Hysteria
['Cause I want it now
I want it now
Give me your heart and your soul
I'm not breaking down
I'm breaking out
Lace change to lose control
And I want you now
I want you now
I feel my heart implode
And I'm breaking out]
[Angel]
Stamattina sono particolarmente affamata.
Nonostante abbia fatto colazione all'hospitality all'incirca un'ora fa, sono tornata al motorhome e ho recuperato un tubetto di biscotti, o meglio, i miei biscotti preferiti.
Per cui, ora, sto gironzolando per il paddock mangiando biscotti.
Per fortuna che qui sono tutti troppo impegnati per notarmi.
È una splendida giornata di sole, ormai l'estate è arrivata, nonostante manchino più di dieci giorni al solstizio d'estate.
Sento il ronzio delle Moto2 iniziare a riempire il circuito, e realizzo che non ho mai visto le moto da bordo pista.
Quanto deve essere bello vederle da quella distanza?
Mi fermo nel bel mezzo del paddock, con un biscotto a mezz'aria, mentre penso ciò, fino a quando qualcuno non me lo strappa di mano.
Mi volto di scatto, già pronta a dirne quattro a chiunque si sia permesso di fare una cosa del genere.
<<Ma lo sai che è buono? Grazie per avermelo offerto!>>
Joan mi rivolge un sorriso compiaciuto, mentre inarca un sopracciglio e si gusta il mio biscotto.
<<Nessuno, e sottolineo, nessuno, è autorizzato a sottrarmi un dolce. Neppure Marc.>> lo rimprovero, puntandogli contro il dito indice.
Lui si passa la punta della lingua sulle labbra.
<<Perché hai parlato proprio di Marc? Pensavo che usassi Alex come metro di giudizio.>> mi domanda, chinandosi di poco verso di me.
<<Beh...perchè Marc è il mio migliore amico. E l'amicizia per me è la cosa più importante.>> spiego, prendendo un nuovo biscotto.
Joan gli lancia uno sguardo, poi torna a posare gli occhioni da cucciolo bastonato su di me.
<<Non se ne parla. In più tu non dovresti mangiarne, lo faccio per il tuo bene!>>
<<Ma che carina!>>
<<Dove stavi andando?>> gli domando, cambiando discorso.
<<Alla curva quattro, voglio vedere le Moto2 da più vicino...>>
<<Ma allora capiti proprio a proposito! Ti regalo un biscotto, se mi porti con te!>> lui sorride e mi fa un cenno col capo.
<<Tienitelo pure il biscotto, l'importante è che vieni con me.>> afferma, suadente.
Infilo il tubo di biscotti nella borsa.
<<Cretino.>> mi limito a dire, non riuscendo a trattenere un sorriso, mentre salgo sul motorino dietro di lui.
Lo vedo sorridere con la coda dell'occhio, e gli circondo i fianchi con le braccia.
<<Tieniti forte, mi raccomando.>> mi dice, prima di partire.
<<Ergo, dovrei stringerti più forte, immagino...>> ribatto, mentre lui inizia a zigzagare tra le persone nel paddock.
<<Esatto.>> risponde, in un sorriso.
<<Piuttosto casco dal motorino.>> replico, e lui scoppia a ridere, proprio nel momento in cui prende una curva ad una velocità troppo alta per la sottoscritta.
Per lui sicuramente sarà stato come andare a passo d'uomo.
Istintivamente mi stringo più a lui e lo vedo inclinare il capo di lato.
<<Ma come, non hai appena detto che avresti preferito cadere dal motorino?>> mi schernisce, mentre arriviamo a bordo pista.
Scendo dal motorino e lo guardo male.
<<Antipatico.>>
<<Sì, me lo dicono sempre tutti.>> ribatte tirando su un angolo delle labbra, poi fa un cenno del capo per indicare qualcosa davanti a sé, <<il tuo ragazzo è appena passato.>> mi volto di scatto mentre mi appoggio contro il muretto.
<<È bellissimo da qui. E wow, pare solo a me che vadano ancora più veloce? Dagli spalti sembra che vadano più piano!>>
<<È perché sei più vicina, quindi percepisci meglio la loro velocità. Pensa vedere la MotoGP da qui.>>
Mi volto a guardarlo, e noto che mi ha affiancato.
<<Non mi ci far pensare.>> sussurro, scuotendo la testa, <<perché sei voluto venire qui?>>
Joan lancia uno sguardo intorno a sé.
<<Beh, c'è la possibilità che io vada in Moto2 il prossimo anno.>> dice, cercando a fatica di trattenere un sorriso.
<<Ma è fantastico! Beh, in questa prima parte della stagione sei andato alla grande.>> gli poso una mano sul braccio, e lui sorride.
<<Voglio fare ancora meglio, sempre meglio. A cominciare da questo weekend. Questo è una sorta di Gran premio di casa per me e vincere qui sarebbe speciale.>>
<<Vedrai che ce la farai.>> lo sento sorridere, per la milionesima volta.
<<Dato che sei una specie di portafortuna, mi fido. Ora però dovrò prima concentrarmi sulla conquista del titolo in Moto3. Poi...verrà tutto da sé, alla fine.>>
<<Già, ma ho fiducia in te. Questo mondiale può essere solo tuo.>>
Alex passa davanti a noi proprio in quel momento e un brivido mi scorre lungo la schiena.
<<Joan, mi scatti una foto?>> gli domando ad un tratto, tirando fuori il telefono dalla borsa.
<<Ma certo, scricciolo, tutto quello che vuoi!>> risponde, prendendo il mio telefono mentre io mi siedo sul muretto.
Mi scatta diverse foto, per poi mostrarmele.
<<Ma che belle, grazie Joan!>>
<<Non c'è di che. Possiamo farcene una insieme?>>
Sbuffo, scuotendo la testa.
<<Perché mai dovrei farmi una foto con te?>>
<<Perché sono carino. Molto carino. E simpatico. E gentile. E->>
<<Va bene, ho capito. Vieni più vicino.>>
<<Come desideri!>> poggia un braccio sul muretto dietro di me, e la testa contro la mia, e mentre mi appresto a scattare la foto, fa una smorfia.
<<Ma dai, guarda che faccia!>> mi lamento, sogghignando.
Possibile che in quel poco tempo che passo con lui, la principale cosa che faccio è ridere?
<<Ma no, siamo carinissimi, guarda!>>
<<Certo.>>
<<Me la puoi passare, per favore?>> mi chiede, tirando fuori il telefono dalla tasca dei pantaloncini.
<<Va bene...tramite bluetooth? Che dici?>>
<<Geniale! Ma non mi funziona. Potrei...darti il mio numero di telefono, o tu potresti darmi il tuo...>> accenna, con nonchalance.
Gli rivolgo un sorriso.
<<No.>>
<<Dai, Angel! È solo per passarmi la foto!>>
<<Certo, Joan.>>
<<Allora...instagram. Ci sei su instagram, vero?>>
<<Può darsi.>> mi limito a dire, scrollando le spalle.
<<E va bene. Ti troverò da solo. Basterà guardare i following di Alex.>> gli lancio uno sguardo di traverso, <<scommetto inoltre che hai il profilo privato. Ma se ti trovo, accetterai la mia richiesta di follow e mi passerai la foto. Che dici?>> mi porge la mano, come se stessimo facendo un patto.
<<E va bene.>> gliela stringo e lui sorride, mordendosi il labbro inferiore.
<<Cosa fai più tardi? Pranzi con me?>> mi domanda dopo diversi minuti di silenzio, mentre le moto continuano a sfrecciare davanti a noi.
<<Ma certo, vengo anche a vivere con te.>>
<<Onestamente, non avrei nulla in contrario.>> commenta, e io mi limito a dargli una spinta con la spalla, mentre scoppia a ridere.
<<Pranzo con i ragazzi se riesco, poi non so...stasera andiamo a cena fuori in un ristorante di Barcellona con gli amici di Marc e Alex, che ci raggiungeranno stasera. Avrebbero dovuto raggiungerci domani ma arriveranno stasera.>>
<<In quale ristorante? Anche io e il mio team usciamo, magari ci becchiamo nello stesso locale.>>
<<Certo, in fondo a Barcellona ci sono giusto due ristoranti in croce, no?>>
Lui sogghigna.
