Cuore di ghiaccio
[I've closed my heart in a cage a long time ago
where no one can find it
where no one can see it
where no one can break it]
[Angel]
Quando mi sono svegliata, questa mattina, mi sono ritrovata il musetto di Duchessa a pochi centimetri dal viso, pronta a leccarmi sulla guancia con la sua linguetta ruvida.
Allungo una mano verso le sue orecchie candide e lei come al solito scappa, un metodo infallibile per togliermela di torno.
Amo prendermela comoda al mattino.
In realtà amo prendermela comoda in generale, sono la pigrizia fatta persona, ma sinceramente, la fretta non fa per me, mi rende nervosa e ansiosa.
Per questo preferisco il turno pomeridiano al bar, così non devo correre e gettarmi giù dalle scale per arrivare al locale.
Quando esco dalla mia stanza, trovo mamma intenta ad innaffiare le piante.
<<Buongiorno tesoro.>> mi accoglie, per poi posarmi un bacio sulla guancia.
<<Buongiorno mamma.>> ricambio, stringendola in un abbraccio.
Poi mi verso del latte freddo nella mia tazza preferita, con disegnato un drago orientale rosso fuoco.
Ho sempre avuto la passione dei draghi sin da piccola, mi sono sempre nutrita di leggende orientali sui draghi, quelle dove sono visti come creature positive e non negative, come nella cultura occidentale.
Accendo la tv, sintonizzandola su un canale musicale, e mi gusto il mio muffin al cioccolato.
Dopo colazione, mia madre esce per fare delle spese, mentre io sistemo la mia camera, con Duchessa che mi segue passo dopo passo.
Sento il cellulare vibrare sul comodino mentre sistemo la libreria.
È un messaggio di Marc.
Marc >> "Buongiorno Angel, ti va di pranzare insieme?"
Angel >> "Okay, chico. Dove si va?"
Ieri sera, dopo aver concluso la nostra chiacchierata, non ho fatto altro che pensare a ciò che gli ho detto.
Sono stata una sciocca, una vera idiota, perchè mi sono lasciata andare.
Mi sono resa debole ai suoi occhi, gli ho aperto il mio cuore, mostrandomi addirittura sentimentale dicendogli ciò che penso di un bacio.
Proprio perchè reputo importante anche qualcosa considerato quasi in maniera banale dalla maggior parte delle persone, non mi fido di nessuno, e tendo ad allontanare chiunque osi avvicinarsi.
Anche se in realtà nessuno vuole avvicinarsi ad un iceberg come me, per fortuna.
E anche per questo, risulto acida e insensibile, perchè non credo alle parole, né ai gesti degli altri.
Ogni cosa che fanno è solo per ingannarti, per prenderti in giro.
In realtà, la maggior parte della gente al giorno d'oggi si fa prendere dalla passione del momento, scambia un'infatuazione per amore, quando è un qualcosa di totalmente diverso.
Non mi sono mai innamorata prima e so per certo che non accadrà mai, ma penso di sapere cosa sia l'amore.
Almeno, credo.
Sento il telefono vibrarmi tra le mani, e mi risveglio dai miei pensieri.
Marc >> "Che ne dici di un picnic? Scommetto che il tuo animo che sente il richiamo della natura sta già facendo i salti di gioia."
Sorrido, rendendomi conto di quanto Marc mi conosca bene.
Penso al mio bisogno di fuggire da tutto e da tutti, per rifugiarmi nella natura, per quasi tutta la giornata.
Boschi incontaminati, cascate e laghi cristallini, sentieri inesplorati che si perdono nelle profondità dell'ignoto. Solo a pensarci sento il mio cuore fare le capriole nel petto.
Angel >> "Odio il fatto che tu mi conosca così bene. Ovviamente, dico che è un'idea grandiosa."
Inizio subito a prepararmi.
Avevo in mente di fare un giro prima di pranzo, per cui dopo essermi lavata il viso per l'ennesima volta, mi vesto, indossando i miei skinny azzurro chiaro preferiti e un top nero smanicato dallo scollo a barchetta.
Salgo in macchina, collego il telefono all'auto e faccio partire la musica.
Mentre le note musicali di una delle mie canzoni preferite degli U2 "Still Haven't Found What I'm Lookin' For" invadono l'abitacolo, metto in moto, e parto.
<<Anch'io non ho ancora trovato ciò che sto cercando, Bono.>> dico, riferendomi ai versi che Bono Vox sta cantando.
