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Cap. 28 - Ricordami

"Temevo di dover sedare una rissa al mio ritorno, e invece mi sembra abbiate già fatto pace... Meglio così."

La voce allegra di mio fratello percorre il vialetto, avvicinandosi a me e Shayasa. Mi stacco dall'abbraccio e mi perdo ad ammirare la figura longilinea di Jarvis, elegantissimo nel suo completo nero da lavoro, che si avvicina alla moglie e le stampa un dolce bacio sulle labbra. Lasciatelo dire amica mia: la vita ti ha fatto proprio un bel regalo cambiando le carte in tavola e mettendo lui al mio posto.

"Yari ma... Ti sei tagliato i capelli?? Non era come se ti amputassero un braccio?" Scoppio a ridere per la sua nonchalance e mi gratto la testa rasata. "E' una lunga storia... Alla mamma è piaciuta molto..." "Me la racconterai, allora..." "Magari un'altra volta..." E senza dargli il tempo di replicare annullo la distanza che ci separa e lo abbraccio come non l'ho mai abbracciato in vita mia.

"Papà!!"

Eccola lì la mia piccolina. Safìa è uscita come un razzo dalla casa e sta correndo verso di noi con un grembiule rosso svolazzante e la faccia completamente ricoperta di farina. Vorrei prenderla in braccio e sollevarla per aria per quanto è tenera ma mi blocco. Non è la mia piccolina. Meglio se mi disabituo all'instante a chiamarla così.

"Guardala qua la mia chef! Cucini tu la cena oggi?" Jarvis si piega per accogliere la figlia, incurante delle sue manine infarinate. "Sto facendo una torta con la nonna!!" "Una torta? Posso averne una fetta?" "Ma no, sciocchino, non è ancora pronta!!" E' impossibile non ridere di fronte ad una bambina di otto anni ricoperta di polvere bianca che rimprovera suo padre dirigente d'azienda ancora in abito da lavoro. Un quadretto familiare che a quanto pare si ripete spesso e di cui io non ho mai fatto parte. E non ne farò parte nemmeno in futuro.

"Allora, che mi dici del signore che è venuto a trovarci oggi, Safìa?" I miei pensieri malinconici vengono interrotti dagli occhioni enormi di mia figlia, che ancora una volta tornano ad osservarmi. Si allontana da suo padre e ci mette uno accanto all'altro, come se stesse giocando al gioco delle statue. Una volta soddisfatta del posizionamento prende a squadrarci dall'alto in basso, con estrema minuzia, per non perdersi nessun dettaglio. Questa bambina è troppo buffa.

"E' uguale a te, papà. Quando sono arrivata a casa era seduto sul divano con la nonna, e la prima cosa che ho pensato è stata <papà è andato dal parrucchiere oggi?>" No vabbè. Nemmeno Shayasa riesce più a trattenere le risate, mia figlia ha un dono naturale nel far tornare allegre le persone. Jarvis incrocia le braccia al petto, fintamente offeso. "Così mi insulti, signorina... Io sono molto più bello..." Safìa fa finta di pensarci un attimo, poi scuote vigorosamente la testolina infarinata. "Mi dispiace papà. Anche lui è molto bello."

Pam. Penso che questo possa essere tranquillamente ricordato come il miglior complimento della mia vita.

"Beh allora cosa facciamo, signorina? Se mi somiglia così tanto mi sa che ti tocca tenerti due papà... Accetti?" Mi volto sconcertato verso Jarvis, seguito a ruota da Shayasa. La naturalezza con cui ha tirato fuori l'argomento è disarmante ed il mio cuore, che finalmente aveva recuperato un battito regolare, riprende la sua corsa impazzita. Ma la reazione più bella è quella di Safìa. Sguardo serio, testa appoggiata tra il pollice e l'indice e fronte corrucciata per lo sforzo di rispondere ad una domanda così difficile.

"Doppio papà vuol dire doppi regali?"

Spiazzante, come solo una bambina di otto anni può essere. Jarvis si volta verso di me, come a dire "io sto già mettendo la mia quota di regali, tu cosa hai intenzione di fare?" e mi affretto a rassicurare la piccola. "Certo, assolutamente. Doppio papà vuol dire doppi regali." Le sue labbra si sciolgono in un sorriso raggiante, talmente luminoso da mandare in tilt il mio sistema solare personale. Hobi, mi dispiace, hai una valida avversaria.