<<Mi piacerebbe uscire a cena con te.>> dice, più serio che mai.
<<Sono una rompiscatole. Esattamente come con i biscotti, uguale.>>
<<Hai carattere e dici sempre quello che pensi. Direi che non c'è niente di meglio.>>
<<Joan, guardati intorno. Ci sono decine di ragazze bellissime. Concentrati su di loro, non su una come me. Sono molto, molto più complicata di quel che sembro.>>
<<Ma se ti dicessi che a me piacciono le cose complicate?>> ribatte, inarcando un sopracciglio e chinando il viso verso il mio.
<<Ti direi che questa è molto complicata. E che onestamente non sono tutto questo granché, e sia tu che Alex avete seri problemi.>>
<<Forse ci piace andare più in profondità di altri, forse non ci piace basarci solo sull'avvenenza, anche se tu sei bellissima Angel, e nessuno può dire il contrario. Sei diversa, è vero, per questo non passi inosservata, e non solo per il tuo aspetto da scricciolo. Sprizzi tenerezza e fascino da tutti i pori, arrrenditi.>>
Sto per ribattere, quando lui riprende a parlare.
<<Comunque, immagino che questa sarà l'ultima occasione di passare un po' di tempo con te, ed è un peccato. Ma ci sarai ad Assen, vero?>>
Scuoto la testa e la delusione si dipinge sul suo viso pulito e dai tratti infantili.
<<Allora al Sachsenring. Non puoi mancare, quello è il territorio di Marc.>>
<<Non penso che ci sarò, Joan, e neppure a Brno, Silverstone, eccetera. Penso che la mia prossima gara sarà Misano.>>
Joan si porta una mano al petto, e arretra di un passo, finendo sul sellino del motorino.
<<Angel, ma non puoi farmi questo! Misano è fra tre mesi, non ci vedremo per tre mesi!>> esclama, guardandomi fisso negli occhi.
<<Eh lo so, ma vedrai, sopravviverai.>>
Lo vedo abbassare il capo, e passarsi la mano più volte sul retro del collo.
<<Ehi, che ti prende?>> gli domando, avvicinandomi a lui.
<<Nulla. Cioè...mi sento un cretino. Perché tu mi piaci davvero tanto, ma stai con un altro ed è giusto così, e ammetto che state benissimo insieme, però...ecco...mi sento stupido, perché ho appena realizzato che mi mancherai.>>
Il suo tono è serio, e mentre lo guardo, penso a quanto sembri più piccolo della sua età, con quel visino infantile e delicato.
Inclino la testa di lato e gli poso una mano sulla spalla.
<<Ehi, non sei stupido. Anzi, sei un ragazzo divertente, ironico, simpatico. E credimi, sai poco di me, ma è raro che io faccia dei complimenti ad un maschio, o che mi fidi a rivolgergli anche solo la parola, o che mi senta a mio agio in sua presenza. Mi fido solo di Alex e Marc, solo di loro, gli altri non li ho mai voluti considerare. Ma non puoi neanche immaginare quanto tempo sia servito prima che mi aprissi con entrambi. Sono una persona diffidente e sono sempre stata considerata un pezzo di ghiaccio. Ma sono qui, pronta a dire che mi mancherai anche tu. Ovviamente...nei limiti, Joan.>>
Joan mi scruta intensamente, poi sorride.
<<Mi vanno bene anche i limiti.>> dice, infilandosi le mani nelle tasche dei jeans, <<e mi piace guardarti negli occhi. Sono così grandi e profondi, pare quasi di poterci cascare dentro.>> sussurra, chinando il viso verso il mio.
Io faccio una smorfia e gli do una spinta leggera, e lo sento ridere.
<<Allora non guardarli, così non ci cadrai. Ora, andiamo? Ormai hanno finito di girare.>>
<<E va bene...questi saranno gli ultimi minuti che passeremo insieme.>> piagnucola, mentre io salgo sul motorino dietro di lui.
<<Dai, smettila di piagnucolare. Tra un po' ci saranno le vacanze, ti divertirai un sacco e non ti mancherò neanche un po'.>> gli dico, mentre gli circondo i fianchi con le braccia.
<<Vedrai invece, ti troverò su instagram e ti manderò un sacco di post sui gattini e sui cagnolini.>>
<<Alla mia gatta non piace questo elemento.>>
<<Hai un gatto?>>
<<Duchessa, una gatta bianca come la neve. Un regalo di Marc non appena sono arrivata a Cervera.>>
<<Comunque, posso sempre venire a trovarti da quelle parti. Ci sono stato verso dicembre, a Rufea. Peccato non averti conosciuta allora...>>
<<Perché dici così?>>
<<Beh, perché tu e Alex non stavate ancora insieme!>> gli lascio un pugno leggero sullo stomaco.
<<Cretino, ma la vuoi finire?>> lo sento ridere.
<<No!>>
<<Puoi lasciarmi davanti alla tua hospitality, faccio due passi a piedi, non ti preoccupare.>>
<<Sei sicura?>>
<<Certo, sei già abbastanza impegnato.>> si ferma davanti all'hospitality della Leopard Racing e scendo dal motorino.
<<Comunque, nel caso tu riuscissi a trovarmi su instagram, non ci provare neppure a mandarmi tremila post di qualunque cosa perché ti blocco.>> lo informo, puntandogli un dito contro.
<<Ma è impossibile bloccare uno come me!>> si difende, portandosi una mano al petto.
<<Sì, certo. Beh, ci si vede in giro, Joan. Mi raccomando, vinci domenica.>> sulle sue labbra si dipinge un largo sorriso.
<<Lo farò. Spero di vederti sotto il podio.>> si china su di me e mi posa un bacio lento sulla guancia.
<<Ieri me lo avevi dato tu. A presto, Angel.>>
Lo osservo, mentre entra nell'hospitality del suo team.
<<Che cos'era quello?>> mi volto di scatto, non appena sento la voce di Marc alle mie spalle.
<<Quello cosa, Marquez?>>
<<Ce li ho ancora gli occhi, sai? Ti ha baciata.>>
<<Era un semplice bacio sulla guancia. Dov'è il problema? Quando sono le tue fan a farlo va tutto bene?>> gli rispondo e gli volto le spalle, mentre inizio a incamminarmi verso l'area privata.
<<Non è la stessa cosa!>> ribatte, venendomi dietro.
<<È cosa c'è di diverso, spiegami. Pensi forse che salti addosso a Joan mentre sto con Alex? Mi conosci da sei anni, sai che non sono il tipo, non potrei mai farlo! Per me era un bacio dolce e senza malizia.>>
Ha del surreale questa discussione, perché continuo a dargli le spalle e a camminare, senza fermarmi, mentre lui mi viene dietro.
<<Forse per te è così, ma per lui no.>>
<<Sono io a stare con Alex, non Joan. Io non ho intenzione di far nulla alle spalle di Alex, ergo, il problema non sussiste. Se poi per Joan invece, c'è qualcosa di più, il problema non è sicuramente mio.>>
Marc mi si para davanti, bloccandomi.
I suoi occhi neri e penetranti paiono mandare lampi, la mandibola è contratta, le labbra piene serrate.
<<Il problema non è solo Joan. Sei sicura che lui non ti piaccia neanche un pochino?>> mi domanda, avvicinandosi a me.
<<Beh, è un ragazzo molto carino e simpatico, e anche molto dolce. Quindi sì, mi piace e sto bene in sua compagnia. Ma non mi piace in quel senso. Non sono innamorata di lui, se è questo ciò che vuoi sapere. Io sto con Alex, ed è con lui che voglio stare. E ora piantala, che cos'è questa, una specie di scenata di gelosia?>> sbotto, guardandolo dall'alto al basso.
Marc socchiude le labbra, deglutendo rumorosamente. Fa un passo indietro e abbassa il capo.
Scuoto la testa e riprendo a camminare, non prima di averlo preso per un polso.
<<Avanti, andiamo.>> mi limito a dire, portandolo con me. Lo sento muovere il polso nella mia stretta, fino a quando non è la sua mano a stringere la mia. Il fatto di dargli le spalle è un gran vantaggio per me.
La sua mano, così calda contro la mia fredda, mi provoca un brivido lungo la schiena e sento le ginocchia farsi deboli.
