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Capitolo 33

Elizabeth's pov

Sono in camera mia a preparami, Hannah mi ha prestato un suo vestito, dato che io di vestiti ne ho pochissimi, devo farne una grande scorta il prima possibile.

Mi ha dato un vestito marroncino, a tubino che mi arriva a metà coscia, sotto ho messo dei tacchi neri.
E adesso sto davanti allo specchio del bagno e sto provando a mettermi l'eye-liner.

Hannah entra in bagno e vedendomi in difficoltà, me lo toglie tra le mani e me lo mette lei.
"Grazie" le dico sottovoce.

Poi metto un rossetto rosa carne matto, e rimango i capelli sciolti, ma prendo la vetta e la intreccio in una treccia e la attacco lateralmente.

Mi siedo sul letto e attendo che arrivi Eric.
Ho chiamato i miei e gli ho detto che sarei andata con Eric, dato che stiamo vicini, e dato che io non ho la macchina.

Dopo cinque minuti vedo la porta spalancarsi, certo adesso non si prende neanche più la briga di bussare.

Ha un pantalone nero con una camicia bianca sopra e la sua giacca di pelle.
Devo dire che sta davvero molto bene con le camicie, gli evidenziano molto il fisico.

"Hai della bava" Hannah mi prende in giro.
Io mi giro e la fulmino con gli occhi mentre Eric se la ride.

Prendo la borsa e il cappotto e mi avvicino a lui, gli do un piccolo bacio e poi mi avvio di fuori.
Lui mi segue e mi prende la mano e ci avviamo di sotto.

Arrivati alla macchina, entriamo e io accendo la radio.
"Hai avvisato tuo padre?" dico guardandolo.
"No" dice guardando davanti a se.

"Scusa cosa ti costava fargli una chiamata e avvisarlo della tua presenza?" chiedo.
"Costava, credimi" dice guardandomi per un istante.

Prima o poi si deciderà a dirmi perché ce la tanto con suo padre?
O mio Dio ecco un altro pensiero, come dobbiamo comportarci? Dobbiamo far finta di odiarci? O semplicemente comportarci da amici?

E se lui mi bacia davanti a tutti? No non è il tipo, davanti ai nostri amici non si sbilancia più di tanto, figuriamoci davanti alle nostre famiglie.

Dopo neanche quindici minuti, arriviamo a destinazione.
Parcheggia l'auto, scendiamo e lo vedo mettersi al mio fianco.

Mi poggia una mano sulla schiena e insieme ci avviamo alla porta.
Bussiamo e ad aprirci viene il padre.
"Eric figliolo, sono felice che sei venuto anche tu" dice il Signor Williams sorridendo.
"Si, per questo non mi hai invitato giusto?" risponde Eric con tono acido.

Il padre lo guarda non sapendo cosa dire. Poi si volta verso di me.
"Elizabeth, sei bellissima, come sempre" mi da un bacio sulla guancia. "Accomodati" continua spostandosi di lato.

La casa è bella, anche se è molto più piccola della mia, nel salone c'è un un divano ad L nero, con un televisore al plasma sulla parete di fronte, è un tavolino davanti al divano, alcuni quadri appesi alla parete, poi c'è un piccolo scalino che porta alla cucina.

Abbastanza moderna, è grigia metallizzata, con un tavolo nel mezzo, e lì ci sono i miei genitori seduti su dei sgabelli, mi avvicino a loro e li saluto.

Do un bacio alla mamma e stringo papà in un abbraccio.
"Eric, che bello vederti" dice mio padre alzandosi e andandogli incontro.

"È un piacere signor Reynolds" risponde lui stringendogli la mano.
"Oh andiamo ci conosciamo da tantissimi anni, chiamami pure Jake" dice con un sorriso.
"Va bene Jake" risponde Eric ricambiando il sorriso.

Mentre mio padre ed Eric sono impegnati a parlare, riesco a vedere il signor Williams e mia madre parlare un po' troppo intimamente.

Lui ha una mano poggiata sulla gamba di mia madre, e le sta sussurrando qualcosa all'orecchio.
Mi infastidisce questa confidenza.
Così mi avvicino a loro e mi schiarisco la voce.

Il signor Williams si allontana e mi sorride, io lo guardo e poi sposto lo sguardo su mia madre guardandola in modo severo.

"Cosa stavate facendo?" chiedo con tono duro.
"Stavamo parlando tesoro"dice lei alzandosi e avviandosi di la'.

Vedo Eric avvicinarsi a me e cingermi i fianchi con un braccio.
"Tutto bene?" mi chiede dandomi un bacio sulla spalla.
"Non lo so" dico tenendo lo sguardo fisso su mia madre.

Lui sta per dire qualcosa, ma il signor Williams, inizia a parlare.
"La cena è pronta, possiamo anche accomodarci" dice avviandosi oltre il salotto.

"Non mangiamo qui?" chiedo.
"No, penso che andremo nella sala da pranzo" risponde lui prendendomi per mano e conducendomi di la'.

