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Broken Strings


[Let me hold you,
let me kiss you,
for the last time
It's the last chance to feel again]

[Marc]


[Novembre 2012]

<<Penso di essere ubriaco.>>

<<Solo?>>

Angel scoppia a ridere, ed io con lei. Alex ci osserva con fare stralunato. È brillo anche lui esattamente come Angel, a cui è bastato un bicchiere di birra per sciogliere un po' di quel ghiaccio che la rende algida e irraggiungibile.

I festeggiamenti per la mia vittoria del mondiale in classe Moto2 non si sono ancora spenti, ma io ho voglia di andare via da questa sala colma di gente. La musica che pompa ad alto volume mi batte in testa come se fossi un tamburo.

Intercetto lo sguardo di Laia in lontananza, fulminarmi con aria velenosa. Il suo sguardo si posa poi su Angel accanto a me e non posso fare a meno di sbuffare rumorosamente.

Noto che Alex sta scrutando Angel con fare confuso, il capo inclinato come se avesse capito qualcosa che fino a cinque minuti fa non aveva compreso.

Con la coda dell'occhio noto che Laia sta per raggiungerci e avvolgo una mano intorno al polso di Angel.

<<Scappiamo!>> le urlo nell'orecchio, e lei mi lancia un'occhiata confusa.

<<Per andare dove?>>

<<Ovunque tu voglia!>>

<<E Laia? E Alex?>>

<<È proprio da Laia che voglio scappare!>>

Faccio giusto in tempo ad incrociare per l'ennesima volta lo sguardo della mia ragazza, poi trascino Angel con me tra la folla che balla in mezzo alla pista del locale in cui abbiamo organizzato la festa.

<<E Alex? Ha sedici anni!>> mi ricorda Angel, bloccandomi.

<<E tu diciassette, e io diciannove. Dunque?>> sogghigno, alzando le spalle.

<<Non possiamo lasciarlo qui, da solo!>>

<<Ma ci sono gli altri, non è da solo! Smettila di pensare, Angel.>> picchietto leggermente sulla sua tempia sinistra, e lei scuote la testa, sbuffando una risata.

Porta una mano sul mio braccio e mi fa un cenno col capo. Non posso fare a meno di sorridere. Usciamo dal locale e Angel mi aiuta a stare in piedi per ben tre volte nel giro di un minuto.

<<Sono un pessimo fidanzato.>> commento, in un singhiozzo, per poi scoppiare a ridere.

<<Confermo.>> si limita a dire lei, mentre cammina accanto a me, continuando a tenermi per un braccio per evitare che caschi a terra di faccia, <<e pensare che ti ho detto io di provarci con lei, quando ho notato che ti piaceva. Povera, non si merita uno stronzo come te. Sei pessimo. Non sei fatto per stare con una ragazza, non sei fatto per stare con nessuno. Sei adatto solo a scopare.>>

<<Accidenti, ti si è sciolta la lingua?>> commento, non riuscendo a trattenere una risata, <<potevi limitarti al 'confermo'. Così mi ferisci.>> mi porto una mano al petto, e le rivolgo uno sguardo da cucciolo indifeso.

Angel mi squadra dalla testa ai piedi con un'espressione di disappunto, per poi schioccare la lingua. La boccata d'aria fresca che abbiamo preso non appena usciti dal locale deve averla già fatta tornare completamente in sé.

<<Ma non farmi ridere.>> scuote il capo, <<te lo meriti. Meriti di soffrire, e che qualcuno ti ripaghi con la stessa moneta, perché sei terribile. 'Fai come ti fanno che non è peccato'.>> dice, in italiano e io la guardo confuso, perché già sto facendo fatica a capirla nonostante stia parlando in spagnolo, e di conseguenza, non ho capito una parola di ciò che ha detto in italiano.

<<Lo sai che Laia è diventata ossessiva nei miei confronti? E che scoppia di gelosia nei tuoi?>>

Angel si ferma di colpo, ed io, con lei, come se fossi un burattino.

<<Cosa? E perché? Tra l'altro, se sta con te, è solo grazie a me!>>

<<Perché sostiene che io passi troppo tempo con te, che io parli troppo di te, che tra le due, lei viene sempre dopo di te. Io ho cercato di dirle che al primo posto viene la mia moto e ->>

<<Aspetta un secondo: lei ti ha detto queste cose e tu stasera sei scappato da lei...con me?>>

Resto a fissarla interdetto per qualche istante, mentre lei mi fissa come se fossi un completo idiota.

<<Sì, ma...sono scappato solo perché non volevo sorbirmi l'ennesima scenata! E...dovevo venir via con te, tu...beh, tu sei tu.>> soffio, con ovvietà.

Come fa ad essere un'ovvietà?
Perché questo rapporto così stretto con lei non mi spaventa, mentre qualunque altro rapporto con qualsiasi altra ragazza mi fa impazzire?
Prima dell'arrivo di Angel nella mia vita non mi interessava costruire nessun genere di rapporto con una ragazza.
Mi bastavano le mie cugine, Anna, che conoscevo dalle medie, ma con cui non avevo mai avuto un rapporto simile.

