Capitolo 38
Elizabeth's pov
Sono già due mesi che stiamo insieme io e Eric, ed io ancora non riesco a crederci, due mesi che la nostra storia va a gonfie vele, ero convinta che dopo una settimana avremmo litigato come matti e ci saremmo lasciati e invece litighiamo si, ma su cose futile e dopo qualche minuto e già passato ogni cosa.
Sto così bene con lui, provo sensazioni davvero uniche, ogni volta che mi sfiora sento dei brividi percorrermi il corpo e il cuore battere all'impazzata.
Adesso eccoci qui seduti sul prato del giardino del college, lui è appoggiato con la schiena vicino al tronco di un albero e io sono stesa con la testa sulle sue gambe e con un libro tra le mani.
Sto studiando per l'ultimo esame rimasto, a inizio settimana ho fatto quello di biologia e oggi ho quello di diritto, sono così agitata perché per chi vuole diventare un avvocato e la materia più importante e vorrei passarlo con il migliore dei voti, anche se per finire ogni cosa ci vorranno ancora degli anni.
Alzo la testa dalle gambe di Eric e mi metto seduta, continuando a tenere lo sguardo fisso sul libro.
"Piccola e più di un ora che stiamo seduti qui a studiare, non ce la faccio più" dice Eric sbuffando.
"Non ce la fai più? Ma se hai posato il libro mezz'ora fa" mi volto verso di lui.
"Si, ma solo a guardarti mi sto annoiando" prende il libro che ho fra le mani e lo chiude.
"Eric tra..." guardo l'ora sul cellulare. "Circa un quarto d'ora ho l'esame di diritto e ho un ansia pazzesca" dico cercando di riprendere il libro che ha posto al suo fianco.
"Piccola sei bravissima, quindi tranquilla che supererai il test" mi dice rassicurandomi.
Poi mi tira verso di lui e mi stringe a se', appoggio la testa sul suo petto e lui mi accarezza i capelli e mi sussurra all'orecchio.
"Questa sera i ragazzi vanno al solito club, che dici andiamo anche noi?"
"Certo, per me non ci sono problemi" rispondo per poi alzare la testa dal suo petto e guardarlo negli occhi.
"Adesso devo andare, tra poco inizia l'esame."
"Ti accompagno" fa per alzarsi.
Prendo libro e borsa e insieme a Eric ci avviamo all'aula di diritto.
Fuori ad essa gli do un bacio a stampo e poi entro dentro.
Mi siedo nell'ultima fila e attendo che il prof ci dia il nostro test.
Eric's pov
La lascio fuori l'aula di diritto e mi avvio di nuovo fuori, mi rimetto seduto sotto l'albero di prima e mi accendo una sigaretta.
"Eric" mi saluta Ben sedendosi accanto a me.
"Te l'ha detto Liz che sono riuscite a convincere i genitori di Jane, verrà anche lei a Miami" continua per poi prendere il pacchetto che ho poggiato sulla gamba e prendersi una sigaretta.
"Si, me l'ha detto" gli passo l'accendino.
"Sai anche di Bradley allora?"
"Cosa devo sapere?"
"Che verrà anche lui a Miami" mi dice guardandomi serio.
"Cosa?" chiedo sbarrando gli occhi.
"Già, il padre ha accettato solo per questo motivo" mi dice lui sbuffando.
Okay perché cazzo Liz non me l'ha detto? Devo parlarle il prima possibile.
Mi alzo da terra e mi avvio in confraternita, più incazzato che mai.
Verso le otto e mezza faccio una doccia e metto dei pantaloni neri con una felpa dello stesso colore sopra poi prendo le chiavi della moto e mi avvio in dormitorio a prendere Liz.
Arrivato parcheggio la moto e vado fino alla sua camera, entro dentro come sempre senza bussare.
E la trovo con un vestito svasato blu notte che le arriva a metà coscia e con uno scollo dietro la schiena, un paio di zeppe nere e una giacca di pelle in mano.
È bellissima come sempre, possibile che più la guardo e più mi sembra impossibile che lei sia la mia ragazza? È così bella e perfetta che ancora non riesco a credere che lei si sia preso uno come me.
Lei si volta e sobbalza nel vedermi appoggiato alla porta della sua camera con uno sguardo piuttosto estasiato.
"Eric" si una mano sul petto.
Io le sorrido e lei si mette la giacca e si avvicina a me.
"Possiamo anche andare" mi dice sorridendo.
Le prendo la mano e ci avviamo di sotto, arrivati alla moto salgo in sella, metto il casco e ne' passo uno anche a lei, lo indossa e sale dietro di me e io parto a tutto gas.
Arrivati al club parcheggio la moto e ci avviamo all'ingresso, dove troviamo già gli altri seduti su dei divanetti in una zona più isolata, ci avviciniamo a loro e Liz saluta le ragazze e si accomoda vicino a loro.
