Cap. 31 - Jam Session
https://youtu.be/Thd1z7iN4QA
Pov Hobi
Frustrazione. Rabbia. Angoscia. Tristezza. Incredulità. La mia testa è un mix di emozioni contrastanti che si mischiano come le palline del bingo, senza che io riesca in nessun modo a governarle. Il tour è finito, sono tornato a Seoul dopo sette mesi, dovrei essere al massimo della felicità e invece no. Sono frustrato. Arrabbiato. Angosciato. Triste. Incredulo. Vorrei svuotarmi la mente ma non ci riesco, vorrei concentrarmi sul pezzo che sto scrivendo per il mio nuovo mixtape ma il cervello non ne vuole sapere di collaborare. Ha ragione. Non gli ho concesso nemmeno una pausa dopo un tour estenuante, stanotte avrò dormito due ore scarse e all'alba sono venuto in agenzia sperando di riuscire a distrarmi buttandomi a capofitto nel lavoro. Macché.
Lancio la penna sulla scrivania, chiudo il mio quaderno per gli appunti e mi alzo. Rimanere su questa sedia a fissare un foglio bianco è completamente inutile. Sono qui da stamattina e non ho combinato un'emerita mazza. Quello che mi ci vuole è una bella sessione di freestyle in sala prove. Apro la porta della mia ormai fidata stanza marrone dalle strisce nere, collego il telefono e accedo a Spotify. Scrollo le mie playlist per cercare qualche canzone con cui scaldarmi e mi imbatto in quella di dancehall. Espiro e scrollo immediatamente il dito sul telefono per farla scomparire dallo schermo. Non ho nessuna intenzione di ascoltare la sua musica.
Faccio partire un brano a caso e inizio a fare un po' di stretching, le mani intrecciate dietro la nuca per sciogliere il collo e le spalle. Mi sento come se mi fosse passato addosso un tir con tanto di rimorchio. Sto chiedendo troppo al mio corpo, ne sono consapevole, ma fermarmi vuol dire pensare e pensare vuol dire pensare a lui. E non voglio farlo.
Mi siedo per terra, allungando bene le gambe per attivare i muscoli. A chi voglio darla a bere. Non potrei non pensare a lui nemmeno se mi interrassero. Persino questa canzone che è partita a caso mi fa pensare a lui. La dolcezza della melodia, la voce soave della cantante, le parole in inglese che riesco a captare nonostante non conosca il testo. Non posso farci niente. Yari è ovunque, anche se lo sto evitando.
Alzo le gambe a candela, ruotandole come se stessi andando in bicicletta, cercando di concentrarmi sulla respirazione. Involontariamente la maglietta mi si solleva scoprendomi la schiena, ma la lascio lì dov'è. Chissà se Yari avrà già trovato le mie magliette. Sì, come no, e magari si è anche precipitato a casa Bangtan per chiedermi perdono per essersi volatilizzato. Puff, svanito nel nulla. Meglio del miglior abracadabra di Maga Magò.
Yari è a farsi i cazzi suoi, Hobi. Vedi di ficcartelo bene in testa... Hai letto il messaggio di Taehyung, no? Il tuo pseudo ragazzo è atterrato a Incheon più di due ore fa e non si è nemmeno preso la briga di fartelo sapere...
Il solo pensarci mi fa talmente salire il fottone da convincermi a togliere questa musica smielata del cazzo e partire con del sano hip hop. Ondeggio la testa a ritmo e mi lascio andare. Ora sì che ragioniamo. Torno al centro della pista ed inizio ad improvvisare un freestyle mixando con un po' di breakdance e house. Proprio come ai vecchi tempi, quando ballavo per strada a Gwangju. Che bei ricordi.
E finalmente la mia testa si svuota completamente, libera da qualsiasi paranoia, da qualsiasi scazzo, da qualsiasi problema. Siamo solo io, lo specchio e la musica. Fanculo mondo. Fanculo Yari.
Mi avvicino al telefono, il petto ansante che si solleva e si abbassa per il fiatone. Non mi ero per niente reso conto che fosse passata già un'ora. È proprio vero che il tempo vola quando si è immersi nella propria passione. Dai, mettiamo un po' delle canzoni dei BTS, giusto per tirarcela un po'. Apro la cartella arista e attivo lo shuffle.
Resterai al mio fianco?
Me lo prometterai?
Se lascio la tua mano ho paura che volerai via, andrai in frantumi
Sono spaventato, spaventato a tale pensiero...