"Allora mi sta bene. Ma solo se sta bene anche al mio papà."

Jarvis mi stringe il braccio, come a voler sigillare un patto davanti a sua figlia, mandandomi un chiaro segnale di vittoria. Diciamocelo fuori dai denti: mio fratello è una persona speciale, e io non sono degno nemmeno di allacciargli le stringhe delle sue scarpe Made in Italy.

"Sì... Mi sta bene. Ma solo se mi dai un bacino." Safìa corre contenta verso di lui, facendolo piegare in avanti per potergli schioccare un sonoro bacio sulla guancia. Poi, come se ci fosse ancora qualcosa che non va si avvicina al suo orecchio e gli sussurra qualcosa. Jarvis si solleva dalla sua posizione accovacciata, scuotendo la testa allarmato. "Eh no, non ci siamo. Non ci siamo proprio." Oddio, cosa ho combinato adesso?

"Mia figlia, anzi, nostra figlia come date le circostanze mi sembra più giusto chiamarla, mi ha fatto notare che non gli hai ancora detto come ti chiami. Quindi presentati, per favore." Scoppio a ridere come uno scemo, mi hanno fatto seriamente preoccupare questi due. Mi accovaccio come ha fatto mio fratello e allungo una mano in direzione della bambina. "Ciao, piccola. Io sono Yari." La sua paffuta manina soffice e calda si stringe nella mia, mandandomi una scarica elettrica che non avevo mai provato prima. E' una sensazione impossibile da spiegare a parole.

"Ciao papà Yari. Io mi chiamo Safìa."

E senza aggiungere altro corre in casa per finire la sua torta, lasciandomi piegato su me stesso, stordito e in un fiume di lacrime.

*

"Brava la mia signorina, questa torta è un capolavoro!!" Jarvis fa sedere nostra figlia sulle ginocchia e le stampa un sonoro bacio sulla guancia. Sorrido ammirando la montagna di panna rosa, zuccherini e palline argentate elegantemente posizionata su un vassoio lilla di Rapunzel. Sono qui da poche ore ma due cose fondamentali le ho capite: il rosa è il suo colore preferito e guai a toccarle le principesse Disney.

"Quanto ti fermi Yari?" Anche Shayasa ha imparato a chiamarmi con il mio nuovo nome e soprattutto ha annullato qualsiasi astio nei miei confronti. Purtroppo la risposta che devo darle non è altrettanto felice. "Solo un altro paio di giorni purtroppo..." "Nooooo!! Te ne vai di già??" Un urletto disperato esce dalla bocca di Safìa, straziandomi il cuore. Appena ho messo piede in Malesia non vedevo già l'ora di tornare a Seoul, e invece adesso vorrei fermarmi per sempre. La vita è imprevedibile.

"Eh sì, piccola... Ho le prove..." Il suo sguardo si fa perplesso, penso non saprò mai abituarmi alle sue espressioni così tenere. "E cosa devi provare???" E' veramente troppo buffa e sono costretto a soffocare una risata. Mio fratello come sempre accorre in mio soccorso. "Le prove di danza, cucciolina. Papà Yari è un ballerino..." Gli occhioni di Safìa diventano ancora più grandi e luminosi, come se avesse appena ricevuto un invito di Elsa a passare le vacanze estive ad Arendelle.

"Un ballerino vero?? Sei un ballerino vero, papà Yari??" Un brivido mi percorre la schiena nel sentire la sua vocina chiamarmi con il mio nuovo appellativo. "Sì, piccola... Sono un ballerino vero. Come quelli che ci sono nei teatri..." E' tutto il pomeriggio che Safìa parla a raffica ma in questo momento si è improvvisamente zittita. Non pensavo che questa notizia l'avrebbe scioccata fino a questo punto. "Anche Safìa vuole diventare una ballerina vera, lo sai papà Yari? Va alla scuola di danza tre volte a settimana..." Jarvis sta accarezzando dolcemente la sua testolina scura, e se lo conosco bene sta anche macchinando qualcosa. "Però è arrabbiata con la maestra perché dice che è ancora piccola per fare le prese..."

Tac. Eccola qua, la portata principale servita sul piatto d'argento.

