Capitolo 22
Elizabeth's pov
I giorni sono tutti uguali, scuola, studio e casa.
Scuola, studio e casa!
Sempre la stessa routine.
In questi giorni Eric si è fatto sentire solo per messaggio, non mi ha chiamato neanche una volta e quelle volte che ho provato io a chiamarlo non rispondeva e poi mi mandava un messaggio dicendomi che non aveva sentito le chiamate.
Ho avuto come l'impressione che non volesse sentire la mia voce.
Sto male, sto male da quando lui quella sera mi ha chiamato dicendomi di volermi parlare, penso sempre alla stessa cosa e piango, piango così tanto che sembro una fontana.
Poi penso e dico, se devo stare così meglio finirla!
Ma mi ricredo subito dopo pensando di non riuscire a stare senza di lui.
Ho una confusione totale nella mia testa e mi sento sempre più male.
Ora sto andando a casa di Kay, mi ha chiesto di andare da lei per stare un po' insieme.
Mi ha spiegato la strada dieci volte questa mattina a scuola e sono già dieci minuti che giro a vuoto.
Così mi rassegno e accosto.
Poi prendo il cellulare e chiamo Kay.
"Elizabeth ma dove cazzo sei? Dovevi venire alle quattro sono le cinque." Dice urlando.
"Allora primo ho fatto tardi, secondo non so dove cavolo si trovi casa tua. Sto girando da dieci minuti a vuoto." Dico ridendo.
"Okay dimmi la strada precisa in cui sei."
"Ehm io non lo so." Dico guardandomi intorno.
Così scendo dall'auto per vedere.
"Sono a Scioto River." Dico rientrando in auto.
"Ma è la mia strada." Dice ridendo.
Cosa? Poi sento la sua voce molto più vicina.
"Elizabeth sono qui." Alzo la testa e la vedo affacciata dalla finestra del palazzo di fronte alla mia auto.
Oh bene ero praticamente sotto casa sua.
Scendo e mi avvio nel palazzo.
Prendo l'ascensore e mi fermo al terzo piano.
Arrivata trovo Kay ad aspettarmi fuori la porta di casa sua, mi saluta lasciandomi un bacio sulla guancia e poi mi lascia entrare.
La casa è piccola, moderna, ci dirigiamo in salotto, accomodandoci su un divano bianco a L.
"Hai fame? Sete?" Mi chiede alzandosi.
"Sto bene così, grazie."
"Ma che, aspetta che prendo da mangiare."
Bene, sono felice che mi ascolta quando parlo.
Mentre lei si avvia in cucina io mi guardo in giro, non ci sono foto di famiglia, ne' quadri appesi, niente del genere.
Ma non so perché mi sento bene qui!
"Lizzy." Sento una voce maschile chiamarmi così mi risveglio dai miei pensieri e trovo Mike fissarmi.
Ma mi sbaglio o mi ha chiamata Lizzy?
"Mike." Dico salutandolo.
Lui prende il telecomando e accende la tv.
"Dove è Kay?" Chiede fissandomi.
"È andata a prendere qualcosa da sgranocchiare."
"Ma quella ragazza mangia sempre? Non fa altro." Dice gettandosi sul divano.
"Eccomii." Urla Kay euforica ma come vede Mike la sue espressione cambia.
"Che cazzo ci fai tu qui?" Gli dice in modo brusco.
"Ehm se non ricordo male questa è anche casa mia." Dice lui alzando un sopracciglio.
"Si, ma perché non vai a chiuderti in quel buco che ti ostini a chiamare camera?" Dice lei passandomi una lattina di coca-cola.
Io la ringrazio a bassa voce e prova a non guardarli discutere.
"Perché mi sento solo." Dice lui abbassando lo sguardo.
"Uffaa." Urla lei per poi accomodarsi al mio fianco.
Mentre Mike sorride e si concentra su un cartone in tv.
"I tuoi non ci sono?" Le chiedo non sapendo cosa dire.
"No, mia madre è a lavoro." Dice aprendo una busta di patatine.
"E tuo padre?" Le dico facendo un sorso dalla mia cola.
"Mio padre è morto due anni fa." Mi dice tranquillamente.
E io d'istinto mi blocco, guardo lei che continua a mangiare come se nulla fosse, poi guardo Mike e lo trovo con lo sguardo perso nel vuoto, la mascella serrata e le mani chiuse in pugno.
Non so che dire...
"Mi dispiace." Dico solamente.