Fino a quando non avevo vinto il titolo in 125, le ragazze non mi avevano mai considerato, anzi, mi avevano sempre preso in giro per il mio fisico troppo infantile e fanciullesco, per nulla virile. Poi, quando avevo iniziato a vincere e a conquistare podi, e infine il titolo e il mio fisico a cambiare, il loro atteggiamento nei miei confronti era completamente cambiato.
D'improvviso, avevano iniziato a girarmi intorno come degli orsi al miele.

E avevo deciso che ne avrei approfittato, che avrei iniziato a divertirmi e a prendermi la mia rivincita.

Poi, era arrivata Angel.

E qualcosa di totalmente sconosciuto mi aveva annebbiato la mente.

<<Idiota!>>

Angel mi riporta alla realtà dandomi un pugno in testa.

<<Ahia!>> esclamo platealmente, e lei mi afferra per le spalle.

<<Come pensi di far sparire i suoi dubbi e le sue paure se invece fai in modo di confermarle? Ti si deve insegnare tutto? A volte mi chiedo se voi uomini siate dotati di cervello o se quella palla sistemata sul vostro collo serva solo per separare le orecchie.>>

<<Sei sicura di essere ancora brilla?>> le domando, cambiando totalmente discorso.

<<No, ora sono incazzata!>>

<<Ma perché?>> sogghigno io, alzando le spalle.

<<Perché!? Marc, tu...sei innamorato di Laia?>>

La testa inizia a girarmi, e improvvisamente non vedo più solo un' Angel, ma tre. Vorrei poter dire una bugia, ma ora sono totalmente senza filtri, come ogni volta che mi sbronzo.

Dico sempre ciò che penso e provo realmente.
Sono più fragile che mai quando mi ubriaco.
Ma essere fragile davanti ad Angel non mi ha mai spaventato.

<<No.>> soffio e lei mi osserva sorpresa per qualche istante.

<<E allora perché...perchè stai con lei?>>

<<Perché, in fondo, mi piace. Non ne sono innamorato, ma mi piace molto, io le piaccio, e allora perché no?>>

Angel mi osserva in silenzio per diversi istanti, e io scoppio a ridere improvvisamente, dandole una spinta leggera.

<<L'angelo di ghiaccio che parla di sentimenti, sogno o sono semplicemente ubriaco?>>

<<Cretino!>> mi rimprovera Angel, facendo per tirarmi uno schiaffo sul collo, ma io scappo in mezzo alla strada, e lei mi viene dietro.

<<Dove stai andando?>>

<<Non lo so.>> replico, scoppiando a ridere e fermandomi nel bel mezzo della strada, <<ti porto su una stella?>>

Angel mi da una spallata, per poi afferrarmi per una mano quando nota che sto per andare a sbattere contro un palo della luce. La fisso per qualche istante, poi mi inginocchio davanti a lei.

<<Dopo un anno che ci conosciamo vuoi già chiedermi di sposarti?>> mi domanda, ironica, prendendomi per il mento e chinandosi di poco verso di me.

<<Perché no? Ti va di sposarmi?>> le chiedo, prendendole una mano e rivolgendole un sorriso sghembo. Angel mi porta l'altra mano sulla fronte, e mi da una leggera spinta.

<<Fossi pazza.>> replica, togliendo la mano dalla mia stretta e aiutandomi a mettermi in piedi.

<<Sappi che mi hai spezzato il cuore.>> piagnucolo e lei si limita a scrollare le spalle, guardandosi intorno.

<<Pazienza.>>

Punta lo sguardo su di me, e ad un tratto infila le mani nelle tasche dei miei pantaloni.

<<Ehi ragazza, che stai cercando di fare? Pensavo che io e te fossimo solo amici. In più, hai appena rifiutato di sposarmi.>> mormoro suadente, osservando la sua testa castana piegata verso i miei pantaloni.

<<Ho finito gli insulti per stasera, e poi con te, almeno per oggi, sarebbe come sparare sulla croce rossa.>> ribatte, afferrando le chiavi della mia macchina.

<<Cosa vuoi fare con quelle, che non sai neppure quale sia l'acceleratore?>> la prendo in giro e lei punta l'indice sulla mia fronte per spingermi lontano da lei.

<<A tanto così da prenderti a botte, stasera.>>

<<Allora non sei completamente fatta di ghiaccio.>> continuo, mentre lei mi afferra per un braccio. Angel apre lo sportello posteriore della mia auto e mi spinge all'interno.

<<Ehi, un po' di rispetto! Sono un campione del mondo!>>

<<No, sei un emerito cretino.>> ribatte, raggiungendomi e chiudendo lo sportello. Fisso lo sguardo sul posto vuoto del conducente.

