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Fearless

"Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore [...]
Braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Perché noi l'abbiamo braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato."
[Jacques Prévert]


[Angel]

<<Angel, ho capito bene? Hai appena detto che vuoi fare una sorpresa ad Alex?>> sbuffo, roteando gli occhi.

È quasi ora di chiusura, e io e mia zia stiamo attendendo che anche l'ultimo cliente si decida a tornare a casa sua.
Mancano pochi giorni alla fine di aprile, e le giornate hanno finalmente iniziato ad allungarsi; il freddo è ormai totalmente volato via per lasciare spazio ai dolci venticelli primaverili.
La primavera è la mia stagione preferita. Vedere la natura che si risveglia dopo il letargo dell'inverno è sempre una meraviglia.
È come un nuovo inizio.
Quello che ora siamo io e Alex.

Tra qualche ora il suo aereo, proveniente dall'America, dovrebbe atterrare. La sua gara sul circuito di Austin si era conclusa ai piedi del podio e so quanto sarebbe stato felice di festeggiare il suo compleanno bevendo dell'ottimo champagne. Era stato comunque un sollievo vederlo tagliare il traguardo in sella alla sua moto.
In Argentina era caduto, all'ultimo giro, un high side che mi aveva fatto spaventare molto.

Anche Marc era caduto in Argentina, e la cosa mi aveva lasciato alquanto perplessa.
Una scivolata, dopo soli quattro giri, non era da lui.
Era partito come un razzo, preso dalla voglia di prendere il largo ed era finito nella ghiaia.
Lo aveva detto lui stesso che si era distratto e aveva commesso un piccolo errore; ma a che accidenti stava pensando?

Sapevo che ci era rimasto male per il fatto che non gli avevo fatto i miei soliti auguri prima della gara, come era già successo per quella prima in Qatar e come è successo per l'ultima di ieri, quella di Austin, dove ha stravinto come al solito.

Ma non mi viene naturale scrivergli e fargli anche dei semplici auguri. Non ci rivolgiamo più la parola se non per discutere, come potrei, così, di punto in bianco, fargli gli auguri?

<<Rafi, sei diventata sorda per caso? Cosa c'è di strano nel voler fare una sorpresa al...proprio ragazzo?>>

<<Mi fa ancora troppo strano sentirti chiamare Alex in quel modo.>> ribatte lei, portandosi due dita alle tempie. Sbuffo nuovamente.

<<Io vorrei sapere perché tutti, e sottolineo tutti, troviate strano il fatto che io e Alex stiamo insieme. Persino mia madre e mia zia.>>

<<Chissà come mai, vero Angel?>> mi lancia un'occhiataccia che io ricambio subito.

<<No, Rafi. Non è possibile che siate tutti fissati con Marc. Uno come lui non è assolutamente il tipo giusto per una come me, sempre se esista il tipo giusto per una come me. Ho troppo rispetto per me stessa per stare con qualcuno che appena gira l'angolo pensa a divertirsi con la prima che passa. Non posso tollerarlo, in più...dio, solo il pensiero mi fa impazzire.>>

<<Posso dirlo? Siete due idioti, cazzo, due idioti!>> la guardo, sbigottita.

<<Come, prego?>>

<<Punto primo: Angel, tu sai vero che anche Alex è un pilota?
Punto secondo: tu non hai mai avuto a che fare con il Marc innamorato.>> inarco un sopracciglio.

<<Cosa c'entra ora il "Marc innamorato"? Tra l'altro, non si è mai innamorato in vita sua, non sa neppure che significa, parla semplicemente per dare aria alla bocca. Anche se forse questa è la volta buona?>> soffio, acida, mentre Rafi scuote la testa.

<<Sì, in effetti si vede proprio che è innamorato di Linda. Io vorrei solo che voi vi guardaste negli occhi e ragionaste. Anzi no, mi correggo: che non ragionaste affatto perché l'unica cosa buona che avete fatto insieme è accaduta perché non avete pensato, e tutto questo casino lo avete combinato perché avete ragionato anche troppo. Ma Angel, avanti: tu sei innamorata di Alex?>>

Mi volto a guardarla, perplessa.