Arrivati, ci accomodiamo e Eric si mette di fianco a me, mentre il signor Williams a capo tavolo e mia madre e mio padre dall'altro lato l'uno accanto all'altro.

Arriva una signora e ci porge i nostri piatti, sarà la cameriera.
"E questa chi è?" dice Eric a bassa voce in modo che possa sentirlo solo io.
Io rido mettendomi una mano davanti alla bocca.
"È casa tua, se non lo sai tu" mi volto verso di lui.
"Non è casa mia" si volta anche lui.

I nostri volti sono così vicini che sento le guance infiammarsi.
Ma nessuno dei due riesce a distogliere lo sguardo.

Sentiamo qualcuno schiarirsi la voce, così ci voltiamo entrambi e notiamo che ci stanno fissando tutti.

Eric abbassa lo sguardo in imbarazzo sul suo piatto, mentre io, faccio un piccolo sorriso e poi prendo a mangiare.

"Come mai questa cena Jhon?" chiede mio padre.
"Ho visto che gli affari sono cresciuti maggiormente e volevo festeggiare" dice il signor Williams con un sorriso.

"Come si trova a lavorare a socio con mio padre signor Williams?" chiedo prendendo un sorso dal mio bicchiere.
"Oh chiamami Jhon, comunque mi trovo molto bene. Io e tuo padre siamo amici da un sacco di tempo, ed ero sicuro di trovarmi a mio agio" dice Jhon con un sorriso.

"Da quanto tempo siete amici?" chiede Eric.
"Ci siamo conosciuti al liceo, e da allora nessuno ci ha più separato" dice mio padre con un sorriso.

"È davvero molto tempo, il legame è così forte che non vi tradireste mai, neanche per una donna vero?" chiede ancora Eric, questa volta guardando suo padre.

Perché ha fatto questa domanda? Mi sembra una domanda abbastanza esplicita.

Jhon lo guarda poi guarda mio padre.
"No, neanche per una donna. L'amicizia che c'è tra di noi è molto più importante di qualsiasi donna" dice fissandolo in modo severo.

"Quindi non vi siete mai contestati una ragazza?" chiede ancora Eric.

Ma perché sta insistendo così tanto?
"Veramente, da giovani avevamo entrambi una cotta per mia moglie" dice mio padre.

Non lo sapevo, ecco perché prima lui era così vicino a mia madre.
Non è che prova ancora qualcosa per lei?
Oh andiamo Elizabeth stai divagando.

"Davvero?" dice Eric guardandoli una alla volta.
"Si, davvero. Ma mia moglie scelse me" risponde mio padre stringendo mia madre per le spalle.

Lei si volta e gli sorride.
Poi Jhon cambia argomento.
"Ma parliamo di voi, c'è qualcosa che dobbiamo sapere?"

Io e Eric ci guardiamo e non sappiamo che dire.
"Ehm, io, cioè, ecco" farfuglio non riuscendo a parlare.
"Veramente si! È qualche settimana che ci stiamo frequentando" risponde Eric al mio posto.

Loro ci guardano e restano in silenzio, ma poi mio padre inizia a parlare.
"Tesoro perché non me l'hai detto?" chiede.
"Perché è solo da qualche settimana" rispondo in imbarazzo.

"È una cosa fantastica" dice mia madre con un sorriso.
"Si speriamo che finisca bene" dice Jhon fissando Eric.

Lui lo guardo con sguardo duro e si volta verso di me.
Per poi sorridermi e farmi un occhiolino.

Per il resto della cena, parlano di lavoro, e ci fanno domande a noi sul college.

A fine cena, ci avviamo in salotto e ci accomodiamo sul divano. Mentre Jhon offre un bicchiere di brandy a mio padre ed Eric.

Lui lo prende fa un piccolo sorso e poi posa il bicchiere sul tavolino di vetro che c'è nel salotto.

Poi si avvicina a me e si siede sul bracciolo del divano accanto a me.
Restiamo ancora un po' poi Eric parla per entrambi.

"Noi andiamo, si è fatto tardi. E sta anche piovendo" dice alzandosi.
"Ciao tesoro" mi saluta mia madre alzandosi e abbracciandomi.
Io ricambio ma in modo distaccato, sono arrabbiata con lei. Non mi è piaciuto per niente il movimento che ho visto prima.

"Ciao papà" dico avviandomi da mio padre e stringendolo forte.
Lui ricambia e poi mi da un bacio tra i capelli.

Poi vedo che salutano entrambi Eric, mia madre gli da un bacio sulla guancia, mentre mio padre gli stringe la mano e gli dice qualcosa a bassa voce e vedo Eric sorridere.

Poi prendo il cappotto e saluto Jhon.
"Ciao Elizabeth, se Eric si comporta male con te fammelo sapere" mi dice con un sorriso.
Ma io lo guardo con sguardo serio e poi faccio un piccolo sorriso di cortesia.