<<Cosa dovremmo fare qui dentro? Ci porterà a casa l'uomo invisibile?>>

<<E chi vuole tornare a casa?>> sogghigna Angel, socchiudendo le palpebre, <<possiamo restare comodamente seduti qui, senza che io debba tenerti di continuo per un braccio perché rischi di cadere di faccia una volta sì e quella dopo anche. E poi sta iniziando a fare freddo.>>

<<Beh, è l'una del mattino.>> mi limito a dire mentre Angel posa le sue gambe sulle mie, <<ho bisogno di una birra.>>

<<Basta! Non ti pare di aver bevuto troppo?>> Angel mi afferra per il mento e io mi sporgo verso di lei per posarle un bacio sulla punta del naso, candidamente.

Angel spalanca gli occhi e mi fissa piena di sorpresa, sento le sue dita sulla pelle del mio viso tremare appena.

Vedo poi un lampo attraversare il suo sguardo, e i suoi occhi tornato ad essere freddi e impenetrabili.

Si stacca da me, e torna ad appoggiarsi contro il sedile.

<<Moon river, wider than a mile
I'm crossing you in style some day
Oh, dream maker, you heart breaker
Wherever you're goin', I'm goin' your way.>>

Sollevo la testa, sorpreso dal sentirle cantare quella canzone.

<<Perché stai cantando questa canzone? Dici sempre che ti fa piangere.>>

<<Forse, ho voglia di piangere. Forse è il mio modo di fare quando sono brilla.>>

<<Tu non sei più brilla da un pezzo.>> le faccio notare, e Angel si gira verso di me. Un sorriso triste le si dipinge sulle labbra.

<<Andiamo a casa tua.>>

<<Perché?>> mi domanda, confusa.

<<Perché così potremo metterci sul tuo letto a guardare un film.>>

<<Rapunzel? O Colazione da Tiffany.>>

<<Colazione da Tiffany ti fa soffrire.>>

<<Proprio per questo è il mio film preferito. E perché Holly è così simile a me. E comunque anche Rapunzel mi fa soffrire.>>

<<Come fa a farti soffrire un cartone animato?>>

<<Idiota, lo vedi che non capisci nulla?>> mi da un colpo sulla spalla, <<ma tanto sei ubriaco, quindi non ricorderai quello che dirò.>> alza le spalle, e getta la testa indietro, posando gli occhi sul tettuccio dell'auto.

<<Anche io mi sento chiusa in una torre impenetrabile. E Flynn Rider, che amo immensamente, non esiste. Nessuno mi troverà mai.>>

La osservo, quasi scioccato da quelle sue parole.
Angel si sta mostrando fragile?
Mi sta parlando delle sue paure?

L'unica volta che mi ha aperto il suo cuore è stata dopo l'incidente in Malesia.
Quel suo sguardo, quando mi ha visto, non appena sceso dall'aereo, mi è rimasto piantato nel cervello.
È stato quello il momento in cui io e lei ci siamo legati indissolubilmente l'uno all'altro.
Quella paura che le ha riempito gli occhi, il suo gettarsi verso di me e abbracciarmi, per la prima volta. Quel suo stringermi come se si fosse resa conto che avrebbe potuto perdermi per sempre. Il suo starmi sempre, sempre vicino anche nei difficilissimi mesi seguenti, con quel tenero sorriso dipinto sulle labbra che quasi stonava con quella sua perenne freddezza, la sua apprensione, il suo darmi forza e coraggio.

È stato quello il momento in cui Angel è diventata semplicemente "la ragazza", per me. È stato quello il momento in cui mi è diventata indispensabile. Quella a cui chiedevo sempre un consiglio o un parere, quella il cui parere contava al pari di quello dei miei genitori e di Alex.

<<Saranno sempre tutte gelose di te, Angel. Perché quello che abbiamo io e te, io non l'avrò mai con nessun altro.>>

Angel solleva lentamente gli occhi su di me. Non ho risposto alla sua affermazione per non farla sentire fragile e vulnerabile. Come se non avessi fatto caso a quello che ha detto.

<<Tu però, al mio contrario ricorderai queste mie parole.>>

Angel allunga una mano e mi accarezza i capelli proprio sopra l'orecchio.

<<Da quando ti conosco la mia vita è diventata bellissima, Marc. Hai stravolto il mio mondo e non ti ringrazierò mai abbastanza per questo.>>

Non riesco a fare a meno di sorridere e mi sporgo verso di lei, posando la fronte contro la sua.

<<Mi hai detto anche questo perché sai che non lo ricorderò?>>

Angel punta gli occhi nei miei per poi annuire.

Qualcosa però mi dice che queste parole, io, le ricorderò perfettamente.

                               ~·~

Quando riapro gli occhi, la prima cosa di cui mi accorgo è che la mia testa è sul punto di esplodere.
La seconda cosa, è che questa non è la mia stanza.

Sollevo la testa con estrema fatica e l'immagine di una pianura dorata sotto il sole, da dove sbucano due ghepardi, mi riempie lo sguardo.

Getto nuovamente la testa sul cuscino con un gemito.

Un momento.

Ghepardi?

Sono nella stanza di Angel!

Che ci faccio nella stanza di Angel?

E che ci faccio nel suo letto?