Posso lasciarmi sfuggire un'occasione del genere? Ovviamente no. "Piccola? Non si è mai piccoli per le prese. Magari ha paura che vi facciate male..." "Ma non è pericoloso vero?" "Ma no, se si sta attenti no. E poi noi non abbiamo paura-di-niente, giusto?" Oddio, lo spirito di Kumiko deve essersi momentaneamente impossessato del mio corpo, ho addirittura accompagnato le parole con il suo gesto da afroamericana incazzata. Però a quanto pare mia figlia l'ha trovato molto divertente, a giudicare dalla ridarola che le è partita. "Vorresti provare una presa con papà Yari?" Poi non mi dite che non vorreste un fratello come il mio. Safìa è completamente ammutolita per l'emozione e si limita ad annuire vigorosamente nella mia direzione. "Forza allora! Cosa stiamo aspettando!"

Perfino mia madre e Shayasa ci seguono in cortile, precedute ovviamente da una simpatica bambina vestita di rosa e completamente fuori controllo per l'euforia. Senza farmi vedere da nessuno stringo forte il polso di mio fratello in segno di gratitudine e di rimando ricevo un occhiolino complice.

"Allora, in posizione. Io ti tengo da qui, conto fino tre e tu allarghi le braccia in fuori, ok? Al resto ci penso io. Pronta?" Safìa muove con energia la testa su è giù, i piedi già nella prima posizione di danza classica, il busto bene eretto e le mani sui fianchi. Devo ammetterlo, ha già un'ottima postura per essere così piccola. Le cingo la vita con le dita e la guardo negli occhi, contando fino a tre. Sforzandomi di non tremare per l'emozione. "Wooo! Brava cucciolina!" Jarvis è letteralmente impazzito nel vedermi sollevare nostra figlia con una presa ad angelo, di tutto rispetto tra l'altro. Questa bambina ha un futuro davanti a sé. Faccio un giro su me stesso e la riappoggio delicatamente per terra. "Hai capito il papà Yari? Io mi sarei già spaccato la schiena..." Mi tira una sonora pacca sulla spalla, proprio come quando da ragazzi risolvevo un bilancio prima di lui. Sarà capitato due volte al massimo. "Mi alleno apposta, Jarvis, fai un paio di pesi in palestra e vedrai che ci riesci anche tu. Batti il pugno, piccola, siamo forti!" Allungo un pugno verso Safìa che si affretta a colpirlo con l'entusiasmo che le sprizza da ogni poro.

"Papà Yari, posso farti vedere il balletto per il saggio di danza?"

Arriverà mai una fine all'ascesa di emozioni che sto provando oggi? No, non credo. "E me lo chiedi pure? Non puoi, devi!" "Allora, voi dentro, vi facciamo una sorpresa!" Il suo tono autoritario è rivolto a sua mamma, a sua nonna e a suo padre e non ammette repliche. Se le dovesse andare male la carriera nella danza la iscriverò personalmente all'arma per farla diventare maresciallo dei carabinieri.

"Capito? Non ci vuole la signorina. Noi andiamo a mangiare la sua torta allora!" Il commento di Jarvis non sembra far presa, visto che Safìa lo ignora completamente e si avvia in un angolo del cortile per fare in modo che non sbircino. Ma, come si sarà capito, mio fratello non è uno che se la prende, anzi, e senza aggiungere altro riaccompagna nostra madre in casa. "Preparati, Yari. Perché la sorpresa sarà per te..." Quanto mi mancava sorriso dolce ed enigmatico di Shayasa. "Sarà l'ennesima sorpresa che mi fa oggi allora..." E senza aggiungere altro anche lei si allontana per lasciarmi solo con mia figlia.

"Vieni papà Yari, qui non ci possono vedere!" Respiro profondamente cercando di fermare il tremore delle mie mani. Non ero così agitato nemmeno quando il signor Lee mi ha detto che mi sarei esibito davanti ai BTS. "Allora, dall'inizio. Senza musica così ti spiego bene tutto." Come può una bambina così piccola essere già così professionale? Sono semplicemente sbalordito. Ovviamente la coreografia è una passeggiata per me, ma devo ammettere che per un livello propedeutico non è affatto semplice. Aggiungiamo il fatto che si allena tre volte a settimana, un dubbio mi viene. "Safìa, ma quanti anni hanno le tue amiche di danza?" Mi risponde sovrappensiero, senza smettere un secondo di mimare i passi del balletto. "Sono tutte più grandi di me, vanno alla scuola media. La maestra mi ha spostato di classe all'inizio dell'anno perché mi annoiavo." Non c'è nemmeno una goccia di presunzione nella sua voce, mi sta semplicemente raccontando come è andata. "Quindi adesso sono nel gruppo di Classico Intermedio."

