Cap. 21 - Horny Morning
Pov Hobi
Le cinque del mattino. Ho ancora un'ora prima che suoni la sveglia, dovrei riposarmi ma non ci riesco. Ho sognato Yari. La sua pelle calda, il suo sorriso gentile, i suoi occhi profondi, i suoi capelli lunghi. Eravamo insieme sulla spiaggia brasiliana che ho visto ieri di sfuggita dalla macchina, sdraiati sulla sabbia ambrata, senza preoccuparci di essere visti. Il ricordo è ancora nitido, come se fosse successo realmente. Ci stavamo baciando. Un bacio dolce, morbido, senza tempo. Uno di quelli che vorresti non finissero mai.
Appoggio il pollice sul labbro inferiore e lo accarezzo, sovrappensiero. La verità è che Yari manca. Mi manca terribilmente. Mi manca poterlo guardare, poterlo toccare, poter fare l'amore con lui. Mi manca lasciarmi andare tra le sue braccia, mi mancano le sue carezze, mi mancano le sue labbra. Mi manca la nostra complicità, i nostri sguardi, i nostri silenzi. Sospiro e chiudo gli occhi. Non riuscirò mai a riaddormentarmi dopo un sogno del genere.
Dodici ore. Esattamente dodici ore di fuso orario mi separano da lui. Di solito passa i pomeriggi in sala prove ma potrei sbagliarmi; tra allenamenti, interviste, jet-lag e concerti mi sta andando leggermente in pappa il cervello e so a stento che giorno sia oggi. Recupero il telefono per mandargli un messaggio, non si sa mai, e con mia somma gioia scopro che mi ha preceduto di qualche minuto.
Ciao Hobi, scusa se ti mando un vocale a quest'ora, da te sarà notte fonda e starai dormendo. Oggi la Min ci ha lasciato il pomeriggio libero... Sai che bello, mi sono annoiato a morte... Niente, mentre facevo due pesi in camera è partita questa canzone... Non ho resistito e sono salito in terrazzo a improvvisare una coreo... È uscita una roba strana, una via di mezzo tra contemporaneo e dancehall... Ti mando il video...
Un sorriso da orecchio a orecchio compare sulla mia faccia quando realizzo che Yari è a casa e io ho ancora un'oretta prima che inizi la giornata. Potrei chiamarlo ma prima apro il file che mi ha mandato, sono troppo curioso. Immagino già la scena: lui in pantaloni della tuta rigorosamente a petto nudo che solleva un manubrio per braccio in camera sua, controllando la postura nell'enorme specchio a parete. Stacco. Parte questa canzone, gli si accende una lampadina in testa, abbandona i pesi, si infila una felpa al volo per non congelare ed esce sul terrazzo. Peccato che nella fretta la cerniera della felpa sia rimasta aperta per metà. Cazzo Yari, mi vuoi ufficialmente morto.
Play.
La ripresa è fatta dal basso, come se il cellulare fosse lasciato appoggiato per sbaglio alla balaustra, l'inquadratura ferma tra le mattonelle grigie del terrazzo e le meravigliose sfumature rossastre del cielo. Il sole sta tramontando su Seoul, lasciando ombre morbide tra i grattacieli sullo sfondo. L'intro del sintetizzatore riempie il silenzio, alcune veloci note alla tastiera e una voce profonda, malinconica. Già mi piace, e Yari non è ancora entrato in scena.
https://youtu.be/IRsCz1QM1ao
Una corsa, un giro su sé stesso e un salto. Magico già dai primi movimenti. Le braccia eleganti seguono l'eco delle parole, i muscoli del petto tesi lasciati scoperti dalla cerniera semiaperta, le gambe toniche e scattanti avvolte da un paio di pantaloni della tuta neri, il gradino degli addominali che si intravede ogni volta che gli si alza la felpa. Seducente e ammaliante come un filtro d'amore, insidioso e mortale come una pozione avvelenata. Semplicemente Yari. Il ritmo diventa più incisivo e la gestualità tecnica tipica della danza contemporanea viene affiancata dagli step della dancehall, dal flow che proviene dalla strada. Un mix inesplorato ma decisamente d'effetto, soprattutto perché ballato da lui.
L'espressione di Yari è abbandonata alla musica, completamente assorta, come se il suo corpo fosse la cassa da cui esce ogni singola nota. Onde morbide dal petto al bacino accompagnano la voce scura del cantante, alternate a gesti scattanti delle braccia che marcano ogni singolo accento, poi una sequenza di salti per sprigionare la potenza dei suoi muscoli, un sollevamento della gamba fino a toccare la spalla per sottolineare la sua mobilità articolare e una rotazione completa della testa accompagnata dalle mani teatralmente infilate tra i capelli. Un passaggio di pura gestualità che svanisce nel nulla e lascia spazio a una successione di spari con le mani a pistola tipiche della dancehall maschile, proprio come mi ha insegnato lui. Non posso credere che stia improvvisando: tutto sembra studiato appositamente per abbinarsi alla canzone, ogni sguardo, ogni movimento, ogni slancio. Pazzesco.