Incurante della testa che scoppia, sollevo le lenzuola e mi rendo conto di indossare solo i boxer.

Perché sono a casa di Angel, nel suo letto e con indosso solo i boxer?

E perché non ricordo nulla?

Possibile che io e lei...?

No, non è assolutamente possibile.

Non è da Angel.

E lei dov'è, ora?

<<Oh, ben svegliato.>>

Sento la sua voce, più bassa e dal tono suadente, provenire da un angolo della stanza.

Sollevo nuovamente la testa, con un lamento, e la vedo, appoggiata con una spalla contro lo stipite della porta, i capelli sciolti e un bicchiere stretto in una mano. Solo in quel momento mi accorgo del sorrisetto che ha disegnato sulle labbra.

<<Mi sta scoppiando la testa.>> mormoro, chiudendo gli occhi.

<<Ci credo. Chissà quanto hai bevuto ieri sera.>> replica e mi porge un bicchiere d'acqua. La guardo confuso, <<perché mi guardi così? Lo sai che devi bere dopo la sbornia che ti sei preso.>> mi lamento.

<<Non riesco neppure a tenere su la testa.>> Angel fa un verso di impazienza, posa il bicchiere sul comodino e fa scorrere un braccio lungo le mie spalle. Il tocco della sua pelle contro la mia mi provoca una fitta allo stomaco.

<<Avanti, appoggiati contro lo schienale del letto.>> mi porge poi il bicchiere, <<bevi, avanti.>>

Angel si siede accanto a me, mentre bevo, e mi osserva con fare incerto, ma al tempo stesso leggo qualcosa di carezzevole nel suo sguardo.

<<Hai fame? Devi mangiare qualcosa tipo dei cereali integrali o delle fette biscottate con della marmellata. Ho entrambe le cose, cosa preferisci?>> mi chiede, alzandosi e facendo per allontanarsi quando io la blocco, prendendola per un polso.

<<Che tu, ora, resti qui vicino a me.>> la faccio sedere nuovamente al mio fianco, e vedo un lampo di timore attraversarle lo sguardo.

<<Ecco, io...che...che ci faccio qui?>>

I suoi occhi si rischiarano tutt'a un tratto e vedo chiaramente l'accenno di un sorriso disegnarsi sulle sue labbra.

<<Quindi tu non ->> si porta le mani al viso, per poi scuotere la testa, <<ecco, allora, sì, sei piombato qui verso mezzanotte e mezza, e hai minacciato di svegliare l'intera strada cantando, se non ti avessi aperto. Capirai, quindi, che sono stata costretta ad aprirti.>> sogghigno, e mi porto una mano alla testa.

<<E perché sono senza vestiti e...nel tuo letto?>>

Angel inclina di poco la testa, socchiudendo le palpebre.

<<Perché sei voluto venire per forza sul letto con me. E beh, sai che sul mio letto non ci si sale con...i vestiti con cui si esce.>>

Fisso gli occhi nei suoi.

<<Quindi...io e te abbiamo dormito insieme?>>

<<Già. Per fortuna io sono minuta, e il letto è almeno di una piazza e mezza, perché sarebbe stato praticamente impossibile dormire insieme, se fosse stato più piccolo. Inoltre, beh, ho dovuto proprio scollarti da me stamattina, non mi hai lasciato neppure per un secondo, per tutta la notte.>>

Sento il sangue scorrere più velocemente nelle mie vene al pensare che ho dormito tenendo stretta a me Angel per tutta la notte.

Ma decido di cambiare discorso.

<<E tua madre?>>

<<Mia madre è stata di sopra, con mia zia. Per fortuna si era portata i vestiti da indossare oggi già ieri sera, altrimenti...>> Angel sogghigna scuotendo la testa, <<comunque ho avvertito i tuoi che eri rimasto da me. Erano molto preoccupati. Un giorno farai venir loro un infarto.>> commenta Angel, schioccando la lingua.

<<Quindi...quindi Alex sa che...sono rimasto a dormire da te?>>

<<Esattamente.>>

Angel allunga una mano verso di me, e mi accarezza i capelli proprio sopra l'orecchio destro, guardandomi con intensità.

Quel gesto, unito a quello sguardo, mi riporta alla notte in cui ho festeggiato la vittoria del mio mondiale in Moto2 con lei, nel retro della mia vecchia macchina. Quella è una delle poche volte in cui, nonostante fossi ubriaco, sono riuscito a ricordare alcune cose, come quel suo gesto e quel suo aprirmi il cuore con quelle parole che non ho più dimenticato.

D'improvviso, un flash mi annebbia lo sguardo. L'immagine di Angel nella penombra della sua stanza, tra le mie braccia, qui sul suo letto, mi toglie il respiro.

<<Marc, stai bene?>> mi richiama Angel, posandomi entrambe le mani sulle guance.

