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Non era passato poi così tanto tempo...
Eppure quando la paura ricominciò ad affacciarsi nella mente di Izuku, facendogli tremare le gambe e facendogli sentire quasi dolore fisico al petto, il verdino ne rimase spiazzato e confuso.
Nonostante le temperature rigide esterne il suo corpo continuava a sudare
Lente gocce di sudore gelido gli stavano percorrendo la schiena e nella propria bocca, per quanto avesse bevuto sia acqua che un succo, sembrava esserci l'intero deserto del Sahara in una delle giornate più calde
Le palpitazioni gli rendevano difficile anche respirare ed al centro del suo torace, sotto la cortina degli abiti, della pelle, dei muscoli e del sangue, sembrava esserci una voragine dolorosa che gli teneva i sensi in allerta e che faceva muovere i suoi occhi proprio come quelli di un animale in trappola
Ma non era forse così?
Non era esattamente come quelle mosche che continuano ad agitare le zampe, inutilmente, quando cadono nella tela del ragno?
Avrebbe dovuto andare via...
Avrebbe dovuto scappare e correre il più lontano possibile
Fino a sentirsi male..
Fino a non percepire più nemmeno una bolla di ossigeno, nei suoi polmoni, per poi ricominciare a correre sempre più forte anche a costo di lasciarci la vita su quelle strade
Ma a che cosa sarebbe servito?
Katsuki era più veloce di lui e gli sarebbe bastata un'esplosione per coprire , con un solo balzo, quello che per lui sarebbe stato già uno sforzo sovraumano
E se anche fosse riuscito a scappare?
Le loro case confinavano e lui non aveva messo così tanto da parte, nel cassetto dei calzini, per potersi permettere di fuggire in un'altro paese ed ,insieme a sua madre, cominciare una nuova vita...
Già...una nuova vita...
Un minuscolo sorriso sarcastico si aprì sulle labbra del verdino che presero a tremare mentre I suoi occhi si riempivano di calde lacrime
Non era già forse quella che stava vivendo una nuova vita?
In fondo fino a dieci anni prima non aveva mai sentito la paura strisciare dentro di sé e farlo soffocare
Non aveva mai percepito la cocente delusione di guardarsi allo specchio, ogni mattina, come non aveva mai sentito la sua fiducia vacillare...
Era un bambino perfetto...
Un bambino che sorrideva e che saltava in mezzo al parco giochi con una figurina tra le mani, del suo eroe preferito, e nessuno problema a stringergli il piccolo cuore
Già... Era tutto bellissimo...
E sapete perché era cosi?.
Perché Izuku poteva semplicemente essere sé stesso, anche se piccolo ed impacciato, perché al suo fianco aveva il suo migliore amico che lo avrebbe difeso da tutto e tutti...
Il suo amico dagli occhi rossi..
Il suo Eroe
Ma quando iniziò a percepire i suoi passi in avvicinamento, in fondo una preda sa sempre quando il predatore sta arrivando, l'immagine del piccolo Katsuki con il mantello da supereroe svanì immediatamente dalla sua testa per lasciarsi dietro, come il rintocco macabro di un orologio a pendolo, solo la paura
K:" Tsk... Pensavo che saresti scappato Me....uhmmmm..Nerd"
Izuku sussultò a quella voce rauca, sogno ed incubo che lo accompagnavano ormai da anni, mentre il biondo si guardava il polso per poi guardarsi intorno ed abbassare il capo
K:" Uhmmmm..bel tempo oggi...vero?"
Gli occhi del verdino si sgranarono, il freddo gelido che passava tra le parti scoperte della sua giacca rendendolo al pari di un ghiacciolino, ma la sua testa si mosse comunque mimando un sì mentre il biondo si guardava di nuovo il polso
K:" Ci...Ci starebbe bene un gelato vero?"
Ancora più confusione piegò i lineamenti delicati del minore, l'aria fredda a ghiacciargli i boccoli sulla fronte, per poi annuire di nuovo e schiacciare ancora di più le spalle al muro
I:" V-vuoi... V-vuoi un ge-gelato Kacchan?"
Un'espressione di puro orgoglio apparve sui lineamenti duri del maggiore, che si strofinò il polso con forza prima di riabbassarci la giacca sopra, per poi sistemarsi meglio lo zaino sulle spalle e girargli la schiena
K:" Andiamo... Non abbiamo tutto il fottuto giorno"
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