<<Perché...perchè mi fai questa domanda?>>

<<È una domanda lecita, se stai con qualcuno.>>

<<Ecco...io e Alex non abbiamo ancora parlato d'amore. O meglio, io non ne ho parlato. Gli ho detto che volevo provarci ma che avevo bisogno di tempo. Ma sarà facile. Sarà facile amare uno come lui.>>

Rafi mi lancia un'occhiata poco convinta, poi mi prende una mano.

<<Quindi...non avete...>>

<<Cosa?>>

<<...non avete ancora fatto...capito?>> e lancia uno sguardo a mia zia alle mie spalle.

<<Guarda che non ti sente da laggiù, puoi pure parlare liberamente.>> sussurro, inarcando le sopracciglia.

<<Oh, avanti Angel! Non siete ancora andati a letto insieme?>>

<<Oh.>> sento le mie guance prendere fuoco.

Io e Alex...insieme. Perché non ci avevo ancora pensato?

<<No. Però, ecco...a me serve tempo. Si tratta pur sempre della mia prima volta, no?>> ripeto, imperterrita nel voler cancellare quello che è successo tra me e Marc.

Rafi mi guarda come se mi fossero spuntate tre teste.

<<No, Angel. Sai, forse qualcuno deve ricordarti che la tua prima volta è stata con Marc.>> sbatto un pugno sul tavolo.

<<Odiosa.>> commento, guardandola male.

<<Angel...sii sincera: pensi di riuscire a stare con Alex?>> la guardo, perplessa.

<<In che senso?>>

<<Che io ti ho capito. Tu per stare con qualcuno, per fare l'amore con qualcuno, devi essere innamorata. Vorresti forse negarlo?>> la guardo con gli occhi spalancati.

È esattamente così. Non riesco ad immaginare di toccare o di farmi toccare da qualcuno che non amo. Non potrei mai farlo.
Ma Alex è diverso, con Alex è tutto diverso. Gli voglio bene, provo un grande affetto per lui.

Rafi mi guarda in attesa di una risposta.
Ma se confermo che ha ragione in pratica ammetterò che io...

No.

<<Questa è una domanda trabocchetto. Mi avvalgo della facoltà di non rispondere.>> mi alzo, non appena vedo che finalmente, l'ultimo cliente ha deciso di andarsene.

Raggiungo mia zia che afferra la scopa per iniziare a pulire.

<<Perché sai che ho ragione.>> sibila, mentre io inizio a pulire il bancone.

<<Comunque, domani vedrò di fare la mia sorpresa ad Alex.>> cambio totalmente discorso, rivolgendole un sorrisetto compiaciuto.

<<E in che cosa consisterebbe?>> domanda lei, con fare annoiato.

<<Beh, niente di particolare. Indosserò quel vestito che ho comprato l'altro ieri quando siamo andate a Barcellona per San Jordi, dato che probabilmente vorrà festeggiare entrambi, sia San Jordi sia il suo compleanno e magari...magari sarà la volta buona per provare a lasciarmi andare con lui.>> ammetto, senza guardarla.

Sento il suo sguardo su di me, poi la sento prendermi una mano.

<<Angel, pensaci. Alex è mio cugino, ma...tu sei un'amica. Voglio solo che entrambi siate felici. O meglio, voglio che tutti e tre siate felici, tu, Alex e Marc. Per favore, non fare niente di avventato, di istintivo, solo per dimostrare, soprattutto a te stessa, che ciò che ho detto prima non è vero. Pensaci.>> così dicendo mi lascia un bacio sulla guancia e se ne va.

Ha ragione.
So che ha ragione.
Ma sono così confusa, non so più che fare.
Non so più cosa sia più giusto fare.

                            ~ · ~

Avrei già dovuto essere a casa Marquez, invece sono ancora qui, seduta in macchina, sotto casa loro.
Oggi non posso non presentarmi, non posso evitare di andare a salutarli pur di non vedere Marc.

Dobbiamo festeggiare il compleanno di Alex, e dobbiamo farlo tutti insieme.

Prendo un profondo respiro, afferro il regalo che ho comprato per lui e scendo dalla macchina.
Suono al campanello e la voce di Roser, dal citofono, mi accoglie. Mi apre la porta, e salgo lentamente le scale.

Non faccio in tempo a mettere piede in salotto che Alex mi corre incontro, prendendomi tra le braccia e facendo una giravolta su se stesso tenendomi forte.

<<Alex, sei già ubriaco per caso?>> gli chiedo, non appena mi poggia a terra.