Ma alla fine, io non ho neppure idea di ciò che sto cercando.
Abbasso il finestrino e mi dirigo fuori da Cervera, verso i campi coltivati.
È una bellissima giornata di metà giugno, e un venticello fresco soffia all'interno della mia auto.
Dopo diversi minuti mi fermo in un piccolo spiazzo all'ombra di una grande quercia, poco distante da un casale da cui sento provenire grida gioiose di bambini.
Spengo l'auto, prendo il telefono tra le mani e sposto di poco il sedile, in modo da potermi stendere un po' e posare le gambe sul cruscotto.
Alzo il volume della musica, mentre "Oh Love" dei Green Day inizia.
Questa canzone mi fa alzare la pressione a livelli inimmaginabili. Inizio a cantare a gran voce con Billy Joe Armstrong:
"Far away, far away
Waste away tonight
I'm wearing my heart on a noose
Far away, far away
Waste away tonight
Tonight my heart's on the loose"
<<Ma lo sai che non sei niente male come cantante?>> scatto sul sedile come se fossi stata punta da una vespa, con il cuore che mi balza in gola per lo spavento.
Per poco non sbatto la testa contro il tettuccio dell'auto.
Mi volto verso il finestrino aperto, e un Marc in tenuta da ciclista con casco e occhiali da sole, mi rivolge un ampio sorriso.
<<Ma sei impazzito?! Mi hai fatto venire un colpo!>> esclamo, a gran voce, fermando la canzone e tirandogli un pugno sul braccio.
<<Scusami Angel, non era mia intenzione.>> dice, tranquillamente.
<<Oh certo, per quello sei sbucato dal nulla, spaventandomi, perchè non era tua intenzione farlo.>> ribatto, aspra, sistemandomi meglio sul sedile. Vedo alle sue spalle Alex, avanzare lentamente.
<<Bella canzone.>> riprende Marc, cambiando discorso.
<<Già, e tu hai interrotto il mio momento di goduria.>> sibilo, fulminandolo con lo sguardo.
Marc scoppia a ridere, scuotendo appena la testa.
<<Accidenti, se aveva un simile potere su di te mi sarei limitato ad ascoltarti e ad osservarti. Potresti fare la cantante, sai?>> faccio una smorfia, mentre inarco un sopracciglio.
<<Questo non è un film, Marquez. Per arrivare a quei livelli ci vogliono culo e conoscenze, e io non ho nessuna delle due.>>
Marc sospira.
<<Sei sempre la solita, Angel. Comunque, che fai qui?>>
<<Niente. Stavo un po' in pace. Con il sole, la brezza fresca, la natura e la musica. Non ho bisogno di nient'altro.>>
<<Senti, noi stavamo tornando a casa per cambiarci, tu...ci aspetti qui?>>
<<Aspettarvi qui? No, torno con voi. O meglio, vi aspetto sotto casa vostra, così poi andiamo via tutti e tre insieme. A proposito, chi lo prepara il picnic? Tu?>> concludo, ridacchiando.
Lui mi lancia un'occhiataccia.
<<Pensavo che potevamo comprare dei sandwich da Pepe.>>
<<Ottima idea. Io e Alex ci siamo andati anche ieri sera.>> nel sentirsi nominato, lo vedo alzare la testa, alle spalle del fratello.
Stamattina Alex mi pare strano.
Vorrei sapere che cosa gli succede, ma non mi pare il momento adatto.
Guardo Marc, e con uno sguardo gli faccio capire ciò che vorrei chiedergli.
Lui si volta di poco verso Alex sospirando, per poi farmi un cenno della mano, come a dirmi "non preoccuparti"
<<Allora, ci vediamo sotto casa. Tra mezz'ora?>> dice, staccandosi dalla mia auto.
<<Sarò lì.>>
Marc e Alex si allontanano e io riprendo a godermi il mio momento di pace interiore, in silenzio questa volta. Ci sarà tempo per ascoltare la musica.
Mezz'ora dopo, sono sotto casa Marquez, in attesa dei due piloti.
Sbuffo, poi vedo Marc uscire di casa, seguito da Alex. Mi fa cenno di raggiungerli e obbedisco.
<<Pronti?>> esordisco, infilando le chiavi della mia macchina nella borsa.
<<Noi siamo sempre pronti!>> sorride Marc, per poi lanciare le chiavi dell'auto ad Alex, che va subito a sedersi al posto di guida.
