Crazy in love
[I look and stare so deep in your eyes
I touch on you more and more every time
When you leave, I'm begging you not to go
Call your name two, three times in a row
Such a funny thing for me to try to explain
How I'm feeling and my pride is the one to blame
'Cause I know I don't understand
Just how your love can do what no one else can
Got me looking so crazy right now, your love's
Got me looking so crazy right now (your love)]
[Angel]
Il chiarore della luna accarezza con delicatezza il pavimento della stanza di Marc, le tende impalpabili che ho scostato per permettere a lei, la regina della notte, di sfiorarmi con il suo chiarore.
C'è un qualcosa di magico nella luna, nella notte.
Un senso di eterno, un che di immutato e immobile.
Come se il tempo, di notte, potesse davvero fermarsi.
Se non avessi paura del buio, sarebbe il momento perfetto per quella parte della mia anima che è irrimediabilmente attratta dall'oscuro, dall'occulto, dal paranormale.
Al contrario di Marc, io non riesco a dormire.
Sento qualcosa che mi opprime al centro del petto, qualcosa che sembra essere sul punto di esplodere.
E mi sento sopraffatta, perché non ho idea di come fare per liberarmene, per buttare fuori questo qualcosa che mi toglie quasi il respiro.
Non ho idea di che cosa sia eppure, è talmente forte da non poter essere contenuto in un corpo così minuto come il mio.
Poso la fronte contro il vetro della finestra, senza staccare gli occhi dalla luna, e in quel momento sento Marc emettere una specie di lamento a malapena udibile.
Mi volto a guardarlo, e un sorriso si dipinge sulle mie labbra.
Non deve fare assolutamente nulla, mi basta guardarlo o anche solamente pensarlo per farmi sorridere.
<<Mia cara e amatissima luna, non ti dispiace se sposto la mia attenzione sull'altra splendida creatura che mi ha preso il cuore?>> le chiedo, in un sussurro, e dopo averle rivolto un ultimo sguardo, mi volto verso Marc, e mi perdo letteralmente, nel guardarlo.
Non ho mai visto niente di più bello, di più magico, di più letale, per me.
Perché ho consegnato a quel ragazzo immerso in un sonno profondo, un potere immenso che credevo non avrei mai dato a nessuno.
E sì, una parte di me è terribilmente spaventata dal fatto che possa farmi del male, che possa ferirmi, e so già benissimo che per me sarebbe straziante.
Non sono più fatta di ghiaccio; Marc esattamente come i draghi che tanto amo, ha sciolto ogni più piccolo frammento di ghiaccio che avevo dentro di me, con il suo fuoco.
E ora sono nuda, vulnerabile, facilmente attaccabile.
Sta scavando un solco profondo sul mio cuore, mi ha fatto scoprire un' Angel che non credevo esistesse, un' Angel capace di amare, di innamorarsi davvero, un' Angel capace di lasciarsi andare. Sta creando un segno che non sparirà mai dalla mia anima.
Lui, proprio lui, l'ultimo a cui io avrei anche solo minimamente pensato.
I miei occhi non riescono a staccarsi da lui, dal groviglio di braccia, gambe e lenzuola in cui è avvolto.
Da quando mi ha sfiorato per la prima volta, il mio cuore brucia di un fuoco inestinguibile per lui, e solo per lui.
Nel silenzio in cui la stanza è immersa, silenzio spezzato solo dai leggeri sbuffi che lasciano le labbra di Marc, mi accorgo che la notte è nata anche per altro.
Di notte si dicono cose che alla luce del giorno non diresti mai, si sussurrano i segreti più reconditi del cuore, si osa dire ciò che non oseresti mai dire.
Sento le mani iniziare a tremare, il cuore che inizia a parlare, la mente che tramuta in parole ciò che sto provando.
E la mia ispirazione è a due passi da me, persa in chissà quali sogni lontani.
Mi stringo nella mia lunga maglia e attraverso la stanza con passo felino, per poi raggiungere la mia borsa e recuperare il block notes che porto sempre con me.
Vado a sedermi sul comodino, e poso lo sguardo su Marc, mordendomi il labbro inferiore per nascondere l'ennesimo sorriso.
Poi, inizio a scrivere, come non facevo da anni.
Un'altra opera dovuta a Marc.
Saprà mai quello che sto scrivendo? Assolutamente no.
Resterà mio, e solo mio.
Sento la mia anima traboccare di parole, di sensazioni, emozioni infinite, mi sembra come di essere avvolta da una morbida coperta, di fronte a un camino acceso. Mi sento al sicuro e serena, felice come non mai, mentre la penna scorre sul foglio di carta.
Non rileggo quello che ho scritto, mi limito a riporre il block notes nella borsa, per poi tornare da colui da cui non mi staccherei neppure un istante.
Raggiungo il letto e mi fermo, in piedi, a guardarlo. Mi chino poi verso di lui e gli accarezzo un ricciolo sulla fronte, per poi sfiorarla con le labbra.
Marc aggrotta appena le sopracciglia, e io sposto la mia attenzione sulle sue palpebre chiuse, che accarezzo appena.
Dio, cosa farei senza di te, Marc?
Ti sei preso tutto il mio cuore, tutti i miei pensieri, senza chiedermi neppure permesso.
Che farei se ti succedesse qualcosa?
È impossibile non pensarlo ogni volta che sale sulla sua moto, ogni volta che accetta di rischiare la pelle per inseguire il suo sogno, per seguire quel fuoco primordiale che arde nella sua anima.
Se gli accadesse qualcosa, ne uscirei devastata.
Non avrebbe più senso vivere.
Sento una lacrima solcarmi la guancia, e mi rendo conto che non ho mai pianto così tanto nella mia vita come da quando sto con Marc.
Ma non è un pianto di dolore, di sofferenza, di rabbia.
Queste lacrime sono il mio unico modo per buttare fuori tutta l'intensità dei sentimenti che Marc mi fa provare, talmente forti da farmi piangere.
Prima di Marc non avevo mai pianto di felicità, e credevo che fosse un qualcosa che non mi avrebbe mai riguardato.
Invece, per l'ennesima volta, devo ricredermi.
