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Capitolo 6

Eric's pov

Oggi mi sono svegliato con un mal di testa tremendo, mi sono preso anche un aspirina ma ancora niente.

Così ho mangiato un panino, e mi sono messo sul letto con il cuscino poggiato sulla testa.

D'un tratto la testa inizia letteralmente a scoppiarmi, dato che hanno acceso lo stereo.

Ma mio padre ha per caso perso la testa?

Così mi alzo di scatto dal letto e corro in cucina, dove trovo Rosemary con un grembiule in vita, un mestolo tra le mani a cantare a squarciagola.

Mi schiarisco la voce ma lei niente, allora mi avvicino allo stereo e lo spengo.

Lei si volta di scatto e vedendomi abbassa la testa.
"Ho il mal di testa" dico guardando altrove.
"Scusami io non volevo disturbarti" dice provando a guardarmi negli occhi.

Così alzo lo sguardo e la fisso duramente, la vedo aprire la bocca e poi chiuderla e voltarsi di la'.

So che voleva dirmi qualcosa, ho visto tutto un giro di parole formarsi nella sua mente, erano solo pronte ad uscire.

Ma vedendo che non parla mi volto e faccio per andare in camera.
"Eric aspetta" dice e io mi volto verso lei.

La guardo intimandola a parlare.
"Ecco, Elizabeth come sta?" chiede dolcemente.
"Sta bene" il mio tono è brusco.

"Senti Eric lo so che sia tu che Elizabeth pensiate che noi siamo due pazzi, ma la cosa è complicata" dice abbassando la testa.
"Io e tuo padre siamo sempre stati innamorati l'uno dell'altra."

Non voglio sentire la loro storia, non mi interessa.
La guarda stizzito e mi volto di la'.

"Per favore ascoltami" si siede e mi invita a fare lo stesso.

Non so cosa sia a spingermi a farlo ma mi accomodo accanto a lei e ascolto ciò che ha da dirmi.

"Tu sai che sia io che tuo padre e Jake siamo amici sin dai tempi del college, io sono sempre stata innamorata di tuo padre e viceversa, mentre mio marito..."

"Ex marito" dico interrompendola.
"Si ex, è sempre stato pazzo di me e beh quando tuo padre mise incinta tua madre io soffrii tantissimo e non volevo sapere niente più di lui, mi misi con Jake e iniziammo la nostra storia fino a sposarci e a fare la mia piccola Lizzy" dice sorridendo al ricordo di Liz da piccola.

"Ma quando vi rincontraste tempo fa, siete stati capaci di distruggere prima la mia di vita, e poi quella di mia madre, è vero non era la mamma migliore del mondo ma era comunque la mia, ma dopo la vostra prima scappatella ci avete distrutto, avete distrutto lei e anche me, ma ovviamente non eravate contenti di aver distrutto una sola famiglia dovevate mandare in frantumi un'altra di famiglia allora ci avete riprovato, facendo sì che si distruggessero anche Jake e Liz" dico con tono duro.

"Noi non volevamo distruggere nessuno, Eric tu ami mia figlia?" mi chiede guardandomi negli occhi.
"Con tutto il mio cuore" rispondo sicuro.

"Faresti di tutto per lei?" mi chiede ancora.
"Qualsiasi cosa."

"Per la sua, la tua, la vostra felicità faresti tutto giusto?"
Dove vuole arrivare?

La guardo con aria interrogativa.
"Quando si ama una persona, si è capaci di fare qualsiasi cosa anche uccidere se ce n'è bisogno.
Io amo tuo padre, ma amo tantissimo anche la mia piccola Lizzy ed è per questo che per tutti questi anni ho fatto finta di niente, ma sono arrivata al limite, non posso stare senza Jhon" dice abbassando lo sguardo.

"Si ma avete preso in giro delle persone per tutti questi anni, invece di arrivare a tutto ciò perché non vi siete presi sin dall'inizio?" chiedo non capendo.

So che quando si ama si fa di tutto, ma allora perché non stare insieme da sempre? Io amo Liz e non la lascerei mai per niente e per nessuno, non passerei neanche un giorno separato da lei.

Si è vero! Si dice che se ami davvero una persona la si lascia andare, ma io non ci credo, io col cazzo che la lascio andare; anche quando il mondo ci volterà le spalle, perché lo farà, lo fa sempre. Io lotterò per lei fino alla fine dei miei giorni.

"È complicato Eric" dice lei con voce bassa.
"No, non lo è! L'amore non è così complicato come sembra, siamo noi a rendere ogni cosa complicata.
Basta solo lottare, lottare fino alla fine e le assicuro che lottando saremo capaci di vincere contro i pregiudizi, contro tutte quelle persone che non ci hanno mai sostenuto e mai lo faranno, io, almeno io per Liz lotterò sempre, anche a costo di andare contro al destino stesso" dico alzandomi e avviandomi in camera mia.

Basta non voglio più parlare, il mal di testa è aumentato e ho voglia di vedere Liz.

Così la chiamo e risponde al terzo squillo.

"Eric."
"Piccola, mi mancavi" le dico dolcemente.
"Ci siamo visti ieri" risponde ridendo.
"Lo so, ma mi manchi lo stesso."
"Che ne dici di venire a cena qui? Con me e mio padre?" chiede.