Marc stringe più forte la mia mano e mi pare di avere uno stormo di api assassine nello stomaco.
Meglio pensare alla cena di stasera.
Molto meglio.
~·~
<<Ci abbiamo messo tre ore ad accedere al circuito, vi rendete conto?>>
<<Potevano anche rimandarti a casa, Javier.>> replico, mentre assaggio la mia porzione di crema catalana.
<<Angel, adesso basta con tutto questo tuo amore nei miei confronti. Alex poi si ingelosisce!>> ribatte lui, seduto dall'altra parte del tavolo nel punto più lontano da me, per fortuna.
<<Lascia perdere Alex, fratello, non lo vedi come la guarda? Probabilmente è rimasto fermo alla mini luna di miele che hanno trascorso in Italia!>> si intromette Juan, ed io alzo lo sguardo verso Alex, seduto proprio di fronte a me.
Alex mi rivolge un largo sorriso, per poi portarsi una mano dietro la nuca.
<<Questa settimana è stata la più intensa della mia vita, finora. Come vorrei tornare a Roma...non ho neanche potuto assaggiare la carbonara...>> piagnucolo, scuotendo la testa e fissando la mia crema catalana.
<<Ma come, non era quella che stavi mangiando martedì sera?>> mi chiede Miguel, guardandomi con aria confusa.
<<No, quella era la gricia, il mio piatto preferito. Avrei voluto mangiare la carbonara a pranzo, ma Alex non ha fatto altro che ripetermi per tutta la mattinata che sarebbe stato troppo, che avrei rischiato l'infarto. Avrei dovuto andarci con Rafi a Roma, non con te!>> piagnucolo, guardando male Alex.
Rafi si volta a guardarmi, facendomi l'occhiolino.
<<La prossima volta solo io e te, baby!>>
<<Ma parliamo di quella canzone che cantavi nelle storie di Alex, ce la canti per favore?>> mi prega Anna, allungando le mani verso di me.
<<No ragazzi, vi prego!>>
Non voglio cantare per la millesima volta Roma, nun fa la stupida stasera.
<<Dai su, Angel!>>
<<Volete proprio che ci notino tutti, allora!>> ribatto, piccata, mentre lancio un'occhiata al locale pieno di gente.
<<Nessuno farà caso a noi!>> replica Javier, con un gesto noncurante della mano.
Sbuffo, poi inizio a cantare, cercando di mantenere il tono della voce basso.
<<Ehi, e quell'anello?>> mi domanda Rafi, non appena smetto di cantare, prendendomi la mano destra.
Rivolgo il mio sguardo ad Alex, che si porta il tovagliolo sul viso, come se volesse nascondersi.
<<È un regalo di Alex, me lo ha regalato lunedì mattina, a Firenze. L'ho visto su una bancarella e me ne sono innamorata.>> con la coda dell'occhio noto Marc accanto a me accasciarsi contro la spalliera della sedia e posare la testa contro il muro alle sue spalle.
<<Alex, sei più tirchio di Marc, con tutti i soldi che guadagni regali alla tua fidanzata un anello da due euro delle bancarelle?>> lo rimprovera Juan e io lo guardo male.
<<Ma cosa c'entra il prezzo, a me piace tantissimo, guardate com'è bello.>>
Non saprei descrivere il materiale con cui è fatto, ha le fattezze di una piccola fedina dal colore rossiccio, intrecciata come i rami di un albero.
<<Alex, confessa, gliel'hai regalata pensando di chiederle qualcosa in particolare?>> accenna Miguel, dandogli una gomitata.
Resto sbigottita per diversi istanti, poi non riesco a trattenere una risata.
<<Ragazzi, stiamo insieme da tre mesi, non vi pare di esagerare?>> affermo non appena smetto di ridere, la voce più alta di un'ottava.
Osservo Alex e lo vedo annuire, mentre mi prende una mano.
<<Comunque, Angel, la foto che hai pubblicato oggi su instagram è davvero bella, baciata letteralmente dal sole! Dove l'hai scattata?>> mi domanda Anna, prendendo un sorso di birra.
<<A bordo pista!>>
<<Eri con Marc?>> chiede Alex, incrociando le braccia sul tavolo.
Sento Marc al mio fianco schiarirsi la voce.
<<No, ero con Joan.>> rispondo, facendo spallucce.
<<Joan...Mir?>> Alex mi guarda con aria confusa.
<<Sì, l'ho beccato nel paddock e mi ha detto che stava andando a bordo pista, per cui gli ho chiesto se potevo andare con lui, volevo tanto vedere le moto da più vicino...>>
<<Quando sei andata?>> continua.
<<Durante le FP1 della Moto2. Ti ho visto passarmi davanti a quella velocità...da brividi.>> gli stringo la mano e lui sorride, inclinando la testa mentre continua a guardarmi.
<<Lo vedi? Guardali come sono perfetti insieme. L'oroscopo ha ragione!>> esclama Anna, colpendo Rafi su un braccio.
Quest'ultima si limita a scuotere la testa e a roteare gli occhi.
<<L'oroscopo?>> domando, confusa.
<<Anna, durante il viaggio verso il circuito, non ha fatto altro che leggere una rivista sull'oroscopo e ha ripetuto più volte il fatto che voi due stiate così bene insieme perché siete compatibili, entrambi segni di...di cosa?>> Rafi si volta verso Anna, che annuisce.
<<Di terra!>> continua lei, <<tu Alex sei un Toro, e tu Angel un Capricorno. Compatibili al cento percento!>>
<<Addirittura! Hai sentito, Alex caro?>>
<<L'unico che non c'entra nulla è Marc, Acquario, segno d'aria.>>
<<Che strano.>> commenta Marc, in un sospiro.
<<Anna, è tutto il giorno che non parli d'altro che d'astrologia, tutto bene?>> domanda Miguel, guardandola. Lei si limita a fargli una linguaccia.
<<Beh, alla fine comunque, loro due sono...simili. Il bello sta anche nel...completarsi, no?>> la voce di Marc arriva alle mie orecchie con una nota di incertezza.
Mi volto a guardarlo.
<<Una persona è già completa da sé. Non ha bisogno di nessun altro.>>
<<No, certo...ma è così che funziona una coppia, no? È una sorta di squadra. E dove non arrivi tu, arrivo io ad aiutarti. Ci si sostiene, ci si amalgama per creare qualcosa di unico. Sbaglio, forse?>> tutti lo guardano a bocca aperta.
<<Incredibile. Marc ha detto qualcosa di maturo in ambito sentimentale.>> nota Rafi e tutti scoppiano a ridere.
<<Ne sarà contenta Linda!>>
Marc sbuffa, appoggiando nuovamente la testa contro il muro.
<<A proposito, domani pomeriggio arriva Miss. Simpatia, vero?>>
<<Già!>> sibila Alex, facendo una smorfia di disappunto.
<<Pensa come si divertiranno lei ed Angel a condividere il motorhome, magari diventeranno amiche!>> Javier scoppia in una risata, mentre io gli faccio il verso.
<<È più facile che io faccia amicizia con un'anaconda.>> ribatto, in un sorriso.
<<Dai, diamoci un taglio se no Marc si offende.>> esclama Rafi, facendo un cenno col capo nella sua direzione.
<<Sei sicura che sia qui? Se non fosse stato per quelle due parole in croce che ha detto, non lo avrei neppure notato.>> replica Miguel e io mi volto verso Marc, per posargli una mano sulla spalla.
<<Che ti prende?>> gli domando, chinando il viso verso di lui.
<<Nulla, pensieri. Lo so, di solito sono l'anima della festa ma stasera non sono in vena, vi chiedo scusa.>>
Sento qualcosa all'interno della borsa vibrare. Deve essere sicuramente il telefono. Lo tiro fuori e noto che si tratta di una notifica di instagram.
Joan mi ha mandato una richiesta di follow.
Non riesco a trattenere un sorriso dietro la mia espressione di disappunto. In effetti non era così difficile trovarmi, bastava andare tra i seguiti di Alex o Marc e leggere il mio nome.
Accetto la sua richiesta e lo seguo a mia volta.
Dopo pochi secondi mi arriva un messaggio da parte sua.
Joan >> "Ti ho trovato, scricciolo, ho vinto, quindi sono pronto a ricevere la foto che ci siamo scattati oggi."