Ammiro il viso dell'unico ragazzo che è riuscito a mandarmi letteralmente in tilt, e gli poso un altro bacio sulla fronte.
<<Accidenti a te Marc, cosa mi hai fatto?>> sussurro, e quasi a farlo apposta, vedo le sue labbra piene piegarsi appena verso l'alto.
Faccio il giro del letto, e scosto appena le lenzuola, per poi stendermi al suo fianco.
Non so se Marc abbia qualche sensore o cose simili, ma non appena si accorge del fatto che sono nuovamente accanto a lui, si volta verso di me e mi circonda la vita con le braccia, per attirarmi contro di lui, contro il suo corpo caldo e il suo petto ampio.
<<Angel...>> lo sento sussurrare, anche se so che sta dormendo.
Gli accarezzo i contorni del viso con un dito, per poi posargli un bacio leggero sulle labbra.
<<Sono qui, amore mio.>>
Dormire è un tale spreco quando hai questa meraviglia con te.
[Marc]
Oggi è l'ultimo giorno che trascorreremo qui a Phillip Island.
È un luogo di paradiso, e trattenersi un giorno in più è praticamente un obbligo.
Siamo andati in spiaggia e ho dovuto pregare Angel di entrare in acqua per circa un quarto d'ora. Alla fine, piena di paura com'è, ancor più dell'oceano, si è fermata al punto in cui l'acqua le arrivava alle cosce.
<<Com'è che ieri sera non avevi tutta questa paura?>> le chiedo, malizioso, mentre i ricordi della sera prima si affacciano alla mia mente.
Angel si volta a guardarmi, scoccandomi un'occhiataccia.
<<Marquez, mi sono semplicemente fatta una corsa a piedi nudi sulla battigia. E...non lo so, non ci ho pensato, ero euforica in quel momento.>>
<<Chissà perché eri euforica...>> continuo, usando lo stesso tono, e lei mi lascia un pugno sul petto, ma la vedo chiaramente arrossire.
<<Marc, se non la pianti, ti tiro un cazzotto in faccia.>>
<<Come se avessi fatto chissà cosa, di male. Rendere soddisfatta la mia ragazza è un piacere anche per me...>> approfitto del fatto che José e Alex sono distanti e distratti, e l'abbraccio da dietro, per morderle un orecchio.
Sento Angel tremare tra le mie braccia, mentre si porta le mani al viso. Vederla così imbarazzata mi riempie di tenerezza. La riempirei di baci, ricoprirei il suo corpo di baci. Sapere che basta la mia vicinanza per farla rabbrividire, per farla avvampare, mi fa sentire potente e al tempo stesso desiderato come non mai.
Angel si volta di scatto verso di me, e mi tappa la bocca con una mano.
<<Márquez, la vuoi smettere?>> sibila, puntando gli occhi scuri nei miei.
Inarco un sopracciglio, mentre un piccolo sorriso va a disegnarsi sulle mie labbra, che dischiudo subito, per accarezzarle il palmo della mano con la punta della lingua.
Angel sussulta appena, e perde tutta la sua sicurezza. La stringo a me, e le mordo delicatamente la pelle morbida, senza staccare lo sguardo dal suo, ora più cupo e in tempesta. Il suo respiro si è fatto più veloce, l'altra mano mi stringe il braccio.
Soffio contro la sua pelle, e le poso un ultimo bacio.
<<Incredibile come tu riesca a trovare sempre un modo per starmi incollata alle labbra.>> sussurro, chinandomi verso di lei. Angel scosta bruscamente la mano, paonazza in viso, e mi da una leggera spinta. Non riesco a trattenere una risata, mentre la vedo tornare verso la spiaggia.
<<Oh, avanti Angel, non fare la permalosa!>> la prendo in giro, e lei si blocca, puntandomi un dito contro.
<<Io sono molto permalosa, Marquez, lo sai bene.>> sbuffo, mentre Alex e José mi raggiungono.
<<Che succede?>> mi domanda Alex, osservando Angel che va a sedersi sull'asciugamano che ha steso sulla sabbia.
<<Sai com'è Angel.>> taglio corto, mentre la vedo tirare fuori il telefono dalla borsa da mare.
<<Dai, vieni a farti una nuotata.>> continua Alex, ma il mio sguardo continua ad indugiare su Angel. Non vorrei che se la fosse presa per una simile sciocchezza. Decido però di ascoltare mio fratello. Ho bisogno di una nuotata.
Quando esco dall'acqua, trovo Angel furiosa e con le lacrime agli occhi.
Non sarà mica colpa mia?
<<Ehi, Angel, che è successo?>> le chiede José, ed Angel lancia il telefono nella borsa.
<<La mia maglia di Dybala! Quella peste di Duchessa me l'ha distrutta! L'ha ridotta a brandelli. Giuro che quando torno a casa, io - io ->>
Angel era legatissima a quella maglia. La indossava ogni volta che la Juve giocava in Champions. Probabilmente reagirei allo stesso modo se scoprissi che la mia maglia di Messi è andata distrutta.
Angel agita le mani davanti al suo viso.
<<Ah, ma adesso vedrà. Io sono una padrona intransigente.>>
<<C'è qualcosa che possiamo fare per tirarti su di morale?>> le chiedo, mentre mi asciugo.
<<Ho voglia di un hamburger.>> Alex spalanca gli occhi.
<<Allora la cosa è seria. Lo mangi una volta all'anno, questa sarebbe la seconda.>>
<<Oggi hamburger e stasera pizza. E voi muti.>> taglia corto Angel, sciogliendo la treccia.
<<Mi pare giusto.>> concordo, per poi circondarle le spalle con un braccio, <<mi dispiace per la tua maglia, Angel. So quanto ci eri affezionata.>>
<<Non importa.>> minimizza lei, alzando le spalle, <<sarebbe stato peggio uno dei miei libri sugli egizi. In fondo...una maglia si può sempre ricomprare, no? Appena potrò ne prenderò un'altra.>> dice, ma i suoi occhi dicono l'esatto contrario. Poggia la testa sulla mia clavicola e io le poso un bacio tra i capelli.