Ok. Devo ufficialmente dire due parole a Jarvis.

"Bene. Penso di essere pronto. Mi fai sentire la canzone?" Recupero il telefono dalla tasca posteriore dei jeans e accedo a YouTube. "Sì..." "Cos'è questa vocina triste?" "Eh uffa... Le mie compagne dell'anno scorso fanno la canzone di Elsa!" E' tornata ad essere un'adorabile bambina di otto anni innamorata delle principesse Disney. "Ma non potete fare tutte la stessa canzone altrimenti il papà si addormenta al saggio!"

Il papà Jarvis, forse, io non mi addormenterei nemmeno se passasse un'ora di fila a fare le capriole...

"Sì ma uffa, anche io volevo fare una canzone da principessa!" Passo mentalmente in rassegna l'elenco delle canzoni dei cartoni animati che conosco, ma non ne trovo nemmeno una che non parli di una principessa, dovrei aggiornarmi. Ah no che scemo, c'è quella che del genio di Aladdin, quella dei soldati di Mulan, oppure "Tranquilla!" che canta Maui in Oceania e sicuramente altre duecentomila, ma immagino che le avranno usate per le classi di hip hop. Per i corsi di classico avranno scelto qualcosa di più lento, ma quale pezzo lento di un cartone Disney non è cantato da una principessa? Quello di mia figlia, a quanto pare.

Mi abbasso per guardarla negli occhi, non ce la faccio a vederla così triste. Sembra già adulta ma in fondo è ancora piccola, e per lei anche un dettaglio insignificante come vestirsi da Elsa per il saggio di danza è importante. Maledetta coreografa, non potevi scegliere Rapunzel per la classe di Classico Intermedio? Oppure che ne so, Jasmine? O Pochantas? Ho capito che stiamo parlando di ragazze delle medie ma ingegnati un po', dannazione! Come si può consolare una bambina di otto anni che ti sta dicendo di essere l'unica della sua età a non avere una canzone da principessa Disney?

"Secondo me la maestra l'ha fatto apposta, così la principessa Safìa può ballare senza copiare nessuno..." "Davveroo??" "Ma certo..." La mia risposta l'ha resa talmente felice che senza pensarci due volte si inserisce tra le mie gambe accovacciate e mi abbraccia. E immediatamente la mia mente invoca una preghiera alla divinità del tempo, per implorarla di fermare tutto e lasciarmi qui, abbracciato a mia figlia. E pensare che avevo paura di lei, paura di conoscerla, paura di affrontarla. Affrontare cosa? E' la creatura più speciale dell'universo.

Le sue braccia si staccano lentamente dalle mie spalle e prima di farla allontanare le lascio un leggero bacio sulla guancia. Cielo Safìa, stai mettendo in crisi tutte le mie certezze. Ma non è questo il momento dei pipponi, adesso devo ballare con lei. "Allora, qual è la canzone della principessa Safìa?" "E' quella di Coco..." Sollevo lo sguardo dallo schermo del telefono, le mani che hanno ricominciato a tremare. Conosco perfettamente quel cartone, l'ho visto una sera con Kumiko e ho trascorso l'ora successiva a passarle i fazzoletti. Ma magari mi sbaglio. "Quella che cantano alla gara? Come si chiama... Poco Loco?" "Nono... Quella che canta alla fine con la nonna..." Ecco, ovviamente non mi sbagliavo. Apro il primo video che mi consiglia YouTube e già dalle immagini iniziali sento gli occhi pizzicare. Grazie maestra di danza di mia figlia.

"Sì papà Yari, è questa. Vieni... Balliamola insieme."

*NOTA: Non aprite il video se non volete spoiler su Coco!

Ripensa a me
Non dimenticarlo mai
Ricordami
Dovunque tu sarai
Lo sai che devi fare se
Non sono insieme a te
Ascolta la canzone e tu
Sarai vicino a me

Ricordami
Ora devo andare via
Ripensa a me
Sentendo questa melodia
Uniremo con le note il cuore e le anime
Il tuo amore rimarrà
Sempre per me

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