Angel >> "Odioso. Appena torno in circuito te la mando."
<<Tutto bene?>> ripongo il telefono nella borsa e rivolgo a Marc un sorriso.
<<Sì, certo.>> mi limito a rispondergli.
Dopo pochi minuti usciamo dal ristorante e ci incamminiamo verso le nostre auto.
Alzo il volto verso l'alto, verso i palazzi di Barcellona, e socchiudo gli occhi.
Marc mi affianca.
<<Attenta, rischi di andare a sbattere contro un palo della luce.>> sogghigna, e io apro gli occhi, posando una mano sulla sua.
<<Non se ci sei tu a portarmi.>> lo vedo sorridere, mentre mi guarda, ma poi noto i suoi occhi tremare sotto le ciglia e abbassa lo sguardo.
<<Non mi aspettavo che tu dicessi qualcosa di così...profondo. Lo pensi davvero? Pensi davvero che bisogna essere in pratica...opposti in un rapporto?>>
<<No, non opposti. Essere troppo diversi non porta a nulla di duraturo, secondo me. Però...anche essere troppo uguali non va bene. Stessi pregi, stessi difetti, come si fa a crescere e ad evolvere, come posso donarti qualcosa di mio, del mio modo di essere, se tu sei uguale a me in tutto e per tutto?>> mi fermo a guardarlo.
<<Incredibile, sono d'accordo con te. Anche se io preferisco relazionarmi con persone più simili a me possibile. Sai che non ho mai pensato alle relazioni sentimentali, quindi ora parlo in generale, anche in riferimento alla sfera dell'amicizia.>>
<<Beh, io non sono tanto simile a te.>> replica, toccando la sua spalla con la mia, <<io sono estroverso, vivo la vita sul filo del rasoio, istintivo, e passionale; tu sei chiusa, introversa, sei tutta testa e razionale e rimugini un milione di volte sulle cose prima di farle. Sai essere molto fredda, e sei tanto orgogliosa. Onestamente, io e te...ci completiamo.>> sento il suo sguardo su di me, mentre tengo gli occhi fissi sul marciapiede.
<<Però abbiamo anche delle cose in comune: siamo legati al nostro luogo d'origine, siamo riservati e non ci piace attirare troppo l'attenzione. Quando vuoi, mostri di avere ancora un po' di quella timidezza che avevi quando ti ho conosciuto ->>
<<- E tu hai dimostrato di avere anche il fuoco nelle vene, oltre al ghiaccio.>> conclude lui, fermandosi davanti a me.
Ci osserviamo per diversi istanti, mentre cerco di capire quale sia il senso di questo discorso che c'è appena stato tra di noi.
Mi schiarisco la voce e gli faccio un cenno col capo.
<<Sarà meglio andare, o faremo tardi.>> lui annuisce e riprende a camminare accanto a me, questa volta in silenzio.
~·~
La giornata di qualifiche si è appena conclusa, regalando ad Alex la prima posizione in griglia di partenza. Per Marc, invece, il weekend continua ad essere complicato.
Si è qualificato al quarto posto, dopo essere scivolato per ben quattro volte, due soltanto nelle qualifiche.
Onestamente, inizio ad avere un po' di ansia per la gara di domani. Pare quasi che debba cadere ogni volta che sale in moto.
Dopo essermi fatta una doccia veloce, indosso una maglietta lunga sul grigio, ormai letteralmente slavata, i pantaloncini neppure si notano sotto di essa.
<<Come siamo sexy, Angel!>> mi prende in giro Rafi, dal divano, mentre Anna scoppia a ridere.
Marc, in piedi davanti alla cucina, mi osserva, mentre un sorriso, che pare intenerito, si dipinge sulle sue labbra.
<<Non si bullizza una quindicenne.>> mi limito a dire, guardandole male.
In quel momento qualcuno bussa alla porta del motorhome, e Marc va ad aprire.
<<Cucciolo, finalmente! Mi sei mancato tantissimo, lo sai?>>
Linda gli si getta letteralmente addosso, mentre io osservo la scena con gli occhi sgranati, poggiata con una spalla contro lo stipite della porta della stanza di Alex.
Rafi e Anna sprofondano nel divano mentre io continuo ad osservarli, fino a quando non vedo Linda posare le sue labbra su quelle di Marc.
Sento il cuore iniziare a battere come un pazzo nel petto e le mani prudere per non so neanche io quale assurdo motivo.
Se distolgo lo sguardo dimostrerò semplicemente a me stessa, per l'ennesima volta, di essere ancora debole, di non avere ancora superato Marc.
Mi impongo di restare lì, con lo sguardo fisso su loro due, anche se fa male.
Fa malissimo.
Marc si stacca da lei, e accenna un sorriso.
<<Linda, conosci già mia cugina Rafi e la mia amica Anna, vero?>>
<<Sì, certo! Ciao ragazze, come state?>> squittisce Linda, passandosi le mani tra i lucidi capelli neri.
<<E poi...c'è Angel.>>
Cristo, come diavolo mi sono vestita.
Sembro una bambina di dieci anni a suo confronto e so che lo penserà, non appena i suoi occhi pieni di superficialità si poseranno su di me.
Si sentirà migliore di me perché lei sembra la splendida ragazza che è a mio confronto, mentre io rispetto a lei sembro sua figlia, nonostante lei abbia anche due anni meno di me.
<<Ma certo, la cara Angel! Ti trovo benissimo, posso dirtelo tesoro?>> trilla, rivolgendomi un falsissimo sorriso, ma l'ho vista, quell'occhiata dall'alto al basso che mi ha rivolto.
So di non piacerle, e la cosa è reciproca. Ma almeno io non fingo di voler fare l'amica.
<<Ciao Linda, benvenuta, e grazie. Com'è andato il viaggio?>> le domando, cercando di essere educata.
<<È andato molto bene, grazie. A proposito, cucciolo, i bagagli li porto in camera tua?>>
<<Certo Linda, non devi neppure chiederlo.>>
Sento le mani tremare mentre abbasso lo sguardo.
Lei ora può dormire con lui.
Può toccarlo, può baciarlo, può guardarlo negli occhi, affondare le dita tra i suoi capelli, avere la sua pelle calda contro la sua...
Scuoto la testa, mentre vedo Anna e Rafi farle il verso, non appena Marc si chiude la porta della sua stanza alle spalle.
Vado a sedermi sul divano, accanto a Rafi, che mi porta subito un braccio intorno alle spalle.
<<Friends e patatine?>> propone, non appena vediamo Linda entrare in bagno.
<<E una birra?>> aggiunge Anna, mentre accende il televisore.
<<Direi che è perfetto.>> concordo, e Anna si alza per recuperare birra e patatine.
Mi sento a terra, penso che neppure Friends riuscirà a tirarmi su di morale.
Tempo un episodio e Linda ci raggiunge, andandosi a sedere accanto ad Anna.
Ecco, adesso sto anche meglio.
<<Cosa state guardando?>> domanda, con fare annoiato.
Non le piace Friends, non potremmo essere amiche neanche se non ci fosse Marc di mezzo.
<<Friends, è una serie tv.>> si limita a dire Rafi.
<<Non l'ho mai vista, ma non sembra molto interessante.>> biascica, alzando le spalle.
Mi volto di scatto verso Rafi, e lei mi fa cenno di lasciar perdere. Con la coda dell'occhio noto Marc poggiare i pugni contro la spalliera del divano.
<<Pequeñita, direi che questa è un po' troppa per te.>>
Mi prende tra le mani la bottiglia di birra e ne beve un sorso, non prima di avermi fatto l'occhiolino.
<<Sei proprio uno stronzo quando fai così.>> gli dico, in italiano, e lui scoppia a ridere.
<<Sì, grazie, ti voglio bene anch'io.>> ribatte lui, usando la mia lingua.
So che Linda ci sta fulminando con gli occhi, sento il suo sguardo bruciare come il sole d'agosto sulla mia pelle.
<<Cucciolo>> la sento dire, mentre allunga una mano per prendere la sua, <<domani mi piacerebbe tanto farti da ombrellina.>> sbatte le palpebre, guardandolo fissa negli occhi, e lui sogghigna, grattandosi la nuca.
