Cap. 34 - Faites Vos Jeux
"È arrivato il momento del tuo regalo..."
Le ginocchia di Hobi scrocchiano leggermente mentre si alza e sparisce nella penombra del corridoio. Se tanto mi dà tanto è andato in camera da letto, o meglio, in quella che abbiamo deciso sarà la camera da letto e mi affretto a seguirlo. Ci ho preso. "Accomodati, Yari..." Mi siedo sul pavimento al centro della stanza, squadrandolo attentamente. Hobi si posiziona di fronte a me, le gambe incrociate che proteggono un piccolo involucro impacchettato con cura. Vorrebbe rimanere impassibile ma non ci riesce, è come se la sua fronte fosse un cartellone pubblicitario e i suoi pensieri illuminati con una luce al neon. Dai suoi occhi traspare solo una cosa: eccitazione pura. Squadro il pacchetto rettangolare, cercando di immaginare cosa possa contenere. Visto così potrebbe essere tipo un Rolex, lui li ama ma sa perfettamente che non indosso orologi. E soprattutto la sua espressione lascia intuire che sia qualcosa di più... intimo.
Scarto la carta argentata, trovandomi davanti ad una confezione in ebano, come quelli dei giochi vintage in legno che usavo quando ero piccolo. Non sto capendo. "Forza... Aprila..." Hobi mi sta incitando sempre più curioso della mia reazione, e sorridendo lo accontento.
Wow... Interessante... Molto interessante...
"E questi dove li hai trovati?" Solleva un sopracciglio, mordendosi il labbro inferiore. Ok, sto ufficialmente per saltargli addosso in tre... due... uno... "Secondo te?" "Direi che potrebbe essere una cosa che vendono a Las Vegas..." "Precisamente..." Gattono verso di lui, la scatola fermamente salda nel palmo della mano destra. "Ti dispiace se inizio io? ..." Sì avvicina lentamente al mio orecchio, la voce roca e suadente ridotta ad un sussurro. Mi sta già facendo eccitare e non mi ha nemmeno sfiorato. "Faites vos Jeux..." Inclino la testa di lato, respirandogli sul collo. "Dovresti informati meglio, Hobi, questa frase la dice il croupier della roulette..." "Ha importanza?" "Assolutamente no..."
Apro di scatto il palmo della mano, lanciando un rapido sguardo al pavimento per scoprire cosa ha in serbo la sorte per me.
Dado bianco: toccare
Dado nero: collo
"Ti è andata bene, Hobi..." Rimanendo a gattoni allungo le dita verso la sua clavicola, risalendo leggermente verso il mento, gli occhi puntati nei suoi. Mi sposto lungo la mandibola e ne seguo il profilo fino all'attaccatura dei capelli scendendo di nuovo verso il trapezio, massaggiandogli leggermente la nuca con la punta delle dita. Hobi socchiude le palpebre, godendosi il mio tocco, ma le riapre subito quando percepisce il mio respiro molto vicino al suo collo, il tanto che basta per farlo sclerare. Non posso baciarlo, non finché non me lo ordineranno i dadi.
Senza dire una parola li recupera entrambi dal pavimento e li rilancia.
Dado bianco: accarezzare
Dado nero: faccia
"Dici che la sorte si sta divertendo a farci sclerare?" "Mmm... Probabile..." Si sporge verso di me, disegnando piccoli cerchi sulle mie guance, salendo fino alla fronte con linee verticali alternate a onde sinuose. "Te l'ho già detto che con i capelli rasati sei particolarmente sexy? Ti mettono in risalto la mascella..." Il suo sguardo è in fiamme, ancora più del mio. "Non ti ci abituare... Voglio farmeli ricrescere..." "Meglio ancora..." Sta morendo dalla voglia di baciarmi, di infilarmi la lingua in gola all'istante, ma questa gabbia malefica in cui ci ha rinchiusi glielo impedisce. E lo trovo eccitante, terribilmente eccitante. Mi stanno letteralmente esplodendo i jeans.
Coraggio sorte. Fammi vedere di cosa sei capace.
