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Cap. 18 - BTS Live @ Seoul

Allora, qui le cose sono due: o sembro uno sfigato o sembro frocio. Cordino porta-pass viola, felpa di Mang azzurro puffo e Army Bomb con inciso il nome di J-Hope. Il tutto regalatomi dalla mia stupenda quanto poco accorta migliore amica per farsi perdonare. Che cosa poi lo sa solo lei.

Mi giro con noncuranza verso le ragazzine attorno a me e sì, decisamente mi stanno squadrando con un'aria divertita ma non sospettosa, del tipo "cosa ci fa questo qua da solo ad un concerto dei BTS, in zona Vip per giunta?" Almeno non ho scritto ehi, sono il fidanzato di Hobi! in faccia come temevo.

"Dai, Jae... Chiedigli il numero..." "Chiediglielo tu, Eun..." "No, io mi vergogno..." "Uff..."

Abbasso la testa, origliando la conversazione nemmeno troppo sussurrata delle due ragazze sedute alle mie spalle, che evidentemente pensano che io sia sordo. Non credevo che le coreane potessero essere così sfacciate. Però ok, decisamente non sembro né sfigato, né frocio, né il fidanzato di J-Hope. Mi sto letteralmente schiantando dalle risate.

"Ma secondo voi è coreano?" Una terza voce, più acuta delle prime due e decisamente ben poco sveglia. "Ma come fa ad essere coreano, Hye?? Non lo vedi che è mulatto?" "Secondo me è thailandese..."

Mmm... Fuochino...

"Non è questo il punto, Eun. Il punto è: ma quanto cazzo è figo??" "Parecchio..." "Ragazze, scusate se mi intrometto... Stavate parlando del bonazzo seduto in prima fila, vero?" Una quarta voce, leggermente più lontana delle altre tre. Il mio fandom si sta allargando. "Allora l'hai notato anche tu?" "Come si fa a non notarlo? Comunque piacere, Don-ya..." "Piacere, Eun!" "Chi è il vostro bias?" "Il mio è Jungkook, quello di Hye è Taehyung e quello di Jae è Hobi..." "Anche il mio è Hobi!" "Ma dai??? Non trovo mai altre Hobi stan..." "Penso che anche il moretto sia Hobi stan... Ha la felpa di Mang!" "E anche l'Army Bomb è di J-Hope, mi sembra!" "Dai Jae, ti prego... Chiedigli il numero... Avete anche lo stesso bias, è un'ottima scusa per attaccare bottone!" "Chiediglielo tu, scema. Il mio cuoricino appartiene solo ad Hobi, non potrei mai tradirlo con un fanboy qualunque conosciuto ad un suo concerto..."

No vabbè, adesso crepo.

"Allora chiedigli il numero e poi me lo passi!" "Piantala, Eun!" "Dai, sfigate, glielo chiedo io..." Molto bene Yari, è il momento di uscire momentaneamente di scena. Mi alzo dalla sedia, mostro il pass al bodyguard e attraverso il parterre, diretto ai bagni dello stadio. Il tutto sotto attenta radiografia del settore A al completo. E poi commetto un grave errore: sciogliermi i capelli per rifarmi il man bun. In sostanza è come se mi fossi acceso un cartello luminoso in testa con la scritta ehi, guardatemi, sono qui! Ma è possibile che io sia l'unico ragazzo a questo concerto? Evidentemente sì. O comunque gli altri si sono nascosti parecchio bene.

Entro nel corridoio e tiro fuori il telefono: manca ancora mezz'ora. Posso farcela a resistere alle avances di un gruppetto di pischelle arrapate. Sicuramente quando i Bangtan saliranno sul palco si dimenticheranno tutte di me.

"Scommetto che stai facendo strage di Army lì nel parterre... Guarda che sono geloso!"

Eccolo qui, il messaggio del mio meraviglioso quanto attesissimo fidanzato. Sorrido come un idiota immaginandomi la sua espressione fintamente arrabbiata, i capelli tirati all'indietro freschi freschi di undercut, i lineamenti del suo viso messi ancora più in risalto dal trucco di scena, il fisico asciutto in tenuta da concerto, i vistosi orecchini ai lobi, le mani ricoperte da anelli... Ok, basta.