No ma grazie, sul serio. Tra tutti brani che ci sono nella discografia dei BTS giusto Butterfly doveva partire? Mi sembra ovvio. Torno a concentrarmi sulla respirazione, cercando di visualizzare le performance che abbiamo fatto in passato quando cantavamo questo pezzo live, e non sul significato del testo. E tutto sommato funziona, per fortuna. Mi piace troppo questa canzone, non voglio assolutamente smettere di ascoltarla solo perché le parole mi portano da un'altra parte.
L'amore è così doloroso, yeah
Gli addii sono ancora più dolorosi
Non posso andare avanti se tu non sei qui
Amami, amami
Torna fra le mie braccia
Love is not Over...
E ma che cazzo però. Ok, Butterfly mi può anche star bene ma Love Is Not Over? A che gioco stai giocando, Spotify? Mi siedo passandomi una mano tra i capelli, rassegnato e guardo il mio riflesso allo specchio. Decisamente non sono nelle condizioni migliori. Ciocche arruffate, ombre nere sotto gli occhi, espressione stanca. Senza contare che gli accostamenti di colore degli abiti che ho addosso sono completamente a caso perché stamattina mi sono vestito al buio per non svegliare Jimin.
"Certo che hai proprio una brutta faccia, Hobi... Forse era il caso che rimanessi a letto a dormire oggi!"
Mi volto verso la bocca della verità, la persona che ha dato voce ai miei pensieri. "Yoongi! Porca miseria mi hai fatto saltare per aria! Cosa diamine ci fai qui?" Lo hyung si avvicina al centro della sala, mi offre una mano e mi aiuta ad alzarmi. "Non potevo sopportare di starmene a casa a cazzeggiare mentre tu eri qui a sfornare capolavori..." Scoppio a ridere per la sua espressione fintamente competitiva. Amico mio, se non esistessi dovrebbero inventarti. "Macché... Stavo cazzeggiando anche io..." "J-Hope che balla non è mai cazzeggio. Senti, ho buttato giù due righe ti va di venire a sentirle? Hai finito qui?" "Sì sì, ho finito... Anche io ho provato a scrivere qualcosa stamattina ma non c'è stato verso..." "Sai come funzionano queste cose, Hobi... Se non scatta la molla è inutile incaponirsi aspettando l'illuminazione divina. Meglio tornarsene in dormitorio e bersi una bella birra sul divano..." Ecco a voi signore e signori, Mr Min "Scuola di Vita" Yoongi.
Lo seguo nel suo studio di registrazione tamponandomi il sudore con il bordo della maglietta, ma appena entro rimango fermo impalato sulla porta. Non è possibile. Mi ha fregato e io ci sono cascato come uno scemo. Ma non mi sarei mai aspettato che mi avrebbe tradito e che avrebbe portato Yari da me. Qui, in Big Hit, nel mio rifugio sicuro. A casa facciamo i conti, hyung.
Yoongi si gira prima verso di me e poi verso il mio presunto fidanzato, studiandoci attentamente. E realizzando immediatamente la situazione "Beh mi sembra che l'atmosfera si sia fatta già abbastanza incendiaria, se non vi dispiace io leverei il disturbo..." Lo blocco prima che esca, fulminandolo con lo sguardo. "Sì, lo so Hobi, a casa ti faccio trovare la mannaia pronta così mi mozzi la testa ok? Ci vediamo dopo..." Si divincola dalla mia stretta, chiudendosi la porta alle spalle. Incrocio le braccia al petto, lo sguardo profondamente interessato alla piastrella nell'angolo del pavimento dello studio di registrazione. In questo momento non so se sono più incazzato con Yoongi o con il ragazzo di fronte a me.
"Hobi, ti prego... Guardami..." La sua voce è una fitta al cuore ma cerco di ignorarla. "Non penso tu sia in condizioni di chiedermi di fare qualcosa Yari..." Le mani mi stanno tremando e le stringo tra il fianco e il bicipite per non farglielo notare. Io stesso non ho idea se sia per il nervoso o per l'euforia di averlo finalmente nella mia stessa stanza dopo sette mesi di lontananza. "Scusami... Hai ragione..." Il suo tono è talmente remissivo da convincermi ad alzare la testa. C'è qualcosa che non va. Il ragazzo che ricordavo era sensuale, ammiccante, sicuro di sé, quello che ho di fronte è... sfatto. Stanco, alla cazzo, con gli occhi rossi e la faccia distrutta. Se non lo conoscessi penserei che sia un drogato. Ma soprattutto...
"Dove sono finiti i tuoi capelli??"