<<Linda, sarebbe bello, sì, ma sai quanto un pilota sia legato alle sue superstizioni. Per questo, sarà Angel a farmi da ombrellina.>>
<<Come, scusa!?>> mentre Linda salta in piedi come punta da una vespa, io mi volto a guardarlo, senza parole.
<<Io...cosa?>>
<<Mi hai fatto da ombrellina ad Aragon e ha portato più che fortuna. Sei qui, siamo in Spagna, quindi...devi farmi da ombrellina. Avrei dovuto chiedertelo prima, lo so, ma...me ne sono completamente dimenticato.>>
Vorrei dirgli di no, perché sarò già accanto ad Alex in griglia di partenza. Ma vedere Linda ribollire di rabbia non ha prezzo.
<<E va bene, come vuoi. Se Marc Márquez chiede, io eseguo.>>
Linda si lascia andare in un verso di rabbia e si dirige spedita verso la stanza di Marc, per poi sbattere la porta dietro le sue spalle.
Rafi e Anna cercano di trattenere le risate, mentre Marc osserva la porta della sua stanza esterrefatto.
In quel momento, Alex fa ritorno dal suo box, e apre la porta del motorhome.
<<Alex!>> esclama Rafi, per poi tapparsi la bocca per evitare che Linda la senta ridere.
<<Che succede?>> domanda lui, confuso, mentre Marc si limita a scrollare le spalle.
<<Linda è arrivata poco fa e ha chiesto a Marc se domani poteva fargli da ombrellina. Lui le ha detto invece che sarà Angel a fargli da onbrellina.>> spiega Anna, cercando di mantenere il tono di voce basso, mentre io mi riapproprio della mia birra strappandola dalle mani di Marc e bevendone un sorso.
<<Dunque, farai da ombrellina anche a Marc, domani?>> mi domanda Alex, inarcando un sopracciglio.
<<Non potevo rifiutare, tesoro. Farò da ombrellina ai due piloti del mio cuore.>> esclamo, abbracciandoli.
<<Ci sarà da divertirsi.>> commenta Marc, sollevando un angolo delle labbra e inarcando le sopracciglia.
Mi limito a lasciargli un pugno dietro la schiena.
O finiremo per strapparci i capelli, chi lo sa.
~·~
La mattina seguente mi sveglio più presto del solito, e faccio colazione alla svelta.
Linda è sparita, non ho idea di dove sia.
Mi faccio una doccia veloce e lavo i capelli ma poco prima di iniziare ad asciugarli, sento qualcuno bussare alla porta. Controllo chi è dalla finestra e apro la porta non appena vedo che si tratta di Rafi e Anna.
<<Angel, devi ancora asciugarti i capelli?>> esclama Anna, strappandomi il phon di mano e iniziando ad asciugarmeli.
<<Anna, ce la faccio benissimo da sola!>>
<<Invece no, dobbiamo darti una mano. Dovrai essere da mozzare il fiato!>> continua Rafi, dando corda ad Anna.
<<Così faremo esplodere Linda letteralmente.>>
<<In effetti di solito sono un mostro, quindi necessito del vostro aiuto per diventare presentabile, grazie ragazze!>>
<<Tu sei sempre deliziosa, smettila con queste cazzate!>> esclama Rafi, tirandomi uno schiaffetto sulla nuca, mentre Anna continua ad asciugarmi i capelli, <<ma hai visto benissimo come ti ha guardata ieri, come se fosse meglio di te, e lei non lo è, per cui, falla tornare dal buco dove è strisciata fuori.>> mi fissa negli occhi come a volermi infondere la sua sicurezza e annuisco.
Anna mi asciuga i capelli con movimenti particolari delle dita, rendendoli più mossi e più voluminosi. Poi Rafi mi trucca, un tocco di viola scuro, eyeliner e mascara, tanto mascara.
Anna mi porta gli indumenti che ha scelto da quei pochi vestiti che ho portato.
Un paio di pantaloncini color jeans e una camicia dalle maniche corte dello stesso colore.
Ai piedi le mie décolleté nere preferite. Dopo essermi legata il cinturino alle caviglie, mi scosto i capelli dal viso e le guardo.
<<Allora?>>
<<Sei fa-vo-lo-sa.>> esclamano all'unisono, guardandomi con orgoglio.
Arrossisco e faccio un passo indietro.
<<Esagerate. Che ora è?>>
<<Manca un quarto d'ora a mezzogiorno.>>
Sta per finire la gara della Moto3 e non ho idea di come stia andando Joan!
<<Andiamo, allora.>> esclamo, recuperando la borsa e il telefono.
Usciamo dall'area privata, mentre seguo al telefono l'andamento degli ultimi giri.
<<Perché segui la Moto3?>> mi domanda Anna, venendomi dietro.
<<Sarebbe meglio chiedere chi sta seguendo!>> la corregge Rafi, proprio mentre Joan taglia il traguardo davanti a tutti.
<<Devo andare sotto il podio!>> esclamo, iniziando a camminare verso la pitlane, <<perché avevo detto a Joan che avrebbe vinto, lui ha vinto, e nel caso sarei dovuta andare sotto il podio!>>
Spiego, mentre loro mi vengono dietro.
<<Allora andremo anche sotto il podio!>> esclama Rafi.
Raggiungo la pitlane poco prima che Joan salga sul podio. Sta ancora festeggiando con il suo team, e da lontano, gli rivolgo un saluto.
Lo vedo illuminarsi e salutarmi, ma non appena noto che i componenti del suo team sono sul punto di voltarsi nella mia direzione, gli do le spalle.
<<Vuoi gli occhiali da sole?>> mi chiede Rafi, tirandoli fuori dalla mia borsa.
<<Sì, grazie.>> raggiungo il podio, e lo vedo salire sul gradino più alto. Quando riceve il suo premio, si sporge dalla balaustra e indica i componenti del suo team, poi me, sorridendo ancora di più. Ascolto l'inno spagnolo, poi mi dirigo in fretta verso il box di Alex.
<<Noi andiamo in hospitality da Roser!>> mi informano le ragazze e mi limito ad annuire.
Quando arrivo al box, Alex è già lì, in attesa di poter entrare in pista.
Si volta a guardarmi con un sorriso e spalanca la bocca non appena mi vede.
<<Io...okay, wow, sei sicura di essere la mia ragazza?>> scoppio a ridere, e gli poso un bacio sulle labbra.
<<Regalami una vittoria.>> sussurro, fissandolo nei suoi occhi verde nocciola.
<<Ogni tuo desiderio è un ordine.>> soffia, per poi darmi un altro bacio.
Trascorrono diversi minuti, poi iniziamo a prepararci per andare in pista.
Recupero l'ombrello della Marc VDS e raggiungo la pista assieme a tutte le altre ombrelline.
Alex si piazza davanti a me in prima posizione, e si sfila prima i guanti, poi il casco. Inforca gli occhiali da sole, per poi rialzare il capo.
Il sole di Barcellona picchia forte su di noi, ma nessuno, nessuno pensa al caldo.
Sono troppo concentrati su altro.
<<Buona fortuna.>> gli sussurro, posandogli un bacio sul casco, per poi tornare al box.
Marc è già lì e quando gli passo davanti, con la coda dell'occhio lo vedo spalancare gli occhi, per poi fissarmi per diversi istanti.
Seguo la gara di Alex con apprensione, mentre Marc si sbraccia e gli dice cosa fare, esattamente quello che faccio io quando lui è in pista.
Alex va a vincere la gara e io e Marc ci abbracciamo all'istante. Lo sento stamparmi un bacio sul collo, e tremo tra le sue braccia.
Spero con tutto il cuore che non se ne sia accorto.
Mi allontano da lui e sento il suo sguardo su di me.
Raggiungiamo il parco chiuso e Alex è l'ultimo ad arrivare. Urla di felicità, mentre ci abbraccia.
<<Tu, sei il mio portafortuna!>> esclama, e mi posa un bacio all'angolo delle labbra.
Marc e i suoi genitori lo abbracciano, mentre io gli scompiglio i capelli. Rafi, Anna e gli altri, più indietro rispetto a noi lo salutano, mentre lui gli fa cenno che più tardi festeggeremo tutti insieme. Restiamo sotto il podio e stranamente Marc resta con noi.
Mentre Alex festeggia con lo champagne e con i suoi colleghi che hanno diviso il podio con lui, Marc si avvicina a me.