Intuisco lo sguardo di José su di noi, e quando lo incrocio, noto che ci sta osservando con fare incuriosito. In quel momento Angel si ferma, ed io con lei.
<<Che ti prende?>>
<<Voglio scattare delle foto. Questo è l'ultimo giorno che trascorreremo qui, e sento che mi mancherà. Voglio scattare più foto possibili, per portare questo posto con me.>>
<<E va bene, allora ti aspetto.>> le sussurro. Faccio un cenno agli altri, facendo capir loro che li raggiungeremo subito. Angel scatta diverse foto, e recupera diverse conchiglie a cui scatta altrettante foto.
La vedo poi puntare lo sguardo verso l'orizzonte, il grido dei gabbiani, la voce dell'oceano...
Angel si siede ad un tratto sulla sabbia, e si porta le gambe al petto.
Vedo una lacrima rigarle la guancia, e io mi siedo accanto a lei.
Mi sta facendo preoccupare, oggi la sento più incomprensibile del solito.
<<Amore, cos'hai? Sei sicura di stare bene?>> le asciugo una lacrima, e Angel socchiude gli occhi, inclinando di poco il viso verso il dorso della mia mano.
<<A volte penso a quanto la vita sia stata fatta per questo. Per vivere così, senza ansie delle bollette, dell'affitto di casa, di pagare i fornitori, l'assicurazione della macchina, il dover essere produttivi ad ogni costo. L'essere umano ha reso la vita troppo difficile e costosa, e c'è sempre più gente al mondo che non può sostenere la vita che l'essere umano pretende, e muore di fame. Sai quanta gente al mondo si toglie la vita per questo? E mi piange il cuore, perché non è giusto. Dovremmo essere tutti uguali, avere tutti uguali opportunità e possibilità, chi ha di più, dovrebbe dare il massimo per aiutare chi non può. Cosa c'è di più bello di aiutare il prossimo e sapere che sei tu l'artefice della loro gioia e felicità? Invece è l'esatto contrario. Hanno complicato l'esistenza di tutti, e chi non può reggere i ritmi è inutile ed è destinato a soccombere secondo le crudeli regole del Darwinismo. Poi però ti fermi e vedi l'oceano, il sole, i gabbiani, le montagne, le praterie in Sudafrica, e mi viene da pensare che l'uomo, per il proprio benessere, sta uccidendo questo pianeta e le sue creature perché pensa di essere onnipotente e al di sopra di tutto, quando in realtà è come uno stelo d'erba, destinato ad essere schiacciato. E a causa delle scelte di pochi, dei più potenti, tutti ne pagheranno le conseguenze. Io non voglio tutto questo. Io non voglio che il mondo e le creature che lo popolano, che tanto amo, soccombano. E non voglio la vita che la società impone. Voglio il mio cottage immerso nella natura, e riuscire a vivere di quello che amo fare. Scrivere, cantare, non pretendo la fama, mi spaventa. Cantare ed esibirmi anche nel teatro della città più vicina in cui vivo, e vivere di quello. E sarebbe il mio sogno. Eppure, temo che non sarà possibile. E che vedrò il mio mondo morire.>>
Mentre la sento parlare, ascolto ciò che dice, mi rendo conto che non me la merito.
Angel è davvero troppo per me, è troppo in alto per uno come me, e mentre la osservo, penso a che diavolo ci troverà mai lei in me.
Potrei fare molto di più di quello che faccio, per gli altri, per l'ambiente. Sono un privilegiato, un gran privilegiato, e non penso che vivrò mai i problemi di cui Angel ha parlato. Li ho vissuti da piccolo, attraverso i miei genitori, quando loro facevano dei sacrifici per permettermi di correre. Ma poi, sono riuscito a ripagarli, e a permetter loro di vivere una bella vita. Per la stragrande maggioranza delle persone purtroppo, non è così.
Sollevo lo sguardo su Angel e sento il cuore traboccare d'amore per questa creatura divina dall'anima bellissima, piena di generosità, di sensibilità per le sofferenze altrui e per l'ambiente.
Lei è quella che appena arrivata a Cervera, dopo aver superato l'iniziale timidezza di lavorare sotto gli occhi della gente e che dopo aver realizzato che la gente del mio paese si stava affezionando a quella ragazza chiusa, ma dall'animo generoso, ha iniziato a cambiare diverse cose all'interno del locale per renderlo più eco sostenibile, ha condiviso diverse iniziative a sostegno dei più deboli e delle creature in via di estinzione, cercando di trarre un vantaggio dal fatto che tutti le volevano bene, per aiutare gli altri.
È così bella, così speciale, così unica. Nessuna ragazza che ho conosciuto o a cui mi sono approcciato può esserle paragonata. Forse è per questo, che tutti, dopo averla conosciuta, si prendono una cotta per lei.
E io non riesco a credere che voglia me.
Non riesco a credere che voglia stare con me.
<<Non ti merito.>> dico, in un soffio.
Angel alza lo sguardo su di me, con aria confusa.
<<Come?>> mi chiede, sbattendo le palpebre.
<<Sei troppo per me, davvero. Che ci troverai in me?>>
Angel mi osserva per qualche istante, con aria sorpresa.
I suoi occhi limpidi e che non riescono a nascondere ogni sua minima sensazione, non si staccano da me.
Poi allunga una mano e mi accarezza una guancia.
<<Amore, non dire queste cose. Sei una creatura bellissima, lo sai.>> scuoto la testa.
<<Tu lo sei. Tu lo sei veramente. Io alla fine sono uno che potrebbe fare molto di più di quello che faccio, ma sono totalmente assorbito dalla mia vita, ma tu...tu mi fai desiderare di diventare una persona migliore. Per te.>>
Angel mi fissa negli occhi con una tale intensità, che mi sento come se non fossimo più su una spiaggia dall'altra parte del mondo, ma chiusi nella mia stanza, al buio, aggrovigliati esattamente come nelle ultime tre settimane. Vedo i suoi occhi farsi lucidi, e mi prende una mano, accarezzandomi con delicatezza.