Dado bianco: baciare
Dado nero: pancia
Ora si che iniziamo a ragionare. Lo spingo leggermente con entrambe le mani per farlo sdraiare sul pavimento, sedendomi sulle sue cosce. Gli sollevo la felpa e mi blocco un attimo, incantato dalla sua pelle diafana illuminata unicamente dalle luci che provengono dall'esterno. Quanto mi era mancata la purezza del suo incarnato. Mi sporgo in avanti lasciandogli un bacio leggerissimo sull'ombelico, disegnandone il contorno, lentamente, senza alcuna fretta, beandomi del rigonfiamento già rigido all'altezza della sua cintura che percepisco chiaramente contro il mio petto. Sta letteralmente esplodendo anche lui.
Approfitto dell'occasione che mi hanno regalato i dadi e in un colpo solo gli tolgo sia la maglietta che la felpa, non smettendo di marchiare nemmeno un centimetro della sua pelle con le labbra per non interrompere il flusso del mio turno. Che termina al rumore dei dadi che rotolano sul pavimento.
Non faccio nemmeno in tempo a controllare cosa ci sia scritto che mi ritrovo con il bottone dei pantaloni slacciato, il corpo capottato a pancia in giù e il peso di Hobi sulla schiena che mi schiaccia leggermente. È girato con la faccia rivolta alle mie gambe e si sta facendo spazio al di sotto della mia cintura, abbassandomi i jeans di qualche centimetro fino a scoprirmi i boxer.
Mugugno per l'eccitazione, finalmente l'atmosfera si sta scaldando. Chiudo gli occhi e sussulto leggermente nel sentire i denti di Hobi affondare delicatamente attraverso la stoffa, proprio sulla curva del mio sedere. "Mmm... Non pensavo potessi essere così erotico..." "Sto solo obbedendo alla sorte..." Giro la testa dall'altro lato alla ricerca dei dadi. Sono lontanissimi dalla mia portata ma riesco chiaramente a leggere le indicazioni trascritte sulla faccia rivolta verso il soffitto.
Dado bianco: mordere
Dado nero: sedere
"Se entro un minuto non fai il tuo tiro salti il turno, Yari..." "E questo chi l'avrebbe deciso?" "Io... Adesso..." Il suo tono è talmente dominante da lasciarmi senza parole. Ed è eccitante, terribilmente eccitante. E va bene Hobi, fai di me quello che vuoi. Rimango immobile lasciandomi torturare, fremendo vistosamente ad un morso particolarmente profondo sulla mia pelle nuda. Cazzo, se continua così esplodo su questo fottutissimo pavimento.
Il rumore del lancio dei dadi detta la mossa successiva e senza ribellarmi mi lascio ribaltare sulla schiena, Hobi che a sua volta ha cambiato posizione e ora è girato frontalmente, a cavalcioni sui miei fianchi. Un fremito ci attraversa entrambi quando le nostre erezioni entrano in contatto, la sua ancora rivestita dai pantaloni e la mia coperta da un sottile strato di cotone. E senza che ci sia bisogno di parlarci iniziamo a strusciarci l'uno contro l'altro, godendo dell'attrito generato dalla stoffa, fregandocene altamente delle regole del gioco.
Dado bianco: leccare
Dado nero: petto
Mi metto seduto per agevolarlo e ne approfitta per finire di spogliarmi. Lo aiuto, impaziente, lanciando i vestiti in un angolo buio della stanza vuota e facendomi sbattere senza problemi sul pavimento. Non ce la faccio più. I miei gemiti riempiono l'aria mentre la sua lingua segue il contorno dei miei pettorali, soffermandosi a lungo sulla linea centrale, per poi proseguire di lato e raggiungere il capezzolo. Inarco la schiena per spingerlo ancora di più verso la sua bocca, in preda all'eccitazione più perversa, le ginocchia piegate che muovono il bacino verso l'altro per strusciarmi rudemente contro di lui.
Sposto le mani al centro per cercare di spogliarmi ma se ne accorge subito e mi blocca, portandomele ai lati della testa. Sono completamente imprigionato sotto di lui, soggiogato al suo dominio, ed è straziante, quasi crudele. Vorrei mettermi ad urlare ma mi limito a gemere sempre più forte, completamente sopraffatto dal movimento della sua lingua sul mio capezzolo ormai turgido che mi sta facendo letteralmente sclerare.
