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Cap. 11 - Badman Forward Badman Pull Up

Pov Hobi

"Allora, Yari?? Che sorpresa mi hai preparato? Il tuo messaggio era piuttosto criptico..."

Siamo in un piccolo giardinetto dietro la Big Hit, circondato solo da aziende e uffici che a quest'ora sono chiusi. "Cerchiamo un posto tranquillo e poi ti dico tutto, Hobi..." Nonostante siano le undici e mezza di sera è vispo e allegro come se fosse mezzogiorno. Ad essere sincero non ho dormito molto la scorsa notte e la stanchezza accumulata dalle prove con la Maddox sta iniziando a farsi sentire, ma solo l'idea di rivederlo mi ha ricaricato come una molla. "Vieni con me..." Mi avvio verso il centro del parchetto, dove hanno costruito un piccolo gazebo in pietra. "I dipendenti dell'agenzia vengono spesso a mangiare qui nelle belle giornate... Non è molto illuminato a quest'ora ma..." "È perfetto, Hobi!"

Gli sorrido da sotto la mascherina nera, elettrizzato. Vorrei tanto toglierla quando sono con lui ma preferisco essere prudente. Ci vediamo sempre ad orari assurdi e in posti poco frequentati, ma non si sa mai chi c'è in giro. E dal momento che oggi non siamo in macchina e sono ancora più esposto di ieri ho deciso di sfoggiare anche il mio cappellino da pescatore della Fila, il mio preferito. È praticamente impossibile riconoscermi da lontano.

Yari si gira di spalle per evitare che io sbirci, appoggia lo zaino per terra e inizia a frugare alla ricerca di qualcosa. Mi avvicino incuriosito e lo vedo estrarre una piccola cassa e un cavo. Recupera il telefono dalla tasca e lo attacca al filo, poi si rialza e mi guarda imbarazzato, grattandosi dietro la nuca. "Avevi detto che volevi imparare qualche passo di dancehall maschile, quindi ti... ti ho preparato una piccola coreo, se ti va..." Sono letteralmente sconcertato. Non avrà dormito un cazzo nemmeno lui, ha avuto le prove tutto il giorno, quando diavolo ha avuto il tempo di inventare una coreografia?

Devo avere uno sguardo sbigottito, perché Yari si affretta a giustificarsi: "Sì, insomma, non è niente di che, un paio di passi che mi sono venuti in mente... Ma se sei troppo stanco non preoccuparti eh, capisco perfettamente, la Maddox vi avrà uccisi anche oggi..." Vorrei abbracciarlo per quanto è tenero. "Stai scherzando spero. Non vedo l'ora!" Batto le mani impaziente di iniziare e lui mi ricompensa con uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Cazzo quanto è bello. "Ok, allora... So che ci siamo scaldati abbastanza agli allenamenti oggi, ma vorrei cominciare con dei passi un po' soft, così entriamo nel mood. Che ne pensi?"

Penso che sei troppo carino quando cerchi la mia approvazione in tutto...

"Penso che sia un'ottima idea, maestro." Scoppia a ridere nel sentirsi appellare così, del resto non deve essere così comune fare da insegnante ad un idol. Non voglio tirarmela, anzi, voglio che si senta a suo agio il prima possibile. Non vedo l'ora di ballare con lui. "Allora vediamo... Questa è una canzone femminile quindi teoricamente non potremmo ballarla, ma mi piace troppo!" "Da cosa riconosci un pezzo femminile da uno maschile?" "Dal testo... Se si parla di pussy e sculettamenti vari noi lasciamo il posto alle donzelle e ce ne andiamo a bordo pista. Ma adesso stiamo facendo solo riscaldamento quindi fotte. Mi metto qui così mi vedi, ok? Per ora seguimi e rilassati..." Si posiziona in diagonale davanti a me, fa partire la canzone e appoggia il telefono per terra. Mi lascio subito andare alla voce calda del cantante e agli accenti dei bassi. Cazzo Yari, le canzoni che metti sono sempre meravigliose.

https://youtu.be/BmRWXHRPZyo

Iniziamo a scaldare le spalle, ruotandole alternatamente in avanti, destra, sinistra, destra, sinistra. È un movimento molto semplice all'apparenza, ma fatto da lui sembra tutto un altro passo. Il flow che ci mette, il modo in cui accompagna ogni gesto con il busto e con il collo, amalgamandosi perfettamente con la musica è semplicemente spettacolare. Dalle spalle scende alla schiena, disegnando delle morbide onde in avanti, bacino, ombelico, petto, testa. Porca troia se è sexy. Vederlo ballare da vicino non è minimamente paragonabile ai video di YouTube e nemmeno all'esibizione al Plastique. È da mozzare il fiato.