<<Márquez, io non ti riconosco più.>>
<<Anche io non mi riconosco più da quando ho realizzato quanto sono innamorato di te.>>
Angel si morde il labbro inferiore, per nascondere un sorriso.
<<Non hai idea di quanto vorrei baciarti, qui, adesso.>> sussurro, posando gli occhi sulle sue labbra.
<<E tu non hai idea di quanto vorrei che lo facessi.>> Angel mi si avvicina e mi circonda il collo con le braccia, per poi affondare il viso nella mia spalla. La sento posarmi un bacio sul collo, e rabbrivisco subito al contatto della mia pelle con le sue labbra.
<<Angel.>> la riprendo, cercando di non far tremare la voce.
<<Sì?>> sussurra lei al mio orecchio, e il soffio caldo del suo respiro mi fa rabbrividere per l'ennesima volta.
<<Smettila.>>
<<Di fare cosa?>> chiede, sogghignando, per poi posarmi un bacio sull'orecchio.
Mi stacco di scatto da lei e la tiro su, e lei quasi non finisce tra le mie braccia. La sento ridere, mentre riprendo a camminare.
<<José e Alex ci staranno aspettando.>> le ricordo, mentre lei fa intrecciare le dita con le mie.
<<Sicuramente è per quello che sei scattato come se una vespa ti avesse punto il fondoschiena.>>
Mi passo una mano tra i capelli, imbarazzato, approfittando del fatto che non può vedermi.
Dopo pranzo torniamo al nostro complesso di appartamenti, e iniziamo a preparare i bagagli per la partenza di domani. A cena invece, Angel mantiene la promessa, e ordina al ristorante una bella pizza.
<<Invidio il tuo metabolismo.>> le dice José, mentre guarda con tristezza il suo filetto di branzino con contorno di verdure.
<<Almeno una cosa positiva ce l'ho, ci mancava solo che ero così piccola e ingrassavo di quattro chili anche solo respirando. A me succede il contrario, mangio e non prendo un etto. Devo ringraziare mia madre, che deve ringraziare mio nonno Eugenio.>> spiega Angel sorridendo, mentre prende tra le mani uno spicchio di pizza, <<ma se la guardi in quel modo, José, guarda, sono disposta a fare il grande sacrificio di darti uno spicchio di pizza. E sai bene che io non condivido mai il mio cibo con nessuno. Sono la gola fatta persona. Lo riconosco.>>
<<Se mi offri la tua pizza, pur essendo golosa, allora questo è amore.>> replica José, ironico, inarcando un sopracciglio.
<<Ora che hai scoperto che sono pazza di te, come farò a nasconderlo?>> sta al gioco Angel, per poi scoppiare a ridere.
Mi godo il loro scambio di battute, senza staccare gli occhi da Angel seduta di fronte a me, con il viso poggiato contro il pugno chiuso.
La vedo poi alzare gli occhi verso di me, e dopo qualche istante, la sento accarezzarmi la gamba con la punta del piede, senza staccare lo sguardo dal mio. Sento il sangue salirmi al cervello, mentre Angel continua ad accarezzarmi la gamba.
<<Marc, tutto bene? Sembra che tu ti sia incantato.>> Alex, seduto accanto ad Angel, mi guarda con le sopracciglia aggrottate.
<<Stavo...stavo pensando.>> borbotto, e Angel ritrae il piede, per poi abbassare lo sguardo e sorridere.
Mentre Alex offre la cena, vedo Angel prendere il telefono ed entrare su instagram. Dopo qualche istante sento il mio tremarmi tra le mani . È la notifica che mi avverte che Angel ha pubblicato qualcosa.
Sì, ho raggiunto anche questo livello. Quello di aver attivato le notifiche per i post o le storie di Angel, in modo da poterle vedere il prima possibile e non perdermi niente.
Angel ha appena pubblicato alcune delle foto che ha scattato oggi.
Una semplice frase come descrizione:
"Heaven is a place on earth."
Le metto subito like, e dopo qualche istante, la sento raggiungermi e posarmi una mano sul braccio.
<<Márquez, di nuovo, vivi sul mio profilo instagram?>> sogghigno, mentre Alex e José ci raggiungono.
<<Più o meno. Ho semplicemente attivato le notifiche per i tuoi post o le tue storie.>> replico, agitando il telefono davanti al suo viso. Angel inclina il capo, increspando le labbra.
<<Non ci credo.>> dice, e mi prende il telefono dalle mani.
<<Prego tesoro, fa pure.>> esclamo, fingendo di guardarla male, nonostante lei non possa notare il mio sguardo.
<<Non ci credo>> ripete, di nuovo, scuotendo la testa, <<lo hai fatto davvero.>> e mi restituisce il telefono.
<<Esattamente.>>
<<Non sapevo neppure che esistesse quest'opzione. E ripeto, tu sei pazzo.>>
<<Sì, di te.>> le sussurro all'orecchio, e Angel mi da una leggera spinta, mentre la vedo arrossire.
Torniamo ai nostri appartamenti, quando sento José chiamarmi.
<<Marc, posso parlarti un attimo?>> il mio sguardo saetta su Angel, che invece, impassibile, mi passa accanto e raggiunge il suo appartamento.
<<Certo.>> lo seguo, e quando si chiude la porta alle spalle, mi fa cenno di sedermi sul divano.
<<Allora, cosa devi dirmi?>> gli chiedo, strofinando le mani sulla stoffa dei jeans.
<<Ecco, mi sembri un po'...un po' strano ultimamente.>> lo guardo, confuso.