Entrambi ci avviamo di fuori e ci avviciniamo all'auto correndo, dato che piove in un modo esagerato.
Eric accende il riscaldamento, e parte andando abbastanza piano dato che non si vede niente per via della pioggia.

"Ehm, senti Beth, si è fatto abbastanza tardi che ne dici se resti a dormire da me?" chiede in modo molto veloce, e con lo sguardo fisso sulla strada.

Io a dormire da lui? Con lui? Nello stesso letto? A una vicinanza pazzesca? O mio Dio! Mi sto agitando, e sopratutto non so che dire.

"Se non vuoi, non fa niente ti accompagno in dormitorio" dice voltandosi verso di me e sorridendo.

"Nono, va bene non ci sono problemi" dico ricambiando il sorriso.

Lui mi sorride, prende la mia mano e se la porta alla bocca per dargli un bacio sopra.

Una volta arrivati parcheggia l'auto, scendiamo e entriamo in confraternita.
Andiamo dritti in camera sua, lui apre la porta e entriamo.

Mi guardo intorno e noto che la stanza questa volta è un po più disordinata dell'altra volta, ci sono un paio di maglie buttate sulla poltrona e l'anta dell'armadio e mezza aperta.
Mi accomodo sul letto e d'un tratto un pensiero mi tortura la testa.

"Aspetta ma io adesso cosa mi metto?" dico iniziando ad agitarmi.
Lui mi sorride e poi si avvicina al comò, prende una tuta e una maglia e me le passa.
"Metti questi, io vado in bagno a cambiarmi" dice sorridendomi.

Così mentre lui va nel bagno che ha in camera, io inizio a spogliarmi con lo sguardo fisso sulla porta del bagno. Non voglio che esca e che mi trovi in biancheria.

Tolgo i tacchi, e li poggio ai lati del letto, poi sbottono il vestito e lo lascio cadere a terra, per poi prenderlo, piegarlo e poggiarlo sulla poltrona, prendo la tuta e la maglia e li indosso, per poi sedermi sul letto.

Nel preciso istante in cui io mi accomodo lui esce dal bagno, con solo una tuta addosso, e solo ora mi rendo conto di quanto sia figo il mio ragazzo, ha un fisico spettacolare e un tatuaggio sul petto sinistro, mi guarda e poi mi sorride.

"Lo sai che ti stanno bene i miei vestiti?" dice avvicinandosi a me e sorridendomi in modo malizioso.

O mio Dio non l'avevo mai visto così, ed è davvero sexy.

"Si stanno meglio a me che a te" dico prendendolo in giro.
Si avvicina lentamente e allunga una mano verso di me, poi mi prende il braccio e mi tira per farmi spostare.

Si rigira verso il letto e lo scopre.
Poi si mette sotto le lenzuola e si alza con i gomiti.
"Che fai non vieni?" chiede fissandomi dalla testa ai piedi.

Mi avvicino lentamente, con un agitazione pazzesca, mi metto sotto le coperte molto distante da lui.
"Beth puoi anche avvicinarti, non ti mangio mica" dice prendendomi in giro.

Io lo guardo assottigliando gli occhi e mi avvicino di qualche centimetro.
Lui si mette a ridere e mi guarda agitando la testa a destra e a sinistra.

"Cosa hai scritto sul petto?" chiedo.
"Una frase" mi dice lui con un occhiolino.
"Questo l'avevo capito, voglio sapere cosa" dico fissandolo.

"Una frase che mi diceva spesso mia madre, e infatti l'ho fatto quando lei se n'è andata" dice in modo serio.
"Okay" gli do un bacio sulla guancia.

"Buonanotte" continuo per poi voltarmi dall'altro lato.
Lui appoggia un braccio sui miei fianchi e mi tira a lui.

E io sento il cuore iniziare ad accelerare, mi fa girare verso di lui e senza neanche darmi il tempo di parlare.

Poggia le sue labbra sulle mie, il bacio diventa sempre più intenso, fino a che lui non si poggia sopra di me e mette una mano sotto la mia maglia poggiandola sulla mia pancia e inizia a fare dei segni circolari con le dita.

Io gli metto le mani tra i capelli e li accarezzo delicatamente, poi sposta la sua bocca sul mio collo e scende fino alla clavicola, risale su e si sofferma di nuovo sulle mie labbra.

Pian piano fa per salire la mano ma io mi irrigidisco e molto probabilmente anche lui se n'è accorto, perché ha tolto la mano e l'ha poggiata tra i miei capelli, poi si stacca e scivola sul fianco e mi stringe a lui.

"Buonanotte piccola Betty" mi sussurra all'orecchio con voce roca.
E io intanto non riesco a far calmare il mio cuore.
"Buonanotte Williams" gli dico con un filo di voce.

Sono così agitata che non riesco neanche a parlare, dopo neanche cinque minuti sento il suo respiro farsi regolare e capisco che si è addormentato e io faccio lo stesso.

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