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Cap. 24 - Nel frattempo, a Tokyo...

Pov Kumiko 

"Top, Vivi. Questa mi sembra perfetta. Leggera e bella capiente. Così la smetto di impazzire ogni volta che cerco di risistemare i trilioni di souvenir che mi devo portar dietro da questo tour!" Saltello elettrizzata e afferro il manico della mia nuova valigia rosso fuoco. Ho scoperto solo ieri sera che la compagnia aerea prevede due bagagli da stiva, proprio mentre ero nel bel mezzo di una delle mie crisi di nervi. Grazie Kim Taehyung, la prossima volta avvisami prima, magari. "A te serve qualcosa?" Lo sguardo di Vivi è completamente perso, rapito dalle assurdità e dalle cagatine di qualsiasi genere tipiche del mio paese che riempiono il DonQuijote di Asakusa. O per meglio dire il Donki, come lo chiamiamo affettuosamente noi giapponesi. Quattro piani di pura follia, dove puoi trovare di tutto, ma veramente di tutto.

"No vabbè Kumiko, ma questo posto è incredibile! E tu mi ci porti solo adesso???" Scoppio a ridere per la sua espressione stralunata. "Fai con calma... Abbiamo qualche ora prima del sound-check..." Vivi annuisce, ancora completamente con la testa nel pallone e sparisce dietro uno scaffale stracolmo di abiti per cosplay. Quanto vorrei comprarmi una divisa da Sailor Moon e mostrarla a Tae stasera... No, forse meglio di no, si diverte già abbastanza a prendermi per il culo il ragazzo.

Un'ora - e una valigia nuova carica di cazzate - dopo trascino Vivi lungo la Nakamise Dori, la strada piena di bancarelle che conduce al tempio buddista Sensoji, il mio posto preferito a Tokyo. "Devo assolutamente comprare un nuovo omamori per la mia collezione!" "Un oma... che?" "Un omamori Vivi... Sono degli amuleti di buon auspicio! A casa ne ho un sacco, quando verrai a trovarmi te li faccio vedere!! Eccoli lì, vedi? Sono quelle bustine colorate, sono tutte diverse: amore, successo, soldi, lavoro..." "Figata!! Quasi quasi ne regalo uno a Jungkook! Quale mi consigli?" Mi prendo un secondo per osservarli tutti e sceglierlo con cura. Non scherzo un cazzo sugli omamori. Alla fine gliene consiglio uno stupendo, nero con ricamato un enorme drago verde e il kanji della vittoria in rosso. E' meravigliosamente tamarro, perfetto per il ragazzo della mia amica e futura cognata, come ci piace definirci.

"Adesso che si fa?" "Adesso ci facciamo un selfie davanti al Sensoji e poi andiamo in galleria a mangiare un tayaki a forma di Hello Kitty!!" "Cazzo Kumiko, adoro questa città. Dobbiamo assolutamente tornarci insieme in vacanza!" "Beh... Per forza!" Tiro fuori il telefono dalla tasca e glielo passo, è alta una spanna più di me, non sarei mai in grado di farla uscire nell'inquadratura. Mi metto in posa con il pollice e l'indice incrociati per formare un finger heart e sfoggio la mia migliore espressione kawaii. Vivi controlla che la foto sia uscita bene e mi ripassa il cellulare. "Kumiko! Ma hai cinquantasette notifiche di mail non lette? Non ti vergogni??" Scuoto la testa, indifferente. "Non cago mai le mail. Per lo più sono avvisi della compagnia di danza con gli orari delle prove, visto che cambiano di settimana in settimana. Non potrebbe fregarmene di meno al momento..." "Un buon motivo per smistarle in fretta! Dai qua... Ti faccio un po' di pulizia..."