<<Strano?>>
<<Sì. Strano per i tuoi standard, intendo. Non ti ho visto mai con una ragazza, da quando siamo partiti per il tour asiatico. Non ti ho visto mai portare una ragazza in camera, capisci che intendo? Ed è strano. Capisco il perché di Alex, anche se pensavo che dopo la rottura con Angel avrebbe ripreso a divertirsi in giro, ma per l'ennesima volta, mi ha stupito. Avrei dovuto immaginare che Angel lo aveva assorbito in tutti i sensi. Penso che anche Angel avrebbe potuto divertirsi, se fosse stata una tipa diversa, dato che pendono quasi tutti dalle sue labbra.>> aggiunge, sogghignando e il pensiero di Joan mi annebbia la mente per un istante, <<ma tu...insomma, ti ho visto passare sempre, tutto il tuo tempo con Angel. Oggi le sei stato sempre appiccicato. E davvero, premetto, non c'è nulla di strano in questo, dato che in questi anni vi ho sempre visto così. Ma è strano il fatto che non ti ho visto con nessun'altra oltre lei. Non ti ho neppure visto guardare un'altra ragazza nel paddock, e neppure provare a flirtare con un'altra ragazza. Capisci che...è strano da parte tua.>>
Probabilmente avrei dovuto immaginare che qualcuno se ne sarebbe accorto. Anzi, togliamo il probabilmente. Solo che ora, non so cosa dire. Dirgli la verità? Temo che non capirebbe.
<<È che...non ne sento il bisogno, in questo periodo. Non sento il bisogno di...divertirmi con nessuna. Non mi va, non mi interessa, José. Insomma, tu dovresti capirmi, no?>> mi mordo la lingua. Avrebbe potuto funzionare, forse, se non avessi aggiunto quell'ultima frase.
Jose mi fissa con fare confuso.
<<Perché...io dovrei capirti? Io...sono fidanzato con Nuria, ed è per questo che non sento il bisogno di divertirmi con un'altra, né mi interessa. Ma...tu...tu cosa c'entri?>> mi fissa per qualche istante, come se stesse pensando intensamente a qualcosa. Poi spalanca gli occhi e le labbra.
<<Marc...non mi dire che...non mi dire che anche tu con...con Angel?>> mi chiede, in un sussurro, scioccato. Non l'ho mai visto così.
Mi porto le mani al viso, per poi tirarmi i capelli.
<<José, ti prego, non farmi la morale e non pensare che per me non sia difficile. Ma io sono pazzo di Angel, sono letteralmente perso di lei. Davvero, mi conosci da sempre, lo hai detto tu, non mi hai mai visto così e neppure io mi sono mai sentito così. Io amo Angel. Voglio solo lei. Non mi interessa nessun'altra, non voglio nessun'altra. Ho il terrore al pensiero di quando dovrò dirlo ad Alex, perché davvero, te lo giuro, ho sperato intensamente che quello che provo per Angel passasse, ho provato a dimenticarla con Linda, con la prima che mi capitava davanti, ma non c'è stato verso. Ho sofferto come un cane nel vedere Angel con Alex, sono stato zitto e ho chinato la testa, ma dopo che Alex l'ha lasciata e ho visto quanto Joan le aveva messo gli occhi addosso e aveva affilato i coltelli, non ero più disposto a non lottare per lei. È la mia persona, José. E io non potevo perderla.>>
José si alza in piedi e mi raggiunge. Mi da una pacca sulla gamba e mi guarda.
<<Non ti ho davvero mai visto così, amico. Joder, che situazione del cazzo. Eccome se ti capisco, io provo lo stesso per Nuria, ma io non ho un fratello che è pazzo di lei. Ma...Angel...lei lo sa?>> annuisco, <<e...prova lo stesso per te?>> accenno un sorriso.
<<Non hai idea di quante me ne ha dette quando ho cercato di farle capire ciò che provo per lei. Eravamo ad Aragon ed è scappata via come un cerbiatto spaventato. Mi ha evitato, ma io sapevo bene che provava lo stesso per me. Sai com'è fatta, tutta testa, zero spazio per le emozioni. Penso che se ne sia accorta solo quando stavamo litigando come due pazzi, dopo la tua festa di fidanzamento.>>
José spalanca la bocca, come se avesse capito qualcosa che prima non riusciva a comprendere.
<<E lo sai che anche lei è così diversa dall'Angel che stava con Alex? Con lui era molto dolce, molto tenera, e pensavo che forse grazie a lui avrebbe scoperto la bellezza delle emozioni, ma si vedeva che era bloccata, ed era la sua mente a dirle di sforzarsi. Penso che per chi la conosce, tipo me, era facile da notare, ma pensavo che fosse perché non era abituata a vivere certe situazioni, ed era un po' frenata. Ma ora...ha una luce nello sguardo che non le avevo mai visto prima. La vedo così felice, ti rendi conto che non è più la ragazza dall'espressione perennemente corrucciata? Mi sembrate proprio fatti l'uno per l'altro.>>
<<E lo siamo, lo siamo, José.>> mormoro, più serio che mai.
<<Ma ho paura che questa cosa non possa finire bene. Ho paura che vi conduca tutti e tre a soffrire e a separarvi. Marc, tu e Alex siete fratelli, il vostro rapporto è quanto di più importante ci possa essere...>>
<<E non voglio ferirlo, José. Per questo avevo deciso di provare a dimenticare Angel. Ma non ce l'ho fatta e cosa posso farci? Ci ho provato, credimi, ci ho provato in tutti i modi, ma...come fai ad uccidere il tuo cuore, José? Angel è parte del mio cuore, è lei. È colei con cui io voglio stare, con cui io mi immagino un futuro.>>
<<Spero che Alex riesca a capirlo. Davvero. Voglio solo vedervi felici, tutti quanti.>>
<<Grazie per essere l'amico favoloso che sei, José. E ti prego...non dire nulla ad Alex. Voglio aspettare la fine della stagione, prima.>>
<<Certo, è ovvio. Non gli dirò nulla, semmai cercherò di spronarlo a voltare pagina.>>
Ci scambiamo un abbraccio, poi esco dal suo appartamento e busso contro la porta di quello di Angel. Mi lascio andare ad profondo respiro, e quando sento la serratura della porta scattare, mi guardo intorno ed entro.
Angel è poco distante da me, e mi guarda con un sorriso dipinto in volto.
<<Pensavo non venissi più.>> la sento dire, mentre io mi sfilo la maglietta, e le prendo il viso tra le mani per baciarla.
<<Sai bene che non posso più dormire senza di te. Quando sono andato in Indonesia non sono riuscito a chiudere occhio.>> Angel mi stringe forte, mentre inspira a pieni polmoni il mio profumo.