"Oh tranquilla." Mi dice lei rassicurandomi.
Vorrei chiederle come è successo, ma non voglio sembrare troppo ficcanaso, così resto in silenzio con lo sguardo rivolto verso il pavimento.
Poi una suoneria è a risvegliarci.
"È Luke!" Dice Kay alzandosi. "Torno subito." Continua per poi avviarsi di la'.
"E invece Lizzy come mai tua madre è rimasta a New York?" Mi chiede Mike d'un tratto.
Io prima lo guardo poi riabbasso lo sguardo.
C'è qualcosa che mi spinge a parlare con lui, non so. È come se io gli potessi dire ogni cosa.
"Beh non è sola li', sta con il suo nuovo marito." Dico con un filo di irritazione.
"Oh i tuoi sono divorziati?" Mi chiede ancora.
"Si beh mia madre ha tradito mio padre." Dico per poi pentirmene.
Cha cavolo Liz bastava anche solo dire si.
"Aah." Dice mordendosi il labbro.
"E per questo che vi siete trasferiti qui?"
"Si." Dico accennando un piccolo sorriso.
"Ti manca?"
"No, sto bene con mio padre." Dico con tono duro.
Non mi manca per niente, solo saperla felice li' con Jhon mi fa irritare, non si è preoccupata del fatto che sua figlia sia partita, non mi ha salutato, non ha provato mai a chiamarmi. Niente!
Come potrebbe mancarmi una persona del genere?!
"E a te manca?" Dico riferendomi a suo padre.
"Si." Dice capendo a chi mi riferissi.
"Come è successo?"
"Stava tornando a casa da lavoro e un camion gli è andato addosso, la sua macchina ha iniziato a rotolare per poi fermarsi dieci metri più avanti. È morto sul colpo." Mi dice con un velo di lacrime negli occhi.
"Mi dispiace." Ripeto mordendomi la guancia.
"Gia, anche a me!" Dice passandosi le mani sul viso.
"Mentre tu cos'hai?" Continua incrociando le gambe.
Cos'ho? Alzo le spalle non capendo.
"In questi giorni ti ho vista diversa, triste. È successo qualcosa?"
Oh...
"E che, diciamo che ho problemi di cuore." Dico azzannando il mio labbro.
Mi innervosisce parlare di me e Eric con un altro ragazzo, è strana come cosa.
"Vuoi parlarne?"
"I-io non.."
"Guarda che sono un ottimo ascoltatore." Mi dice con un sorriso.
"Beh.. prima di trasferirmi qui, il mio ragazzo non era sicuro di riuscire a sopportare la distanza, ma poi alla fine ha deciso di provarci. Ma adesso non credo ce la faccia più.." Dico pensando ad Eric.
Sicuramente è di questo che vuole parlare, probabilmente vuole finirla, ma io non posso farcela.
Cosa devo fare? E se domani sera non mi faccio trovare?
"L'amore a distanza è difficile, bisogna essere forti per superarlo." Mi dice scrutandomi.
"Ma dai tuoi occhi riesco a leggere quanto tu lo ami."
"Ma io lo amo, è lui che non riesce più. L'altro giorno mi ha chiamata dicendomi di non farcela più, ha detto di volermi parlare. Infatti domani verrà." Dico sbuffando.
"Beh mai dire mai, può anche essere che viene per dirti quanto ti ami, o per dirti che per te è disposto a questo e altro. Non essere pessimista!" Dice sorridendo.
"No Mike me l'ha fatto capire di cosa vuole parlare."
"Beh allora vuol dire che deve andare così!" Dice e io lo fisso male.
Lui ride e continua con il suo discorso.
"Lizzy, se è destino che due persone debbano stare insieme, queste due persone anche se si lasceranno e passeranno degli anni, ritorneranno ad essere quei due che tanto si amavano. Capisci cosa voglio dire?"
Si e no!
"Più o meno."
"Allora se tu e Eric siete destinati a stare insieme, vi rincontrerete e vivrete il vostro amore."
Beh non ha tutti i torti.
Anche se adesso ci lasciamo non vuol dire che sia finita per sempre.
Tutto può succedere! Può darsi che tra qualche anno io ritorno a New York e che lui sia lì ad aspettarmi.
Alzo lo sguardo e lo fisso.
"Grazie Mike, e sai hai ragione! Sei un ottimo ascoltatore." Dico ridendo e lui fa lo stesso.
Poi arriva Kay dicendo di andare al club di Luke, così ci alziamo e ci avviamo al solito posto.
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