Ruoto il collo di lato, come a voler riprendere aria e attraverso la luce fioca della stanza intravedo un riflesso bianco e un'ombra nera. I due dadi. La mia salvezza, il mio unico modo per porre fine a questa tortura. Con uno scatto felino li recupero entrambi e chiudo il palmo per proteggerli, per evitare che Hobi me li rubi e faccia anche la prossima mossa. Eh no mio caro, è arrivato il mio turno. Sollevo le braccia oltre la testa impedendogli di bloccarmi, shakero le mani un paio di volte e li lancio sul pavimento. Ma non riesco a farli entrare nel mio campo visivo, non in questa posizione sdraiata a pancia in su e con la lingua di Hobi che si ostina a torturarmi il capezzolo.
Lui ha sollevato appena appena lo sguardo, giusto il tempo necessario per leggerli e dal ghigno che ha disegnato la sua bocca farà di tutto per impedirmi di scoprire qual è la mia mossa. Piano B. Lascio andare completamente la schiena contro il pavimento, fingendo di essermi arreso, gli permetto di stuzzicarmi con la punta della lingua ancora qualche secondo e cogliendolo alla sprovvista metto tutta la forza che ho nei miei reni per ribaltare la situazione. Ce l'ho fatta. Ora sono io quello sopra a cavalcioni sul suo corpo fremente.
Alzo gli occhi verso i dadi e mi lecco le labbra nello scoprire cosa mi ordinano di fare. Finalmente. Torno a fissare Hobi, bloccato sotto il mio peso, la mia lingua che di nuovo percorre sensuale il contorno del mio labbro superiore. E lui mi risponde con un'espressione di sfida, il sopracciglio sollevato e gli incisivi a scavare la carne rossa ormai gonfia della sua bocca. La sua bocca a cuore che tanto mi ha fatto sbroccare e che adesso non potrà fare nulla per contrastare la mia rivincita.
È il mio momento. In preda all'eccitazione mi alzo in piedi trascinandolo con me, avanzo di qualche passo facendolo indietreggiare e lo sbatto letteralmente con la schiena contro il muro. Il suo sguardo è lo stesso di un leone in lotta per il dominio del branco, ma a breve dovrà arrendersi alla mia supremazia. Mi avvicino a lui, soffiandogli nell'orecchio e godendo del brivido che genera nel suo corpo. I dadi ormai sono lontani dalla sua portata, e non può fare più nulla per recuperarli, non se non glielo permetto. E non ho nessuna intenzione di farlo.
Dado bianco: succhiare
Dado nero: genitali
"Les jeux sont faits, rien ne va plus"
La mia voce è profonda, roca, gutturale. Esattamente come volevo fosse. Gli slaccio i pantaloni, con una lentezza estenuante, e allo stesso modo mi inginocchio davanti a lui, lasciandolo inerme e completamente esposto davanti a me. Appoggio i palmi contro il muro e lo blocco in una morsa mortale, da cui sarà impossibile uscire. Ma ormai si è arreso, me lo sta dicendo il suo sguardo sempre più eccitato, sempre più impaziente per quello che sta per succedere. Lascio gli occhi inchiodati ai suoi e con un ghigno di sfida mi avvicino alla sua erezione, sfiorandone la punta con le labbra. Sclero puro. Un'espressione di sclero puro si impossessa del suo viso dolce nel vedermi per la prima volta inginocchiato davanti a lui, pronto a prendermi cura della sua eccitazione ormai ingestibile.
Basta giocare. In un colpo solo gli afferro entrambe le cosce e lo inglobo completamente, succhiando vorace la sua pelle sensibile. E una scarica di adrenalina mi percorre la schiena quando il soave sospiro dei suoi ansimi riempie la stanza, rimbombando contro le pareti spoglie. Inspiro dal naso e affondo, sempre più in basso, inebriandomi del suo sapore, della delicatezza della sua pelle liscia, della pienezza di ogni centimetro che mi riempie fino alla gola.
Lasciati andare Hobi... È il tuo momento... Lasciati andare per me...
E come se le nostre menti si parlassero immediatamente lo sento più rilassato, più propenso a godersi a pieno le mie attenzioni: le cosce che non oppongono più pressione alla mia morsa, i fianchi controbilanciano delicatamente i miei movimenti, le mani che si abbassano verso la mia testa, accarezzandomi i capelli rasati. E il pizzicore scaturito dai suoi polpastrelli sulla mia cute ruvida mi eccita come non mai, invogliandomi a succhiare ancora più forte, ancora più a fondo, fino ad appoggiarmi completamente contro le sue gambe.