<<No, sono semplicemente felice di vedere la mia bellissima ragazza!>> sussurra ed è sul punto di baciarmi, quando con la coda dell'occhio noto lo sguardo di Marc fisso su di noi, e i suoi genitori dietro di lui.

Poso una mano sulle labbra di Alex.

<<Non qui...ci sono i tuoi.>> mormoro, abbassando lo sguardo.

<<Ma loro sanno che stiamo insieme.>> risponde lui, perplesso.

<<Sì, ma mi imbarazza lo stesso. In più, vedi...stasera ho in mente una sorpresina per te.>> gli accarezzo il ciuffo sulla fronte, mentre un lampo brilla nei suoi occhi verde nocciola.
Inarca le sopracciglia.

<<Molto interessante...>>

<<Avete finito? Io avrei fame.>> si intromette Marc, che non ha staccato gli occhi da noi neppure per un istante.

<<Mi sa che è geloso.>> sussurra Alex sogghignando, per poi prendermi per mano e voltarsi verso di lui.

<<Come sei acido, fratello. Tutto bene?>>

Marc scuote la testa sbuffando, recupera il suo trolley e sale le scale.

<<Vai a parlargli, avanti.>> mi sussurra Alex, spingendomi verso le scale.

<<Scusa!? Perché dovrei andare? Perché non dovrebbe venire lui da me?>> ribatto, piccata.

<<Vorrei solo che vi parlaste, e l'occasione perfetta è fargli i complimenti per la gara di domenica. Avanti...mi rattrista vedervi così. Io che non posso parlare di lui con te, e viceversa, non posso parlare di te a lui. È una situazione assurda, lo sai vero?>>

<<Dobbiamo parlarne proprio ora, Alex caro?>> gli chiedo, cercando di restare calma, accarezzandogli il petto.

<<Se tu vai da lui non ne parlerò ulteriormente.>>

Stringo le labbra.
Non voglio parlargli, non voglio guardarlo.
Perché mi fa male guardarlo.

<<Va bene. Oggi festeggiamo il tuo compleanno, e ogni tuo desiderio è un ordine.>> lo vedo sorridere, mentre mi allontano da lui per raggiungere Marc.

La porta della loro stanza è socchiusa, e lo vedo mentre disfa la sua valigia.

Busso appena contro la porta e lui, senza guardare, mi dice di entrare.

<<Marc.>> lo chiamo, e lo vedo bloccarsi di scatto. Si volta dopo qualche istante, <<volevo solo farti i complimenti per la tua vittoria ad Austin. Sei stato...fantastico, come al solito.>> gli dico, senza guardarlo.

<<Grazie.>> si limita a dire, secco.

Alzo lo sguardo su di lui, mentre sento una fitta colpirmi al cuore.

Quanto vorrei correre ad abbracciarlo, inspirare il suo profumo intenso, affondare la testa nell'incavo del suo collo.
Invece restiamo così, distanti, con il gelo nel sangue.

Non riesco ad aggiungere nient'altro, gli volto le spalle e torno da Alex.
Vorrei potermene andare a casa, invece devo restare qui, per festeggiare con il resto della famiglia. Dovrò sopportare la vista di Marc per tutto il pomeriggio, anche quando andremo da Javier e Juan. Sarà un lungo pomeriggio.

                             ~·~

<<Angel, tutto bene?>> mi domanda Alex, oltre la porta della mia stanza.

<<Sì Alexito, esco subito!>>

Mi guardo per un'ultima volta allo specchio. Osservo il vestito blu scuro dallo scollo a cuore e legato intorno al collo, che ho acquistato l'altro giorno.
Segue le mie forme delicate facendole risaltare, per poi terminare a campana in modo leggero, sfiorandomi le cosce.
Mi ricorda moltissimo il vestito bianco indossato da Marilyn Monroe che l'ha resa un'icona.

Perché sento questo nodo allo stomaco?
Perché pare quasi che io abbia paura?
Voglio stare con Alex, lo voglio davvero.
Mi fa sentire coccolata, amata, apprezzata.
È il ragazzo perfetto.
Perché allora i miei piedi paiono non volersi staccare dal pavimento?

Sistemo una ciocca di capelli, che ho lasciato mossi, dietro l'orecchio.
Afferro la borsetta e mi avvio verso la porta.