Alzo gli occhi al cielo ma ubbidisco. In fondo mi fa solo un piacere. Inizio ad avviarmi in direzione della galleria, facendo in modo che Vivi non investa i passanti mentre è intenta a svuotarmi la casella delle mail. "Kumiko ma... Yari.dancer è Yari?" Alzo lo sguardo verso di lei, senza capire. "Sì... Perché?" "Ti ha mandato una mail qualche giorno fa..." "Yari?? E da quando Yari mi manda le mail? Sa perfettamente che non le leggo mai..." "Eppure sembra importante... L'oggetto è Da leggere con Hobi..." "Oh cazzo..." Recupero il telefono per capire cosa stia succedendo.

Già solo l'incipit mi fa intuire che c'è qualcosa di strano. Il modo in cui è scritta, il solo fatto che l'abbia scritta... Perché non mi ha mandato un messaggio vocale? "Porca... troia..." Leggo le prime dieci righe e mi blocco. Ovviamente non ho minimamente dato retta alla richiesta del mio migliore amico di aspettare di essere con Hobi. Hobi in questo momento ha un'intervista che gli occuperà tutta la mattina, poi ha il sound-check allo stadio, il trucco/parrucco per il live e il concerto. Ora che potrò stare sola con lui passeranno secoli e io sono curiosa come una scimmia e a dirla tutta anche piuttosto preoccupata.

"Cerchiamo un posto tranquillo, è abbastanza lunga e voglio leggerla con calma..." "Certo, assolutamente. Ma perché Yari non ti ha avvisato che ti aveva mandato una mail?" "Io non l'ho... Sentito..." Adesso che ci penso è un po' che non parlo con il mio migliore amico. Ieri sera gli ho mandato un vocale lunghissimo per raccontargli della cena da mio padre che non vedevo da quattro anni, ma non mi ha ancora risposto. Assolutamente non da lui. Raggiungo una panchina isolata dietro il tempio e mi siedo per leggere.

Non posso crederci...

Non ho mai saputo niente sul passato di Yari, io e lui abbiamo sempre avuto una specie di tacito accordo al riguardo: io non chiedevo niente a lui e lui non chiedeva niente a me. L'unica cosa che mi aveva confessato era il suo secondo lavoro al Pretty Savage, che ha lasciato non appena si è trasferito a casa mia. Pensavo di essere io quella con gli anni burrascosi alle spalle ma mi sbagliavo.

E adesso... Che cazzo faccio?

Mancano ancora tre date alla fine del tour e non ho idea di come Hobi possa prendere una notizia del genere. Personalmente ci sono rimasta di sasso, ma ho abbastanza superato lo shock iniziale e il mio primo pensiero è per il mio migliore amico, da solo a Seoul. Vorrei essere lì con lui, stargli vicino, aiutarlo come posso invece di cazzeggiare a Tokyo.

Mi giro verso Vivi che ha aspettato pazientemente, in silenzio. La mail di Yari è molto personale, penso che vorrebbe la leggessimo solo io e il suo ragazzo ma in questo momento non so proprio come comportarmi. "Tutto bene?" Lo sguardo della mia amica è sinceramente preoccupato, assolutamente non invadente e decido di renderla partecipe, per confrontarmi con lei. Alla fine è la ragazza segreta di Jeon Jungkook, così come io sono la ragazza segreta di Kim Taehyung: è perfettamente in grado di tenere la bocca chiusa.

Riesco a seguire i vari punti della mail in cui è arrivata dall'apertura sempre maggiore delle sue palpebre, affiancata da un climax di imprecazioni di vario genere, da "minchia" a "sticazzi", fino al "porca troia" finale. Per fortuna qui nessuno capisce il coreano.

"Kumiko... Devi assolutamente dirlo a Hobi." Il suo sguardo è deciso e risoluto, ben più del mio. "Lo so Vivi. Ma come faccio? Deve esibirsi davanti ad uno stadio sold out stasera..." "D'accordo, puoi aspettare dopo il concerto, anche perché dubito riuscirai a beccarlo in un momento tranquillo prima. Ma Yari voleva che lui la leggesse, devi rispettare la sua decisione. Dopo stasera passerà qualche giorno prima delle ultime due date di Osaka, Hobi avrà tempo di metabolizzare..." "Sì... hai ragione..." Sospiro rumorosamente e metto via il telefono. Vorrei tanto chiamare Yari ma in questo momento non ne ho il coraggio, e soprattutto prima voglio informare il suo ragazzo. In ogni caso ho il forte, fortissimo sospetto che non mi risponderebbe.