<<Cosa voleva José? C'è qualche problema? Certo, se è qualcosa di estremamente personale, non voglio saperlo.>> precisa, mentre io mi sfilo i jeans.
<<Vado a farmi una doccia, vieni con me?>> le rispondo con un'altra domanda, e lei inarca un sopracciglio.
<<L'ho già fatta, Marquez.>>
<<Non ti chiedevo di farla con me, solo di accompagnarmi in bagno.>> Angel mi osserva perplessa, per un istante.
<<Oh...va bene.>> mi segue in bagno, mentre io mi sfilo i boxer ed entro nel box doccia.
<<Ormai uso più il tuo docciaschiuma al cocco che il mio.>> dico, ironico, mentre il getto dell'acqua calda mi investe.
<<Marc, guarda che io ho notato che non mi hai ancora risposto.>>
Ovviamente.
La vedo, seduta sopra il ripiano del lavandino.
<<Ha capito tutto, Angel.>> dico, secco, chiudendo il getto dell'acqua e iniziando ad insaponarmi.
<<Cosa? In che senso? E tu...tu cosa gli hai detto?>> il suo tono di voce è in pieno allarme.
<<Cosa potevo fare, negare forse? Angel, per lui era chiaro. È uno dei miei migliori amici, mi conosce come pochi altri. Gli ho spiegato tutto, gli ho aperto il mio cuore, e sai quanto sia difficile per me farlo. Ha detto che...siamo fatti l'uno per l'altro.>> inizio a sciacquarmi, e non la sento rispondere, ma so che è ancora lì. Chiudo il getto dell'acqua ed esco dalla doccia, ed Angel mi porge l'asciugamano.
Mi osserva, e realizzo quanto sia bello notare che non è imbarazzata di trovarsi davanti il sottoscritto completamente nudo. È un altro piccolo particolare che rende il nostro rapporto quella meraviglia che è.
È tutto così dannatamente naturale. Mi ricordo come mi guardavano tutte le altre ragazze con cui ero stato, anche per diverse settimane. Ogni volta mi guardavano come se volessero saltarmi addosso.
Angel mi guarda anche in quel modo, ma non mi guarda solo in quel modo.
Mi aspettavo che si sarebbe sempre imbarazzata di trovarsi davanti me nudo, almeno agli inizi, invece le sue guance non sono mai arrossite. Il suo sguardo mi contemplava come se fossi un'opera d'arte ed era una sensazione stupenda essere guardati in quel modo.
<<Lo ha detto davvero?>> mi chiede, guardandomi negli occhi, e io annuisco, annodandomi l'asciugamano ai fianchi.
<<E io penso che abbia ragione.>> la stringo a me, e lei mi posa le mani sui pettorali, senza staccare lo sguardo dal mio.
<<Lo penso anche io.>> sento il mio cuore aumentare i battiti a quella sua risposta totalmente inaspettata. Angel mi accarezza con la punta delle dita proprio il lato sinistro del mio petto, <<il tuo cuore batte fortissimo.>> dice, accennando un sorriso.
<<Lo pensi sul serio?>> le chiedo, e lei annuisce.
<<E penso anche che stavi malissimo con tutte le altre con cui ti ho visto, e onestamente, ti vedo male con tutte in generale. Non te l'ho mai detto, ma l'ho sempre pensato.>> ammette, arrossendo e abbassando lo sguardo. Non riesco a trattenere un sorriso, e le poso un bacio sulla fronte.
<<È vero, hai ragione, stavo malissimo con ognuna di loro. Perché sei sempre stata tu quella giusta per me. Quella perfetta per me. Guardaci.>> la faccio voltare verso lo specchio, e l'abbraccio da dietro, posando il mento sulla sua spalla, <<guarda quanto siamo belli insieme, stiamo benissimo insieme. Il tuo corpo sembra essere fatto per me, il mio corpo sembra essere fatto per il tuo, per proteggerlo e riscaldarlo.>>
Angel chiude gli occhi, e porta una mano dietro la mia nuca, per accarezzarla, mentre un sorriso si disegna sulle sue labbra.
Anche il suo cuore ora sta battendo come se fosse impazzito.
<<Marc, domani dobbiamo svegliarci molto presto. Avanti, andiamo a letto.>>
<<Va bene, angioletto.>> le poso un bacio sulla tempia e dopo essere uscito dal bagno recupero dalla valigia che ho portato direttamente nella stanza di Angel, un vecchio paio di pantaloncini di una tuta, e la raggiungo sotto le coperte.
<<Buonanotte, amore mio.>> sussurro, prima di posarle un bacio sulla spalla.
<<Buonanotte, Marc. Fai bei sogni.>>
<Allora spero di sognare te.>> aggiungo.
<<Fai il bravo e mettiti a dormire.>>
<<Va bene.>> mi allungo per spegnere la luce, e lasciare che sia il chiarore della luna a rischiarare l'interno della stanza. Poi, mi addormento con Angel tra le braccia.
~·~
<<Bene, come abbiamo intenzione di occupare le prossime due ore di viaggio?>> esordisce Alex, non appena saliamo in auto. Il sole è sorto da pochi minuti, e Angel è ancora mezza addormentata contro la mia spalla.
<<Io sicuramente dormendo.>> borbotta Angel, affondando il viso sulla mia spalla.
<<Ovviamente sulla mia spalla.>> replico, e sento José sghignazzare.
<<Non è colpa mia se sei molto più comodo e caldo del sedile dell'auto.>> ribatte Angel, senza aprire gli occhi.
<<Certo, ogni scusa è buona.>> continuo io e lei apre un occhio giusto per guardarmi male.
Quando rialzo gli occhi noto che Alex ci sta osservando dallo specchietto retrovisore, e quando si accorge del fatto che ho notato il suo sguardo su di noi, torna a guardare la strada.
<<Proviamo a fare quel gioco delle domande, ma cambiamolo un po'. Ad esempio, io faccio una domanda su Angel e vediamo chi è più veloce a rispondere tra voi due.>> José si strofina le mani, sogghignando, <<secondo me sarà divertente.>>
<<Quanto un dito in un occhio, José. Ma io sto dormendo, lasciatemi in pace.>> si lamenta Angel, piagnucolando.