Accetto immediatamente poi stacco la chiamata e vado in bagno a fare una doccia, una lunga doccia.

Finita metto dei jeans bianchi con una maglia a mezze maniche nere sopra, questa sera fa abbastanza caldo.

Metto le solite scarpe ai piedi e prendo il pacchetto di sigarette più le chiavi della macchina e vado in cucina.

Dove trovo Rosemary e mio padre ad apparecchiare.
"Eric dove vai? È pronta la cena" dice mio padre avvicinandosi.

"Ceno fuori" dico solamente.
Per poi avviarmi velocemente fuori alla mia auto.

Entro dentro e prima di partire mi accendo una sigaretta, faccio il primo tiro poggiando la testa sul sedile, poi metto in moto la macchina e mi avvio verso casa di Liz.

Arrivato parcheggio, scendo dall'auto e busso alla porta, ad aprirmi viene Jake.

Mi saluta e poi mi lascia entrare in casa sua, dove trovo Liz intenta a cucinare.

"La mia cuoca preferita" dico avvicinandomi a lei e abbracciandola da dietro.

Lei sorride e continua ciò che sta facendo.

Mentre io le depongo un bacio sul collo, e poi sulla spalla.

Sento qualcuno schiarirsi la voce così mi stacco da Liz come se mi fossi bruciato mi volto e trovo Jake fissarci.

Faccio una specie di sorriso e mi accomodo sullo sgabello.

Dopo dieci minuti passati a parlare con Jake, la mia piccola ci avvisa che la cena è pronta, ci accomodiamo a tavola e Liz nel mezzo di essa mette un tegame con pollo e patate.

Iniziamo a mangiare e parlare, cioè parliamo solo io e Liz mentre Jake resta per tutto il tempo in silenzio.

Finito di mangiare lui si ritira nella sua stanza, mentre io aiuto Liz a sparecchiare.

"Ho parlato con tua madre" dico poggiandomi alla cucina.
Lei si volta di scatto e mi fissa sconcertata.
"Mi ha chiesto di te, di come stavi" lei continua a guardarmi senza parlare.

"Le ho detto che stavi bene, poi mi ha parlato di lei e di mio padre, del loro amore nato ai tempi del college e bla bla bla" dico sbuffando.

"Cosa vuol dire nato ai tempi del college?" dice sedendosi.
"Ha detto che loro si amavano sin da allora, ma poi mia madre rimase incinta di mio padre e loro finirono per lasciarsi" dico accomodandomi accanto a lei.

"E dopo tutti questi anni, solo ora hanno capito di amarsi ancora?" mi chiede con sguardo duro.
"No, veramente loro già tempo fa hanno avuto una storia, ed è per questo che mia madre se ne andata e..."
"Ed è per questo che tu odi così tanto tuo padre" continua al posto mio.

"Si anche per questo, lui mi ha portato via mia madre, l'unica tra i due che di tanto in tanto si importava di me" dico guardando altrove.

"Mi dispiace" si siede sulle mie gambe.
Mi inebrio del suo dolce odore di cannella, amo questo profumo che emanano i suoi capelli.
"Ti manca?" mi chiede.

Capisco che sta parlando di mia madre.

"A volte" dico stringendola a me.
"Ma sai almeno dove si trova?"
"No, se n'è andata senza dirci nulla, non mi ha neanche salutato" dico soprappensiero.

"Ricordo che quando quella mattina mi svegliai attendevo l'odore di pancake invadermi le narici ma non arrivò mai.
Andai in cucina e ci trovai solo mio padre con la testa china e una lettera tra le mani.
In quelle poche righe mia madre ci disse addio, mi sentii abbandonato.
Per i primi mesi ho sperato tornasse, ci ho anche creduto, ma non l'ha mai fatto.
E dopo un anno ci persi completamente le speranze."

La sento stringere le braccia attorno al mio corpo e sospirare sul mio collo.

Non voglio fermarmi, proprio adesso che ho trovato il coraggio di parlare!

"Da allora il rapporto con mio padre divenne ancora più freddo, se prima ci scambiavamo qualche parola dopo l'abbandono di mia madre non ci parlammo più, iniziai a bere per dimenticare, per non soffrire più, e quando lo facevo ci riuscivo, dimenticavo ogni cosa anche chi fossi, il dolore scompariva dal mio petto ed ero felice almeno così credevo. Bevevo sempre più, ma dopo un anno passato ad ubriacarmi e a sentire le urla di mio padre, iniziò il college e con esso anche la mia nuova vita."

Mi fermo pensando a come la mia vita è cambiata con il college.
"Certo non era la vita che desideravo, ma almeno non vedendo mio padre bevevo di meno, ma mi chiusi ancora di più in me stesso. Beh poi sei arrivata tu e posso assicurarti che solo allora sono iniziato a vivere di nuovo" le dico guardandola negli occhi.

In quei suoi occhi stupendi, gioiosi ma che adesso sono coperti da un velo di tristezza.
La bacio dolcemente e lei fa lo stesso.
"Lo sai vero che io non me ne andrò mai" dice con voce bassa.

Lo spero, lo spero davvero!

"Ti amo Elizabeth e lo farò per tutta la mia vita intera" dico tra le sue labbra.

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