Mojacar, stiamo arrivando!
[It's time for the good times
Forget about the bad times
One day to come together to release the pressure
We need a holiday]
[Marc]
<<Ci tocca aspettare ancora molto, campione?>> mi volto di scatto, verso la voce di Angel, appoggiata contro il vetro che dà sulla pista d'atterraggio, dietro di me.
Cerco di nasconderle in tutti i modi il sorriso a trentadue denti che vorrebbe aprirsi sulle mie labbra, nel realizzare che è qui con me, pronta a salire su quell'aereo che ci porterà sulle coste andaluse.
Dopo la nostra discussione a casa sua la scorsa settimana, ero convintissimo che non avrebbe cambiato idea, perchè conoscendola, non cambia mai idea.
O meglio, quasi mai.
Penso che in questo suo fare marcia indietro ci sia lo zampino di sua madre.
Il giorno in cui sono andato da lei, per invitarla a venire con me ed Alex in vacanza, sua madre mi ha chiesto il motivo per cui avevamo discusso, prima che me ne andassi da casa sua.
Il suo "vedrai che le farò cambiare idea io", si è realizzato, e Angel ora è qui con me.
In realtà quel giorno non le ho detto che avevo già prenotato il posto sull'aereo, perchè altrimenti mi avrebbe preso a pugni, ma andiamo, questo significa essere previdenti!
Angel mi si piazza davanti, con le mani posate sui fianchi.
<<Allora, Marquez? Mi hai sentito o devo ripeterlo per la terza volta?>>
<<Come? Cosa?>> domando, confuso.
<<Dovremo aspettare ancora per molto?>> ripete, spazientita.
Guardo l'orologio che porto al polso.
<<Il volo dovrebbe partire tra tre quarti d'ora, quindi tra un quarto d'ora dovremmo salire sull'aereo.>> dico, e Angel alza gli occhi al cielo, sedendosi al mio fianco.
<<Mi pare di stare qui da un'eternità.>> soffia, e io mi limito ad annuire.
La capisco benissimo, l'attesa negli aeroporti e il dover volare è la parte che più detesto del mio lavoro di pilota.
Le lancio un'occhiata e realizzo che per ben due settimane passeremo praticamente ogni ora insieme.
Non ho idea del perchè senta questa fitta all'altezza dello stomaco, questa sorta di strana emozione al centro del petto solo a pensarlo.
È come se mi aspettassi chissà cosa da queste due settimane, come se tra noi due potesse succedere qualcosa che ci avvicinasse ancora di più.
Mi sento un completo idiota a pensare simili sciocchezze, perchè il rapporto che c'è tra noi due è il meglio che ci possa essere, e non vorrei mai rovinarlo.
<<Oh cielo, stanno arrivando Cip e Ciop.>> mormora, con un filo di voce Angel al mio fianco, e non appena alzo lo sguardo, vedo Juan e Javier dirigersi verso di noi.
Sorrido, gettando un'occhiata ad Angel.
<<Disturbiamo, piccioncini?>> esordisce quell'idiota di mio cugino Javier.
Ma in realtà sono entrambi idioti.
<<Voi disturbate sempre.>> ribatte Angel, con un'espressione di disappunto dipinta sul viso, mentre si guarda le unghie. Cerco a fatica di trattenere una risata, mentre Juan e Javier fanno finta di offendersi.
<<Oh avanti, ragazza delle nevi, scommetto che alla fine di queste due settimane mi amerai da impazzire!>> ribatte Javier con aria suadente, sedendosi accanto ad Angel.
Lo fulmino all'istante con lo sguardo, anche se non può vedermi, esattamente come Angel, che si alza, per tornare vicino alla vetrata accanto a noi.
<<Io sono più che sicura che ti detesterò, dato che lo sto già iniziando a fare in questo preciso istante. Ah, e comunque, mi chiamo Angel, geniaccio.>>
Angel gli scocca un'occhiata assassina e inizio a sentirmi male io per mio cugino. Conosco bene quello sguardo, e se fossi in Javier sarei già scappato a gambe levate.
<<Ho l'impressione che saranno due lunghe settimane.>> afferma Juan, sghignazzando, mentre Angel fulmina per l'ennesima volta Javier con la coda dell'occhio.
In quel momento, dagli altoparlanti annunciano il nostro volo.
<<Andiamo, avanti!>> soffio, prendendo i miei bagagli, così come Angel accanto a me e raggiungiamo gli altri.
Mia cugina Rafi inizia a gridare come un gabbiano non appena ci vede.
Vedo Angel accanto a me portarsi due dita alle tempie, e spalancare gli occhi.
