Eric's pov

È già una settimana che Liz è partita e io sono già qui da lei, sono arrivato due giorni fa e non voglio andarmene, solo il pensiero di andare via mi fa mancare l'aria.

Stiamo seduti sul suo divano, lei è stesa con la testa poggiata sulle mie gambe e io le accarezzo i capelli dolcemente.

"Tra poco inizia il college" le sento dire soprappensiero.
"Eh già, hai visto l'università in cui andrai?"

"Io e mio padre appena siamo arrivati qui il giorno dopo siamo andati ad iscrivermi, ma devo ancora scegliere i corsi, in questi giorni vado a dare un occhiata."
"Andrai da sola?" le chiedo agitandomi.

Non voglio essere esagerato, è solo che qui non conosce nessuno e neanche la zona, quindi non mi piace che cammini da sola.

"Si" dice solamente, poi alza la testa dalle mie gambe e mi guarda con viso mesto.

"Cosa ce?"
"Nulla" mi dà un bacio a stampo, "Quindi domani te ne vai?" continua tristemente.

Ah era per questo.

"Si piccola, ma se fosse per me resterei qui per sempre, lo sai vero?"
"Si, certo."

Restiamo per qualche minuto in silenzio e poi a me inizia a frullare un'idea per la testa.

"Tuo padre è a lavoro giusto?" dico facendo un sorriso ammiccante.
"Giusto."
"E noi abbiamo la casa libera fino a questa sera giusto?"
"Giusto" ride capendo dove voglio arrivare.

Continuando a sorridere mi avvicino alle sue labbra facendole mie in un secondo.

Ci baciamo fino a restare senza fiato, poi con desiderio inizio a spogliarla dei sui indumenti, fino a farla restare nuda, faccio lo stesso di me e finalmente entro in lei.

Casa dolce casa...

I nostri corpi bruciano di passione, le nostre labbra si cercano e le nostre mani diventano delle esploratrici.

Sento un fuoco bruciarmi dentro, era da tanto che non la facevo mia e ne' sentivo il bisogno.

La sento gemere sotto di me e mi inebrio della sua essenza, alzo la testa e la fisso negli occhi, che poco dopo chiude per l'imbarazzo.

Dio quanto la amo!

Dopo poco arriviamo insieme, ed io mi accascio su di lei ormai sfinito.

Lei mi accarezza i capelli dolcemente e io le lascio piccoli baci sul petto, che lo sento abbassarsi e rialzarsi per l'affanno.

"Ti amo Liz" le dico alzando la testa e deponendole un bacio a fior di labbra.
"Ti amo Eric."

Elizabeth's pov

Ho accompagnato Eric all'aeroporto, mio padre mi ha dato la sua macchina.

"Allora ci vediamo piccola" la sua voce è bassa.

So che non è facile per lui tutto questo e sinceramente non lo è neanche per me.
Ma non sarà per sempre.

Mi avvicino a lui e lo bacio, mi sorride e mi guarda negli occhi.

"Prima che inizi il college, vedo se riesco a venire."

"Okay, tanto mancano ancora due settimane al college."

"Ora vado, ti amo non dimenticarlo mai."

"Mai!"

"Avvisami quando atterri" dico in tono preoccupato.

"Va bene mamma" risponde lui prendendomi in giro.

Io gli do' un pugno sul braccio e rido.

"Dico sul serio."

"Okay, ciao piccola" mi bacia ancora una volta.

"Ti amo" urlo mentre lui si allontana da me, lo vedo voltarsi e mimarmi con le labbra un 'già mi manchi.'

Gli sorrido debolmente e gli mando un bacio con la mano.

Dio non riesco a sopportarlo tutto questo. Già sento la mancanza della sue braccia stringermi, delle sue labbra sfiorarmi.

Una volta che scompare dalla mia visuale ritorno in auto avviandomi verso casa.

Ma siccome sto con la macchina decido di andare all'università, per visitarla un po' e decidere i corsi, meglio approfittarne.

Anche se ho fatto promettere a mio padre di prendermi la macchina prima che inizi l'università, lo so che dista solo dieci minuti da casa mia, ma non mi va di andare a piedi.

E poi ho vent'anni ho preso la patente due anni fa e ancora non ho un auto, è assurda come cosa.

Arrivata parcheggio e mi avvio all'interno, ma prima mi soffermo a guardare il giardino, è immenso, c'è un viale che porta all'entrata e tutto intorno prato verdissimo.

Entro e vado alla ricerca della segreteria, per prendere i fogli che mi servono.

Arrivata, la segretaria, una signora sulla quarantina con una strana capigliatura anni cinquanta e dei grandi occhi azzurri mi sorride, io le chiedo i fogli per i corsi e lei me li' porge gentilmente. La ringrazio e inizio a sceglierli.

Letteratura.
Diritto.
Storia.

Continuando a scegliere mi incammino e non volendo vado a sbattere contro una ragazza.

Ad entrambe cadono i fogli dalle mani e io subito mi affretto a chiederle scusa.

"Scusami, mi dispiace io non volevo..." raccolgo il mio foglio.

"Ma che cazzo, guarda dove metti i piedi" sbuffa.

"Ti ho chiesto scusa" la fisso con le sopracciglia inarcate.

Ma cosa si altera a fare?

Ha dei capelli castani corti, piercing su tutto l'orecchio destro, gli occhi sono di un chiarissimo mai visto prima e sono molto più inarcati dei miei in questo momento.

"Si ma io ti ho detto di guardare davanti a te quando cammini" ripete in modo brusco.

"Ho capito ma..." provo a dire ma lei mi interrompe.

"Ma che cazzo vuoi, per caso cerchi rogna?" alza la voce fissandomi in modo strano.

Ma questa è fuori?

"Cosa?" chiedo solamente, poi vedo le sue labbra inarcarsi in un sorriso. Scoppia a ridere mettendosi una mano sulla pancia.

Ma che ha adesso?

"Stavo solo scherzando" continua a ridere.

Okay confermo, è matta!

"Piacere io sono Kay" si presenta sorridendo.

"Ehm Elizabeth" la mia voce è alquanto strana.

"Sei nuova?"

"Da poco mi sono trasferita qui."

"E dove abitavi prima Elizabeth?"

"A New York."

"Oh vieni dalla grande mela!"

Io annuisco e poggio i miei occhi sul foglio.

"Ti stavi segnando ai corsi?" chiede ancora.

"Già"

"Anch'io, andiamo mettiamoci di fuori su una panchina" mi tira con un braccio.

Così ci accomodiamo di fuori e lei mi consiglia alcuni corsi, poi mi mostra l'istituto e dopo un'oretta la saluto avviandomi a casa.

Bene ancora non è iniziata l'università e io già ho conosciuto una ragazza, si è vero! Non è la persona più normale del mondo, molto probabilmente sarà la più strana dell'istituto, ma mi va bene così.