<<Io - sì, sì.>>

Angel accenna un sorriso talmente dolce e carezzevole che mi sento toccare sin nel profondo del cuore. Mi osserva per qualche istante in un modo così intenso che non credevo possibile. Pensavo che non mi avrebbe mai guardato in un modo simile. Accarezza appena uno dei miei ricci sulla fronte, continuando a guardarmi in quel modo, e mordendosi appena il labbro inferiore. Si sporge poi verso di me e mi posa un bacio delicato sulla fronte.

<<Allora, cosa preferisci per colazione?>> mi domanda, ma il mio cervello è già praticamente andato. Sono senza vestiti nel suo letto e tutto ciò che vorrei è stringerla contro il mio petto e non lasciarla andare mai più.

<<I cereali. Sì, grazie.>> soffio, e la osservo mentre si allontana da me.

<<Fra tre minuti è pronto. A versare dei cereali in una tazza di latte freddo sono capace anche io. Vengo subito.>>

Mi porto due dita alle tempie, mentre ricordi confusi e assurdi iniziano ad agitarsi nella mia mente. Strizzo più volte gli occhi e ricordo il momento in cui sono venuto a casa di Angel, quello successivo in cui ho iniziato ad urlare una canzone per convincerla ad aprirmi, poi il nulla...

<<Il divano è comodo, ma è lontano da te. Il pavimento è duro, freddo, ma vicino a te. E va bene così.>>

Ricordo perfettamente di aver detto questa frase. Joder, mi sono reso ridicolo! Prendo il cuscino e me lo premo sul viso, con rabbia. Magari soffoco, così risolvo ogni problema.

Vorrei che la mia mente smettesse di andare a raccogliere frammenti di quello che è successo ieri sera. Se non so, sto molto meglio.

<<Io sono tuo, anima e corpo.>>

Spalanco gli occhi, mentre mi si raggela il sangue nelle vene.
Dove ho sentito questa frase?
Non posso sicuramente essere stato io a dirla. È impensabile, inconcepibile.

L'immagine di me, seduto sul letto accanto ad Angel, mentre le sussurro queste parole all'orecchio appare davanti ai miei occhi come la pellicola di un film.

<<Colazione a letto. Ti avverto, non succederà mai più. Ma - Marc, tutto bene?>>

Mi tolgo di scatto il cuscino dal viso e l'ultimo frammento mi ritorna alla memoria.

<<Sono sempre stata tua, Marc. Lo sono sempre stata e lo sarò sempre.>>

Il mio cuore perde un battito, mentre quelle parole, pronunciate dalla voce di Angel, mi risuonano nelle orecchie.

Devo averle sognate, non c'è altra spiegazione, non può averle dette sul serio, non è assolutamente possibile.

Angel non le avrebbe mai dette.

Eppure, mentre la vedo venire verso di me, con aria preoccupata, il ricordo si fa ancora più nitido, e persino la sensazione del suo respiro che mi increspava le labbra torna a farmi attorcigliare le viscere.

Lo ha detto davvero.

Lo ha detto perché convinta che non ricordassi nulla, proprio come nella maggior parte delle volte.

Ma questa volta ho ricordato, proprio come quella volta dopo aver vinto il mondiale di Moto2.

<<Marc?>> continua Angel, scuotendomi per una spalla.

Lo ha detto davvero.

Non riesco più a formulare un pensiero di senso compiuto. Non riesco a fare altro che pensare al momento in cui mi ha detto quelle parole.

Ha detto che è mia.
Ha detto che è sempre stata mia.

Ed era lucida, era perfettamente in sé.

Il cuore mi si accartoccia nel petto, il respiro mi si azzera e lo sguardo mi si annebbia.
Perché non ho sognato altro nell'ultimo anno, non ho sognato altro da quando l'ho vista per la prima volta.

Mi porto una mano tra i capelli, non avendo idea di come comportarmi. Voglio baciarla, baciarla, baciarla e morire sulle sue labbra.

La tiro per un braccio, e le prendo il viso tra le mani, accarezzandole le guance con i pollici.

<<Marc, che hai?>>

Il lampo che attraversa i suoi occhi mi fa bloccare. È spaventata, timorosa.

Mi ha aperto il suo cuore solo perché pensava che non avrei ricordato.
E io invece voglio che lei mi dica le esatte parole che mi ha detto ieri sera guardandomi negli occhi, da sobrio. Voglio che me lo dica senza paure, né timori.

Per l'ennesima volta, la lascio andare, e per l'ennesima volta, il mio cuore, dalla gioia più immensa, sprofonda nel buio.

<<Nulla. Scusa, ero...mi sento scombussolato.>>

<<Allora mangia. Dai che ho fame, e quella fetta di torta al cioccolato mi sta chiamando.>>

Angel sale sul letto accanto a me e accende il televisore, mentre prende un sorso di latte.

<<Dovrai sorbirti Scooby Doo, mi spiace.>> alza le spalle candidamente, accennando un sorrisetto compiaciuto.

Prendo un boccone di cereali e mi accorgo improvvisamente di avere una fame da lupi.

<<Chissà perché me lo aspettavo.>> replico, ironico, ammirandola in tutto il suo candore.