Ho indossato un paio di tacchi alti all'incirca dodici centimetri, che accorceranno almeno un po' la differenza d'altezza tra di noi.

Afferro all'ultimo secondo una giacca. È primavera, ma la sera fa ancora un po' freschino.

Esco dalla mia stanza e lo raggiungo.

<<Eccomi, Alex. Scusami se ti ho fatto aspettare.>>

Alex resta a guardarmi a bocca aperta. I suoi occhi scorrono sul mio corpo lentamente e non riesco a trattenere un sorriso.

<<Stiamo davvero insieme?>> mi domanda, candido e puro come al suo solito.

Sento qualcosa smuoversi al centro del mio petto. È così squisitamente dolce. Accorcio la distanza che ci divideva, e gli lascio una carezza sul viso.

<<Sì, caro.>> sussurro, per poi sollevarmi ulteriormente sulle punte e posare le labbra sulle sue.

<<Mi hai lasciato il lucidalabbra sulla bocca, vero?>> lo sento sogghignare, mentre io corro a prendere un fazzoletto.

<<Tieni. Ora andiamo, dai.>>

Indosso la giacca e saliamo sulla sua auto.
Raggiungiamo quello che è il ristorante preferito di Alex.

<<Penso che sia il momento giusto per darti questo.>> mi dice, non appena ci fermiamo davanti al ristorante. Si sporge verso i sedili posteriori e afferra un pacchetto, <<l'ho comprato prima di andare in America. Non abbiamo potuto festeggiare il giorno di San Jordi insieme perché ero lontano, ma...possiamo festeggiarlo ora.>> gli lascio una carezza sulla guancia, prima di aprire il pacchetto.

Lo scarto, e noto che si tratta di un vecchio libro di favole illustrato con disegni dai colori sgargianti.
Accarezzo la copertina con le lacrime agli occhi.

<<So che ti piacciono i vecchi libri, e sai, due settimane fa sono dovuto andare a Barcellona per incontrare lo sponsor, e quando sono passato davanti ad una vecchia libreria ho pensato a te. Sono entrato e quando ho visto quel libro ho capito che era il regalo perfetto per te, non solo perché a San Jordi è tradizione regalare libri alle proprie innamorate, ma perché so che tu li ami e ->> lo interrompo, posando le labbra sulle sue.

Alex resta per qualche secondo immobile, poi mi circonda la vita con un braccio, attirandomi di più a sé. Affondo una mano tra i suoi capelli, mentre sento la sua lingua accarezzarmi il labbro inferiore. D'improvviso, il ricordo che l'unico che mi ha baciato in quel modo è stato Marc, attraversa il mio cervello come un lampo.

Mi stacco da lui, accennando un sorriso.

<<Abbiamo tempo, Alexito. Non avere fretta.>> tiro fuori un altro fazzoletto dalla borsetta e glielo porgo.

<<Avrei potuto anche non mettere il lucidalabbra dato che alla fine è finito tutto sulla tua bocca!>> esclamo, ironica, pulendogliela. Lo vedo arrossire, mentre abbassa lo sguardo.

Scendiamo dall'auto ed entriamo nel ristorante.

<<Comunque...è bellissimo il regalo che mi hai fatto, Alex. Sto iniziando a pensare che il mio regalo per il tuo compleanno sia insulso e banale...>>

<<Scherzi? Ma se l'ho indossata subito!>> esclama, mostrandomi la camicia che gli ho regalato e che gli mette più in mostra le spalle.
Rispetto a Marc, Alex è molto più alto e slanciato e dalle spalle più strette, e la camicia bianca che gli ho regalato pare allargargliele.

<<Comunque non ti preoccupare, il mio regalo di San Jordi arriverà più tardi...>> sussurro, prendendogli una mano.
Alex mi osserva mordendosi il labbro inferiore e stringendomi la mano.

<<Ho fatto sloggiare tutti di casa.>> dice, prendendo un boccone della sua fetta di carne.

<<Tutti?>> domando, prendendo un sorso di vino.

<<Tutti. I miei sono a cena con i miei zii, e Marc con amici.>> accenno un sorriso, terminando il mio piatto.

<<Allora dobbiamo sbrigarci. Non vorrei che i tuoi arrivassero nel mentre.>>

Alex inarca un sopracciglio.