"Yari sei... Sei semplicemente..."
Non lo scoprirò mai cosa sono, perché la frase gli è morta in un gemito, con mia grande soddisfazione. Ho vinto, la sorte è stata dalla mia parte. O forse no. All'improvviso sento una superficie liscia a contatto con la mia erezione dimenticata, una superficie morbida e allo stesso tempo estremamente piacevole. Il suo stinco. Ha portato avanti il ginocchio per fare in modo che la sua pelle entrasse a contatto con la mia. Pazzo quanto altruista Hobi, proprio non riesce a godersi un momento tutto per sé. Inspiro con i naso e do un leggero colpo in avanti con il bacino, permettendogli di abbassarmi i boxer con il piede, di liberarmi completamente l'esplosione che ormai mi stava scoppiando tra le gambe per darle sollievo.
È tutto così surreale, così magico, così imprevedibile. Chiunque si sarebbe limitato a lasciarmi in ginocchio e a farselo succhiare, ma lui no. Lui mi trascina con sé, si preoccupa del mio piacere, sempre e comunque. E la sensazione del suo strusciare contro la mia erezione mi porta alla deriva, facendomi perdere il controllo. Mi ritrovo ad ansimare con lui, a stritolargli la carne delle cosce come lui sta facendo con la mia testa, a lasciarmi andare ad una sensazione nuova e decisamente mortale.
Hobi ha capito. Ha capito che mi sta piacendo, più di quanto lui stesso si aspettasse e senza farsi troppi problemi mi permette di strusciarmi contro il suo stinco, sempre più animalesco, sempre più brutale, sempre più velocemente. Ma anche io non mi dimentico di lui. Le mie labbra lo stanno ormai inglobando completamente, fameliche, succhiandolo con foga. Io penso a lui, lui pensa a me, io mi occupo di lui, lui si occupa di me, io do piacere a lui, lui da piacere a me.
Ma la mia posizione mi concede un leggero vantaggio in resistenza, a differenza della sua visione dall'alto che deve essere ai limiti del mortale. E io voglio che sia così. Voglio che sia lui a cedere per primo. Mi lascio dominare, mi lascio possedere, mi lascio invadere, lascio che la sua euforia raggiunga l'apice. Fino a farlo scoppiare in un orgasmo potente, lungo, dolcissimo. Il suo sapore è miele tra le mie labbra, e non voglio perdermene nemmeno una goccia. Lo lascio finire, senza fretta, incurante del fastidioso bruciore che ho io tra le gambe e che è aumentato esponenzialmente nel sentirlo venire.
Hobi mi allontana da lui, il collo piegato verso il basso nella mia direzione, la bocca a disegnare il mio cuore preferito, gli occhi illuminati dal piacere dell'appagamento. E prima che me ne renda conto si accovaccia rimanendo appoggiato con le spalle contro il muro e mi spinge di lato, facendomi perdere l'equilibrio. Angelico quanto diabolico, semplicemente Hobi. In un secondo mi ritrovo sdraiato sotto di lui, la sua mano a stringere il mio pene nel pugno, il ritmo già serrato a stimolarmi. Mi sta fissando, dritto negli occhi, sfidandomi a resistergli, e per estremizzare ancora di più il concetto indietreggia, sempre più giù, sempre più esplicito, sempre più bisognoso di ricambiare il favore. Il suo respiro contro la mia pelle detta il percorso, lasciando una scia infuocata. Collo, petto, addome, ombelico, fianchi.
E solo l'immagine della sua bocca che si apre per accogliere la mia erezione mi fa esplodere, ancora prima che le sue labbra abbiano il tempo di toccarmi. Rimane così, la mano a direzionare il getto verso la sua lingua, un ghigno compiaciuto disegnato sul viso angelico, terribilmente sensuale, erotico, quasi pornografico. Non mi resta che lasciarmi andare del tutto e abbandonarmi a lui, alla sua imprevedibilità, alla sua doppia personalità. Dolcemente pazzo, teneramente arrapante, deliziosamente mortale. Semplicemente Hobi.
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