<<Infatti tu non devi fare nulla, Angel. Dai ragazzi, così ci svegliamo un po'! E risveglio un po' del vostro spirito di competizione. Allora, vi va?>>
Solo Angel risponde di no, e quando capisce di essere in ovvia minoranza ci mostra il dito medio.
<<Allora...qual è il film preferito di Angel?>>
<<Colazione da Tiffany!>> rispondo subito e sento Angel sorridere.
<<Ma come? È la Bella e la Bestia!>> replica Alex, piccato.
<<Prima domanda e siamo già al primo battibecco. Ci divertiremo sicuro.>> esclama José ridendo.
<<No, è Colazione da Tiffany, e secondo me condivide il gradino con Rush.>>
<<E Rapunzel dove lo metti allora?>>
<<Angel, tocca a te intervenire e dissipare i dubbi!>> la chiama José e lei sbuffa.
<<Allora, il mio film preferito è Colazione da Tiffany, e sullo stesso piano c'è anche Rush. Ma sapete, sono un'appassionata di cinema, quindi ci sono tantissimi film che amo incondizionatamente. Colazione da Tiffany ha il mio cuore perché il personaggio di Audrey Hepburn lo sento così vicino a me e poi c'è Moon River...La Bella e la Bestia è il mio film d'animazione preferito assieme a Rapunzel, e Frozen che entrambi avete dimenticato, eppure uno dei primi soprannomi che mi sono stati dati a Cervera è Elsa.>>
<<Bene, quindi entrambe le risposte vanno bene. Passiamo a Marc...vediamo chi risponderà più velocemente tra Alex e Angel...>>
<<Chiedigli quante ragazze ha avuto. O meglio, quante ragazze si è scopato.>> si intromette Alex, con un largo sorriso, <<Angel non potrà mai sapere la risposta esatta, anche se potrà immaginarla, io lo so bene, invece.>>
Angel si solleva di scatto dal mio petto e sento tutt'a un tratto freddo. E mando mentalmente mio fratello a quel paese. Lo sguardo di José saetta tra me e Angel e scuote la testa.
<<No avanti, chiediamo qualcosa di più originale, tipo ->>
<<Ma queste sono le domande che piacciono a Marc! Avanti Angel, prova ad indovinare!>>
<<Alex, avanti, per favore ->> cerco di mettermi ai ripari e di evitare di sbottare in faccia a mio fratello e di non far esplodere Angel.
Tanto è sicuro che non mi risparmierà una bella litigata.
Angel incrocia le braccia al petto e la vedo piantare le unghie all'interno della sua felpa. Sogghigna nervosamente e fa un cenno col capo.
<<Non so, un migliaio? Conoscendo il soggetto è possibile.>> sibila, inarcando un sopracciglio ed evitando di guardarmi.
<<Probabilmente arriverà a quel numero tra qualche anno.>> sogghigna Alex, e Angel scoppia a ridere in modo totalmente falso. Provo a toccarle una spalla, ma lei si sposta.
Cazzo.
<<Saranno più di trecento, vero fratello? Avanti, non fare il timido.>>
Alex, ti detesto.
<<Sì, più o meno sì.>>
<<Pensa quanto si è divertito!>> sibila Angel, sollevando un angolo delle labbra e iniziando a cercare qualcosa all'interno della borsa.
José mi guarda come a dirmi che sono in un bel casino.
<<Beh, ora a chi tocca?>> continua Alex, mentre Angel si allontana da me, mettendo tra noi il mio zaino e la mia borsa.
<<Non a me sicuro. Io non gioco più.>> replica Angel, e si porta le cuffie alle orecchie, per poi far partire la musica.
Sì, io Alex lo strozzo.
Cerco di attirare l'attenzione di Angel con lo sguardo, ma lei mi volta le spalle, e punta gli occhi fuori dal finestrino.
Tiro fuori il telefono dalla tasca dei jeans e inizio a scriverle dei messaggi. Abbassa lo sguardo e li apre, li legge, ma non mi risponde.
"Angel, ti prego, rispondimi!"
"Quello di cui parla Alex è il passato, è un qualcosa che non esiste più.'
Ma continua a non rispondermi.
E finché non arriveremo a Kuala Lumpur, ossia tra dodici ore più o meno, e al nostro hotel, non potrò chiarire con lei.
~·~
Il volo è iniziato già da più di un'ora, ed io ed Angel siamo seduti vicini, il problema è che non mi parla.
Si è messa a leggere un libro, e cosa peggiore, non mi ha più rivolto la parola.
È insostenibile continuare il viaggio in questo modo. Ho bisogno di chiarire con lei, e non posso aspettare ancora.
<<Angel, vai in bagno.>> le dico, in un sussurro.
Lei fa finta di non avermi sentito. Stringo le labbra per trattenere la rabbia, <<per favore. Altrimenti, giuro che ti bacerò qui davanti a tutti. Non ci metto molto a svegliare Alex, tranquilla.>>
Angel chiude il libro e mi fulmina con lo sguardo.
<<Di grazia, perché dovrei andare in bagno? Non devo andare a farci nulla.>>
<<Perché ti devo parlare. E non posso aspettare altre otto ore. Né continuare a parlare in questo modo.>> mi schiarisco la voce e Angel solleva gli occhi al cielo. In effetti, le sto chiedendo molto. Parlare con me quando non vorrebbe farlo, e per di più in un bagno usato da altre trenta e passa persone. Angel usa i bagni pubblici giusto se sta per esplodere.
Tira fuori qualcosa dalla borsa, che poi infila sotto la felpa. La guardo confuso, nonostante dovessi sapere benissimo di cosa si tratta.
<Vuoi che non pulisca almeno un po' il lavandino e la maniglia?>> mi chiede, come se la cosa fosse ovvia.
Conoscendola, è più che ovvio.
Angel sparisce lungo il corridoio, e dopo cinque minuti, la raggiungo. Busso contro la porta e Angel mi apre subito. Infila la piccola boccetta di disinfettante nella tasca dei jeans, e getta i guanti nel cestino, per poi lavarsi le mani.