Il ritmo rimane lento e riesco a stargli dietro senza problemi, ammirando il suo sedere sodo avvolto dai pantaloni della tuta, i fianchi stretti, i muscoli pronunciati messi in risaldo dalla maglietta aderente, la nuca lasciata scoperta dai capelli legati. Mi mordo il labbro inferiore. Ok, devo assolutamente concentrarmi su altro altrimenti qua succede un casino.

"Perfetto, Hobi. Direi che possiamo iniziare a fare sul serio." Non mi ero nemmeno accorto che la musica era finita talmente mi ero perso ad ammirarlo. Annuisco, impaziente. "La canzone te la faccio ascoltare dopo, prima le basi. Uno: la dancehall nasce per strada e purtroppo per strada a Kingston girano le pistole, quindi i ballerini le richiamano un sacco nei loro step. Riconosci una canzone di New School maschile perché il testo avrà parole come gun, shot, badman e cose del genere..." Pazzesco come gli brillino gli occhi quando parla della sua passione, mi incanto ogni volta ad ascoltarlo. "Chiaro..." "Ottimo, quindi mani a pistola, non proprio tutto il tempo ma quasi..." E per sottolineare il concetto allunga un braccio verso di me, il pollice in alto, l'indice e il medio in avanti e le ultime due dita piegate sul palmo, come se stesse facendo finta di spararmi.

"Seconda cosa, molto importante, le gambe. I giamaicani spaccano le ginocchia alla gente. Non troverai mai un passo che abbia le gambe tese, soprattutto nel maschile. Mai. Più stai basso più bello sarà l'effetto." "Ricevuto." "Ora, il primo step è dei Black Eagles, una delle crew storiche. Il loro simbolo è un'aquila, ovviamente, e spesso ce la piazzano tra un movimento e l'altro, come se fosse una firma. Così..." Le sue mani si sono intrecciate a formare due ali, come se volesse fare le ombre cinesi sul muro. "I passi che inventano sono lunghissimi e intricatissimi ma davvero super super fighi... Giusto per farti capire, questo è il Trouble Deh Deh, il mio preferito..." Piccola dimostrazione e mandibola del sottoscritto che cade per terra. Porca troia. È talmente contorto che faccio fatica a stargli dietro, ma l'effetto globale è stupendo. "E questo sarebbe un passo unico? Che dura un intero otto?" "Esatto. Figurati che ce n'è un altro che si chiama Silent Killa che ne dura due!! Ma non spaventarti, adesso ti spiego tutto con calma..."

E con una pazienza assurda mi insegna la coreografia che ha inventato apposta per me, dicendomi tutti i nomi degli step, i ballerini che li hanno inventati e la storia che c'è dietro. Potrei stare qui per ore ad ascoltarlo.

"Ok, Hobi. Ci siamo. Vuoi provarla una volta intera senza musica e poi ti faccio sentire la canzone?" "Sì, per favore..." Chiudo gli occhi, in modo da non copiarlo; è il test definitivo per capire se ho memorizzato tutto o mi sono perso qualche pezzo per strada. "Allora? Com'è andata?" Sorrido sotto la mascherina. Ho sempre avuto un discreto dono nell'imparare al volo una coreografia nuova ma questa volta è stato davvero stupefacente. Dopo che mi ha spiegato tutto così nel dettaglio e meravigliosamente bene ricordarmi la sequenza dei passi mi viene assolutamente naturale. "Direi che ci sono, Yari. È come se stessimo raccontando una storia... In questo momento io e te siamo dei capi banda di due crew di Kingston prima di una sparatoria..." Mi guarda orgoglioso, come se fossi davvero lo studente migliore della sua classe. "Esatto, Hobi. Precisamente." "Fammi sentire il pezzo, sono curioso..." "Va bene... Giusto per tua informazione si chiama Cliq ed è di Gentile..." Si abbassa per recuperare il telefono e la fa partire.

"Mmmh..." "Cos'è quell'espressione preoccupata?" "Posso essere sincero, Yari?" "Cosa c'è? Non ti piace?" "Mi piace un sacco... Ma non pensavo tu fossi così stronzo..." Scoppia a ridere divertito dalla mia improvvisa faccia tosta. Ormai mi sento completamente in confidenza con lui. "Solo perché ha qualche accento fuori posto?" "Qualche???" "Dai, te la faccio partire dall'inizio e ti faccio vedere dove incastrare i singoli movimenti. Vedrai che non è difficile..."

Ha ragione, ovviamente. Ogni singolo gesto si abbina perfettamente alle parole, come se musica e coreografia fossero state inventate nello stesso frangente. E lui è assolutamente da mozzare il fiato, talmente figo da essere quasi indecente. Sto facendo una fatica assurda per sforzarmi di non saltargli addosso in questo preciso istante. "Ok, spegni un attimo e dammi un secondo..." Chiudo gli occhi e cerco di visualizzare cosa devo fare mentre ricanticchio la canzone a mio modo.

