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Cap. 8 - Scrivigli, scemo

"È stato un piacere conoscerti, Yari..."

"Pensi che potremmo... rivederci?"

"Mi piacerebbe molto..."

Tre semplici frasi, che risuonano ininterrottamente nella mia testa. Ho rischiato il tutto per tutto, al punto da espormi completamente con Hobi, e sono stato travolto dal suo sorriso sincero, abbagliante, ancora più luminoso del solito. Non era una risposta di cortesia, era genuinamente felice all'idea di rivederci. E io ho pensato che il cuore mi stesse esplodendo in quell'istante.

Non ho smesso un solo secondo di ripetermi quelle tre semplici frasi. Mentre tornavo a casa in taxi, da solo, convinto di trovare Kumiko sfatta sul letto e rimanendoci di sasso nel constatare che l'appartamento era vuoto, buio. È rientrata dopo di me, in uno stato pietoso, ma io sono stato ben felice di tenerle i capelli legati dietro la nuca e reggerle la testa mentre sboccava i cinque Angeli Azzurri bevuti al Plastique. E anche in quel frangente la promessa scambiata con Hobi risuonava nella mia testa, come un mantra, una poesia, una ninna nanna.

Sono rimasto con Kumiko tutta la notte, facendole da cuscino con le mie gambe sul freddo marmo del pavimento del bagno, incurante della posizione scomodissima, dei muscoli indolenziti, dei piedi che iniziavano a formicolarmi. E ho lasciato che la mia migliore amica si avvicinasse regolarmente verso il cesso per liberarsi ancora, e ancora, e ancora, svegliandomi ogni volta e aiutandola senza lamentarmi, senza insultarla, perché se stanotte ho conosciuto un ragazzo meraviglioso come Hobi lo devo solo a lei. Anche se lei ancora non lo sa e per un po' non lo deve sapere.

Perché la verità è che un po' di paura ce l'ho. Paura che non possa funzionare, paura che il suo lavoro ci impedisca di vederci, paura di non essere abbastanza per lui. Lui è un rapper e un ballerino eccezionale, famoso in tutto il mondo, con un futuro luminoso davanti a sé, io sono un semplice ragazzo venuto in Corea dalla Malesia con mille aspettative e mille sogni ancora irrealizzati, che si fa il mazzo tutti i giorni in una compagnia di danza contemporanea rinomata ma non certo eccelsa, che si fa ospitare dalla migliore amica perché altrimenti sarebbe costretto a tornare a fare il cubista in qualche locale malfamato del quartiere gay di Seoul. Non ho niente da offrirgli se non la mia amicizia, il mio amore, la mia lealtà. Non so se sarà abbastanza.

Saluto Kumiko che esce di casa con i capelli ancora umidi, una faccia da hangover veramente peso e una scia di succhiotti tra il collo e la clavicola che lei stessa si è rifiutata di coprire. Già. A quanto pare ci ha dato dentro di brutto nei cessi del Plastique ieri sera. Con chi? Non mi è dato saperlo. Mi sono perso parecchie cose, il suo limone di nascosto con Namjoon per esempio. Mi ero fermato a quello con Jimin davanti a tutti, dopo un Jump Off da paura in pieno stile giamaicano degno della Queen quale è. La mia migliore amica è una pazza furiosa e le voglio bene anche per questo, nonostante la punta di invidia che provo in questo momento al pensiero che passerà le prossime ore con Hobi.

Magari la giornata alla Big Hit l'aiuterà a ricordare chi era il Misterioso Ragazzo Del Cesso del Plastique... Sono troppo curioso, cazzo...

Chiudo la porta d'ingresso appoggiandomici sopra e butto un occhio all'orologio a forma di geisha che abbiamo appeso nella zona cucina. Ho ancora due ore prima dell'inizio degli allenamenti alla compagnia di danza contemporanea; oggi andremo avanti fino a sera inoltrata, che palle. Odio avere orari a caso, ma la signora Min sostiene che bisogna allenare il fisico ad essere pronti a ballare in qualsiasi momento della giornata e cambia la schedule ogni settimana. Le sue fisse del cazzo.

Torno in bagno e apro l'acqua della doccia, cercando di evitare di guardare lo schermo del telefono. Controllare ogni due minuti se mi è arrivato un messaggio è inutile. Ha le prove tutto il giorno, non avrà tempo di scrivermi. Certo, potrei farlo io, ma sono passate poche ore da quando ci siamo salutati e fare la pressa umana non serve a niente, anzi, probabilmente lo farebbe scappare a gambe levate. E soprattutto... Cosa gli scrivo? "Ciao non vedo l'ora di rivederti?" "Ciao, ricordati della promessa che mi hai fatto?" "Ciao, sono pazzo di te vediamoci ti prego?" Oddio, no. Non sono mica un pischello in preda agli ormoni. Posso farcela. Devo resistere. Devo avere pazienza. Devo avere autocontrollo. Devo assolutamente buttarmi sotto la doccia per evitare che la tentazione enorme di afferrare quel maledetto cellulare prenda il sopravvento.

Casa Bangtan

Pov Hobi 

"Ah, e comunque... prego..."