<<Vieni con me, Angel.>> annuisco, nonostante sia confusa, e mi limito a fare un cenno agli altri.
<<Perché devo venire con te?>> gli chiedo, mentre lui prosegue a passo spedito.
<<Voglio che tu stia con me mentre mi preparo.>>
<<Ma come, non dicevi che ogni pilota ha le sue superstizioni e non vanno infrante?>> gli domando, ironica.
<<Infatti non ti chiederò di passarmi guanti o quant'altro. Voglio solo che tu mi stia accanto.>> dice, senza guardarmi, mentre entriamo nel paddock, ancor più gremito di prima.
<<Dovrebbe esserci Linda accanto a te.>> gli faccio notare e lui si ferma per fissarmi negli occhi.
<<Ma io non voglio Linda. Voglio te.>>
Quella frase, detta a voce più bassa e con lo sguardo fisso nel mio, mi fa tremare il cuore.
So che intende solamente di volermi avere accanto a lui in quel determinato momento, ma non posso impedire al mio cuore di aumentare i battiti.
Lo seguo, ed entriamo in un container.
Si sfila il cappello, poi la maglietta, e io faccio un passo indietro.
<<Che stai facendo?>> gli domando, scioccamente. Lui sogghigna.
<<Beh...mi sto cambiando.>>
Si sfila le scarpe, i calzini, poi i pantaloni, restando in boxer.
Continuo a non capire perché mi voglia qui accanto a lui.
Cerco di guardarmi intorno pur di non posare lo sguardo su di lui che invece attira il mio sguardo come una falena è attirata dalla luce.
Marc indossa la sottotuta, poi inizia a fare stretching.
Sono incantata dalla sua dedizione, dal suo talento, dalla passione e dalla sua forza di volontà che brucia nei suoi occhi.
Indossa poi la tuta, e gli stivaletti, recupera i guanti, poi mi fa cenno di seguirlo. Usciamo dal container e raggiungiamo il suo box. Marc entra nel motorhome posto davanti al suo box, io invece raggiungo il suo team.
Resto nel retro, mentre sento l'ansia crescere in me. In quel momento vedo Linda entrare nel box. Si ferma in un angolo, in attesa di Marc, poi mi guarda, e vedo un lampo attraversare i suoi occhi.
Quando Marc entra, gli getta le braccia al collo.
<<Cucciolo, sono venuta ad augurarti buona fortuna!>> trilla, per poi posare le sue labbra su quelle di Marc.
<<Grazie, Linda.>> la ringrazia lui, abbassando lo sguardo, per poi sciogliere l'abbraccio e voltarsi verso di me.
<<Angel>> mi chiama, <<mi raccomando: ti voglio nel box durante la gara, seduta alla mia postazione.>> gli sorrido.
Marc ha intenzione di farmi uccidere da Linda?
<<Tranquillo Marc, tutto come ad Aragon, lo sapevo già.>> lui annuisce, e va a sedersi al suo posto.
Linda mi fulmina con lo sguardo per l'ennesima volta, poi esce dal box.
Attendo i minuti che mi separano dall'andare in pista con impazienza. Non vedo l'ora di stare nuovamente accanto a Marc, vederlo davanti a me in tutta la sua bellezza nei momenti che precedono la gara.
Quando mancano venti minuti all'inizio della gara, afferro l'ombrello dai colori della Honda, e mi dirigo in pista.
Marc si ferma davanti a me e osservo ogni suo movimento come fosse un privilegio.
L'odore dell'asfalto e dell'adrenalina mi riempiono i polmoni, il mio sguardo fisso su questo magico ragazzo che è pronto a scatenare la sua parte più irrazionale.
<<Angel, me lo dai un bacio?>> mi chiede, e quasi non mi accorgo di ciò che mi ha chiesto.
Sbatto le palpebre, confusa.
<<Perché?>>
<<Ad Alex lo dai sempre prima di una gara.>> dice, con naturalezza.
<<Ma Alex è il mio ragazzo!>> esclamo, con ovvietà, spalancando gli occhi, <<e comunque, l'unico bacio che gli do è quello sul casco.>>
<<Allora, a me puoi lasciarlo direttamente sulla guancia.>> sorride, sfacciatamente, offrendomi la guancia destra.
<<Se non la pianti, l'unica cosa che ti arriverà sulla guancia sarà uno schiaffo.>>
<<Ma è un desiderio del pilota!>>
<<Il desiderio deve restare nei limiti. E tu lo stai superando.>> ribatto, a denti stretti, guardandolo male, <<e ora piantala, o attireremo l'attenzione. La prossima volta chiedilo alla tua ragazza un bacio.>> non gli rivolgo più la parola, ma quando arriva il momento di lasciarlo solo, sento il desiderio di dirgli qualcosa.
Chiudo l'ombrello e gli lascio un bacio sul casco.
Questa volta ha vinto lui.
<<Buona fortuna.>> mormoro, e mi allontano.
Vado a sedermi alla sua postazione, in attesa dell'inizio della gara. Il primo colpo mi prende subito, allo scattare del semaforo verde.
Marc viene colpito da Petrucci lateralmente, ma riesce a tenere la moto, e per fortuna non succede il disastro. Mi porto una mano al petto, e riprendo a respirare.
Marc alla fine chiude la gara in seconda posizione, alle spalle di Dovizioso. Lo raggiungo al parco chiuso, e sto per abbracciarlo, quando Linda si fa spazio tra me e Santi e gli getta le braccia al collo, per poi baciarlo.
Resto lì, a guardarli, ed è come se la confusione intorno a me si dissolvesse in un istante.
A parole sono forte, ma il cuore invece, è debole.
Eccola, la sua ragazza è qui, lo sta baciando, come gli avevo detto un'ora fa, ma ogni volta che li vedo insieme, che vedo le labbra di lei su quelle di lui, una parte di me va in frantumi.
Marc abbraccia Alex, poi Roser e suo padre, infine me.
<<Bravo, Marquez.>> mi limito a dire, per poi sciogliere l'abbraccio.
Ascolto intensamente l'inno di Mameli in onore di Dovizioso, poi Anna, Rafi e gli altri, cercano di convincermi ad andare con loro, ma io ho solo bisogno di stare un po' da sola.
Mi allontano, e inizio a vagare per il paddock, fino a quando non incrocio Alex che mi porta con sé nel suo box, per festeggiare.
<<Stasera andiamo a cena tutti insieme, che dici?>> mi domanda ad un certo punto, il viso zuppo di champagne.
<<Non serve il mio parere, tesoro! Devi festeggiare questa vittoria, a casa tua! Ovviamente ci sarò. Verranno anche gli altri?>>
<<Sì, tranne Marc e Linda.>> fa una smorfia, <<vogliono stare un po' da soli. Festeggeremo insieme martedì sera, dato che domani avrà i test.>>
<<Chiaro. Allora, vado a cambiarmi.>>
<<Perché? Sei perfetta così.>> mormora al mio orecchio, abbracciandomi da dietro, per poi iniziare a posare una serie di morbidi baci sul mio collo.
Le sue labbra mi fanno il solletico, e sogghigno mentre affondo le dita tra i suoi capelli.
<<Calma i bollenti spiriti, Alexito.>> soffio, voltandomi verso di lui, che intreccia subito le dita con le mie.
<<Ma il weekend è finito, ho vinto la gara...ora posso anche dedicarmi ad altri pensieri.>> continua, suadente.
<<Ci penseremo stasera...>> sogghigno, alzandomi sulle punte per raggiungerlo, nonostante io indossi i tacchi.
<<Non vedo l'ora.>> sussurra, per poi baciarmi.
<<Vi dobbiamo lasciare soli?>> esclama Guille, per poi scoppiare in una risata.
<<Non serve!>> replico, staccandomi da Alex, non prima di avergli lasciato un colpo sulla spalla.
Esco dal suo box e mi precipito al motorhome per darmi una rinfrescata e cambiarmi.
Nel tragitto però incrocio Migno, che mi manda un bacio volante e Joan, che invece si ferma per abbracciarmi.
<<Visto? Hai vinto!>> esclamo, scuotendolo leggermente per le spalle.
<<E tu sei venuta sotto il podio.>>
<<Mantengo sempre le promesse.>>
<<Allora...ci si rivede a Misano?>> mi chiede, lanciandomi uno sguardo implorante.