Un pianoforte scandisce le note finali e Yari si butta per terra, disegnando dei cerchi sul pavimento e nell'aria, come a voler ricostruire lo spazio intorno a sé. L'accento finale enfatizzato da un ampio gesto con le braccia, come se volesse spingere via qualcuno. E il messaggio della coreografia finalmente chiarito:
"Questo sono io. Eleganza e potenza. Testa e cuore. Ragione e follia. Tecnica e improvvisazione. Teatro e strada. Danza contemporanea e dancehall. E se non vi sta bene potete anche andarvene a fanculo."
Riguardo il video per la terza volta e con gli occhi lucidi compongo il suo numero per avviare una videochiamata. Mi ha commosso profondamente vederlo così esposto, così fragile, come se avesse messo a nudo la sua anima.
<<Hobi?>>
A proposito di nudità, porca la puttana. Yari deve essere appena uscito dalla doccia, perché in questo momento è in bagno coperto unicamente da un asciugamano arancione striminzito e si sta frizionando i capelli con un telo più piccolo dello stesso set. È una scena decisamente complessa da gestire al momento, soprattutto dopo aver visto il suo balletto.
<<Yari...>>
Lascio appositamente il tono in sospeso, come se volessi dire altro, nonostante non ci sia bisogno di aggiungere nulla. Potrei rimanere tutta la videochiamata in silenzio a guardarlo mentre si asciuga.
<<Tutto bene Hobi? Hai una faccia...>>
Effettivamente preso dalla foga di sentirlo non mi sono preoccupato minimamente del mio aspetto. Probabilmente ho i capelli scompigliati e la faccia ancora sfatta dal sonno, il tutto condito dal mio pigiama a righe di Mang. Inutile dire chi sia il più sexy tra i due al momento.
<<Scusami, mi sono appena svegliato...>>
<<Hobi ma da te non sono le...>> Pausa per controllare l'ora. <<...cinque e mezza del mattino?? Cosa ci fai sveglio??>>
<<Ti ho sognato e non sono più riuscito ad addormentarmi...>>
Yari si blocca di colpo, il telo rimasto a mezz'aria e un'espressione indecifrabile sul volto. Poi riconnette il cervello e prende a passarsi l'asciugamano sul deltoide, scendendo fino al bicipite. Porca la pupattola adesso lo insulto sul serio.
<<Era un bel sogno spero...>>
<<Meraviglioso... Penso tu possa immaginarne il contenuto anche senza spoiler...>>
Risata poderosa e ulteriore pausa dell'asciugamano arancione, che poi riprende dai pettorali e dagli addominali. Ricerca su Google: come teletrasportarsi dal Brasile alla Corea del Sud o in alternativa come smaterializzarsi e reincarnarsi in un telo da bagno arancione. Invio.
<<Hobi, ti prego... Non mi puoi dire queste cose al telefono...>>
Come prego?
<<No scusa un attimo, amigo. Chi è dei due quello mezzo biotto al momento?>>
<<Ti ricordo che mi hai chiamato tu, Hobi... Ti pare che non rispondo?>>
<<Esistono gli accappatoi...>>
<<Regalamene uno allora...>>
<<E gli asciugacapelli...>>
<<Lo sai che sono troppo pigro per asciugarmi i capelli...>>
E con un sorriso ammiccante si piega di lato per ricominciare a frizionarsi la testa, facendo in modo che la telecamera inquadri per bene ogni singolo muscolo del suo corpo.
Eh però. Già uno al mattino si sveglia con l'alzabandiera, poi se aggiungiamo i sogni mezzi erotici, una coreografia con un outfit vedo non vedo e una videochiamata porno ciaone proprio. Un'auto-sveltina in bagno appena metto giù non me la toglie nessuno.
<<Hobi... A cosa stai pensando?>>
<<Devo proprio dirtelo??>>
Un'altra risata, di quelle che lasciano intuire che mi abbia letto nel pensiero. E la sua frase successiva ne è la conferma.
<<Verrei a fartela io, ma ci separano quelle ventisei ore di volo, senza contare le dodici di fuso orario...>>
Volilà, il colpo di grazia che non mi serviva... Sto letteralmente esplodendo nei pantaloni del pigiama.
<<Ti ringrazio Yari ma non preoccuparti, hai già fatto abbastanza...>>
<<Ahahah, d'accordo... Senti, ti... ti è piaciuta la mia coreo improvvisata?>>
Ecco bravo, cambiamo un secondo argomento che è meglio...
<<Tantissimo. Semplicemente fenomenale. Mi hai commosso, Yari...>>
<<Sei il solito esagerato...>>
<<Sai che non è vero. Dico sempre solo quello che penso. E quella coreografia era stupenda, dovresti proporla alla Min per la prossima tournée...>>
<<Magari per quella dopo... Parto tra due settimane, sai com'è...>>
<<Sei nervoso?>>
<<Non più di tanto. Due mesi in giro per l'Asia voleranno, e a quel punto mancheranno solo altre sei settimane e potrò rivederti...>>
<<Stai mettendo le X rosse sul calendario?>>
<<Puoi giurarci...>>
Mamma mia, la tenerezza...
