno all'altro, so solo che quando ci rivestiamo ed usciamo dal box, mi sento felice e leggera come una nuvola, sotto quel cielo limpido come uno specchio dove troneggia la luna piena.
Non voglio pensare a quello che ci aspetta.
Voglio vivere qui e ora.
[Spazio Autrice]
Buonanotte ragazze 😂
Mi è piaciuto moltissimo scrivere questo capitolo e...beh, spero che ve lo siate goduto, perché insomma...dovete essere pronte. In quanto autrice dovrei non lasciarmi coinvolgere dalle emozioni dei miei protagonisti, solo che è difficile, perché non avevo idea che sarebbe stato così e che loro soprattutto, sarebbero stati così. Angel e Marc hanno preso vita da soli, non sono io a condurre loro, ma sono loro a condurre me 🤧
Però le cose devono seguire il loro corso.
Chiudiamo questa parentesi e fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto, che ne pensate, insomma.
Vi ringrazio per il vostro sostengo e per la vostra passione.
Vi voglio bene ❤
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