<<Probabilmente. Ma magari ci vedremo anche prima, chi lo sa. Tu intanto continua a vincere. Vinci sempre.>> gli stampo un bacio sulla guancia, per poi allontanarmi e raggiungere il motorhome.
Dopo essermi sistemata un po' il trucco, mi cambio, indossando un vestito nero che lascia le spalle scoperte, dallo scollo a cuore, che termina a campana, lungo fino a poco sopra il ginocchio. Mi osservo allo specchio e decido di indossare anche un paio di collant neri velati. Un tocco di classe e di anni '90.
Mi sistemo i capelli, e penso che potrei indossare anche un paio di orecchini. Quelli che mi ha regalato Marc.
Osservo il mio riflesso e sento gli occhi pungermi per le lacrime, ma vengo distratta dalla porta del motorhome che si apre.
<<Tesoro, sei già pronta? Faccio in un istante!>> esclama Alex, entrando in bagno.
Mi accorgo solo in quel momento che il sole è ormai tramontato.
Ma dove diavolo è finito Marc?
In quel momento, come se lo avessi chiamato, Marc varca la soglia del motorhome e i suoi occhi si piantano subito su di me.
<<Ehi.>> mormora, mentre io mi passo una mano tra i capelli.
<<Ciao.>>
<<State uscendo?>>
<<Andiamo a festeggiare con il resto del team. Alex si sta facendo la doccia.>> lo vedo annuire.
<<Volevo venire con voi, ma ->>
<<Linda ha sbattuto i piedi per terra e ha preteso di restare sola con te. È normale, in fondo. Festeggerete martedì.>> lo interrompo, mentre Alex esce dal bagno.
Marc continua a fissarmi come se suo fratello non fosse entrato in sala. Poi si scuote e gli dà una pacca sulla spalla.
<<Bravo, fratellino! Vincere a casa propria non ha prezzo! Vedi di festeggiare per bene, mi raccomando!>>
<<Lo farò. Adesso che il weekend è finito posso divertirmi in tutti i sensi...>> soffia, prendendomi per i fianchi e attirandomi a lui.
Scoppio a ridere, mentre mi appoggio contro il suo petto ancora umido di doccia.
Con la coda dell'occhio noto la mascella di Marc contrarsi.
<<Giusto. Beh, divertitevi.>> ripete.
<<Divertiti anche tu con Miss. Simpatia.>> gli auguro, e Alex scoppia a ridere, per poi entrare in camera sua.
Recupero la borsetta e il cellulare e avverto Alex che lo aspetterò fuori.
Ho già una mano sulla maniglia della porta, quando sento la voce di Marc arrivare appena al mio orecchio.
<<Comunque, sei bellissima.>> fa una piccola pausa, <<è tutto il giorno che volevo dirtelo.>>
Mi volto a guardarlo, lì, fermo davanti alla porta del bagno.
<<Grazie.>> rispondo, accennando un piccolo sorriso. Vedo i suoi occhi farsi lucidi e non riesco più a resistere.
Esco dal motorhome, e faccio due passi in attesa di Alex.
La maggior parte dei motorhome sono già partiti, dato che domani l'unica a restare per i test sarà la MotoGP.
Dopo diversi minuti, Alex mi raggiunge.
<<Ehi, corazón, andiamo?>> annuisco e dopo mezz'ora, siamo in un locale di Barcellona, in una sala privata tutta per noi.
Per fortuna ci sono anche Rafi, Anna e gli altri, altrimenti mi sarei sentita un po' a disagio. Non conosco molto bene il team di Alex, non tenendo conto di Guille, ovviamente.
Ceniamo, ascolto i discorsi e gli aneddoti dei vari componenti del team, e soprattutto, mi gusto l'eccellente vino che ha scelto Alex.
Per quanto cerchi di non pensarci, Marc è sempre lì, in un angolo della mia mente.
Vorrei che qualcuno mi aprisse la testa e lo tirasse fuori, perché non ce la faccio più, non ce la faccio più ad averlo lì, sempre.
Ora è con lei.
Loro due, soli.
Posso ripetermi fino allo sfinimento che non mi importa, posso fingere quanto mi pare, ma alla fine mi importa, mi importa sempre.
E sento nuovamente le lacrime pungermi gli angoli degli occhi, perché vorrei essere io.
Vorrei essere al suo posto, vorrei essere lei e baciarlo, baciarlo, baciarlo, fino a che mi è impossibile capire dove inizio io e dove inizia lui.
Ma lui vuole lei.
E io non sono lei e non potrò mai esserlo.
<<Angel, non ti sembra di stare esagerando?>> mi sussurra ad un certo punto Rafi, dandomi una leggera gomitata.
<<Uh?>> le rivolgo uno sguardo confuso.
<<Il vino. Ne stai bevendo troppo. E tu non reggi l'alcol.>> continua, facendo per togliermi il bicchiere di mano, ma io la blocco.
<<Non ti preoccupare, Rafi. Sto solo festeggiando la vittoria di Alex!>>
Alex.
Mi sento uno schifo, perché sto con lui, e sono qui per festeggiare la sua vittoria, invece continuo a pensare a quello stronzo di suo fratello.
Non è assolutamente possibile, c'è qualcosa che non va.
Che diavolo mi ha fatto, quale incantesimo, quale magia, quale stregoneria?
Perché non riesco a togliermelo dalla testa, per quanto ci provi?
Perché, perché, perché!?
<<Angel?>> scuoto la testa e mi volto verso Alex, <<balliamo?>> osservo la sua mano, e sorrido, afferrandola subito.
<<Certo, tesoro.>> mi alzo in piedi, <<avanti ragazzi, si balla!>> esclamo, facendo cenno ai nostri amici di raggiungerci.
Alex ride mentre mi stringe a sé, e io lo tiro subito giù verso di me per baciarlo.
<<Direi che questa è la canzone perfetta, per descrivere il nostro momento.>> sussurro, sulle sue labbra, mentre I feel it coming di The Weeknd e dei Daft Punk si sprigiona dagli amplificatori.
Sono così innamorata di questa canzone.
<<I feel it coming.>> continuo, e lui inarca un sopracciglio, mordendosi il labbro inferiore.
<<Ah sì?>> mormora e mi limito ad annuire, per poi riprendere a ballare.
Se non vado avanti con Alex, Marc resterà sempre lì.
Devo spingermi più in là, fare qualunque cosa per dimenticarlo.
Alex mi stringe più forte a sé, e inizia a posare una serie di baci sulla mia mandibola, talmente soffici e delicati che mi sento toccare nel profondo.
Le labbra di Marc, su di me.
Non è Marc, è Alex, non Marc, Alex!
Mi sembra di essere sul punto di impazzire.
Apro gli occhi e li fisso in quelli verdi di Alex, talmente cupi in questo momento da sembrare quasi neri come la notte.
<<Che dici, ce ne andiamo?>> mi sussurra, all'orecchio.
<<Ma non possiamo andarcene via senza gli altri!>>
<<Tranquilla, vado a pagare e gli dico che sono stanco.>>
<<E loro ci crederanno sicuramente.>> sogghigno, e lui si limita a farmi l'occhiolino.
Si allontana, mentre io vado a recuperare la borsetta.
<<Ve ne andate?>> mi domanda Anna.
<<Sì, Alex è un po' stanco.>>
<<Stanchissimo, davvero...>> commenta Rafi, inarcando un sopracciglio e facendomi intendere che non ci crede.
Io getto indietro la testa e scoppio a ridere.
<<È ora di fare il grande passo!>> esclamo, guardandola dritta negli occhi.
Lei spalanca gli occhi mentre Anna, accanto a lei, spalanca la bocca.
<<Vi sposate!?>>
<<Oh Anna, ti prego! Ma quale matrimonio!>> piagnucola Rafi, scuotendo la testa.
Alex ritorna in sala e mi prende per mano.
<<Ragazzi, noi andiamo. Sono un po' stanco e la giornata è stata lunga. Voi continuate pure a divertirvi quanto volete, io ho già pagato il conto!>> Alex saluta tutti, poi quasi non corre mentre usciamo dal locale.
Saliamo in macchina e non riesco a trattenere le risate. Forse Rafi aveva ragione sul fatto del vino.