Sono ancora profondamente incazzato con lui ma non ho saputo trattenermi dal fargli questa domanda. Tutto mi sarei aspettato meno che trovarmelo di fronte rasato praticamente a zero. "Sono stato in un monastero buddista in Birmania, Hobi. Ho osservato la vita monacale per dieci giorni, con tutto quello che ne consegue. Rinuncia ai capelli lunghi, alla tecnologia e a dirla tutta anche ad un letto comodo..." "Ti sei fatto monaco buddista?? Tu??" Dal ghigno esasperato che ha disegnato la sua bocca mi sembra di intuire che anche Kumiko gli abbia fatto la stessa identica domanda. Vorrei ben vedere, Yari è tutto meno che un monaco buddista. "Sì... Avevo bisogno di riflettere. La meditazione mi ha aiutato molto."
Sono spiazzato. Appena l'ho visto seduto alla scrivania di Yoongi mi è salito il crimine, avrei voluto insultarlo, sputargli addosso tutto il rancore che mi porto dietro ma adesso proprio non ci riesco. Non dopo aver sentito questa storia assurda. "Quindi per questo non rispondevi al telefono?" Cominciamo a toglierci qualche sassolino dalla scarpa. Va bene essere buono ma le frecciatine le so tirare anche io. "Sì. Ho scelto di vivere questa esperienza al cento percento. Ma non è questo il punto, Hobi. Il punto è che sono uno stronzo e se vuoi mandarmi a cagare hai pienamente ragione."
Ecco, queste sono le esatte parole che avevo in mente di dirgli fino a dieci minuti fa, ma in questo momento il cervello sta metabolizzando la situazione. Voglio scavare fino in fondo alla faccenda prima di mandarlo a cagare. "Io non ti sento da ben più di dieci giorni, Yari..." "Lo so. Dopo sono stato anche in Malesia. Volevo... volevo conoscere Safìa..."
Eccola, la seconda fitta al cuore. L'ha fatto veramente. Ha tirato fuori i coglioni ed è tornato a casa, otto anni dopo. E io non ne sapevo nulla. Stringo ancora le braccia al petto, cercando di darmi un contegno e non fargli vedere che sto tremando. Se devo uscire di scena voglio farlo con stile.
"E com'è andata?" Mi sono accorto che mi sta studiando, incredulo per il mio improvviso interessamento, come se fossi un insensibile che non si preoccupa per lui. Ma io non sono così. Sono bipolare, bacchettone, fissato, spesso sovraeccitato, ho un lavoro decisamente destabilizzante ma insensibile non lo sono mai stato. "È andata... Bene... Molto bene... Più per merito di Jarvis in realtà ma... sì, ora non ho più paura di tornare in Malesia... Anzi..." "Cosa avete detto alla piccola?" "Abbiamo lasciato che sia lei a scegliere. Io e mio fratello ci somigliamo molto e Safìa all'inizio era parecchio confusa. Poi in qualche modo se n'è fatta una ragione ed ha iniziato a considerarmi come un secondo papà. Forse quando sarà più grande ci chiederà spiegazioni, vorrà sapere chi dei due è il padre naturale e chi quello adottivo, in ogni caso sarà lei a decidere se e quando sarà il momento..."
La storia che mi sta raccontando è semplicemente meravigliosa ma allo stesso tempo sta aprendo una voragine nel mio petto sempre più profonda e difficile da controllare. Più lo ascolto e più mi rendo veramente conto della situazione, più aggiunge pezzi più ne comprendo l'effettiva portata. E sicuramente questo disagio traspare dal mio sguardo e anche lui l'ha percepito, so perfettamente di essere un libro aperto per chiunque mi conosca.
All'improvviso mi ritrovo a cercare di mettermi nei panni di Yari, di immaginare cosa avrei fatto io al suo posto. Da solo, a Seoul, con un ragazzo impegnato a rispondere a delle inutili interviste di giorno e a sculettare sui palchi di mezzo mondo la sera. L'avrei gestita meglio? Davvero mi reputo superiore a lui? Avrei avuto il coraggio che ha avuto lui di non buttarmi addosso la sua situazione di merda e riuscire a sopportarla e a risolverla da solo in così poco tempo? Non credo. Solo a pensarci mi è venuta la nausea.
Vorrei congratularmi con lui, dirgli che sono felice che abbia risolto i suoi problemi familiari ma non ce la faccio. Devo assolutamente andarmene da questa stanza, è come se improvvisamente mi mancasse l'aria. Mi volto verso la porta, la mano praticamente già sulla maniglia, quando mi sento stringere da dietro. Un abbraccio caldo, morbido, accogliente, come solo lui sa essere. Cielo se mi era mancato.
"Hobi ti prego... Non lasciarmi..." Riesco a sentire le sue lacrime sulla spalla nonostante la maglietta e con uno sforzo enorme caccio indietro le mie, che avevano già iniziato a rigarmi la guancia. "Qui mi sembra che sia tu a voler lasciare me, Yari..."
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