Yoongi si siede nel suo angolo preferito del divano, un bicchiere d'acqua in una mano e un'aspirina nell'altra. Mi copro la bocca con il palmo e scoppio a ridere davanti alla sua espressione sfatta. "Non ti sei ancora ripreso dalla mega sbronza di ieri sera, vedo..." Non ci sarebbe nemmeno bisogno di rispondermi talmente è ovvio, ma nel dubbio alza un dito medio nella mia direzione e butta giù un sorso d'acqua. "Senti bello, ho evitato di farti ubriacare solo perché dovevo farti broccolare con Mr Mulatto Megafusto. E comunque prego, di nuovo..." Gli sorrido, accarezzandogli il polpaccio. "Grazie Yoongi..."

La sua espressione si fa più dolce vedendomi così felice. "È andata bene immagino. Vi stavate praticamente mangiando con gli occhi... Mi aspettavo che avreste iniziato a limonare da un momento all'altro..." Gli tiro uno scappellotto, ma dopo quello che ha fatto per me non posso incazzarmi con lui. "Te l'ho detto che non è nel mio stile hyung..." "Sì, lo so... Piuttosto... Che mi dici del dj super tamarro mega fighissimo? Hai scoperto se stanno insieme?" Tiro un sospiro di sollievo, esattamente come ho fatto ieri sera. "No. Non stanno insieme. Anzi, Yari mi è sembrato decisamente incazzato con lui..." "Taaac. Io non vorrei dire che te l'avevo detto, ma io te l'avevo detto, Hobi! Ottimo, allora vi rivedete stasera?" È sempre il solito. Per lui la frase andarci con i piedi di piombo è alla stregua di una bestemmia.

"Non penso proprio, Yoongi. Sono le sei di pomeriggio e non ci siamo ancora scritti..." Alza gli occhi al cielo, ma ormai ci sono abituato. "Scusa ma... Cosa hai fatto tutto il giorno?" "Quello che faccio sempre quando ho del tempo libero: ho letto un po', ho buttato giù due righe che avevo in testa, sì insomma, mi sono rilassato. Praticamente una rarità. Concedimela." "E mentre cazzeggiavi non potevi tirare su il telefono e scrivergli un messaggio?" "Non voglio sembrare disperato, hyung..." "Lo sei già. Un altro po' ieri sera dovevo portarti una bacinella per quanto stavi sbavando su quel divanetto." Mi parte un altro scappellotto, più forte questa volta. "Piantala, scemo..." "E tu scrivigli, scemo. Perché lo sai che ho ragione. Ormai sei innamorato perso di lui."

Sospiro, con aria sognante. Forse è esagerato dirlo così presto ma Yoongi ha ragione. Mi sono innamorato di Yari. Del suo modo di fare posato ed elegante, del suo tono di voce suadente, della sua pelle luminosa, dei suoi occhi profondi, del suo sorriso perfetto, delle sue labbra carnose, dei suoi capelli di seta. Non sono riuscito a trovargli un solo singolo difetto. Sarei potuto rimanere su quel divanetto per ore ad ascoltarlo, a farmi raccontare della compagnia di danza contemporanea, della sua passione per la dancehall, della profonda amicizia che lo lega a Kumiko, del sogno di aprire una scuola di danza insieme a lei, tra qualche anno.

E a mia volta gli ho raccontato tutti i dettagli della mia vita, da quando ero un semplice ballerino di una crew di Gwangju, al mio provino alla Big Hit, al mazzo fotonico che mi sono dovuto fare da trainee non sapendo che dopo il debutto sarebbe stato anche peggio. Il successo che non mi aspettavo, che nessuno dei BTS si aspettava, la pressione, l'ansia, e poi l'adrenalina dei primi tour mondiali, le lacrime dei primi premi che abbiamo vinto, la soddisfazione nel rilasciare il mio primo mixtape. E confessargli che il legame che mi unisce agli altri membri è speciale per me, che ogni tanto vengo sopraffatto dalla paura di quello che verrà dopo e mi sforzo di non pensarci, perché pensarci fa ancora più male.

Non mi era mai successo di aprirmi così con un ragazzo sconosciuto, confessandogli le mie ansie del passato, le mie paure per il futuro, non tralasciando nulla, nemmeno la voglia che ogni tanto ho di trasformarmi in un ragazzo normale, con una vita normale, un lavoro normale, una carriera normale. Non penso di averlo mai detto a nessuno.

"Hobi..." "Mmh?"

"Scrivigli..."

Prendo il telefono, fissando a vuoto lo schermo. Non è così facile.

"Hobi..." "Mmh?" "Yari sa perfettamente chi sei, qual è il tuo lavoro e a cosa va incontro frequentandoti..." Come sempre mi ha letto nel pensiero. "E tu come fai a dirlo?" "Non c'è bisogno di parlare con qualcuno per notare certe cose. Sono semplicemente ovvie..." Lo guardo pensieroso, ma annuisco. Yoongi ha sempre avuto un sesto senso e io devo imparare a fidarmi ciecamente di lui.

"Hobi..." "Mmh?" "Sono davvero felice per te... Spero che Yari sia quello giusto..." Lo guardo a lungo, sorrido e mi sporgo verso di lui per abbracciarlo.

"Lo spero anche io, Yoongi..." 

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