Angel si limita a socchiudere le palpebre, e la vedo giocherellare con qualcosa sotto la maglietta, come se avesse una specie di ciondolo al collo, ma che io non riesco a vedere a causa della maglia.

Il suo cellulare, accanto a me, si illumina e vibra.

<<Puoi passarmelo, per favore?>> mi chiede, continuando a tenere lo sguardo fisso sullo schermo del televisore.

Lo afferro, e nel farlo, accendo lo schermo.

Le è arrivato un messaggio su whatsapp, probabilmente di Rafi o Alex. Glielo porgo e la osservo con la coda dell'occhio.

Noto un lampo attraversarle lo sguardo, e un sorriso colorarle le labbra. Digita qualcosa in risposta, poi lo appoggia accanto a sé.

<<Marc, avanti, mangia!>> mi riprende subito dopo.

Mi scuoto, e riprendo a mangiare.
Se non sapessi, se non ricordassi quello che mi ha detto ieri sera, penserei che a causare quel sorriso sia stato un messaggio di Alex.

Sto impazzendo a causa della confusione.
Come può Angel controllarsi a tal punto da condizionare le sue emozioni?
Come può la sua mente manipolare a tal punto il suo cuore?
Perché crede in quel che dice quando parla di Alex, quando mi dice di amarlo?
Perché ne è così convinta?
Perché allora a lui non è mai riuscita a dirlo, ancora?
Come può vivere tenendo in catene la sua anima?

<<Vuoi riposare un po'? Avrai bisogno di dormire per smaltire la sbornia.>> Angel mi richiama alla realtà, accarezzandomi un ciuffo di capelli.

<<Ma...qui?>>

<<Se vuoi. Altrimenti, se ti senti già un po' meglio, puoi tornare a casa.>>

Fingo di pensarci per un istante.

<<Ho la testa che mi batte come se avessi un batterista nel cervello...>> piagnucolo, e lei scuote la testa sorridendo.

<<Allora avanti, mettiti giù e dormi.>> mi lascia una carezza sul braccio, poi spegne la tv e scende dal letto, per andare ad abbassare le serrande.

<<Com'è che sei così premurosa, oggi?>> le domando, guardandola di traverso.

<<Non mi va di infierire dopo la mega sbronza che ti sei preso ieri.>> spiega, alzando le spalle, <<sogni d'oro.>>

Angel si chiude la porta alle spalle, e mi porto le mani tra i capelli, per poi tirarli in un gesto di stizza.

Angel prova per me le stesse cose che provo io...per lei?

Che sia davvero possibile?

                           ~•~

[Angel]


Avevo tirato un sospiro di sollievo quando Marc mi aveva detto di non ricordarsi nulla di ciò che era successo domenica notte.

Ne ero certa, perché Marc non ricordava mai nulla quando si ubriacava. O meglio, quasi mai.
Si ricordava difficilmente dei gesti, delle sue azioni, ma di ciò che diceva o che gli si diceva, non ricordava quasi mai nulla.

Avevo passato tutta la notte sveglia a guardarlo mentre dormiva al mio fianco, ad ascoltare i suoi respiri leggeri, il calore del suo corpo contro il mio, a tracciare il suo profilo con la punta dell'indice, ad accarezzargli i capelli e a bearmi del modo in cui mi teneva stretta a sé, quel modo caldo, possessivo, e al tempo stesso carezzevole che faceva precipitare il mio cuore in un pozzo profondo.

Con Marc accanto mi sentivo viva come non mai, mi sentivo bruciare. Sentivo qualcosa di indescrivibile scorrermi nelle vene, qualcosa che mi provocava come delle scariche elettriche nel mio sangue, che mi pizzicava al centro del petto.

Come una droga, di cui a lungo andare, non potevi più fare a meno.

Era stato così bello stargli accanto. Avrei voluto che il tempo si fermasse, e che non andasse più via.

Ma non appena era uscito da casa mia, la ragione aveva iniziato a prendere nuovamente il controllo di me stessa.
Provare quei sentimenti e quelle emozioni così forti mi avrebbe portato alla sofferenza, al dolore, all'essere vulnerabile e fragile, all'essere debole e facilmente attaccabile.

Significava dare un potere ad un'altra persona su di te.
E io non potevo permetterlo, non volevo permetterlo.

Marc nelle ultime settimane mi si era avvicinato a tal punto da farmi tremare il cuore, ma io dovevo tenerlo a debita distanza.
Non potevo dargli quel potere.
Il suo ego non aveva bisogno anche di quello.
Ne aveva già abbastanza, di potere.

Avevo cercato di dimenticare quello che era successo tra me e Marc, concentrandomi su Alex. Dal giovedì prima della gara di Misano, il nostro rapporto era diventato più difficile, meno spontaneo. Andavo da lui per stargli accanto mentre cercava di recuperare dall'infortunio in vista di Aragon, e parlavamo a monosillabi.

Mi sforzavo di capire che accidenti fosse successo da poter cambiare il nostro rapporto nel giro di così poco tempo. Non poteva essere solo perché mi ero lasciata sfuggire di voler tornare a casa mia, un giorno.