<<Si può sapere cos'hai in mente?>>

<<Lo vedrai.>> trillo, sibillina, poggiandomi contro la sedia e prendendo un altro sorso di vino rosso.
Sento lo sguardo di Alex su di me e sento una strana sensazione alla bocca dello stomaco.

<<Dividiamo il dolce?>> mi domanda ad un tratto.
Mi limito a guardarlo inarcando un sopracciglio.

<<No, due dolci separati.>> si corregge, annuendo.

Usciamo dal ristorante tenendoci per mano, e non posso fare a meno di guardarlo.

<<Perché devi essere così alto? Devo prendere la scala ogni volta, se voglio darti un bacio.>> mi lamento, e lo sento sogghignare.

<<Possiamo rimediare così.>> lo sento dire, per poi avvolgermi i fianchi con un braccio e tirarmi su. Gli circondo il collo con le braccia, e poso le labbra sulle sue, piegate in un sorriso.

<<Prenderti in braccio equivale a prendere in mano una piuma. Sei la ragazza più leggera del mondo.>> commenta, tenendomi stretta.

<<Figo, eh?>> commento, con acida ironia, <<non è per niente una bella cosa.>> aggiungo, abbassando lo sguardo. Lui mi posa un bacio soffice sulle labbra.

<<Per me sei perfetta così come sei, corazón.>>

Lo guardo, piena di tenerezza.

È bello stare con Alex. Non pensavo potesse essere così, ma mi fa stare bene, scatena in me una dolcezza e una tenerezza che non pensavo di avere.

<<Ho voglia di cioccolato.>> affermo, non appena ci fermiamo davanti a casa sua. Alex mi guarda sbigottito.

<<Hai mangiato un dolce al cioccolato dieci minuti fa!>>

<<E con questo, Alexito? Dopo sei anni non hai ancora imparato a conoscermi?>> ribatto, mentre saliamo le scale.

<<Hai ragione.>> conferma lui, annuendo.

<<Avete uno stereo?>> domando, guardandomi intorno.

<<Sì, è lì.>> dice, indicandomi la credenza accanto al tavolo, <<perché?>>

<<Tu zitto e siediti.>> ordino, spostando una sedia, e spingendolo all'indietro, fino a che non si siede.

Mi chino poi verso lo stereo e lo collego al mio telefono.
Dopo qualche secondo le note di Roadhouse Blues dei Doors riempiono la sala.

Sul volto di Alex si dipinge un'espressione incredula quando inizio a ballare per lui.

So che è il momento giusto per fare questo ulteriore passo verso Alex, per superare un altro step nella nostra storia. Mi sento pronta a lasciarmi andare con lui, mi sento pronta a dimenticare una volta per tutte Marc, a cacciarlo via da quell'angolo della mia mente dove l'ho rilegato.

Devo dimenticare una volta per tutte il sorriso che si era dipinto sulle sue labbra mentre ballavo per lui, il modo in cui mi guardava.

Sono pronta a farlo.

Ma sono davvero pronta a lasciarmi andare con Alex?

Devo andare avanti.

Senza paura.

Senza paura.

Il modo in cui mi guarda Alex mi fa sciogliere il cuore.

Sciolgo il nodo che teneva legato il vestito al mio collo, e faccio un passo verso di lui, che mi guarda dall'alto a bocca aperta.
Mi chino su di lui e lo bacio. Nuovamente, sento la sua lingua sfiorarmi il labbro inferiore e questa volta non mi ritraggo.

Mi siedo su di lui, che affonda subito le dita tra i miei capelli.
Gli circondo il collo con le braccia e sento il vestito scivolarmi sui fianchi mentre le sue mani scendono subito sulla pelle nuda della mia schiena.
Sussulto appena, e nella mia mente appare il ricordo delle mani di Marc sulla mia pelle.

Ma questo non è Marc, non sono le sue mani, non sono le sue labbra, non è il suo profumo.

Il modo in cui Alex mi sta baciando è così diverso da quello di Marc.
Così delicato, timido, come se avesse paura. Marc invece era travolgente, come un fiume in piena.

Vattene dalla mia mente!

Urlo, nella mia testa.
Perché continua a tormentarmi?
Perché non lascia la mia mente?

Alex si stacca da me e mi prende il viso tra le mani, poggiando la fronte contro la mia.