Barcellona è di una bellezza mozzafiato, e di sera, lo è ancora di più.
Raggiungiamo il circuito in meno di mezz'ora ma ad un tratto, mentre ci apprestiamo a raggiungere il motorhome, mi blocco.
<<Non ci sarà Marc, vero?>>
Alex scuote la testa sogghignando.
<<È a cena con Linda, ricordi?>>
Già.
È a cena con Linda.
Questa volta non ci potrà fermare, finalmente.
Alex inizia a baciarmi già sulle scale e mi viene da ridere. Apre la porta del motorhome, e l'oscurità e il silenzio ci avvolgono.
Non posso fare a meno di esultare dentro di me, mentre Alex mi prende per i fianchi e riprende a baciarmi.
Lo tiro per i capelli e lo sento respirare forte contro di me. Poggio una mano contro il suo petto e sento il suo cuore battere come un pazzo, proprio come il mio.
<<Angel, ti amo.>> mi dice, posando dei morbidi baci sulle mie orecchie.
Sento il cuore accartocciarsi nel mio petto perché lui è splendido, mi ama, e io non sono neppure riuscita a dirglielo.
<<Non serve che tu me lo dica, io posso aspettarti, anche per tutta la vita.>> mormora, puntando gli occhi nei miei, mentre posa una mano sulla mia guancia.
<<Sei sicura di essere pronta? Lo vuoi davvero?>> mi chiede, posando la fronte contro la mia.
Annuisco, senza ripensamenti.
<<Sì, sì, lo voglio, Alex, lo voglio.>> ripeto, per poi baciarlo.
Se permetto alla mia testa di pensare, allora non riuscirò mai a fare un passo in avanti.
Ci spostiamo dal muro e finiamo sul divano. Gli sfilo la camicia, mentre lui tira giù la cerniera dell'abito. Mi alzo in piedi e me lo tolgo, con un gesto delicato, per posarlo sul tavolino davanti al divano.
<<Joder...sei la creatura più paradisiaca che io abbia mai visto.>> sussurra, guardandomi come se non fossi vera.
Si mette a sedere e inizia a ricoprire il mio ventre di baci caldi e teneri allo stesso momento.
Socchiudo gli occhi, poi una lama di luce mi colpisce attraverso le palpebre.
Riapro gli occhi e resto di sale.
Sulla porta del motorhome si staglia la figura di Marc, alle sue spalle uno degli innumerevoli fari che illuminano il circuito.
La rabbia mi acceca, mi travolge come un'onda anomala.
<<No.>> sibilo, mentre Alex si alza in piedi, il viso stravolto.
Resto lì, in piedi di fronte a Marc, in reggiseno e collant.
<<Marc, che...diavolo ci fai qui?>> esplode Alex, <<Angel, rivestiti, per ->>
<<No Alex, no. Avanti, prendimi, lo facciamo qui davanti a lui.>> lo spingo sul divano, fissando Marc dritto negli occhi, e prima che Alex possa replicare, finisco sopra di lui e lo bacio.
Ma Alex si stacca.
<<Non possiamo farlo davanti a mio fratello!>> esclama, sconvolto.
<<Allora digli di levarsi dal cazzo!>> grido, afferrando il vestito, mentre Marc continua a non proferire parola.
<<Marc, cosa vuoi? Non eri a cena con Linda?>> gli domanda nuovamente Alex, cercando di mantenere la calma.
È la terza volta che ci interrompe.
La terza.
Io lo uccido.
<<Linda vuole andare alla Barceloneta, allora mi ha chiesto di venire a recuperare uno dei suoi elastici per legare i capelli, perché non vuole rovinarli. Mi dispiace, non volevo interrompervi...>> tanto lo so che sta dicendo una cazzata.
<<Vieni fuori.>> gli ordino, tirando su la cerniera del vestito.
<<Cosa?>>
<<Vieni fuori, ho detto! Devo parlarti. Alex, puoi scusarci un momento?>>
Non aspetto neppure una sua risposta, esco dal motorhome mentre Marc mi segue. Vado il più lontano possibile, per poi erompere in un verso di rabbia.
<<Io ti odio! Perché mi stai facendo questo? Eh? Cosa ti ho fatto di male? Perché non mi lasci vivere la mia vita, perché continui a metterti in mezzo?>> grido, iniziando a spintonarlo, anche se non ci riesco granché.
<<Angel, davvero, io ->>
<<Non mentire con me, non farlo! Tu stai facendo di tutto per impedire a me e ad Alex di stare insieme, ogni volta che ne hai la possibilità!
Dio, Marc, in questo momento ti riempirei di botte, tu non hai idea! Perché?
Perché tu puoi essere libero di fare quello che cazzo ti pare con la tua modella da quattro soldi e invece io non posso fare altrettanto con Alex? Io non vengo da voi inventando scuse del tipo: 'Ops! Credevo di aver dimenticato qui la mia copia di Ragione e Sentimento' o 'Scusate, non vi avevo visto!'
Io non ti sto impedendo di stare con lei, nonostante...non importa. Perché tu invece ti permetti di farlo? Chi cazzo ti credi di essere?>>
<<Io non penso che sia quello che tu voglia davvero.>> ribatte, serio, con tutta la calma del mondo, mentre io gli sto urlando contro.
Strabuzzo gli occhi.
<<Scusa? Scusa!? Tu pensi di sapere quello che voglio io? Allora hai toppato alla grande. Io vorrei che tu mi lasciassi in pace, che smettessi di tormentarmi, che uscissi dalla mia testa!>> grido, anche se mi rendo conto di ciò che ho detto.
Grido e piango dalla rabbia, perché lo odio, lo odio ogni secondo di più.
<<Io lo avrei fatto davvero davanti a te, sai? Sarebbe stato molto divertente.>> sibilo, inarcando un sopracciglio, <<sei un bambino Marc, un fottutissimo bambino di cinque anni, che ha paura ->>
<<Non ci arrivi proprio, vero Angel?>> grida all'improvviso, interrompendomi.
<<Io ti voglio tutta per me!>>
Sento il cuore mancarmi un battito.
Cosa ha detto?
Resto impietrita a guardarlo, il respiro affannoso. Marc mi fissa con gli occhi sgranati, ma cupi, infuocati, pieni di passione.
<<Cosa...devo aver capito male. Tu...cosa hai detto?>> farfuglio, confusa.
<<Ti voglio tutta per me.>> ripete, più serio che mai, guardandomi dritto negli occhi.
Non so che dire. Non so più che dire.
<<Io...non ce la faccio a vederti insieme ad Alex. Mi è insopportabile anche solo il pensiero. Non mi va giù, nonostante stia facendo di tutto per accettarlo, ma non ci riesco.>> ammette, e vedo i suoi occhi farsi lucidi.
<<Quindi è questo? È solo...gelosia, possesso, è questo che mi stai dicendo?>> faccio un passo indietro, guardandolo dall'alto al basso.
<<No, Angel, non è questo, è che...tu...con lui. È mio fratello!>>
<<E lo dovrai accettare!>> esclamo, furiosa, <<io posso accettare Linda e tu non puoi accettare Alex?>>
<<Linda non è tua sorella!>> esclama a gran voce lui, facendo un passo verso di me.
<<Non mi interessa, non mi interessa!>> grido, per poi scuotere la testa, sfinita.
<<Guarda. Guardaci. È a questo che portano i sentimenti di cui tanto parlate? Ora l'ho capito. Che la vera creatura libera è colei che non prova sentimenti.>> ammetto, singhiozzando, mentre le lacrime mi rigano il viso.
Restiamo a fissarci, per secondi che paiono interminabili, poi lo supero e ritorno sui miei passi.
[Spazio Autrice]
Finalmente ce l'ho fatta!!!
C'è voluta una settimana per scrivere questo capitolo, poi l'altro ieri ho avuto la geniale idea di modificarlo e ora sono sfinita.
Non ho mai scritto un capitolo di quasi 10.000 parole, aiuto 😩
Comunque, che ne dite di questo capitolo?
Una vera crisi di nervi il finale, vero? 😏
Comunque, vi chiedo scusa per l'attesa, ma spero vi sia piaciuto alla fine.
Cosa pensate succederà di qui in avanti?
Fatemelo sapere con un commento, se vi va.
Vi ringrazio infinitamente ❤
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