Poteva Alex aver dato tutto questo peso ad una semplice frase?
I mesi che avevamo trascorso insieme non contavano nulla?

Ero troppo orgogliosa per fare il primo passo. Ero già troppo premurosa con lui, secondo i miei standard, chiedergli per l'ennesima volta cosa ci fosse che non andava era troppo.

Stamattina, mentre ero al bar, mi ha chiamato dicendomi che sarebbe passato da me, nel pomeriggio.
Mi sentivo un po' più serena.
Forse avremmo parlato e ci saremmo chiariti.

Continuo a girare per il salotto, con Duchessa che mi viene dietro ad ogni passo. Infilo le mani nella tasca centrale della mia felpa di Sherlock, mentre imperterrita, continuo a mordicchiarmi il labbro inferiore.

Vorrei che Alex arrivasse presto, ho bisogno di sentirlo dire che va tutto bene, e che quelle parole che mi sono lasciata sfuggire, non hanno alcuna importanza per lui.

Il trillo del citofono interrompe il fiume dei miei pensieri. Corro ad aprire il portone ad Alex, e lo attendo con impazienza. Quando la sua alta figura appare sul pianerottolo, sorrido, nascondendo un sospiro.

<<Alexito, finalmente! Come stai, oggi?>> lo accolgo, prendendolo per una mano e tirandolo dentro.

<<Meglio.>> lo vedo abbozzare un sorriso, ma i suoi occhi sono spenti, lucidi, e quasi...tristi.

Sento un peso sul mio cuore, aumentare ogni secondo di più.

<<Sicuro?>>

Alex mi stringe la mano più forte, e si avvicina a me, guardandomi dall'alto. Mi sento così piccola davanti a lui, che mi sovrasta con la sua altezza. Odio sentirmi così piccola, mi pare quasi che mi si tolga il respiro. Per questo mi sento sempre più a mio agio con persone che non mi sovrastano, quindi relativamente poche. Marc è uno di questi.

Pare fatto apposta per me...

Cancello quel pensiero dalla mia mente, perché sono le stesse parole che Marc mi ha sussurrato all'orecchio domenica notte.

<<Io sono stato fatto per te, e tu sei stata fatta per me.>>

Le sue parole mi rimbombano nel cervello come una melodia maledetta.

Socchiudo gli occhi come a voler cancellare quelle parole dalla mia mente, e sento le labbra di Alex posarsi sulle mie.

Mi stringe forte a sé, e mi bacia con una tale intensità che mi spiazza. Come se fosse l'ultima volta.

<<Ehi! E questo bacio?>> gli chiedo, non appena ci allontaniamo. Alex rimane vicino al mio viso, gli occhi chiusi, la fronte poggiata contro la mia.

<<Corazón...>> mormora, e leggo un che di sofferente nella sua voce, che mi crea una piccola crepa sul cuore.
Mi scosta una ciocca di capelli dal viso, e sui suoi occhi verde nocciola pare calare la tempesta.

<<Io...non ho idea se quello che sto per fare sia giusto o sbagliato. Probabilmente sto facendo la più grande cazzata della mia vita.>> parla, dandomi le spalle e io non capisco ciò che vuole dire, sento solo quel peso sul cuore aumentare ad ogni sua parola. Lo vedo prendere un respiro profondo, poi tornare a guardarmi in viso.

<<Angel, io e te abbiamo un rapporto bellissimo. Tu sei...dio, sei una creatura divina. E per me, questi mesi con te, sono stati un privilegio. Per me sono stati come un sogno, un sogno da cui non avrei mai voluto svegliarmi. Non potevo credere, e tutt'ora, continuo a non credere che tu mi abbia fatto questo regalo. Mi hai incantato dal primo istante in cui ti ho visto, e io nella tua vita vorrei esserci sempre, sempre. Per sempre. Solo che...io ->> strizza gli occhi, portandosi una mano alla fronte, <<io non penso di essere la persona giusta per te.>>

Resto letteralmente impietrita.

Immobile, con lo sguardo fisso sulla sua figura.

Devo aver sentito male.
Ho sicuramente sentito male.

<<Devo...devo aver sentito male, Alex, vero? Ho capito male, non è così?>>

Alex mi osserva, quasi con disperazione.

<<No, Angel. È proprio quello che ho detto. La tua persona deve stravolgerti la vita, infiammarti il cuore, scombussolarti la mente. E io non penso di essere quella persona.>>

<<Ma invece sì, lo sei! Lo hai detto prima, questi mesi insieme sono stati fantastici, sono stati una scoperta, per me! D'accordo, non è facile avere a che fare con me, ma mi sono impegnata moltissimo per ->>

<<Angel, tu mi hai fatto provare tutte quelle cose che ti ho accennato prima! Ma io, io le ho fatte provare a te?>>

Per l'ennesima volta, resto in silenzio. Non posso non ribattere, non posso far sì che finisca così. Sento il cuore battere come un pazzo nel mio petto, perché non posso perdere Alex.