*

"Kumiko, ma non è che hai sentito il tuo amichetto di recente? È un po' che non mi risponde ai messaggi..." Eccolo qua J-Hope ancora in tenuta da concerto che mi bracca subito dopo il live. Come avevo previsto è la prima volta che lo vedo oggi, fatta eccezione per i cinque minuti di sound check e i tre di esibizione sul palco. Almeno non ho dovuto fingere che andasse tutto bene. Inspiro profondamente ad occhi chiusi e recupero il telefono dalla vestaglia che indosso sempre nel backstage. Poi ci ripenso. Non è il caso fargli leggere la mail di Yari nel corridoio dello stadio. "Vieni con me Hobi." Lo prendo per mano trascinandolo nel mio camerino, lo faccio sedere e gli avvicino una bottiglietta d'acqua. Noto il suo sorriso luminoso spegnersi sempre di più e diventare preoccupato come non l'ho mai visto. "Kumiko, cazzo. È successo qualcosa a Yari?" Chiudo di nuovo gli occhi, inspiro e gli passo il telefono.

"Mi ha mandato una mail, ha scritto di leggerla insieme ma... perdonami, sai come sono fatta. E' di qualche giorno fa, ma io l'ho vista solo stamattina perché non controllo mai la posta... Beh... Fai con calma... Io aspetto fuori, ok?" Chiudo la porta appoggiandomici contro per captare ogni singolo rumore. Ma nulla. Un silenzio assordante e interminabile proviene dal mio camerino. Finché l'inconfondibile tonfo di una sedia rovesciata mi fa sobbalzare e mi affretto a rientrare.

"Hobi... Hobi tutto a posto?"

E' in piedi al centro della stanza, gli occhi chiusi, la sedia rovinosamente a gambe all'aria per terra. Sta stringendo compulsivamente il mio telefono, temo possa romperlo da un momento all'altro. Non credevo di poter mai dire una cosa del genere su J-Hope dei BTS ma... sì: fa veramente paura. "Hobi..." "Tranquilla Kumiko... Adesso mi calmo..." Aspetto in silenzio, finché riapre gli occhi e mi passa il cellulare. "Scusami, non so perché ho reagito così..." "Perché sei umano, Hobi, e una notizia del genere farebbe porconare anche un monaco. Ma non è colpa di Yari, ok? Anche lui l'ha scoperto da poco. Sicuramente non sa come gestirla..." "Mi piacerebbe che mi rispondesse, così potremmo gestirla insieme..." Il suo tono è strano, una via di mezzo tra l'infastidito e il preoccupato, però ha ragione: Yari ha mandato quella mail ed è sparito nel nulla. "Hai già provato a chiamarlo?" "Sì..." "Dai, riprova..."

Ricompone il numero a memoria e lascia squillare, a vuoto. Maledizione. Recupero il mio telefono dalla sua mano e gli stringo affettuosamente un braccio. "Fai un tentativo con il tuo Hobi, probabilmente non risponde perché pensa sia io a chiamarlo. E' giusto che voglia parlarne prima con te..." Nemmeno io ci credo molto a quello che sto dicendo ma mi sforzo di sorridergli ed essere più convincente che posso. In tutta risposta lui mi scavalca con una falcata sola e come un uragano impazzito esce dal mio camerino per andare nel suo a recuperare il cellulare. Mi avvicino lentamente, sporgendomi dalla soglia, osservando le sue spalle sollevarsi e abbassarsi nervosamente in sincrono con gli squilli.

Cazzo Yari, rispondi... Ti prego... Rispondigli...

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