"Ne riparliamo non appena si spegneranno le luci e migliaia di ragazze urleranno il tuo nome, J-Hope???"

"Migliaia di ragazze e spero anche un bellissimo ragazzo abbronzato in prima fila..."

"Puoi giurarci... Spacca tutto, Hobi! Ti amo..."

"Ti amo anche io... Grazie per essere qui..."

Metto via il telefono, il cuore che mi esplode per la felicità e per la trepidazione. Non vedo l'ora che inizi il concerto per ammirarlo in tutto il suo splendore. Trrr. Un nuovo messaggio.

"Non azzardarti a togliermi gli occhi di dosso..."

Sbadabammm! Come passare da essere una pralina ripiena di caramello al diventare una barretta di cioccolato al peperoncino. Featuring: J-Hope. Ripigliati Yari per piacere, il concerto sta per iniziare. Torno verso il mio posto ma mi fermo un attimo vicino alla transenna per scattarmi un selfie, lo sguardo fiero e il badge da vip bene in vista.

"Spacca i culi Queen!
Ps: sono orgoglioso di te amica mia... Ti voglio bene..."

Chissà come starà Kumiko in questo momento. Il suo timer dell'ansia di solito si attiva dieci minuti prima di andare in scena: prima di quel momento è tranquilla come se dovesse andare a fare un picnic al parco ma non appena mancano esattamente dieci minuti va in panico e inizia a stritolarmi la mano per sfogare la tensione. Forse avrei dovuto regalarle una pallina antistress per sostituirmi, mannaggia a me. Domani gliene compro una, tanto le mancano ancora quelle quarantanove date, avrà modo di usarla. Magari a forma di Tata, così, per ripicca.

Delle urla improvvise interrompono i miei pensieri. Migliaia di Army Bomb si accendono contemporaneamente, illuminando lo Stadio Olimpico di Seoul di un'intensa luce viola. Sto quasi tremando per l'eccitazione, per l'adrenalina, per l'agitazione, come se dovessi salire anche io su quel palco. E poi sette figure compaiono sul fondo della scena, sollevati da una pedana. Buio. Musica a palla. Effetti speciali. Ballerini. Quattro voci che si amalgamano alla perfezione nonostante siano così diverse. Una più cristallina, una più roca, una più tecnica, una più dolce. Il tutto intervallato dalla potenza dei rapper, che sprigionano un'energia assurda, ognuno con il suo stile, ognuno con la sua firma. E tra di loro, Hobi. Il mio meraviglioso Hobi.

"Non azzardarti a togliermi gli occhi di dosso..."

Come se per me fosse facile non mettere il focus solo sul mio ragazzo. Sono letteralmente ipnotizzato da lui, dai suoi movimenti scattanti, puliti, precisi, magnetici. È davvero un ballerino eccezionale. E poi il suo rap è così particolare, così unico. Lo riconoscerei ovunque. E il suo sorriso? Parliamo un secondo del suo sorriso? Potrebbe tranquillamente prendere il posto di questi enormi fari e illuminare da solo tutto lo stadio. Hobi, non riuscirei a staccarti gli occhi di dosso nemmeno se mi impegnassi al massimo. E comunque non mi sto impegnando per niente.

Le canzoni si susseguono senza sosta, una più spaccapolmoni dell'altra e i ragazzi non cedono nemmeno per un secondo. Le fan ormai sono letteralmente in visibilio, una folla urlante in pieno delirio ed anche io non capisco più niente. È tutto così coinvolgente, così entusiasmante, così colorato, i costumi di scena sono pazzeschi, l'alternanza dei pezzi studiata alla perfezione, le coreografie curate nei minimi dettagli, ogni formazione netta, ogni gesto identico, nemmeno fossero sette gemelli siamesi. Adesso capisco il perché degli allenamenti estenuanti che i BTS sono costretti ad affrontare ogni giorno, delle interminabili ore in sala prove a provare e riprovare la stessa coreografia duecento volte, delle lezioni con i vocal coach a qualsiasi ora, delle infinite riunioni per mettere a punto ogni singolo dettaglio. Non ho mai visto uno spettacolo più perfetto di questo.