<<Odio essere costretta a parlare con qualcuno con cui non vorrei parlare.>> mi accoglie, incrociando le braccia sotto il seno.
<<E quale sarebbe il motivo? Non mi pare di aver fatto nulla di male.>>
<<Ah già, hai ragione. Solo tu puoi fare stupide scenate di gelosia senza nessunissimo motivo.>> replica, piccata, rivolgendomi il più falso dei sorrisi.
<<Nessunissimo motivo, dici?>> mi pianto davanti a lei, e a causa dello spazio ristretto, il suo viso è a meno di un centimetro dal mio, <<il caro Joan pazzo di te, pronto a baciarti, me lo sono immaginato io, dunque? Che ti regala fiori, libri, viene fino a Cervera per te, adotta tutti i koala e pangolini del mondo per conquistarti, non è un buon motivo per essere geloso, secondo te? Non considerando il fatto che indossi anche questo ciondolo ogni due per tre.>> prendo tra le dita il ciondolo a forma di drago posato contro la sua felpa.
<<Io amo questo ciondolo! Non dovrei indossarlo o dovrei addirittura detestarlo perché non sei stato tu a regalarmelo? Vuoi che faccia qualcos'altro, papino? Vuoi mettermi in castigo?>> mi chiede, sbattendo le palpebre e portandosi le mani ai fianchi.
<<Puoi indossare quello che ti pare, non è questo il punto. Ma tu te la sei presa per qualcosa che non esiste più, mentre Joan esiste nel presente ed è la rappresentazione vivente del tuo tipo ideale, non puoi negarlo!>>
<<Ti rendi conto di come mi sento al pensiero che tu hai avuto più di...piú di trecento ragazze, un numero a tre cifre, mentre io...io sono stata solo con te e con tuo fratello? Ti rendi conto di come mi devo sentire nel realizzare con quante tu sia stato? Ti rendi conto di tutte le immagini che si affollano nella mia testa? La bambina ingenua con il fuckboy che se le fa tutte. Impazzisco solo al pensiero di te con un'altra!>>
Cerco di nascondere il sorriso che vorrebbe disegnarsi sulle mie labbra a quell'ultima frase che si è lasciata sfuggire.
<<Non mi è parso che a te importasse di quanto dovesse farmi impazzire l'idea di te con mio fratello. Con mio fratello, Angel!>>
<<Sì, infatti, hai cercato di metterci i bastoni tra le ruote tutte le volte che potevi.>> sibila, inarcando le sopracciglia.
<<Avrei fatto di tutto, sì, lo ammetto.>>
<<Perché sei un bambino di cinque anni. Non mi pare che io sono piombata nella tua stanza a interrompere i tuoi divertimenti con quella modella da quattro soldi. Eppure, avrei voluto urlare come una pazza. Ero gelosa, gelosa, e impazzisco al pensiero di tutte quelle con cui sei stato.>>
<<E dove sono ora, Angel?>> le chiedo, in un sussurro, spingendola contro il ripiano del lavandino. Lei spalanca gli occhi, con aria confusa, <<sono forse qui, con me? Chi è quella a cui ho chiesto di venire con me in Asia, a cui ho riempito la casa di fiori, chi è quella senza cui non riesco a dormire, quella che mi fa impazzire con uno sguardo, con cui farei l'amore ogni istante? Chi è Angel, dimmelo, avanti.>>
Angel punta gli occhi nei miei, il respiro più veloce. Osservo le sue labbra, poi i suoi occhi, infine annullo la distanza che ci divideva. La prendo per i fianchi, e la faccio sedere sul ripiano del lavandino, infilandomi tra le sue gambe.
Angel infila le dita tra i miei capelli e li tira, facendomi mugolare tra le sue labbra. La sento sorridere e mi morde il labbro inferiore.
<<Sono pazzo di te, Angel, pazzo, pazzo.>> sussurro, tra i suoi capelli, e Angel si aggrappa alle mie spalle, mordendomi il lobo dell'orecchio.
<<Stai facendo impazzire anche me, Marc, mi stai facendo impazzire...>> mormora, in un sospiro, e sento il mio cervello andare letteralmente in fumo, <<e ti odio per questo, ti odio...>>
Non appena raggiungo il suo punto più sensibile, e inizio ad accarezzarlo con le dita, Angel si lascia sfuggire un sospiro, e per far sì che nessuno ci senta, poso le labbra sulle sue.
<<Lo prenderò come un ti amo.>> mormoro sulle sue labbra, mentre le mie dita continuano ad accarezzarla.
Angel pianta le unghie nella mia schiena, e mugola tra le mie labbra.
<<Maledetto Márquez.>> sibila, gettando indietro la testa e non posso fare a meno di sogghignare. Torno a baciarla proprio nel momento in cui raggiunge il culmine, ed Angel posa la testa contro lo specchio alle sue spalle, e sulle sue labbra si disegna un sorriso, come se fosse finita in paradiso. E realizzare che sono io l'artefice di tale soddisfazione mi riempie di immenso orgoglio e piacere. Non appena Angel riapre gli occhi, mi porto le dita alle labbra, per accarezzarle con la punta della lingua. La vedo rabbrividire, gli occhi cupi, fissi sulle mie dita, le labbra gonfie, le guance arrossate, e d'improvviso, persino il bagno di un aereo sospeso in volo, diventa il posto più bello del mondo.
[Spazio Autrice]
Buonasera a tutte!
Il tour asiatico sta per terminare, tra poco si tornerà a Cervera e ve lo dico, mancano pochi capitoli alla fine, ma, ho in mente una sorpresa👀...
Ho dovuto dividere il capitolo in due parti perché sarebbe venuto davvero troppo lungo, per cui la seconda parte arriverà lunedì prossimo!
Che dite di questi due?
Io personalmente sono pazza di loro, e del loro essere gelosi l'uno dell'altro. Vi giuro, Marc e Angel stanno vivendo di vita propria, sono loro che stanno portando me per mano.
Ed è un emozione bellissima.
Vi ringrazio per il vostro sostengo e il vostro continuo affetto.
Fatemi sapere che pensate di questo capitolo, intanto vi ringrazio e vi dico che vi voglio bene ❤❤
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