Cap. 9 - King Inna Earth
Martedì sera.
Un giorno come tanti altri, senza eventi particolari, senza un'occasione speciale da festeggiare.
Mezzanotte.
Un orario bizzarro in cui darsi appuntamento, a meno che non si è uno spacciatore invischiato in traffici loschi o una prostituta in attesa di un cliente. Oppure una star di fama internazionale con una schedule allucinante e un ballerino di danza contemporanea che ha finito le prove un'ora fa.
Capelli sciolti.
Una rarità. Non so bene perché ma stasera mi andava così. Forse volevo cambiare. Forse ho semplicemente pensato che si abbinassero bene alla camicia. Non che mi sia messo giù particolarmente elegante visto che il resto del look è costituito dalle solite Vans, da un paio di jeans strappati e dalla mia immancabile giacca di pelle. Boh. Che cazzo ne so.
Infilo le mani nella tasca della giacca, lo sguardo fisso verso il pavimento, la testa in subbuglio, talmente piena da non riuscire a distinguere i pensieri. Intorno a me solo un vecchietto insonne a spasso con il cane e una fila di auto parcheggiate. Una strada qualunque, per non dare nell'occhio. Non che mi interessi particolarmente il luogo dell'incontro. Mi interessa chi sto per incontrare.
Il suono di un motore, due fari che illuminano la via e una Hyundai scura che si avvicina al marciapiede. Persino la macchina è anonima, non diresti mai che alla guida c'è J-Hope dei BTS. Sorrido e attraverso la strada, salendo dal lato del passeggero. Un profumo di pulito mi invade le narici. Il suo profumo.
"Ciao..."
"Ciao..."
Il più banale dei saluti ma pronunciato con l'enfasi di chi non vedeva l'ora che arrivasse la mezzanotte del martedì. "Facciamo un giro, ti va?" Certo che mi va. Portami dove ti pare, ti seguirei in capo al mondo, Hobi. "Come sono andate le prove?" Mi giro verso di lui, sorridendo. Stavo per fargli la stessa domanda. "Sfiancanti. Ormai manca poco all'inizio della tournée, la coreografa ci sta correggendo anche gli spilli. È terribilmente puntigliosa..." "Mmm... Mi ricorda vagamente una donna americana con cui ho a che fare tutti i giorni..."
Ha lo sguardo fisso sulla strada, rilassato come del resto lo è il suo stile di guida, tranquillo e prudente. Mi giro leggermente nella sua direzione, con finta indifferenza. Mi piace guardarlo, mi piace imprimermi nella memoria ogni singolo dettaglio del suo viso. I capelli tirati all'indietro, gli occhi vispi, il volto nascosto da una mascherina nera, il lobo dell'orecchio decorato da un piccolo anello argento. "La Maddox vi ha torturati anche oggi, Hobi?" "Puoi giurarci. Poi adesso che Tae è tornato in sé ciaone proprio..." "Sì, Kumiko mi ha accennato qualcosa ieri sera. Hanno provato il passo a due tutto il giorno e hanno rotto il ghiaccio. Era ora..." "Sì, era ora..." Si gira velocemente per lanciarmi una rapida occhiata per poi tornare a seguire la strada. Non c'è bisogno di aggiungere altro per dare un significato a queste ultime tre parole.
"Metti un po' di musica, ti va? Mi piace guidare con la musica in sottofondo..." Recupero il telefono dalla tasca, senza scollargli gli occhi di dosso. "Certo... Preferenze?" "Voglio ascoltare quello che ascolti tu di solito..."
Sbem. Una frase così normale ma che su di me ha un effetto devastante. È come se mi avesse detto voglio conoscerti a fondo, voglio che tu mi apra la tua anima, voglio avere la chiave della tua essenza. Mi collego al Bluetooth della macchina e accedo alla mia playlist.
È pazzesco come la rotazione casuale di Spotify sia in grado di beccare la canzone perfetta per qualsiasi momento. La dolce voce di Dexta ci culla lungo i palazzi illuminati di Seoul, mentre Hobi continua a guidare per le strade deserte senza una meta precisa e io mi godo la sua compagnia. Non oso nemmeno immaginare il casino che avrà fatto per uscire con me stasera. "Mi piace questa canzone, Yari. È rilassante al punto giusto. Dovrai passarmi la tua playlist..." Si gira di nuovo verso di me, sorridendomi con gli occhi. Quanto vorrei chiedergli di fermare la macchina, abbassargli la mascherina e assaggiare le sue labbra, incastrarmi nel suo sorriso stupendo, respirare a fondo il suo profumo di pulito. Ma vorrebbe dire bruciare le tappe, mettere a rischio la sua carriera e lasciare che la mia frenesia prenda il sopravvento. Non è il momento. Non ancora. "Volentieri, Hobi..."
Mi sistemo i capelli dietro l'orecchio girandomi verso il finestrino, lasciando che il fiume Han calmi i miei pensieri e che le vibrazioni positive della musica mi entrino nel corpo. Mi piace come il silenzio tra me e Hobi non sia mai imbarazzante, come non ci sia bisogno di riempirlo con parole inutili. La canzone finisce lasciando spazio alla successiva. King Inna Earth. Esattamente come mi sento io in questo momento.