E poi le Army Bomb che si illuminano di mille colori e la scenografia che si trasforma in una specie di parco giochi. Sfumature accese, forme divertenti, melodia allegra. Vuol dire solo una cosa: è il momento del solo di J-Hope. Qui nel parterre siamo tutti in piedi da un pezzo e quando il mio ragazzo sale sul palco mi costringo a non cadere. Ha il completo rosso. Quel completo rosso. Quello di quando ci siamo conosciuti. Questa sì che non me l'aspettavo: l'ha già usato durante il tour dell'anno scorso e di solito gli stylist dei Bangtan non ripropongono mai gli stessi outfit. Che abbia insistito con Vivi per farmi una sorpresa? Ormai mi aspetto di tutto da lui.

Ma non faccio in tempo ad elaborare ulteriori teorie, perché Hobi inizia ad avanzare lungo la pedana, fino ad arrivare al palco secondario, esattamente dove sono io. E all'improvviso lo stadio intorno a noi si svuota e rimaniamo solo io e lui. Non faccio più caso alle urla intorno a me, non sento più i milioni di ragazze che gridano il suo nome, non vedo più il tappeto di braccia al cielo che agitano le Army Bomb. È come se ogni singola parola che esce dalle sue labbra fosse diretta a me, come se ogni singolo passo di danza fosse dedicato a me, come se ogni singolo movimento di bacino fosse stato studiato appositamente per farmi impazzire. E mi stanno arrivando Hobi, eccome se mi stanno arrivando. Li ho sentiti tutti, dal primo all'ultimo, così come ho sentito la mega spaccata che hai piazzato dal nulla, la gamba dietro piegata e quella avanti tesa, il rimbalzo a molla per tornare in piedi e il colpo di pacco conclusivo. Più tardi facciamo i conti.

Ci metto un bel po' a riprendermi dalla sua esibizione memorabile. Per la precisione, nell'ordine: due pezzi tutti insieme, la sub-unit della Vocal Line, il solo di Jin e quello di Suga. E poi un video. Lo stadio vuoto, i quattro membri della Dance Line che camminano sul palco spoglio, gli sguardi vitrei, senza emozioni, senza entusiasmo. È il momento della mia Kumiko.

Forza Queen... Fai vedere a tutti chi sei...

Eccola. Luminosa, sorridente, elegante, volteggia leggiadra tra le braccia dei quattro ragazzi che la sollevano senza sforzo, alternandosi tra la zona di luce creata dall'occhio di bue e quella d'ombra. Nessuna scenografia se non lo stadio pieno di Army che circonda il piccolo palco secondario, ancora una volta quello davanti a me. Adesso capisco la scelta di riservarmi questo posto, mi hanno regalato una visione privilegiata dei due pezzi che aspettavo di più: il solo del mio ragazzo e il passo a due della mia migliore amica.

Mi incanto a guardarla, l'orgoglio che quasi mi buca il petto. Non l'ho mai vista così radiosa, così a suo agio, così fluida, nonostante sia la mia partner fissa da tre anni. Nonostante fosse la mia partner fissa. Un verbo al passato grande come una casa si fa spazio nel mio cervello e un magone devastante si impossessa di me senza che io possa fare nulla per cacciarlo indietro. Perché la verità è una sola: vorrei avere un'altra occasione, esibirmi con lei un'ultima volta in un teatro, stringerla tra le braccia, guardarla negli occhi, scambiarle sorrisi d'intesa, prenderla per mano durante i saluti finali per inchinarci davanti al nostro pubblico. Vorrei essermi goduto più a fondo la nostra ultima tournée insieme, anche se non potevo sapere che sarebbe stata l'ultima per chissà quanto tempo. Vorrei non doverla salutare, vorrei che non partisse, vorrei che rimanesse con me alla compagnia di danza contemporanea.

Ma sarei un folle egoista.

Kumiko si merita tutto il successo e l'amore del mondo, si merita di ballare davanti a uno stadio sold out, si merita questa rivincita dopo la merda che ha ricevuto dalla vita, si merita di vivere il suo sogno. E io sono pronto a lasciarla andare. Mi asciugo le lacrime dagli occhi e mi unisco all'applauso delle Army, il più assordante di questa serata, talmente fragoroso da buttar giù l'intero Stadio Olimpico di Seoul.

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