<<Marc...si può sapere cos'ha Alex? Mi sembra così strano...ha qualche problema con me?>> gli domando, in un sussurro, prima di salire sull'auto.
Vedo Marc stringere le labbra, e i suoi occhi scuri fremere sotto le ciglia nere.
<<No, Angel, non ha nessun problema con te. Semplicemente...si è svegliato con il piede sbagliato. Capita.>> mi limito ad annuire, anche se non sono particolarmente convinta delle sue parole.
Compriamo da Pepe dei panini deliziosi, poi partiamo alla volta della campagna di Cervera.
Ammiro i campi che scorrono al di fuori dell'auto, poi Alex si ferma, all'improvviso, e noto che siamo in prossimità del pendio di una collina ricoperta d'erba verde brillante.
Marc tira fuori dal bagagliaio un tipico cestino da picnic, e mi fa cenno di seguirli. Obbedisco con un sorriso dipinto sulle labbra.
<<È meraviglioso qui!>> soffio, guardandomi intorno.
Il sole risplende alto nel cielo, illuminando i campi di grano che ci circondano. All'orizzonte, colline ancora più alte si perdono a vista d'occhio.
Ci sediamo all'ombra di un albero che troneggia solitario lungo la collina.
Stendiamo una grande tovaglia a quadri bianchi e rossi sull'erba, e dopo esservici seduti sopra, tiriamo fuori da bere e iniziamo a mangiare i nostri panini.
Chiudo gli occhi, mentre ogni fibra di me si gusta questo momento, questa pace.
Il sole che mi accarezza la pelle, la brezza leggera che soffia tra i miei capelli, gli uccellini che cinguettano.
Respiro a pieni polmoni, e un brivido mi scorre lungo la schiena.
Quando riapro gli occhi, incrocio subito lo sguardo dei ragazzi su di me, e sento le guance prendere colore, mentre abbasso gli occhi sulla tovaglia su cui siamo seduti.
<<Complimenti Marc, per la prima volta nella tua vita hai avuto un'ottima idea!>> esclamo, non appena termino il mio panino.
Marc mi guarda male, mentre Alex scoppia a ridere.
<<Sei sempre così simpatica, Angel.>> risponde, scuotendo la testa.
Riprendo a ridere, e mi stendo sull'erba ammirando il sole che filtra tra le fronde dell'albero sotto cui siamo seduti.
Con la coda dell'occhio vedo Marc tirare fuori il telefono dalla tasca dei jeans.
<<Alex, hai sentito? Amalia ha mollato quell'idiota del fidanzato!>> esclama Marc, il tono di voce ancora più acuto del solito. Chiudo gli occhi, e dopo qualche secondo, sento Alex rispondergli.
<<Davvero? E come mai?>>
<<Pare che lo abbia beccato in atteggiamenti...ehm...intimi con un'altra!>>
<<Che novità, tipico dei maschi.>> non riesco a trattenermi, e il mio pensiero prende voce prima che io riesca ad accorgermene.
Apro gli occhi e giro su me stessa, sorreggendomi la testa con una mano e lasciando l'altra a riposare sul mio fianco.
<<Vostra cugina doveva aspettarselo, prima o poi.>> continuo, gettando lo sguardo oltre le spalle di Marc. Noto Alex mordicchiarsi il labbro inferiore, con aria agitata.
<<Be', insomma...ha fatto lui lo stronzo, non...tutti i maschi lo fanno.>> dice, schiarendosi la voce, senza guardarmi.
Mi sposto, mettendomi a pancia sotto, guardandolo con un sopracciglio inarcato e un sorriso ironico dipinto sulle labbra.
La mia tipica espressione da scettica.
<<Capisco che tu voglia difendere i tuoi simili, Alex caro. Non devi sentirti chiamato in causa, però. Questo argomento non mi riguarda, riguarderà la tua futura ragazza, quando sarà. In generale, comunque, non mi riguarderà mai, perchè ho intenzione di premunirmi per tempo.>> concludo, alzando le spalle, con ancora il mio sorriso ironico sulle labbra.
Marc continua a tenere lo sguardo fisso su Alex, non mi pare interessato ad entrare nella conversazione. Molto probabilmente perchè sa già quello che penso, sempre e comunque, in ogni caso.
Vedo Alex alzare lentamente lo sguardo su di me, sbattendo le palpebre.
<<Cosa intendi?>> mi rimetto a sedere, inclinando la testa di lato, senza smettere di guardarlo.