<<Mi getterò dall'aereo, già lo so.>> la sento mormorare, e le do una leggera gomitata.
Temo che si sia già pentita di aver accettato il mio invito.
<<Oh Angel, finalmente, ci sei anche tu!>> esclama Rafi, gettandole le braccia al collo.
Angel resta immobile, sbalordita, i grandi occhi spalancati, le braccia dritte lunghe il corpo. Sto cercando di trattenere le risate, ma si sta facendo sempre più dura.
<<Purtroppo.>> dice, in italiano, in modo che mia cugina non capisca.
Io, che l'ho capita invece, la guardo male, e Angel si limita a fare un gesto di disappunto.
<<Vedrai, ci divertiremo da morire, insieme!>> riprende Rafi, e Angel accenna una risatina.
<<Davvero? Devo prenderti alla lettera? Perchè vedi, ho una lista di cose da fare prima di morire.>>
<<Oh, sei adorabile, Angel!>> replica Rafi, scuotendo la testa.
<<Scommetto che non la penserai più così, quando torneremo dalle vacanze!>> ribatte Angel, usando lo stesso tono sovreccitato di mia cugina.
In quel momento Alex ci raggiunge, in pieno affanno.
Penso che abbia fatto una bella corsa per raggiungerci.
<<Alex, finalmente, ci hai messo una vita in quel bagno!>>
Angel mi tira una manata sul petto.
<<E smettila, non può neanche fare pipì in santa pace!>> mi rimprovera, mentre Alex arrossisce di botto, nel sentirci parlare dei suoi bisogni fisiologici.
<<Scusate se ci ho messo un po'. Speravate di liberarvi di me, eh?>> il suo tono è ironico, ma il suo sguardo puntato su di me non lo sembra affatto.
Sbircio il biglietto di Angel, e noto che siamo seduti vicini.
<<Cosa guardi, campione?>> mi domanda, inarcando un sopracciglio.
<<Siamo seduti vicini.>> dico, mostrandole il mio biglietto. Angel sorride.
<<Lo so, ti hanno fatto un favore, sanno che non puoi vivere senza di me.>> sussurra Angel al mio orecchio, provocandomi un brivido lungo la schiena.
<<Vero.>> rispondo, voltandomi a guardarla, e lei sorride, dandomi una leggera spallata.
<<Mojacar, stiamo arrivando!>> urla Rafi, mentre Angel accanto a me sospira, abbattuta.
Dopo poco più di un'ora di volo, arriviamo sulle coste andaluse.
È la prima volta che Angel viene da queste parti, e ha ammirato ogni più piccola cosa nel tragitto che ci portava alla nostra villa, come se fosse una bambina che vedeva il mare, il sole, o la costa per la prima volta.
<<Wow, è una vera meraviglia!>> soffia, non appena scendiamo dalla macchina, ammirando il mare che si staglia davanti a noi.
<<Sapevo che ti sarebbe piaciuto.>> rispondo, mentre tiro fuori i nostri bagagli.
Angel cerca di trattenere un sorriso, ma io lo noto e non posso fare a meno di sghignazzare. In quel momento, Alex ci raggiunge.
<<Allora, Angel? Bello, vero?>> le domanda, riferendosi alla bellezza del paesaggio.
Ci troviamo a Mojacar, una splendida cittadina andalusa arroccata lungo la costa.
Sotto di noi si snodano viuzze, che separano hotel, ristoranti, locali e discoteche, fino a raggiungere il mare.
<<Sì, è bellissimo questo posto, almeno per quello non posso lamentarmi.>> dice candidamente Angel, battendo le palpebre. Le lancio un'occhiataccia.
<<Vedrai che non ti lamenterai neanche del resto.>>
<<Ne dubito, ma non si sa mai.>> conclude, mentre entriamo nella villa che io e Alex abbiamo affittato.
È una villa in tipico stile andaluso, con tutti i comfort, elegante e di classe, proprio come piace ad Angel, disposta su due piani, poco distante dal mare.
<<Con questa vista, come farò a staccarmi dalla finestra?>> esordisce Angel, non appena entra nella sua stanza.
Il mare si staglia in tutta la sua bellezza davanti a lei, e si intravede anche parte della costa in lontananza.
<<Al limite ti ci staccheremo noi!>> esclama Alex, ridacchiando, mentre Angel lo guarda male. Lo vedo arrossire, e passarsi una mano tra i capelli.
<<Be', vado a disfare i bagagli.>> dico, schiarendomi la voce.
<<Vado anch'io.>> aggiunge mio fratello, e usciamo dalla stanza di Angel chiudendoci la porta alle spalle.