Uno dei miei pezzi preferiti. Spotify mi conosce alla perfezione. Chiudo gli occhi e inizio a canticchiare a bassa voce, ondeggiando con le spalle e con la testa per quanto la cintura di sicurezza me lo consenta. Percepisco chiaramente lo sguardo divertito di Hobi su di me ma non mi dà fastidio, anzi. "Certo che tu e Kumiko siete uguali. Precisi identici spiccicati." Apro gli occhi sorridendo e mi giro verso di lui; so perfettamente di cosa sta parlando. "Anche lei ama rinchiudersi nel suo mondo e lasciarsi andare alla musica; fai perfino la sua stessa espressione serafica, come se niente e nessuno possa rovinare il tuo momento di pace. Ti guarderei per ore." Stavo per scoppiare a ridere al pensiero della faccia da beota che fa la mia coinquilina quando entra in trance da dancehall nelle cuffie, ma ancora una volta sono rimasto spiazzato dalla naturalezza con cui Hobi se ne esce con queste frasi micidiali. Si rende conto dell'effetto che mi fanno? Evidentemente no.
Il cerchio si chiude...
Lo sguardo di Hobi si fa concentrato e un'adorabile piccola ruga compare sulla sua fronte. "Il cantante di questo pezzo è lo stesso del primo che hai messo?" Quando si dice musicista di fama mondiale. Ha già capito tutto alla seconda nota. "Dexta Daps. Sì..." "Ma... La melodia strumentale è la stessa della seconda?" "Il riddim di King Inna Heart, sì. Che poi riddim sta per rythm ovviamente. I giamaicani giocano molto con le parti strumentali dei pezzi per creare qualcosa di diverso, alcune basi hanno dato vita a migliaia di canzoni nuove. Questo, per esempio, si chiama Still Alive Riddim..." "Che figata!" "Già..." "Sì vede che sei appassionato di questo genere comunque. Ti brillano gli occhi quando ne parli." "Mi... mi piace molto, sì. Mi aiuta a non pensare."
E di nuovo un bellissimo silenzio che mi consente di ammirarlo. La presa salda sul volante, le dita magre ed eleganti, la pelle diafana e perfetta, le unghie curate. Quanto vorrei stringere quelle mani, percepirne il calore, accarezzarle, intrecciarle con le mie, baciarle, leccarle. Sospiro. Devo assolutamente darmi un freno.
"Voglio provarci anche io..." Increspo la fronte, non credo di aver capito cosa intenda. "Un nuovo pezzo su questo riddim. Mi piace un sacco, voglio fare un tentativo. Se faccio schifo non dirmelo per piacere..." Scoppia in una risata pura, cristallina, che riempie di diamanti l'abitacolo. "Dubito fortemente che farai schifo..." Cerco la base e la faccio partire, incuriosito.
Il corpo di Hobi inizia a ondeggiare sinuosamente sull'intro, captandone ogni singola pulsazione, godendosi le vibrazioni, aspettando il momento giusto per l'attacco. Che becca senza battere ciglio.
Da Gwangju, una banda di voi-sapete-cosa
Geum-nam via Choong-jang, questo è il mio Harlem.
Mi sono unito ai Neuron, saltavo con il mio gruppo
Mi sono innamorato della danza, stacanovista, ogni giorno.
Ho passato la mia adolescenza stando sveglio tutta la notte, ecco come è andata.
La mia altezza si misura con la danza, va tutto bene
L'intenzione di realizzare una grande visione
Il ragazzino che guida il sogno
I passi che pestano sul ritmo.
Popping, Locking, Hopping, Tutting, Dougie, Flexing, con swag
Li faccio ancora tutti i giorni, il prima possibile
Per me stesso.
Mi prendo sempre a bastonate, le carote sono sui trofei
Scommettendo sulla mia vita, ballare è il mio stipendio
Hope on the street, adesso è semplicemente il mio modo d'essere.
No vabbè. Il rap di J-Hope, energetico e inconfondibile, su una base dancehall. Penso che non sarei stato in grado nemmeno di sognarla una roba del genere. Mi incanto a guardarlo, cercando di frenare la mandibola che mi sta per cadere sul tappetino dell'auto per l'ammirazione. L'adorazione che provo per questo ragazzo sta raggiungendo dei livelli galattici.
"Figata, Yari. Grazie per avermi insegnato una cosa nuova!" "Pre-prego Hobi." Non so davvero cosa dire. Sinceramente non penso di avergli insegnato proprio niente, è già eccezionale di suo. "Peccato, se ci fossimo conosciuti prima ti avrei portato con me in America sul set di Chicken Noodle Soup. Saresti stato perfetto tra i ballerini..." E sbam, di nuovo. La deve smettere di dirmi certe cose.
"Sai, per me era stato super strano andare a Los Angeles a girare un music video senza gli altri membri. Ero nervosissimo, continuavo a ripassare la coreografia ovunque per paura di sfigurare, durante le prove mi sono fatto ripetere le postazioni duecento volte perché temevo di sbagliare e costringere tutti a ricominciare da capo..." "Era un'unica ripresa vero?" "Sì, era un'unica ripresa... O la va o la spacca..." Ogni cellula del suo corpo si è illuminata nel rivivere questa esperienza e i suoi occhi hanno assunto un'espressione tenerissima. È incredibile che un ragazzo con la sua fama e il suo carisma rimanga sempre con i piedi per terra e si faccia il mazzo quadro in ogni occasione per dare il massimo. Testa bassa e sudore sulla fronte, sempre. Avrebbe potuto tirarsela con me, dirmi che era stata una passeggiata, che aveva spaccato il culo ai merli nel video e invece no. Schietto e sincero, ancora una volta.
E io non posso fare altro che godermi il suo racconto, ascoltarlo con interesse e stima, lo sciame di farfalle nella pancia che aumenta ad ogni sua parola. Hobi... Cosa mi stai facendo?
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