Non posso.

<<Ma io - Alex, io sto così bene con te!>>

<<Ma anche io, Angel!>> viene verso di me, e mi prende le mani, <<ma io per te sono ancora Alex, quello che ti scatena tenerezza, quello che sono sempre stato.>>

<<No, questo non te lo concedo!>> sbotto, allontanandomi da lui, <<per me non sei più lo stesso di sei mesi fa. Non avrei potuto...io non ->>

<<Lo so, lo so, hai ragione.>> solleva le mani, come a volermi chiedere scusa, <<il nostro rapporto si è sicuramente evoluto, non è più quello di sei mesi fa. Io penso che tu abbia scelto di provarci con me perché ti fidavi, di me. Volevi provare ad amare, ed io ero la persona più giusta, secondo te. Sbaglio, forse?>>

<<Tu mi facevi sentire sicura.>> ammetto, la voce che mi si spezza, <<ma non puoi dirmi che...che tutto questo è stato causato da quella stupida frase detta senza...senza neppure pensare, più di una settimana fa.>> stringo i pugni, l'orgoglio che mi infiamma il cuore.

<<Senza pensare Angel, appunto! Lo hai detto senza pensare. Senza ragionarci sopra, e proprio questo, basta per far capire che è ciò che vuoi davvero. È stato spontaneo, lo hai detto senza filtri, e quando non abbiamo filtri, siamo la versione più onesta di noi stessi. Io non ti ho fatto dubitare, né pensare di cambiare i tuoi piani futuri neppure per un frammento di secondo. Non pretendevo che lo facessi, e non lo pretenderei mai, ma...almeno attraversare la tua mente, per un istante. Questa era l'unica cosa che volevo. Io ti amo Angel, sì, ti amo anche ora. Anche ora, che mi rendo conto che questa è la cosa più giusta da fare.>>

<<La cosa più giusta da fare!?>> la rabbia sostituisce la sorpresa, il dolore di sentirsi nuovamente abbandonati. Sento le mani tremarmi, la vista che si annebbia, <<mi stai mollando usando la retorica del 'non sei tu, sono io' o 'non ti merito' et similia! Forse in realtà non mi hai neanche neppure amato, che dici, corazón?>> erompo, come un fiume in piena, come se stessi per esplodere.

Vedo Alex sussultare. Finora questo mio lato era un'esclusiva di Marc. Io e Alex non abbiamo mai, mai litigato in sei anni.

Prima o poi sarebbe dovuto accadere.

<<Sto semplicemente ragionando Angel, quello che hai sempre fatto tu. Bisogna anche guardare le cose con obiettività, per quanto questa obiettività mi stia lacerando il cuore, perché tu lo sai, lo sai quanto ti ho amato e quanto ti amo. Ti ho consegnato il mio cuore. Ma tu Angel, non sei mai stata pronta a darmi il tuo. Di nuovo, io so che tu sei la mia persona. Ma io non sono la tua.>>

Scuoto la testa, sempre più furiosa. La rabbia e l'orgoglio mi stanno dilaniando.

<<Bene. Hai fatto la tua scelta e non si torna indietro, da qui tu non torni indietro, Alex. Secondo te è la scelta migliore? Va bene, perfetto. Non ti aspettare che io pianga, perché le uniche lacrime che solcheranno questo viso saranno quelle della rabbia, perché tu non hai idea di quanto io sia furiosa in questo momento. E adesso vattene, sparisci, e ->> mi sfilo l'anello che mi ha regalato, mentre sento le lacrime di rabbia pungermi agli angoli degli occhi e glielo lancio addosso, <<riprenditelo. Non ha più valore, per me.>> sollevo il mento, in tono di sfida, perché l'orgoglio e la fierezza sono le uniche cose che ho.

Le uniche cose che mi rimangono.

Mi dirigo a passo spedito verso la porta di casa e la apro, e senza rivolgergli neppure uno sguardo, attendo che lui esca dal mio appartamento.

<<Angel, ti prego ->>

<<Ogni parola è superflua ora.>>

Gli chiudo la porta in faccia e mi ci appoggio contro, per poi lasciarmi scivolare contro di essa, affondando il viso nel morbido tessuto della mia felpa.

Alex ha appena mandato tutto, tutto in frantumi.

E io ora non so cosa fare.

[Spazio Autrice]

Salve ragazze!
Vi chiedo scusa per l'attesa, ma, come sapete, è stato molto difficile per me scrivere questo capitolo, soprattutto l'ultima parte.
Alex e Angel hanno rotto 💔 e io sono molto triste, per questo, perché, come sapete, a me piacevano molto insieme (scommetto che voi invece state festeggiando 😑)
Cosa ne pensate invece della prima parte di questo capitolo? Marc si è ricordato ogni cosa...secondo voi cosa accadrà d'ora in avanti?
Sono aperte le scommesse, fate il vostro gioco, ragazze 💸
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Vi rinnovo il mio affetto e vi ringrazio per continuare a seguire questa storia.
Un bacio 💋

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