<<Che non sarò mai coinvolta in una relazione con nessuno. Marc ormai sarà stanco di sentirmelo ripetere per la millesima volta, ma l'unico rapporto che ho intenzione di avere con voi maschi è l'amicizia. In quello non siete male.>>
Alex resta come di sale, per qualche secondo, come se avesse bisogno di tempo per realizzare le mie parole.
Marc invece, resta impassibile come sempre, tanto è praticamente abituato.
Vedo Alex abbassare la testa, e prendere un profondo respiro. Mi pare ancora più strano di questa mattina.
<<Ma...ma...non è praticamente possibile. Non è una cosa che si...può decidere, l'amore è inevitabile.>> afferma, tornando a guardarmi, e noto i suoi occhi verde nocciola farsi lucidi, come mai li ho visti prima d'ora.
Smetto di sorridere, diventando seria e incrociando le braccia sotto il seno.
Non mi piace la piega che sta prendendo questa conversazione.
<<Pensi che io sia come tutti gli altri, Alex? Te lo assicuro, per me è assolutamente evitabile. Ho già dato. Ho già sofferto per un uomo, quando ancora non avevo idea che esistesse una simile delusione, quando pensavo che esistesse solo l'amore. Perciò, stanne certo...andrà come dico io.>> concludo, dura, fredda, aspra.
Sento gli occhi pungermi per le lacrime e non voglio piangere, non voglio versare neanche una lacrima per lui, per il suo ricordo, perchè non le merita.
Abbasso lo sguardo, per evitare che vedano i miei occhi lucidi.
Non deve succedere.
Solo in quel momento mi accorgo delle mani di Alex che si posano sulle mie, per attirarmi dolcemente verso di lui.
<<Angel, ti chiedo scusa. Non volevo evocarti brutti ricordi. Volevo solo dirti che...certe cose avvengono senza che ce ne rendiamo conto e non possiamo impedirle. Questo è il tuo pensiero e so che tu...ci credi fermamente, ma...>> si blocca, mordendosi le labbra.
Noto, con la coda dell'occhio, lo sguardo di Marc su di noi.
Vorrei poter decifrare quello che vi leggo dentro, ma mi accorgo solo che i suoi occhi non sono più distanti e disinteressati come prima.
Ora paiono preoccupati, pensierosi, agitati.
<<Alex, tranquillo! Queste non sono cose che riguardano te, tu sarai sempre un mio amico! Ci sarai sempre nella mia vita, a meno che, beh, non fai lo stronzo comunque, con me!>> concludo, ironica, accarezzandogli i capelli.
Alex abbozza un sorriso, ma intuisco che vorrebbe dire qualcos'altro, intrappola le parole tra le labbra, e una parte di me vorrebbe conoscerle.
Mi rendo improvvisamente conto di non riuscire a sostenere lo sguardo di Alex e mi volto verso Marc, pensieroso e lontano, che non appena si accorge del mio sguardo su di sé, accenna un sorriso, sporgendosi verso di me.
Lo attiro a me con un braccio, e faccio lo stesso con Alex.
<<So che non ve lo dico spesso...ma per me siete importanti. Siete gli unici amici che ho, e vi voglio bene. E vi ringrazio, perchè riuscite a sopportarmi.>> mormoro, stringendoli in un abbraccio.
Sentirli così vicini a me è un balsamo per la mia anima.
Mi sento meno sola e più compresa, apprezzata, amata.
Ed è un qualcosa di raro per me, perchè non mi ci sento quasi mai.
<<Anche noi te ne vogliamo tanto, Angel. E non ti sopportiamo, ti supportiamo, che è diverso. Non si può fare altro, con una bella creatura come te.>> sussurra Marc, al mio orecchio, facendomi il solletico e provocandomi allo stesso tempo un brivido lungo la schiena.
Li stringo ancora più forte per un istante, poi mi allontano, battendo le palpebre.
<<Momento sentimentale finito. Ammettetelo, sono più figa quando sono ironica o acida!>> affermo, sedendomi tra di loro, e noto Marc scuotere la testa.
È una benedizione averli nella mia vita, probabilmente l'unica che ho.
[Spazio Autrice]
Hola ragazze ️💁🏻♀️
Questo è un capitolo piuttosto corto, ma importantissimo per entrare ancor più bella mente e nel cuore di Angel.
Cosa ne pensate?
Cosa ha ferito così tanto Angel da spingerla a rifiutare ogni sentimento?
Fatemi sapere le vostre impressioni, che sono sempre gradite 😘
Alla prossima, un bacio 💋
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