Entro nella camera accanto alla sua, mentre Alex in quella di fronte.
Sbuffo sonoramente, iniziando a disfare i bagagli.
Sento già un caldo pazzesco, per cui, spalanco la finestra, e un bel venticello fresco mi accarezza all'istante.
Sento della musica provenire da chissà dove, ma solo in quel momento mi accorgo che proviene dalla stanza accanto alla mia, ossia quella di Angel.
È una canzone rock old style, in questo momento non ricordo di chi.
Mi sporgo verso la sua stanza, e la intravedo, sistemare i suoi vestiti nell'armadio a passo di musica.
All'improvviso si volta verso la mia direzione, come se si fosse accorta del mio sguardo su di lei, e mi allontano velocemente, ma non abbastanza per impedirle di vedermi.
La sento ridere dall'interno della stanza, poi sento i suoi passi avvicinarsi, fino a quando non esce sul balcone.
<<Cosa fai Marquez, mi spii?>> mi domanda Angel con tono ironico, portandosi le mani ai fianchi e inarcando un sopracciglio. Mi porto una mano alla nuca, imbarazzato.
<<Ecco, veramente...non ti stavo spiando, mi ha attirato la tua musica, pensavo provenisse da chissà quale locale!>>
<<Magari, se esistesse un locale che mette a tutto volume la musica dei Doors, non uscirei più di lì!>> Ah già, ecco chi sono, i Doors.
<<Angel, senti, volevo dirti che...ecco, insomma, sono felice che tu sia qui. Davvero tanto. Ho sperato tanto che tu venissi, anche gli anni passati e finalmente, sei qui. Spero che tu ti diverta, cercherò di far sì che queste due settimane siano un sogno, per te.>> le dico, prendendole una mano, e guardandola negli occhi.
La vedo arrossire, mentre accenna un sorriso.
<<Sono qui perchè tu hai accettato le mie condizioni. Ossia che tu non indossassi quelle orrende infradito e quegli occhiali color vomito che ti ho visto indosso gli anni passati. Un altro dei punti che volevo proporti era quello di ripagarti la vacanza un po' alla volta, ma sapevo bene che non avresti mai accettato.>> accenno un sorriso compiaciuto.
<<Infatti. Perchè tu faticavi a capire che questo per me è un regalo per te. E un regalo non si deve ripagare.>> soffio, scostandole i capelli della frangetta dagli occhi,
<<Ma comunque, a causa del tuo odio per le mie infradito, sarò costretto ad andare in giro scalzo, lo sai?>>
Angel scoppia a ridere, scuotendo la testa.
<<Ho pensato una cosa: passino le infradito, ma non quegli occhiali scandalosi!>> dice, sporgendosi verso di me, con il sorriso dipinto sulle labbra. Faccio finta di sospirare affranto, alzando gli occhi al cielo.
<<Sappi che mi procuri un grande dolore.>> sussurro, portandomi una mano al petto. Angel scoppia a ridere, posandomi un dito sotto il mento.
<<Lo faccio per il tuo bene, piccolo.>> mormora, e il suo respiro mi accarezza le labbra.
Sento la testa girarmi per un istante, e la mia mente mi urla di staccarmi da lei, ma mi è praticamente impossibile. Alla fine, ci pensa lei ad allontanarsi.
<<Ma dimmi: il mio piano di dormire per le prossime due settimane ti sembra così cattivo?>>
<<Abbastanza.>> ammetto, incrociando le braccia al petto. Angel sbuffa, guardandomi male, ma la noto trattenere un sorriso.
<<Il solito antipatico.>> brontola, e io non riesco a trattenere una risata.
<<Senti, sono un po' stanca, vado un po' a riposare.>>
<<A più tardi, fatina!>>
Angel si volta per un istante a guardarmi, per poi scuotere la testa e mostrarmi il dito medio, mentre entra nella sua stanza.
Mi piacciono anche i suoi gestacci.
Questa cosa ha dell'incredibile.
Sì, sto perdendo la testa, e non so più cosa fare.
[Spazio Autrice]
Buonasera ragazze! Ho deciso di postare un nuovo capitolo dato che nei prossimi giorni sarete tutte impegnate a festeggiare, e volevo farvi un piccolo regalino anche io ❤
Dunque, secondo voi come andranno queste vacanze a Mojacar? Cosa pensate che succederà tra Marc e Angel? Oppure...tra Alex ed Angel?
Fatemi sapere che ne pensate, con un commento o un voto, intanto, vi faccio gli auguri di un buon Natale in anticipo ❤
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro