Capitolo 31
Elizabeth's pov
Sono passate già due settimana da quando io e Eric stiamo insieme, e se devo essere sincera, la nostra relazione sta andando a gonfie vele.
Siamo usciti spesso con i ragazzi, ma anche da soli, ci sono stati momenti divertenti e anche qualche momento in cui abbiamo discusso, non andiamo d'accordo su tutto, anzi di rado siamo d'accordo su qualcosa, ma a me va bene lo stesso.
Oggi a pranzo, mi ha detto che dopo le lezioni mi avrebbe portato in un posto. E io non vedo l'ora che suoni questa dannata campanella.
In queste settimane mi ha chiamato anche mia madre, abbiamo parlato, ha detto che le manco e che vuole vedermi. Probabilmente in questi giorni l'andrò a trovare.
Vedo gli altri alzarsi e avviarsi di fuori, ma cosa sta succedendo?
Guardo la ragazza al mio fianco e le chiedo:
"Perché stanno uscendo tutti? Cosa è successo?"
"È finita l'ora" mi dice lei guardandomi come fossi una pazza.
Poi si alza e esce anche lei, o cavolo ero così presa dai miei pensieri che non lo sentita suonare, eppure, non aspettavo altro.
Così prendo la borsa ed esco dall'aula, mi avvio in dormitorio e attendo che venga Eric.
Ma nel frattempo, decido di cambiarmi, mi metto dei jeans neri, con una maglia dello stesso colore e una camicia di jeans aperta sopra, le mie solite converse ai piedi.
Poi vado in bagno, lavo la faccia, per pulirla del trucco che ormai si è sciolto, poi lavo i denti, e mi trucco leggermente.
Mi siedo sul letto e nel preciso istante bussano alla porta, così mi alzo la apro e ci trovo Eric in tutto il suo splendore.
Ha dei jeans scuri, con un maglione verde sopra, lo stesso verde dei suoi occhi, infatti li evidenzia tantissimo, poi un paio di Timberland ai piedi e il cellulare tra le mani.
Alza la testa, mi sorride, posa il cellulare nella tasca dei jeans e mi da un bacio a stampo sulle labbra.
"Sei pronta?" chiede poi.
"Si, un attimo che prendo la borsa e le chiavi della stanza" dico prendendo ogni cosa.
Poi esco, chiudo la porta a chiave e mi avvio con lui di sotto.
Arrivati giù, non riesco a vedere la sua macchina.
"Sono venuto con la moto oggi" dice avviandosi ad essa.
Oh bene!
Gli vado dietro, lui prende un casco lo mette e ne passa un'altro a me. Poi monta in sella, mette in moto e mi guarda attendendo che io salga.
Così metto il casco in testa, lo attacco e poi salgo in moto.
Lui parte a tutto gas e io mi stringo a lui per non cadere.
Da piccola andavo sempre in moto con mio padre, ma lui non correva così tanto.
Dopo neanche dieci minuti, arriviamo fuori la sua confraternita. Cosa ci facciamo qui?
Lui parcheggia la moto, scende e si toglie il casco e io faccio lo stesso.
Mi prende per mano e ci avviamo all'ingresso della confraternita.
Apre la porta e saluta alcuni ragazzi, in mezzo a loro c'è anche Martin, non lo vedo da la notte di capodanno.
Lui vedendomi mi sorride e si avvicina a noi.
"Ei Elizabeth" mi abbraccia amichevolmente.
Oh okay.
Lo abbraccio anche io, ma in modo più distaccato.
"Come stai? È da mesi che non ti vedo" un sorriso accompagna la sua frase.
"Sto bene grazie, tu invece?" chiedo con cortesia.
"Bene. Come mai sei qui?" mi guarda curioso.
"È con me, non lo vedi?" si intromette Eric con voce dura.
"Si, è vero" dice lui ridendo.
Questo ragazzo è tutto matto.
Rido con lui e poi Eric mi trascina, letteralmente, su per le scale.
Arriviamo fino ad una porta, lui la apre e io capisco che è la sua stanza.
È abbastanza grande, ha un letto matrimoniale nel mezzo, con delle coperte blu sopra, un comodino accanto, con un lampada sopra, una scrivania bianca al muro davanti, con una sedia girevole blu, una libreria, chiamiamola così, anche se di libri, ce ne sono due o tre e sono tutti di studio e una finestra accanto ad essa.
Le pareti sono di un bianco sporco, ma è davvero carina, è molto più ordinata di come la immaginavo.
"È camera tua?" chiedo non sapendo cosa dire.
Perché mi ha portato qui? Non avrà mica intenzione di.? No perché io non...
"Si" gli sento dire ovvio.
Lo vedo avvicinarsi al letto e guardarmi.
O mio Dio, no, cioè, no!
Cosa ha in mente?
"Ehm Eric, perché mi hai portato qui?" Chiedo in modo agitato e con estrema lontananza.
"Vieni qui." Dice lui. "Siediti." Continua sorridendo.
Io lo guardo poco convinta.
"Eric, senti. I-io non sono pronta per ciò, okay? Quindi se mi hai portato qui sperando di fare qualcosa, ti sbagli di grosso, mi dispiace distruggere i tuoi piani ma.." Inizio a dire, farfugliando in modo agitato ma lui mi interrompe.
"Cosa?" Chiede sbarrando gli occhi.
"Si, cioè." Dico, ma lui mi interrompe di nuovo.
"Pensi che io ti abbia portato qui, per un secondo scopo?" Chiede iniziando a ridere.
Perché ride adesso?
"Si, perché non è così?" Chiedo adesso in imbarazzo.
"No, Beth, io non voglio fare l'amore con te." Dice lui continuando a ridere.
Ma che cazzo ride? Solo il pensiero di stare con me lo fa ridere? E allora perché cazzo sta con me?
Lui probabilmente vedendo la mia faccia dice:
"Non fraintendere, io ti voglio, c-cioè desidero stare con te, ma non oggi. Ti ho portato qui, perché è qui, che ho i miei dipinti e volevo mostrarteli." Dice alzandosi e avvicinandosi a me.
Che figura di merda!
Abbasso lo sguardo, più imbarazzata che mai.
Lui si avvicina e mi alza il viso con la mano, poi mi sorride e mi lascia un candido bacio sulle labbra.
"Scusami, io non sapevo a cosa pensare." Dico con voce bassa.
"Non fa niente, lo avrei pensato anche io, se fossi stato nei tuoi panni." Mi dice sorridendo.
A volte mi chiedo perché sono pazza di questo ragazzo, ma poi le risposte vengono da sole.
"Mi faresti vedere i tuoi dipinti adesso?" Chiedo con un sorriso.
"Certo." Mi dice allontanandosi e avvicinandosi all'armadio.
Lo apre e caccia le sue tele con delle lenzuola attorno, mi avvicino e ne prendo uno, tolgo le lenzuola e mi ritrovo davanti un dipinto magnifico.
Ci sono due sagome, sono così vicine che penso si stiano baciando e alle loro spalle c'è il tramonto.
Mi ricorda qualcosa questo dipinto, penso continuando a fissarlo.
Oh si! Alzo lo sguardo verso di lui e lo guardo.
"Forse, quei due siamo noi." Mi dice grattandosi la testa in imbarazzo.
Avevo ragione allora.
"Il nostro primo bacio." Dico sorridendo.
Lui annuisce e ricambia il sorriso.
Guardo tutti gli altri dipinti che sono, uno più bello dell'altro, ma continuo a tenere stretto tra le mani il nostro dipinto.
"Se vuoi, quello puoi tenerlo." Mi dice vedendo che non l'ho mollato neanche per un secondo.
"Davvero posso?" Chiedo con gli occhi che mi brillano.
"Certo." Mi dice sorridendo.
Così poggio la tela per terra e gli salto praticamente al collo, lo stringo così forte urlando:
"Grazie, grazie, grazie, grazie."
Lui ricambia l'abbraccio, poi ci stacchiamo e io prendo di nuovo la tela tra le mani e fisso il dipinto.
"Devo solo comprare una cornice, mio Dio sono così emozionata." Dico sorridendo come una bambina a cui si regala un giocattolo.
Poi decidiamo di andare a mangiare qualcosa in fast food, così usciamo dalla confraternita e Eric prende la macchina, dato che fa più freddo di prima, poi ho anche il dipinto come avremmo fatto sulla moto?
Ci avviamo ad un fast food mai andata prima, parcheggia la macchina ed entriamo dentro.
È davvero molto piccolo, appena entri c'è un bancone con il cibo esposto, e poi solo una sala con quattro tavoli nel mezzo, di cui tre sono occupati.
Così io per non perdere il tavolo inizio a sedermi, mentre Eric si avvicina al bancone per ordinare.
Dopo cinque minuti si siede di fronte a me.
"Dieci minuti e sono pronti, ho preso due panini con hamburger, non c'era una scelta molta vasta, e due coca-cole." Mi dice con un sorriso.
Io annuisco e mi guardo intorno, siamo gli unici ragazzi qui dentro, negli altri tavoli ci sono tutte persone di maggiore età, anche la signora che fa i panini e abbastanza grande, speriamo che li sappia fare.
Dopo giusto dieci minuti, la signora si avvicina e ci porge i panini.
"Spero siano di vostro gradimento." Dice sorridendo e allontanandosi.
Guardo Eric, che ha già il panino in bocca, non ha dato neanche il tempo alla signora di allontanarsi.
Poi sposto i miei occhi sul panino e inizio a mangiarlo con piccoli bocconi.
È davvero buono, mi immaginavo qualcosa di peggio e invece è una vera delizia per il mio palato.
Io sto a metà panino, mentre Eric ha già finito il suo, e ha finito anche la sua coca-cola, infatti ogni tanto prende un sorso dalla mia, che è arrivata a metà ed io non ho neanche ancora fatto un sorso.
Ogni volta che la prende gli butto un occhiataccia, ma lui mi fa un occhiolino e beve. E io da stupida gli sorrido imbambolata.
Finisco il panino e Eric si avvia al bancone per pagare, poi usciamo di fuori e lui si accende una sigaretta.
"Ma tu non fumavi solo se eri arrabbiato?" Chiedo io.
"Si, ma dopo un buon panino una sigaretta ci vuole." Dice cacciando il fumo di fuori.
Finita, ci avviamo alla macchina e saliamo, lui mette in moto e prendiamo la strada per il dormitorio in assoluto silenzio.
Mi rilassa stare in auto di sera, con nessuno che parla, ma solo con il rumore delle ruote che battono sull'asfalto.
Arriviamo al dormitorio e lui parcheggia, poi scendiamo e ci avviamo all'ingresso.
Lui mi sorride e poi si morde il labbro inferiore, e io dilato gli occhi e mi mordicchio la guancia all'interno.
Lui si avvicina molto lentamente, e si abbassa verso il mio viso, poi fa un piccolo sorriso e mi bacia.
E io sento i brividi percorrermi il corpo, è possibile che ancora non mi sia abituato a lui, che il mio corpo ancora non ci abbia fatto l'abitudine alle sue carezze e ai suoi baci?
Ci stacchiamo e lui mi fa uno dei suoi sorrisi, che m'ammazzano.
"Buonanotte piccola Betty." Mi dice.
"Buonanotte Williams." Rispondo io con un sorriso.
Ma prima di allontanarsi mi lascia un altro bacio, e poi lo vedo avvicinarsi alla sua auto, salirci dentro e partire.
Una volta scomparso dalla mia visuale, mi avvio dentro, fino ad arrivare alla mia camera.
Apro la porta, mi spoglio dei miei indumenti, mettendomi il pigiama e mi butto sul letto.
Con ancora il viso di Eric davanti agli occhi. Questo ragazzo mi sta facendo impazzire, non pensavo mi sarei lasciata trasportare così facilmente da questa storia.
E invece, anche se sono solo due settimane, credo di essere davvero molto presa da questa relazione. È diventato davvero importante per me!
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