Sorrido, e l'attenzione mi cade sull'orario. <<Si sta facendo tardi, volevo farmi una doccia prima della colazione... Buona serata Yari, ci sentiamo presto?>>
<<Certo... Buona giornata Hobi... Mi manchi...>>
<<Mi manchi anche tu... Ti amo...>>
E con un sonoro schiocco direttamente sullo schermo del telefono metto giù la videochiamata. Sospiro, appoggiando il cellulare sul comodino e sdraiandomi sul letto a pancia in su. Yari mi è sembrato sereno, sicuramente questi tre mesi da solo a Seoul sono stati molto difficili per lui ma non ha mai voluto farmelo pesare. Sono contento che la compagnia di danza contemporanea abbia in programma una seconda tournée, lo aiuterà sicuramente a tenersi distratto, anche se questo vorrà dire avere ancora meno attimi liberi per sentirci. Ma il tempo passerà velocemente e potremo rivederci. Potremo toccarci. Potremo baciarci. Potremo fare l'amore. Ahia.
Un piacevole calore si risveglia dal mio bassoventre. Lancio via il lenzuolo, il pigiama e i boxer e mi fiondo in doccia, il getto dell'acqua non troppo caldo per risvegliarmi dal torpore e prepararmi all'afa della giornata brasiliana che mi attende. Piccole goccioline mi solleticano la pelle, come se volessero portare la mia attenzione all'erezione fremente ormai formata tra le mie gambe. Inspiro profondamente riempiendo completamente i polmoni e lascio andare.
Quattro mesi. Mancano solo quattro mesi.
Mi passo la mano insaponata sulle spalle, scendendo verso la pancia fino a raggiungere il mio rigonfiamento. Il volto sorridente di Yari mi appare attraverso gli occhi chiusi e con dolcezza inizio ad accarezzarmi, il pugno ben stretto attorno alla mia circonferenza. Una scarica di adrenalina mi attraversa la schiena quando risalgo verso la punta disegnando piccoli cerchi sulla pelle sensibile arrossata e riscendo fino alla base, ripetendo più volte il movimento e beandomi del leggero solletico provocato dal getto dell'acqua. So che è squallido masturbarsi in doccia pensando al proprio ragazzo ma chissenefrega, tanto nessuno mi vede. In questo momento ne ho un bisogno psichico e soprattutto fisico.
Lascio che il mio cervello sia libero di fantasticare, di riportarmi a quella mattina a casa di Yari, noi due nudi sotto la doccia, la mia mano che dava attenzioni contemporaneamente ad entrambi. Aumento il ritmo al pensiero, la schiena completamente appoggiata alle piastrelle, il collo abbandonato verso lo sterno. Buio. Scena successiva. La penombra di camera sua, le sue dita a solleticare la mia entrata, e poi la gentilezza con cui spingeva la sua erezione dentro di me, la mia memorabile prima volta da passivo. Il calore del suo petto incollato alle mie spalle, la sensazione di una pienezza mai provata prima, la follia generata dai colpi improvvisi della sua punta contro la mia prostata. E di nuovo le nostre mani intrecciate nel darmi piacere, proprio come io sto facendo in questo momento, da solo.
Aumento il ritmo, sempre di più, rendendolo sempre più serrato. Il pugno stretto, le gambe molli, il respiro in affatto, le fantasie aggrappate ai ricordi delle volte in cui ho fatto l'amore con Yari. Tutte diverse ma tutte così speciali. Poche ore passate insieme ma di pura qualità. Aumento il ritmo, fino a sentire il muscolo del gomito bruciare.
Quattro mesi. Mancano solo quattro mesi e non dovrò più accontentarmi di video sensuali, chiamate in asciugamano dopo la doccia e auto-riscaldamenti erotici mattutini.
Un ultimo fotogramma del viso sorridente di Yari che fa i pesi a torso nudo prima di salire a ballare sul terrazzo, i pettorali ancora bene in vista sotto la cerniera della felpa. Quella coreografia mozzafiato, le goccioline di sudore che gli imperlavano la fronte mentre si avvicinava allo schermo per interrompere il video. La sua immagine che si spoglia per entrare in doccia, le sue dita che insaponano i suoi muscoli perfetti. L'acqua che si spegne, l'asciugamano arancione che gli ricopre i fianchi, lentamente, lasciando vedere per un secondo quello che c'è sotto. Quattro mesi. Quattro mesi e potrò rivederlo anche io.
Un fremito mi rammollisce le gambe e per non perdere l'equilibrio butto completamente la testa all'indietro mentre con un gemito appagato mi riverso nel mio stesso palmo, i pensieri che chiudono il sipario, interrompendo qualsiasi scena erotica e lasciandomi al buio.
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