<<Angel, voglio che tu ti senta pronta. Pensi di esserlo davvero? Io posso aspettare, posso aspettare tutto il tempo che vuoi, voglio solo che tu ti senta sicura e pronta.>> mormora, sulle mie labbra, mentre realizzo che ha il respiro corto e le guance spruzzate di rosso.

Passo le mani tra i suoi capelli, e sto per rispondere, quando la luce si accende all'improvviso e la musica si blocca.

Mi alzo di scatto da Alex, avendo la premura di prendere il vestito per evitare che scivoli ai miei piedi e mi volto, in pieno imbarazzo.

Imbarazzo che si trasforma in rabbia non appena noto chi è stato ad accendere la luce.

Lui.

Sul viso di Marc è dipinta un'espressione fintamente sopresa, gli occhi spalancati sono fissi su di me, ancora in piedi accanto ad Alex.

<<Ops. Non volevo interrompervi, vi chiedo scusa. Pensavo che qualcuno avesse lasciato la radio accesa, per questo sono salito...se avessi saputo che c'eravate voi due sarei tornato sui miei passi...>>

Il silenzio regna sovrano, fino a che Alex non prende la parola.

<<Hai ragione Marc, avremmo dovuto pensarci.>> concorda, schiarendosi la voce e alzandosi dalla sedia, rosso in viso.

<<No!>> esclamo, furiosa, dopo aver finito di allacciare il vestito dietro il collo.

Sento lo sguardo di entrambi su di me.

<<Gli avevi detto che saremmo venuti qui, glielo avevi detto, Alex!>> esclamo, furiosa, guardando Marc con odio.

Le sue labbra si piegano in un sottile e quasi impercettibile sorrisetto di soddisfazione.
Basta quel piccolo gesto a incendiarmi il sangue.

Mi dirigo verso di lui, le mani che prudono per la voglia di tirargli uno schiaffo.

<<L'hai fatto apposta.>> mormoro, a voce così bassa che Alex non può sentirmi.

Marc inarca un sopracciglio, tirando un angolo delle labbra.

<<Davvero? E come fai ad esserne così sicura, pequeñita?>> risponde, usando lo stesso tono e assottigliando gli occhi.

Non mi chiamava così dal mattino dopo la notte che avevamo passato insieme.

<<Avanti Angel, non importa!>> esclama Alex, prendendomi per una mano e attirandomi a sé, <<sarà per un'altra volta.>> sussurra al mio orecchio.

<<Non finisce qui.>> mimo a Marc, furiosa.

Lui mi guarda fisso negli occhi, per poi mostrarmi un largo sorriso.

Lo odio.

<<Andiamo, Alex? Non voglio più stare qui.>> affondo il viso nel suo petto, mentre lo sento stringermi a sé.

<<Va bene.>>

Superiamo Marc, mentre sento la rabbia annebbiarmi il cuore e la mente.

Perché diavolo si sta comportando in questo modo?
Perché si sta comportando come un bambino geloso?

Vorrei riempirlo di schiaffi, fargli male, perché ha rovinato il momento perfetto tra me e Alex.
Ero finalmente pronta a lasciarmi andare senza più remore, e ancora una volta, è arrivato lui a rovinare tutto.

<<Ehi, tesoro...avanti, fammi un sorriso. Avremo ancora tante occasioni per stare soli...>> sussurra Alex al mio orecchio, mentre si allaccia la cintura e non posso fare a meno di ridere.

<<Sei così prezioso, Alex.>> mormoro, per poi posare un bacio leggero sulle sue labbra.

Marc non ci riuscirà.
Non riuscirà a dividere me e Alex, non importa quanto ci proverà. Più continuerà a mettersi in mezzo, più mi farà legare a lui.

[Spazio Autrice]

Salve ragazze! Eccomi qui con un nuovo aggiornamento!
Ammettiamolo: Marc sta diventando sempre più odioso e insopportabile!
Non trovate alla fine che Alex ed Angel siano adorabili insieme? 😍
Comunque, volevo chiedervi un parere: vorreste leggere un capitolo dal punto di vista di Alex?
In attesa delle vostre risposte, vi informo che nel prossimo capitolo si torna in pista 🏁
Spero di postare domenica ma non garantisco niente!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, se vi va lasciate un commento o un voto, sapete che il vostro parere per me è importantissimo!
Un bacio, alla prossima 💋

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