Tarara tarara tara click clik...
Tarara tarara tara click clik...

Riapro gli occhi, Yari che mi ha lasciato fare e mi sta osservando con curiosità. "Perfetto, dovrei esserci. Proviamo." "Sto ancora una volta davanti io poi ti metti davanti tu, ok Hobi?" "Va bene..." Musica. E all'improvviso mi ritrovo catapultato in un mondo parallelo, con una vita parallela. Non sono più J-Hope dei BTS ma il capo di una banda di criminali a cui hanno ammazzato un fratello. Desideroso di sangue, di vendetta.

https://youtu.be/uWbT7sWOj4Q

Recupero fiato, guardando Yari con ammirazione. Mi ha fatto uscire dalla mia zona di confort e allo stesso tempo è riuscito a darmi una chiave di lettura per crearmi il mio spazio in questo mondo. "Ok, adesso mi metto davanti io..." Lo supero, lo sguardo verso un punto a caso oltre il gazebo, i muscoli attivi pronti a scattare, la testa libera ma concentrata. Una nuova storia. Adesso sono io quello che ho ucciso il capo della gang rivale e deve rispondere alle ritorsioni degli avversari. Spavaldo, autoritario, stronzo, egoista, esattamente il contrario del mio carattere. Eppure perfettamente a mio agio. Pazzesco.

"Meraviglioso, Hobi... Assolutamente perfetto..." "Spacchiamo i culi ai giamaicani, bro..." Scoppiamo a ridere entrambi per il mood ghetto style che ormai si è impossessato di noi. "Ti andrebbe di riprovarla un'ultima volta?" "Certo che mi va..." Ho talmente tante energie che penso potrei star qui fino a domani mattina a ballare con lui. "Perfetto. La facciamo uno di fronte all'altro. Come se fosse una sfida. Se riusciamo a non impappinarci posso ritenermi fiero di questa lezione..." È difficilissimo rimanere concentrati mentre si ha di fronte un'altra persona che fa i tuoi stessi movimenti ma non a specchio. Il rischio di confondersi è dietro l'angolo. Se poi di fronte hai un ragazzo bonissimo che balla da dio come nel mio caso il rischio di confondersi è alle stelle.

Il pezzo ricomincia, di nuovo. Gli sguardi sono incatenati, fissi, complici. Una nuova storia. La storia di due ragazzi attratti uno dall'altro, ma costretti a rimanere a distanza di sicurezza per non dare nell'occhio, nonostante l'ora, nonostante l'oscurità che li avvolge, nonostante non ci sia nessuno intorno a loro. Sempre vigili e prudenti, anche se è assolutamente normale vedere gente che balla per strada a Seoul. I corpi che si cercano attraverso lo spazio che li separa, i piedi che si muovono all'unisono, come se appartenessero alla stessa persona, i respiri perfettamente sincronizzati, ispirazione, espirazione, inspirazione, espirazione.

E poi il silenzio. Di quelli che fanno più rumore del rumore stesso. Di quelli pieni di parole, di gratitudine, di sottintesi, di voglia di abbracciarsi, ti toccarsi, di baciarsi, pieni di rabbia per non poterlo fare. Non ancora. Vorrei avvicinarmi a lui, ringraziarlo come si deve per la stupenda lezione che mi ha regalato, mostrargli l'adrenalina che ho in corpo in questo momento avvinghiando la mia lingua alla sua. Non posso. Non ancora.

"Grazie per tutto quello che mi hai insegnato stasera, Yari. Sei un maestro eccezionale." Mi inchino leggermente per sottolineare le mie parole. "E tu mi hai dato prova di essere un ballerino spettacolare, Hobi. Non che ce ne fosse bisogno..." Mi fissa, sorridendomi, accarezzandomi con lo sguardo, come se non volesse farmi pesare le tacite restrizioni che gli ho imposto per colpa del mio maledettissimo lavoro. Lo ricambio, a lungo, godendomi ancora qualche minuto della sua compagnia e di questo meraviglioso silenzio che ci avvolge. Poi recupero il telefono dalla tasca della giacca che ho lanciato impunemente per terra. Sono le tre di notte, anche oggi. Il tempo corre sempre troppo veloce quando sto con lui.

"Domani ho una cena aziendale alla Big Hit... Che palle. Preferirei mille volte uscire con te..." Ormai è inutile nascondermi dietro un dito. Le poche ore che passo con lui sono preziose per me. "Certo Hobi, non... Non preoccuparti... Solo... Riusciamo a vederci prima che io parta?" Non distolgo lo sguardo nemmeno per un secondo. È l'unica parte del mio corpo che si può incatenare a lui. "Certo, Yari. Per forza." 

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