Intanto io vado al bancone a prendere due birre, poi ritorno al tavolo e ne' do una a Liz e mi accomodo accanto a lei.
Le poggio una mano dietro le spalle e bevo la mia birra, mentre gli altri iniziano a parlare del più e del meno.
Poi parlano della vacanza e del fatto che ci sarà anche quel deficente di Bradley.
Cazzo ecco cosa mi ero dimenticato, devo parlare con Liz di ciò.
"A proposito perché non mi ha detto di Bradley?" le dico all'orecchio.
Lei si volta verso di me e apre e chiude la bocca per poi dire.
"Me ne sono dimenticata" mi dice sorridendo.
"Liz non prendermi per il culo, cosa cazzo ti costava dirmelo?" le dico infastidito. "Lo sai da più di una settimana cazzo."
"Perché sapevo che avresti reagito così e poi noi non siamo nessuno per impedirlo" mi dice agitandosi a sua volta.
"Ma perché cazzo deve venire? Per caso l'hai invitato tu?" le dico ormai arrabbiato.
"Si certo, l'ho invitato io" mi dice sbuffando.
"Cosa? Okay bene" le dico alzandomi.
"Eric, ma fai sul serio? Non lo farei mai" mi dice alzandosi a sua volta.
"E allora perché cazzo l'hai detto?" le dico.
"Eric, cristo smettila! Deve venire per forza anche lui se no il padre non faceva venire Jane" mi dice avvicinandosi e mettendomi le braccia attorno al collo.
"Okay" dico calmandomi.
Mi sto davvero agitando senza motivo e che quel tizio a me mi da sui nervi. Poi se solo inizio a pensare al fatto che per un secondo le sue labbra si sono poggiate su quelle della mia Liz.
Lei mi prende per mano e mi porta in mezzo alla folla e così iniziamo a ballare.
Il resto della serata passa tranquilla tra balli, risate e drink.
"Amore andiamo via" dice Liz ad alta voce.
Mi ha chiamato amore? Ma cosa?
La guardo e si avvicina a me barcollando, bene è ubriaca.
Si credo sia meglio andarcene.
"Si, andiamo via" saluto gli altri e la prendo per mano avviandomi di fuori.
Arrivate alla moto saliamo in sella e ci avviamo in dormitorio, dopo dieci minuti arriviamo e scendiamo dalla moto.
Ci avviamo all'ingresso del dormitorio e lei si butta al mio collo per poi baciarmi con ardore.
Poi si stacca e mi dice con voce maliziosa.
"Ti va di salire in camera?" mi chiede.
Io le sorrido e le lascio un altro bacio.
"Credo sia meglio che vada."
"Dai resta a dormire almeno qui" mi dice stringendomi.
Non posso dirle di no, così annuisco e ci avviamo di sopra.
Una volta in camera lei inizia a spogliarsi, rimanendo così in intimo, io la guardo più imbarazzato che mai poi mi volto verso la porta e provo a dire qualcosa ma dalla mia bocca escono solo frasi indecifrabili.
"Perché ti sei girato?" le sento dire dietro di me.
"T-ti stavi cambiando" dico balbettando.
Cazzo, ho nella mia testa impressa la sua immagine con solo quel cazzo di intimo rosso addosso.
Lei non risponde e io così mi volto lentamente e la trovo distesa sul letto con una maglia nera lunga addosso.
Mi tolgo la giacca di pelle e la poggio sulla sedia, poi tolgo le scarpe e mi avvicino a lei.
Lei mi guarda maliziosamente e poi si mordicchia le labbra mettendosi in ginocchio sul letto.
E io non riesco a staccare i miei occhi da lei.
Poi mi tira per la felpa e mi butta su di lei.
Si catapulta sulle mie labbra e mi bacia con passione.
Mi stringe e passa le sue piccole mani sui mie pettorali fino ad arrivare ai lombi della mia felpa e toglierla, mi lascio trasportare e la bacio poggiandole le mani sotto la maglia e passandole sulla sua schiena.
Scendo con le labbra fino ad arrivare alla sua clavicola e sfioro i suoi fianchi con le mie mani e la sento gemere sotto i miei tocchi.
Poi mi ricordo che lei è ubriaca, così mi riprendo e mi alzo di scatto, inizio a farfugliare andando avanti e indietro per la stanza.
"Liz noi non possiamo, tu sei ubriaca e io non posso..." dico voltandomi verso di lei.
Ma lei è distesa sul letto con gli occhi chiusi; sorrido vedendola così, mi avvicino lentamente e la guardo dormire.
Poi mi stendo accanto a lei e la stringo a me, per poi addormentarmi subito dopo.
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